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Ridvan : 2011-168BE
Dalla Casa Universale di Giustizia
Ridvan 2011 / 168BE
Ai bahá’í del mondo
Amici amatissimi,

all‟inizio di questa stagione gloriosa i nostri occhi si illuminano mentre guardano lo svelato splendore della cupola dorata che corona l‟eccelso mausoleo del Báb. Riportato al superno lu-stro per esso inteso da Shoghi Effendi, l‟augusto edificio ancora una volta risplende giorno e notte verso la terra, il mare e il cielo, ad attestare la maestà e la santità di Colui le Cui sacre spoglie vi sono custodite.

Questo momento di gioia coincide con la fine di un fausto capitolo dello sviluppo del Pi-ano divino. Resta solo un decennio del primo secolo dell‟Età formativa, i primi cent‟anni tra-scorsi sotto la benevola ombra del Testamento di „Abdu‟l-Bahá. Al Piano quinquennale che sta per concludersi ne segue ora un altro, le cui caratteristiche sono già state oggetto di intensi studi in tutto il mondo bahá‟í. In verità, non potremmo essere più soddisfatti della risposta al nostro messaggio al Convegno dei Corpi dei Consiglieri continentali e al nostro messaggio di Riḍván di dodici mesi or sono. Non contenti di una comprensione frammentaria del loro contenuto, gli amici leggono e rileggono questi messaggi, da soli e in gruppi, durante riunioni formali e incon-tri spontanei. La loro comprensione è arricchita da una partecipazione attiva e informata ai pro-grammi di crescita delle loro aree. Di conseguenza in tutto il mondo la comunità bahá‟í ha con-sapevolmente assorbito in pochi mesi ciò che occorre per spingerla verso un fiducioso inizio del prossimo decennio.

Nello stesso periodo, numerosi casi di disordini politici e sommovimenti economici in vari continenti hanno scosso governi e popoli. Alcune società sono state trascinate sull‟orlo del-la rivoluzione e in alcuni casi importanti fino a un punto di non ritorno. I capi stanno accorgen-dosi che né le armi né le ricchezze garantiscono la sicurezza. Là dove le aspirazioni dei popoli sono andate deluse, si è accumulata una grande indignazione. Ricordiamo l‟intenzionale monito rivolto da Bahá‟u‟lláh ai governanti della terra: «I vostri popoli sono i vostri tesori. State attenti che il vostro dominio non violi i comandamenti di Dio e non consegnate in mano dei ladri colo-ro che avete in custodia». Una parola di avvertimento. Sebbene lo spettacolo del desiderio di cambiamento dei popoli sia accattivante, si ricordi che ci sono interessi che manipolano il corso degli eventi. E finché il rimedio prescritto dal medico divino non sarà somministrato, le tribola-zioni di questa era permarranno e si aggraveranno. Un attento osservatore dei tempi vede l‟accelerante disintegrazione, intermittente ma inesorabile, di un ordine mondiale lamentevol-mente difettoso.

Altrettanto percettibile è la sua controparte, il processo costruttivo che il Custode associò con la «nascente Fede di Bahá‟u‟lláh» e definì «foriero di quel Nuovo Ordine Mondiale che es-sa dovrà presto istituire». I suoi effetti indiretti sono visibili nelle effusioni di sentimenti, soprattutto nei giovani, che scaturiscono dal desiderio di contribuire allo sviluppo della società. È un dono concesso ai seguaci dell‟Antica Bellezza che questo desiderio, che sgorga inesorabil-mente dallo spirito umano in ogni terra, possa trovare eloquente espressione nel lavoro che la comunità bahá‟í sta svolgendo per costruire fra le diverse popolazioni del pianeta la capacità di agire efficacemente. Quale privilegio può essere paragonato a questo?

Per avere un‟idea di questo lavoro ogni credente guardi ad „Abdu‟l-Bahá, dei Cui «me-morabili viaggi» in Egitto e in Occidente si celebra in questi giorni il centenario. Egli espose in-faticabilmente gli insegnamenti in ogni spazio sociale: case e sale di missioni, chiese e sinago-ghe, parchi e pubbliche piazze, carrozze ferroviarie e transatlantici, circoli e società, scuole e università. Inflessibile nella difesa della verità, ma infinitamente gentile nei modi, mise i divini principi universali in relazione con le esigenze dei tempi. A tutti senza distinzioni, funzionari, scienziati, lavoratori, bambini, genitori, esuli, attivisti, sacerdoti e scettici, Egli impartì amore, saggezza, conforto, a seconda dei bisogni. Mentre ne edificava le anime, Egli ne sfidò gli assun-ti, diede un nuovo indirizzo alle loro prospettive, allargò i loro orizzonti e fece convergere le lo-ro energie. Dimostrò con le parole e con le azioni tale compassione e generosità che i loro cuori ne furono totalmente trasformati, Nessuno fu mandato via. È nostra grande speranza che, in questo centenario, il frequente ricordo delle incomparabili azioni del Maestro ispiri e rafforzi i Suoi sinceri ammiratori. Tenete davanti agli occhi il Suo esempio e fissate lo sguardo su di es-so. Fatene la vostra guida istintiva nel perseguimento della meta del Piano.

All‟inizio del primo Piano globale della comunità bahá‟í, Shoghi Effendi ha descritto con avvincenti parole gli stadi successivi attraverso i quali la luce divina era stata accesa nel Sí-yáh-Chál, posta nella lampada della rivelazione a Baghdád, diffusa in alcuni paesi dell‟Asia e dell‟Africa mentre risplendeva con accresciuto fulgore in Adrianopoli e poi in „Akká, proiettata negli altri continenti al di là dei mari e attraverso i quali si sarebbe progressivamente diffusa negli stati e nei possedimenti del mondo. Egli definì l‟ultima parte di questo processo «penetra-zione di quella luce . . . nei restanti territori del globo», descrivendola come «lo stadio in cui la luce della trionfante Fede di Dio risplendente in tutto il suo potere e la sua gloria avrebbe soffu-so e avvolto l‟intero pianeta». Sebbene questa meta sia ben lontana dell‟essere stata conseguita, la luce già brilla intensamente in molte regioni. In alcuni paesi risplende in tutte le aree. Nella prima terra nella quale essa si è accesa, quell‟inestinguibile luce arde luminosa a dispetto di co-loro che vorrebbero spegnerla. In diverse nazioni ha conseguito un persistente fulgore in interi quartieri e villaggi ed è accesa dalla Mano della Provvidenza in molti cuori l‟uno dopo l‟altro come in molte fiaccole. Essa illumina profonde conversazioni ad ogni livello dell‟interazione umana. Getta i suoi raggi su una miriade di iniziative intraprese per promuovere il benessere del popolo. E in ogni caso irradia da un credente fedele, da una comunità vibrante, da un‟amorevole Assemblea Spirituale, ciascuno di essi un faro acceso nelle tenebre.

Preghiamo ardentemente alla sacra Soglia che ciascuno di voi, portatori di questa imperi-tura fiamma, sia circondato dalle potenti confermazioni di Bahá‟u‟lláh mentre trasmette ad altri la scintilla della fede.

Dalla Casa Universale di Giustizia

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