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Abdu'l-Bahá : Antologia
'Abdu'l-Bahá
ANTOLOGIA
CASA EDITRICE BAHÁ'Í
ROMA - ITALIA
1987
Tradotto e pubblicato per concessione
di ”The Universal House of Justice ”
under the Berne Convention
Titolo originale
”Selections from the Writings of 'Abdu'l-Bahá ”
Compiled by the Research Department of
the Universal House of Justice
Translated by
A Committee
at the Bahá'í World Centre
and by
MirzaEH GAIL
1° edizione italiana 1987

(c) Copyright 1987 dell'Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá'í d'Italia

CASA EDITRICE Bahá'í S.R.L.

Sede legale: 00197 Roma, Via A. Stoppani, 10 - Tel. 879647

Deposito e amm.ne: 00162 Roma, Circ.ne Nomentana, 484 - Tel.4270547

PREFAZIONE AL TESTO INGLESE

L'esposizione della Rivelazione Bahá'í data da 'Abdu'l-Bahá è registrata nelle Sue opere scritte, nelle numerose compilazioni di trascrizioni dei Suoi discorsi e nella Sua corrispondenza. Alcune opere scritte, come The Secret of Divine Civilization (Il Segreto della Civiltà Divina), A Traveller's Narrative (Il Racconto di un Viaggiatore), Le Ultime Volontà e Testamento, sono disponibili nella versione inglese.1 Sono state altresì date alle stampe molte compilazioni di trascrizioni dei Suoi discorsi, fra le quali possiamo menzionare Le Lezioni di San Giovanni d'Acri, Memorials of the Faithful, La Saggezza di 'Abdu'l-Bahá. Ma da circa sessant'anni non è più stata pubblicata in lingua inglese alcuna vasta compilazione delle Sue innumerevoli lettere, e l'opera The Tablets of 'Abdu'l-Bahá, stampata in tre tomi negli Stati Uniti fra il 1909 e il 1916, pur nella seconda edizione, è da tempo esaurita.

Questa antologia si propone una selezione più vasta di quella presentata nelle precedenti opere e, studiandola, il lettore potrà farsi un'idea della grande varietà dei temi trattati dal Maestro nella Sua corrispondenza. Essa comprende alcune Tavole tradotte da un Comitato presso il Centro Mondiale sulla guida di vecchi manoscritti di Shoghi Effendi che risalgono ai tempi di 'Abdu'l-Bahá e altre - più numerose - tradotte da Mirzaeh Gail, sul testo inviatole dal Centro Mondiale, dove esiste una collezione che comprende oltre diciannovemila scritti originali e copie autenticate. Sono state escluse invece alcune celebri Tavole, come quella indirizzata a Auguste Forel1 o gran parte della Tavola all'Aia, che sono disponibili in pubblicazioni separate.

Felici e benedetti destinatari della stragrande maggioranza delle Tavole qui incluse furono i primi credenti orientali e occidentali, individui, gruppi, comitati o assemblee di amici, ed è impossibile sopravvalutare l'importanza che esse ebbero per le emergenti comunità occidentali di quei tempi in cui la letteratura Bahá'í in lingua inglese scarseggiava.

E' auspicabile che la pubblicazione di questi scritti del Maestro giovi ad accrescere il fervore di tutti coloro che Lo amano, nel rispondere al Suo appello e a migliorare la loro comprensione della mirabile armonia fra umano e divino che Egli, il Mistero di Dio, così perfettamente esemplificò.

CITAZIONI DAL CORANO

La numerazione delle sure e dei versetti è quella di Il Corano, Introduzione, traduzione e commento di Alessandro Bausani, Sansoni, Firenze, 1961, di cui si è altresì quasi sempre seguito anche il testo.

'ABDU'L - BAHÁ
ANTOLOGIA

1. O genti del mondo! Il Sole della Verità è sorto a illuminare tutta la terra e a spiritualizzare il consorzio umano. Lodevoli sono i risultati e i frutti, copiosi i santi segni scaturiti da questa grazia. È misericordia schietta e grazia purissima; è luce per il mondo e tutte le sue genti; è armonia e fratellanza, amore e solidarietà; è vera compassione e unità; è la fine dell'estraneità; è un essere uniti con tutti sulla terra, in perfetta dignità e libertà.

La Bellezza Benedetta dice: ”Siete tutti frutti di un solo albero, foglie dello stesso ramo ”. Egli ha qui paragonato questo mondo dell'essere a un unico albero, e tutte le sue genti alle foglie, ai fiori e ai frutti di quell'albero. È necessario che il ramoscello fiorisca e che foglie e frutti crescano e dalla connessione reciproca di tutte le parti componenti l'albero del mondo dipendono la fioritura delle foglie e dei fiori e la dolcezza della frutta.

È per questo che tutti gli esseri umani devono vigorosamente sorreggersi l'un l'altro e cercare la vita eterna; ed è per questo che gli amanti di Dio in questo mondo contingente devono diventare i doni e le grazie inviate da quel clemente Sovrano dei regni visibile e invisibile. Si purifichino la vista e vedano tutti gli uomini quali foglie e fiori e frutta dell'albero dell'essere. S'ingegnino sempre di usare gentilezza a uno dei loro fratelli, di offrire a qualcuno amore, considerazione, premuroso aiuto. Non vedano nemici o persone malevole, ma pensino a tutti gli uomini come ad amici; considerino intimo l'estraneo, compagno lo straniero, si tengano liberi da pregiudizi e non traccino linee di demarcazione.

In questo giorno, il favorito alla Soglia del Signore è colui che porge la coppa della fedeltà, che dona, anche agli avversari, il gioiello della munificenza e tende, sia pure al suo oppressore decaduto, una mano soccorritrice; è colui che sa essere amico amorevole anche del nemico più feroce. Tali sono gli Insegnamenti della Bellezza Benedetta, tali i consigli del Più Grande Nome.

Cari amici! Il mondo è in guerra e la razza umana in travaglio e in contesa mortale. È calata la tenebrosa notte dell'odio e la luce della buona fede è spenta. I popoli e le tribù della terra, affilati gli artigli, si stanno avventando gli uni contro gli altri. Stanno per essere distrutte le fondamenta della razza umana; migliaia di famiglie sono raminghe e depredate e ogni anno vede migliaia e migliaia di esseri umani rotolare nel sangue su polverosi campi di battaglia. Sono state ripiegate le tende della vita e della gioia. I generali comandano, pavoneggiandosi del sangue versato, facendo a gara nell'incitamento alla violenza. ”Con questa spada ”dice uno ”ho decapitato un popolo! ”. E un altro: ”Ho fatto mordere la polvere a una nazione! ”.

E un altro ancora: ”Ho abbattuto un governo! ”. Di tali cose gli uomini si danno vanto, di tali cose si gloriano! Amore - onestà - sono dappertutto condannati, e disprezzate l'armonia e la devozione alla verità.

La Fede della Bellezza Benedetta invita l'umanità alla salvezza e all'amore, all'amicizia e alla pace; drizzato il suo tabernacolo sulle vette della terra, essa rivolge il suo appello a tutte le nazioni. Perciò, voi che siete gli amanti di Dio, apprezzate il valore di questa preziosa Fede, obbeditene gli insegnamenti, camminate su questa strada che è tracciata diritta e mostrate alle genti questa via. Levate le voci e cantate la canzone del Regno. Divulgate ovunque i precetti e i consigli dell'amorevole Signore, sì che questo mondo si trasformi in un altro mondo, e questa buia terra sia inondata di luce, e il cadavere dell'umanità risorga a vita, sì che ogni anima aspiri all'immortalità, mercè le sante brezze di Dio.

I vostri giorni fuggenti saranno ben presto terminati e la fama e le ricchezze, le comodità e le gioie che il mondo, questo immondezzaio, offre svaniranno senza lasciare traccia. Convocate dunque le genti innanzi a Dio e invitate l'umanità a seguire l'esempio delle Schiere celesti. Siate padri amorevoli per gli orfani, e rifugio per gl'indifesi, e tesoro per i poveri, e rimedio per gl'infermi. Siate soccorritori per ogni vittima dell'oppressione, patroni dei diseredati. Pensate sempre a come render servigio a ogni membro della razza umana. Non curatevi di avversione, repulsione, disprezzo, ostilità, ingiustizia: agite nella maniera opposta. Siate gentili con sincerità, non solo in apparenza. Su questo concentri ogni amato di Dio la propria attenzione: essere misericordia di Dio per l'uomo, essere la grazia del Signore. Ciascuno benefichi e avvantaggi in qualche modo coloro la cui via egli incroci; s'ingegni a migliorare il carattere di tutti e a indirizzare le menti degli uomini. In tal modo, la luce della guida divina risplenderà e le benedizioni di Dio culleranno tutta l'umanità: perché l'amore è luce, qualunque ne sia la dimora; e l'odio è tenebra, ovunque si annidi. O amici di Dio! Affinché il Mistero nascosto possa essere rivelato e dischiusa la sacra essenza di ogni cosa, prodigatevi per fugare quelle tenebre per sempre.

2. O mio Signore! Mi sono avvicinato a Te, nel profondo di questa notte tenebrosa, confidando in Te con la lingua del mio cuore, fremente di gioia ai dolci aromi spiranti dal Tuo regno, il Più Glorioso, e Ti invoco così dicendo:

O mio Signore! Non trovo parole per glorificarTi, non vedo strada per cui l'uccello della mia mente possa innalzarsi al Tuo Santo Regno, perché Tu sei santificato, nella Tua essenza, di là da quell'encomio, e nel Tuo essere trascendi quelle lodi che Ti sono rese dalle genti che hai creato. Nella santità del Tuo essere Tu hai sempre travalicato la comprensione dei dotti fra le Schiere superne e per sempre rimarrai avvolto nella santità della Tua realtà, intatto dalla conoscenza degli abitanti del Tuo Regno eccelso che esaltano il Tuo Nome.

O Dio, mio Dio! Come posso glorificarTi o descriverTi, inaccessibile qual sei; oltremodo eccelso e santificato sei Tu, di là da ogni descrizione e lode.

O Dio, mio Dio! Abbi pietà dunque della mia confusione, della mia povertà, della mia miseria, della mia umiliazione! Dammi da bere dalla generosa coppa della Tua grazia e del Tuo perdono, ridestami coi dolci aromi del Tuo amore, rallegra il mio petto con la luce del Tuo sapere, purifica la mia anima coi misteri della Tua unicità, riconducimi alla vita con le aure gentili che spirano dai giardini della Tua misericordia - finché io mi separi da tutto fuorché Te, e mi aggrappi all'orlo del Tuo manto di magnificenza, e consegni all'oblio tutto ciò che non sia Te, e sia accompagnato dalle soavi brezze che soffiano in questi Tuoi giorni, e giunga alla fedeltà alla Tua Santa Soglia, e sorga a servire la Tua Causa, e sia umile innanzi ai Tuoi amati e assoluto nulla al cospetto dei Tuoi prescelti.

In verità Tu sei il Patrono, il Soccorritore, l'Eccelso, il Generosissimo.

O Dio, mio Dio! T'imploro per l'albeggiare della luce della Tua Bellezza che ha illuminato tutta la terra e per lo sguardo dell'occhio della Tua divina compassione che considera ogni cosa, per il ribollente oceano delle Tue largizioni che tutte le cose sommerge e per le Tue roride nuvole di munificenza riversanti doni sulle essenze di tutte le creature e per gli splendori della Tua misericordia che esisteva prima che il mondo fosse - di aiutare i Tuoi eletti ad essere fedeli, e di assistere i Tuoi amati a servire alla Tua eccelsa Soglia, e di concedere loro la vittoria mediante i battaglioni della Tua possanza che trionfa su ogni cosa, e di rafforzarli con una grande legione combattente dalle Superne Schiere.

O mio Signore! Sono fragili anime in attesa presso la Tua porta, poveri nella Tua corte, assetati della Tua grazia, bisognosi del Tuo soccorso, il viso rivolto verso il regno della Tua unicità, anelanti ai doni delle Tue largizioni. O mio Signore! Inonda le loro menti con la Tua santa luce; purifica i loro cuori con la grazia della Tua assistenza; allieta i loro petti con la fragranza delle delizie che esalino dalle Tue Coorti supreme; fa' luminosi i loro occhi col mirare le prove e i segni della Tua possanza; fa' di loro insegne di purezza, vessilli di santità spiegati sopra tutte le creature sulle vette della terra; fa' che le loro parole smuovano cuori pur duri come roccia. Possano levarsi al Tuo servizio e dedicarsi al Regno della Tua divinità, e drizzare il volto verso il reame della Tua Esistenza Indipendente, e divulgare ovunque i Tuoi segni, ed essere illuminati dalle Tue fluenti luci, e svelare i Tuoi reconditi misteri. Possano guidare i Tuoi servi a dolci acque e alla fonte della Tua misericordia che zampilla e guizza nell'intimo cuore del Firmamento della Tua unicità. Possano alzare la vela del distacco sull'Arca della Salvazione e incedere sui mari del Tuo sapere; possano spiegare le ali dell'unità onde assurgere al Regno della Tua unicità per divenire servitori cui le Schiere Superne plaudiranno, che gli abitanti del Tuo gloriosissimo reame loderanno; possano udire gli araldi del mondo invisibile che proclamano gridando la Suprema Buona Novella; possano - nel loro desiderio d'incontrarTi - invocarTi e lodarTi, intonando meravigliose orazioni all'albeggiare della luce - o mio Signore Che disponi ogni cosa - versando lacrime mattina e sera, bramosi di entrare nell'ombra della Tua misericordia che non ha mai fine.

Aiutali, o mio Signore, in ogni condizione, sostienili sempre con i Tuoi angeli di santità, coloro che sono le Tue schiere invisibili, i Tuoi battaglioni celesti che piegano a sconfitta gli eserciti coalizzati di questo basso mondo.

In verità, Tu sei il Possente, il Forte, il Potente, Colui Che tutto pervade e Che ha dominio su tutto ciò che è.

O Santo Signore! O amorevole Signore! Vaghiamo attorno alla Tua dimora, bramosi di mirar la Tua bellezza e amanti tutte le Tue vie. Siamo sventurati, meschini e di poco conto. Siamo poveri: mostraci misericordia, concedici generosità; non guardare ai nostri falli, nascondi i nostri peccati senza fine.

Qualunque cosa siamo, siamo sempre Tuoi, e ciò che parliamo o sentiamo è in lode a Te, ed è il Tuo volto che cerchiamo, la Tua via che seguiamo. Tu sei il Signore amorevole, noi peccatori, sviati e lontani da casa. Perciò, o Nube di misericordia, concedici qualche goccia di pioggia. O Fiorente Aiuola di grazia, mandaci un'aura profumata. O Mare di tutti i doni, fa' scorrere verso di noi una grande ondata. O Sole di Generosità, inviaci uno strale di luce; concedici pietà, donaci grazia. Per la Tua bellezza, veniamo senz'altro viatico fuorché i nostri peccati, senza opere buone di cui parlare; abbiamo solo speranze. Se il Tuo velo occultatore non ci ricoprisse e la Tua protezione non ci fosse scudo e cuna, quale forza avrebbero queste anime indifese per sorgere al Tuo servizio, quale nerbo avrebbero questi sciagurati per dar mostra di coraggio? Tu Che sei il Possente, l'Onnipotente, concedici il Tuo aiuto, il Tuo favore; siamo inariditi, ravvivaci con gli scrosci delle Tue nuvole di grazia; siamo insignificanti, illuminaci con i fulgidi raggi dell'Astro della Tua unicità.

Immergi questi pesci assetati nell'oceano della Tua misericordia, guida questa carovana sperduta fino al rifugio della Tua unicità; conduci alla sorgente della vita coloro che hanno vagato lungi dalla retta via e a coloro che hanno smarrito la strada concedi asilo nei precinti della Tua possanza.

Accosta a queste labbra riarse le copiose, dolcemente scorrenti acque del cielo, suscita questi morti a vita eterna. Agli occhi accecati concedi di vedere. Fa' che il sordo oda, che il mutolo parli. Infiamma chi è scoraggiato, fa' memore l'incurante, ammonisci l'orgoglioso, risveglia ogni dormiente.

Tu sei il Possente, Tu sei l'Elargitore, Tu l'Amorevole. In verità, Tu sei il Benefico, il Più Eccelso.

O amati di Dio, soccorritori di questo evanescente Servo! Il Sole della Realtà, allorché elargì i Suoi infiniti doni dall'Oriente di tutti i desideri e accese con la Sua sacra luce questo mondo dell'essere da polo a polo, con tale veemenza effuse i Suoi raggi da cancellare per sempre le stigie tenebre, per cui questo mondo di polvere divenne l'invidia delle sfere celesti e questo umile sito assunse lo stato e lo sfarzo del reame superno. Vi spirò la brezza gentile della santità, esalando dolci profumi; vi trascorsero i venti primaverili del cielo e, dalla Sorgente di tutti i doni, spirarono aure feconde apportatrici di sconfinata grazia. Poi si levò la radiosa aurora e vi giunse notizia di grande gioia. La primavera divina era venuta a drizzare le tende su questo mondo contingente, sì che tutta la creazione saltò e danzò. La terra inaridita generò boccioli imperituri, la polvere inanimata si ridestò alla vita eterna. Poi dal suolo sbocciarono fiori di mistica dottrina e fresca verzura, a parlare della conoscenza di Dio. Il mondo contingente dispiegò i munifici doni di Dio, il mondo visibile rispecchiò glorie di reami nascosti agli sguardi. La convocazione di Dio fu proclamata, la mensa del Patto Eterno approntata, la coppa del Testamento passata di mano in mano, l'invito universale diramato. Allora, fra la gente, chi fu infiammato dal vino del paradiso, chi lasciato privo di questa suprema largizione; chi ebbe la vista esteriore ed intima illuminata dalla luce della grazia, chi, all'udire gl'inni dell'unità, fece balzi di gioia. Vi furono uccelli che presero a gorgheggiare nei giardini della santità, usignoli sui rami del rosaio del cielo che innalzarono i loro malinconici canti. Allora sia il Reame superno sia il mondo quaggiù ebbero vesti e ornamenti e questa terra divenne l'invidia dei sommi cieli. Eppure, ahimé, ahimé, i negligenti hanno persistito nel loro sonno incurante e gli stolti hanno disdegnato questo sacro dono. I ciechi rimangono avvolti nei loro veli, i sordi non partecipano a ciò che è accaduto, i morti non hanno speranza di pervenirvi, com'Egli dice: ”...gente che dispera della vita dell'Oltre, così come i negatori disperano del sorgere nuovo degli abitatori dei sepolcri ”.

In quanto a voi, o amati di Dio, sciogliete la lingua a renderGli grazie, lodate e glorificate la Beltà dell'Adorato, poiché avete bevuto da questo calice purissimo e questo vino vi ha riscaldati e accesi. Avete scoperto i dolci aromi della santità, aspirato il muschio della fedeltà dalla veste di Giuseppe. Vi siete cibati dell'ambrosia della lealtà dalle mani di Colui Che è l'unico Amato, vi siete nutriti di vivande immortali al munifico desco del Signore. Questa abbondanza è un favore speciale elargito da un amorevole Iddio, è una benedizione e un prezioso dono scaturiti dalla Sua grazia. Nel Vangelo Egli dice: ”Molti sono chiamati, ma pochi gli eletti ”. Cioè, molti ricevono l'offerta, ma rare sono le anime prescelte per ricevere il grande dono della guida. ”Tale è il favore di Dio ch'Ei concede a chi vuole, e Dio è il Signor dei Favori Supremi ”.

O amati di Dio! Dalle genti del mondo venti contrari battono e soffiano contro la Fiaccola del Patto. L'Usignolo della fedeltà è assediato da rinnegati, che sono quali corvi di livore. La Colomba della rimembranza di Dio è duramente oppressa da folli uccelli della notte e la Gazzella dimorante nei prati dell'amor di Dio è braccata da rapaci fiere. Mortale è il pericolo, tormentosa la pena.

Gli amati di Dio devono rimanere irremovibili come montagne, fermi come mura inespugnabili. Devono resistere incrollabili anche di fronte alle più dure avversità, incuranti del peggiore dei disastri. Si aggrappino all'orlo della veste dell'Onnipotente Iddio e ripongano la loro fede nella Bellezza dell'Eccelso; si appoggino all'indefettibile aiuto proveniente dall'Antico Regno e confidino nella cura e nella protezione del generoso Signore. Prendano sempre vigore e ristoro nella rugiada della grazia celeste e con gli aliti dello Spirito Santo si ravvivino e si rinnovino in ogni istante. Si levino a servire il loro Signore e facciano tutto il possibile per diffondere ovunque le Sue sante brezze. Siano baluardo possente a difesa della Sua Fede e inespugnabile cittadella per gli eserciti dell'Antica Bellezza. Sorveglino fedelmente da tutti i lati l'edificio della Causa di Dio; divengano fulgide stelle dei Suoi cieli luminosi, poiché le orde delle tenebre assalgono questa Causa da ogni parte e i popoli della terra s'affannano d'estinguere questa Luce palese. E se tutte le tribù del mondo stanno sferrando il loro assalto, come potrà la nostra attenzione essere distolta, sia pure per un solo istante? Abbiatene certa contezza, siate vigili e custodite la Causa di Dio.

Oggi il più urgente fra tutti i compiti è la purificazione del carattere, la riforma della morale, la correzione della condotta. Fa d'uopo che gli amati di Dio si levino fra tutte le genti con tali qualità e siffatte azioni che i venti gentili spiranti sui giardini della santità profumino tutta la terra e riportino alla vita le anime morte. La sola ragione per cui Iddio S'è manifestato e dal reame dell'invisibile sono irradiate queste luci infinite, è l'educazione delle anime di tutti gli uomini e l'affinamento del carattere di tutti coloro che dimorano sulla terra - sì che gli individui benedetti che si sono affrancati dalla caligine del mondo animale si levino con quelle qualità che sono ornamento della realtà dell'uomo. Lo scopo è che gli uomini del mondo si tramutino in popolo del Cielo e coloro che camminano nelle tenebre giungano alla luce, e gli esclusi penetrino nell'intima cerchia del Regno, e coloro che sono una nullità divengano intimi amici della Gloria imperitura; che i diseredati ottengano una parte del mare sconfinato e gl'ignoranti bevano alla fonte viva del sapere; che gli assetati di sangue dimentichino ogni ferocia, e coloro che hanno unghie aguzze divengano gentili e tolleranti, e gli amanti della guerra cerchino invece la vera conciliazione; e che i bruti, dagli affilati artigli, godano i benefici della pace duratura; che gli infami sappiano che esiste un reame di purezza e i corrotti pervengano ai fiumi della santità.

Se dall'intimo essere dell'umanità non si riveleranno questi doni divini la generosa elargizione della Manifestazione risulterà infruttuosa e non sortiranno alcun effetto i raggi dardeggianti del Sole della Verità.

Perciò, o amati del Signore, sforzatevi con tutta l'anima di ricevere una parte dei Suoi santi attributi e cogliete la vostra porzione dei doni della Sua santità - sì che possiate divenire segni di unità, stendardi di unità e scoprire il significato dell'unità; sì che possiate, in questo giardino di Dio, levare le voci e cantare i gioiosi inni dello spirito. Siate come gli uccelli che Gli rendono grazie e nelle fiorenti pergole della vita cantate tali melodie che abbaglino le menti di color che sanno. Issate un vessillo sui più alti picchi del mondo, una bandiera del favore di Dio che s'increspi e ondeggi ai venti della Sua grazia; piantate un albero nel campo della vita, fra le rose di questo mondo visibile, che produca frutta fresca e dolce.

Giuro sul vero Maestro che se agirete in ossequio agli ammonimenti di Dio, rivelati nelle Sue Tavole luminose, questa polvere oscura rispecchierà il Regno dei cieli e questo mondo basso il reame del Gloriosissimo.

O amati del Signore! Sia lode a Lui, le invisibili, prorompenti grazie del Sole della Verità vi avvolgono da ogni lato e tutto attorno i portali della Sua misericordia sono socchiusi. È ora tempo di beneficiare e usufruire di tali largizioni. Comprendete il valore di questo tempo, non lasciatevi sfuggire l'occasione. Tenetevi del tutto liberi dalle cure di questo mondo tenebroso e fatevi conoscere per gli attributi di quelle essenze che prendono dimora nel Regno. Allora vedrete quanto sia grande la gloria dell'Astro celeste e quanto abbaglianti e luminosi siano i segni della munificenza provenienti dal reame dell'invisibile.

3. O amati di Dio! O figli del Suo Regno! In verità, in verità, i nuovi cieli e la nuova terra sono giunti. La Città santa, la nuova Gerusalemme, è discesa dal cielo nella forma di un'ancella del paradiso, velata, leggiadra, ineguagliabile, pronta a ricongiungersi ai suoi amanti sulla terra. Le angeliche schiere delle Coorti Celesti si sono unite in un coro che è risonato per tutto l'universo, acclamando tutte con forza e possanza: ”Ecco la Città di Dio, la Sua dimora, ove albergheranno i puri e i santi fra i Suoi servi. Egli vivrà con loro, poiché essi sono il Suo popolo ed Egli il loro Signore ”.

Egli ne ha asciugato le lagrime, acceso la luce, rallegrato i cuori ed estasiato le anime. Non li coglierà né morte né cordoglio e non li affliggeranno né pianto né tribolazioni. Il Signore Iddio Onnipotente Si è insediato nel Suo Regno e ha rinnovato tutte le cose. Questa è la verità e quale verità può essere più grande di quella annunziata dall'Apocalisse di san Giovanni il Teologo?

Egli è l'Alfa e l'Omega. Egli è Colui Che darà all'assetato dalla fonte dell'acqua di vita e donerà agl'infermi il rimedio della vera salvazione. Colui che tale grazia aiuta in verità riceve il più glorioso retaggio dai Profeti e dai Santi di Dio. Il Signore sarà il suo Dio ed egli il Suo diletto figliolo.

Gioite, dunque, o amati e prescelti del Signore, e voi, figli e popolo di Dio, levate la voce a lodare e magnificare il Signore, l'Eccelso, poiché la Sua luce ha brillato, sono apparsi i Suoi segni e i flutti del Suo ribollente oceano hanno deposto su ogni spiaggia molte preziose perle.

4. Sia lode a Colui Che ha creato il mondo dell'essere e plasmato tutto ciò che è, Colui Che ha innalzato i sinceri a luogo di gloria e Che ha fatto sì che il mondo invisibile apparisse sul piano del visibile - eppure, nel loro ebbro stupore, la gente va brancolante e traviata.

Egli ha costruito le fondamenta dell'eccelsa Cittadella, ha inaugurato il Ciclo della Gloria, ha prodotto una nuova creazione in questo giorno che è palesemente il Giorno del Giudizio - e ancora persistono gl'ignavi nel sonno della loro ebbrezza.

Ha suonato il Corno, e stato dato fiato alla Tromba, il Banditore ha levato il grido e tutti sulla terra son caduti in deliquio ma continuano ancora a dormire i morti, nei sepolcri dei loro corpi.

E la tromba ha nuovamente squillato, e al primo squillo è seguito il secondo, e la terribile calamità è sopraggiunta, e ogni madre nutrice ha dimenticato il poppante alla mammella - eppure la gente, confusa e distratta, non ascolta ancora.

E la Resurrezione è albeggiata, e l'Ora è scoccata, e la Via è stata tracciata diritta e drizzata la Bilancia e tutti sulla terra sono stati radunati - ma ancora non v'è alcuno che veda segno della via.

La luce ha sfolgorato, e lo splendore inonda il Monte Sinai, e un'aura gentile spira dai giardini del Longanime Signore; le dolci brezze dello spirito trascorrono e coloro che giacciono sepolti negli avelli stanno risorgendo - e ancora gl'ignavi sono assopiti nei sepolcri.

Sono state accese le fiamme dell'inferno e avvicinati i cieli; i giardini celestiali son fioriti, e fresche polle tracimano, e il paradiso riluce nella sua bellezza - ma gl'ignari sono ancora impantanati nei loro vacui sogni.

È caduto il velo, il sipario è sollevato, le nuvole si son squarciate, il Signore dei Signori è in piena vista - eppure tutto questo non ha sfiorato i peccatori.

È Lui che ha plasmato per voi la nuova creazione1, e Che ha portato la catastrofe2 superiore ad ogni altra, e Che ha radunato i santi nel superno reame. In questo, in verità, vi sono segni per chi abbia occhi a vedere.

E tra i Suoi segni v'è l'apparizione di presagi e profezie gioiose, di allusioni e indizi, la diffusione di molte e varie novelle, e le previsioni dei giusti, coloro che sono ora giunti alla mèta.

E tra i Suoi segni vi sono i Suoi splendori sorgenti all'orizzonte dell'unicità, le Sue luci promananti dall'oriente della possanza e l'annunzio della Più Grande Lieta Novella da parte del Suo Araldo, l'Unico, l'Incomparabile. In verità, in questo v'è una brillante prova per la schiera di color che sanno.

Fra i Suoi segni v'è il Suo esser manifesto, il Suo essere visto da tutti, il Suo ergerSi a Propria prova e la Sua presenza fra testimoni in tutte le contrade, fra gente che si avventò contro di Lui come un branco di lupi e Lo cinse d'assedio da ogni lato.

Fra i Suoi segni v'è il Suo resistere a possenti nazioni e Stati trionfanti, e a uno stuolo di nemici assetati del Suo sangue, sempre intenti a far la Sua rovina, dovunque Egli Si trovasse. In verità, è cosa che merita il minuzioso esame di ognun che ponderi i segni e i portenti di Dio.

Un altro dei Suoi segni è l'incanto del Suo discorso, la facondia del Suo eloquio, la rapidità con cui le Sue Scritture furono rivelate, le Sue parole di saggezza, i Suoi versetti, le Sue epistole, le Sue orazioni, le Sue spiegazioni dei versetti del Corano, astrusi e chiari. Per la tua vita! Ciò è palese come il giorno a chiunque vi guardi con occhio di giustizia.

E ancora fra i Suoi segni vi sono l'albeggiante sole del Suo sapere, e la luna crescente delle Sue arti e abilità, e il Suo dimostrare perfezione in tutte le Sue maniere, come attestano i dotti e i sapienti di molte nazioni.

E ancora fra i Suoi segni v'è il fatto che la Sua bellezza restò inviolata e il Suo tempio umano fu protetto, mentre Egli rivelava i Suoi splendori, ad onta degli attacchi concertati di tutti i Suoi nemici, che a migliaia Lo incalzarono con il dardeggiare delle loro frecce, picche e spade. Invero vi sono qui portenti e motivi per ogni giudice imparziale.

E tra i Suoi segni vi sono la Sua tolleranza, le Sue tribolazioni e le Sue angustie, la Sua agonia in ceppi e in catene, e il Suo proclamare ogni momento: ”Venite a Me, venite a Me, o giusti! Venite a Me, venite a Me, o amanti del bene! Venite a Me, venite a Me, o albeggianti punti di luce! ”In verità sono spalancati i portali del mistero - ma ancora gl'iniqui si gingillano in varie disquisizioni!

Ancora un altro dei Suoi segni è la promulgazione del Suo Libro, la Sua Sacra Scrittura decisiva dove Egli redarguì i sovrani e il Suo duro ammonimento a colui il cui possente dominio era noto in tutto il mondo, il cui grande trono crollò poi nel volgere di pochi giorni - fatto chiaramente dimostrato e ampiamente risaputo.

E fra i Suoi segni vi sono la sublimità della Sua grandezza, il Suo eccelso stato, la Sua gloria torreggiante e il rifulgere della Sua bellezza sull'orizzonte della Prigione: in tal guisa che innanzi a Lui si chinavano le fronti, si abbassavano le voci e umili erano i volti che a Lui si rivolgevano.

È questa una prova che mai evo passato vide.

Ancora fra i Suoi segni vi sono le mirabilia che continuamente operò, i miracoli che compì, i portenti che senza posa apparivano da Lui come lo scrosciare dei Suoi nembi - e l'aver riconosciuto persino i negatori, la Sua possente luce. Per la Sua vita! Ciò fu chiaramente accertato, fu dimostrato alle persone d'ogni credo che giunsero al cospetto del Signore vivente, esistente da Sé. E un altro ancora dei Suoi segni sono i dilaganti raggi del sole della Sua èra, la luna crescente dei Suoi tempi nel firmamento di tutte le età: il Suo giorno, che spicca allo zenit di tutti i giorni, per rango e per potere, scienze e arti, ampiamente diffuse, che hanno abbagliato il mondo ed esterrefatto le menti degli uomini. In verità ciò è cosa dimostrata e comprovata per tutti i tempi.

5. La grande Luce del mondo, che un tempo risplendeva su tutta l'umanità, è tramontata, per rifulgere in perpetuo dall'Orizzonte di Abhá, il Suo Regno di gloria imperitura, e dall'alto irradiare splendore sui Suoi amati e alitare nei loro cuori ed anime il soffio della vita eterna.

Ponderate nei vostri cuori ciò che Egli ha predetto nella Sua Tavola della Divina Visione che è stata divulgata in tutto il mondo. Dice: ”Al che ella gemette ed esclamò: 'Possa il mondo e tutto ciò che vi si trova essere un riscatto per le Tue tribolazioni o Sovrano del cielo e della terra! Perché mai Ti sei rimesso nelle mani degli abitatori di questa città-prigione di 'Akká? Va' in altri domini, nei Tuoi recessi superni, su cui le genti dei nomi non hanno mai posato gli occhi'. Sorridemmo senza far motto. Riflettete su queste parole eccelse e comprendete l'intendimento di questo recondito, sacro mistero”.

O amati del Signore! Attenti, attenti, non siate indecisi o titubanti; non lasciatevi cogliere da timore, angustia o sgomento. Badate bene che questo calamitoso giorno non sMirza in voi la vampa dell'ardore e non spenga le tenere speranze. Oggi è giorno di fermezza e di costanza: benedetti coloro che restano fermi e incrollabili come roccia ad affrontare la bufera e la tensione di quest'ora tempestosa. In verità essi saranno i ricettacoli della grazia di Dio; riceveranno la Sua divina assistenza e saranno veramente vittoriosi. Risplenderanno fra gli uomini di quella radiosità che gli abitatori del Padiglione della Gloria lodano e magnificano. Per loro è pronunziata questa allocuzione celestiale, rivelata nel Suo Più Santo Libro: ”Non si turbino i vostri cuori, o genti, quando la gloria della Mia presenza sarà scomparsa e l'oceano dei Miei detti si fermerà. V'è una saggezza nella Mia presenza fra voi e ve n'è ancora un'altra nella Mia assenza, imperscrutabile a tutti fuorché a Dio, l'Incomparabile, l'Onnisciente. In verità, Noi vi contempleremo dal Nostro regno di gloria e aiuteremo chiunque si leverà per il trionfo della Nostra Causa con le schiere delle Legioni superne e una coorte dei Nostri angeli prediletti”.

Il Sole della Verità, la Più Grande Luce, è tramontato all'orizzonte del mondo per sorgere con splendore imperituro nel Reame dell'Illimitato. Nel Suo Più Santo Libro Egli dice ai fermi e agl'incrollabili fra i Suoi amici: ”Non angosciatevi, o popoli del mondo, quando tramonterà l'astro della Mia beltà e il cielo del Mio tabernacolo sarà occultato ai vostri occhi. Levatevi a secondare la Mia Causa e ad esaltare il Mio Verbo fra gli uomini”.

6. O gente del Regno! Quante anime trascorsero tutta la vita nella preghiera, sopportarono la mortificazione della carne, anelarono di conquistarsi un accesso al Regno e pur fallirono, mentre voi senza fatica né pena né rinunzia avete ottenuto la palma e vi siete entrati.

È come ai tempi del Messia, allorché i Farisei e i devoti furono diseredati, mentre Pietro, Giovanni e Andrea, che non erano avvezzi né alla pia adorazione né a pratiche ascetiche, furono vincitori. Orbene, ringraziate Iddio per avervi cinto il capo con un serto di gloria imperitura, per avervi concesso questa immensa grazia.

È ora tempo che voi, in segno di ringraziamento per tale largizione, cresciate in fede e costanza giorno dopo giorno e sempre più vi avviciniate al Signore Iddio vostro, a tal segno magnetizzati e infiammati, che le vostre sante melodie in lode dell'Amato s'innalzino fino alle superne Schiere e ciascuno di voi, sì come usignolo in questo roseto di Dio, glorifichi il Signore degli Eserciti e divenga maestro di tutti coloro che dimorano sulla terra.

7. O amici spirituali di 'Abdu'l-Bahá! È giunto un fido messo a recare nel mondo dello spirito un'ambasciata dagli amati di Dio. Questo fausto corriere è il soffio di un grande ardore e delle vivificanti brezze dell'amor di Dio. Egli fa sì che il cuore danzi per la gioia e colma l'anima di un'estasi d'amore e rapimento. Tanto a fondo è penetrata nelle anime e nei cuori la gloria dell'Unità Divina che tutti sono ora legati l'uno all'altro da vincoli celesti, tutti sono come un unico cuore, un'anima sola. Perciò nell'intimo del cuore si rispecchiano ora chiari e nitidi, riflessi dello spirito e impressioni del Divino.

Imploro Dio che consolidi questi nodi spirituali giorno dopo giorno e che sempre più accresca il fulgore di questa mistica unità, finché da ultimo siano tutti quali truppe schierate sotto le insegne del Patto al riparo dell'ombra protettrice della Parola di Dio, acché possano lottare con tutte le loro forze fino a quando i cuori del mondo non siano tutti avvinti da un'intima e ardente fratellanza universale, da incontaminato amore e spirituale dimestichezza. Allora tutta l'umanità, a causa di questo nuovo e abbagliante munifico dono, sarà riunita in una sola patria. Conflitti e dissapori svaniranno allora dalla faccia della terra, l'umanità sarà allora cullata nell'amore per la beltà del Gloriosissimo. La discordia si tramuterà in concordia, il dissenso in unanimità. Saranno divelte le radici del malanimo, distrutte le basi dell'aggressione. I fulgidi raggi dell'unione cancelleranno le tenebre delle limitazioni e gli splendori del cielo faranno del cuore umano una miniera di ricca vena d'amor di Dio.

O amati del Signore! È questo il momento d'associarvi con tutte le genti della terra in perfetta gentilezza e amore e d'essere per loro segni e prove della grande mercè di Dio. Dovete divenire l'anima del mondo, lo spirito vivente nel corpo dei figli degli uomini. In questa Età di portenti, in quest'ora in cui l'Antica Bellezza, il Più Grande Nome, è sorta all'orizzonte del mondo recando infiniti doni, la Parola di Dio ha infuso nelle intime essenze dell'umanità una potenza così grandiosa, che ha spogliato d'ogni efficacia le qualità umane, unificando le genti con la Sua trionfante possanza in un vasto mare di unicità.

È tempo che gli amanti di Dio innalzino i vessilli dell'unità, intonino nelle assemblee del mondo i versetti dell'amicizia e dell'amore e dimostrino a tutti che la grazia di Dio è una sola. Così sulle alte vette della terra saranno drizzati i tabernacoli della santità, ove tutte le genti saranno radunate

nell'ombra protettiva della Parola dell'Unicità. Questo grande dono albeggerà sul mondo allorché gli amanti di Dio sorgeranno a praticare i Suoi Insegnamenti e a spargere per ogni dove i freschi, soavi aromi dell'amore universale.

In ciascuna dispensazione v'è stato il comandamento del cameratismo e dell'amore, ma era un comandamento ristretto alla comunità di coloro che si trovavano in reciproco accordo, escludendo i nemici dissidenti. Ma in quest'èra di portenti, sia lodato Iddio, i comandamenti di Dio non sono né limitati, né circoscritti a un qualunque gruppo di persone: a tutti gli amici è stato invece comandato di mostrare cameratismo e amore, considerazione e generosità e amorevolezza verso ogni comunità del mondo. E ora gli amanti di Dio devono levarsi a eseguire queste Sue istruzioni: siano padri gentili per i figli della razza umana, e fratelli compassionevoli per la gioventù, e abnegante prole per chiunque sia incurvato dagli anni. Ciò vuol dire che dovete appalesare tenerezza e amore verso ogni essere umano, vi fosse anche nemico, e accoglierlo con schietta amicizia, allegrezza e tenero riguardo. Quando incontrate crudeltà e persecuzioni per mano d'altri, siate loro fedeli; quando siete bersagliati dalla malevolenza, rispondete con cuore amico. Alle lance e alle frecce che vi vengono scagliate, offrite il petto quale bersaglio di lucido specchio; e in cambio di ingiurie, dileggi e parole taglienti, mostrate sovrabbondante amore. Così tutte le genti vedranno la forza del Più Grande Nome, e ogni nazione riconoscerà la possanza dell'Antica Bellezza, e vedrà com'Egli abbia abbattuto le mura della discordia e sicuramente guidato tutte le genti della terra verso l'unità, come abbia rischiarato il mondo dell'uomo e fatto sì che da questa terra di polvere sgorgassero fiumi di luce.

Queste creature umane sono quali fanciulli avventati e sconsiderati. Questi pargoli devono essere allevati con infinita, amorosa cura e teneramente nutriti negli abbracci della misericordia, sì che possano gustare la dolce spirituale ambrosia dell'amor di Dio, sì che possano divenire fiaccole irradianti il loro bagliore per tutto questo mondo oscuro e vedere quali fulgidi serti di gloria il Più Grande Nome, l'Antica Bellezza, abbia posato sulle fronti dei Suoi amati, quali grazie abbia conferito ai cuori di coloro che tien cari, quale amore abbia infuso nei petti dell'umanità e quali tesori di amicizia abbia fatto apparire fra tutti gli uomini.

O Dio, mio Dio! Aiuta i Tuoi fidi servitori ad avere cuori amorevoli e teneri. Aiutali a divulgare, fra tutte le nazioni della terra la luce di guida che viene dalle superne Schiere. In verità, Tu sei il Forte, il Potente, il Possente, Colui Che tutto soggioga, l'Eterno Donatore. In verità, Tu sei il Generoso,

il Gentile, l'Amoroso, il Più Munifico.

8. O amati di 'Abdu'l-Bahá e ancelle del Misericorde! È mattino presto e le corroboranti brezze del Paradiso di Abhá spirano su tutto il creato, ma possono risvegliare solo i puri di cuore e solamente a sensi puri è dato di scoprirne la fragranza. Soltanto occhi veggenti mirano i raggi del sole; solo orecchie attente odono il canto delle Schiere superne. Le copiose piogge della primavera, largizioni del Cielo, che pur scendono su tutte le cose, fecondano solo la buona terra; esse non amano terreni salmastri, dove di tutta la munificenza non può apparire risultato alcuno.

Oggi i soavi e santi aliti del Regno di Abhá trascorrono su ogni contrada, ma solo i puri di cuore s'avvicinano e ne beneficiano. È speranza di quest'anima vilipesa che, per la grazia dell'Esistente da Sé e per la forza manifesta della Parola di Dio, siano sgomberate le menti dei disattenti, sì che percepiscano questi dolci profumi redolenti da reconditi roseti dello spirito.

O amici di Dio! I veri amici sono come medici valenti e gl'Insegnamenti di Dio quale balsamo risanatore, farmaco per la coscienza umana. Essi sgombrano il capo, così che l'uomo possa aspirarli e deliziarsi del loro dolce aroma; risvegliano i dormienti; donano consapevolezza ai negligenti, una porzione ai diseredati e ai disperati una speranza.

In questo giorno l'anima che agisca secondo i precetti e i consigli di Dio sarà medico divino per l'umanità e, come la tromba di Isráfíl,1 chiamerà a vita i morti di questo mondo contingente, perché le confermazioni del Regno di Abhá non cessano mai e quell'anima virtuosa ha, a soccorrerla, l'indefettibile aiuto delle Legioni supreme. Così una misera zanzara diverrà un'aquila nel pieno del vigore e un fragile passerotto si trasformerà in falco reale sulle vette dell'antica gloria.

Perciò non guardate alla misura della vostra capacità, non chiedete se siete degni del compito: riponete le vostre speranze sull'aiuto e sulla bontà, sui favori e sulle elargizioni di Bahá'u'lláh - possa esser la mia vita offerta per i Suoi amici! Spronate il destriero d'un nobile cimento sul campo del sacrificio e da questo ampio arengo portate via il premio della grazia divina.

O ancelle del Signore misericordioso! Quante regine di questo mondo posarono il capo su un cuscino di polvere e scomparvero. Di loro non rimase frutto, né traccia, né segno, neppure il nome. Per loro non vi fu più largizione di grazie, non vi fu più vita. Ma non così per le ancelle che servirono alla Soglia di Dio: queste hanno brillato nei cieli dell'antica gloria, come palpitanti stelle, irradianti i loro splendori fino agli estremi confini del tempo. Esse hanno realizzato nel Paradiso di Abhá i loro più ardenti voti; hanno assaporato il miele del ricongiungimento nella congregazione del Signore. Anime siffatte trassero profitto dall'esistenza qui sulla terra: colsero il frutto della vita. In quanto alle altre ”le sopraggiunse sicuramente un tempo in cui furono come cosa non detta”.

O amanti di questo vilipeso! Forbitevi gli occhi, sì che non guardiate ad alcuno come fosse diverso da voi. Non vedete estranei, ma in ciascun uomo un amico, perché l'amore e l'unità divengono difficili quando lo sguardo punti sulle diversità. E in questa nuova, portentosa età, le Sacre Scritture dicono che dobbiamo essere uniti con tutte le genti; che non dobbiamo vedere né asprezza, né ingiustizia, né malanimo, né ostilità, né livore, bensì volgere gli occhi verso il firmamento dell'antica gloria. Ogni creatura è un segno di Dio ed è per grazia del Signore e della Sua forza che ciascuna di esse mise piede nel mondo; perciò le creature non sono estranee, ma congiunti, non sconosciuti, ma amici e come tali si devono trattare.

Perciò gli amati di Dio devono familiarizzare in affettuosa amicizia con estranei e amici, mostrare a tutti la massima gentilezza, non curarsi della misura dell'altrui capacità, né mai chiedersi se meritano amore. Siano sempre, gli amici, premurosi e oltremodo gentili. Non si lascino mai sopraffare dalla cattiveria della gente, dall'aggressione e dall'odio, ancorché profondo. Se gli altri vi scagliano strali, offrite in cambio latte e miele; se essi vi avvelenano la vita, voi addolcite le loro anime; se v'insultano, insegnate loro come consolarsi; se vi feriscono, siate balsamo per le loro piaghe; se vi sferzano, porgete alle loro labbra una coppa ristoratrice.

O Dio, mio Dio! Questi sono Tuoi deboli servitori; sono Tuoi leali famigli e Tue ancelle, che si sono prosternati dinanzi alla Tua eccelsa Parola e umiliati presso la Tua Soglia di luce, che hanno reso testimonianza alla Tua unicità per la quale al Sole è stato dato meridiano fulgore. Essi hanno ascoltato l'appello che Tu hai lanciato dal Tuo celato Reame e, i cuori frementi d'estatico amore, hanno risposto al Tuo invito.

O Signore, riversa su loro le effusioni della Tua misericordia, piovi su loro tutte le acque della Tua grazia. Fa' che crescano quali leggiadre piante nel giardino del cielo e attingendo dalle roride, scroscianti nubi delle Tue largizioni e dalle profonde cisterne della Tua sovrabbondante grazia, fa' che questo giardino fiorisca e mantienilo sempre verde e luminoso, sempre fresco e scintillante e ameno.

In verità, Tu sei il Possente, l'Eccelso, il Forte, il Solo Che, nei cieli e sulla terra, permane immutato. Non v'è altro Dio che Te, il Signore dei chiari pegni e segni.

9. O tu dal cuore traboccante affetto per il Signore! Da questo luogo consacrato mi rivolgo a te, per allietare il tuo cuore con questa mia missiva, una lettera tale da far sì che il cuore di colui che crede nell'unicità di Dio assurga a vette di letizia.

Ringrazia Iddio, ché t'ha permesso di accedere al Suo Regno di possanza. Fra non molto le grazie del tuo Signore scenderanno su di te, l'una dopo l'altra, ed Egli farà di te un segno per ogni ricercatore della verità.

Tieniti stretto al Patto del tuo Signore e, col trascorrere dei giorni, accresci la tua provvista d'amore per i Suoi amati. Attendi con tenerezza ai servitori del Misericordiosissimo, sì che tu possa issare la vela dell'amore sull'arca della pace che solca i mari della vita. Non rattristarti per alcuna cosa, non adirarti con alcuno. Fa d'uopo che tu sia pago della Volontà di Dio, verace, amoroso e fidato amico per tutte le genti della terra, senza eccezione alcuna. Ecco la qualità dei sinceri, ecco il comportamento dei santi, l'emblema dei credenti nell'unità di Dio e il manto della gente di Bahá.

Ringrazia e benedici il Signore, ché ti ha concesso di offrirGli il Diritto di Dio.1 È questo un favore speciale per te da parte Sua; lodaLo dunque per tale comandamento statuito nelle Scritture del tuo Signore, di Colui Che è l'Antico dei Giorni. In verità, Egli è l'Amorevole, il Tenero, l'Eterno Largitore.

10. Cara ancella di Dio! La tua lettera è pervenuta e ne è stato esaminato il contenuto. Hai chiesto una regola onde guidare la tua vita. Credi in Dio e tieni gli occhi fissi sul Reame eccelso; sii innamorata della Bellezza di Abhá; rimani incrollabile nel Patto; ambisci ad assurgere al Firmamento della Luce Universale. Sii distaccata da questo mondo e rigenerata mercè i dolci aromi di santità che spirano dal regno dell'Altissimo. Sii un invito all'amore, gentile con tutta la razza umana. Ama i figli degli uomini e partecipa ai loro dolori. Sii tra coloro che favoriscono la pace. Offri la tua amicizia; sii degna di fiducia, balsamo per ogni piaga, farmaco per ogni malanno. Unisci le anime, recita i versetti della guida. Attendi alla preghiera del tuo Signore e sorgi a ben guidare la gente. Sciogli la lingua e insegna, e fa' che il tuo volto sia rischiarato dal fuoco dell'amor di Dio. Non riposare mai, non concederti un attimo di respiro. Potrai così divenire segno e simbolo dell'amor di Dio e vessillo della Sua grazia.

11. Servire gli amici significa servire il Regno di Dio e la sollecitudine verso i poveri è uno dei più grandi insegnamenti di Dio.

12. Sappi con certezza che l'Amore è il segreto della santa Dispensazione di Dio, la manifestazione del Misericordiosissimo, la sorgente delle effusioni spirituali. L'Amore è la gentile luce del Cielo, l'eterno soffio dello Spirito Santo che dà vita all'anima umana. L'Amore è la causa della rivelazione di Dio all'uomo, il legame vitale insito nella realtà delle cose, in conformità con la creazione divina. L'Amore è l'unico strumento che garantisca vera felicità in questo mondo e nell'altro. L'Amore è la luce che guida nelle tenebre, la maglia vivente che unisce Dio con l'uomo, che assicura il progresso di ogni anima illuminata. L'Amore è la massima legge che regge questo possente ciclo spirituale, l'unica forza che incatena fra loro i diversi elementi di questo mondo materiale, la suprema forza magnetica che governa i moti delle sfere nei regni del cielo. L'Amore rivela con inesausta e illimitata potenza i misteri latenti nell'universo. L'Amore è spirito di vita per il corpo adorno dell'umanità, fondatore della vera civiltà in questo mondo mortale e apportatore di gloria imperitura per ogni razza e nazione d'alti intendimenti.

Qualunque popolo ne sia da Dio benevolmente favorito, il suo nome sarà sicuramente magnificato ed esaltato dalle Schiere supreme, dalla coorte degli angeli e dai cittadini del Regno di Abhá. E qualunque popolo distolga il cuore da questo Amore Divino - la rivelazione del Misericorde - commetterà un grave errore, cadrà nella disperazione e sarà completamente distrutto. Quel popolo si vedrà negato ogni rifugio e, come le infime creature della terra, cadrà vittima di degradazione e infamia.

O amati del Signore! Sforzatevi di divenire manifestazioni dell'amor di Dio, fari di guida divina risplendenti fra le tribù della terra con la luce dell'amore e della concordia.

Ogni bene ai rivelatori di questa luce gloriosa!

13. O figlia del Regno! La tua lettera del 5 dicembre 1918 è pervenuta. Recava la buona novella che in estate gli amici di Dio e le ancelle del Misericorde, riunitisi a Green Acre, notte e giorno hanno commemorato Dio, hanno servito l'unità del mondo dell'umanità, mostrato amore verso tutte le religioni, tenendosi lontani da ogni pregiudizio religioso e mostrando gentilezza a tutte le genti. Le religioni divine devono essere causa di unione tra gli uomini, strumenti di unità e di amore; devono promulgare la pace universale, liberare l'uomo da ogni pregiudizio, conferire gioia e letizia, usare gentilezza con tutti ed eliminare ogni differenza e distinzione. Come Bahá'u'lláh dice rivolgendoSi al mondo dell'umanità: ”O genti! Siete frutti di un solo albero e foglie dello stesso ramo”.

Tutt'al più può dirsi che alcune anime sono ignoranti, devono essere educate; taluni sono infermi, devono essere risanati; altri sono ancora infanti, devono essere aiutati a maturare, mostrando loro la massima gentilezza. Così si comporta la gente di Bahá. Spero che i tuoi fratelli e le tue sorelle divengano amici del mondo dell'umanità.

14. O voi due anime benedette! Le vostre lettere sono pervenute. Mostravano che avete investigato la verità e siete stati liberati da imitazioni e superstizioni, che guardate coi vostri occhi e non con quelli degli altri, che ascoltate con le vostre orecchie e non con quelle degli altri e scoprite i misteri con l'ausilio della vostra coscienza e non con quella degli altri, perché l'imitatore dice che il tale ha visto, e il talaltro ha udito, e l'altro ancora ha scoperto; in altre parole egli dipende dalla vista, dall'udito e dalla coscienza altrui e non ha volontà propria.

Ora, sia lodato Iddio, voi avete dimostrato forza di volontà e vi siete volti verso il Sole della Verità. La pianura dei vostri cuori è stata illuminata dalle luci del Signore del Regno, siete stati guidati sulla retta via, avete percorso la strada che conduce al Regno, siete entrati nel Paradiso di Abhá e vi siete assicurati una porzione e una parte del frutto dell'Albero della Vita.

Benedetti voi, una buona dimora vi attende. A voi saluti e lode.

15. O prigioniera dell'amor di Dio! La lettera che scrivesti al tempo della tua partenza è pervenuta, recandomi gioia. È mia speranza che tu apra bene l'occhio interiore, onde ti sia dischiusa l'essenza dei misteri divini.

Incominciasti la tua missiva con una frase benedetta, dicendo: ”Sono Cristiana”. Volesse il cielo che tutti fossero veri Cristiani! È facile essere Cristiani a parole; ma difficile esserlo davvero. Oggi vi sono circa cinquecento milioni di Cristiani, ma i veri sono rarissimi. Cristiani sono le anime dai cui volti leggiadri risplende il fulgore di Cristo, le anime che mostrano le perfezioni del Regno; è cosa di grande importanza, perché essere Cristiani significa personificare ogni possibile eccellenza. Spero che anche tu possa diventare una vera Cristiana. Loda Dio perché alla fine, mercè gli insegnamenti divini, sei pervenuta ai più alti gradi della capacità di vedere e intuire e ti sei solidamente radicata nella certezza e nella fede. È mia speranza che anche altri ottengano occhi illuminati e orecchie attente e conseguano la vita eterna: sì che questi numerosi fiumi, ciascuno scorrente in un alveo diverso e separato, trovino la strada per ritornare nell'unico mare che li circonda e mescolarsi e sollevarsi in un'ondata di sorgente unicità, sì che l'unità della verità, mercè il potere di Dio, cancelli queste illusorie differenze. Questo è l'essenziale: perché una volta conseguita l'unità, tutti gli altri problemi scompariranno da soli.

O onorata signora! Secondo gli insegnamenti divini in questa gloriosa dispensazione non dobbiamo sminuire e chiamare ignorante nessuno dicendogli: ”Tu non sai, ma io so”. Al contrario, dobbiamo guardare agli altri con rispetto e quando ci sforziamo di spiegare o dimostrare qualcosa, dobbiamo parlare in atteggiamento di ricercatori della verità, dicendo: ”Ecco, abbiamo questo davanti a noi. Cerchiamo di stabilire dove e in quale forma sia possibile trovare la verità”. Chi insegna non deve reputare se stesso dotto e gli altri ignoranti. Un pensiero di questo genere alimenta l'orgoglio e l'orgoglio non aiuta a esercitare influenza sugli altri. Chi insegna non deve credersi in nulla superiore: deve esprimersi con infinita gentilezza, umiltà e modestia, perché un discorso siffatto influenza e educa le anime.

Onorata signora! Per un unico scopo i Profeti tutti furono inviati sulla terra; per questo fu palesato Cristo, per questo Bahá'u'lláh levò l'appello del Signore: perché il mondo dell'uomo divenisse il mondo di Dio, questo basso regno il Regno dei cieli, questa tenebra, luce, questa satanica nequizia, tutte le virtù del cielo - e unità, amicizia e amore fossero conseguiti per tutta la razza umana; perché ancora una volta apparisse l'unità fondamentale e le basi della discordia fossero distrutte e la grazia sempiterna divenisse la messe dell'umanità.

Onorata signora! Nei cicli passati, per quanta armonia si fosse creata, non si poteva conseguire l'unità del genere umano, perché mancavano i mezzi. I continenti rimanevano lontani e divisi, e anzi persino fra i popoli dello stesso continente i rapporti e lo scambio di pensieri furono quasi impossibili: di conseguenza non si poterono conseguire fra i popoli e le tribù della terra rapporti, comprensione reciproca e unità. Ma in questo giorno i mezzi per comunicare si sono moltiplicati e i cinque continenti della terra sono virtualmente divenuti uno. Ed è facile per tutti, oggi, recarsi nei vari paesi, associarsi e scambiare opinioni con diversi popoli, e conoscere a fondo, attraverso la stampa, le convinzioni religiose e i pensieri di tutti. In tal guisa tutti i membri della famiglia umana, siano essi popoli o governi, città o villaggi, son divenuti sempre più interdipendenti. Nessuno infatti può più rimanere autosufficiente, dal momento che legami politici uniscono tutti i popoli e le nazioni e ogni giorno si rafforzano i vincoli del commercio e dell'industria, dell'agricoltura e dell'educazione. Ecco che oggigiorno può realizzarsi l'unità di tutta l'umanità: questa non è che una delle mirabilia di questa meravigliosa età, di questo secolo glorioso. Di ciò ère passate furono prive, giacché questo secolo - il secolo della luce - è stato dotato di gloria, poteri e illuminazioni straordinari e senza precedenti. Di qui, il mirabile svelarsi, ogni giorno, di un nuovo prodigio: e alla fine si vedrà di quale splendore rifulgeranno le sue luci nell'accolta umana.

Osservate come il suo fulgore albeggi ora sull'oscuro orizzonte del mondo. La prima luce è l'unità in campo politico, e i primi bagliori già li possiamo discernere. La seconda luce è l'unità di pensiero nelle imprese del mondo, il cui adempimento sarà ben presto testimoniato. La terza luce è l'unità nella libertà, che presto si realizzerà. La quarta luce è l'unità della religione che è la pietra angolare di tutto l'edificio e che, per il potere di Dio, sarà rivelata in tutto il suo fulgore. La quinta luce è l'unità delle nazioni - unità che sarà senza dubbio stabilita in questo secolo, sì che tutti i popoli del

mondo si reputeranno come cittadini di una comune patria. La sesta luce è l'unità delle razze, che fa di tutti coloro che dimorano sulla terra popoli e genti della medesima razza. La settima luce è l'unità dell'idioma, cioè la scelta di una lingua universale cui tutti i popoli saranno educati e nella quale

converseranno. Tutto ciò avverrà inevitabilmente, ché il potere del Regno di Dio presterà aiuto e soccorso.

16. O illuminati amati e ancelle del Misericorde! In un tempo in cui la cupa notte dell'ignoranza, dell'incuria del mondo divino, della separazione da Dio aveva avviluppato la terra, albeggiò un fulgido mattino e una luce sorgente rischiarò l'oriente del cielo. Poi si levò il Sole della Verità e gli splendori del Regno furono riversati su oriente e occidente. Coloro che avevano occhi a vedere, rallegrandosi alla lieta novella, esclamarono: ”Benedetti, benedetti noi siamo!”, e videro l'intima realtà di tutte le cose, e scoprirono i misteri del Regno. Poi, liberati da fantasie e da dubbi, mirarono la luce della verità e tanto s'inebriarono nel bere dal calice dell'amor di Dio, che obliarono del tutto il mondo e il loro proprio essere. Danzando di gioia corsero al sito del martirio e là, ove si muore per amore, gettarono via testa e cuore.

Ma coloro che avevano occhi ciechi, sbalorditi da tutto quel tumulto, gridarono: ”Dov'è la luce?” e ancora: ”Non vediamo luce, né sole sorgente! Non c'è niente di vero: è solo fantasia e nulla più”. Come pipistrelli costoro si rifugiarono in sotterranee oscurità dove, a loro modo di pensare, trovarono una misura di sicurezza e pace.

Ora, però, non è che l'inizio dell'aurora e la calura dell'Orbe della Verità sorgente non è ancora nel pieno del vigore. Allorché il sole sarà giunto al mezzogiorno, le sue fiamme arderanno così roventi da ravvivare financo le cose striscianti sotto terra; e ancorché non sia dato loro di mirar la luce, pure

saranno tutti posti in frenetico moto dall'impatto di quel calore.

Perciò, rendete grazie, o amati di Dio, ché, nel giorno dell'aurora, avete drizzato i volti verso la Luce del Mondo, mirando i suoi splendori. Voi avete ricevuto una parte della luce della verità, avete beneficiato di una porzione di quei doni imperituri; e perciò, in segno di gratitudine per questa largizione, non riposate un solo istante, non ve ne state silenti, recate all'orecchio degli uomini le liete novelle del Regno, divulgate dappertutto la Parola di Dio.

Agite secondo i consigli del Signore: cioè, levatevi in tal guisa e con qualità siffatte da conferire al corpo di questo mondo un'anima vivente e da portare questa giovane fanciulla, l'umanità, allo stadio della maturità. Per quel che siete capaci, accendete una fiaccola d'amore in ogni riunione e con la vostra tenerezza rallegrate e confortate ogni cuore. Abbiate a cuore gli estranei come fossero vostri cari; mostrate a coloro che non conoscete la medesima amorevole cortesia che concedete ai vostri fedeli amici. Se qualcuno vuol venire alle mani con voi, cercate d'essergli amico; se vuol pugnalarvi, siate balsamo per le sue ferite; se di voi si fa beffe e vi deride, andategli incontro con amore. Qualcuno accumula accuse su voi, e voi elogiatelo; vi dà un veleno mortale, e voi offritegli in cambio il miele più scelto; minaccia la vostra vita, e voi donategli un farmaco che lo curi per sempre. Se egli fosse per voi la sofferenza in persona, siate la sua medicina; se aculeo, voi per lui rose e soffice erba. Modi e parole siffatte da parte vostra potranno far sì che questo mondo oscuro divenga finalmente luminoso che questa terra di fango diventi un paradiso e questa diabolica prigione, una reggia del Signore - sì che cessino per sempre guerre e lotte, e l'amore e la fiducia piantino le tende sulle vette del mondo. Tale è l'essenza degli ammonimenti di Dio; tali in sintesi sono gl'insegnamenti per la Dispensazione di Bahá.

17. O voi che siete gli eletti del Regno di Abha! Lodate il Signore degli Eserciti, Che, ritto sulle nuvole, è disceso in questo mondo dal firmamento del reame invisibile, così che Oriente e Occidente furono infiammati dalla gloria del Sole della Verità, e fu levato l'appello del Regno, e gli araldi del reame superno cantarono, con melodie delle Schiere celesti, le liete novelle dell'Avvento. Allora tutto il mondo dell'essere fremette di gioia, ma la gente, come dice il Messia, continuò a dormire: perché il giorno della Manifestazione, il Signore degli Eserciti, quando discese, li trovò avviluppati nel torpore dell'incoscienza. Egli dice nel Vangelo: la Mia venuta è come quando il ladro è in casa e il padrone di casa non veglia.

Fra tutti gli uomini Egli ha prescelto voi e i vostri occhi sono stati dischiusi alla luce della guida, le vostre orecchie aperte alla musica delle Legioni supreme; benedetti da sovrabbondante grazia, i vostri cuori e le vostre anime sono stati tratti a nuova vita. Ringraziate e lodate Dio, ché la mano delle infinite largizioni vi ha posato sul capo questa corona tempestata di gemme, questo diadema i cui scintillanti gioielli manderanno bagliori e faville fino agli estremi limiti del tempo.

Per ringraziarLo di tutto questo, fate uno sforzo possente e ponetevi una nobile mèta. In virtù del potere della fede, obbedite agli insegnamenti di Dio e fate che tutte le vostre azioni si conformino alle Sue leggi. Leggete Le Parole Celate, ponderatene gl'intimi significati e agite in conformità. Leggete, con grande attenzione, le Tavole di Tarázát (Ornamenti), Kalimát (Parole del Paradiso), Tajallíyyát (Fulgori), Ishráqát (Splendori) e Bishárát (Liete Novelle); e innalzatevi secondo l'ingiunzione degli insegnamenti celesti. Possa così ciascuno di voi essere quale fiaccola irradiante luce, centro di attrazione ovunque la gente si riunisca; e da voi, come da aiuola fiorita, esalino soavi profumi.

Come mare ruggente levate un fragore; come prodiga nube, piovete la grazia del cielo. Levate le voci a cantare le canzoni del Regno di Abhá. Spegnete i fuochi della guerra, issate alti i vessilli della pace, adopratevi per l'unità del genere umano e ricordate che la religione è canale d'amore verso tutte le genti. Sappiate che i figli degli uomini sono pecorelle di Dio ed Egli è il loro buon Pastore, Che Si cura teneramente dell'intera Sua gregge e la pasce nei Suoi verdi pascoli e la abbevera alla fonte della vita. Tale è la strada del Signore; tale la Sua largizione; tale, fra i Suoi insegnamenti, il Suo precetto dell'unità del genere umano.

I portali della Sua grazia sono spalancati e i Suoi segni sono promulgati e la gloria della verità risplende: non hanno fine le benedizioni. Apprezzate il valore di questo tempo. Sforzatevi con tutto il cuore, levate la voce e gridate, finché questo mondo oscuro sia inondato di luce, e questo angusto sito d'ombre si dilati, e questo polveroso cumulo che dura un attimo fuggente si trasformi a rispecchiare gli eterni giardini del paradiso, e questo globo di terra riceva la sua parte di grazia celestiale.

Allora ogni aggressione si sgretolerà, e tutto ciò che comporta disarmonia sarà distrutto, e sarà eretto l'edificio dell'unità - si che l'Albero Benedetto getti la sua ombra su oriente e occidente, e il Tabernacolo dell'unità del mondo sia drizzato sulle alte vette, e vessilli d'amore e fratellanza sventolino dai loro pennoni in tutto il mondo, finché il mare della verità non levi alti i suoi flutti, e la terra non produca rose e dolci verzure di benedizioni senza fine, e diventi da polo a polo il Paradiso di Abhá.

Questi sono i consigli di 'Abdu'l-Bahá. È mia speranza che mercè le largizioni del Signore degli Eserciti diveniate l'essenza spirituale e il fulgore del genere umano, legando tutti i cuori con vincoli d'amore; che in forza della Parola di Dio portiate a vita i morti ora sepolti negli avelli dei loro desideri sensuali; che mediante i raggi del Sole della Verità restituiate la vista a coloro il cui occhio interiore è cieco; che portiate salute spirituale a chi sia spiritualmente infermo. Questo io spero, per le munificenze e le largizioni dell'Amato.

Parlo sempre di voi e vi ricordo. Prego il Signore e con le lagrime agli occhi Lo imploro di conferirvi questi doni, e di rallegrare i vostri cuori, e di allietare le vostre anime, e di concedervi sovrabbondante gioia e delizie celestiali...

O amoroso Provvidente! Queste anime hanno ascoltato gli appelli del Regno e mirato la gloria del Sole della Verità. Sono assurte ai corroboranti cieli dell'amore; sono innamorate della Tua natura e adorano la Tua bellezza. Si sono volte a Te, parlando assieme di Te, cercando la Tua dimora, desiderose di bere ai ruscelli del Tuo celeste reame.Tu sei il Donatore, l'Elargitore, l'Eterno Amante.

18. O tu che hai cuore veggente! Sebbene, in senso materiale, tu sia privo della vista del corpo, tuttavia, sia lodato Iddio, hai visione spirituale. Il tuo cuore vede e il tuo spirito ode. La vista del corpo è soggetta a mille malanni e sicuramente alla fine andrà perduta; perciò non le si deve attribuire alcuna importanza. Ma la vista del cuore è illuminata: vede e scopre il Regno divino, è durevole ed eterna. Loda Dio, dunque, ché la vista del tuo cuore è illuminata e sensibile l'udito della tua mente.

Ciascuna delle riunioni che avete organizzato, dove sentite emozioni spirituali e comprendete realtà e significati, è come il firmamento e quelle anime sono come fulgide stelle irradianti la luce della guida. Felice l'anima che, in quest'èra luminosa, cerca insegnamenti celesti e benedetto il cuore ravvivato e attratto dall'amor di Dio.

19. Sia lodato Colui dei Cui splendori la terra e i cieli rifulgono, per le Cui fragranti brezze i giardini di santità che adornano i cuori degli eletti fremono di gioia, Colui Che ha effuso la Sua luce e illuminato il volto del firmamento. In verità, vi apparvero luminose e luccicanti stelle, scintillanti, sfavillanti, irradianti i loro raggi sull'orizzonte supremo. Esse trassero grazia e lucentezza dai munifici doni del Regno di Abhá, poi, stelle di guida, versarono le loro luci su questa terra.

Lode a Colui Che ha foggiato questa nuova èra, questo evo di maestà, quale aperto proscenio ove le realtà di tutte le cose possano essere mostrate agli sguardi. Ora le nuvole della munificenza stanno piovendo e i doni dell'amorevole Signore sono chiaramente manifesti, perché i mondi visibile e invisibile sono stati illuminati e il Promesso è venuto sulla terra e s'è accesa la beltà dell'Adorato.

Acclamata, benedetta e benvenuta sia quell'Universale Realtà, quel Verbo Perfetto, quel Libro Manifesto, quello Splendore albeggiato nell'alto dei cieli, quella Guida di tutte le nazioni, quella Luce del mondo - l'ondeggiante oceano della Cui sovrabbondante grazia ha inondato tutto il creato, in tal guisa che i suoi flutti hanno deposto sulle sabbie di questo mondo visibile le loro luminose perle. È ora apparsa la Verità e il falso se n'è fuggito; è albeggiato il mattino e il giubilo è arrivato, perciò ne sono santificate le anime degli uomini, purificati gli spiriti, allietati i cuori, purgate le menti, risanati i segreti pensieri, forbite le coscienze, santificati gli intimi esseri: perché il Dì della Resurrezione è sopraggiunto e le largizioni del Tuo Signore, l'Indulgente, hanno pervaso tutte le cose.

Saluti e lode a quelle luminose, fulgide stelle che effondono i loro raggi dall'alto dei cieli, quei corpi celesti del roteante zodiaco del Regno di Abhá. Su loro gloria si posi.

E ora, o uomo onorato che hai dato ascolto al Grande Annunzio, sorgi al servizio della Causa di Dio mediante la forza irresistibile del Regno di Abhá e mercè le brezze che soffiano dallo spirito delle Legioni superne. Non addolorarti di ciò che i Farisei e coloro che spargono false notizie fra gli scrittori della stampa dicono di Bahá. Rammenta i giorni di Cristo, e le afflizioni che la gente Gli procurò, e tutti i tormenti e le tribolazioni inflitti ai Suoi discepoli. E ora voi, che siete amanti della Bellezza di Abhá, incorrerete, per amor Suo nel biasimo della gente e tutto quanto accadde a quelli della trascorsa età capiterà a voi. Allora i volti degli eletti rifulgeranno per gli splendori del Regno di Dio e brilleranno nelle ère, anzi, per tutti i cicli del tempo, mentre i negatori rimarranno nel loro tangibile discapito. Sarà come diceva il Signore Cristo: vi perseguiteranno a causa del Mio nome.

Rammenta loro queste parole e dì: ”In verità, i Farisei insorsero contro il Messia ad onta della fulgida bellezza del Suo volto e di tutta la Sua avvenenza e gridarono che Egli non era il Messia [Masíh], sibbene un mostro [Masíkh], perché aveva preteso di essere l'Onnipotente Iddio, il Signore sovrano di tutti e aveva detto loro: 'Sono il Figlio di Dio - e in verità nell'intimo essere del Suo unico Figlio, il Suo possente Pupillo, chiaramente rivelato con tutti i Suoi attributi e perfezioni, Si trova il Padre'. Questo, dicevano, è un'aperta bestemmia, una calunnia contro il Signore secondo il chiaro, inconfutabile testo del Vecchio Testamento. Perciò Lo condannarono, decretando che il Suo sangue fosse sparso e Lo appesero alla croce, dov'Egli gridò: 'O Mio amato Signore, fin quando Mi abbandonerai a loro? TraiMi a Te, riparaMi vicino a Te, damMi una dimora presso il Tuo trono di gloria. In verità Tu sei l'Esauditore delle Preghiere, Tu sei il Clemente, il Misericordioso. O Mio Signore! In verità questo mondo con tutta la sua immensità non può più contenerMi e amo questa croce per amore della Tua bellezza, e per la brama del Tuo regno superno, e a causa di questo fuoco, attizzato dagli impeti della Tua santità, che arde nel Mio cuore. AiutaMi, o Signore, ad ascendere a Te, sostieniMi sì che Io possa raggiungere la Tua sacra Soglia, o Mio amorevole Signore! In verità, Tu sei il Misericorde, il Possessore di abbondante grazia! In verità, Tu sei il Generoso! In verità, Tu sei il Compassionevole! In verità, Tu sei l'Onnisciente! Non v'è altro Dio che Te, il Potente, il Forte!'”.

I Farisei non avrebbero mai osato calunniarLo e accusarLo di quel grande peccato, se non fosse stato perché ignoravano l'intima essenza dei misteri, e non si dettero cura dei Suoi splendori, e non considerarono le Sue prove. Altrimenti avrebbero accettato le Sue parole, e reso testimonianza ai versetti che Egli rivelò, e confessato la verità dei Suoi discorsi; avrebbero cercato asilo nell'ombra protettrice del Suo vessillo, appreso dei Suoi segni e pegni, e si sarebbero rallegrati della Sua lieta novella.

Sappi che l'Essenza Divina, chiamata l'Invisibile degli Invisibili, non può descriversi ed è di là dalla portata della mente; essa è santificata di là da ogni menzione e definizione, di ogni cenno o allusione, di ogni acclamazione o lode. Per il fatto che Essa è ciò che è, l'intelletto è incapace di afferrarLa e l'anima che cerca di conoscerLa non è che un vagabondo nel deserto, assai lontano dalla retta via. ”Non l'afferrano gli sguardi ed Egli tutti gli sguardi afferra. È di sguardo sottile e di tutto ha notizia”.

Ma a chi contempli l'intima essenza di tutte le cose e l'individualità di ciascuna di esse, è dato mirare i segni della misericordia del suo Signore in ogni cosa creata e vedere i raggi dei Suoi Nomi e Attributi spargersi per tutto il reame dell'essere, con tali segni quali nessuno potrà negare salvo i caparbi e gl'incoscienti. Vedrà allora come l'universo sia pergamena dischiudente i Suoi reconditi segreti, preservati nella Tavola celata. E non v'è atomo tra tutti gli atomi dell'esistenza, né creatura frammezzo alle creature che non dica la Sua lode e non narri dei Suoi attributi e nomi, che non riveli la gloria della Sua possanza, e che non guidi alla Sua unicità e alla Sua misericordia: non lo negherà nessuno che abbia orecchie a udire, occhi a vedere e mente sana.

E colui che miri l'intera creazione e osservi i suoi atomi potrà vedere che i raggi dei Sole della Verità si riversano su tutte le cose e vi risplendono, e dicono dei fulgori di quell'Astro Diurno, dei Suoi misteri e del balenar delle Sue luci. Guarda gli alberi, i fiori e i frutti, persino le pietre. Ivi vedrai i raggi del Sole battere, chiaramente visibili in essi e da essi palesati.

Ma chi volga lo sguardo a uno Specchio, brillante, immacolato e puro, ove la Beltà divina sia riflessa, qui troverà il Sole risplendente coi Suoi raggi, il Suo calore, il Suo disco, la Sua bella forma tutta intera. Perché ciascuna entità separata possiede la parte di luce solare che le è stata assegnata e parla del Sole, ma quella Realtà Universale in tutto il Suo splendore, quello Specchio immacolato le Cui qualità sono commisurate alle qualità del Sole ivi riflesse - esprime, nella loro interezza, gli attributi della Sorgente della Gloria. E quella Realtà Universale è l'Uomo, l'Essere divino, l'Essenza che sempre permane. ”InvocateLo come Dio, o invocateLo come Misericorde, a Lui appartengono i nomi più belli”.

Ecco il significato delle parole del Messia, che il Padre è nel Figlio. E se uno specchio immacolato proclamasse: ”In verità in me risplende il sole, con tutte le sue qualità, i suoi pegni e segni ” queste parole di quello specchio, come puoi ben vedere, non sarebbero né ingannevoli né false. No, per Colui Che Lo creò, Che Gli dette forma, Che Lo plasmò e Ne fece un'entità conforme agli attributi della gloria entro di Esso! Lodato sia Colui Che Lo creò! Lodato sia Colui Che Lo plasmò! Lodato sia Colui Che Lo rese manifesto!

Queste sono le parole che Cristo proferì: fu per esse che la gente cavillò e Lo assalì, quand'Egli disse loro: ”In verità il Figlio è nel Padre e il Padre è nel Figlio ”. Sappilo e apprendi i segreti del tuo Signore. In quanto ai negatori, un velo li separa da Dio: essi non vedono, non sentono, non comprendono.

”...lasciali gingillarsi nelle loro discussioni”. Abbandonali a vagabondare lungo alvei di fiume dove non v'è acqua corrente. Come animali al pascolo, essi sono incapaci di distinguere le pietre dalle perle. Non sono forse esclusi dai misteri del tuo Signore, il Clemente, il Misericordioso?

In quanto a te, rallegrati di questa ottima tra le liete novelle e sorgi ad esaltare la Parola di Dio e a diffondere ovunque i Suoi dolci aromi in questa vasta e possente terra. Sappi con certezza che il tuo Signore ti soccorrerà con una legione delle Schiere Superne e degli eserciti del Regno di Abhá. Essi si lanceranno all'attacco e assaliranno impetuosamente le forze degli ignoranti, dei ciechi. Tra non molto vedrai il rossore dell'aurora spargersi dal Più Eccelso Reame e il mattino invadere tutte le regioni.

Fugherà le tenebre, e il buio della notte svanirà e passerà, e rifulgerà la luminosa fronte della Fede, e l'Astro Diurno si leverà e inonderà il mondo. Quel giorno il fedele si rallegrerà e l'incrollabile si beerà; allora i diffamatori si toglieranno d'attorno e gl'irresoluti saranno annientati, quali scurissime

ombre che si dileguano alle prime luci della sorgente aurora. Saluti e lode a te.

O Dio, mio Dio! Questo è il Tuo servo radioso, il Tuo schiavo spirituale, che si è avvicinato a Te e si è accostato alla Tua presenza. Egli ha rivolto il viso a Te, riconoscendo la Tua unicità, confessando la Tua unità, e ha chiamato il Tuo nome fra le nazioni, e ha guidato le genti alle acque scorrenti della Tua misericordia, o Tu generosissimo Signore! A chi chiedeva ha pòrto da bere dalla coppa della guida, traboccante del vino della Tua infinita grazia.

O Signore, aiutalo in ogni condizione, fa' sì che apprenda i Tuoi reconditi misteri e riversa su di lui le Tue perle nascoste. Fa' di lui un vessillo ondeggiante dall'alto d'un castello ai venti del Tuo celeste soccorso, fa' di lui una fonte di acque cristalline.

O mio indulgente Signore! Accendi i cuori con i raggi di una lampada che sparge i suoi raggi, svelando le realtà di tutte le cose a coloro tra la Tua gente cui hai generosamente conferito il Tuo favore. In verità, Tu sei il Possente, il Forte, il Protettore, il Benefico! In verità, Tu sei il Signore di tutte le misericordie.

20. Quando Cristo apparve venti secoli fa, gli Ebrei, sebbene Ne attendessero ansiosamente l'arrivo e pregassero giornalmente con le lacrime agli occhi dicendo: ”O Dio, affretta la Rivelazione del Messia”, pure quando il Sole della Verità sorse, Lo contraddissero sollevandosi contro di Lui con asperrima inimicizia e infine crocifissero quello Spirito Divino, il Verbo di Dio, e Lo chiamarono Belzebù, il maligno, com'è narrato nel Vangelo. Ciò fu dovuto al fatto che ragionavano così: 'La Rivelazione di Cristo, secondo il chiaro testo della Torà, deve essere attestata da certi segni e, fino a che questi segni non siano apparsi, chiunque avanzi la pretesa di essere un Messia non è che un impostore. Fra questi segni v'è quello che il Messia deve venire da un luogo sconosciuto, invece noi tutti sappiamo che la casa di quest'uomo è a Nazaret, e che cosa di buono può venire da Nazaret? Il secondo segno è che Egli dovrà governare con una verga di ferro, cioè a dire che Egli dovrà adoperare la spada: questo Messia invece non ha neanche un bastoncello. Un'altra delle condizioni e dei segni è che Egli deve sedere sul trono di Davide e instaurarne la sovranità. Orbene, lungi dall'essere assiso su di un trono, quest'uomo non ha nemmeno una stuoia su cui sedersi. Un'altra condizione è questa: la promulgazione di tutte le leggi della Torà; ma quest'uomo ha abrogato tali leggi e ha perfino violato il Sabato, sebbene sia chiaramente prescritto nella Torà che chiunque pretenda d'esser profeta, riveli miracoli e profani il Sabato deve essere condannato a morte. Un altro segno è che il suo regno di giustizia avrebbe dovuto essere così progredito che la rettitudine e il ben operare avrebbero dovuto estendersi dagli esseri umani financo agli animali; la serpe e il topo avrebbero dovuto condividere la stessa tana, l'aquila e la pernice lo stesso nido, il leone e la gazzella dimorare nella stessa pastura e il lupo e l'agnello bere alla stessa fonte. Ingiustizia e tirannia sono invece ora così prevalenti ai suoi tempi, che lo hanno crocifisso! Un'altra condizione è che nei giorni del Messia gli Ebrei avrebbero prosperato e trionfato su tutti gli altri popoli del mondo, mentre essi ora vivono in uno stato di infimo abbrutimento e di servitù nell'Impero dei Romani. Com'è possibile dunque che costui sia il Messia promesso nella Torà?'

In questo modo essi disconobbero quel Sole di Verità, e invece quello Spirito di Dio era certamente quello promesso nella Torà. Senza dunque comprendere il significato di questi segni, crocifissero il Verbo di Dio! I Bahá'í sostengono che i predetti segni si ebbero effettivamente nella Manifestazione di Cristo, sebbene non nel senso interpretato dagli Ebrei, poiché la descrizione della Torà è allegorica. Per esempio: nel caso della sovranità, i Bahá'í dicono che la sovranità di Cristo fu celestiale, divina, sempiterna, e non una sovranità napoleonica che svanisce in breve tempo. Da circa duemila anni questa sovranità di Cristo è stata solidamente stabilita e dura tuttora, e per tutta l'eternità quell'Essere Santo sarà esaltato su un trono immortale.

Similmente tutti gli altri segni furono manifestati, ma gli Ebrei non lo compresero. Nonostante che questi venti secoli siano ormai trascorsi, dacché Cristo apparve nello splendore divino, gli Ebrei sono ancora in attesa del Messia, negando che Cristo lo sia stato, e ritenendo di essere nel vero.

21. O illustre personaggio, ricercatore della verità! La tua lettera del 4 aprile 1921 è stata letta con amore.

L'esistenza dell'Essere Divino è stata chiaramente dimostrata, sulla base di prove logiche, ma la realtà della Divinità trascende la portata della mente. A chi esamini la cosa attentamente, è dato vedere come un piano inferiore dell'esistenza non possa mai comprenderne uno superiore. Per esempio, al regno minerale, che è inferiore, è precluso comprendere il mondo vegetale; per il minerale siffatta comprensione sarebbe del tutto impossibile. In ugual modo il regno vegetale, per quanto si sviluppi, non potrà mai farsi un concetto del regno animale, e una simile comprensione sarebbe impensabile al suo livello, perché l'animale occupa un piano superiore al vegetale: questo albero non può capire nulla di facoltà come l'udito e la vista. E il regno animale, per quanto si evolva, non potrà mai prendere coscienza della realtà dell'intelletto, che scopre l'intima essenza di tutte le cose e comprende realtà che non possono vedersi, perché il piano umano, paragonato a quello dell'animale, è molto alto. E sebbene tutti questi esseri coesistano nel mondo contingente, in ciascun caso la differenza di stadio impedisce loro di afferrare il tutto; nessun grado inferiore può comprenderne uno superiore, tale comprensione essendo impossibile.

Ma il piano superiore comprende l'inferiore. Per esempio, l'animale comprende il minerale e il vegetale, l'umano comprende i piani dell'animale, del vegetale e del minerale. Ma è impossibile che il minerale comprenda i reami dell'uomo. E nonostante che tutte queste entità coesistano nel mondo fenomenico, nondimeno non accadrà mai che un grado inferiore ne comprenda uno superiore.

Dunque, come potrebbe una realtà contingente, cioè l'uomo, comprendere la natura di quell'Essenza primeva che è l'Essere Divino? La differenza di stadio tra l'uomo e la Realtà Divina è migliaia di migliaia di volte più grande della differenza fra vegetale e animale. E ciò che a un essere umano è dato di evocare nella propria mente non è altro che la fantasiosa immagine della propria condizione umana: egli non comprende la realtà di Dio, ma ne è compreso. Cioè, l'uomo afferra le proprie concezioni illusorie, ma la Realtà della Divinità non potrà mai essere afferrata: Essa comprende tutte le cose create e le serra tutte nelle Sue mani. La Divinità che l'uomo immagina per sé esiste solo nella sua mente, non nella realtà. Ma l'uomo esiste sia nella propria mente sia nella realtà; perciò egli è più grande di quella fantasiosa realtà che egli medesimo è capace di immaginare.

Gli estremi limiti di quest'uccello d'argilla sono questi: egli può svolazzare per breve tratto nello spazio illimitato; ma non potrà mai librarsi fino al Sole nell'alto dei cieli. E tuttavia dobbiamo esporre prove ragionate o ispirate sull'Esistenza dell'Essere Divino, cioè prove commisurate alla comprensione dell'uomo.

È ovvio che le cose create sono tutte collegate le une alle altre da un legame completo e perfetto, come, per esempio, lo sono le membra del corpo umano.

Osservate come tutte le membra e le parti componenti il corpo umano siano connesse l'una all'altra. In ugual maniera i membri di questo universo sconfinato sono tutti legati l'uno con l'altro. Il piede e il passo per esempio, sono collegati con l'orecchio e con l'occhio; l'occhio deve guardare avanti prima di ogni passo. L'orecchio deve udire prima che l'occhio osservi attentamente. E qualunque membro del corpo umano difettoso è causa di un difetto nelle altre membra. Il cervello è collegato con il cuore e con lo stomaco, i polmoni con tutte le membra. Altrettanto dicasi per le altre membra del corpo.

E ciascuna di queste membra ha una propria specifica funzione. La forza della mente - la si chiami preesistente o contingente - dirige e coordina tutte le membra del corpo umano, provvedendo a che ciascuna parte o membro svolga a dovere la propria specifica funzione. E ove vi sia un'interruzione nella facoltà della mente, tutte le membra cessano di svolgere le loro funzioni essenziali, il corpo e le funzioni delle sue membra si inceppano, e tutti i poteri dell'uomo vengono a mancare.

In ugual modo, guardate questo universo sconfinato: esiste inevitabilmente una potenza universale, che comprende tutto, che dirige e regola tutte le parti di questa infinita creazione; e se non fosse per una tale Direzione e Coordinazione, l'universo sarebbe imperfetto e difettoso, sarebbe come un folle. E invece potete vedere come questa creazione sconfinata svolga le proprie funzioni in ordine perfetto, come ogni sua parte adempia il proprio compito con assoluta attendibilità, come non possa trovarsi pecca in tutto il suo operare. Perciò è chiaro che esiste una Forza Universale, a dirigere e regolare quest'infinito universo. È un fatto che ogni mente razionale può comprendere.

Inoltre le creature, sebbene crescano e si sviluppino, sono tutte soggette a influenze dall'esterno. Per esempio, il sole emana calore, la pioggia nutre, il vento porta la vita, così che l'uomo possa svilupparsi e crescere. È perciò chiaro che il corpo umano è soggetto a influenze esterne e che, senza quelle influenze, l'uomo non può crescere. E similmente quelle influenze esterne sono a loro volta soggette ad altre influenze. Per esempio la crescita e lo sviluppo di un essere umano dipendono dall'esistenza dell'acqua, e l'acqua dipende dall'esistenza della pioggia, e la pioggia dipende dall'esistenza delle nubi, e le nubi dipendono dall'esistenza del sole, il quale fa sì che la terra e il mare producano il vapore, che condensando forma le nuvole. Dunque, ciascuna di queste entità esercita una sua influenza ed è a sua volta influenzata. Questo processo conduce inevitabilmente a Uno Che influenza tutto e non è influenzato da nessuno, interrompendo in tal modo la catena. L'intima realtà di quell'Essere, tuttavia, non è conosciuta, benché Ne siano chiari e palesi gli effetti.

E inoltre tutti gli esseri creati sono limitati e tale loro limitazione dimostra la realtà dell'Illimitato; perché l'esistenza di un essere limitato implica l'esistenza di un Essere Illimitato.

Per riassumere, vi sono molte prove come queste, che dimostrano l'esistenza di quella Realtà Universale. E quella Realtà, essendo preesistente, è intatta dalle condizioni che governano i fenomeni; perché qualunque realtà soggetta alle circostanze e al gioco degli eventi è contingente, e non preesistente. Sappi dunque: quella divinità che altre comunità e altri popoli hanno evocato, rientra nell'ambito della loro immaginazione e non la trascende, mentre la realtà della Divinità travalica ogni concezione.

In quanto alle Sante Manifestazioni di Dio, Esse sono i punti focali dove appaiono in tutto il loro splendore i segni, le prove e le perfezioni di quella sacra, preesistente Realtà. Esse sono una garanzia imperitura, una gloria celeste e da Loro dipende la vita eterna dell'umanità. Un esempio: il Sole della Verità dimora in un cielo ove non v'è anima che abbia accesso, un cielo che la mente non può raggiungere; Egli trascende di gran lunga la comprensione di tutte le creature. Eppure le Sante Manifestazioni di Dio sono come uno specchio, levigato, immacolato, che riceve dal Sole fiumi di luce e poi ne irradia la gloria sul resto del creato. In quella nitida superficie, si trova il Sole chiaramente rivelato in tutta la Sua maestà. Così, se il riflesso proclamasse: ”Io sono il Sole”, non sarebbe altro che la verità; e se esclamasse: ”Io non sono il Sole”, ciò sarebbe altrettanto vero. E ancorché in quello specchio immacolato l'Astro sia chiaramente visibile con tutta la Sua gloria, la Sua bellezza, le Sue perfezioni, pure Esso non è sceso nei reami inferiori dal Suo eccelso stadio, non Si è calato nello specchio; ma continua a dimorare nelle superne altezze della Sua santità, come farà per sempre.

E inoltre tutte le creature della terra hanno bisogno della munificenza del sole, perché la loro esistenza dipende dalla sua luce e dal suo calore; private del sole, esse sarebbero spazzate via. Questo significa essere con Dio, come è scritto nei Santi Libri: l'uomo deve essere col suo Signore.

È chiaro, dunque, che la realtà essenziale di Dio è rivelata nelle Sue perfezioni; e il sole, con le sue perfezioni riflesse in uno specchio, è una cosa visibile, un'entità esprimente con chiarezza il munifico dono di Dio. È mia speranza che ti sia dato di acquistare occhio veggente, udito attento e che dai tuoi occhi possano essere rimossi i veli.

22. O tu che hai il viso rivolto verso Dio! Chiudi gli occhi ad ogni altra cosa e aprili al reame del Gloriosissimo. Da Lui solo implora tutto quel che desideri; a Lui solo chiedi ciò di cui vai in cerca. Con uno sguardo Egli esaudisce centomila speranze, in un occhiata sana miriadi di insanabili mali, con un rapido sguardo concede balsamo a ogni ferita; con un sol cenno libera i cuori dalle catene del dolore. Egli fa quel che fa, e quali risorse abbiamo noi? Egli porta a compimento il Suo Volere e ordina quel che Gli aggrada. È dunque meglio per te piegare il capo sottomesso e porre la tua fiducia nel Misericordioso Signore.

23. O tu che cerchi la verità! La tua lettera del 13 dicembre 1920 è pervenuta. Dai tempi di Adamo, fino ad oggi, le religioni di Dio sono state palesate, l'una dopo l'altra, e hanno assolto le proprie specifiche funzioni, vivificando l'umanità e portando educazione e lume. Esse hanno liberato le genti dalle tenebre del mondo della natura, introducendole nel fulgore del Regno. Ciascuna di queste successive Fedi e Leggi, dopo essere stata rivelata, rimase per alcuni secoli quale albero carico di abbondanti frutta, e da essa dipese la felicità del genere umano. Ma poi, col trascorrere dei secoli, invecchiò e smise di fiorire e non produsse più frutti: ed è per questo che fu poi ringiovanita.

La religione di Dio è una sola, ma deve essere sempre rinnovata. Mosè, per esempio, fu inviato fra gli uomini e istituì una Legge e, grazie a questo, i Figli di Israele, liberati dall'ignoranza, pervennero alla luce; sollevati dall'abiezione, ottennero gloria imperitura. Eppure, col lento trascorrere degli anni, quella radiosità svanì, quello splendore declinò, quel fulgente mattino divenne notte; e quando quella notte si fece ancora più oscura, albeggiò la stella del Messia, sì che di nuovo una gloria rischiarò il mondo. Vogliamo dire: la religione di Dio è una sola, ed è maestra dell'umanità, ma pure bisogna che sia rinnovata. Quando si pianta un albero, esso cresce giorno dopo giorno; mette fiori e foglie e succulenti frutti. Ma dopo lungo tempo, invecchia, e cessa di produrre frutti. Allora l'Agricoltore della Verità ne raccoglie il seme e lo pianta in puro terreno; ed ecco ergersi il primo albero, tale qual era prima.

Osserva con attenzione come in questo mondo dell'esistenza ogni cosa debba essere rinnovata. Guarda al mondo materiale circostante, vedi come sia stato oggi rinnovato. I pensieri sono cambiati, i modi di vita sono stati riveduti, le scienze e le arti mostrano un nuovo vigore, vi sono nuove scoperte e invenzioni, nuove percezioni. Com'è dunque possibile che una forza vitale qual'è la religione - garante dei grandi progressi dell'umanità, strumento per conseguire la vita eterna, apportatrice di infinita eccellenza, luce di entrambi i mondi - non venga rinnovata? Ciò sarebbe incompatibile con la grazia e la bontà del Signore.

La religione, inoltre, non è una serie di credenze, un insieme di abitudini; essa consiste degli insegnamenti del Signore Iddio, insegnamenti che costituiscono la vita del genere umano, che spronano la mente a nobili pensieri, raffinano il carattere e gettano le basi per l'onore imperituro dell'uomo.

Osserva: sarebbe mai possibile placare queste febbri nel mondo della mente, questi fuochi di guerra e di odio, di risentimento e di livore tra le nazioni, queste aggressioni di popoli contro altri popoli, che hanno distrutto la tranquillità del mondo intero, altrimenti che mediante le acque vive dei precetti di Dio? No, mai!

Ed è chiaro: è necessario avvalersi di una forza che trascenda e travalichi le forze della natura, onde trasformare in luce questo buio tenebroso e questi odi, risentimenti, rancori e livori, queste interminabili risse e guerre cangiare in amicizia e amore fra tutte le genti della terra. Questa forza non è altro che il soffio dello Spirito Santo e il possente afflato della Parola di Dio.

24. O giovane spirituale! Rendi lode a Dio, ché hai trovato la strada verso il Regno degli Splendori, e hai squarciato i veli delle vane fantasie, e ti è stata palesata l'essenza dell'intimo mistero. Tutte queste genti si sono figurate un dio nel reame della loro mente e adorano quell'immagine che si sono costruiti. Ma quell'immagine è compresa, e la mente umana la comprende, e certamente chi comprende è più grande di ciò che è compreso; infatti l'immaginazione è solo il ramo, mentre la mente è il ceppo; e certamente il ceppo è più grande del ramo. Guarda dunque come tutte le genti del mondo si inginocchino dinanzi a una fantasia da loro stessi foggiata, come si siano create nella mente un creatore, chiamandolo l'Artefice di tutto ciò che è - mentre in verità non è che un'illusione. E così le genti adorano soltanto un inganno della percezione.

Ma quell'Essenza delle Essenze, quell'Invisibile degli Invisibili, è santificata, di là da ogni speculazione umana, irraggiungibile a menti d'uomo. Né mai quella primeva Realtà dimorerà nell'ambito degli esseri contingenti. Il Suo è un reame differente: non è dato averne contezza; né è lecito entrarvi; qualunque ingresso è vietato. Il massimo che se ne possa dire è che è possibile dimostrarNe l'esistenza: ma di quell'esistenza ogni condizione è ignota. Che tale Essenza esista, i filosofi e gli eruditi dottori hanno tutti compreso; ma ogniqualvolta s'attentarono di apprendere qualcosa del Suo essere, rimasero attoniti e sgomenti e infine, distrutta ogni speranza, se ne andarono, abbandonando disperati questa vita. Perché per comprendere lo stato e l'intimo mistero di quell'Essenza delle Essenze, di quel Sommo Segreto dei Segreti, occorrono altra forza e altre facoltà; e tale forza, tali facoltà sono assai di più di quanto l'umanità possa sopportare, perciò di Lui non può giungerle notizia. E chi per esempio, pur dotato dei sensi dell'udito, del gusto, dell'olfatto e del tatto, fosse privo del senso della vista, non avrebbe la possibilità di guardarsi attorno; perché è impossibile comprendere la vista mediante l'udito o il gusto, o l'olfatto o il tatto. Similmente, date le facoltà di cui l'uomo dispone, è cosa che trascende il reame del possibile che egli colga quell'invisibile Realtà, santa e santificata di là da tutti i dubbi degli scettici. Per far ciò sono richieste altre facoltà, altri sensi; solo se tali poteri fossero messi a sua disposizione l'essere umano potrebbe acquisire qualche nozione di quel mondo; altrimenti, no.

25. O ancella di Dio! Narrano le storie dell'oriente che Socrate si recò in Siria e Palestina e colà, da uomini dotti nelle cose di Dio apprese certe verità spirituali; che di ritorno in Grecia, egli promulgò due credenze: una, l'unità di Dio, l'altra, l'immortalità dell'anima dopo la separazione dal corpo; e questi concetti, tanto estranei al loro pensiero, suscitarono grande turbamento tra i Greci, i quali infine lo uccisero tramite veleno.

E questo è un fatto storico; infatti i Greci credevano in molti dèi e Socrate dimostrò che Dio è uno solo, il che era ovviamente in conflitto con le loro convinzioni.

Fondatore del monoteismo fu Abramo; è a Lui che può farsi risalire questo concetto e tale credenza era diffusa fra i Figli d'Israele, già ai tempi di Socrate.

Ma tutto questo non ha riscontro nelle storie degli Ebrei; molti sono i fatti che non si ritrovano nella storia ebraica. Non tutti gli eventi della vita di Cristo sono narrati nella storia di Giuseppe, l'Ebreo, eppure fu lui che scrisse la cronaca dei tempi di Cristo. E non ci si può rifiutare di credere a quegli eventi per il solo fatto che non sono inclusi nella storia di Giuseppe.

Le storie dell'oriente affermano anche che Ippocrate soggiornò per lungo tempo nella città di Tiro, e Tiro è una città della Siria.

26. O tu che cerchi il Regno dei Cieli! La tua lettera è pervenuta e il suo contenuto è stato esaminato.

Le Sante Manifestazioni di Dio posseggono due stadi: uno è fisico, l'altro spirituale. In altre parole, uno stadio è quello di un essere umano, l'altro è quello della Realtà Divina. Se le Manifestazioni di Dio sono soggette a prove, lo sono solamente nello stadio umano, non nello splendore della Loro Realtà Divina.

Inoltre, questi cimenti sono tali solo dal punto di vista dell'umanità. Cioè, in apparenza, la condizione umana delle Sante Manifestazioni è cimentata e allorché Ne sono state in tal modo rivelate la forza e la pazienza in pieno vigore, altri uomini ne ricevono istruzione e apprendono quanta fermezza e pazienza dovranno loro stessi avere nei cimenti e nelle tribolazioni. Infatti il Divino Maestro deve insegnare mediante le parole e anche per mezzo delle azioni, rivelando così a tutti la retta via della verità.

In quanto al mio stadio, è quello di servo di Bahá: 'Abdu'l-Bahá, espressione visibile dell'asservimento alla Soglia della Bellezza di Abhá.

27. Nei cicli trascorsi, ogni Manifestazione di Dio ha avuto un Proprio rango nel mondo dell'esistenza e ha rappresentato uno stadio nello sviluppo dell'umanità. Ma la Manifestazione del Più Grande Nome - possa la mia vita essere un sacrificio per i Suoi amati - fu l'espressione del conseguimento della maggiore età, la maturazione dell'intima realtà dell'uomo in questo mondo dell'essere. E infatti il sole, fonte e sorgente di luce e di calore, foco di splendori, riunisce in sé tutte le perfezioni palesate dagli altri astri albeggianti sul mondo. Fa' dunque uno sforzo onde tu possa prendere posto sotto il sole e ricevere una generosa porzione della sua dardeggiante luce. In verità ti dico, raggiunto questo stadio, vedrai i santi chinare la testa in grande umiltà dinanzi a Lui. Affrettati ad afferrare la vita, prima che la morte sopraggiunga; a cogliere la primavera, prima che abbia inizio l'autunno; e prima che la malattia colpisca, carpisci la salute - sì che, divenuto medico dello spirito, tu possa risanare, con gli aliti dello Spirito Santo, ogni genere d'infermità in questo rinomato e glorioso evo.

28. O foglia sull'Albero della Vita! L'Albero della Vita di cui si fa menzione nella Bibbia è Bahá'u'lláh e le figlie del Regno sono le sue foglie. Ringrazia dunque Iddio che sei stata legata a quell'Albero e che sei rigogliosa, tenera e fresca.

Le porte del Regno sono spalancate e le anime elette, sedute all'agape del Signore, partecipano a quel banchetto celestiale. Sia lodato Iddio, anche tu ti trovi a quella mensa, prendi la tua porzione del munifico cibo del cielo, stai servendo il Regno e conosci i dolci aromi del Paradiso di Abhá.

Adoprati adunque con tutta la tua forza di ben guidare la gente e mangia il pane che è disceso dal cielo. Poiché questo è il significato delle parole di Cristo: ”Io sono il pane vivo, disceso dal cielo... Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.

29. O tu che sei stata conquistata dalla verità e magnetizzata dal Regno Celeste! La tua lunga lettera è pervenuta arrecando grande gioia, poiché era un chiaro segno dei tuoi strenui sforzi e alti proponimenti. Sia lodato Iddio, vuoi il bene degli uomini, aneli al Regno di Bahá e brami di vedere il progresso della razza umana. E mia speranza che in virtù di questi alti ideali, di questi nobili moti del cuore e di queste novelle del cielo, tu possa divenire così luminosa che la luce del tuo amore per Dio irradi la sua gloria per tutte le ere.

Hai detto di essere un'allieva nella scuola del progresso spirituale. Te beata! Se queste scuole di progresso conducono all'università del cielo, allora se ne svilupperanno branche del sapere onde l'umanità guarderà alla tavola dell'esistenza come a una pergamena che si srotola senza aver mai fine; e tutte le cose create vi appariranno come lettere e parole. Allora si apprenderanno i differenti livelli di significato e in ciascun atomo dell'universo si vedranno i segni dell'unità di Dio. Allora l'uomo udrà l'appello del Signore del Regno e vedrà le confermazioni dello Spirito Santo venire in suo soccorso. Sentirà allora tale beatitudine, tale estasi, che il gran mondo, pur vasto qual esso è, non potrà più contenerlo ed egli partirà verso il Regno di Dio e assurgerà anelante al reame dello spirito. Perché quando gli siano cresciute le ali, l'uccello non rimane più sulla terra, ma spicca il volo verso il firmamento - ad eccezione di quegli uccelli che abbian lacci al piede, ali spezzate o appesantite dal fango.

O ricercatrice della verità! Il mondo del Regno è uno solo. L'unica differenza è che la primavera, con il suo perenne ritornare, suscita un grande, un nuovo sommovimento fra tutte le creature. Allora pianure e colline prendono vita, e gli alberi diventano d'un verde delicato, e foglie, fiori e frutta germogliano in bellezza, numerosissimi e teneri. Perciò le dispensazioni degli antichi evi sono intimamente connesse alle seguenti: in effetti sono la stessa identica cosa, ma come cresce il mondo così cresce la luce, e cresce anche l'effusione della grazia celeste e allora l'Astro risplende di meridiano splendore.

O ricercatrice del Regno! Ciascuna Manifestazione divina è la vita del mondo, il medico esperto di ogni anima sofferente. Il mondo dell'uomo è ammalato e quel Medico esperto ne conosce la cura, poiché porta con sé insegnamenti, consigli e moniti che sono rimedio per ogni pena, balsamo risanatore per ogni piaga. È certo che il buon medico conosce sempre i bisogni del paziente e sa praticare la cura. Perciò, applica gli Insegnamenti della Bellezza di Abhá alle urgenze del giorno presente e vedrai come esse subito guariranno il corpo infermo del mondo. In verità, essi sono l'elisir che arreca la salute eterna.

Il trattamento prescritto dagli antichi medici sapienti non è lo stesso che hanno prescritto coloro che vennero dopo; varia bensì in rapporto all'afflizione del paziente; ma, pur mutando, il rimedio è sempre inteso a restituire al paziente la salute. Nelle dispensazioni del passato il debole corpo del mondo non avrebbe potuto sopportare una cura rigorosa o potente. Ecco perché Cristo disse: ”Molte cose ho ancor da dire; cose che vanno dette, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Ma quando verrà lo Spirito Consolatore, che il Padre manderà, Egli vi chiarirà la verità”.

Perciò, in questo evo di splendori, insegnamenti un tempo limitati ai pochi sono messi alla portata di tutti, sì che la misericordia del Signore abbracci oriente e occidente, l'unità del mondo dell'umanità appaia in tutta la sua bellezza e i dardeggianti raggi della realtà inondino di luce il reame della mente.

La discesa della Nuova Gerusalemme significa una Legge celeste, una Legge garante della felicità umana e del fulgore del mondo di Dio.

Emmanuel, era in verità l'Araldo della Seconda Venuta di Cristo, Colui Che convocava alla via del Regno. È evidente che la Lettera è un elemento della Parola, e che essa sia un elemento della Parola significa che il suo valore dipende dalla Parola, cioè che la sua grazia deriva dalla Parola, alla quale essa è spiritualmente affine e della quale è considerata parte integrale. Gli Apostoli erano come Lettere e Cristo era l'essenza della Parola; e il significato della Parola, che è grazia imperitura, fa rifulgere quelle Lettere. Essendo un elemento della Parola, la Lettera è, nel suo intimo significato, consonante ad essa.

È nostra speranza che tu ti levi in questo giorno a promuovere ciò che Emmanuel predisse. Sii certa che ci riuscirai, perché le confermazioni dello Spirito Santo discendono ininterrottamente e la potenza della Parola avrà tale influenza che la Lettera diverrà lo specchio ove si rifletterà lo splendido Sole, cioè la Parola, e la grazia e la gloria della Parola illumineranno tutta la terra.

In quanto alla Gerusalemme celeste che è discesa per posarsi sulle vette del mondo, e al Santo dei Santi di Dio, il Cui vessillo è ora dispiegato, essa comprende in sé tutte le perfezioni, tutto il sapere delle dispensazioni del passato e annunzia altresì l'unità dei figli degli uomini. È la bandiera della

pace universale, lo spirito della vita eterna; è la gloria delle perfezioni di Dio, la grazia che compenetra tutta l'esistenza, l'ornamento che decora tutto il creato, la sorgente della pace interiore per tutta l'umanità.

Rivolgi l'attenzione alle sante Tavole; leggi gli Ishráqát, i Tajallíyyát, le Parole del Paradiso, le Liete Novelle, i Tarázát, il Libro Più Santo. Allora vedrai come questi Insegnamenti celestiali siano oggi il rimedio per codesto mondo malato e sofferente e un balsamo risanatore per le piaghe del corpo dell'umanità. Essi sono lo spirito della vita, l'arca della salvazione, il magnete che attrae l'eterna gloria, la forza dinamica che sprona l'intimo essere dell'uomo.

30. L'esistenza è di due tipi: una è l'esistenza di Dio che trascende la comprensione dell'uomo. Egli, l'invisibile, l'eccelso, l'incomprensibile, non è preceduto da alcuna causa ma è l'Origine della causa delle cause. Egli, 'Antico, non ha avuto inizio ed è indipendente da ogni cosa. Il secondo tipo di esistenza è l'esistenza umana. È un'esistenza comune, comprensibile alla mente umana, non antica, ma dipendente e mossa da una causa. La sostanza mortale non diviene eterna e viceversa; la specie umana non diviene il Creatore e viceversa. È impossibile che la sostanza innata si trasformi.

Nel mondo dell'esistenza - come si può capire - vi sono diversi stadi di mortalità: il primo stadio è il mondo minerale, poi viene il mondo vegetale. In quest'ultimo mondo il minerale esiste, ma con un tratto distintivo che è la caratteristica vegetale. Del pari nel mondo animale sono presenti caratteristiche minerali e vegetali cui si aggiungono le qualità del mondo animale, cioè le facoltà dell'udito e della vista. Nel mondo umano vi sono le caratteristiche dei mondi minerale, vegetale e animale e inoltre sono presenti le qualità del genere umano, vale a dire le caratteristiche dell'intelletto che scopre le realtà delle cose e comprende principi universali.

Pertanto sul piano del mondo contingente l'uomo è l'essere più perfetto. Per uomo s'intende l'individuo perfetto, che è simile a uno specchio dove si manifestano e si rispecchiano le perfezioni divine. Il sole però non discende dalle altezze della sua santità per entrare nello specchio; ma quando questo sia purificato e rivolto verso il Sole della Verità, le perfezioni di questo Sole, che sono la luce e il calore, vi si rispecchiano e vi si manifestano. Queste anime sono le Divine Manifestazioni di Dio.

31. O tu che sei caro e saggio! La tua lettera del 27 maggio 1906 è pervenuta: il suo contenuto, assai gradito, ha recato grande gioia.

Hai chiesto se questa Causa, questa Causa nuova e viva, possa prendere il posto dei riti e cerimoniali religiosi, ormai morti, d'Inghilterra; se sia possibile, ora che sono comparsi vari gruppi, i cui membri sono alti prelati e teologi, di gran lunga superiori per cultura a quelli del passato, che questa nuova Causa tanto colpisca i membri di quei gruppi da riunire loro e gli altri al riparo della sua ombra protettrice.

Caro amico! Sappi che l'illustre Personaggio di ciascuna èra è dotato secondo le perfezioni di quell'èra. Quel Personaggio che negli evi passati Si ergeva al di sopra dei Suoi compagni aveva talenti proporzionati alle Virtù della Sua èra. Ma in questi tempi di splendore, in questa èra di Dio, l'eminente Personaggio, l'Orbe luminoso, la Persona eletta rifulge di tali perfezioni e potenza che abbaglierà infine le menti di ogni gruppo e comunità. E questo Personaggio Che eccelle fra tutti gli altri per perfezioni spirituali e doti celestiali ed è invero foco delle grazie divine e perno del circolo di luce, includerà tutti gli altri e non v'è alcun dubbio che risplenderà con tale potenza da radunare tutte le anime entro la sua ombra protettrice.

Se esaminate la cosa con attenzione, vi sarà chiaro che ciò si conforma a una legge universale, che si può trovare operante in tutte le cose: il tutto attrae la parte e, nel cerchio, il centro è il perno del compasso. Rifletti sullo Spirito:1 essendo Egli il foco della forza spirituale, la sorgente delle divine

largizioni, sebbene agli inizi abbia raccolto attorno a Sé pochissime anime, più tardi, in virtù di quel potere che tutto soggioga di cui disponeva, poté unire al riparo del Tabernacolo della Cristianità tutte le sètte differenti. Paragona passato e presente e guarda quale sia la differenza; potrai così conseguire verità e certezza.

Le differenze fra le religioni del mondo sono dovute ai diversi tipi di mente. Finché le facoltà della mente saranno differenti, è certo che i giudizi e le opinioni degli uomini differiranno. Ma se sarà introdotta un'unica capacità di percezione, universale una capacità comprendente tutte le altre - le

differenti opinioni si fonderanno e appariranno armonia e unità spirituale. Per esempio, quando il Cristo fu manifestato le menti le opinioni, gli atteggiamenti emotivi dei vari popoli contemporanei, Romani, Greci, Siriani, Israeliti eccetera, differivano tra loro. Ma quando si attinse alla Sua forza universale, nel volgere di trecento anni, essa riuscì a radunare tutte quelle menti divergenti sotto la protezione e il governo di un unico Punto centrale, tutte partecipi delle stesse emozioni spirituali entro i loro cuori.

Per usare una metafora, quando un esercito sia posto agli ordini di vari comandanti, ciascuno con una propria strategia, essi ovviamente differiranno sui fronti di combattimento e sui movimenti di truppe; ma quando assuma la guida il Comandante Supremo, profondamente versato nell'arte della guerra, gli altri piani scompaiono, perché l'espertissimo generale prende tutto l'esercito sotto il suo controllo. S'intende che questa è una metafora, non un paragone esatto.

Ora se tu dicessi che ciascuno degli altri generali conosce a fondo l'arte militare, è assai efficiente ed esperto, e perciò non può assoggettarsi agli ordini di una persona, per quanto indescrivibilmente grande essa possa essere, la tua affermazione sarebbe insostenibile, perché è possibile dimostrare che quella situazione è quel che accade e non ve n'è alcun dubbio.

Così avviene nel caso delle sante Manifestazioni di Dio. E in particolare così accade nel caso della realtà divina del Più Grande Nome, la Bellezza di Abhá. Quando sarà rivelato a tutti i popoli riuniti del mondo e apparirà con tale avvenenza e fascino - seducente come un Giuseppe nell'Egitto dello spirito - Egli assoggetterà tutti gli amanti della terra.

In quanto a quelle anime che sono nate in questa vita quali entità eteree e radiose eppure, a cagione di menomazioni e tribolazioni, sono private di grandi e reali vantaggi e lasciano questo mondo senza aver vissuto appieno - ciò è veramente motivo di afflizione. È questa la ragione per cui le Manifestazioni universali di Dio svelano i Loro sembianti all'uomo e sopportano ogni calamità e dolorosa afflizione e offrono la vita in olocausto: far sì che queste persone, coloro che sono pronti, che hanno capacità, divengano orienti di luce e donare loro una vita che non si spegne. Questo è il vero sacrificio: offrire se stessi, come fece Cristo, in olocausto per la vita del mondo.

In quanto all'influenza dei santi Esseri, e al perpetuarsi della Loro grazia per gli uomini dopo che essi hanno deposto le Loro spoglie umane, questo è, per i Bahá'í, un fatto indiscutibile. Infatti, la grazia traboccante, i fluenti splendori delle sante Manifestazioni appaiono dopo la Loro ascensione da questo mondo. L'esaltazione della Parola, la rivelazione del potere di Dio, la conversione di anime timorate di Dio, il conferimento della vita eterna - fu dopo il martirio del Messia che tutte queste cose si moltiplicarono e si intensificarono. Del pari, dopo l'ascensione della Bellezza Benedetta le largizioni sono state più copiose, la luce è più fulgente, più possenti i pegni della possanza di Dio, più forte l'influenza della Parola e fra non molto tempo il movimento, il calore, la lucentezza, le benedizioni del Sole della Sua realtà pervaderanno tutta la terra.

Non rattristarti se la Causa Bahá'í progredisce lentamente in quella terra. È solo l'inizio dell'aurora. Pensa che, nella Causa di Cristo, trascorsero trecento anni prima che la sua grande influenza si manifestasse. Oggi, a meno di sessant'anni dalla sua nascita, la luce di questa Fede è stata diffusa per tutto il pianeta.

In quanto all'associazione sanitaria di cui sei membro, quando entrerà al riparo di questa Fede la sua influenza si centuplicherà.

Tu vedi quanto sia grande l'amore fra i Bahá'í e quell'amore è la cosa più importante. Come l'amore ha acquistato sì gran forza fra i Bahá'í ed è di gran lunga più grande che fra le genti delle altre religioni, così è per tutto il resto, perché l'amore è la base di tutto.

In quanto alla traduzione dei Libri e delle Tavole della Bellezza Benedetta, tra non molto si faranno versioni in tutte le lingue, possenti chiare e belle. E allorquando essi saranno tradotti, secondo gli originali, e con vigore e bellezza di stile, lo splendore dei loro intimi significati si spargerà ovunque a illuminare gli occhi di tutto il genere umano. Fa' del tuo meglio per garantire che la traduzione sia conforme all'originale.

La Bellezza Benedetta Si recò ad Haifa in parecchie occasioni. Tu Lo hai visto colà, ma a quel tempo non Lo conoscevi. È mia speranza che tu pervenga al vero incontro con Lui, cioè a vederLo con l'occhio interiore, non con quello esteriore.

L'essenza degli Insegnamenti di Bahá'u'lláh è l'amore universale, perché l'amore include ogni eccellenza dell'umanità, fa progredire ogni anima, conferisce a tutti il retaggio della vita eterna. Tra non molto tu testimonierai che i Suoi Precetti celestiali, gloria della realtà, rischiareranno i cieli del mondo. La breve preghiera che scrivesti alla fine della tua lettera era veramente originale, toccante e bella. Recitala sempre.

32. O ancelle del Signore! In questo secolo - il secolo del Signore Onnipotente - l'Astro dei Reami eccelsi, la Luce della Verità, risplende nel suo fulgore meridiano e i suoi raggi illuminano tutte le contrade: questa è l'èra dell'Antica Bellezza, il giorno della rivelazione della possanza e della forza

del Più Grande Nome - possa la mia vita essere offerta in sacrificio per i Suoi amati.

Nelle ere avvenire, la Causa di Dio prospererà e crescerà cento volte tanto e l'ombra del Sadratu'l-Muntahá darà riparo a tutta l'umanità; pure il secolo presente resterà ineguagliato, poiché ha visto sorgere quel Mattino e albeggiare quel Sole. In verità, questo secolo è la sorgente della Sua Luce e l'oriente della Sua Rivelazione. Evi e generazioni future vedranno diffondersi la sua radiosità e palesarsi i suoi segni.

Sforzatevi ordunque, acché possiate ottenere tutta la vostra parte delle Sue largizioni.

33. O servo di Dio! Abbiamo esaminato quello che scrivesti a Jináb-i-Ibn-i-Abhar e la tua domanda sul versetto: ”Chiunque accampi il vanto di una diretta Rivelazione da Dio, prima che spirino appieno mille anni, egli è sicuramente un mendace impostore”.

Il significato è che chiunque pretenda prima dello spirare di un intero millennio - anni conosciuti e chiaramente stabiliti dall'uso comune senza bisogno di alcuna interpretazione - di ricevere una Rivelazione direttamente da Dio, ancorché dovesse rivelare certi segni, quell'uomo sarebbe sicuramente falso e impostore.

Questo non allude alla Manifestazione Universale, perché è chiaramente spiegato negli Scritti Sacri che dovranno trascorrere secoli, anzi millenni, prima che appaia nuovamente una Manifestazione come questa.

Ma è possibile che, spirato un intero millennio, a certi Santi Esseri sia dato il potere di trasmettere una Rivelazione: ma non sarà una Manifestazione Universale. Perciò ogni giorno del ciclo della Bellezza Benedetta è in realtà equivalente a un anno e ogni anno a mille.

Considera, per esempio, il Sole: il suo transito da un segno dello zodiaco all'altro si verifica in breve lasso di tempo, ma solo dopo un lungo periodo esso raggiunge la pienezza nel suo fulgore, calore e gloria, sotto il segno del Leone. Deve prima compiere un'intera rivoluzione attraverso le altre costellazioni prima di rientrare nel segno del Leone, e risplendere in tutto il suo splendore. Negli altri suoi stadi non rivela tutto il suo calore e la sua luce.

La sostanza del discorso è questa: prima dello spirare di un millennio nessuno potrà ardire di sussurrare una sola parola. Tutti dovranno considerarsi alla stregua di sudditi, sottomessi e obbedienti ai comandamenti di Dio e alle leggi della Casa di Giustizia. E chi deviasse, sia pure d'una punta d'ago, dai decreti della Casa Universale di Giustizia o esitasse a sottomettersi sarebbe tra i proscritti e i reietti.

In quanto al ciclo della Bellezza Benedetta - l'èra del Più Grande Nome - esso non è limitato a mille o duemila anni...

Quando si dice che il periodo di mille anni ha inizio con la Manifestazione della Bellezza Benedetta e che ogni suo giorno è mille anni, s'intende riferirsi al ciclo della Bellezza Benedetta, che in questo contesto si prolungherà per molti evi fino a un remotissimo futuro.

34. O tu che servi il mondo dell'umanità! La tua lettera è pervenuta: il suo contenuto, prova decisiva, segno brillante, ci ha molto rallegrati. In questo evo illuminato - l'evo del progresso del mondo dell'umanità - è cosa degna e confacente esser disposti a sacrificarsi e servire la razza umana. Ogni causa universale è divina e ogni causa particolare è terrena. I principi delle divine Manifestazioni di Dio erano, dunque, universali e onnicomprensivi.

Ogni anima imperfetta è rivolta verso se stessa e pensa solo al proprio bene. Ma allorché i suoi pensieri si allargano di poco, essa incomincia a pensare al benessere e all'agiatezza della sua famiglia. Se le sue idee si allargano ulteriormente, si preoccupa della felicità dei suoi concittadini; e se si allargano ancora, pensa alla gloria della sua terra e della sua razza. Ma quando le idee e le opinioni giungono all'apice dell'espansione e pervengono allo stadio della perfezione, allora essa si interessa dell'elevazione del genere umano, diverrà amica di tutti gli uomini e mirerà al bene e alla prosperità di tutti i Paesi. Questo è un segno di perfezione.

Così, le Divine Manifestazioni avevano una concezione universale e onnicomprensiva. Esse si prodigarono per amore della vita di tutti e si dedicarono al servizio dell'educazione universale. L'ambito dei loro intendimenti non era limitato - no, era vasto e includeva tutti.

Perciò, anche voi dovete pensare a tutti, si che l'umanità possa essere educata, il carattere temperato e questo mondo si cangi in un Giardino dell'Eden.

Amate tutte le religioni e tutte le razze di vero e sincero amore e mostratelo nei fatti e non solo con le parole; queste non hanno importanza, perché, nei discorsi, tutti gli uomini sono amici, ma meglio è agire.

35. O esercito di Dio! È pervenuta una lettera firmata congiuntamente da tutti voi. Era eloquente e profumata: una delizia a leggersi.

Avete scritto del mese del digiuno. Fortunati voi che avete obbedito al comandamento di Dio e osservato il digiuno in questa santa stagione: perché questo digiuno materiale è un segno esteriore del digiuno spirituale, un simbolo di autocontrollo, significa allontanarsi dagli appetiti egoistici, assumere qualità dello spirito, lasciarsi trasportare dagli aliti del cielo e accendersi d'amor di Dio.

Quella missiva esprimeva altresì la vostra unità e la vicinanza dei vostri cuori. È mia speranza che l'Occidente, mercè l'infinita grazia che Dio elargisce in questa nuova èra, divenga l'Oriente, il sito donde sorge il Sole della Verità, e i credenti occidentali fonti di luce, espressioni dei segni di Dio; che essi siano protetti dai dubbi degli ignavi e rimangano fermi e incrollabili nel Patto e nel Testamento; che notte e dì si ingegnino per risvegliare i dormienti, e dare consapevolezza agl'incoscienti, e condurre i reietti fra gli intimi nell'intima cerchia, ed elargire ai diseredati la loro parte di grazia eterna: siano essi araldi del Regno, e parlino ai cittadini di questo basso mondo, invitandoli a entrare nell'eccelso reame.

O esercito di Dio! Oggi, in questo mondo, tutte le genti vagano errabonde in un proprio deserto, andando qua e là dove le portano i loro capricci e fantasie seguendo una propria particolare chimera. Fra tutte le brulicanti masse della terra, solo questa comunità del Più Grande Nome è libera e indipendente da schemi umani e non promuove intendimenti egoistici. Unica fra tutti, questa gente si è levata con intenti purificati dall'egoismo, seguendo gli Insegnamenti di Dio, prodigandosi e sforzandosi alacremente per raggiungere un'unica mèta: trasformare questa infima polvere in un alto cielo, fare di questa terra uno specchio del Regno, tramutare questo mondo in un mondo differente e far sì che tutta l'umanità segua le vie dell'onestà e adotti un nuovo modo di vivere.

O esercito di Dio! In virtù della protezione e dell'aiuto concessi dalla Bellezza Benedetta - possa la mia vita essere sacrificata per i Suoi amati - dovete comportarvi in tal guisa da spiccare eminenti e luminosi come il sole in mezzo agli altri. E chi di voi si recasse in una città dovrebbe diventare

centro di attrazione per la sincerità, la lealtà e l'amore, l'onestà, la fedeltà, la veridicità e bontà verso tutte le genti del mondo, sì che tutti nella città dicessero: ”Non v'è dubbio che quest'uomo è Bahá'í, perché in lui le maniere, il comportamento, la condotta, la morale, la natura e la disposizione riflettono gli attributi dei Bahá'í ”. Non potrà dirsi che siete stati fedeli al Patto e al Testamento di Dio finché non sarete giunti a questo stadio. Egli ha stretto con noi tutti un Patto vincolante, mediante Testi irrefutabili, chiedendoci di agire in conformità con i Suoi sacri ordini e consigli.

O esercito di Dio! È venuto il momento che gli effetti e le perfezioni del Più Grande Nome si palesino in questa età eccellente, sì da dimostrare, al di là di ogni possibile dubbio, che questa è l'èra di Bahá'u'lláh, ed è la più illustre di tutte le ère.

O esercito di Dio! Ogni qual volta vedete una persona la cui attenzione sia tutta rivolta verso la Causa di Dio, il cui unico scopo sia questo, porre ad effetto la Parola di Dio, che notte e dì con pure intenzioni renda servigio alla Causa, nel cui contegno non si veda la minima traccia di egoismo o interesse personale, ma che invece vaghi errabonda nel deserto dell'amor di Dio, e beva solo dalla coppa della conoscenza di Dio, tutta intenta a spargere i dolci aromi di Dio, innamorata dei santi versetti del Regno di Dio - siate certi che una cotal persona sarà sostenuta e rafforzata dal cielo; che, come la stella del mattino, essa brillerà per sempre luminosa dai cieli della grazia eterna. Ma chi

mostri la minima traccia di desideri egoistici e di amor proprio, i suoi sforzi non porteranno a nulla ed egli sarà distrutto e rimarrà infine disperato.

O esercito di Dio! Sia lodato Iddio, Bahá'u'lláh ha tolto le catene dal collo dell'umanità, e ha liberato gli uomini da tutto ciò che li impediva, e ha detto: Siete frutti di un solo albero e foglie di un unico ramo; siate compassionevoli e gentili con tutto il genere umano. Trattate gli stranieri come amici, amate gli estranei come i vostri familiari. Vedete nel nemico un amico; nel demone un angelo; abbiate verso il tiranno lo stesso grande amore che nutrite per chi è leale e sincero, e quali gazzelle delle profumate città di Khatá e Khutan ai lupi famelici offrite dolce muschio. Siate rifugio per il timoroso; recate pace e riposo a chi è turbato; siate viatico per l'indigente; tesoro di ricchezza per il povero; farmaco risanatore per il dolente; medico e tutore per il sofferente; fatevi promotori di amicizia, onore, riconciliazione e devozione a Dio in questo mondo di non-esistenza.

O esercito di Dio! Fate uno sforzo possente: caso mai possiate inondare di luce questa terra, sì che questa capanna di fango che è il mondo, diventi Paradiso di Abhá. Sono calate le tenebre, dilaga la brutalità. Questo mondo dell'uomo è ora un'arena di animali feroci, un campo ove l'ignorante, l'ignavo, hanno fortuna. Le anime degli uomini sono famelici lupi e fiere dagli occhi ciechi, sono veleno mortale o inutile zizzania - tutti tranne pochissimi che hanno invece generosi intendimenti e piani per il benessere del prossimo: ma per questo - cioè servire il genere umano - dovete immolare la vita e, nell'offrire voi stessi, gioire.

O esercito di Dio! L'Eccelso, il Báb, immolò la vita. La Perfezione Benedetta offrì cento vite ad ogni respiro; subì sciagure, patì affanni, fu imprigionato, incatenato, cacciato dalla Sua casa e bandito in terre lontane, per trascorrere infine i Suoi giorni nella Più Grande Prigione. Del pari grandi moltitudini di amanti di Dio, che seguirono questa via, hanno gustato il miele del martirio e sacrificato tutto - vita, possedimenti, congiunti - tutto ciò che avevano.

Quante case ridotte in macerie e dimore distrutte e saccheggiate; quanti nobili edifici rasi al suolo e palazzi ridotti un sepolcro. E tutto questo avvenne affinché l'umanità fosse illuminata, l'ignoranza cedesse il passo al sapere, gli uomini terreni divenissero celestiali, la discordia e il dissenso fossero

sradicati e il Regno della Pace instaurato in tutto il mondo. Prodigatevi dunque perché questa grazia si palesi e questa dilettissima fra tutte le speranze si realizzi in pieno splendore per il consorzio umano.

O esercito di Dio! Badate di non nuocere ad anima viva o di non addolorare un cuore; attenti a non ferire con le parole alcuno, noto o sconosciuto, amico o nemico. Pregate per tutti; chiedete che tutti siano benedetti, tutti perdonati. Attenti, attenti, che nessuno di voi cerchi vendetta, sia pure contro chi abbia sete del suo sangue. Attenti, attenti, a non offendere i sentimenti altrui, fosse pure un malfattore, uno che vi voglia male. Non guardate alle creature, rivolgetevi al Creatore. Non vedete le persone riottose, sebbene il Signore degli Eserciti. Non guardate la polvere, mirate in alto verso il

fulgido sole, che ha fatto risplendere di luce ogni oscuro lembo di terra.

O esercito di Dio! Quando colpisce la sventura, siate pazienti e calmi. Per dolorose che siano le vostre pene, non lasciatevene turbare e, con perfetta fiducia nella copiosa grazia di Dio, affrontate le tempeste delle tribolazioni e dei duri cimenti.

L'anno scorso un gruppo d'infedeli, interni ed esterni, noti e ignoti, presentarono al cospetto del Sultano di Turchia false imputazioni contro questi esuli senza tetto, sporgendo contro di noi gravi accuse prive di qualunque fondamento. Il Governo, avvedutamente, decise di controllare i capi d'incriminazione e inviò in questa città una commissione d'inchiesta. È facile capire quale occasione abbia ciò fornito ai nostri nemici e quale tempesta abbiano essi scatenato, cosa che né lingua né penna possono narrare. Solo chi l'abbia visto coi propri occhi potrebbe sapere quale tumulto essi crearono e quale terremoto di angoscia ne risultò. E ciò malgrado, la reazione fu di contare su Dio soltanto e di rimanere calmi, fiduciosi, tolleranti, indisturbati, a tal segno che chi avesse ignorato la situazione avrebbe pensato che fossimo sereni nel cuore e nella mente, perfettamente felici, prosperi e tranquilli.

Poi accadde che gli accusatori, coloro che ci avevano mosso diffamatorie accuse, si associarono ai membri della Commissione per indagare sulle imputazioni, così che querelanti, testimoni e giudici erano le medesime persone e la conclusione era scontata. Nondimeno, per essere giusti, dobbiamo dire che Sua Maestà il Sultano di Turchia non ha prestato attenzione a queste false accuse, a queste diffamazioni, a queste storie e calunnie e ha agito con giustizia...

O Provvidente! Tu hai alitato sugli amici in Occidente la soave fragranza dello Spirito Santo e con la luce della guida divina hai rischiarato il cielo occidentale. Tu hai permesso che coloro che un tempo erano lontani Ti si facessero vicini; gli stranieri hai trasformato in amici amorevoli; hai ridestato i dormienti; hai dato consapevolezza ai disattenti.

O Provvidente! Assisti questi nobili amici a ottenere la Tua approvazione e fa' che siano altrettanto amici per amici e sconosciuti. Conducili nel mondo che permane in eterno; concedi loro una parte di grazia celeste; fa' che siano veri Bahá'í, sinceramente di Dio; salvali dalle apparenze esteriori e insediali solidamente nella verità. Fa' di loro segni e prove del Regno, stelle luminose sugli orizzonti di questa bassa vita.

Rendili conforto e consolazione per l'umanità e servi della pace del mondo. Inebriali col vino del Tuo consiglio e concedi a tutti di calcare la via dei Tuoi comandamenti.

O Provvidente! Il più fervido voto di questo servitore della Tua Soglia è vedere gli amici dell'oriente e dell'occidente stretti in un abbraccio: vedere tutti i membri dell'umano consorzio amorevolmente riuniti in un'unica grande assemblea, come gocce d'acqua raccolte in un solo mare possente, vedere tutti quali uccelli in un unico roseto, perle di uno stesso oceano, foglie di un unico albero, raggi del medesimo sole.

Tu sei il Possente, il Forte; Tu sei il Dio della forza, l'Onnipotente, l'Onniveggente.

36. O voi due elette ancelle del Signore! È pervenuta la lettera di mamma Beecher: parlava a nome di entrambe e per questo mi rivolgo a voi due assieme.

Ciò mi sembra molto bello, perché i vostri esseri puri sono come un'unica gemma preziosa, sono due virgulti germogliati da un unico albero; entrambe adorate lo stesso Amato, entrambe anelate allo stesso fulgido Sole.

È mia speranza che tutte le ancelle di Dio in quella contrada si uniscano come le onde di un unico infinito mare, onde che, pur spinte là dove il vento vuole, sono in sé separate, eppure in verità sono congiunte con l'illimitato oceano.

È bello che gli amici siano vicini come fasci di luce, che stiano assieme fianco a fianco in una solida linea ininterrotta, perché ora i raggi della realtà

provenienti dal Sole del mondo dell'esistenza hanno unito in adorazione tutti gli adoratori di questa luce e, mercè una grazia infinita, hanno radunato tutte le genti in questo vasto asilo; perciò tutte le anime devono divenire come un'anima sola e tutti i cuori come un sol cuore. Affrancàti dalle multiple identità nate dalla passione e dal desiderio, possano tutti trovare, nell'unità del loro amore per Dio, un nuovo stile di vita.

O ancelle di Dio! È ora tempo che diveniate sì come munifiche coppe traboccanti e che, a simiglianza dei venti salutari che spirano dal Paradiso di Abhá, spargiate fragranza di muschio in tutta quella contrada. Liberatevi dalla vita di questo mondo e ad ogni stadio anelate alla non-esistenza; perché il raggio, riassorbito nel sole, è cancellato e, giunta nel mare, la goccia svanisce e il vero amante, quando trovi l'Amato immola l'anima. E quell'essere che non abbia ancora posto piede nella pianura del sacrificio, è privato d'ogni grazia e favore; e la pianura del sacrificio è il reame dove si muore all'io, sì che possa brillare la radiosità del Dio vivente. L'arena del martire è il sito del distacco dall'io onde si levino gl'inni dell'eternità.

Fate tutto quello che potete per farvi venire a noia ogni egoismo e legatevi a quel Volto di Splendori, e, una volta raggiunte tali vette di servizio, troverete, radunate alla vostra ombra, tutte le cose create. Qui è la grazia infinita, la sovranità suprema, la vita che non perisce. Ogni altra cosa è, alla fine, palese perdizione e grande rovina.

Sia lodato Iddio, il portale della grazia infinita è spalancato, la mensa celeste è apparecchiata, i famigli e le ancelle del Misericorde presenziano alla festa. Prodigatevi per avere la vostra parte di questo cibo eterno, così che siate amate in questo mondo e nell'altro.

37. Cari amici di 'Abdu'l-Bahá! È pervenuta la vostra lettera benedetta, ove si dice di un'elezione di un'Assemblea Spirituale. Il sapere che, sia lodato Iddio, gli amici di quell'area, in perfetta unità, amicizia e amore, hanno fatto questa nuova elezione e hanno faustamente votato per anime santificate, favorite alla Santa Soglia e rinomate fra gli amici per incrollabilità e fermezza nel Patto ha rallegrato il mio cuore.

Ora quei rappresentanti eletti devono levarsi e servire con spiritualità, gioia e purezza d'intenti, fortemente attratti dalle fragranze dell'Onnipotente e sorretti dallo Spirito Santo. Innalzino il vessillo della guida e, quali soldati delle Schiere superne, esaltino la Parola di Dio, spargano i Suoi dolci aromi, educhino le anime degli uomini e promuovano la Più Grande Pace.

In verità, sono state elette anime benedette: nel leggere i loro nomi, ho sentito un palpito di gioia spirituale sapendo che, sia lodato Iddio, in quel Paese sono state suscitate persone che sono serve del Regno pronte a offrire la vita per Colui Che non ha né simili né pari.

Miei cari amici! Illuminate questa Assemblea con lo splendore dell'amor di Dio: fatevi risuonare la gioiosa musica delle sante sfere, rinvigoritela con quei cibi che sono serviti alla Cena del Signore, al celeste banchetto di Dio. Riunitevi in perfetta letizia e all'inizio della riunione recitate questa

preghiera:

O Signore del Regno! Anche se i nostri corpi sono qui riuniti, i nostri cuori ammutoliti sono trasportati dal Tuo amore ed estasiati dai raggi del Tuo fulgido volto. Siamo deboli, ma aspettiamo le rivelazioni della Tua forza e della Tua possanza; siamo poveri, privi di beni e di mezzi, ma prendiamo ricchezze dai tesori del Tuo Regno; siamo gocce, ma attingiamo alle profondità del Tuo oceano. Siamo polvere, ma luccichiamo nella gloria del Tuo splendido Sole.

O nostro Provvidente! Invia il Tuo soccorso, sì che ciascuno di coloro che sono qui riuniti possa divenire fiaccola accesa, centro d'attrazione, invito ai Tuoi celesti reami, finché alfine questo basso mondo sia da noi reso immagine speculare del Tuo Paradiso.

Miei cari amici! Incombe alle assemblee di quelle regioni di mantenersi collegate e di corrispondere fra loro e con le assemblee dell'oriente, divenendo così strumenti di unione in tutto il mondo.

O amici spirituali! Tale dev'essere la vostra costanza che se i malevoli mettessero a morte tutti i credenti e solo uno sopravvivesse, quel credente, solo e isolato, resisterebbe a tutti i popoli del mondo e andrebbe spargendo Ovunque dolci e sante fragranze di Dio. Perciò se vi pervenisse dalla Terra Santa una notizia terrificante, una parola di eventi spaventosi, fate in modo di non esitare, non lasciatevi addolorare, né scuotere; sibbene alzatevi immediatamente, con ferrea risolutezza, e servite il Regno di Dio.

Questo Servo della Soglia di Dio è sempre stato in pericolo: è in pericolo ora. Non ho mai avuto speranza di salvezza e il mio più fervido voto è questo: vuotare la munifica traboccante coppa del martirio e dar la vita nell'arena del sacrificio, assaporando quel vino che è il più prezioso fra i doni di Dio. Ecco la mia più ardente speranza, ecco il mio desiderio più fervente.

Sentiamo che le Tavole di Ishráqát (Splendori), Tarázát (Ornamenti), Bishárát (Liete Novelle), Tajallíyyát (Fulgori) e Kalimát (Parole del Paradiso) sono state tradotte e pubblicate in quelle regioni. In queste Tavole avete un modello del modo di essere e di agire.

38. O ancella di Dio, che come fresco e tenero ramo tremi ai venti dell'amor di Dio! Ho letto la tua lettera, che parla del tuo grande amore, della tua profonda devozione e dice che sei intenta a ricordare il tuo Signore.

Affidati a Dio. Dimentica il tuo volere e afferrati al Suo, accantona ogni tuo desiderio e aggrappati al Suo, sì che tu possa essere santo, spirituale esempio, conforme al Regno, per le Sue ancelle.

Sappi, o ancella, che agli occhi di Bahá, le donne sono considerate pari agli uomini e Dio ha creato tutta l'umanità a Propria immagine e somiglianza. Cioè uomini e donne rivelano i Suoi nomi e attributi in egual misura e dal punto di vista spirituale fra loro non v'è differenza. Chiunque maggiormente s'avvicini a Dio, quello è il favorito, uomo o donna che sia. Quante ancelle, ardenti e devote, si sono dimostrate, al riparo dell'ombra di Bahá, superiori agli uomini e hanno superato i famosi della terra.

Ma la Casa di Giustizia, secondo il testo esplicito della Legge di Dio, è riservata agli uomini; così è per una saggezza del Signore Iddio che fra non molto sarà palesata chiaramente come il sole a mezzodì.

In quanto a voi, o ancelle che siete innamorate delle celesti fragranze, organizzate sante adunanze e fondate Assemblee Spirituali, poiché queste sono le basi onde spargere i dolci aromi di Dio, esaltare la Sua Parola, innalzare la lampada della Sua grazia, promulgare la Sua religione e promuovere i Suoi insegnamenti; v'è forse grazia maggiore di questa? Queste Assemblee Spirituali, lo Spirito di Dio le aiuta, 'Abdu'l-Bahá le difende e stende le Sue ali su di esse: v'è forse grazia maggiore di questa? Queste Assemblee Spirituali sono fulgide lampade e celestiali giardini, donde le fragranze della santità aleggiano su tutte le regioni, e le luci del sapere s'irradiano su tutte le cose create, e lo spirito della vita scorre in ogni direzione. In verità, esse sono le possenti fonti del progresso umano, in ogni momento e in qualunque circostanza. V'è forse grazia maggiore di questa?

39. O ancella di Dio! È pervenuta la tua lettera recando la notizia che in quella città è stata formata un'Assemblea.

Non guardate all'esiguità del vostro numero, ma cercate cuori che siano puri. Una sola anima santa è meglio di mille altre anime. Se un piccolo gruppo di anime s'incontrano con amore, con assoluta purezza e santità e cuori liberi dal mondo, animate dai sentimenti del Regno e dalle possenti forze divine, unite nel loro lieto sodalizio, quell'adunanza influenzerà il mondo intero. La natura di quel gruppo di persone, le parole che pronunziano, le azioni che compiono sbloccheranno le largizioni del Cielo e daranno un saggio dell'eterno gaudio. Le coorti delle Legioni supreme le difenderanno e gli angeli del Paradiso di Abhá discenderanno a schiere in loro aiuto.

”Angeli” significa le confermazioni di Dio e i Suoi poteri celestiali. Del pari angeli sono quegli esseri benedetti che abbiano reciso ogni legame con questo basso mondo, che si siano affrancati dalle catene dell'egoismo e dai desideri della carne e abbiano ancorato il cuore ai celesti reami del Signore.

Queste anime appartengono al Regno, sono celestiali; appartengono a Dio, sono spirituali; sono rivelatori della sovrabbondante grazia di Dio, orienti delle Sue largizioni spirituali.

O ancella di Dio! Sia lode a Lui, il tuo caro marito ha aspirato i dolci aromi che aleggiano dai giardini del cielo. Ora, giorno dopo giorno tu devi, mercè l'amor di Dio e le tue buone azioni, condurlo sempre più vicino alla Fede.

Ciò che è accaduto a San Francisco è veramente terribile. Disastri di questa portata dovrebbero servire a risvegliare la gente e a diminuire nei cuori l'amore per questo effimero mondo. È in questo basso mondo che accadono simili tragedie: è questa una coppa che contiene vino amaro.

40. O voi che 'Abdu'l-Bahá ama! Ho letto con grande gioia le vostre relazioni; sono tali da recare consolazione e vigore al cuore e letizia all'anima. Se, grazie ai santi aliti e alle divine confermazioni del Misericordiosissimo, resisterà e rimarrà stabile e ferma, questa Assemblea produrrà eminenti risultati e riuscirà in imprese di grande importanza.

Le Assemblee Spirituali da formarsi in questa Èra di Dio, in questo santo secolo, non hanno avuto - è indiscutibile - né pari né simiglianti nei cicli passati, perché quelle congreghe che detenevano il potere dipendevano dall'appoggio di potenti condottieri, mentre queste Assemblee si fondano sul sostegno della Bellezza di Abhá. Difensori e patroni delle prime erano un principe, o un re, o un alto prelato, o la massa della gente. Ma queste Assemblee Spirituali hanno quale difensore, sostenitore, soccorritore, ispiratore, l'onnipotente Iddio.yyy

Non guardate al presente, fissate lo sguardo ai tempi avvenire. Agli inizi il seme è piccolo, ma alla fine è un albero potente. Non guardate al seme, guardate all'albero, ai virgulti, alle foglie e ai frutti. Considerate i giorni di Cristo, quando solo un piccolo gruppo Lo seguiva; osservate poi quale

possente albero sia divenuto quel seme, miratene i frutti. E ora accadranno cose ancora più grandi, perché questo è l'invito del Signore degli Eserciti, è lo squillo di tromba del Signore vivente, è l'inno della pace mondiale, è lo stendardo della giustizia, della fiducia e della comprensione innalzato fra tutti i diversi popoli del globo, è lo splendore del Sole della Verità, è la santità dello Spirito di Dio. Questa potentissima dispensazione si diffonderà in tutto il mondo, e tutti i popoli si riuniranno e troveranno riparo sotto le sue insegne. Conosci dunque l'importanza di questo minuscolo seme che il vero Agricoltore ha seminato, con le mani della Sua misericordia, nei campi arati del Signore e ha irrorato con le piogge delle largizioni e munificenze e ora coltiva nel calore e nella luce dell'Astro della Verità.

Perciò, amati di Dio, rendete grazie a Lui, Che vi ha fatti oggetti di tali munificenze e ricettacoli di tali doni. Benedetti voi e a voi liete novelle, per questa copiosa grazia.

41. O tu che sei saldo nel Patto e incrollabile! Mi è stata mostrata la lettera che hai scritta...: le opinioni che vi sono espresse sono assai lodevoli. È necessario che l'Assemblea Spirituale Consultativa di New York sia in completo accordo con quella di Chicago e che queste due assemblee di consultazione approvino congiuntamente qualunque cosa reputino conveniente pubblicare e distribuire. Dopo di che, ne inviino una copia ad 'Akká ove possa essere approvata; il materiale sarà allora restituito per essere pubblicato e distribuito.

La questione del coordinamento e dell'unione fra le due Assemblee Spirituali, di Chicago e di New York, è della massima importanza, e allorché si formerà un'Assemblea Spirituale anche a Washington, le due Assemblee devono stringere vincoli di unità anche con essa. Per riassumere, è desiderio del Signore Iddio che gli amati di Dio e le ancelle del Misericordioso in Occidente si stringano in più stretta armonia e unità giorno dopo giorno: finché ciò non avverrà il lavoro non potrà certo progredire. Le Assemblee Spirituali sono collettivamente il più efficace fra tutti gli strumenti per instaurare unità e armonia. È una questione della massima importanza; esse sono il magnete che attrae le confermazioni di Dio. Allorché la bellezza dell'unità degli amici - questo Divino Amato - sia palesata con gli ornamenti del Regno di Abhá, è certo che in breve volgere di tempo questi Paesi diverranno il Paradiso del Gloriosissimo e dall'occidente gli splendori dell'unità spargeranno i loro fulgidi raggi su tutta la terra.

Stiamo prodigandoci con tutta l'anima, senza riposare né giorno né notte, senza fermarci un attimo, per trasformare questo mondo umano in uno specchio dell'unità di Dio. Quanto più dunque dovranno riflettere quell'unità gli amati del Signore? E questa vagheggiata speranza, questo nostro ardente anelito sarà visibilmente esaudito solo il giorno in cui i veri amici di Dio si leveranno ad applicare i Precetti della Bellezza di Abhá - possa la mia vita essere un sacrificio per i Suoi amanti! Uno dei Suoi precetti è questo, che l'amore e la buona fede debbono tanto dominare il cuore umano che gli uomini reputino lo straniero un amico intimo, il malfattore un congiunto, l'ostile un amato, il nemico un caro e intimo compagno. Chi li uccide, essi lo chiameranno dispensatore di vita; chi si allontana da loro, lo vedranno come uno che va verso di loro; chi nega il loro messaggio, lo guarderanno come uno che ne riconosce la verità. Ciò significa che devono trattare tutta l'umanità come trattano i simpatizzanti, i confratelli, gli amati e gli amici intimi.

Se questa fiaccola rischiarasse la comunità del mondo, trovereste che tutta la terra esala profumo, che è divenuta un delizioso paradiso e il suo volto è l'immagine del sommo cielo. Allora tutto il mondo sarebbe una sola patria, i suoi diversi popoli un'unica tribù, le nazioni d'oriente e d'occidente una famiglia unita.

È mia speranza che quel giorno venga, che quello splendore rifulga, che quella visione sia svelata in tutta la sua bellezza.

42. O collaboratori che siete sostenuti dagli eserciti del regno del Gloriosissimo! Benedetti voi che vi siete riuniti al riparo dell'ombra della Parola di Dio e avete trovato rifugio nella caverna del Suo Patto; avete portato la pace nei vostri cuori prendendo dimora nel Paradiso di Abhá e siete cullati

dai venti gentili che spirano dalla loro sorgente sita nella Sua bontà; vi siete levati a servire la Causa di Dio e a divulgare la Sua religione, a promuovere la Sua Parola e ad innalzare i vessilli della santità in tutte quelle regioni.

Per la vita di Bahá! In verità la perfetta potenza della Realtà Divina aliterà entro di voi le grazie dello Spirito Santo e vi aiuterà a compiere un'impresa di cui l'occhio della creazione non ha mai visto l'uguale.

O Lega del Patto! In verità la Bellezza di Abhá ha promesso agli amati incrollabili nel Patto che Egli rafforzerà le loro imprese con il più forte degli appoggi e li soccorrerà con la Sua trionfante possanza. Tra non molto vedrete che la vostra illuminata assemblea ha lasciato segni e pegni cospicui nei cuori e nelle anime degli uomini. Tenetevi stretti all'orlo della veste di Dio, volgete tutti i vostri sforzi alla promozione del Suo Patto e adoperatevi di ardere sempre più luminosi del fuoco del Suo amore, sì che i vostri cuori possano balzare per la gioia nelle brezze dell'asservimento che prorompono dal petto di 'Abdu'l-Bahá. Rianimate i vostri cuori, rafforzate i vostri passi, confidate nelle sempiterne grazie che vi saranno elargite, l'una dopo l'altra, dal Regno

di Abhá. Ogni qual volta vi riunirete in quella radiosa assemblea, sappiate che gli splendori di Bahá rifulgono su di voi. Fa d'uopo che cerchiate l'accordo e siate uniti, che siate in intima comunione l'uno con l'altro, uniti nel corpo e nell'anima, fino a emulare le Pleiadi o un vezzo di perle lucenti. Così sarete solidamente insediati; così prevarranno le vostre parole, brillerà la vostra stella e si consoleranno i vostri cuori...

Ogni qual volta entrate nella sala del consiglio, recitate questa preghiera con cuore traboccante di amor di Dio e con lingua monda di tutto tranne del ricordo di Lui, affinché l'Onnipotente Si degni di aiutarvi a conseguire la suprema vittoria.

O Dio! mio Dio! Noi siamo quei Tuoi servi che devotamente si sono volti verso il Tuo santo viso, che si sono distaccati da tutto fuorché da Te in questo glorioso Giorno. Ci siamo radunati in questa

Assemblea Spirituale, uniti nei nostri intenti e nei nostri pensieri e con i nostri propositi concordi nell'esaltare il Tuo Verbo fra il genere umano. O Signore nostro Dio! Fa' di noi segnacoli della Tua guida divina, vessilli della Tua eccelsa Fede fra gli uomini, servi del Tuo possente Patto, o Tu nostro Altissimo Signore! Fa' di noi manifestazioni della Tua divina unicità nel Tuo Regno di Abhá, stelle risplendenti che brillano su tutte le regioni. Signore!

Aiutaci a diventare mari fluttuanti con le onde della Tua meravigliosa grazia, rivoli scorrenti dalle Tue gloriosissime altezze, buoni frutti sull'albero della Tua Causa beata, alberi ondeggianti alle brezze nella Tua vigna celeste. O Dio! Fa' che le nostre anime attingano ai versi della Tua divina unità, che i nostri cuori siano allietati dalla Tua grazia traboccante, affinché possiamo riunirci come le onde d'un unico mare e fonderci insieme come i raggi della Tua fulgente luce, affinché i nostri pensieri, i nostri intenti, i nostri sentimenti possano divenire un'unica realtà manifestante lo spirito dell'unione in tutto il mondo. Tu sei il Clemente, il Munifico, il Generoso, l'Onnipossente, il Misericordioso, il Pietoso.

43. I requisiti fondamentali di coloro che si riuniscono a consiglio sono: purezza d'intenti, radiosità di spirito, distacco da tutto fuorché da Dio, attrazione alle Sue Divine Fragranze, umiltà e modestia fra i Suoi amati, pazienza e sopportazione nelle difficoltà e dedizione alla Sua Soglia eccelsa. Se

saranno benignamente aiutati a conseguire siffatti attributi, il Regno invisibile di Bahá concederà loro la vittoria.

44. I membri1 debbono quindi tener consiglio in tal guisa che non vi sia occasione alcuna di animosità o discordia. E ciò avviene quando ogni membro esprima, in assoluta libertà, la propria opinione ed esponga il proprio argomento. Se qualcuno solleva obiezioni, nessuno deve sentirsi minimamente offeso, perché fin quando il tema non sia stato esaurientemente discusso, la via giusta non potrà essere rivelata. La luminosa scintilla della verità si sprigiona soltanto dallo scontro delle differenti opinioni. Se dopo la discussione si prenderà una decisione all'unanimità, tanto meglio; ma se, Dio non voglia, sorgessero divergenze di opinione, dovrà prevalere la voce della maggioranza.

45. La prima condizione è quella dell'amore e dell'armonia assoluta fra i membri dell'Assemblea. Essi non devono sentirsi estranei gli uni agli altri, bensì manifestare fra loro l'Unità di Dio, poiché sono onde di un solo mare, gocce dello stesso fiume, stelle di un firmamento, raggi di un unico sole,

alberi di un solo verziere, fiori dello stesso giardino. Dovessero mancare armonia di pensiero e unità assoluta, quell'adunanza sarebbe dispersa e quell'Assemblea vanificata. La seconda condizione è che i membri dell'Assemblea eleggano congiuntamente un presidente e stabiliscano direttive e regolamenti per gli incontri e le discussioni. Il presidente deve prendersi cura di tali regole e regolamenti e proteggerli e applicarli; gli altri membri devono essere sottomessi e astenersi dal conversare su temi futili e non attinenti. Quando si adunano devono volgere il viso al Regno Supremo e chiedere aiuto al Glorioso Reame. Debbono poi esprimersi con massima riverenza, cortesia, dignità, oculatezza e moderazione. In ogni cosa, devono ricercare la verità e non insistere sulle loro proprie opinioni, perché la caparbietà e l'insistenza nel far valere i propri punti di vista finiranno per condurre alla discordia e all'alterco e la verità resterà nascosta. Gli onorevoli membri debbono esprimere le loro idee in tutta libertà e non è in alcun modo tollerabile che qualcuno sminuisca il pensiero altrui: anzi, ognuno deve esporre la verità con moderazione e, se dovessero sorgere differenze di opinione, dovrà prevalere la voce della maggioranza, alla quale tutti dovranno obbedire e sottomettersi. Non è inoltre consentito che alcuno degli onorati membri muova obiezioni o critiche, durante o dopo le adunanze, contro qualsiasi decisione presa, anche se non fosse giusta, perché tale critica impedirebbe che le decisioni siano messe in atto. Riassumendo, qualsiasi cosa fatta in armonia, con amore e purezza di intenti, è causa di luce, mentre se prevale la più piccola traccia di discordia ne viene, come risultato tenebre su tenebre... Se ne terra conto, quell'Assemblea sarà di Dio, altrimenti essa sarà apportatrice di quella freddezza e distacco che procedono dal Maligno... Se si sforzeranno di attenersi a queste condizioni, la Grazia dello Spirito Santo sarà riversata su di loro, e quell'assemblea diverrà centro di benedizioni divine, gli eserciti della celeste confermazione scenderanno in loro aiuto ed essi riceveranno, giorno dopo giorno, una novella effusione di Spirito.

46. O voi che siete saldi nel Patto! 'Abdu'l-Bahá è costantemente in comunicazione spirituale con ogni Assemblea Spirituale che sia istituita mercè il favore divino, i cui membri si rivolgano, in perfetta devozione, al Regno Divino e siano fermi nel Patto. A loro egli è sinceramente avvinto e legato da vincoli imperituri. Perciò il suo contatto con quel consesso è sincero, costante e ininterrotto.

In ogni istante imploro che riceviate assistenza, doni e ulteriore favore e grazia, così che le confermazioni di Bahá'u'lláh si sollevino sempre come il mare, le luci del Sole della Verità risplendano su tutti voi e voi siate confermati nel servizio, diveniate manifestazioni di favore e vi rivolgiate, all'alba, verso la Terra Santa ricevendone intense emozioni spirituali.

47. O veri amici! La vostra lettera è pervenuta, recando grande gioia. Sia lodato Iddio, avete preparato un trattenimento e istituito una festa da celebrarsi ogni diciannove giorni. Qualunque riunione sia organizzata in perfetto amore, i cui partecipanti rivolgano il viso verso il Regno di Dio, dove si discorra dei Precetti di Dio, il cui risultato sia il progresso dei presenti - quella riunione appartiene al Signore e quel festivo desco è disceso dal cielo.

È mia speranza che quella festa sia celebrata una volta ogni diciannove giorni, perché vi avvicini l'uno all'altro; essa è sorgente di unità e di gentilezza.

Guardate fino a qual segno il mondo sia in continuo subbuglio e conflitto e a qual punto siano giunte le sue nazioni. Voglia il Cielo che gli amanti di Dio riescano a innalzare il vessillo dell'unità umana, così che l'unicolore tabernacolo del Regno del Cielo proietti la sua ombra protettrice su tutta la terra, scompaiano le incomprensioni fra i popoli del mondo, tutte le nazioni si fondano fra loro, trattandosi reciprocamente come l'amante tratta l'amato.

È vostro dovere essere oltremodo gentili con ogni essere umano e volergli bene, lavorare per l'edificazione della società, alitare nei morti il soffio della vita, agire in conformità con le istruzioni di Bahá'u'lláh e seguire la Sua via - finché non trasformerete il mondo dell'uomo nel mondo di Dio.

48. O voi, servitori fedeli dell'Antica Bellezza. In ogni ciclo e Dispensazione, le Feste sono state caldeggiate e amate, e imbandire un desco per gli amanti di Dio è stato stimato atto encomiabile. Ciò è vero soprattutto oggi, in questa incomparabile Dispensazione, in quest'èra magnifica; esse sono oggi vivamente applaudite, perché in verità sono annoverate tra le riunioni celebrate per adorare e glorificare Iddio. Qui s'intonano versetti sacri, odi e lodi celesti, e il cuore è ravvivato e trasportato lungi da se stesso.

L'intento principale è quello di suscitare questi moti dello spirito, ma contemporaneamente è molto naturale che i presenti mangino assieme, sì che il mondo del corpo rispecchi quello dello spirito, e la carne assuma le qualità dell'anima, e come vi abbondano delizie spirituali, così vi siano pure delizie materiali.

Felici voi che osservate questa regola, con tutti i suoi significati mistici mantenendo così gli amici di Dio vigili e attenti e recando loro gioia e pace dello spirito.

49. La tua lettera è pervenuta. Hai scritto della Festa del Diciannovesimo Giorno, e ciò mi ha rallegrato il cuore. Queste riunioni fanno scendere dal Cielo la mensa divina e attirano le confermazioni del Misericordiosissimo. Confido che le brezze dello Spirito Santo spirino su essa, e che ciascuno dei presenti, con lingua eloquente e cuore traboccante d'amore per Dio, acclami, in grandi assemblee, il sorgere del Sole della Verità, l'alba dell'Astro che dà luce a tutto il mondo.

50. Avete chiesto della Festa da tenersi una volta in ogni mese bahá'í. Questa Festa è per creare amore e amicizia, per ricordare Dio e supplicarLo con cuore contrito e per incoraggiare atti di carità. Ciò significa che in quelle riunioni gli amici devono soffermare su Dio i loro pensieri e glorificarLo, leggere preghiere e versetti sacri, e trattarsi vicendevolmente con sommo amore e affetto.

51. In quanto alla Festa del Diciannovesimo Giorno, essa rallegra la mente e il cuore. Se verrà celebrata nel giusto modo, gli amici si ritroveranno, ogni diciannove giorni, ristorati spiritualmente e dotati di un potere che non è di questo mondo.

52. O servitore dell'Unico vero Dio! Sia lodato il Signore, in ogni contrada si trovano amati di Dio: essi sono tutti al riparo dell'ombra dell'Albero della Vita e sotto la protezione della Sua buona provvidenza. La Sua cura e il Suo tenero amore si sollevano come gli eterni flutti del mare e dal Suo eterno Reame piovono continuamente le Sue benedizioni.

Noi dobbiamo pregare che le Sue benedizioni siano elargite ancor più copiosamente e aggrapparci a quegli strumenti che permetteranno un più completo effondersi della Sua grazia e procureranno una maggior misura della Sua divina assistenza.

Uno dei più grandi di questi mezzi è lo spirito della vera amicizia e dell'amorevole comunione fra gli amici. Ricorda il detto: ”Tra tutti i pellegrinaggi il più grande è quello teso a recare sollievo a un cuore oppresso dal dolore ”.

53. In verità 'Abdu'l-Bahá respira la fragranza dell'amore di Dio da ogni luogo d'incontro dove si pronunzi la Parola di Dio, e si espongano prove e argomenti che effondano i loro raggi da un capo all'altro del mondo, e si narrino le tribolazioni subite da 'Abdu'l-Bahá per mano dei malvagi che hanno violato il Patto di Dio.

O ancella del Signore: non pronunziare una sola parola di politica; il tuo compito riguarda la vita dell'anima, perché in verità ciò porta l'uomo alla gioia del mondo di Dio. Non menzionare i sovrani del mondo e i loro governi terreni, se non per parlarne bene. Limitati piuttosto a usar la tua parola per diffondere le liete novelle del Regno di Dio, per dimostrare l'influenza della Sua Parola e la santità della Sua Causa. Narra di gioie durevoli e di delizie spirituali, di qualità divine e di come il Sole della Verità sia sorto sugli orizzonti della terra; parla dello spirito della vita che soffia nel corpo del mondo.

54. Avete scritto sugli incontri degli amici e di come siano traboccanti di pace e di gioia. È naturale che sia così! Perché ovunque siano riunite persone spirituali, là nella Sua bellezza regna Bahá'u'lláh. Quindi è certo che tali riunioni producono felicità e pace infinite. Oggi incombe a tutti, senza

eccezioni, di rinunziare alla menzione di ogni altra cosa e di ignorare tutto. Possano il loro parlare, il loro stato interiore così riassumersi: ”Fa' che tutte le mie parole di preghiera e lode siano limitate a un solo ritornello; fa' che tutta la mia vita sia solo asservimento a Te! ” Usino cioè ogni pensiero, ogni parola per insegnare la Causa di Dio, per diffondere la Sua Fede e ispirare tutti a fregiarsi delle qualità di Dio; per amare l'umanità; per essere puri e santi in tutto e senza macchia nella vita pubblica e privata; per essere giusti, distaccati, ferventi e infiammati. A tutto bisogna rinunziare fuorché al ricordo di Dio e tutto disprezzare tranne la Sua lode. Oggi il mondo ballerà e danzerà al suono di questa melodia delle Superne Schiere: ”Glorificato sia il mio Signore il Gloriosissimo! ”Ma, sappiatelo, tranne questo divino canto nessun canto scuoterà il mondo, e oltre a questo trillo dell'usignolo della verità, proveniente dal Giardino di Dio, nessuna melodia alletterà i cuori. ”Donde viene questo Cantore Che dice il nome dell'Amato? ”

55. È opportuno che gli amici tengano una riunione, un incontro durante il quale glorificheranno Dio e fisseranno il cuore su di Lui, leggeranno e reciteranno i Sacri Scritti della Bellezza Benedetta - possa la mia anima essere il prezzo del riscatto dei Suoi amati! Le luci del Gloriosissimo Reame, i

raggi dell'Orizzonte Supremo saranno effusi su queste fulgide assemblee, perché esse altro non sono che i Mashriqu'l-Adhkár, gli Orienti della Rimembranza di Dio che, secondo l'indicazione della Penna Più Eccelsa, devono essere eretti in ogni villaggio e città... Questi convegni spirituali devono svolgersi in massima purezza e dedizione, sì che da quel sito, e dalla sua terra, e dall'aria tutt'intorno, si respirino le fragranti brezze dello Spirito Santo.

56. Ogni qual volta un gruppo di persone s'incontrerà in un luogo, glorificherà Iddio e parlerà dei misteri di Dio, senza alcun dubbio le brezze dello Spirito Santo spireranno soavi su loro e ciascuno ne beneficerà.

57. Abbiamo appreso che hai in mente di abbellire di tanto in tanto la tua casa con un convegno di Bahá'í, alcuni dei quali glorificheranno il gloriosissimo Signore... Sappi che se lo farai, quella casa terrena diverrà una celeste dimora e quell'edificio di pietra un congresso dello spirito.

58. Hai posto un quesito sui luoghi di culto e sul perché si costruiscono. La saggezza dell'erigere tali edifizi è che a una data ora, sapendo che è tempo d'incontrarsi, tutti si riuniscano e in armoniosa sintonia si raccolgano in preghiera; col risultato che da questo convegno, nel cuore umano nasceranno e fioriranno unità e affetto.

59. Per lungo tempo 'Abdu'l-Bahá ha desiderato che in quella regione fosse eretto un Mashriqu'l-Adhkár. Sia lodato Iddio, grazie agli strenui sforzi degli amici, è stata recentemente recata la gioiosa notizia di tale evento. Questo servigio è oltremodo accetto alla Soglia di Dio, poiché il Mashriqu'l-Adhkár ispira gli amanti di Dio e ne delizia i cuori, e li fa divenire incrollabili e saldi.

È una questione di grandissimo significato. Se l'erezione della Casa di Adorazione in un luogo pubblico dovesse suscitare l'ostilità dei malevoli, allora la riunione dovrebbe, in ciascuna località, svolgersi in un luogo nascosto. Perfino nei piccoli borghi si deve riservare un luogo quale Mashriqu'l-Adhkár, fosse pure sotto terra.

Ora, sia lodato Iddio, voi siete riusciti. Ricordate Iddio all'alba, alzatevi a lodarLo e glorificarLo. Benedetti e felici voi, o giusti, che avete fondato l'Oriente delle Lodi di Dio. In verità chiedo al Signore che faccia di voi stendardi di salvazione e vessilli di redenzione, ondeggianti in alto su valli e colline.

60. Sebbene alle apparenze esteriori sia solo una struttura materiale, il Mashriqu'l-Adhkár ha tuttavia un effetto spirituale: esso forgia vincoli d'unità fra cuore e cuore ed è centro di raccolta per le anime umane. Ogni città dove, ai tempi della Manifestazione, fu costruito un tempio, otteneva

sicurezza e costanza e pace, perché quegli edifizi erano dedicati alla perpetua glorificazione di Dio, e solo nel rimembrare Iddio il cuore può trovare pace.

Benevolo Iddio! L'edificio della Casa di Adorazione ha una possente influenza su ogni fase della vita. In Oriente, l'esperienza ha chiaramente dimostrato che questo è un dato di fatto. Ogni qual volta in un piccolo villaggio una casa era designata quale Mashriqu'l-Adhkár ciò produceva un segnalato effetto; ben maggiore sarà dunque l'impatto di un edificio appositamente costruito.

61. O Signore! Tu Che benedici tutti coloro che sono incrollabili nel Patto permettendo loro, in virtù del loro amore per la Luce del Mondo, di spendere ciò che hanno in offerta per il Mashriqu'l-Adhkár, sorgente dei Tuoi raggi sparsi sulla terra e araldo dei Tuoi segni, aiuta in questo mondo e nell'altro questi giusti, questi onesti e questi pii a giungere sempre più vicino alla Tua sacra Soglia, e fa' luminosi i loro volti con i Tuoi abbaglianti splendori.

In verità, Tu sei il Generoso, il Largitore Eterno.

62. O mia diletta figlia del Regno! La lettera che hai scritto al dottor Esslemont è stata da lui inoltrata nella Terra del Desio [La Terra Santa]. L'ho letta tutta con massima attenzione. Da una parte ne sono stato profondamente commosso, per aver tu reciso quelle tue belle trecce con le cesoie del distacco da questo mondo e dell'abnegazione sulla strada del Regno di Dio. Dall'altra, ne sono stato assai compiaciuto, perché quell'amatissima figlia ha mostrato sì grande spirito di abnegazione da offrire una parte così preziosa del suo corpo sulla strada della Causa di Dio. Se tu avessi chiesto la mia opinione, non avrei assolutamente acconsentito che tu tagliassi via neppure una ciocca delle tue belle chiome fluenti, niente affatto; avrei offerto io stesso una contribuzione per il Mashriqu'l-Adhkár in tuo nome. Ma questo gesto è un'eloquente testimonianza del tuo nobile spirito d'abnegazione. In verità hai sacrificato la vita e grandi saranno i risultati spirituali che ne otterrai. Confida che giorno dopo giorno progredirai e crescerai in fermezza e costanza. I favori di Bahá'u'lláh ti avvolgeranno e ripetutamente ti saranno annunziate liete novelle dal cielo. E sebbene siano i capelli che hai sacrificato, tuttavia sarai colmata di Spirito, e benché sia questa parte peritura del corpo che hai deposto sulla via di Dio, tuttavia troverai il Dono Divino, mirerai la Beltà Celeste, otterrai gloria imperitura e perverrai alla vita eterna.

63. O anime benedette!1 La lettera che avete scritto a Rahmatu'lláh è stata letta attentamente. Molte e svariate erano le buone notizie che annunziava, cioè, che mediante la forza della fede e della costanza nel Patto, si sono avute molte riunioni e gli amati sono dappertutto svegli e attivi.

'Abdu'l-Bahá ha sempre ardentemente desiderato che il suolo di quel santo luogo, che agli inizi della Causa è stato corroborato e rinverdito mercè le piogge primaverili della grazia, sbocci e fiorisca rallegrando ogni cuore.

Sia lodato il Signore, la Causa di Dio è stata proclamata in Oriente e in Occidente a tal punto che nessuna mente aveva mai pensato che i dolci aromi del Signore avrebbero così rapidamente profumato tutte le regioni. Questo, in verità, è avvenuto solo mercè i perfetti favori della Bellezza sempre benedetta, da Cui più volte sono giunti copiosa grazia e potere trionfante.

Ecco uno dei portentosi eventi accaduti di recente: nel cuore del Continente Americano si sta erigendo l'edificio del Mashriqu'l-Adhkár e numerose anime delle regioni circostanti stanno offrendo contribuzioni per l'erezione di questo santo Tempio. Fra loro vi è una stimata dama della città di Manchester, la quale ha voluto offrire il proprio obolo.

Non avendo parte di beni e ricchezze terrene, si è tagliata con le sue stesse mani le belle, lunghe e preziose trecce che graziosamente le ornavano il capo e le ha poste in vendita sì che il ricavato potesse promuovere la causa del Mashriqu'l-Adhkár.

Considerate come, sebbene agli occhi delle donne nulla sia più prezioso di una chioma ricca e fluente, tuttavia nonostante questo, quell'onoratissima dama ha dato prova di uno spirito di abnegazione così raro e bello.

E sebbene ciò non fosse richiesto - e certo 'Abdu'l-Bahá non avrebbe acconsentito a tale azione - tuttavia poiché quel gesto rivela uno spirito di devozione così nobile e alto, Egli ne fu profondamente toccato. Nonostante che i capelli siano preziosissimi agli occhi delle donne occidentali, più preziosi anche della vita, tuttavia ella li offerse in sacrificio per la Causa del Mashriqu'l-Adhkár!

Si narra che ai tempi dell'Apostolo di Dio1 Egli espresse il desiderio che un esercito avanzasse in una certa direzione e fu concesso ai fedeli il permesso di raccogliere contribuzioni per la guerra santa. Fra i molti vi fu un uomo che offrì mille cammelli, carichi di grano, un altro che dette la metà dei suoi averi e un altro ancora che offrì tutto quello che aveva. Ma una donna, indebolita dagli anni, che possedeva solo un pugno di datteri, andò dall'Apostolo e depose ai Suoi piedi il suo umile obolo. Al che il Profeta di Dio - possa la mia vita esserGli offerta in sacrificio - ordinò che quel pugno di datteri fosse posto al di sopra di tutte le offerte che erano state raccolte, affermandone così il merito e la superiorità su tutte le altre. Così fu fatto perché quella vecchia non aveva altro possedimento terreno.

Del pari anche questa stimata signora non aveva nient'altro da contribuire fuorché i suoi preziosi capelli, e questi ella gloriosamente sacrificò per la causa del Mashriqu'l-Adhkár.

Ponderate e riflettete quanto forte e potente sia divenuta la Causa di Dio! Una donna in Occidente ha dato la chioma per la gloria del Mashriqu'l-Adhkár. È una vera lezione per coloro che comprendono.

In conclusione sono molto contento degli amati di Najaf-Ábád perché dagli albori della Causa fino ad oggi essi hanno mostrato in ogni circostanza grande spirito di abnegazione.

Zaynu'l-Maqarrabín ha pregato per tutta la vita con tutta la sincerità della sua anima immacolata per i credenti di Najaf-Ábád e ha implorato per loro la grazia di Dio e le Sue confermazioni divine.

Sia lodato il Signore, le preghiere di questa bella anima sono state esaudite, perché i loro effetti sono ovunque palesi.

64. Il Mashriqu'l-Adhkár è una delle più importanti istituzioni del mondo e ha molte branche sussidiarie. Benché sia una Casa di Adorazione, è anche collegata a un ospedale, una farmacia, un ostello per i viaggiatori, una scuola per gli orfani e un'università per studi avanzati. Ogni Mashriqu'l-Adhkár è collegato a queste cinque cose. È mia speranza che il Mashriqu'l-Adhkár sia ora costruito in America e che a poco a poco sia seguito dall'ospedale, dalla scuola, dall'università, dalla farmacia e dall'ostello, tutti funzionanti secondo i metodi più efficaci e regolari. Informatene gli amati del Signore, sì che comprendano quanto sia grande l'importanza di questo ”Oriente della Rimembranza di Dio ”.

Il Tempio non è solo luogo di preghiera; è completo sotto ogni aspetto.

Cara ancella di Dio! Se tu sapessi quale alto stadio sia destinato alle anime distaccate dal mondo, possentemente attratte verso la Fede, che insegnano sotto l'ombra protettrice di Bahá'u'lláh! Ti rallegreresti e, con esultanza ed estasi, spiegheresti le ali spiccando il volo verso il cielo - perché sei seguace di questa via e viandante verso quel Regno.

In quanto alla terminologia usata nella mia lettera, dove ti si ingiunge di consacrarti al servizio della Causa di Dio, il significato è questo: limita i tuoi pensieri all'insegnamento della Causa. Agisci notte e dì secondo gli insegnamenti, i consigli e gli ammonimenti di Bahá'u'lláh. Questo non preclude il

matrimonio. Puoi prendere marito e nello stesso tempo servire la Causa di Dio; l'una cosa non preclude l'altra. Apprezza il valore di questi giorni; non lasciarti sfuggire l'occasione. Implora Dio che faccia di te una fiaccola accesa, sì che tu possa guidare grandi moltitudini attraverso questo mondo tenebroso.

65. O eletta ancella del Regno dei cieli! La tua lettera è pervenuta. Esprime alte aspirazioni e nobili intendimenti, annunziando che hai in animo d'intraprendere un viaggio in Estremo Oriente e che sei pronta a sopportare le più gravi difficoltà, al fine di guidare le anime e di divulgare ovunque le

liete novelle del Regno di Dio. Questa tua intenzione denota, cara ancella di Dio, che ti proponi la più nobile di tutte le mete.

Quando trasmetti la lieta novella, dì: il Promesso di tutte le genti del mondo è stato ora palesato; ogni popolo e ogni religione attendono un Promesso e Bahá'u'lláh è l'Atteso da tutti; perciò la Causa di Bahá'u'lláh porterà l'unità del genere umano, il tabernacolo dell'unione sarà drizzato sulle

vette del mondo e i vessilli dell'universalità di tutto il genere umano saranno dispiegati sulle cime della terra. Quando scioglierai la lingua per trasmettere questa grande buona notizia, questo diverrà lo strumento per insegnare alla gente.

Ma la terra ove stai progettando di fare un viaggio è lontanissima, e, se non sarà disponibile un gruppo di persone, la lieta novella non potrà sortirvi grande effetto. Se lo credi, recati invece in Persia e, di ritorno, passa per il Giappone e per la Cina. Questo sembra molto meglio e assai più piacevole. In ogni caso, fa' quello che sembra fattibile e sarà approvato.

66. O tu che hai cercato lume dalla luce della guida! Rendi lode a Dio, ché ti ha guidato verso la luce della verità e ti ha invitato a entrare nel Regno di Abhá. La tua vista è stata rischiarata e il tuo cuore trasformato in un roseto. Prego per te, che tu possa sempre crescere in fede e certezza, brillare

come una fiaccola nelle assemblee e conferire agli altri la luce della guida.

Ogniqualvolta un'illuminata assemblea degli amici di Dio si riunisce, 'Abdu'l-Bahá, pur fisicamente assente, è presente spirito e anima. Sono sempre in viaggio per l'America e sicuramente sono insieme con amici spirituali e illuminati. La distanza è annullata e non impedisce lo stretto e profondo sodalizio di due anime che siano tenacemente legate nel cuore, anche se si trovano in paesi diversi. Sono dunque tuo intimo compagno, in armoniosa sintonia con la tua anima.

67. O signora del Regno! La lettera che hai inviato da New York è pervenuta. Il suo contenuto ha recato gioia e letizia, perché indicava che con incrollabile risolutezza e puro intendimento hai deciso di recarti a Parigi, per accendere in quella silente città il fuoco dell'amor di Dio e in mezzo a

quelle tenebre della natura risplendere come fiaccola lucente. Questo viaggio è assai lodevole e opportuno. Quando arriverai a Parigi, dovrai prodigarti, per quanto esiguo possa essere il numero degli amici, di istituire l'assemblea del Patto e di vivificare le anime mercè il potere del Patto.

Parigi è oltremodo esanimata e si trova in uno stato di torpore e finora non si è infiammata, benché la nazione francese sia attiva e vivace: il mondo della natura ha ricoperto col suo padiglione tutta Parigi, uccidendo i sentimenti religiosi. Ma questa forza del Patto riscalderà ogni anima raggelata, getterà luce su ogni cosa oscura e offrirà al prigioniero della natura la vera libertà del Regno.

Sorgi adesso a Parigi con la forza del Regno, con una confermazione divina, con ardore e zelo genuini e con una fiamma dell'amore di Dio. Ruggisci come un leone e mostra tale estasi e amore frammezzo a queste poche anime che dal Regno divino possano giungerti continuamente lodi e glorificazioni e discendano su te possenti confermazioni. Sta tranquilla. Se agirai in tal modo e innalzerai il vessillo del Patto, Parigi s'incendierà. Sii sempre attaccata a Bahá'u'lláh e cercaNe le confermazioni perché queste trasformano la goccia in un mare e tramutano in aquila il moscerino.

68. O voi che siete saldi nel Patto e nel Testamento! La vostra lettera è pervenuta e i vostri benedetti nomi sono stati attentamente letti uno per uno.

La lettera conteneva ispirazioni divine e palesi elargizioni, perché indicava l'unione degli amici e l'armonia di tutti i cuori.

Oggi foco del più straordinario favore di Dio sono l'unione e l'armonia fra gli amici, così che queste unità e concordia siano la causa della promulgazione dell'unità del mondo dell'umanità, liberino la terra da queste fitte tenebre di inimicizia e di rancore e il Sole della Verità risplenda in pieno e perfetto fulgore.

Oggi tutte le genti del mondo indulgono a interessi egoistici e fanno il massimo sforzo per promuovere il proprio tornaconto materiale. Esse adorano se stesse e non la realtà divina, né il mondo dell'umanità; perseguono zelantemente il proprio vantaggio e non il bene comune. E così agiscono, perché prigioniere del mondo della natura e ignare dei divini precetti, della munificenza del Regno e del Sole della Verità. Ma a voi, sia lodato Iddio, è stato ora conferito il favore speciale di questa largizione, siete divenuti gli eletti, siete stati informati delle istruzioni del cielo, avete ottenuto accesso al Regno di Dio, vi siete fatti ricettacoli di illimitate grazie e siete stati battezzati con l'Acqua della Vita, il fuoco dell'amor di Dio e lo Spirito Santo.

Prodigatevi, dunque, con tutto il cuore e con l'anima, sì che diveniate fiaccole accese nell'assemblea del mondo, fulgide stelle sull'orizzonte della Verità e causa della propagazione della luce del Regno, affinché il mondo dell'umanità sia trasformato in un regno divino, il mondo basso divenga il mondo del cielo, l'amore di Dio e la misericordia del Signore drizzino la tenda sulla vetta della terra, le anime umane divengano onde dell'oceano della verità, il mondo dell'umanità cresca come un unico benedetto albero, i versetti dell'unicità siano cantati e le melodie della santità raggiungano le Schiere Superne.

Notte e dì invoco e supplico il Regno di Dio e imploro per voi infinita assistenza e confermazione. Non tenete conto delle vostre attitudini e capacità, fissate lo sguardo sulla perfetta generosità, sul dono divino e sulla forza dello Spirito Santo - quella forza che trasforma la goccia in un mare e la stella in un sole.

Sia lodato Iddio, le schiere delle Legioni Supreme garantiscono la vittoria e la forza del Regno è pronta a dare soccorso e sostegno. Se scioglieste la lingua in ogni istante per rendere grazie e mostrarvi grati, non potreste ancora ripagare il vostro debito di gratitudine per queste largizioni.

Considerate: eminenti personaggi la cui fama s'è sparsa in tutto il mondo fra non molto svaniranno nel nulla essendo stati privati di questa grazia del cielo; non si lasceranno dietro né nome né fama, di loro non sopravviverà né frutto né traccia. Ma poiché su di voi sono albeggiati i fulgori del Sole della Verità e avete conseguito la vita eterna, risplenderete e rilucerete per sempre sull'orizzonte dell'esistenza.

Pietro era pescatore e Maria Maddalena contadina, ma avendo avuto il favore speciale della grazia di Cristo, l'orizzonte della loro fede fu illuminato e ancor oggi essi risplendono sull'orizzonte della gloria eterna. In questo stadio, meriti e capacità non sono da considerare; si deve piuttosto tener conto dei fulgidi raggi del Sole della Verità, che hanno illuminato questi specchi.

Mi invitate in America. Anch'io desidero vedere quei volti illuminati e conversare e stare insieme con quei fedeli amici. Ma la forza magnetica che mi condurrà fino a quei lidi sono l'unione e l'armonia fra gli amici, il loro comportamento e la loro condotta conforme agli insegnamenti di Dio e la loro fermezza nel Patto e nel Testamento.

O Divina Provvidenza! Questa assemblea è formata da Tuoi amici che sono attratti alla Tua bellezza e infiammati dal fuoco del Tuo amore. Trasforma queste anime in angeli del cielo, risuscitale mercè l'alito del Tuo Santo Spirito, concedi loro lingue eloquenti e cuori risoluti, conferisci loro forza celestiale e sentimenti misericordiosi, rendili promulgatori dell'unità del genere umano e causa d'amore e di concordia nel mondo dell'umanità, così che la perigliosa oscurità di ignoranti pregiudizi svanisca grazie alla luce del Sole della Verità, si illumini questo squallido mondo, questo regno della materia assorba i raggi del mondo dello spirito, questi differenti colori si fondano in un unico colore e la melodia della luce s'innalzi fino al regno della Tua santità.

In verità, Tu sei l'Onnipotente, il Più Possente!

69. Hai scritto a proposito dell'organizzazione. Gli insegnamenti divini e gli ammonimenti e le esortazioni di Bahá'u'lláh sono chiaramente evidenti.

Essi costituiscono l'organizzazione del Regno e porli in atto è un obbligo; allontanarsene anche di poco è errore assoluto.

Hai scritto a proposito del mio viaggio in America. Se tu potessi vedere quali flutti di costante occupazione mi sommergono, capiresti che manca il tempo per viaggiare; nei periodi di fissa dimora perfino un parziale riposo è impossibile. Se Dio vorrà confido che, grazie alla munificenza di Bahá'u'lláh, non appena si avranno i mezzi per ottenere quiete della mente e del cuore, deciderò di mettermi in viaggio e te ne informerò.

70. O fiaccola accesa! La tua lettera è pervenuta. Il suo contenuto ha recato letizia spirituale, perché era pervasa da sentimenti spirituali e indicava l'attrazione del tuo cuore, attaccamento al Regno di Dio e amore per i Suoi divini insegnamenti.

In verità, tu mostri nobile impegno, hai intendimenti puri e santificati, desideri soltanto compiacere Iddio, non cerchi altro che di ottenere favori illimitati e ti prodighi per promulgare gli insegnamenti divini e spiegare astrusi problemi metafisici. È mia speranza che, col favore di Bahá'u'lláh, tu e

la tua onorata consorte possiate crescere giorno per giorno in fermezza e solidità, così che possiate divenire due vessilli spiegati e due fulgide luci in quell'eccelso Paese.

Compiere lunghi viaggi in ottobre, nel nord, nel sud, nell'est e nell'ovest, in compagnia di quella fiaccola di amor di Dio che è la signora Maxwell sarebbe assai accettabile. È mia speranza che ella possa ristabilirsi completamente; quest'amata ancella di Dio è come una vampa di fuoco e notte e dì non pensa ad altro che a servire Iddio. Per il momento, viaggia negli Stati del nord e in inverno recati in quelli del sud. Il tuo servizio deve consistere nel pronunziare discorsi eloquenti durante riunioni dove tu possa promulgare gli insegnamenti divini. Se possibile, trova il tempo di fare un viaggio nelle Isole Hawai.

Gli eventi accaduti sono stati tutti registrati cinquant'anni or sono nelle Tavole di Bahá'u'lláh - Tavole che sono state stampate, pubblicate e divulgate in tutto il mondo. Gli insegnamenti di Bahá'u'lláh sono la luce di quest'èra e lo spirito di questo secolo. Spiegali uno per uno nelle riunioni.

Il primo è la ricerca della verità,
il secondo, l'unità del genere umano,
il terzo, la pace universale,

il quarto, la conformità fra scienza e rivelazione divina,

il quinto, l'abbandono dei pregiudizi razziali, religiosi e politici, pregiudizi che distruggono le fondamenta dell'umanità,

il sesto è onestà e giustizia,

il settimo, il miglioramento della morale e l'educazione spirituale,

l' ottavo, la parità fra i sessi,

il nono, la diffusione del sapere e dell'istruzione,

il decimo, i problemi economici, e così via. Prodigatevi affinché le anime pervengano alla luce della guida e si aggrappino all'orlo del manto di Bahá'u'lláh.

La lettera che hai accluso è stata letta attentamente. Quando l'anima umana sia affinata e forbita, si stabiliscono legami spirituali e da questi vincoli si producono sensazioni che il cuore percepisce. Il cuore umano rassomiglia a uno specchio. Quando esso sia purificato, i cuori umani entrano

in sintonia e si rispecchiano l'uno nell'altro e così si generano sentimenti spirituali. È come il mondo dei sogni in cui l'uomo è distaccato dalle cose tangibili e percepisce quelle dello spirito. Quali meravigliose leggi in opera, quali rimarchevoli scoperte! Ed è anche possibile registrare comunicazioni dettagliate...

Infine, spero che a Chicago gli amici divengano uniti e illuminino la città, perché ivi apparve l'alba della Causa e da questo dipende la sua precedenza rispetto alle altre città. Perciò se ne deve avere rispetto, sì che, se Dio vorrà, possa essere liberata da ogni afflizione spirituale e conseguire perfetta

salute e divenire un centro del Patto e del Testamento.

71. Amata ancella di Dio! La tua lettera è pervenuta e il suo contenuto rivelava che gli amici, in perfetta energia e vitalità, si prodigano per propagare gli insegnamenti celesti. Questa notizia ha recato profonda gioia e letizia. Ogni èra ha un proprio spirito: lo spirito di quest'èra illuminata si trova negli insegnamenti di Bahá'u'lláh. Essi infatti gettano le basi dell'unità del mondo dell'umanità e promulgano la fratellanza universale; si fondano sull'unità fra scienza e religione e sulla ricerca della verità; sostengono il principio che la religione dev'essere causa di amicizia, unione e armonia fra gli uomini; stabiliscono la parità dei sessi e propongono principi economici intesi alla felicità delle persone; propugnano l'educazione universale, affinché ogni anima abbia per quanto possibile una parte di sapere; abrogano e annullano ogni pregiudizio religioso, razziale, politico, patriottico, economico e così via. Questi insegnamenti, disseminati nelle Epistole e nelle Tavole, sono causa di illuminazione e di vita per il mondo dell'umanità. Chiunque li promulghi sarà per certo assistito dal Regno di Dio.

Il Presidente della Repubblica, il dottor Wilson, sta in verità servendo il Regno di Dio, poiché non si dà pace e lotta giorno e notte affinché i diritti di tutti gli uomini siano preservati sani e salvi, affinché le nazioni, piccole e grandi, possano vivere nella pace e nella sicurezza, sotto la protezione dell'Onestà e della Giustizia. Questo proponimento è nobile davvero. Confido che l'incomparabile Provvidenza assista e confermi anime siffatte in ogni condizione.

72. O vero amico! Leggi, alla scuola di Dio, le lezioni dello spirito e impara dal Maestro dell'amore le intime verità. Cerca gli arcani del Cielo e parla della grazia traboccante e del favore di Dio. Imparare le scienze e le arti è la massima gloria del genere umano, ma lo è solo a condizione che il

fiume dell'uomo sbocchi nel Mare possente e tragga dall'antica fonte di Dio la Sua ispirazione. Quando ciò avviene, allora ogni maestro è come un immenso oceano, ogni allievo una prodiga fonte di sapere. Se dunque la ricerca del sapere conduce alla bellezza di Colui Che è l'Oggetto di tutto il Sapere, quella mèta è eccellente; altrimenti, una semplice goccia potrà forse separare l'uomo dalla grazia straripante, perché con il sapere vengono l'arroganza e l'orgoglio e ciò porta all'errore e all'indifferenza verso Dio.

Le scienze moderne sono ponti verso la realtà; se dunque esse non conducono alla realtà, null'altro resta fuorché l'illusione! Per l'unico vero Dio! Se non è un mezzo per accedere a Lui, il Più Palese, il sapere è solo danno evidente.

Hai il dovere di apprendere i vari rami del sapere e di rivolgerti verso la bellezza della Palese Beltà, affinché tu possa essere segno di guida salvifica tra i popoli del mondo e centro focale di comprensione in questo campo da cui i saggi e la loro saggezza sono esclusi, eccettuato colui che mette piede nel Regno delle Luci e viene reso edotto del mistero velato e nascosto, del segreto ben custodito.

73. O figlia del Regno! La tua lettera è pervenuta e dal suo contenuto si comprende chiaramente che tu hai concentrato tutti i tuoi pensieri nell'acquisire luce dai regni del mistero. Finché i suoi pensieri non sono coordinati, l'uomo non può ottenere risultati; ma se sono concentrati su un unico punto, i frutti saranno portentosi.

È impossibile ottenere la piena forza della luce solare quando essa cada su uno specchio piano, ma allorché il sole risplenda su uno specchio concavo o su una lente convessa, tutto il suo calore viene a concentrarsi in un singolo punto e quel punto arde caldissimo. Perciò è necessario concentrare tutti i pensieri su un unico punto così che esso divenga una valida forza.

Desideri celebrare il Giorno di Ridvan con una festa e invitare i presenti a recitare Tavole con letizia e gioia, e mi chiedi di inviarti una lettera da leggere quel giorno. Ecco la mia lettera:

Amati, ancelle del Misericordioso! Questo è il giorno in cui l'Astro della Verità si levò sull'orizzonte della vita, e la gloria rifulse, e il suo fulgore brillò con tale forza da squarciare gli alti cumuli di dense nubi, e assurse nei cieli del mondo in tutto il suo splendore. Ecco perché vedete un nuovo palpito di vita in tutto il creato.

Guardate quanto, in questo giorno, le scienze e le arti si siano ampliate, e quali portentosi progressi tecnici siano stati compiuti, e a qual segno le facoltà della mente siano cresciute, e quali stupende invenzioni siano apparse!

Questa èra, in verità, ne vale cento: se raccoglieste il frutto di cento ère e lo paragonaste al prodotto accumulato nei nostri tempi, il raccolto di quest'èra supererebbe quello di cento ère trascorse. Prendete, ad esempio, il totale di tutti i libri scritti nelle ère passate e paragonatelo ai libri e

ai trattati che la nostra èra ha prodotto: questi libri, scritti nella nostra èra soltanto, sorpassano di gran lunga il totale dei volumi che sono stati scritti in tutte le ère. Guardate quale possente influenza l'Astro del mondo ha esercitato sulle intime essenze di tutte le cose create!

Ma, ahimè, mille volte ahimè! Gli occhi non vedono, sono sorde le orecchie, e i cuori e le menti dimentichi di questo supremo dono. Prodigatevi dunque, con tutto il cuore e tutta l'anima, per ridestare i dormienti, dare la vista ai ciechi, far risorgere i morti.

74. O uccello che canti dolcemente la Bellezza di Abha! In questa nuova, meravigliosa dispensazione i veli della superstizione sono stati squarciati e i pregiudizi dei popoli orientali sono condannati. Presso certe nazioni d'oriente la musica era considerata reprensibile, ma in questa nuova età la Luce Manifesta ha proclamato specificamente, nelle Sue Tavole sante, che la musica, cantata o suonata, è cibo spirituale per l'anima e il cuore.

L'arte del musicista è fra le arti degne del più alto encomio e commuove i cuori di tutti i sofferenti. Perciò, o Shahnáz,1 suona e canta le sante parole di Dio con meravigliose melodie nelle riunioni degli amici, sì che gli ascoltatori possano essere disciolti dalle catene delle ansietà e del dolore e le anime possano fremere di gioia e prosternarsi in preghiera innanzi al regno della Gloria.

75. Prodigati con tutto il cuore e tutta l'anima per portare unione e armonia fra i bianchi e i neri dimostrando così l'unità del mondo Bahá'í dove non v'è posto per distinzioni di colore, ma solo i cuori sono considerati. Sia lodato Iddio, i cuori degli amici sono uniti e legati, siano essi orientali od occidentali, settentrionali o meridionali, tedeschi, francesi, giapponesi, americani, siano essi di razza bianca, nera, rossa, gialla o bruna. La differenza di colore, di terra o razza non hanno importanza nella Fede Bahá'í; al contrario, l'unità Bahá'í sopraffà tutto e cancella tutte quelle fantasie e immaginazioni.

76. O tu che hai il cuore illuminato! Sei come la pupilla dell'occhio, il sito da cui trae origine la luce, perché l'amor di Dio ha gettato i suoi raggi nel tuo intimo essere e tu hai rivolto il viso verso il Regno del tuo Signore.

È profondo l'odio che esiste in America, tra neri e bianchi, ma è mia speranza che la forza del Regno unisca queste due razze in amicizia e valga loro quale balsamo risanatore.

Non guardate al colore degli uomini, sibbene al loro cuore. Se il cuore è pieno di luce, quell'uomo è vicino alla soglia del suo Signore; altrimenti, è incurante del Signore, sia egli bianco o nero.

77. O riverita ancella di Dio! La tua lettera è pervenuta da Los Angeles. Ringrazia la Provvidenza divina che sei stata assistita nel servizio e che sei stata causa della promulgazione dell'unità del mondo dell'umanità, sì che le tenebre delle differenze siano dissipate frammezzo agli uomini e il padiglione dell'unità delle nazioni proietti la sua ombra su tutte le regioni. Senza questa unità non potranno esservi né riposo né agio, né pace né riconciliazione universale. Questo secolo illuminato esige e richiede che ciò si adempia. In ogni secolo Dio conferma un tema particolare e centrale, secondo i requisiti di quel secolo. In questo evo illuminato Egli ha confermato l'unità del mondo dell'umanità. Chiunque serva tale unità sarà indubbiamente confermato e assistito. Spero che tu innalzi nelle assemblee canti di lode in dolci accenti arrecando così gioia e letizia a tutti.

78. O tu che sei puro nel cuore, santificato nello spirito, impareggiabile nel carattere, leggiadro nel volto! È pervenuta la tua fotografia a rivelare la tua forma fisica in perfetta grazia e ottimo aspetto. Il tuo volto è scuro, ma il tuo carattere è luminoso. Sei come la pupilla dell'occhio che, nera di

colore, è fonte di luce e rivela il mondo contingente.

Non ti ho dimenticato e non ti dimenticherò. Imploro Dio che Si degni di fare di te il segno del Suo favore frammezzo agli uomini, che illumini il tuo volto con la luce di tutte le benedizioni concesse dal misericordioso Signore, che ti trascelga per il Suo amore in questo evo illustre fra tutte le età e i secoli passati.

79. O onorato personaggio! Ho letto la Sua opera, The Gospel of Wealth,1 e vi ho notato raccomandazioni giuste e sagge per migliorare le sorti del genere umano.

Per dirla in breve, gli Insegnamenti di Bahá'u'lláh auspicano la divisione volontaria dei beni e questa è cosa più grande del livellamento delle ricchezze, perché il livellamento dev'essere imposto dall'esterno, mentre la divisione dei beni è una libera scelta.

L'uomo raggiunge la perfezione per mezzo di buone azioni liberamente compiute, non per mezzo di buone azioni che è stato costretto a compiere. E la divisione dei beni è una giusta azione di libera scelta personale: cioè, i ricchi devono porgere aiuto ai poveri, spendere le loro sostanze per i poveri, ma liberamente e non perché i poveri l'hanno ottenuto con la forza: dalla forza hanno origine la confusione e la rovina dell'ordine sociale. D'altra parte la divisione dei beni e la libera erogazione delle proprie sostanze apportano benessere e pace nella società, illuminano il mondo, conferiscono onore al genere umano.

In America, mentre viaggiavo di città in città, ho visto, nelle varie università, i buoni effetti della Sua filantropia: riunioni per la pace e associazioni per la promozione del sapere. E per questo prego per Lei, che Ella possa essere sempre avvolto dai doni e dalle grazie del cielo e compiere molte azioni filantropiche in Oriente e in Occidente. Così possa Ella rifulgere come una fiaccola accesa nel Regno di Dio, conseguire onore e vita eterna e brillare quale fulgida stella sull'orizzonte dell'eternità.

80. O tu che rivolgi il viso verso Dio! La tua lettera è pervenuta. Dal suo contenuto siamo stati informati che è tuo desiderio provvedere ai poveri. Non v'è desiderio migliore di questo! Le anime che appartengono al Regno desiderano ardentemente d'essere di giovamento ai poveri, di mostrare loro comprensione, di essere gentili con i miseri e di mettere a frutto le loro vite: felice te che hai questo desiderio.

Porgi ai tuoi due figli da parte mia sentimenti di gentilezza e di profondo amore. Sono pervenute anche le loro missive, ma non ho il tempo di scrivere ora messaggi separati. Mostra loro da parte mia la massima gentilezza.

81. I servigi di quelle anime che durante la guerra hanno provveduto ai poveri e lavorato nella Missione della Croce Rossa sono ben accetti al Regno di Dio e causa della loro vita eterna: reca loro questa lieta novella.

82. O tu che sei saldo nel Patto, la tua lettera è pervenuta. Hai compiuto grandi sforzi per quel detenuto, può darsi che saranno fruttuosi. Ma digli: ”I cittadini del mondo sono rinchiusi nella prigione della natura - una prigione ininterrotta ed eterna. Se tu sei oggi confinato entro i limiti di un carcere temporaneo, non addolorartene; è mia speranza che tu possa essere liberato dalla prigione della natura e raggiungere la corte della vita eterna.

Prega Iddio giorno e notte e invoca indulgenza e perdono. L'onnipotenza di Dio risolverà ogni difficoltà ”.

83. Porgi a nome di 'Abdu'l-Bahá alla tua onorata consorte i miei saluti di Abhá e dì: ”Trattare con gentilezza, educare e istruire i detenuti è cosa oltremodo importante; perciò, giacché ti sei prodigata in questo, ne hai ridestati alcuni e hai ottenuto che rivolgessero il viso verso il Regno divino,

questa encomiabile azione è assai ben accetta. Persevera sicuramente. Porgi ai due detenuti di San Quentin i miei sentimenti di massima gentilezza e dì loro: 'Agli occhi dei saggi quel carcere è una scuola di istruzione e di sviluppo. Dovete impegnarvi con tutta l'anima e tutto il cuore per divenire rinomati per carattere e sapere'. ”

84. Cara ancella di Dio! La tua lettera è pervenuta e il suo contenuto è stato esaminato.

Per la massa della gente il matrimonio è un legame materiale: una tale unione non può essere altro che temporanea, poiché è destinata a concludersi in una separazione fisica.

Tra la gente di Bahá il matrimonio deve essere connubio dei corpi e degli spiriti, poiché tra loro marito e moglie sono infiammati entrambi dallo stesso vino, innamorati dello stesso incomparabile Volto, vivi e attivi in virtù dello stesso spirito, illuminati dalla stessa gloria. Giacché è spirituale, questo loro rapporto è un vincolo che si conserverà per sempre. Altrettanto tenaci e duraturi sono i nodi che li legano nel mondo materiale, perché ove il matrimonio sia fondato sullo spirito e sul corpo, quell'unione è vera epperciò durevole. Ma certo un legame che sia materiale, e nulla più, è solo temporaneo e finirà inesorabilmente per disciogliersi.

Orbene, quando la gente di Bahá s'impegna in matrimonio deve congiungersi in un rapporto autentico, in un incontro degli spiriti e dei corpi, sì che tale unione si perpetui in ogni fase della vita e in tutti i mondi di Dio: questa vera unità è uno sprazzo dell'amor di Dio.

In egual modo le anime che giungano a credere sinceramente entrano in spirituale corrispondenza e mostrano una tenerezza che non è di questo mondo. Esse saranno inebriate da un sorso dell'amor di Dio e quella loro unione, quel rapporto, seguiterà anch'esso eternamente. E cioè quelle anime che obliano se stesse, che si spogliano dei difetti dell'umanità, e si disciolgono dai vincoli umani, sono indubbiamente illuminate dagli splendori celestiali dell'unità e pervengono alla vera unione nel mondo imperituro.

85. In quanto al quesito sul matrimonio secondo la legge di Dio: anzitutto sta a te scegliere una persona che ti piaccia, poi la cosa dipende dal consenso del padre e della madre. Ma prima che tu abbia fatto la tua scelta, essi non hanno alcun diritto di interferire.

86. Il vero matrimonio Bahá'í è il mutuo impegno delle due parti e un reciproco attaccamento delle menti e dei cuori. Ma ciascuno è tenuto a studiarsi con cura di conoscere a fondo il carattere dell'altro, sì che il vincolante patto fra loro possa essere un nodo che duri per l'eternità. Sia questo il loro scopo: divenire amorevoli amici e compagni, tra loro uniti nel tempo e nell'eternità...

Questo è il vero matrimonio bahá'í: che marito e moglie siano congiunti nel corpo e nello spirito, che l'uno possa sempre approfondire la vita spirituale dell'altro, che siano eternamente uniti in tutti i mondi di Dio. Ecco cos'è un matrimonio bahá'í.

87. O tu che mi ricordi colui che morì per la Bellezza Benedetta! La recente lieta notizia delle tue nozze con quella luminosa foglia ha recato infinita gioia ai cuori della gente di Dio. In tutta umiltà, preghiere di supplica sono state innalzate alla Santa Soglia: possa questo matrimonio essere foriero di gioia per gli amici, nodo d'amore per tutta l'eternità, apportatore di benefizi e frutti duraturi.

Dalla separazione procedono mali e danni d'ogni sorta, ma il congiungimento delle creature produce risultati degni d'alto encomio. Nel mondo dell'essere dall'accoppiamento sia pur delle più minuscole particelle si appalesano la grazia e il favore di Dio: più alto il grado, più importante l'unione. ”Sia

gloria a Colui Che ha creato le coppie tutte, di quel che produce la terra, e di loro stessi, e di quel che non sanno ”.1 E al di sopra di ogni altro connubio vi è quello tra gli esseri umani, specialmente quando si esprima nell'amor di Dio. Così si manifesta l'unità primeva, così sono gettate le fondamenta dell'amore nello spirito. È certo che matrimoni quali il vostro faranno sì che si rivelino le divine elargizioni. Perciò vi porgiamo le nostre felicitazioni, e invochiamo benedizioni su di voi, e imploriamo la Bellezza Benedetta che, col Suo aiuto e col suo favore, di quelle nozze faccia una festa giuliva per tutti, adorna dell'armonia del Cielo.

O mio Signore, o mio Signore! Queste due lucenti lune si sono sposate nel Tuo amore, congiunte nel servire la Tua Santa Soglia, unite nel ministrare alla Tua Causa. Fa' che questo matrimonio sia quale serto di luce della Tua sovrabbondante grazia, o mio Signore, il Misericordiosissimo, e raggio luminoso delle Tue elargizioni, o Benefico, Eterno Donatore, sì che da questo grande albero germoglino rami che crescano verdi e fiorenti mercè i doni effusi dalle nuvole della Tua grazia.

In verità, Tu sei il Generoso, in verità Tu sei l'Onnipotente, in verità Tu sei il Compassionevole, il Misericordiosissimo.

88. O miei due amati figli! La notizia della vostra unione, appena giunta, mi ha recato infinita gioia e gratitudine. Sia lodato Iddio, quelle due fedeli colombe hanno cercato asilo in un solo nido. Imploro Dio che permetta loro di formare un'onorata famiglia, perché l'importanza del matrimonio è nel costruire una famiglia riccamente benedetta, sì che, quale faro, possa illuminare il mondo, in perfetta felicità. L'illuminazione del mondo infatti dipende dell'esistenza dell'uomo; se egli non esistesse, esso sarebbe stato quale infeconda pianta. È mia speranza che diveniate come un solo albero e che, mercè le effusioni delle nubi del tenero amore, acquistiate vigore e fascino, e germogliate, e produciate frutto, sì che la vostra stirpe possa durare per sempre.

A voi la gloria del Gloriosissimo.

89. O tu che sei saldo nel Patto! La lettera che hai scritto il 2 maggio 1919 è pervenuta. Sia lodato Iddio, sei solido e incrollabile nei cimenti e ti aggrappi al Regno di Abhá. Non c'è afflizione che ti scuota né calamità che ti disturbi. Finché l'uomo non è messo alla prova, l'oro puro non si separa nettamente dalle scorie. Il tormento è il fuoco della prova nel quale l'oro puro brilla luminoso, mentre l'impurità brucia ed annerisce. In questo momento, sia ringraziato Iddio, sei solido e incrollabile nelle prove e nei cimenti e non ne sei turbato.

Tua moglie non è in armonia con te, ma sia lodato Iddio la Bellezza Benedetta è contenta di te e ti elargisce la massima delle grazie e delle benedizioni. Cerca però di pazientare ancora con tua moglie, caso mai ella ne fosse trasformata e illuminato il suo cuore.

La contribuzione che hai offerto per l'insegnamento è ben accetta e sarà perpetuamente menzionata nel Regno divino poiché è causa della diffusione delle fragranze e della esaltazione della Parola di Dio.

90. O Dio, mio Dio! Questa Tua ancella Te invoca, in Te confida, verso Te rivolge il viso, implorandoTi di concederle le Tue grazie celesti, di svelarle

i Tuoi misteri spirituali e di avvolgerla nelle luci della Tua Divinità.

O mio Signore! Fa' che gli occhi del mio consorte vedano. Allieta il suo cuore con la luce del conoscerTi, trai la sua mente alla Tua luminosa beltà, ristora il suo spirito rivelandogli i Tuoi palesi splendori.

O mio Signore! Solleva il velo dal suo sguardo, inondalo coi Tuoi copiosi doni, inebrialo col vino del Tuo amore, fa' di lui uno di quei Tuoi angeli che posano i piedi su questa terra, mentre le loro anime si librano nell'alto dei cieli. Fa' di lui fulgida lampada, che sparga la luce della Tua saggezza

frammezzo alle Tue genti.

In verità, Tu sei il Prezioso, l'Eterno Elargitore, Colui Che dispensa con larga mano.

91. Sappi che ciascuna delle parole e dei gesti delle preghiere obbligatorie contiene allusioni, misteri e saggezze che l'uomo è incapace di comprendere, né a lettere e pergamene è dato contenere.

In quanto al tuo onorato marito: è doveroso che tu lo tratti con grande gentilezza, che tu tenga conto dei suoi desideri e sii con lui sempre conciliante, finché egli non veda che - essendoti rivolta verso il Regno di Dio - la tua tenerezza verso di lui, il tuo amore per Dio, nonché la tua sollecitudine ai suoi

desideri in ogni circostanza sono cresciuti.

Prego che l'Onnipotente ti mantenga solidamente arroccata nel Suo amore, sempre esalante i soavi aliti della santità in tutte quelle regioni.

92. O voi due che credete in Dio! Il Signore, impareggiabile qual'è, ha creato uomo e donna perché dimorino assieme nella più stretta amicizia, quasi fossero un'anima sola. Essi sono due compagni, due amici intimi, tenuti a preoccuparsi del reciproco benessere.

Se così vivranno, attraverseranno questo mondo in perfetto appagamento, beatitudine e pace di cuore e nel Regno dei Cieli diverranno ricettacoli della grazia e del favore di Dio. Ma se agiranno altrimenti, consumeranno la vita in grande amarezza, desiderosi sempre di morte, e nel regno celeste ne sentiran vergogna.

Sforzatevi, ordunque, di rimanere assieme, anima e corpo, come due colombi nel nido, poiché ne trarrete benedizioni in entrambi i mondi.

93. O ancella di Dio! Ogni donna che divenga ancella di Dio offusca la gloria delle imperatrici del mondo, perché ella è legata a Dio e la sua sovranità è duratura, mentre un pugno di polvere cancellerà il nome e la fama delle altre. In altre parole, appena calate nella tomba, esse sono ridotte in nulla, mentre le ancelle del Regno di Dio hanno una sovranità eterna, intatta dal trascorrere di ère e di generazioni.

Considera quante imperatrici sono venute e andate dal tempo di Cristo. Ciascuna di esse governava un paese ma ora se ne sono perduti ogni nome, ogni traccia, mentre Maria Maddalena, che era semplicemente contadina e ancella di Dio, ancora risplende sull'orizzonte della gloria imperitura. Ingegnati, dunque, di rimanere ancella di Dio.

Hai lodato la Convenzione. In futuro essa acquisterà grande importanza, perché provvede al Regno divino e al mondo dell'umanità. Essa promulga la pace universale e pone le basi dell'unità del genere umano, libera le anime dai pregiudizi religiosi, razziali, e mondani e le riunisce nell'ombra dell'unicolore padiglione di Dio. Loda Iddio, dunque, ché vi hai partecipato e hai ascoltato gli Insegnamenti divini.

94. O ancella della Bellezza di Abha! La tua lettera è arrivata, ed è stata una grande gioia leggerla. Sia lodato Iddio, le credenti hanno organizzato riunioni dove impareranno a insegnare la Fede, diffonderanno i dolci effluvi degl'insegnamenti e faranno piani per l'addestramento dei bambini.

Questa riunione deve essere completamente spirituale. Cioè la discussione deve essere limitata all'esposizione di prove chiare e conclusive che il Sole della Verità è sorto davvero. E inoltre, i presenti devono preoccuparsi di tutti i mezzi che servono a educare le bambine; d'insegnare i vari rami del sapere, le buone maniere, un giusto modo di vivere, lo sviluppo di un buon carattere, la castità e la costanza, la perseveranza, la forza, la determinazione, la fermezza di intenti, l'economia domestica, l'educazione dei bambini e tutto quanto concerne in special modo le necessità delle ragazze - affinché queste bambine, allevate nella roccaforte di tutte le perfezioni, e protette da un buon carattere, possano, quando diverranno madri, educare i loro figli sin dalla prima infanzia in modo che abbiano un buon carattere e si comportino bene.

Studino anche tutto ciò che promuoverà la salute del corpo e la sua efficienza fisica e come proteggere i figli dalle malattie.

Quando le cose sono così ben organizzate, ogni bambino potrà diventare una pianta impareggiabile nei giardini del Paradiso di Abhá.

95. O ancelle del Signore! La riunione spirituale che avete istituito in codesta città luminosa è molto propizia. Avete fatto grandi progressi; avete sorpassato gli altri, vi siete mosse per servire la Santa Soglia e vi siete guadagnate i doni del Cielo. Ora con grande zelo spirituale dovete riunirvi in

quell'adunanza illuminata e recitare le Sacre Scritture e ricordare il Signore.

Esponete i Suoi argomenti e le Sue prove. Lavorate per guidare le donne del paese, insegnate alle bambine e ai bambini, affinché le madri possano educare i loro piccini fin dai primi giorni, addestrarli perfettamente, allevarli sì che abbiano un bel carattere e una buona morale, guidarli a tutte le virtù umane, impedire lo sviluppo di qualsiasi comportamento riprovevole e nutrirli nell'abbraccio dell'educazione bahá'í. Così questi teneri infanti saranno nutriti al petto della conoscenza di Dio e del Suo amore. Così cresceranno e fioriranno, e impareranno la rettitudine e la dignità umana, la risolutezza e la volontà di lottare e di resistere. Così impareranno ad essere perseveranti in ogni cosa, a voler progredire, apprenderanno grande magnanimità e decisa risolutezza, castità e purezza di vita. Così potranno portare a buon fine tutto ciò che incominciano.

Pensino le madri che tutto quanto concerne l'educazione dei bambini è di primaria importanza. Facciano tutto il possibile a questo riguardo, perché, quand'è verde e tenero, il ramo cresce nel modo in cui lo si coltiva. Pertanto le madri hanno l'obbligo di allevare i loro piccoli come il giardiniere che accudisce alle sue pianticelle. Si sforzino giorno e notte di infondere nel cuore dei figli fede e certezza, timor di Dio, amore per l'Amato dei mondi e ogni buona qualità e caratteristica. Quando una madre vede che suo figlio ha agito bene, lo lodi e lo applaudisca e rallegri il suo cuore; e se dovesse manifestarsi la più piccola qualità indesiderabile, ammonisca il bimbo e lo punisca e si serva di mezzi basati sulla ragione, anche un lieve castigo verbale se fosse necessario. Ma non è permesso percuotere un bambino, o offenderlo, perché se il bambino verrà sottoposto a percosse o insulti, il suo carattere sarà completamente rovinato.

96. O ancelle del Misericordioso! Rendete lode all'Antica Bellezza, ché siete state suscitate e riunite insieme in questo possente fra i secoli, in questa luminosissima età. Quale degno ringraziamento per tale favore, ergetevi incrollabili e forti nel Patto e, seguendo i precetti di Dio e la santa Legge,

allattate i vostri figli sin dall'infanzia con il latte di un'educazione universale e allevateli in tal modo che sin dai primi giorni, nel loro intimo cuore, nella loro natura, si insedi fermamente uno stile di vita che sia in tutto conforme agli Insegnamenti divini. Le madri infatti sono le prime educatrici, il primo mentore; e in verità sono le madri che determinano la felicità, la futura grandezza, i modi cortesi, la cultura e il discernimento, la comprensione e la fede dei loro pargoli.

97. Vi sono alcune colonne che sono state erette come incrollabili sostegni della Fede di Dio. Tra queste le più possenti sono il sapere e l'uso della mente, lo sviluppo della coscienza e la capacità di intuire le realtà dell'universo e i reconditi misteri di Dio Onnipotente.

La promozione del sapere è pertanto un dovere imprescindibile imposto a tutti gli amici di Dio. L'Assemblea Spirituale, divino consesso, ha l'obbligo di fare tutto il possibile per educare i bambini, così che fin dall'infanzia essi imparino a conoscere la condotta Bahá'í e le vie di Dio e possano, simili a giovani piante, prosperare e fiorire nelle acque dolcemente scorrenti che sono i consigli e gli ammonimenti della Bellezza Benedetta.

98. Se non ci fosse un educatore, tutte le anime rimarrebbero selvagge, e se non fosse per il maestro, i bambini sarebbero creature ignoranti.

Per questo motivo, in questo Nuovo Ciclo, nel Libro di Dio è scritto che l'educazione e l'istruzione sono obbligatorie e non volontarie. Cioè è imposto al padre e alla madre il dovere di fare tutto il possibile per educare figlie e figli, per nutrirli al petto del sapere e per allevarli al seno delle scienze e delle arti. Se trascureranno ciò, saranno ritenuti responsabili e degni di biasimo al cospetto del severo Signore.

99. Mi hai scritto a proposito dei bambini: fin dall'inizio si deve dare ai bambini un'educazione divina e continuamente si deve rammentar loro di ricordare Iddio. Che l'amor di Dio pervada il loro più intimo essere, mescolato al latte materno.

100. Desidero che questi bambini ricevano un'educazione Bahá'í in modo che possano progredire sia qui sia nel Regno dei Cieli e rallegrare il tuo cuore. In futuro, la morale degenererà al massimo. È essenziale che i bambini siano allevati in modo bahá'í, perché possano trovare felicità tanto in questo mondo quanto nell'altro. Altrimenti, saranno assediati da dolori e affanni, perché la felicità umana si fonda sul comportamento spirituale.

101. O voi che avete la pace dell'anima! Fra i Testi divini esposti nel Più Santo Libro nonché in altre Tavole v'è questo: incombe al padre e alla madre di educare i loro figli nella buona condotta e nello studio dei libri, uno studio, cioè, entro i limiti necessari, così che non vi sia bambino, femmina o maschio, che resti illetterato. Se il padre dovesse mancare al proprio dovere, sia costretto ad assumersi la propria responsabilità; e se non dovesse essere in grado di farlo, la Casa di Giustizia si occupi dell'educazione dei suoi figli; nessun fanciullo dovrà essere comunque lasciato senza educazione. È questo uno dei rigorosi e inderogabili comandamenti e il trascurarlo attirerebbe l'irata indignazione dell'Onnipotente Iddio.

102. O veri compagni! Tutti gli uomini sono come bambini a scuola e le Albe della Luce, le Fonti della rivelazione divina, sono i maestri, meravigliosi e impareggiabili. Nella scuola delle realtà essi educano questi bambini e bambine, secondo gli insegnamenti di Dio e li allevano al seno della grazia, perché possano svilupparsi in tutti i campi, mostrare gli eccellenti doni e benedizioni del Signore e possedere anche perfezioni umane; progredire in tutti i settori delle conquiste umane, tanto esteriori quanto interiori, celate o visibili, materiali o spirituali, finché facciano di questo mondo mortale un immenso specchio, rispecchiante l'altro mondo che non perisce.

O voi amici di Dio! In questa importantissima età, il Sole della Verità, essendo asceso all'apice dell'equinozio di primavera, e avendo gettato i suoi raggi in ogni clima, susciterà una così trepida eccitazione, scatenerà tali vibrazioni nel mondo dell'essere, stimolerà una tale crescita e un tale sviluppo, effonderà una tale gloria di luce, e le nubi della grazia riverseranno una tale dovizia di acque, e i campi e le pianure traboccheranno di una tale galassia di piante e di boccioli profumati, che quest'umile terra diverrà il Regno di Abhá, e questo mondo quaggiù come il mondo lassù. Allora questo granello di polvere sarà come l'immensa volta celeste, questo luogo umano, la reggia di Dio e questa goccia d'argilla, l'alba degl'infiniti favori del Signore dei Signori.

Pertanto, o amati di Dio! fate uno sforzo possente, finché non significherete voi stessi questo progresso e tutte queste confermazioni e non diverrete centri focali delle benedizioni di Dio, albe della luce della Sua unità, promotori dei doni e delle grazie della vita civile. Siate in quella terra all'avanguardia nelle perfezioni umane; portate avanti i vari rami del sapere, siate attivi e progrediti nel campo delle invenzioni e delle arti. Sforzatevi di correggere la condotta degli uomini e cercate di eccellere in tutto il mondo per la vostra moralità. Nutrite i bambini, fin dall'infanzia, al petto della grazia celeste, allevateli nella culla dell'eccellenza, educateli nell'abbraccio della munificenza. Date loro il vantaggio di ogni utile genere di sapere. Fateli partecipi di tutte le nuove e rare e meravigliose arti e mestieri. Abituateli a lavorare e ad ingegnarsi, e rendeteli avvezzi alla fatica. Insegnate loro a dedicare la vita a cose di grande importanza e ispirateli a intraprendere studi che giovino all'umanità.

103. Educare e istruire i bambini è una delle azioni umane più meritevoli e attrae la grazia e il favore del Misericordiosissimo, perché l'educazione è la base indispensabile d'ogni umana perfezione e permette all'uomo di farsi strada fino alle vette della gloria eterna. Il bimbo che venga educato fin dall'infanzia attingerà, grazie alle cure amorevoli del Santo Giardiniere, alle acque

cristalline dello spirito e del sapere, come un alberello tra ruscelli scorrenti. E certamente si guadagnerà i raggi fulgenti del Sole della Verità e grazie alla sua luce e al suo calore crescerà sempre fresco e bello nel giardino della vita.

Pertanto il mentore deve essere anche medico: cioè, mentre istruisce i bambini, deve correggere i loro difetti; deve dar loro il sapere e nello stesso tempo abituarli ad avere una natura spirituale. Sia il maestro un medico per il carattere del bambino, potrà così risanare i mali spirituali dei figli degli

uomini. Se si farà un grande sforzo in questo importante compito, il mondo dell'umanità risplenderà per altri ornamenti e irradierà la luce più bella. Allora questo luogo oscuro diverrà luminoso e questa dimora terrena si tramuterà in Paradiso. Allora i demoni si trasformeranno in angeli, e i lupi in pastori d'armenti, e i branchi di dinghi in gazzelle pascolanti nelle piane dell'unicità, e i predatori in pacifici greggi; e gli uccelli rapaci, dagli artigli aguzzi come coltelli, in uccelli canterini gorgheggianti le dolci melodie native.

Poiché l'intima realtà dell'uomo è una linea di demarcazione tra l'ombra e la luce, un luogo dove s'incontrano i due mari; è il punto più basso dell'arco discendente, e pertanto è capace di oltrepassare tutti i gradi superiori. Con l'educazione può raggiungere tutte le perfezioni; senza educazione s'arresta all'infimo grado d'imperfezione.

Ogni bambino è in potenza la luce del mondo - e nello stesso tempo la sua tenebra; pertanto la questione dell'educazione deve essere considerata di primaria importanza. Sin dall'infanzia, il bambino deve essere nutrito al petto dell'amor di Dio, e allevato nell'abbraccio della Sua conoscenza, affinché possa irradiare luce, crescere in spiritualità, essere colmato di saggezza e di dottrina e assumere le qualità dell'esercito angelico.

Poiché vi è stato assegnato questo sacro compito, dovete quindi fare tutto il possibile per rendere quella scuola famosa sotto ogni aspetto in tutto il mondo; per farne uno strumento di esaltazione della Parola del Signore.

104. O amati di Dio e ancelle del Misericordioso! Un folto gruppo di studiosi è dell'opinione che le differenze fra le menti e i diversi gradi di percezione siano dovuti a diversità nell'educazione, nell'istruzione e nella cultura. Cioè, essi credono che all'inizio, le menti siano uguali, ma

l'istruzione e l'educazione portino a variazioni della mente e a diversità del livello di intelligenza e che queste variazioni non siano una componente inerente dell'individualità ma una conseguenza dell'educazione: non v'è nessuno che abbia una superiorità innata rispetto agli altri...Anche le Manifestazioni di Dio concordano con l'opinione che l'educazione eserciti una grandissima influenza sull'umanità. Ma Esse affermano che le differenze nel livello dell'intelligenza sono innate; questo fatto è ovvio e non merita discussione. E infatti vediamo che fanciulli della medesima età, del medesimo paese, razza, perfino della medesima famiglia, educati dalle medesime persone, pure sono diversi per grado di comprensione e intelligenza. Uno compie rapidi progressi, l'altro riceve istruzione solo gradualmente, un altro ancora rimane indietro a tutti. E infatti, per quanto levigata, la conchiglia non può trasformarsi in perla lucente, né è possibile tramutare un ciottolo opaco in una gemma i cui limpidi raggi diano luce al mondo. E il colocinto e l'albero amaro, pur curati e coltivati, non potranno mai mutarsi nell'Albero Benedetto. Cioè l'educazione non può alterare l'intima essenza dell'uomo: essa, però, ha un'enorme influenza e con la sua forza può ricavare dall'individuo qualunque perfezione e capacità vi si trovi deposta. Un granello d'orzo, coltivato dal contadino, può produrre un intero raccolto e un seme, che il giardiniere curi, può crescere e divenire un grande albero. Grazie agli sforzi amorevoli dell'insegnante, i bambini della scuola elementare possono giungere ai supremi livelli della cultura; in effetti, la sua benefica influenza può innalzare un fanciullo di poco conto a un eccelso trono. È dunque chiaramente dimostrato che per la loro natura essenziale le menti variano di capacità, ma anche l'educazione svolge un grande ruolo e ha un possente effetto sul loro sviluppo.

105. In quanto alla differenza tra la civiltà materiale oggi prevalente e la civiltà divina che sarà uno dei benefici derivanti dalla Casa di Giustizia, essa è questa: la civiltà materiale, mediante la forza di leggi punitive e vendicative, impedisce alla gente di commettere azioni criminali; tuttavia, mentre continuano a proliferare leggi per punire l'uomo, come potete vedere, non esistono leggi per ricompensarlo. In tutte le città d'Europa e d'America, sono stati eretti grandi edifici destinati a servire da prigione per i criminali.

Ma la civiltà divina addestra ogni membro della società in modo tale che, eccettuata una trascurabile minoranza, nessuno commetterà crimini. Vi è perciò una grande differenza fra prevenire il crimine per mezzo di misure violente e vendicative, e addestrare gli uomini, istruirli e spiritualizzarli in modo tale che, senza alcun timore di punizioni o vendette, essi eviteranno ogni atto criminale. Costoro, in verità, reputeranno il commettere un crimine una grande disgrazia e la più dura punizione. Saranno innamorati delle perfezioni umane e consacreranno la vita a ciò che porta luce nel mondo e favorisce quelle qualità che sono ben accette presso la Santa Soglia di Dio.

Vedete dunque che la differenza tra la civiltà materiale e quella divina è grande. Con la forza e con le punizioni, la civiltà materiale cerca di impedire al popolo di far male, di nuocere alla società e di commettere crimini. Ma nella civiltà divina, l'individuo è condizionato al punto che senza timore alcuno di punizioni, evita di perpetrare crimini, reputa il crimine stesso il peggior tormento, e con alacrità e gioia cerca di acquisire le virtù umane, di favorire il progresso dell'umanità e di diffondere la luce in tutto il mondo.

106. Tra i massimi servigi che l'uomo può rendere a Dio Onnipotente c'è l'educazione e l'addestramento dei bambini, pianticelle del Paradiso di Abhá, così che questi bimbi, protetti dalla grazia nella via della salvezza, crescendo simili a perle di munificenza divina nella conchiglia dell'educazione, possano un giorno adornare la corona della gloria eterna.

Ma è molto difficile svolgere questo servizio, e ancor più difficile farlo con successo. Spero che vi disimpegnerete bene in questo importantissimo compito, e che vincerete la vostra battaglia e diverrete un'insegna dell'abbondante grazia di Dio; che questi bambini, allevati tutti nei santi Insegnamenti, sviluppino caratteri simili alle dolci aure spiranti sui giardini del Gloriosissimo ed esalino la loro fragranza in tutto il mondo.

107. 'Abdu'l-Bahá spera che le giovani anime della classe del sapere più profondo siano accudite da uno che insegni loro l'amore. Possano esse, in tutti i campi dello spirito, imparare bene i reconditi misteri; così bene che, simili a usignoli parlanti, proclamino i segreti del Reame Celeste nel Regno del Gloriosissimo, e come amanti impazienti palesino il loro estremo bisogno e la loro assoluta necessità dell'Amato.

108. Dovete considerare la questione del buon carattere come una questione di primissima importanza. Ogni padre e madre hanno il dovere di consigliare i figli per un lungo periodo e di guidarli a quelle cose che conducono a eterno onore. Incoraggiate gli scolari, sin dai primissimi anni, a fare discorsi di alta qualità, così che nel tempo libero si occupino di pronunziare discorsi persuasivi ed efficaci, esprimendosi con chiarezza ed eloquenza.

109. O voi che ricevete i favori di Dio! In questa nuova e meravigliosa Età, la base incrollabile è l'insegnamento delle scienze e delle arti. Secondo gli espliciti Testi Sacri, ad ogni bambino si devono insegnare arti e mestieri, per quanto necessario. Pertanto si devono aprire scuole in tutte le città e in tutti i villaggi e tutti i bambini devono studiare fino al livello necessario.

Ne consegue che ogni anima che collabori perché questo accada sarà sicuramente gradita alla Soglia Celeste e verrà magnificata dall'Accolta dei cieli.

Voi avete lavorato duramente per questo scopo importante e perciò spero che raccoglierete la vostra ricompensa dal Signore dei chiari pegni e segni, e che gli sguardi della grazia celeste si dirigano verso di voi.

110. In quanto all'organizzazione delle scuole: se possibile i bambini dovrebbero indossare tutti lo stesso tipo di vestito, anche se la stoffa è diversa.

Sarebbe meglio che fosse uguale anche la stoffa; ma se ciò non è possibile, non c'è nulla di male. Tanto più puliti sono gli alunni, tanto meglio; dovrebbero essere immacolati. La scuola deve essere situata in un luogo dove l'aria sia delicata e pura. I bambini devono venire addestrati con cura, in modo che divengano molto cortesi e costumati. Devono essere sempre incoraggiati e si deve infondere in loro il desiderio di raggiungere la perfezione in tutte le qualità umane, affinché imparino sin dai primi anni ad avere alti ideali, a comportarsi bene, a essere casti, puri e immacolati, e ad avere grande risolutezza e fermezza di propositi in tutte le cose. Non scherzino troppo, ma avanzino alacremente verso la mèta, in modo da essere risoluti e fermi in ogni situazione.

L'educazione della morale e della buona condotta è molto più importante dell'erudizione libresca. Un bambino puro, gradevole, di buon carattere e costumato anche se è ignorante - è preferibile a un bambino rude, sporco, cattivo, eppure profondamente versato in tutte le scienze e le arti. La ragione è che il bambino che si comporta bene, anche se è ignorante, fa del bene agli altri, mentre il bambino cattivo e scostumato è corrotto e dannoso per gli altri, anche se è erudito. Ma se il bambino è addestrato in modo da essere sia colto sia buono, il risultato è luce su luce. I bambini sono come un ramo fresco e verde; crescono nel modo in cui sono educati. Fate molta attenzione a dare loro ideali e mete nobili, così che, quando diventeranno grandi irradieranno luce nel mondo come candele luminose, e non saranno macchiati dalla lussuria e dalle passioni come gli animali incuranti e inconsapevoli, ma invece rivolgeranno il cuore alla conquista dell'onore eterno e all'acquisizione di tutte le virtù umane.

111. La prima causa del male è l'ignoranza e dobbiamo pertanto tenerci saldamente agli strumenti della percezione e del sapere. Si deve insegnare il buon carattere. Si deve irradiare luce, così che, nelle scuole dell'umanità, tutti possano acquisire le celesti qualità dello spirito e vedere da soli al di

là d'ogni dubbio che non c'è inferno peggiore, né abisso più profondo del possedere un carattere malvagio e malsano; e che non c'è voragine più tetra né tormento più atroce del mostrare qualità che meritino d'esser condannate.

L'individuo deve essere educato fino al punto che preferirebbe farsi tagliare la gola piuttosto che mentire e reputerebbe più facile lasciarsi ferire da una spada o trafiggere da una lancia che proferire una calunnia o abbandonarsi all'ira.

Tanto sarà alimentato il sentimento della dignità e della fierezza umana da ardere la messe degli appetiti dei sensi. Allora ogni amato di Dio brillerà di virtù spirituali come una luna risplendente e il rapporto con la Sacra Soglia del Signore non sarà illusorio ma profondo e reale per tutti, sarà come le fondamenta di un edificio, e non come un ornamento sulla sua facciata.

Ne consegue che le scuole dei bambini devono essere un luogo di massima disciplina e ordine, che l'istruzione deve essere accurata e che si devono prendere provvedimenti per la correzione e l'affinamento del carattere; così che si possano gettare le fondamenta divine ed erigere la struttura della santità entro l'essenza stessa del bambino, sin dai primissimi anni.

Sappi che questo problema dell'istruzione, della correzione e dell'affinamento del carattere, dell'incoraggiamento e dell'incitamento dei bambini, è molto importante, perché questi sono i principi basilari di Dio.

Così, se Iddio vorrà, da queste scuole spirituali usciranno bambini illuminati, adorni delle più belle virtù del genere umano, che daranno luce non solo alla Persia, ma a tutto il mondo.

È molto difficile insegnare all'individuo e raffinare il suo carattere quando la pubertà è passata. Allora, come l'esperienza ha dimostrato, anche se si farà tutto il possibile per modificare alcune sue tendenze, non servirà a nulla. Potrà forse migliorare un poco oggi; ma lascia che passino un po' di giorni e se ne dimenticherà e ritornerà alla sua condizione abituale e alle sue solite maniere. Pertanto l'infanzia è il momento in cui si devono gettare solide fondamenta. Finché il ramo è verde e tenero, è facile raddrizzarlo.

Vogliamo dire che le qualità dello spirito sono le basi fondamentali e divine e adornano la vera essenza dell'uomo; e il sapere è la fonte del progresso umano. Gli amati di Dio devono dare grande importanza a questo argomento ed occuparsene con entusiasmo e zelo.

112. In questa santa Causa la questione degli orfani è molto importante. Si deve mostrare la massima considerazione verso gli orfani; bisogna istruirli, addestrarli ed educarli. Soprattutto bisogna dare loro, per quanto possibile, gl'insegnamenti di Bahá'u'lláh.

Supplico Iddio che tu divenga un genitore gentile per gli orfani, vivificandoli con le fragranze dello Spirito Santo, affinché giungano alla maggior età come veri servi del mondo dell'umanità e luminose candele nell'umano consesso.

113. O ancella di Dio!... È necessario che le madri ricevano gli Insegnamenti divini e consigli efficaci, che siano incoraggiate e rese ansiose di educare i loro figli, perché la madre è il primo educatore del fanciullo. È lei che, sin da principio, deve allattare il neonato al petto della Fede e della Legge di Dio, sì che l'amore divino possa penetrare in lui già con il latte della mamma e rimanervi fino all'ultimo respiro.

Finché le madri non educheranno i figli e non li avvieranno su una buona strada, l'educazione che essi riceveranno in seguito non potrà sortire il suo pieno effetto. Incombe alle Assemblee Spirituali di fornire alle madri un programma ben concepito per l'educazione dei bambini, mostrando come il bambino debba essere sorvegliato e istruito sin dall'infanzia. Tali istruzioni devono essere date a ogni madre perché le servano da guida, così che ciascuna di loro educhi e allevi i propri figli conforme agli Insegnamenti.

Così queste giovani piante nel giardino dell'amore di Dio cresceranno e fioriranno nel calore del Sole della Verità, sotto i dolci zefiri del Paradiso, guidati dalla mano della loro madre. Così nel Paradiso di Abhá ciascuno di loro diverrà un albero che produce grappoli di frutta e, in questa nuova portentosa stagione, grazie ai doni della primavera, diverrà possessore di ogni grazia e bellezza.

114. O amorevoli madri, sappiate che agli occhi di Dio il miglior modo di adorarLo è quello di educare e di allevare i figli in ogni perfezione dell'umanità; non si può immaginare azione più nobile di questa.

115. O voi beneamate ancelle di Dio! Dimostri l'uomo con le proprie azioni ciò che la sua bocca dice. Se afferma d'esser credente, agisca, allora, secondo i precetti del Regno di Abhá.

Sia lodato Iddio, avete ambedue dimostrato la verità delle vostre parole con le vostre azioni e vi siete meritate le confermazioni del Signore Iddio. Ogni giorno, di buon mattino, riunite i bambini Bahá'í e insegnate loro le orazioni e le preghiere. Questa azione è molto encomiabile e rallegra il cuore dei bambini: ogni mattina, si rivolgano al Regno e facciano menzione del Signore e lodino il Suo Nome e cantino e recitino, con dolcissime voci.

Questi bambini sono simili a pianticelle, e insegnar loro le preghiere è come irrorarli di pioggia, affinché divengano teneri e freschi e spirino su loro le dolci brezze dell'amor di Dio, facendoli palpitare di gioia.

Vi attendono la beatitudine e un porto sicuro.

116. O figlia del Regno! Le tue lettere sono pervenute. Il loro contenuto segnala che tua madre è ascesa nel regno dell'invisibile lasciandoti sola. È tuo desiderio provvedere a tuo padre, che ti è caro, e altresì servire il Regno di Dio e sei perplessa su quale delle due cose tu debba fare. Sicuramente devi prodigarti per servire tuo padre e, quando trovi il tempo, anche per diffondere le fragranze divine.

117. O caro di 'Abdu'l-Bahá! Sii figlio di tuo padre e frutto del suo albero. Sii un figlio nato dalla sua anima e dal suo cuore e non solo dall'acqua e dalla creta. Vero figlio è quello scaturito dalla parte spirituale di un uomo. Prego Dio che tu possa sempre essere confermato e rafforzato.

118. O giovani fanciulli bahá'í, ricercatori della vera comprensione e conoscenza! L'essere umano si distingue dall'animale sotto molti aspetti. Innanzi tutto egli è fatto a immagine di Dio, a somiglianza della Luce Superna, per l'appunto come dice la Torà: ”Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza ”1. Questa immagine divina indica tutte le qualità di perfezione le cui luci, emanando dal Sole della Verità, illuminano le realtà dell'uomo e sono fra i perfetti attributi che rientrano nell'ambito della saggezza e del sapere. Dovete perciò compiere uno sforzo possente prodigandovi giorno e notte senza riposare per un solo istante, per acquisire un'abbondante porzione di tutte le scienze e le arti, sì che l'Immagine Divina, che emerge luminosa dal Sole della Verità, illumini lo specchio dei cuori umani.

'Abdu'l-Bahá desidera ardentemente vedere ciascuno di voi annoverato fra i più eminenti professori nelle accademie e nella scuola degli intimi significati, ciascuno di voi divenire maestro di saggezza.

119. Fa d'uopo che i bambini Bahá'í superino gli altri nell'acquisizione delle scienze e delle arti, perché essi sono stati cullati nella grazia di Dio.

Ciò che gli altri fanciulli imparano in un anno, i bambini Bahá'í l'imparino in un mese. Il cuore di 'Abdu'l-Bahá brama, nel suo amore, di scoprire che i giovani Bahá'í sono noti in tutto il mondo per le loro conquiste intellettuali. Non v'è dubbio che essi applicheranno tutti i loro sforzi, le loro energie, il loro senso dell'orgoglio, per apprendere scienze e arti.

120. Miei cari figlioli! La vostra lettera è pervenuta. È stata una tale gioia che è impossibile parlarne o scriverne: sia lodato Iddio, la forza del Regno di Dio ha educato quei fanciulli i quali desiderano ardentemente di acquisire l'educazione Bahá'í sin dalla prima infanzia, sì che possano dedicarsi al servizio del mondo dell'umanità già nell'età della fanciullezza.

Il mio sommo desiderio e anelito è che voi, che siete i miei figlioli, siate educati secondo gli insegnamenti di Bahá'u'lláh e riceviate un'educazione bahá'í; che ciascuno di voi divenga una fiaccola accesa nel mondo dell'umanità, si dedichi al servizio di tutta l'umanità, rinunzi al riposo e agli agi, sì che possa divenire causa di tranquillità per il mondo della creazione.

Tale è la mia speranza per voi e confido che possiate divenire per me causa di gioia e di letizia nel Regno di Dio.

121. O tu che sei povera d'anni, ma ricca di doni mentali! Quanti fanciulli, benché giovani d'anni sono maturi e assennati nel giudicare! Quanti anziani, ignoranti e confusi! La crescita e lo sviluppo dipendono infatti dai poteri dell'intelletto e della ragione e non dall'età o dalla lunghezza dei

giorni.

Tu, ancor nella stagione della fanciullezza, hai riconosciuto il tuo Signore, mentre miriadi di donne sono dimentiche di Lui, escluse dal Suo Regno celeste e prive delle Sue largizioni. Rendi grazie al tuo Signore per questo mirabile dono.

Prego Iddio di guarire tua madre, che è onorata nel Regno dei cieli.

122. In quanto alla tua domanda sull'educazione dei bambini: è tuo dovere nutrirli al petto dell'amor di Dio e spingerli verso le cose dello spirito - in modo che si rivolgano a Dio; che le loro maniere si conformino alle regole della buona condotta e che il loro carattere non sia secondo a nessuno; che

facciano proprie tutte le grazie e le lodevoli qualità umane; che acquisiscano una profonda conoscenza nei vari rami del sapere - così che fin dall'inizio della loro vita divengano esseri spirituali, abitanti del Regno, innamorati dei dolci effluvi della santità e ricevano un'educazione religiosa, spirituale e degna del Regno Celeste. Implorerò Iddio di concedere loro un buon risultato in questo.

123. O tu che guardi al Regno di Dio! Abbiamo ricevuto la tua lettera e abbiamo notato che ti occupi d'insegnare ai figli dei credenti, e che questi piccini stanno imparando le Parole Celate e le preghiere e che cosa significa essere Bahá'í.

Istruire questi bambini è simile al lavoro di un amorevole giardiniere che cura le pianticelle nei campi fioriti del Gloriosissimo. Senza dubbio produrrà i risultati desiderati; questo vale in special modo per l'insegnamento degli obblighi e della condotta bahá'í, perché bisogna inculcare nel cuore e nell'anima dei piccoli la profonda consapevolezza che Bahá'í non è solo un nome ma una verità. Ad ogni bambino si devono insegnare le cose dello spirito, così ch'egli possa personificare tutte le virtù e divenire fonte di gloria per la Causa di Dio. Altrimenti, se non darà frutto, la mera parola ”Bahá'í ” sarà vana.

Sforzati dunque come meglio potrai di far sapere a questi bimbi che Bahá'í è colui il quale personifica tutte le perfezioni, che egli deve risplendere come una candela accesa non essere oscurità su oscurità e tuttavia portare il nome di ”Bahá'í ”. Chiama questa scuola, Scuola Domenicale Bahá'í.

124. La Scuola domenicale per i bambini in cui si leggono le Tavole e gli Insegnamenti di Bahá'u'lláh e si recita la Parola di Dio per i bambini è cosa davvero benedetta. Dovete senz'altro continuare senza interruzioni quest'attività organizzata e darle importanza, in modo che cresca giorno per giorno e sia vivificata dalle brezze dello Spirito Santo. Se questa attività sarà ben organizzata, sii certo che produrrà grandi risultati. Ma sono necessarie fermezza e costanza, altrimenti continuerà per un po' di tempo, ma poi a poco a poco verrà dimenticata. La perseveranza è una condizione essenziale. In ogni progetto la fermezza e la saldezza portano senza dubbio a buoni risultati; altrimenti esisterà per un po' di giorni, e poi cesserà.

125. L'avvicendamento degli insegnanti non dev'essere né troppo frequente né troppo dilazionato, è preferibile la moderazione. Non è consigliabile che teniate le vostre riunioni quando è il momento della preghiera in altre chiese; ciò condurrebbe all'alienazione, poiché se i bambini Bahá'í che hanno la loro scuola domenicale cercassero di frequentare altre scuole domenicali, ne sarebbero privati. È permesso inoltre ammettere alla scuola per i bambini Bahá'í

anche i figli di genitori non bahá'í. E se in questa scuola si spiegheranno a grandi linee i principi fondamentali di tutte le religioni, perché i fanciulli ne siano informati, ciò non potrà recar danno.

Dato che i bambini sono pochi, è impossibile avere diverse classi e naturalmente ne basta una. In quanto all'ultima domanda sulle piccole liti fra i bambini, fate come ritenete più opportuno.

126. La tua lettera è pervenuta. Sia lodato Iddio, essa recava la buona notizia che tu sei in buona salute e segnalava che sei pronto a entrare in una scuola di agraria. È cosa molto opportuna. Fa ogni possibile sforzo per divenire competente nella scienza dell'agraria, poiché secondo gli insegnamenti divini l'acquisizione delle scienze e la perfezione delle arti sono considerati atti di culto. Se un uomo s'impegna con tutte le sue forze nell'apprendere una scienza o nel perfezionarsi in un arte, è come se avesse adorato Iddio in una chiesa e in un tempio. Perciò tu che entri in una scuola di agraria e ti prodighi per imparare quella scienza sei impegnato notte e giorno in atti di preghiera - atti che sono ben accetti alla soglia dell'Onnipotente. Non v'è grazia maggiore di questa, che la scienza sia considerata atto di culto e l'arte un servizio al Regno di Dio.

127. O servitore dell'Unico vero Dio! In questa dispensazione universale il portentoso artigianato dell'uomo è considerato adorazione della Fulgente Beltà.

Considera quale grazia e benedizione sia che l'abilità dell'artigiano debba considerarsi atto di culto. Nei tempi antichi, si credeva che quei talenti fossero ignoranza, se non una disgrazia, che impedissero all'uomo di avvicinarsi a Dio. Ora guarda come le Sue infinite largizioni e i Suoi abbondanti favori abbiano trasformato il fuoco infernale in un beato paradiso e un pugno di oscura polvere in un luminoso giardino.

Fa d'uopo che gli artigiani del mondo ad ogni istante offrano alla Sacra Soglia mille pegni di gratitudine e s'impegnino al massimo e svolgano con diligenza il loro mestiere, sì che i loro sforzi possano produrre ciò che manifesterà somma bellezza e perfezione dinanzi agli occhi di tutti gli uomini.

128. La tua lettera è pervenuta. Spero che tu possa trovare protezione e assistenza nella provvidenza dell'Unico Vero, che tu sia sempre intento a menzionare il Signore e faccia uno sforzo per perfezionarti nella tua professione. Devi prodigarti assai sì che tu possa divenire incomparabile nella tua professione e famoso in quella terra, perché raggiungere la perfezione nella propria professione in questo periodo misericordioso è considerato come adorare Iddio. E mentre attendi alla tua professione, puoi ricordare l'Unico Vero.

129. O Amici del Puro e Onnipotente Iddio! La purezza e la santità in tutte le cose sono qualità proprie di un'anima consacrata e necessari attributi di una mente libera da schiavitù. La più squisita delle perfezioni è d'esser immacolati e detergersi d'ogni deficienza: quando l'uomo sia del tutto

purificato e mondo diviene il centro focale della Luce Manifesta.

Avanti ad ogni cosa, nel viver dell'uomo, viene la purezza, indi la freschezza, la pulizia e l'indipendenza di spirito: prima bisogna pulire l'alveo e poi si possono immettere amabili acque fluviali. A occhi immacolati si schiude la beatificante visione del Signore: essi sanno cosa significhi incontrarLo; a puri sensi è dato d'aspirare il profumato aroma che soffia dai rosati giardini della Sua grazia; in cuore brunito folgorerà, come in uno specchio, l'avvenente volto della verità.

È qui la ragione per cui, nelle Sacre Scritture, i consigli celesti sono paragonati all'acqua, come è detto nel Corano: ”E Noi facciam scendere dal cielo acqua purissima ” e nel Vangelo: ”Se uno non è nato di acqua e di spirito, non può entrare nel Regno di Dio ”. È quindi chiaro che gli Insegnamenti di Dio sono paradisiache effusioni di grazia, scroscianti piogge di divina misericordia che mondano il cuore umano.

Il mio intendimento è questo: purità e santità, pulizia e finezza in ogni aspetto della vita elevano la condizione dell'uomo e favoriscono lo sviluppo della sua intima realtà. Come è chiaramente attestato nei Sacri Scritti, anche nel regno fisico la pulizia conduce alla spiritualità e anche la pulizia del corpo, per quanto sia una cosa fisica, nondimeno esercita una grande influenza sulla vita dello spirito. È come nel caso di una voce meravigliosa e dolce, o di una bella melodia: sebbene i suoni non siano che vibrazioni nell'aria che colpiscono il nervo auditivo di chi ascolta, e tali vibrazioni casuali fenomeni che si diffondono nell'atmosfera, pure considerate com'esse commuovano il cuore. Una bellissima melodia dà ali allo spirito e all'anima un fremito di gioia. Ecco come la pulizia del corpo esercita un influsso anche sull'anima umana.

Considera come la pulizia sia gradita agli occhi di Dio e quale enfasi le sia stata riservata nei Santi Libri dei Profeti: infatti le Scritture proibiscono l'ingerimento o l'uso di cose immonde. Di queste proibizioni, alcune erano assolute e obbligatorie per tutti, e chi trasgrediva la legge prescritta era a Dio odioso e ai credenti detestabile. Vi erano, per esempio, cose categoricamente vietate, e chi le compiva era considerato grande peccatore: fra queste, azioni tanto ributtanti che suscita vergogna il solo nominarle.

Ma vi sono altre cose proibite che non causano un male immediato e i cui effetti deleteri si fanno sentire poco alla volta: anch'esse repugnano al Signore, attirano il Suo biasimo e sono repellenti. E per quanto una loro assoluta proibizione non sia stata espressamente vergata nel Testo, il fuggirle è necessario alla purezza, alla pulizia, sì da preservar la salute ed essere liberi da assuefazione.

Per quanto concerne l'ultimo punto, è da citare l'uso del fumo, che è sudicio, maleolente, deleterio: una cattiva abitudine, i cui danni stanno gradualmente apparendo chiari agli occhi di tutti. Ogni medico competente ha decretato, sulla base di esperimenti ed esami, che uno dei componenti del

tabacco è mortale veleno e che i fumatori sono vulnerabili a numerose e varie malattie: ecco perché il fumo è stato apertamente dichiarato incompatibile con le leggi dell'igiene.

All'esordio della Sua missione, il Báb vietò esplicitamente l'uso del tabacco e tutti gli amici smisero di usarne: ma giacché erano tempi in cui dissimulare era permesso, e chiunque si astenesse dal fumo era esposto a persecuzioni, maltrattamenti e financo a morte, gli amici, per non richiamare l'attenzione sulle proprie credenze, a volte fumavano. Più tardi fu rivelato il Libro dell'Aqdas e, non essendovi il tabacco specificatamente proibito, i credenti non ne abbandonarono l'uso: tuttavia, la Bellezza Benedetta manifestò sempre repugnanza per il fumo ed anche se, nei primi tempi, alcune ragioni Lo indussero a farne un modesto uso, con il tempo vi rinunciò completamente, imitato da quelle anime distaccate che si conformavano in tutto a ciò ch'Egli faceva.

Il Mio proposito è di spiegare che agli occhi di Dio il fumo è disapprovato, disgustoso ed oltremodo immondo e, quantunque per gradi, altamente nocivo alla salute; è altresì uno spreco di denaro e lascia i fumatori in balia di una malsana assuefazione. Per coloro che sono fermi nel Patto tale vizio è condannato dalla ragione e dall'esperienza, mentre il rinunciarvi recherà sollievo e pace alla mente umana e permetterà poi di avere una bocca fresca e dita immacolate e i capelli che non mandino più odori repellenti. Al ricevere questa missiva gli amici vorranno senza meno abbandonare tale perniciosa abitudine con ogni mezzo, sia pure in un certo lasso di tempo: questa è la mia speranza.

Per quanto concerne l'oppio, si tratta di cosa abominevole ed esecranda e Dio ci protegga dalla punizione ch'Egli infligge a chi ne usa. Il Testo del Libro Santissimo lo proibisce nettamente e ne stigmatizza esplicitamente l'uso, e la ragione dimostra che fumare oppio è una sorta di demenza, mentre l'esperienza è lì ad attestare che coloro che ne fanno uso sono completamente tagliati fuori

dal regno umano. Possa Dio proteggere tutti dal perpetrare un'azione tanto orrenda da porre in ruina il fondamento stesso di tutto ciò che è umano e da spodestare per sempre dal suo rango chi la compie. Ché l'oppio si afferra all'anima sì che la coscienza si spegne, si distrugge la mente, vengono corrose le percezioni. Muta il vivente in morto, estingue il naturale fervore: nessun danno può immaginarsi maggiore di quel che l'oppio infligge. Felici coloro che mai nemmeno l'hanno nomato; ma pensa quanto sventurato è chi ne fa uso!

O voi che amate Dio! Per quanto in questo ciclo dell'Onnipotente Iddio violenza e forza, costrizione ed oppressione siano condannate, pure s'impone che si prevenga l'uso dell'oppio con ogni mezzo, sì che per avventura l'umana progenie si salvi da questa che è la più tremenda delle piaghe, altrimenti, calamità e tormento a chi vien meno al suo dovere verso il suo Signore!

O Divina Provvidenza! Concedi alla gente di Bahá, in tutte le cose, purità e lindezza; accorda ch'esse sian incontaminate da sozzure e sciolte da ogni assuefazione. Proteggile dal commettere atti repugnanti e svincolale da ceppi di disgustose consuetudini, sì che vivano pure e libere, sane e nitide, degne di servir alla Tua Santa Soglia ed atte ad apparentarsi al loro Signore. Salvale da bevande inebrianti e dal tabacco, preservale e liberale da quest'oppio,

apportatore di follia, concedi loro di gustare le soavi fragranze della santità, d'abbeverarsi a pieni sorsi dalla mistica coppa dell'amore celestiale e d'apprender la beata estasi d'esser vieppiù avvicinate al Regno del Gloriosissimo. Sì, Egli è come Tu hai detto: ”Ogni riserva tu n'abbia nella tua cantina giammai appagherà l'assetata brama del mio amore – la tazza approntami, coppiere, quale mar colma del licor dello spirito! ”.

Amati di Dio! Esperienza insegna come l'abbandonare il fumo, le bevande intossicanti e l'oppio conduca di molto a salute e vigore, a sviluppo e acutezza della mente e a rafforzamento del corpo. V'ha un popolo1 che rigorosamente rifugge da tabacco, da liquori e oppio; ebbene, tale gente è di molto superiore alle altre in vigore e coraggio fisico, in salute e bellezza e avvenenza. Un solo uomo dei loro può fronteggiarne dieci di altre tribù e ciò s'è dimostrato vero per tutti i componenti di quel popolo, e ciò significa che ogni singolo membro di tal comunità eccelle per ogni verso quelli delle altre comunità.

Operate or dunque un possente sforzo a che il popolo di Bahá si distingua per le qualità che son più care al cuore di 'Abdu'l-Bahá, purezza e santità; che le genti di Dio sorpassino ogni altro essere umano in tutto ciò che sia eccellente; che essi, sia all'esterno sia nell'intimo, siano a tutti superiori; che per purezza, immacolatezza, finezza e preservazione della salute siano all'avanguardia di color che sanno: e che per la loro libertà da asservimenti, la loro consapevolezza ed il loro autocontrollo, sian i primi fra i puri, i liberi e i saggi.

130. O illustre medico! ...Sia lodato Iddio, hai due poteri: intraprendere la guarigione fisica e la guarigione spirituale. Le cose relative allo spirito dell'uomo hanno un grande effetto sulle condizioni del suo corpo. Per esempio, devi allietare il paziente, dargli conforto e felicità e portarlo

all'estasi e all'esultanza. Quante volte è accaduto che ciò ha prodotto una pronta guarigione. Perciò tratta gli ammalati con entrambi i poteri. I sentimenti spirituali hanno una sorprendente efficacia nel guarire le malattie nervose.

131. Quando curi un paziente rivolgiti alla Bellezza Benedetta e poi segui i dettami del tuo cuore. Dà rimedio al sofferente mediante gioia celestiale ed esultanza spirituale, cura chi è gravemente afflitto impartendogli beate liete novelle e risana il ferito per mezzo delle Sue fulgenti largizioni. Quando sei al capezzale di un paziente, conforta e allieta il suo cuore e rapisci il suo spirito tramite la forza spirituale. In verità, tale afflato celeste ravviva ogni osso putrescente e rinvigorisce lo spirito di ammalati e sofferenti.

132. Sebbene la salute malferma sia una delle inevitabili condizioni dell'uomo, pure è veramente difficile sopportarla. La grazia della buona salute è il sommo fra tutti i doni.

133. Vi sono due modi per guarire la malattia, mezzi materiali e mezzi spirituali. I primi sono per opera del trattamento dei medici; i secondi consistono in preghiere offerte a Dio da persone spirituali e nel volgersi a Lui. Si devono usare e praticare entrambi i mezzi.

Le malattie che insorgono per cause materiali devono essere trattate dai medici mediante rimedi sanitari; quelle dovute a cause spirituali scompaiono per opera di mezzi spirituali. Così una malattia causata da afflizione, timore, impressioni nervose si cura più efficacemente con un trattamento spirituale che con una terapia materiale. Quindi è bene seguire entrambi i tipi di trattamento: essi non si contraddicono. Perciò devi accettare anche i rimedi materiali, poiché anch'essi provengono dalla misericordia e dal favore di Dio, Che ha rivelato e palesato la scienza medica così che i Suoi servi possano giovarsi anche di questo tipo di trattamento. Devi prestare pari attenzione anche ai trattamenti spirituali, perché producono mirabili effetti.

Ora, se desideri conoscere il vero rimedio capace di guarire l'uomo da ogni infermità e di dargli la salute del regno divino, sappi che tali sono i precetti e gli insegnamenti di Dio. Concentravi la tua attenzione.

134. O tu che sei attratto verso i fragranti aliti di Dio! Ho letto la tua lettera indirizzata alla signora Lua Getsinger. Hai esaminato veramente con gran cura le ragioni dell'irruzione della malattia nel corpo umano. È certamente vero che i peccati sono una possente causa di malattie fisiche. Se l'umanità fosse libera dalle contaminazioni del peccato e del traviamento e vivesse secondo un naturale, innato equilibrio, senza inclinare dovunque le sue passioni la sospingono, è innegabile che le malattie non avrebbero più la meglio, né si diversificherebbero con tale intensità.

Ma l'uomo ha perversamente continuato a indulgere ai propri appetiti sensuali e non si è accontentato di cibi semplici. Nient'affatto: si è preparato cibi composti di molti ingredienti, di sostanze diverse le une dalle altre. La sua attenzione è stata assorbita in questo e nel perpetrare azioni vili e ignobili, egli ha abbandonato la temperanza e la moderazione di un modo naturale di vivere. Il risultato è stato il prodursi di malattie violente e diverse.

Infatti l'animale, in quanto al suo corpo, è formato dagli stessi elementi costituenti l'uomo. Ma poiché l'animale si contenta di cibi semplici e si sforza di non indulgere eccessivamente ai propri bisogni inopportuni e non commette peccati, i suoi malanni nei confronti di quelli dell'uomo sono pochi. Dunque, vediamo chiaramente quanto potenti siano il peccato e la ribellione come fattori patogenetici. E una volta insorti questi malanni si complicano, si moltiplicano e si trasmettono agli altri. Tali sono le cause spirituali, interiori di malattia.

Il fattore eziologico esteriore, fisico della malattia è un disturbo nell'equilibrio, nella proporzionalità di tutti gli elementi di cui il corpo umano è composto. Cioè: il corpo dell'uomo è una composizione di molti elementi, e ciascun componente è presente in una quantità prescritta, e contribuisce all'essenziale equilibrio del tutto. Finché i costituenti restano nella loro debita proporzione, secondo l'equilibrio naturale dell'insieme - cioè se nessun componente subisce mutamenti di grado e di equilibrio naturale, cioè nessun componente è aumentato o diminuito - non c'è causa materiale per l'irruzione della malattia.

Per esempio, la componente grassa dev'essere presente in una data quantità, e lo zucchero in una data quantità. Finché ciascuno si mantiene nella sua proporzione naturale, non vi sarà causa d'insorgenza di malattia. Ma quando questi costituenti variano nelle loro quantità naturali e previste cioè, quando sono aumentati o diminuiti - è certo che ciò aprirà la porta all'ingresso di malattie.

Questo problema richiede la più accurata indagine. Il Báb ha detto che la gente di Bahá deve sviluppare la scienza della medicina a tal segno che cureranno le malattie tramite cibi. La ragione fondamentale di questo fatto è che, dovesse verificarsi uno squilibrio in uno degli elementi che compongono il corpo umano, alterandone la corretta proporzione relativa all'organismo nel suo insieme, ciò sfocerebbe inevitabilmente nell'insorgenza di una malattia. Se, per esempio, la componente grassa subisse un eccessivo incremento, o diminuisse la componente zuccherina, insorgerebbe una malattia. È compito del medico esperto determinare quale componente del corpo del paziente sia diminuita e quale aumentata. Quando lo abbia scoperto, egli deve prescrivere un cibo che contenga l'elemento carente in considerevoli quantità, per ristabilire l'essenziale equilibrio del corpo. Il paziente, quando la sua costituzione riacquisterà l'equilibrio, sarà liberato dalla malattia.

La prova di questo fatto è che sebbene altri animali non abbiano mai studiato la scienza medica, né svolto ricerche su malattie o su farmaci, terapie e cure - eppure, quando uno di loro cade in preda a una malattia, la natura lo guida, nei campi o in luoghi deserti, proprio verso quella pianta che, quando esso ne abbia mangiata, lo libererà dalla sua infermità.

La spiegazione è che se, per esempio, nel corpo dell'animale è diminuita la componente zuccherina, secondo una legge naturale l'animale sente il bisogno di un'erba ricca di zucchero. Quindi, grazie a un naturale impulso, cioè l'appetito, fra mille differenti varietà di piante nei campi, l'animale scopre e mangia quell'essenza che contiene abbondanti quantità di componente zuccherina. Così l'essenziale equilibrio delle sostanze che ne compongono il corpo è ristabilito e l'animale è liberato dalla malattia.

È una questione che richiede la più attenta disamina. Quando valentissimi medici l'avranno esaminata esaurientemente, a fondo e con perseveranza, si vedrà chiaramente che gli accessi del male sono dovuti a un disordine nelle quantità relative delle sostanze che compongono il corpo e che la terapia consiste nel riaggiustare queste proporzioni relative e che ciò può essere compreso e reso possibile per mezzo di cibi.

È certo che in questa nuova portentosa età lo sviluppo della scienza medica porterà i medici a curare i pazienti tramite i cibi. E infatti il senso della vista, il senso dell'udito, del gusto, dell'odorato e del tatto - sono tutti facoltà percettive, aventi lo scopo di separare ciò che è benefico da ciò che arreca danno. Ora, è mai possibile che il senso dell'odorato, cioè quello che distingue gli odori, trovi un odore ripugnante e che quell'odore possa giovare al corpo? Assurdo! Impossibile! Analogamente, potrebbe il corpo umano, mediante la facoltà della vista - quella che distingue fra le cose visibili -

trarre giovamento dal guardare una ripugnante massa di escrementi? Mai! E ancora se il senso del gusto, anch'esso una facoltà che accetta e rifiuta, è offeso da qualcosa, quella cosa non è sicuramente benefica e se da principio può portare qualche vantaggio, alla fine se ne dimostrerà la nocività.

E ugualmente, quando la costituzione si trovi in una condizione di equilibrio, non v'è dubbio che ogni cosa mangiata con appetito fa bene alla salute.

Osservate come l'animale bruchi nei campi dove si trovano centomila generi di erbe e di essenze e come, con il senso dell'odorato, annusi gli odori delle piante e le assaggi con il senso del gusto e poi mangi quell'erba che risulti gradevole a quei sensi e ne tragga beneficio. Se non fosse per questa capacità di scelta, gli animali morirebbero in un solo giorno, poiché esistono moltissime piante velenose e gli animali non sanno nulla di farmacopea. Eppure guardate quale attendibile scala di misura essi hanno, per mezzo della quale possono distinguere ciò che è buono da ciò che nuoce. Qualunque costituente del loro corpo sia diminuito, essi possono ripristinarlo cercando e mangiando una pianta in cui si trovi un'abbondante riserva dell'elemento carente; e così l'equilibrio dei componenti del loro corpo è ristabilito ed essi sono liberi dalla malattia.

Quando medici valentissimi avranno sviluppato l'arte di guarire le malattie per mezzo di cibi, prescriveranno cibi semplici e proibiranno agli uomini di essere schiavi degli appetiti dei sensi, è certo che l'incidenza delle malattie croniche e complicate diminuirà e che la salute generale dell'umanità migliorerà di molto: è destino che ciò accada. Analogamente si avranno modificazioni universali nel carattere, nella condotta e nelle maniere degli uomini.

135. Secondo l'esplicito decreto di Bahá'u'lláh non bisogna discostarsi dal consiglio del medico competente. È imperativo consultarne uno anche quando il paziente sia un medico famoso ed eminente. In breve, il punto è che dovete preservare la salute consultando un medico valente.

136. È doveroso che ciascuno si sottoponga a un trattamento medico e segua le istruzioni del dottore, perché ciò è conforme all'ordinanza divina, ma in realtà chi risana è Dio.

137. O tu che innalzi le lodi del tuo Signore! Ho letto la tua missiva, dove esprimi il tuo stupore dinanzi ad alcune delle leggi di Dio, come quella relativa alla caccia di animali innocenti, creature che non hanno colpa.

Non esserne sorpresa. Rifletti sulle intime realtà dell'universo, sulle arcane saggezze implicite, sugli enigmi, sulle interrelazioni, sulle regole che governano ogni cosa. Ciascuna cosa dell'universo è legata a tutte le altre da potenti vincoli che non ammettono né squilibrio né infiacchimento - quale

che sia. Nel regno materiale della creazione, le cose o mangiano o sono mangiate: la pianta beve il minerale, l'animale bruca e ingoia le piante, l'uomo si ciba dell'animale e il minerale divora il corpo dell'uomo. I corpi materiali migrano, passando una barriera dopo l'altra, da una vita all'altra e tutte le cose sono soggette alla trasformazione e al mutamento, con la sola eccezione dell'essenza dell'esistenza e infatti essa è costante e immutabile e su di essa si fonda l'esistenza di ogni specie e genere, di ogni realtà contingente in tutto il creato.

Ogni qual volta esamini con un microscopio l'acqua che l'uomo beve, l'aria che respira, vedi come con ogni soffio d'aria egli inspiri gran copia di vita animale e con ogni sorso d'acqua ingoi altresì una grande varietà di animali. Come sarebbe mai possibile arrestare questo processo? Tutte le creature o mangiano o sono mangiate e l'edificio della vita è costruito su questo dato di fatto. Se così non fosse, i vincoli che legano fra loro tutte le cose create nell'universo si scioglierebbero.

E inoltre le cose, ogni qual volta sono distrutte, e declinano, sono disseparate dalla vita, sono promosse in un mondo più grande di quello che conoscevano prima. Abbandonano, per esempio, la vita del minerale e procedono nella vita della pianta; poi partono dalla vita vegetale e ascendono in quella animale, dopo di che abbandonano la vita dell'animale e assurgono al reame della vita uana, e questo accade in virtù della grazia del tuo Signore il Misericordioso, il Compassionevole.

Implora Dio che ti assista a comprendere i misteri riposti nel cuore della creazione e tolga i veli dagli occhi tuoi e di tua sorella, che il recondito segreto ti possa esser palesato e il mistero celato rivelato chiaramente come il sole del meriggio, che Egli aiuti tua sorella e tuo marito a entrare nel

Regno di Dio e ti risani da ogni malattia, materiale e spirituale, che possa assalire l'uomo in questa vita.

138. O amati del Signore! Il Regno di Dio si fonda sull'equità e sulla giustizia, nonché sulla misericordia, sulla compassione e sulla gentilezza verso ogni anima vivente. Sforzatevi dunque con tutto il cuore di essere compassionevoli con tutta l'umanità - tranne coloro che hanno moventi egoistici, personali o malattie dell'anima. Non si può usare gentilezza coi tiranni, con i frodatori, o i ladri, perché lungi dal ridestarli all'errore dei loro modi, ciò li fa persistere nella loro cattiveria. Per quanto gentili siate con il bugiardo, egli non farà altro che mentire di più, perché crede di avervi

ingannato, mentre voi lo capite anche troppo bene e tacete solo per la vostra estrema indulgenza.

In breve, non è solo il prossimo che gli amati di Dio devono trattare con misericordia e compassione, ma devono mostrare massima gentilezza verso ogni creatura vivente. E infatti sotto ogni aspetto materiale, e là dov'è implicato lo spirito animale, animali e uomini condividono le medesime sensazioni.

L'uomo non ha colto questa verità e crede che le sensazioni fisiche siano esclusive degli esseri umani, perciò è ingiusto con gli animali, e crudele.

Eppure in verità quale differenza v'è sul piano delle sensazioni fisiche? La sensibilità è identica, facciate soffrire un uomo o una bestia: non v'è alcuna differenza in questo. E in effetti è peggio far soffrire un animale, perché l'uomo ha la parola, può protestare, gridare e gemere; leso, può ricorrere alle autorità che lo proteggeranno dal suo aggressore. Ma la sventurata bestia è muta, incapace di esprimere la propria sofferenza o di deferire il proprio caso a un'autorità. E l'animale che un uomo sottoponga a mille mali non può né respinger costui con le parole né trascinarlo davanti a un tribunale. Perciò è importantissimo che mostriate la massima considerazione verso gli animali e che siate con essi ancor più gentili che col prossimo.

Abituate i vostri figli sin dai primissimi giorni a essere oltremodo teneri e amorevoli con gli animali. Se l'animale è ammalato, cerchino i fanciulli di guarirlo; se è affamato, lo nutrano; se è assetato, ne plachino la sete; se è stanco, provvedano al suo riposo.

La maggior parte degli uomini sono peccatori, ma gli animali sono innocenti. Sicuramente chi è senza peccato merita massima gentilezza e amore - tutti tranne gli animali nocivi, come i sanguinari lupi, le serpi velenose e altre creature pericolose, perché gentilezza verso di loro è ingiustizia verso gli esseri umani e verso gli altri animali. Se, per esempio, siete teneri con il lupo, questa è una tirannia verso gli agnelli, perché un lupo può distruggere un intero gregge. Un cane rabbioso, se gliene date il modo, può uccidere mille animali e uomini. Perciò la compassione verso animali selvaggi e predatori è crudeltà verso quelli mansueti - e così si devono affrontare gli animali nocivi. Ma si dev'essere molto gentili con gli animali benedetti, tanto più gentili, tanto meglio. Tenerezza e bontà sono principi basilari del celeste Regno di Dio. Dovete tenerlo bene a mente.

139. O ancella di Dio! La lieta novella del cielo dev'essere trasmessa con somma dignità e magnanimità. E l'anima che non si levi con le qualità essenziali per il latore di tale annunzio, le sue parole non avranno effetto.

O schiava di Dio! Lo spirito umano possiede capacità meravigliose, ma dev'essere rafforzato dallo Spirito Santo. Le cose che senti diverse da queste sono pura fantasia. Ma, assistito dalla grazia dello Spirito Santo, allora la sua forza è tale da suscitare meraviglia. Allora quello spirito umano scopre realtà e rivela misteri. Volgi il cuore verso lo Spirito Santo e invita gli altri a fare altrettanto; allora vedrai portentosi risultati.

O ancella di Dio! Gli astri del firmamento non hanno alcuna influenza spirituale su questo mondo di polvere; ma tutte le componenti e le parti dell'universo sono assai strettamente legate in quello spazio illimitato e tale connessione produce reciprocità di effetti materiali. A parte la grazia dello Spirito Santo, qualunque cosa tu senta a proposito dell'effetto dei sonni ipnotici, o delle voci dei medium, che trasmettono i canti dei defunti, è pura e semplice fantasia. Ma in quanto al favore dello Spirito Santo, racconta quel che vuoi - è impossibile sopravvalutarlo: credi dunque tutto ciò che ne senti. Ma le persone di cui parli, i millantatori, sono completamente esclusi da questo favore e non ne ricevono parte; la loro è un'illusione.

O ancella di Dio! Le preghiere sono esaudite per il tramite delle universali Manifestazioni di Dio. Nondimeno, se il voto è di ottenere cose materiali, ancorché gli oranti siano ignari, invocando essi umilmente l'aiuto di Dio, persino le loro suppliche sono efficaci.

O ancella di Dio! Benché la realtà della Divinità sia santificata e infinita, gli intenti e i bisogni delle creature sono limitati. La grazia di Dio è come la pioggia che scende dal cielo: l'acqua non è vincolata da limiti di forma, ma ovunque cada, assume limiti - dimensioni, apparenza, forma - conformi alle caratteristiche del luogo. Nella vasca quadrata, l'acqua, che prima non aveva costrizioni, diviene quadrato; in quella a sei lati, diviene esagono; nell'altra a otto lati, ottagono e così via. La pioggia non ha di per sé geometria, né limiti, né forma, ma assume l'una o l'altra, secondo le restrizioni del recipiente. In ugual modo, la Santa Essenza del Signore Iddio è illimitata, immensa, ma le Sue grazie e i Suoi splendori divengono finiti nelle creature, a causa delle limitazioni di queste, per cui talvolta le preghiere di certe persone ricevono una risposta favorevole.

O ancella di Dio! Per il Signore Cristo è la stessa cosa che per Adamo. Il primo essere che venne all'esistenza ebbe forse padre o madre? Certamente no. Ma a Cristo mancava solo il padre.

O ancella di Dio! Le preghiere rivelate per impetrare la guarigione valgono per la cura del corpo e dello spirito. Recitatele dunque, per risanare l'anima e il corpo. Se è giusto che il paziente riacquisti la salute, ciò gli sarà sicuramente concesso; ma per taluni il guarire sarebbe solo cagione di altri malanni e perciò la saggezza non consente una risposta affermativa a quella preghiera.

O ancella di Dio! È il potere dello Spirito Santo che guarisce i mali materiali e spirituali.

O ancella di Dio! È scritto nella Torà: E vi darò la valle di Achor quale porta di speranza. Questa valle dì Achor è la città di 'Akká: chiunque interpreti questa frase in modo diverso è fra coloro che non sanno.

140. Hai chiesto della trasfigurazione di Gesù, con Mosè ed Elia e il Padre Celeste sul Monte Tabor, di cui si fa menzione nella Bibbia. Questo evento fu percepito dai discepoli mediante gli occhi interiori, perciò si trattò di un segreto nascosto e di una loro scoperta spirituale. Altrimenti, se si

dovesse intendere che essi videro figure materiali, cioè, che videro quella trasfigurazione con gli occhi esteriori, allora nella pianura e sul monte v'erano molte altre persone e perché mai non videro nulla? E perché il Signore ordinò loro di non farne parola con nessuno? È chiaro che fu una visione spirituale, un episodio del Regno. Perciò il Messia ordinò loro di mantenere il segreto ”finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti ”, - cioè finché la Causa di Dio non fosse esaltata, e la Parola di Dio trionfasse, e la realtà di Cristo risorgesse.

141. O bramosa fiamma, che ardi d'amor di Dio! Ho letto la tua lettera e il suo contenuto, ben espresso ed eloquente, ha deliziato il mio cuore, mostrando la tua profonda sincerità verso la Causa di Dio, la tua perseveranza sulla via del Suo Regno e la tua fermezza nella Sua Fede - perché fra tutte le cose grandi, ai Suoi occhi questa è la più grande.

Quante anime si sono volte verso il Signore e sono entrate nell'ombra protettrice della Sua Parola e sono divenute famose in tutto il mondo - per esempio, Giuda Iscariota. Ma poi, quando le prove s'inasprirono e ne aumentò la violenza, i loro piedi scivolarono sulla via ed essi girarono le terga alla Fede dopo averne riconosciuto la verità, e la rinnegarono, e dall'armonia e dall'amore precipitarono nella disgrazia e nell'odio. Così fu evidente la potenza delle prove, che fanno tremare e oscillare possenti colonne.

Giuda Iscariota era il maggiore fra i discepoli e invitava la gente ad andare a Cristo. Poi gli parve che Gesù mostrasse crescente considerazione verso l'apostolo Pietro e quando Gesù disse: ”Tu sei Pietro e su questa pietra costruirò la Mia chiesa ”, queste parole rivolte a Pietro e questa scelta dì

Pietro per un favore speciale ebbero un profondo effetto sull'Apostolo e accesero l'invidia nel cuore di Giuda. Per questa ragione colui che un tempo si era avvicinato si allontanò, e colui che aveva creduto nella Fede la rinnegò, e il suo amore si tramutò in odio, finché divenne causa della crocifissione di quel glorioso Signore, quel palese Splendore! Tale è il frutto dell'invidia, la ragione principale per cui gli uomini si allontanano dalla Retta Via. Così è stato e così sarà in questa grande Causa. Ma non ha importanza, poiché ciò genera lealtà negli altri e fa levare anime che non vacillano, anime che sono salde e incrollabili come montagne nel loro amore per la Luce Palese.

Trasmetti alle ancelle del Misericordioso il messaggio che quando una prova si fa violenta esse devono rimanere inamovibili e fedeli al loro amore per Bahá.

In inverno vengono le tempeste, e soffiano forti venti, ma poi giunge la primavera in tutta la sua bellezza, ad adornare declivi e pianure di piante odorose e rossi anemoni, belli a vedersi. Allora gli uccelli gorgheggiano sui rami i loro canti di gioia e innalzano dolci melodie dai pulpiti degli alberi. Tra non molto vedrete coi vostri occhi fulgore di luci, sventolio di stendardi del Regno, redolere di soavi aromi del Misericordiosissimo, vedrete che gli eserciti del Regno marciano, gli angeli del cielo prorompono, lo Spirito Santo alita su tutte quelle contrade. Quel giorno vedrai i dubbiosi, uomini e donne, frustrati nelle loro speranze in palese rovina. Questo ha decretato il Signore, Che ha rivelato i Versetti.

In quanto a te, te benedetta, perché sei incrollabile nella Causa di Dio, salda nel Suo Patto. Lo imploro di conferirti un'anima spirituale e la vita del Regno e di fare di te una foglia verdeggiante e fiorente sull'Albero della Vita, sì che tu possa servire le ancelle del Misericorde con spiritualità e buon umore.

Il tuo generoso Signore ti aiuterà a lavorare nella Sua vigna e farà di te lo strumento per diffondere lo spirito dell'unità fra le Sue ancelle. Egli farà si che il tuo occhio interiore veda con la luce del sapere, perdonerà i tuoi peccati e li trasformerà in opere buone. In verità, Egli è l'Indulgente, il Compassionevole, il Signore di sconfinata grazia.

142. Cara ancella di Dio! Loda Dio perché sei favorita alla Sua Santa Soglia e amata nel Regno della Sua possanza. Sei a capo di un'assemblea che è l'esatta impronta delle Schiere supreme, immagine speculare del gloriosissimo reame. Prodigati con tutta l'anima e tutto il cuore, in devota umiltà e abnegazione, di sostenere la Legge di Dio e di diffondere i Suoi soavi profumi; ingegnati di divenire il vero presidente delle assemblee delle anime spirituali e compagna degli angeli nel regno del Misericordiosissimo.

Hai chiesto a proposito del decimo e diciassettesimo versetto del ventunesimo capitolo dell'Apocalisse di san Giovanni. Sappi che secondo principi matematici, il firmamento del fulgido astro di questa terra è stato diviso in dodici costellazioni, che si chiamano segni zodiacali. Parimenti, il Sole della Verità rifulge e riversa le sue grazie da dodici stadi di santità e tali segni del cielo significano quegli immacolati personaggi che sono le sorgenti prime della santità e gli orienti proclamanti l'unicità di Dio.

Considera come ai tempi dell'Interlocutore (Mosè), vi furono dodici santi esseri che erano i capi delle dodici tribù; e così nella dispensazione dello Spirito (Cristo), nota che v'erano dodici Apostoli riuniti all'ombra protettrice di quella Luce superna e da quegli splendidi orienti il Sole della Verità

rifulse come il sole nel firmamento. Ancora, ai tempi di Muhammad, osserva come vi furono dodici orienti di santità, che palesarono il confermatore aiuto di Dio. Così stanno le cose.

Di conseguenza san Giovanni il Teologo parla nella sua visione di dodici porte e di dodici fondamenta. 'Quella grande città, la santa Gerusalemme, discesa dal cielo da Dio' significa la Santa Legge di Dio e questo è scritto in molte Tavole e si può leggere altresì nelle Scritture degli antichi Profeti: per esempio, che essi videro Gerusalemme andare nel deserto.

Il significato di questo passo è che questa Gerusalemme celeste ha dodici porte, attraverso le quali le anime benedette entrano nella Città di Dio. Queste porte sono anime che sono come stelle polari, come portali di sapere e di grazia, e all'interno di queste dodici porte si trovano dodici angeli. ”Angelo ” significa la forza delle confermazioni di Dio - che la torcia del potere confermatore di Dio rifulge dal torcère di quelle anime - cioè a ciascuno di quegli esseri sarà concesso il massimo sostegno confermatore.

Queste dodici porte abbracciano il mondo intero, cioè sono un asilo per tutte le creature, e sono anche le fondamenta della Città di Dio, la Gerusalemme celeste, e su ciascuna di queste fondamenta è scritto il nome di uno degli Apostoli di Cristo. Cioè, ciascuna di esse palesa le perfezioni, il gioioso messaggio e l'eccellenza di quel santo Essere.

In breve, la Scrittura dice: ”Colui che mi parlava aveva come misura una canna d'oro, per misurare la città, le sue porte e le sue torri ”. Ciò significa che certi personaggi guidarono le genti con un bastone cresciuto dalla terra e le pascolarono con una verga, come la verga di Mosè. Altri educarono e pascolarono le genti con una verga d'acciaio, come nella dispensazione di Muhammad. E in questo ciclo, trattandosi della più possente delle dispensazioni, la verga cresciuta dal regno vegetale e quella di ferro saranno trasformate in una di purissimo oro, presa dalle sconfinate tesorerie del Regno del Signore. Con questa verga le genti saranno educate.

Notate bene la differenza: un tempo gli Insegnamenti di Dio erano come un bastone e con questo strumento le Sacre Scritture furono divulgate, la Legge di Dio promulgata e fondata la Sua Fede. Poi venne un tempo in cui la verga del vero Pastore fu di ferro. E oggi, in questo nuovo splendido evo, la verga è per l'appunto quale oro puro. Quale differenza! Ora sai, dunque, quanto terreno hanno guadagnato la Legge e gli Insegnamenti di Dio in questa dispensazione, quali altezze hanno raggiunto, così che trascendono di molto le trascorse dispensazioni: in verità questa verga è purissimo oro, mentre le verghe dei giorni passati erano di ferro e di legno.

Questa è una breve risposta scritta per te, perché non c'era tempo per scrivere di più. È certo che mi perdonerai. Le ancelle di Dio devono assurgere a tale stadio onde possano comprendere, da sole e senza aiuto, questi intimi significati ed essere capaci di spiegarli diffusamente parola per parola; uno stadio in cui, dalla verità dei loro intimi cuori, sgorgherà una fonte di saggezza, zampillando quale fontana che sgorga da polla sorgiva.

143. O tu che ti sei avvicinato allo spirito di Cristo nel Regno di Dio! In verità il corpo è composto da elementi materiali e tutto ciò che è composto deve necessariamente decomporsi. Ma lo spirito è una essenza singola, sottile e delicata, incorporea, eterna e appartenente a Dio. Per questa ragione chiunque cerchi Cristo nel Suo corpo terreno ha cercato invano e Ne sarà tagliato via come da un velo. Ma chiunque aneli di trovarLo nello spirito crescerà giorno dopo giorno in gioia, desiderio e amore ardente, si avvicinerà a Lui e Lo vedrà nitido e chiaro. In questo nuovo portentoso giorno fa d'uopo che tu cerchi lo spirito di Cristo.

In verità il cielo cui il Messia ascese non era questo firmamento sconfinato sibbene il Regno del Suo benefico Signore. Per l'appunto com'Egli ha detto: ”Sono venuto dal cielo ” e ancora: ”Il Figlio dell'Uomo è in cielo ”. Quindi è chiaro che il Suo cielo trascende punti d'orientamento: esso comprende tutta l'esistenza e s'innalza per coloro che adorano Iddio. Invoca e implora il tuo Signore di innalzarti in quel cielo e di dartene da mangiare il cibo, in questa maestosa possente età.

Sappi che neppure oggi le genti sono riuscite a svelare i reconditi segreti del Libro. Esse s'immaginano che Cristo fosse lontano dal Suo cielo nei giorni in cui dimorò sulla terra, che Egli sia caduto dalle vette della Sua sublimità e che sia poi risalito in quei superni recessi del cielo in quel firmamento che non esiste affatto, poiché non è altro che spazio. E si aspettano che da lì nuovamente discenda, ritto su una nube, e s'immaginano che vi siano nuvole in quello spazio infinito e ch'Egli vi stia sopra e che con quel mezzo discenda. Mentre la verità è che le nuvole non sono altro che un vapore che sale dalla terra e non discende dal cielo. Ma le nuvole di cui si parla nel Vangelo sono il corpo umano, così chiamato perché è come un velo per l'uomo, cui, per

l'appunto, quale nube, impedisce di mirare il Sole della Verità che brilla dall'orizzonte di Cristo.

Prego Dio di aprire dinanzi ai tuoi occhi le porte delle scoperte e delle percezioni, affinché tu abbia contezza dei Suoi misteri in questo che è il più palese dei giorni.

Ho un grande desiderio di incontrarti, ma il momento non è propizio. Se Dio vorrà, ti faremo sapere quando giungeranno tempi migliori, in cui potrai venire gioiosa.

144. O amante dell'umanità! La tua lettera è pervenuta e parla, sia lodato Iddio, della tua salute e del tuo benessere. Appare, dalla tua risposta a una missiva precedente, che tra te e gli amici stanno nascendo sentimenti d'affetto.

Si deve vedere in ogni essere umano solo ciò che merita lode. Quand'è così, è possibile essere amici di tutto il genere umano. Ma se guardiamo un uomo nelle sue colpe, allora essergli amici è un'ardua impresa.

Accadde un giorno ai tempi di Cristo - possa la vita del mondo essere un sacrificio per Lui - che Egli passasse accanto a una carcassa di cane, maleodorante, orribile, le membra putrefatte. Uno dei presenti disse: ”Che sgradevole lezzo! ”e un altro: ”Che disgusto! che nausea! ”In breve, ciascuno aveva qualcosa da aggiungere all'elenco.

Ma poi parlò Lui, Cristo, e disse: ”Guardate i denti del cane! Come sono bianchi e lucenti! ”

L'indulgente occhio del Messia non si soffermò un solo istante sulla repellenza di quella carcassa. Il suo solo elemento che non fosse disgustoso erano i denti: e Gesù guardò la loro lucentezza.

Così dobbiamo fare anche noi, quando guardiamo gli altri, vedere dove eccellono, non dove mancano.

Sia lodato Iddio, la tua mèta è di promuovere il bene del genere umano e aiutare le anime a emendare i loro difetti. Questa buona intenzione produrrà lodevoli effetti.

145. Hai scritto sul tema delle scoperte spirituali. Lo spirito umano è una forza compenetrante che pervade le realtà di tutte le cose. Qualunque cosa tu veda attorno a te - portentosi prodotti dell'umana industriosità, invenzioni, scoperte e analoghi segni - tutto ciò era un tempo un segreto nascosto nel regno dell'ignoto. Lo spirito umano mise a nudo il segreto e lo estrasse dal mondo invisibile in quello visibile. Vi sono, per esempio, l'energia del vapore, la fotografia, il fonografo, il telegrafo senza fili e i progressi nella matematica: tutto questo era un tempo un mistero, un segreto attentamente protetto, eppure lo spirito umano rivelò questi segreti e dall'invisibile li trasse alla luce del giorno. Così è chiaro che lo spirito umano è una forza che tutto pervade e che domina l'intima essenza di tutte le cose create, scoprendo i reconditi misteri del mondo fenomenico.

Ma lo spirito divino svela realtà divine e misteri universali che si trovano nel mondo spirituale. È mia speranza che tu ottenga questo spirito divino, sì che tu possa scoprire i segreti dell'altro mondo e del mondo quaggiù.

Hai chiesto del capitolo 14, versetto 30 del Vangelo di san Giovanni, dove il Signore Cristo dice: ”Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il Principe del Mondo; egli non ha nessun potere su di Me... ”. Il Principe di questo mondo è la Bellezza Benedetta; e ”egli non ha nessun potere su di Me ”

significa: dopo di Me tutti prenderanno la grazia da Me ma Egli è indipendente da Me, e non prenderà grazia da Me. Cioè, Egli è ricco al di là di ogni Mia grazia.

In quanto alla tua domanda sulle scoperte fatte dall'anima dopo che ha deposto le umane spoglie: certamente, quello è un mondo di percezioni e di scoperte, perché il velo interposto sarà sollevato e lo spirito umano mirerà le anime che si trovano al di sopra, al di sotto, e alla pari di lui. È simile alla

condizione di un essere umano nella matrice, dove i suoi occhi sono velati e le cose gli sono nascoste. Ma quando nasce dal mondo uterino ed entra in questa vita, trova che, in confronto a quella della matrice essa è un luogo di percezioni e di scoperte e osserva tutte le cose per mezzo dell'occhio esteriore. Similmente, una volta trapassato da questa vita, egli vedrà in quel mondo tutto ciò che qui gli era nascosto; ma ivi vedrà e comprenderà tutte le cose con l'occhio interiore: vedrà i suoi amici e i suoi pari, e coloro che gli sono superiori di rango, e coloro che gli sono inferiori. In quanto al significato della parità fra le anime

nell'eccelso reame, è questo: le anime dei credenti, appena appaiono nel mondo del corpo, sono uguali, tutte santificate e pure. Ma in questo mondo incominciano a differenziarsi le une dalle altre: alcune raggiungono il massimo stadio, altre uno intermedio e altre rimangono nell'infimo stadio

dell'essere. La loro parità è al principio della loro esistenza; la differenziazione ne segue il trapasso.

Mi hai scritto di Seir. Seir è una località nei pressi di Nazaret in Galilea.

In quanto alla frase di Giobbe, capitolo 19, versetti 25-27: ”Io lo so che il mio Redentore è vivo e che, nell'ultimo giorno, si ergerà sulla polvere! ”

eccone il significato: non sarò confuso, avrò un Patrono e un Custode, e il mio Soccorritore, il mio Difensore sarà palesato alla fine. E benché ora la mia carne sia debole e coperta di vermi, pure sarò risanato e con questi miei occhi, cioè con la mia vista interiore, io Lo vedrò. Questo disse Giobbe dopo essere stato rimproverato e aver lamentato il dolore che le sue tribolazioni gli avevano arrecato. E anche quando, per i terribili accessi del morbo, il suo corpo si coperse di vermi, egli tentò di dire a coloro che gli stavano attorno che sarebbe del tutto guarito e che con quel suo corpo, con quei suoi occhi, avrebbe mirato il Redentore.

In quanto alla donna dell'Apocalisse di san Giovanni, capitolo 12, che fuggì nel deserto e al grande portento apparso nel cielo - quella donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi: ella significa la Legge di Dio. Perché secondo la terminologia dei Libri Sacri, qui si parla della Legge e la donna ne è il simbolo. E i due astri, il sole e la luna, sono i due troni, turco e persiano, che si trovano sotto il governo della Legge di Dio. Il sole simboleggia l'Impero Persiano e la luna, cioè la mezzaluna, è quello dei Turchi. La corona con dodici stelle significa i dodici Imám che, come gli Apostoli, difesero la Fede di Dio. Il Neonato è la Bellezza dell'Adorato,1 scaturito dalla Legge di Dio. Egli poi dice che la donna se ne fuggì nel deserto, cioè la Legge di Dio dalla Palestina fu portata nel deserto dell'Hijáz, dove rimase 1.260 anni - cioè fino all'avvento del Fanciullo promesso. Come è risaputo, nei Libri Santi, ogni giorno è contato un anno.

146. O ancella accesa d'amore di Dio! Ho esaminato la tua squisita lettera e ho ringraziato Dio che sei giunta sana e salva in quella grande città. Lo imploro di far sì che, con il Suo infallibile aiuto, questo tuo ritorno abbia un potente effetto. Ma ciò potrà accadere soltanto se tu ti spogli da ogni

attaccamento a questo mondo e indossi la veste della santità; se restringi tutti i pensieri e le parole alla rimembranza e alla lode di Dio, a diffondere i Suoi dolci aromi e a compiere buone azioni e se ti dedichi a ridestare gl'ignavi e a restituire la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, la parola ai muti e,

mercè il potere dello spirito, la vita ai morti.

Per l'appunto, come Cristo disse di loro nel Vangelo, gli uomini sono ciechi, sordi, muti; ed Egli disse: ”Io li guarirò ”.

Sii gentile e compassionevole con la tua debilitata madre e parlale del Regno, sì che gioisca il suo cuore.

Porgi i miei saluti alla signorina Ford. Annunciale la lieta novella che questi sono i giorni del Regno di Dio. Dille: Te benedetta per le tue nobili mire, te benedetta per le tue buone azioni, te benedetta per la tua natura spirituale. In verità io ti amo in virtù di queste tue mire e qualità e azioni. Dille ancora: Ricorda il Messia e i Suoi giorni sulla terra, e la Sua umiliazione, e le Sue tribolazioni, e come la gente non si sia curata di Lui.

Ricorda come gli Ebrei Lo abbiano esposto al ridicolo, e dileggiato, e Gli abbiano detto: ”Pace a te, Re dei Giudei! Pace a te, Re dei Re! ”Come abbiano detto che era folle e chiesto come la Causa di quel Crocifisso avrebbe mai potuto spargersi nel mondo, in oriente e in occidente! Nessuno Lo seguì allora, tranne pochissime anime che erano pescatori, falegnami e altri sempliciotti. Ahimè, ahimé, quali delusioni!

E guarda cos'è accaduto dopo! come le loro possenti bandiere siano state ammainate e al loro posto innalzato il Suo eccelso stendardo; tutte le fulgide stelle di quel firmamento d'onore e d'orgoglio declinarono e tramontarono all'occidente di tutto ciò che svanisce - mentre la Sua Orbe lucente ancora risplende da cieli di gloria immortale, nel trascorrere di secoli ed ère. Sia questo per voi di ammonimento, o voi che avete occhi a vedere! Tra non molto mirerete cose ancor più grandi di queste.

Sappi che tutte le forze congiunte non hanno il potere di instaurare la pace universale, né di resistere allo strapotente dominio, in ogni tempo e stagione, di queste interminabili guerre. Ma tra non molto le forze del cielo, il dominio dello Spirito Santo, innalzeranno sulle alte vette le insegne d'amore e di pace e là, su castelli di maestà e di possanza, quelle bandiere ondeggeranno ai venti impetuosi che soffiano dalla tenera misericordia divina.

Porgi i miei saluti alla signora Florence e dille: Le diverse congregazioni hanno abbandonato il terreno del loro credo e adottato dottrine che non hanno valore agli occhi di Dio. Essi sono come i Farisei che pregavano e digiunavano, e poi condannarono a morte Gesù Cristo. Per la vita di Dio! Tutto ciò è molto strano!

In quanto a te, o ancella di Dio, recita sommessamente questa orazione al tuo Signore e diGli:

O Dio, mio Dio! Colma per me la coppa del distacco da ogni cosa e nell'assemblea dei Tuoi splendori e doni, rallegrami con il vino dell'amore per Te.

Liberami dagli assalti della passione e del desiderio discioglimi dai lacci di questo basso mondo, conducimi in estasi nel Tuo superno reame e rinfrescami fra le Tue ancelle con gli aliti della Tua santità.

O Signore, illumina il mio volto con le luci dei Tuoi doni, accendi i miei occhi con la visione dei segni della Tua possanza soggiogatrice; delizia il mio cuore con la gloria della Tua conoscenza che comprende tutte le cose, allieta la mia anima con le Tue novelle di grande gioia che ravvivano l'anima, o Re di questo mondo e del Regno superno, o Signore del dominio e della possanza, sì che io possa spargere ovunque i Tuoi segni e pegni, e proclamare la Tua Causa, e promuovere i Tuoi Precetti, e servire la Tua Legge, ed esaltare la Tua Parola.

In verità, Tu sei il Forte, il Donatore, l'Abile, l'Onnipotente.

In quanto ai principi fondamentali dell'insegnamento della Fede: sappi che è possibile trasmettere il Messaggio, solo mediante buone azioni e attributi spirituali, un eloquio che sia cristallino e la felicità rispecchiata nel volto di colui che espone i Precetti. È essenziale che le opere dell'insegnante

attestino la verità delle sue parole. Tale è lo stato di chiunque diffonda i dolci aromi di Dio e la qualità di colui che è sincero nella sua fede.

Quando il Signore ti abbia permesso di pervenire a questa condizione, sii certa che Egli ti ispirerà parole di verità e ti farà parlare mercè gli aliti dello Spirito Santo.

147. Rifletti sui passati eventi dei tempi di Cristo e i presenti accadimenti diverranno chiari e palesi.

148. O figli e figlie del Regno! Grati, gli uccelli dello spirito cercano solo di volare nell'alto dei cieli e di cantare le loro canzoni con mirabile arte. Ma i miseri lombrichi amano solo scavare nella terra: e quale sforzo possente per scendere nelle sue profondità! Tali e quali sono i figli della terra. La loro mira più alta è quella di accrescere i propri strumenti per continuare, in questo mondo effimero, questa morte nella vita: e ciò fanno malgrado siano legati mani e piedi da mille preoccupazioni e dolori e non siano mai liberi da pericoli, neppure per un batter d'occhi, mai al sicuro, neppure da morte improvvisa. Perciò, dopo breve tempo, sono del tutto cancellati, e non v'è segno che rimanga a dire di loro, e non se ne sente più neppure una parola.

Dunque, datevi a lodare Bahá'u'lláh, perché è in virtù della Sua grazia e del Suo soccorso che siete divenuti figli e figlie del Regno; è grazie a Lui che siete ora cantori nei prati della verità e che siete assurti alle vette della gloria sempiterna. Avete trovato il vostro posto nel mondo che non perisce; su voi hanno spirato gli aliti dello Spirito Santo; avete assunto un'altra vita, avete ottenuto accesso alla Soglia di Dio.

Perciò, con grande letizia, fondate assemblee spirituali e datevi a innalzare la lode e la lorificazione del Signore e a chiamarLo Santo e Grandissimo.

Innalzate al reame del Gloriosissimo le vostre supplici invocazioni di soccorso e pronunciate in ogni istante miriadi di ringraziamenti per aver avuto questo copioso favore e sovrabbondante grazia.

149. O tu che hai occhi a vedere! Ciò che vedesti è la verità e appartiene al regno della visione.

Il profumo è intimamente amalgamato e fuso con il bocciolo e quando il bocciolo si sia aperto tutto attorno se ne sparge il dolce aroma. L'erba non è senza frutto, benché così sembri, poiché in questo verziere di Dio ogni pianta ha influenza e qualità proprie e può emulare la ridente rosa dai cento petali nel rallegrare i sensi con la propria fragranza. Siine certo. Benché le pagine di un libro non sappiano nulla delle parole e dei significati tracciati su di esse, pure, a causa del loro rapporto con queste parole, gli amici se le passano riverenti di mano in mano. Questo rapporto è inoltre purissima generosità.

Quando l'anima umana s'invola da questo fuggevole mucchio di polvere e assurge al mondo di Dio, allora cadono i veli, e le verità vengono alla luce, e tutte le cose prima sconosciute si chiariscono, e le verità nascoste sono comprese.

Considera come, nel mondo della matrice, gli esseri siano sordi d'orecchie, e ciechi d'occhi, e muti di lingua; come siano del tutto privi d'ogni capacità di percezione. Ma una volta usciti da quel mondo di tenebre, essi entrano in questo mondo di luce, allora l'occhio vede, l'orecchio ode, la lingua parla.

Ugualmente, spiccato il volo da questo luogo mortale per il Regno di Dio, essi nascono nello spirito; allora l'occhio della percezione si apre, l'orecchio dell'anima ode e tutte le verità che prima essi ignoravano divengono facili e chiare.

L'attento viandante che percorre una via, rammenta certamente le sue scoperte, a meno che non intervenga qualche accidente a cancellarne la memoria.

150. O ancella accesa del fuoco dell'amor di Dio! Non addolorarti delle tribolazioni e delle difficoltà di questo basso mondo e non rallegrarti nel momento dell'agio e del conforto, perché entrambe le cose passeranno. Questa vita presente è quale onda sorgente, o miraggio, o nube vagante. Potrebbe mai distorta immagine di deserto servire quale rinfrescante acqua? No, per il Signore dei Signori! La realtà e la sua mera sembianza non potranno mai essere la stessa cosa e grande è la differenza fra fantasia e fatti, fra la verità e la sua ombra.

Sappi che il Regno è il mondo reale e questo infimo luogo ne è solo l'ombra protesa. L'ombra non ha vita propria: la sua esistenza è solo fantasia, e niente più; non è altro che un'immagine riflessa nell'acqua, che agli occhi sembra come un disegno.

Confida in Dio. Abbandonati a Lui. LodaLo e rammentaLo continuamente. Egli trasforma la pena in tranquillità, e il dolore in sollievo, e il travaglio in pace perfetta. In verità Egli ha dominio su tutte le cose.

Se ascolti le mie parole, liberati dai legami di tutto quel che accade. E in tutte le circostanze ringrazia il tuo amoroso Signore e affida tutte le tue cose alla Sua Volontà che opera come Gli piace. In verità per te questo è meglio di ogni altra cosa, in entrambi i mondi.

151. O credente nell'unità di Dio! Sappi che nulla giova all'anima tranne l'amore del Misericordiosissimo, nulla illumina il cuore salvo lo splendore che riluce dal regno del Signore.

Dimentica ogni altra cura, lascia che l'oblio colga il ricordo d'ogni altra cosa. Limita i tuoi pensieri a qualunque cosa innalzi l'anima umana al Paradiso della grazia del cielo e faccia che ogni uccello del Regno s'involi verso il Supremo Orizzonte, epicentro d'onore imperituro in questo mondo effimero.

152. In quanto alla tua domanda a proposito dell'anima di un assassino e quale sarà la sua punizione. La risposta è che l'assassino deve espiare il suo crimine: cioè, se lo mettono a morte, la morte è per lui espiazione per il crimine commesso e dopo la morte Dio, nella Sua giustizia, non gli imporrà una seconda pena, perché la giustizia divina non lo consentirebbe.

153. O ancella di Dio! In questo giorno, ringraziare Dio per i Suoi doni consiste nell'avere cuore radioso e anima aperta ai moti dello spirito: questa è l'essenza del ringraziamento.

In quanto al ringraziare con parole o per iscritto, benché sia certo accettabile, tuttavia in confronto all'altro tipo di ringraziamento, questo è solo apparenza e irrealtà; perché l'essenziale, sono queste intimazioni dello spirito, queste emanazioni dai profondi recessi del cuore. È mia speranza che tu ne

sia favorita.

In quanto a chi non ha capacità e non merita il Giorno della Resurrezione, costui non è per questo escluso dai doni e dalle grazie; perché questo non è Giorno di Giustizia sibbene di Grazia, laddove giustizia è rendere a ciascuno ciò che gli è dovuto. Quindi non guardare alla misura delle tue capacità, guarda agli sconfinati favori di Bahá'u'lláh; la Sua generosità pervade tutto, la Sua grazia è perfetta.

Chiedo a Dio che con la Sua assistenza e il Suo forte sostegno tu possa insegnare gl'intimi significati della Torà con eloquenza, comprensione, energia e ingegno. Rivolgi il viso verso il Regno di Dio, chiedi i doni dello Spirito Santo, parla, e le confermazioni dello Spirito verranno.

In quanto a quel possente orbe solare che mirasti in sogno, quello era il Promesso, e i suoi raggi dardeggianti le Sue munificenze, e la superficie tralucente della massa d'acqua significa cuori che sono immacolati e puri, mentre le onde sorgenti denotano il grande eccitamento di quei cuori e il fatto che furono scossi e intimamente turbati, cioè, le onde sono i moti dello spirito e le sante intimazioni dell'anima. Sia lodato Iddio, ché nel mondo del sogno hai visto tali rivelazioni.

A proposito di quel che significa che un uomo dimentichi completamente l'io: l'intento è che egli si levi e si sacrifichi nel vero senso della parola, cioè, egli deve dimenticare gl'impulsi della condizione umana e liberarsi di quelle caratteristiche che sono degne di biasimo e che costituiscono le fitte tenebre di questa vita sulla terra - non che egli permetta che la propria salute fisica si deteriori e che il suo corpo s'ammali.

Supplico ardentemente e umilmente alla Santa Soglia che le benedizioni del cielo e il perdono di Dio avvolgano la tua cara madre, nonché le tue amorose sorelle e i tuoi congiunti. Prego specialmente per il tuo promesso sposo, che è improvvisamente trapassato da questo mondo nell'altro.

154. O figlio del Regno! Le tue gradevoli lettere, con il loro piacevole stile, allietano sempre i nostri cuori. Ogni canto che venga dal Regno rallegra l'anima.

Sia lodato Iddio, ti sei recato in quel Paese1 allo scopo di innalzare la Sua Parola e di diffondere la santa fragranza del Suo Regno e servi quale giardiniere nei giardini del cielo. Tra non molto i tuoi sforzi saranno coronati dal successo.

O figlio del Regno! Unite all'amore di Dio, tutte le cose sono benefiche; e senza il Suo amore ogni cosa è nociva e fa da velo tra l'uomo e il Signore del Regno. Quando c'è amore per Lui, ogni amarezza si addolcisce e ogni munificenza produce un grande piacere. Per esempio, una melodia, dolce all'orecchio, reca lo spirito della vita al cuore innamorato di Dio, ma macchia di cupidigia l'anima assorbita nei desideri dei sensi. E ogni branca del sapere, unita con l'amore di Dio, è approvata e degna di lode; ma privo del Suo amore, il sapere è sterile anzi porta alla follia. Ogni genere di sapere, ogni scienza, è come un albero: se il suo frutto è l'amore di Dio, quello è un albero benedetto, altrimenti non è altro che legna secca, che serve solo ad alimentare il fuoco.

O leale servo di Dio e guaritore spirituale dell'uomo! Ogniqualvolta assisti un paziente, rivolgi il viso verso il Signore del Regno celeste, chiedi che lo Spirito Santo venga in tuo soccorso, poi cura la malattia.

155. O fiamma d'amor di Dio! Quello che hai scritto ha recato grande gioia, perché la tua lettera era un giardino donde rose di intimi significati esalavano i dolci aromi dell'amore di Dio. Similmente, le mie risposte serviranno quali piogge e rugiada, per conferire a quelle piante spirituali che sono

sbocciate nel giardino del tuo cuore freschezza e delicata bellezza più grandi di ciò che le parole possano dire.

Mi hai scritto delle dolorose tribolazioni che ti hanno colpita. Per l'anima leale, un cimento non è altro che grazia e favore di Dio; perché il valoroso si slancia gioiosamente nella battaglia furiosa sul campo del dolore, mentre il codardo, tremebondo di paura, vacilla e trema. Così anche il bravo studente, che ha imparato con grande abilità i temi mandandoli a mente, è felice di esibire la sua bravura davanti agli esaminatori il giorno degli esami. Così anche l'oro puro brilla meraviglioso e risplende nel fuoco del saggiatore.

È chiaro dunque che per le anime santificate, le prove e le tribolazioni non sono altro che generosità e grazia di Dio, ma per i deboli sono calamità, inattesa e improvvisa.

Queste prove, come tu scrivi, non fanno altro che cancellare la macchia dell'io dallo specchio del cuore, finché il Sole della Verità non vi faccia cadere i suoi raggi; perché non c'è velo più ostruttivo dell'io; e quel velo, per quanto tenue possa essere, alla fine taglia via l'uomo del tutto, privandolo della sua parte di grazia eterna.

O estasiata ancella del Signore! Quando i credenti, uomini e donne, mi passano nel pensiero dinanzi agli occhi, mi sento riscaldato dal fuoco dell'amore di Dio e prego che l'Onnipotente soccorra quelle anime sante con le Sue invisibili schiere. Sia lodato Iddio, le profezie di tutte le Sue Manifestazioni si sono oggi chiaramente adempiute, in questo che è il più grande dei giorni, questa santa e benedetta età.

O estasiata ancella di Dio! La vicinanza è in verità dell'anima, non del corpo; e l'aiuto cercato, l'aiuto che viene, non è materiale, sibbene dello spirito; nondimeno è mia speranza che tu giunga alla vicinanza in ogni senso. In verità, i doni di Dio avvolgono l'anima santificata come la luce del sole avvolge la luna e le stelle: siine certa.

Reca a ciascuno dei credenti, uomini e donne, fragranti aliti di santità da parte di 'Abdu'l-Bahá. Ispirali tutti ed esortali a diffondere i dolci aromi del Signore.

156. O servo della Santa Soglia! Abbiamo letto ciò che fluì dalla tua penna nel tuo amore per Dio e ne abbiamo trovato il contenuto assai piacevole. È mia speranza che mercè la grazia di Dio gli aliti dello Spirito Santo possano sempre corroborarti e rinnovarti.

Hai scritto dell'incarnazione. La credenza dell'incarnazione risale all'antica storia di quasi tutti i popoli; era sostenuta perfino dai filosofi della Grecia, dai saggi di Roma, dagli antichi Egizi e dai grandi Assiri. Tuttavia agli occhi di Dio queste superstizioni e questi detti sono assurdità.

Il maggiore argomento a suffragio della reincarnazione era questo, che secondo la giustizia di Dio ciascuno deve ricevere ciò che gli spetta: ogni qual volta un uomo sia afflitto da una calamità, per esempio, ciò accade a cagione di qualche torto da lui commesso. Ma considera un bambino che si trovi ancora nel grembo materno, un embrione appena formato, e che sia cieco, sordo, storpio, deficiente - quale peccato ha egli commesso, per meritare tali afflizioni? Costoro rispondono che, sebbene alle apparenze esteriori il bambino, che è ancora nella matrice, sia immune da peccato - nondimeno egli ha fatto qualcosa di male nella sua forma precedente e perciò si merita quella punizione.

Ma costoro hanno trascurato il punto seguente. Se la creazione procedesse secondo una regola sola, come potrebbe farSi sentire la Forza Che tutto pervade? Come potrebbe l'Onnipotente essere Colui Che ”fa quel che Gli piace e ordina ciò che Gli aggrada ”.

In breve, le Sacre Scritture parlano veramente di ritorno, ma ciò significa il ritorno delle qualità, delle condizioni, degli effetti, delle perfezioni e delle realtà interiori delle luci che ricorrono in ogni dispensazione. Non parlano di anime e entità specifiche e personali.

Può dirsi, per esempio, che la luce di questa lampada non sia altro che la luce di ieri notte che è ritornata, ovvero che la rosa dell'anno scorso sia ritornata in giardino quest'anno. Qui non si parla della realtà individuale, dell'identità fissa, dell'essere speciale di quell'altra rosa, ma si dice invece

che le qualità, le caratteristiche peculiari di quell'altra luce, di quel fiore sono presenti oggi in questo. Cioè le perfezioni, le grazie e i doni della precedente primavera sono ritornati quest'anno. Diciamo per esempio che questo frutto è lo stesso dello scorso anno; ma pensiamo solo alla delicatezza, al fiore, alla freschezza e al dolce sapore; perché è ovvio che quell'inespugnabile centro di realtà, quell'identità specifica, non potrà mai ritornare.

Quale pace, quali agi e comodità trovarono mai i Santi di Dio durante il Loro soggiorno in questo basso mondo, per cercare continuamente di ritornare a rivivere questa vita? Non basta un solo turno di tale angoscia, di tali afflizioni e calamità, di tali duri colpi e gravi angustie, senza che Essi debbano desiderare queste ripetute visite alla vita di questo mondo? Questa coppa non fu così dolce che dovesse importare Loro di berne per una seconda volta.

Perciò gli amanti della Bellezza di Abhá non desiderano altra ricompensa che di raggiungere quello stadio donde possano mirarLo nel Reame di Gloria; essi non percorrono altra strada se non le desolate sabbie dell'anelare quelle eccelse alture. Essi cercano un agio e una consolazione che dureranno in eterno e quei doni che travalicano di molto la comprensione delle menti del mondo.

Chi si guardi attorno con occhio veggente potrà vedere che in questo mondo di polvere tutto il genere umano soffre. Qui, quale compenso di ciò che ha compiuto durante vite passate, non v'è uomo che abbia riposo; né v'è alcuno tanto beato che sembri spiccare il frutto di un'angoscia trascorsa. E se una vita umana, con il suo essere spirituale, fosse limitata a questo breve spazio terreno, quale sarebbe allora il frutto della creazione? E quali gli effetti e i risultati della Divinità Stessa? Se questa nozione fosse vera, allora tutte le cose create, le realtà contingenti e tutto questo mondo dell'essere - tutto sarebbe privo di significato. Dio non voglia che ci si debba aggrappare a tali fantasie, a tale grossolano errore.

Perché come gli effetti e il frutto della vita uterina non possono trovarsi in quel luogo angusto ed oscuro, e solo quando il bambino si trasferisca in questa terra spaziosa si rivelano i benefici e gli usi della crescita e dello sviluppo in quel mondo precedente - similmente la ricompensa e la punizione, il paradiso e l'inferno, il premio e il castigo per le azioni perpetrate in questa vita presente, si riveleranno in quell'altro mondo al di là. E come, l'esistenza sarebbe insignificante, irrilevante, se la vita umana nella matrice fosse limitata a quel mondo uterino - così se la vita di questo mondo, le azioni qui compiute e il loro frutto, non apparissero nel mondo al di là, l'intero processo sarebbe illogico e sciocco.

Sappi dunque che il Signore Iddio possiede reami invisibili che l'intelletto umano non potrà mai sperare di esplorare e la mente dell'uomo di concepire.

Quando avrai purificato il canale dei sensi spirituali dalla polluzione di questa vita mondana, allora aspirerai i dolci aromi della santità che spirano dalle beate pergole di quella terra paradisiaca.

La Gloria sia su te e su chiunque si rivolga e miri al Regno del Gloriosissimo, che il Signore ha santificato di là dalla comprensione di coloro che sono immemori di Lui e nascosto agli occhi di coloro che Gli mostrano orgoglio.

157. O voi che siete fortemente attratti! O voi che siete memori! O voi che state avanzando verso il Regno di Dio! In verità con tutto il cuore e con

tutta l'anima e in perfetta umiltà supplico il Signore Iddio di far di voi insegne di guida, vessilli di onestà, fonti di comprensione e di sapere, sì che

tramite voi Egli possa guidare i ricercatori alla retta via e condurli sull'ampia strada della verità in questa che è la più possente delle ère.

O amati di Dio! Sappiate che il mondo è come un miraggio che si forma sulle sabbie, che gli assetati s'illudono essere acqua. Il vino di questo mondo non è

che un vapore nel deserto, la sua pietà e compassione non è altro che travaglio e tormento, il riposo che esso porge solo tedio e cordoglio. Abbandonatelo a

coloro che gli appartengono, e rivolgete il viso al Regno del vostro Signore il Misericordiosissimo, sì che la Sua grazia e munificenza gettino su voi i loro

albeggianti splendori e vi sia inviata una mensa celeste, e il vostro Signore vi benedica, e vi elargisca le Sue ricchezze, allietando i petti e colmando i

cuori di gioia, attraendo le menti, e purificando le anime, e consolando i cuori.

O amati di Dio! V'è qualcuno che dia oltre Dio? Nella Sua misericordia Egli trasceglie chiunque Gli piaccia. Tra non molto aprirà dinanzi a voi i portali

della Sua conoscenza e colmerà i vostri cuori con il Suo amore. Consolerà le vostre anime con i venti gentili della Sua santità e renderà luminosi i vostri

volti con gli splendori delle Sue luci, ed esalterà la memoria di voi fra tutte le genti. Il vostro Signore è in verità il Compassionevole, il Misericorde.

Egli vi soccorrerà con invisibili schiere e vi assisterà con eserciti di ispirazione dalle Legioni supreme; dall'eccelso Paradiso vi manderà soavi profumi e aliterà su voi le pure brezze che spirano dai roseti delle Milizie Superne. Infonderà nei vostri cuori lo spirito della vita, vi farà entrare nell'Arca della salvazione e vi rivelerà i Suoi chiari pegni e segni. In verità questa è grazia traboccante. In verità questa è la vittoria che nessuno può negare.

158. Non piangere per l'ascensione del mio diletto Breakwell, perché egli è assurto a un roseto di splendori nel Paradiso di Abhá, al riparo della

misericordia del suo possente Signore, e grida a voce spiegata: ”Oh se il popol mio sapesse! Sapesse come m'ha perdonato il Signore, e fra coloro che sono

giunti al Suo cospetto m'ha accolto! ”.
Breakwell, mio caro!

Dov'è ora il tuo bel volto? Dov'è la tua lingua eloquente? Dove la tua chiara fronte? E la tua luminosa avvenenza?

Breakwell, mio caro!

Dov'è il tuo fuoco, ardente d'amore di Dio? Dov'è la tua estasi ai Suoi aliti santi? Dove le tue lodi, innalzate per Lui? E il tuo sorgere a servir la Sua

Causa?
Breakwell, mio caro!

Dove sono i tuoi occhi belli? Le tue labbra ridenti? La tua nobile guancia? La tua forma gioiosa?

Breakwell, mio caro!

Hai disertato questo mondo terreno per assurgere al Regno, sei pervenuto alla grazia del regno invisibile e ti sei offerto alla soglia del suo Signore.

Breakwell, mio caro!

Hai abbandonato quaggiù la lampada che era il tuo corpo, il cristallo che era la tua forma umana, i tuoi elementi terreni, il tuo stile di vita quaggiù.

Breakwell, mio caro!

Hai acceso una fiamma nella lampada delle Schiere supreme, hai posto piede nel Paradiso di Abhá, hai trovato riparo all'ombra dell'Albero Benedetto, sei

giunto a incontrarLo nel porto del cielo.
Breakwell, mio caro!

Sei ora un uccello del Cielo, hai disertato il tuo nido terreno involandoti verso un giardino di santità nel regno del tuo Signore. Sei assurto a uno stadio

traboccante di luce.
Breakwell, mio caro!

Ora il tuo canto è quale canto d'uccello, spargi versetti sulla misericordia del tuo Signore; di Colui Che sempre perdona, fosti servitore grato, e perciò

hai avuto gaudio abbondante.
Breakwell, mio caro!

Il tuo Signore ti ha veramente trascelto per il Suo amore; e ti ha condotto nei Suoi recinti di santità, e ti ha fatto entrare nel giardino di coloro che

sono Suoi compagni vicini, e ti ha benedetto col mirar la Sua bellezza.

Breakwell, mio caro!

Hai conquistato la vita eterna, e la grazia che mai viene meno, e una vita che ti rallegra, e abbondante grazia.

Breakwell, mio caro!

Sei divenuto una stella nel cielo superno, e lampada fra gli angeli nell'alto dei Cieli, spirito vivente nel Regno più eccelso, assiso su un trono per

l'eternità.
Breakwell, mio caro!

Chiedo a Dio di trarti sempre più vicino, di tenerti sempre più stretto; di allietare il tuo cuore con la vicinanza alla Sua presenza, di colmarti di luce e

di altra luce ancor, di concederti altra bellezza, e di elargirti forza e grande gloria.

Breakwell, mio caro!

Ti ricordo in ogni momento, non ti dimenticherò mai! Prego per te di giorno e di notte; ti vedo chiaramente dinanzi a me, come in un giorno sereno.

Breakwell, mio caro!

159. In quanto alla tua domanda, raggiungono tutte le anime senza eccezioni la vita eterna? Sappi che l'immortalità appartiene a quelle anime in cui è stato di già alitato lo spirito di vita. Tranne costoro tutti gli altri sono inanimati - sono morti, come Cristo ha spiegato nel testo del Vangelo. Colui i cui occhi il Signore abbia aperto vedrà le anime degli uomini negli stadi che essi occuperanno dopo la loro liberazione dal corpo. Egli troverà i vivi

rigogliosi entro i precinti del loro Signore e i morti sprofondati nel più infimo abisso della perdizione.

Sappi che ogni anima è plasmata secondo la natura di Dio, che alla nascita ciascuna di esse è pura e santa. Ma dopo, i singoli differiscono in base a ciò che hanno acquisito di virtù o di vizio in questo mondo. Sebbene tutti gli esseri esistenti siano per loro natura creati in ranghi o gradi, poiché le capacità sono differenti, nondimeno ogni individuo nasce puro e santo e solo dopo può contaminarsi.

E inoltre, i gradi dell'essere, benché vari, sono pur tutti buoni. Osserva il corpo umano, le membra, gli arti, l'occhio, l'orecchio, gli organi dell'olfatto, del gusto, le mani, le unghie. Nonostante le differenze fra tutte queste parti, ciascuna entro i limiti del proprio essere è parte di un insieme organico. Se una di loro non funziona deve essere risanata, e se non c'è rimedio efficace, la parte dev'essere rimossa.

160. O sincera e leale ancella del Signore! Ho letto la tua lettera. Tu sei veramente attaccata al Regno e devota al Gloriosissimo Orizzonte. Imploro

Dio nella Sua munificenza di farti ardere sempre più luminosa nel fuoco del Suo amore, col trascorrere dei giorni.

Eri in dubbio, pare, se scrivere o insegnare la Fede. Insegnare la Fede è essenziale e per il momento per te è meglio insegnare. Ogni qual volta se ne

presenta l'occasione, sciogli la lingua e guida la razza umana.

Hai chiesto dell'acquisire il sapere: leggi i Libri e le Tavole di Dio e gli articoli scritti per dimostrare la verità di questa Fede. Fra questi vi sono

l'Íqán che è stato tradotto in inglese, le opere di Mirza Abu'l-Fadl e quelle di altri credenti. Nei giorni a venire un gran numero di Tavole sante e di altri sacri scritti saranno tradotti e tu dovrai leggere anche quelli. Del pari, chiedi a Dio che il magnete del Suo amore ti porti la conoscenza di Lui.

Quando un'anima diventa santa in tutte le cose, purificata, santificata, le porte della conoscenza di Dio si spalancano dinanzi ai suoi occhi.

Hai scritto della cara ancella di Dio, signora Goodall. Quell'anima estasiata di Dio sta sempre servendo la Fede e sta facendo tutto quel che può per diffondere gli splendori del cielo. Se continua nella medesima strada, ne seguiranno grandi risultati in avvenire. La cosa principale è rimanere incrollabili e radicati e perseverare fino alla fine. È mia speranza che mercè i grandi sforzi delle ancelle del Signore, quelle colline e le sponde di quell'oceano diverranno così luminose dell'amor di Dio da gettare i loro raggi fino ai confini del mondo.

Hai chiesto se, con l'avvento del Regno di Dio, ogni anima sia stata salvata. Il Sole della Verità ha brillato splendente su tutto il mondo e il suo luminoso sorgere è salvazione e vita eterna per l'uomo - ma è tra i salvati solo colui che ha spalancato l'occhio del discernimento e mirato quella gloria.

Hai anche chiesto se, in questa Dispensazione Bahá'í, la volontà spirituale finirà per prevalere. È certo che la spiritualità sconfiggerà il materialismo,

che la volontà del cielo assoggetterà quella umana, e che grazie all'educazione divina le masse in genere faranno grandi passi avanti in tutti i gradi della

vita eccettuati coloro che sono ciechi e sordi e muti e morti. Come possono siffatte anime comprendere la luce? Benché i raggi del sole rischiarino ogni

oscuro angolo del globo, pure i ciechi non possono partecipare della sua gloria e sebbene le piogge della misericordia celeste scendano a torrenti su tutta

la terra, da un terreno sterile non sboccerà né arbusto né fiore.

161. O tu che cerchi il Regno del cielo! Questo mondo è come il corpo dell'uomo e il regno di Dio come lo spirito della vita. Guarda come il mondo fisico del corpo umano sia oscuro e angusto e preda di malanni e infermità. D'altra parte, il regno dello spirito umano è vigoroso e lucente. Giudica da questa metafora come il mondo del Regno abbia brillato quaggiù, e come le sue leggi siano state fatte per operare in questo basso reame. Benché lo spirito sia nascosto agli sguardi, pure i suoi comandamenti rifulgono quali raggi di luce sul mondo del corpo umano. Analogamente, sebbene il Regno del cielo sia nascosto alla vista di questa inconsapevole gente, pure, per chi veda con l'occhio interiore, esso è chiaro come il giorno.

Perciò dimora sempre nel Regno e dimentica questo mondo quaggiù. Sii così totalmente immerso nelle emanazioni dello spirito che nulla nel mondo dell'uomo ti possa distrarre.

162. O cari amici di 'Abdu'l-Bahá! Attendo sempre buone nuove da voi, nel mio desiderio di udire che state facendo progressi giorno dopo giorno e che

sempre più vi illuminate della luce della guida.

Le benedizioni di Bahá'u'lláh sono un mare senza sponde e perfino la vita eterna non ne è altro che una goccia di rugiada. I flutti di quel mare continuano a

sciabordare contro i cuori degli amici e da quelle ondate giungono intimazioni dello spirito e ardenti impulsi dell'anima, finché il cuore cede e, volente o

nolente, si rivolge umilmente in preghiera al Regno del Signore. Perciò fate tutto quello che potete per svincolare i vostri intimi esseri, sì che possiate

sempre riflettere nuovi splendori dal Sole della Verità.

Tutti voi vivete nel cuore di 'Abdu'l-Bahá; con ogni respiro rivolgo il viso verso la Soglia dell'Unità e invoco benedizioni su voi tutti.

163. O ricercatori della verità! La lettera che voi due mi avete mandato è pervenuta e ne è stato esaminato il contenuto. In quanto alle lettere che

avevate inviato in precedenza, non tutte sono pervenute, mentre alcune sono giunte in un momento in cui la crudeltà degli oppressori si era così

inasprita che non è stato possibile inviare una risposta. Ecco ora questa lettera, e siamo in grado di rispondere, e perciò mi accingo a scrivervi, malgrado i molti pressanti impegni, sì che sappiate che siete amati fra noi e accetti nel Regno di Dio.

Ma non essendovi il tempo di dare una risposta dettagliata alle vostre domande, ne sarà data una breve. La risposta alla prima domanda: le anime dei figli

del Regno, dopo la loro separazione dal corpo, ascendono al reame della vita eterna. Ma se chiedete dove, sappiate che il mondo dell'esistenza è un unico

mondo, ancorché i suoi stadi siano vari e distinti. Per esempio, la vita minerale occupa un proprio piano, ma le entità minerali non hanno alcuna

consapevolezza del regno vegetale, anzi con la loro lingua interiore negano che quel regno esista. Nello stesso modo, le entità vegetali non sanno nulla del

mondo animale, e ne rimangono del tutto ignare e ignoranti, perché lo stadio dell'animale è più alto di quello del vegetale, e il vegetale è velato dal mondo

animale e interiormente ne nega l'esistenza - nonostante ciò animali, vegetali e minerali convivono in un unico mondo. Parimenti l'animale rimane del tutto

inconsapevole di quella facoltà della mente umana che afferra idee universali e rivela i segreti della creazione - così che un uomo che vive in oriente può

fare piani e progetti per l'occidente; può rivelare misteri; pur trovandosi nel continente europeo può scoprire l'America; situato sulla terra, può cogliere

le intime realtà delle stelle del cielo. Di questa capacità di scoperta che appartiene alla mente umana, questa facoltà che può afferrare idee astratte e

universali, l'animale rimane del tutto ignorante e infatti ne nega l'esistenza.

Nella stessa maniera, i cittadini di questa terra sono del tutto inconsapevoli del mondo del Regno e ne negano l'esistenza. Chiedono per esempio: ”Dov'è il

Regno? Dov'è il Signore del Regno? ”Queste persone sono come i minerali

e i vegetali che non sanno nulla del reame animale e umano; non lo vedono; non lo trovano. Eppure minerali e vegetali, animali e uomini, vivono tutti

insieme, qui in questo mondo dell'esistenza.

In quanto alla seconda domanda: le prove e le tribolazioni inviate da Dio hanno luogo in questo mondo, non nel mondo del Regno.

La risposta alla terza domanda è questa: nell'altro mondo la realtà umana non assume una forma materiale, bensì celeste, costituita da elementi di quel reame

del cielo.

La risposta alla quarta domanda: il centro del Sole della Verità è nel mondo superno - il Regno di Dio. Quelle anime che sono pure e immacolate, al

dissolversi delle loro spoglie materiali, fuggono nel mondo di Dio e quel mondo è in questo mondo. Ma le genti di questo mondo non ne hanno contezza e sono

per l'appunto come i minerali e i vegetali che non sanno nulla dei mondi animale e umano.

La risposta alla quinta domanda è questa: Bahá'u'lláh ha innalzato il tabernacolo dell'unità del genere umano. Chiunque cerchi riparo sotto questo tetto uscirà certamente da ogni altra dimora.

In quanto alla sesta domanda: se tra due gruppi contrastanti sorge una divergenza su un punto o su un altro, per avere una risoluzione del problema si

rivolgano al Centro del Patto.

In quanto alla settima domanda: Bahá'u'lláh è stato palesato a tutta l'umanità ed Egli ha invitato tutti alla mensa di Dio, al banchetto della grazia divina.

Ma oggi molti di coloro che siedono a quella mensa sono i poveri, ecco perché Cristo ha detto 'beati i poveri' perché le ricchezze impediscono ai ricchi

d'entrare nel Regno; e ancora Egli dice: ”È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli ” . Ma se le ricchezze del mondo e la gloria e la fama mondana non ne impediscono l'accesso in quel regno, il ricco sarà favorito alla Santa Soglia e accetto dal Signore del Regno.

In breve, Bahá'u'lláh Si è palesato per educare tutte le genti del mondo. Egli è l'Educatore Universale, dei ricchi e dei poveri, dei bianchi e dei neri, degli orientali e degli occidentali, dei meridionali e dei settentrionali.

Fra coloro che visitano 'Akká, alcuni hanno fatto grandi progressi. Candele spente, sono state accese; erano appassiti, incominciarono a rifiorire; morti,

furono ricondotti in vita e ritornarono a casa con novelle di grande gioia. Ma in verità altri vi sono semplicemente passati; hanno solo fatto una gita.

O voi due che siete fortemente attratti verso il Regno, ringraziate Iddio che avete fatto della vostra casa un centro Bahá'í e un luogo per le riunioni degli

amici.

164. O due anime fedeli e sicure! La lettera è pervenuta. Sia lodato Iddio, ha recato liete novelle. La California è pronta per la promulgazione degli

Insegnamenti di Dio. mia speranza che vi prodighiate con tutto il cuore e con tutta l'anima affinché i dolci profumi delizino le nari...

Porgete alla signora Chase i miei rispettosi saluti e ditele: ”Il signor Chase è una stella palpitante sull'orizzonte della Verità, ma in questo momento è

ancora dietro le nubi; presto queste si disperderanno e la radiosità di quella stella illuminerà lo stato della California. Apprezza la grazia di essergli

stata consorte e compagna della vita ”.

Ogni anno in occasione dell'anniversario dell'ascensione6 di quell'anima benedetta gli amici devono visitarne la tomba in nome di 'Abdu'l-Bahá e con profonda umiltà e grande rispetto devono deporre sulla sua tomba corone di fiori e trascorrere tutta la giornata in tranquilla preghiera, il viso rivolto verso il Regno dei Segni, menzionando e lodando gli attributi di quell'illustre persona.

165. O mio Dio! O mio Dio! In verità il Tuo servo, umile innanzi alla maestà della Tua divina supremazia, sottomesso alla porta della Tua unicità, ha

creduto in Te e nei Tuoi segni, ha reso testimonianza alla Tua parola, si è lasciato infiammare dal fuoco del Tuo amore, si è immerso negli abissi

dell'oceano della Tua sapienza, è stato ammaliato dalle Tue brezze, ha in Te confidato, a Te ha rivolto il viso, verso Te ha indirizzato le sue suppliche ed

è stato reso certo del Tuo clemente perdono. Egli ha ora abbandonato questa via mortale e si è alzato in volo verso il regno dell'immortalità, struggendosi

per la brama d'incontrarTi.

Glorifica, Signore, il suo rango, riparalo sotto il padiglione della Tua suprema compassione, ammettilo nel Tuo paradiso di gloria e perpetuane l'esistenza nel Tuo eccelso giardino di rose, sì ch'egli s'immerga nel mare della luce nel mondo dei misteri.

Tu sei invero il Generoso, il Possente, il Perdonatore, il Donatore.

O anima certa, ancella di Dio...! Non addolorarti per la morte del tuo onorato consorte. In verità, egli è giunto all'incontro con il suo Signore nel sito

della Verità al cospetto del possente Sovrano. Non supporre di averlo perduto. Il velo sarà sollevato e tu vedrai il suo volto illuminato nelle Schiere

Superne. Come Dio, l'Eccelso, ha detto: 'Lo ridesteremo sicuramente a vita felice'. E perciò è necessario dare somma importanza non a questa prima creazione, bensì alla vita futura.

166. O servo di Bahá! Sacrificati sulla strada di Dio e involati verso i cieli dell'amore della Bellezza di Abhá, perché qualunque moto prodotto dall'amore va dalla periferia al centro, dallo spazio all'Astro dell'universo. Forse pensi che ciò sia difficile, ma ti dico che non è così, perché quando la forza che sospinge e guida è la forza magnetica divina, con il suo aiuto è possibile attraversare il tempo e lo spazio facilmente e rapidamente. Gloria alla gente di Bahá!

167. Hai chiesto del fato, della predestinazione e della volontà. Il fato e la predestinazione consistono delle relazioni necessarie e indispensabili che esistono nelle realtà delle cose. Queste relazioni sono state poste nelle realtà degli esseri esistenti mediante la forza della creazione e ogni evento è

conseguenza della relazione necessaria. Per esempio, Dio ha creato un rapporto tra il sole e il globo terrestre, sì che i raggi del sole risplendano e il

terreno produca. Queste relazioni costituiscono la predestinazione e le sue manifestazioni sul piano dell'esistenza sono il fato. La volontà è quella forza

attiva che controlla tali relazioni ed eventi. Questa è una sintesi della spiegazione del fato e della predestinazione. Non ho tempo per darti una

delucidazione dettagliata. Medita: la realtà del fato, della predestinazione e della volontà ti saranno palesate.

168. O donna del Regno! Lode a Dio, ché in questa età, l'età della Dispensazione di Bahá'u'lláh, sei stata ridestata e resa edotta della Manifestazione del Signore degli Eserciti. Tutte le genti del mondo sono sepolte nei sepolcri della natura, o stanno dormendo ignave e incoscienti.

Per l'appunto come disse Cristo: ”Può darsi che io venga quando non ne sarete consapevoli. La venuta del Figliol dell'Uomo è come un ladro che visita una casa, mentre il padrone di casa non ne sa nulla ”.

In breve, è mia speranza che per la grazia di Bahá'u'lláh, tu progredirai quotidianamente nel Regno, che tu divenga angelo del cielo, confermato dagli aliti dello Spirito Santo, e che tu eriga una struttura che permanga ferma e incrollabile per l'eternità...

Questi giorni sono molto preziosi; afferra l'opportunità presente e accendi una fiaccola che non si spenga mai e che effonda la sua luce in eterno a

illuminare il mondo dell'umanità!

169. O coppia di anime pazienti! La vostra lettera è pervenuta. La morte di quel diletto giovane e la sua separazione da voi ha arrecato grandissimo dolore e cordoglio; perché egli ha preso il volo nel fiore degli anni e nel pieno vigore della giovinezza si è involato verso il nido celeste. Ma è stato liberato da questo asilo di dolori e ha rivolto il viso verso l'eterno nido del Regno e, disciolto da un mondo oscuro e angusto, è accorso al santificato reame della

luce; qui sta la consolazione dei nostri cuori.

Dietro eventi così strazianti è nascosta una imperscrutabile saggezza divina. È come se un giardiniere gentile trapiantasse un fresco e tenero arbusto da un luogo ristretto a un'area vasta e aperta. Questo trapianto non è causa di appassimento, diminuzione o distruzione per quell'arbusto; al contrario, lo

fa crescere e prosperare, gli fa acquistare vigore e delicatezza, lo fa divenire verde e produrre frutti. Questo segreto nascosto è ben noto al giardiniere,

ma le anime ignare di tale grazia pensano che il giardiniere, nella sua ira e nella sua collera, abbia sradicato l'arbusto. Ma per chi è consapevole, questo fatto nascosto è palese e questo decreto predestinato è considerato una grazia. Non sentitevi addolorati o sconsolati, perciò, per l'ascensione di quell'uccello di fedeltà; ma in ogni circostanza pregate per quel giovane, impetrando per lui il perdono e l'elevazione del suo stadio.

Spero che conseguiate somma pazienza, compostezza e rassegnazione e supplico e imploro alla Soglia dell'Unicità, invocando clemenza e perdono. Ciò che spero

dall'infinita grazia di Dio è che Egli dia riparo a questo colombo del giardino della fede, e lo faccia dimorare sul ramo delle Schiere Supreme, sì che egli

possa cantare nella più squisita melodia la lode e la glorificazione del Signore dei Nomi e degli Attributi.

170. O ricercatrice del Regno! La tua lettera è pervenuta. Hai scritto della grave sciagura che ti ha colpita - la morte del tuo rispettato marito.

Quell'uomo onorato era così esposto alle pressioni e alle tensioni di questo mondo che il suo più grande desiderio era di esserne liberato. Così è questa

dimora mortale: una riserva di afflizioni e sofferenze. È l'ignoranza che lega l'uomo ad essa, perché non v'è anima in questo mondo che possa assicurare

conforto, dal monarca al più umile suddito. Per una dolce coppa che essa offre all'uomo, ne seguono cento di amarezza: così è questo mondo. Il saggio, perciò, non si attacca a questa vita mortale e non ne dipende; vi sono anzi certi momenti in cui egli desidera ardentemente la morte, che lo liberi da tali

dolori e afflizioni. È per questo che alcuni, sotto l'estrema pressione dell'ambascia, sono giunti al suicidio.

In quanto a tuo marito, sta tranquilla. Sarà immerso nell'oceano del perdono e della clemenza e diverrà ricettacolo di grazia e favore. Adoprati con tutte le

forze per dare a suo figlio un'educazione Bahá'í così che quando sia giunto alla

maturità possa essere misericordioso, illuminato e celestiale.

171. O amata ancella di Dio! Sebbene la perdita di un figlio sia straziante e oltrepassi i limiti della sopportazione umana, pure chi sa e comprende è

sicuro che suo figlio non è stato perduto ma è passato da questo mondo nell'altro e lo ritroverà nel regno divino. Quel ricongiungimento sarà per l'eternità, mentre in questo mondo la separazione è inevitabile e comporta un bruciante dolore.

Sia lodato Iddio, tu hai fede, hai il viso rivolto verso il regno eterno e credi nell'esistenza di un mondo celeste. Perciò non essere disperata, non struggerti, non sospirare, non lamentarti, non piangere, perché l'agitazione e il cordoglio turbano molto la sua anima nel regno divino.

Quell'amato fanciullo ti dice dal mondo nascosto: ”O Madre gentile, ringrazia la divina Provvidenza che io sia stato liberato da una gabbia angusta e oscura

e, come gli uccelli dei prati, mi sia involato nel mondo divino - un mondo spazioso, illuminato e sempre gaio e giubilante. Perciò, non lamentarti, Madre, e non essere addolorata; non sono tra i perduti, non sono stato cancellato e distrutto. Ho deposto le spoglie mortali e innalzato il mio vessillo in questo

mondo spirituale. Dopo questa separazione v'è intimità imperitura. Mi ritroverai nel paradiso del Signore, immerso in oceano di luce ”.

172. Sia lodato Iddio, il cuore volto a commemorare Iddio, l'anima rallegrata dalle liete Sue novelle, sei raccolto in orazione. Tale stato è la migliore

condizione, poiché qui l'uomo è assieme a Dio. La preghiera è vera dispensatrice di vita, specialmente quando sia offerta in solitudine e in momenti, come la

mezzanotte, in cui si è liberi da ogni cura quotidiana.

173. Quelle anime che, in questo giorno, entrano nel regno divino e conseguono la vita eterna, ancorché fisicamente dimorino sulla terra, tuttavia nella realtà veleggiano nel regno dei cieli. I loro corpi indugiano sulla terra ma i loro spiriti viaggiano nell'immensità dello spazio, perché i pensieri, nel divenire vasti e illuminati, acquistano il potere di involarsi e trasportano l'uomo nel regno di Dio.

174. O amici spirituali di 'Abdu'l-Bahá! La lettera che avevate scritto è stata presa in esame; il contenuto era molto gradevole e parlava della vostra

fermezza e incrollabilità nella Causa di Dio.

Quell'Assemblea si trova nell'ombra protettrice del Signore di tutti i doni ed è mia speranza che quell'istituzione sia favorita e rinvigorita, come le si

conviene, dagli aliti dello Spirito Santo, e che voi amiate Dio ogni giorno di più, e diveniate sempre più tenacemente legati alla sempiterna Bellezza, a

Colui Che è la Luce del mondo, perché l'amor di Dio e l'attrazione spirituale detergono e purificano il cuore dell'uomo e lo ammantano e lo adornano

nell'immacolata veste della santità; e quando il cuore sia interamente attaccato al Signore e legato alla Perfezione Benedetta, allora la grazia di Dio si

rivela.

Questo amore non è del corpo ma completamente dell'anima. E quelle anime il cui intimo essere sia acceso dall'amore di Dio sono quali dardeggianti raggi di

luce e rifulgono come stelle di santità in un terso cielo cristallino, perché il vero amore, l'amore reale, è l'amore per Dio e questo è santificato di là da

nozioni e immaginazioni umane.

Siano tutti gli amati di Dio l'essenza della purezza, la vita della santità, così che divengano famosi in tutti i Paesi per santità, indipendenza di spirito

e modestia. Si ristorino bevendo alla coppa eterna dell'amor di Dio e si rallegrino attingendo dai cellieri del Paradiso. Mirino alla Bellezza Benedetta, e sentano la fiamma e l'estasi di quell'incontro, e ammutoliscano per riverenza e meraviglia. Questo è lo stadio dei sinceri; questa la strada dei leali; questo il fulgore che brilla sui volti dei vicini a Dio.

Perciò gli amici di Dio devono levarsi nello spirito, in perfetta santità, in completo accordo, reciprocamente uniti, a tal segno da divenire come un unico

essere e un'anima sola. Su questo piano, i corpi materiali non hanno parte alcuna, ma prevale e governa lo spirito; e quando il potere di questo pervade ogni cosa allora l'unità spirituale è conseguita. Prodigatevi giorno e notte di coltivare la vostra unità nella sua più piena misura. Indugino i pensieri sullo

sviluppo spirituale e si chiudano gli occhi ai difetti degli altri. Così agite, mostrando azioni pure e sante, e modestia e umiltà, sì che possiate procurare

che altri si ridestino.

'Abdu'l-Bahá non desidera vedere alcuna anima ferita, né farà mai soffrire alcuno, perché l'uomo non può ricevere dono più grande di questo, rallegrare un altro cuore. Imploro Dio che siate apportatori di gioia, come gli angeli in Cielo.

175. Il fascino mortale svanisce, le rose cedono il passo alle spine e la beltà e la giovinezza vivono un giorno e poi non sono più. Ma ciò che eternamente permane è la Beltà dell'Unico Vero, perché quello splendore non perisce e quella gloria dura per sempre; il suo fascino è onnipotente, infinita la sua attrazione. Benedetto dunque quel volto che rispecchia lo splendore della Luce dell'Amato! Sia lodato Iddio tu Ne sei stato illuminato, hai ottenuto la perla della vera conoscenza e hai proferito la Parola della Verità.

176. O tu che sei attratto al Regno di Dio! Ogni anima mira a un oggetto e serba un desiderio e giorno e notte si prodiga per ottenere uno scopo. Chi brama le ricchezze, chi è assetato di gloria, chi ancora anela alla fama, all'arte, alla prosperità e così via. Ma sono tutti destinati a rovina e delusione; tutti lasciano le cose che hanno e a mani vuote corrono nel reame dell'oltre e tutte le loro fatiche saranno state vane. Ritorneranno alla polvere denudati, depressi, scoraggiati, del tutto disperati.

Ma, sia lodato Iddio, tu sei impegnato in cose che ti assicurano un guadagno che durerà in eterno; e queste non sono altro che la tua attrazione al Regno di

Dio, la tua fede, la tua conoscenza, l'illuminazione del tuo cuore e il tuo zelante sforzo per promuovere i Precetti Divini.

In verità, questo dono è imperituro e questa ricchezza è un tesoro del cielo!

177. O fiamma vivente di celeste amore! Il tuo cuore tanto si è acceso d'amore di Dio che diecimila leghe lontano se ne possono sentire il calore e vedere la vampa. Il fuoco appiccato da mano mortale dà luce e calore entro un piccolo spazio soltanto, ma quella sacra fiamma che la Mano di Dio ha acceso, ancorché arda in oriente, incendia l'occidente e dà calore al settentrione e al meridione; più ancora, assurge da questo mondo a rifulgere con la più ardente fiamma nei reami del cielo inondando di luce il Regno dell'eterna gloria.

Felice te, che hai ottenuto un tal paradisiaco dono; benedetto te, che hai avuto il favore delle Sue largizioni divine.

La gloria di Dio si posi su te e su coloro che tengono stretta l'impugnatura sicura della Sua Volontà e del Suo santo Patto.

178. O ancella di Dio! La tua lettera del 9 dicembre 1918 è pervenuta e ne è stato esaminato il contenuto. Non perdere mai la fiducia in Dio; abbi

sempre speranza, perché i doni di Dio non cessano mai di riversarsi sull'uomo. Da un lato può sembrare che scemino, ma dall'altro sono pieni e completi.

L'uomo è comunque immerso in un mare di grazia di Dio. Perciò, non disperare mai, sii invece sempre incrollabile nella tua speranza.

La partecipazione alle riunioni degli amici serve specificamente per mantenerli svegli, vigili, amorevoli e attratti al Regno divino.

Se il tuo desiderio di recarti a Phillsburg, Montana, è totale e ardente, ne hai il permesso, sì che tu possa accendere una fiaccola in quel gruppo di minatori e renderli vigili e desti, così che si volgano verso Dio acquistando una parte della Munificenza del Regno divino.

179. Fa' ogni possibile sforzo per volgerti al Regno, sì che tu possa acquistare coraggio istintivo e forza spirituale.

180. Spero che in questo basso mondo tu possa giungere alla luce del cielo, liberare le anime dalle tenebre della natura, che è il regno animale, far sì che esse conseguano eccelsi stadi nel regno umano. Oggi tutte le genti sono immerse nel mondo della natura. Ecco perché vedi gelosia, avidità, lotta per la sopravvivenza, inganno, ipocrisia, tirannia, oppressione, dispute, lotta, stragi, furti e rapine, tutte cose provenienti dal mondo della natura. Ben

pochi sono stati liberati da tali tenebre, sono ascesi dal mondo della natura a quello dell'uomo, hanno seguito i Precetti divini, hanno servito il mondo

dell'umanità, sono risplendenti, misericordiosi, illuminati e simili a un giardino di rose. Fa' tutto quello che è in tuo potere per divenire spirituale, per acquisire gli attributi di Dio, per diventare illuminato, misericordioso, sì che tu possa essere affrancato da ogni legame e divenire attaccato nel cuore al Regno del Signore incomparabile.

Questa è grazia bahá'í, questa è luce del cielo.

181. In quanto all'affermazione nelle Parole Celate, che l'uomo deve rinunziare a se stesso, ciò significa che deve rinunziare a desideri smodati, mire

egoistiche e impulsi del suo io umano e cercare solo i santi aliti dello spirito, e seguire gli aneliti dell'io superiore, e immergersi nel mare del

sacrificio, il cuore fisso sulla bellezza del Gloriosissimo.

In quanto ai versetti delle Parole Celate riguardanti il Patto stipulato sul monte Párán, ciò significa che agli occhi di Dio passato, presente e futuro sono

la stessa identica cosa - mentre, in relazione all'uomo, il passato è trascorso e dimenticato, il presente è fuggevole e il futuro è nel regno della speranza. Ed è principio basilare della Legge di Dio che in ogni Missione Profetica Egli stringa un Patto con tutti i credenti - un Patto che dura fino alla fine di quella Missione, fino al giorno promesso in cui il Personaggio sancito all'esordio della Missione non sia palesato. Considerate Mosè, Colui Che

conversò con Dio. In verità, sul monte Sinai, Mosè stipulò un Patto riguardante il Messia con tutte quelle anime che sarebbero vissute ai tempi del Messia. E

quelle anime, pur apparse molti secolo dopo Mosè, nondimeno erano - per quanto riguarda il Patto, che è fuori del tempo - presenti là con Mosè. Ma gli Ebrei erano ignari e non lo ricordavano e perciò ne ebbero grande e chiara rovina.

In quanto alla frase nelle Parole Celate arabe che l'essere umano deve divenire distaccato dall'io, anche questo si-gnifica che in questa fuggevole vita egli

non deve cercare alcunché per l'io bensì eliminarlo, cioè rinunziare ad esso e a tutte le sue cure sul campo del martirio, al tempo della venuta del Signore.

182. O voi che vi tenete stretti al Patto e al Testamento! In questo giorno, dai reami del Gloriosissimo, dal Regno della Santità donde si levano osanna di glorificazione e lode, le Schiere superne volgono lo sguardo verso di voi. Ogni qual volta i loro occhi si posano su adunanze di persone salde nel Patto e nel Testamento, esse proferiscono il grido: ”Liete novelle! Liete novelle! ”Poi esultanti levano la voce ed esclamano: ”O comunione spirituale!

O adunanza di Dio! Benedetti voi! Liete novelle a voi! Siano luminosi i vostri volti; siate di buon animo, poiché vi aggrappate al Patto dell'Amato di tutti

i mondi e siete infiammati dal vino del Suo Testamento. Vi siete promessi all'Antico dei Giorni, avete bevuto avidamente dal calice della lealtà. Avete

custodito e difeso la Causa di Dio; non siete stati causa di divisione della Sua Parola; non avete diminuito la Sua Fede, ma vi siete prodigati per glorificare il Suo Santo Nome; non avete permesso che la Benedetta Causa fosse esposta al ludibrio delle genti, né consentito che lo Stadio Designato fosse umiliato; non siete stati propensi a vedere il Centro dell'Autorità screditato o esposto a dileggio e persecuzione. Vi siete prodigati per mantenere la Parola unita e unica. Avete attraversato i portali della misericordia. Non avete lasciato che la Bellezza Benedetta vi uscisse di mente e impallidisse obliata ”.

La Gloria sia su di voi.

183. O figlia del Regno! La tua lettera è pervenuta: era come la melodia dell'usignolo divino, il cui canto delizia i cuori. E questo perché il suo contenuto indicava fede, sicurezza e fermezza nel Patto e nel Testamento. Oggi la forza dinamica del mondo dell'esistenza è la potenza del Patto che come un'arteria pulsa nel corpo del mondo contingente e protegge l'unità bahá'í.

Ai Bahá'í si comanda di fondare l'unità del genere umano; e come lo potranno, se non sono capaci di unirsi attorno a un punto?

Lo scopo per cui la Bellezza Benedetta ha stipulato questo Patto e Testamento è stato quello di radunare tutti gli esseri esistenti attorno a un unico punto

così che le anime negligenti, che in ogni ciclo e dispensazione sono state causa di dissenso, non possano insidiare la Causa. Egli ha perciò decretato che

qualunque cosa emani dal Centro del Patto è giusta e sotto la Sua protezione e il Suo favore, mentre tutto il resto è errore.

Sia lodato Iddio, tu sei salda nel Patto e nel Testamento.

184. O anime benedette! Benché stiate subendo prove cruciali a cagione dei ripetuti e assidui tentativi compiuti da alcune persone di scuotere la Fede degli amici in Los Angeles, pure siete sotto il vigile occhio del favore di Bahá'u'lláh e assistiti da legioni di angeli.

Camminate, dunque, con passo risoluto e prodigatevi con massima sicurezza e fiducia per la promulgazione delle fragranze divine, per la glorificazione della

Parola di Dio e per la fermezza nel Patto. Siate certi che se un'anima si leva con massima perseveranza e lancia l'Appello del Regno e risolutamente promulga

il Patto, fosse pure insignificante formica, avrà il potere di cacciar via dall'arena il temibile elefante, e fosse pure fragile moscerino, spezzerà le penne del rapace avvoltoio.

Sforzatevi, dunque, sì che possiate sbaragliare e fugare le schiere del dubbio e dell'errore con la forza delle sante parole. Questa è la mia esortazione, questo il mio consiglio. Non litigate con nessuno ed evitate qualunque forma di disputa. Proferite la Parola di Dio. Se l'altro l'accetta lo scopo desiderato è raggiunto, e se si rifiuta lasciatelo stare e confidate in Dio.

Tale è l'attributo di coloro che sono saldi nel Patto.

185. O amici e ancelle del Misericordioso! È pervenuta una lettera dall'Assemblea Spirituale di Los Angeles. Era una prova del fatto che le benedette anime della California, quale inamovibile montagna, resistono ai fortunali della violazione, e come alberi benedetti sono stati piantati nel terreno del Patto e sono assai ferme e salde. Si spera, dunque, che mercè le benedizioni del Sole della Verità esse possano quotidianamente crescere in fermezza e saldezza. Le prove di ciascuna dispensazione sono in diretta proporzione con la grandezza della Causa e poiché fino ad ora non era mai stato stipulato Patto così palese, scritto dalla Penna Suprema, le prove sono proporzionalmente più dure. Questi cimenti fanno vacillare le anime deboli, ma chi è fermo non ne è intaccato. Queste agitazioni dei violatori sono come la spuma dell'oceano, che ne è una delle caratteristiche inseparabili; ma l'oceano del Patto ribollirà e deporrà sulle spiagge i corpi dei morti, che non può trattenere. Così s'è visto che l'oceano del Patto ha ondeggiato e ondeggiato finché non ha gettato via i corpi morti - le anime prive dello Spirito di Dio, perdute nella passione e nell'egoismo, alla ricerca solo del primato. La spuma del mare non dura e si consuma e svanisce rapidamente, ma l'oceano del Patto ribollirà e ruggirà in eterno...

Dagli inizi della creazione fino al tempo presente in tutte le dispensazioni divine, non è stato mai stipulato Patto così saldo ed esplicito. Perciò è

mai possibile che questa spuma rimanga sulla superficie dell'Oceano del Patto? No, in nome di Dio! I violatori calpestano la propria dignità, sovvertono le proprie fondamenta e sono fieri dell'appoggio di adulatori che fanno grandi sforzi per scuotere la fede dei deboli. Ma questa loro azione non ha conseguenze; è miraggio, non acqua; spuma, non mare; nebbia, non nube; illusione, non realtà.

Tutto questo lo vedrete presto.

Sia lodato Iddio, siete saldi e incrollabili; siate grati, ché quali alberi benedetti siete fermamente impiantati nel terreno del Patto. È sicuro che ogni

incrollabile crescerà, produrrà nuovi frutti e prospererà giorno dopo giorno in freschezza e grazia. Riflettete su tutti gli scritti di Bahá'u'lláh, epistole

o preghiere, e incontrerete sicuramente mille brani dove Bahá'u'lláh prega: ”O Dio! Vanifica i violatori del Patto e sconfiggi gli oppressori del Testamento ”. ”Colui che nega il Patto e il Testamento Dio lo respinge, e colui che vi rimane saldo e incrollabile è favorito alla Soglia dell'Unità ”.

Tali detti e preghiere abbondano, leggeteli e saprete.

Non siate mai depressi; più siete agitati dalla violazione, più dovete approfondirvi in fermezza e saldezza ed essere sicuri che le schiere divine

trionferanno, perché hanno la certezza della vittoria del Regno di Abhá. In tutte le regioni lo stendardo della saldezza e della fermezza è innalzato e

ammainata la bandiera della violazione, perché solo poche anime sono state sviate dall'adulazione e dagli speciosi argomenti dei violatori che apparentemente sono molto attenti a ostentare fermezza ma interiormente brigano per agitare le anime. Solo pochi, i capi di coloro che fomentano e agitano, sono

esteriormente noti come violatori, ma gli altri ingannano le anime con subdoli mezzi, perché apparentemente affermano di essere incrollabili e saldi nel Patto; e poi quando incontrano orecchie ricettive nascostamente spargono i semi del sospetto. Il loro caso assomiglia alla violazione del Patto da parte di Giuda Iscariota e dei suoi seguaci. Riflettete: ne sono rimasti risultati o tracce? Dei suoi seguaci non è restato neppure un nome, e sebbene taluni Ebrei abbiano

parteggiato per lui è come s'egli non avesse avuto alcun seguace. Questo Giuda Iscariota che era il primo tra gli apostoli tradì Cristo per trenta pezzi

d'argento. Attente, o genti che avete intendimento!

In questo momento questi insignificanti violatori sicuramente tradiranno il Centro del Patto per l'ingente somma che con ogni subdolo mezzo sono andati

mendicando. Sono ora trent'anni dacché Bahá'u'lláh è asceso e in tutto questo tempo questi violatori si sono impegnati con tutte le loro forze. Ma cos'hanno

ottenuto? Coloro che sono rimasti fermi nel Patto hanno sempre trionfato, mentre ai Violatori sono toccate sconfitta, delusione e tristezza. Dopo l'ascensione di 'Abdu'l-Bahá non ne rimarrà traccia. Queste anime ignorano quello che accadrà e s'inorgogliscono delle loro illusioni.

In breve, o amati di Dio e ancelle del Misericordioso! La mano della munificenza divina ha cinto i vostri capi di una corona ingemmata, i cui preziosi gioielli risplenderanno in eterno in tutte le contrade. Apprezzate questo dono, sciogliete la lingua in lodi e ringraziamenti e dedicatevi alla promulgazione

degli insegnamenti di Dio, perché questo è lo spirito della vita e lo strumento della salvazione.

186. O tu che sei saldo nel Patto! Tre lettere consecutive sono pervenute da te; dal loro contenuto si è appreso che a Cleveland i cuori sono afflitti dai sudici aliti dei volatori del Patto e che l'armonia fra gli amici è scemata. Benevolo Iddio! Cento volte è stato predetto che i violatori sono in agguato e desiderano ad ogni costo creare dissenso fra gli amici in modo che esso sfoci nella violazione del Patto. Come mai, ad onta dell'ammonimento, gli amici hanno trascurato questa esplicita affermazione?

Il punto in esame è chiaro, preciso e di massima brevità. O Bahá'u'lláh era saggio, onnisciente e consapevole di quel che sarebbe accaduto, o era

ignorante e in errore. Egli stipulò, con la Sua penna suprema, un solido Patto e Testamento con tutti i Bahá'í, in primo luogo con gli Aghsán, gli Afnán e i Suoi congiunti, e comandò loro di obbedirGli e di rivolgersi a Lui. Con la Sua penna suprema Egli ha esplicitamente dichiarato che l'oggetto del versetto seguente del Kitáb-i-Aqdas è il Più Grande Ramo:

'Quando l'oceano della Mia presenza sarà refluito e il Libro della Mia Rivelazione sarà terminato, volgete il viso verso Colui Che Dio ha designato, Colui Che è germogliato da questa Antica Radice'.

In breve il significato è questo: dopo la Mia ascensione incombe agli Aghsán, agli Afnán e ai congiunti, e a tutti gli amici di Dio di volgere il viso verso

Colui Che è germogliato dall'Antico Ceppo.

E nel Kitáb-i-Aqdas dice chiaramente: 'O popoli del mondo! Quando la Mistica Colomba avrà spiccato il volo dal suo Santuario di Lode e avrà cercato la sua

lontanissima mèta, la sua dimora nascosta, rivolgetevi, per qualunque cosa non comprendiate nel Libro, a Colui Che sbocciò da questo Tronco possente'.

RivolgendoSi a tutti i popoli del mondo Egli dice: Quando la Mistica Colomba spiccherà il volo dal frutteto della lode verso il Supremo e Invisibile Stadio

cioè quando la Bellezza Benedetta si allontanerà dal mondo contingente verso il regno invisibile - deferite qualunque cosa non comprendiate nel Libro a Colui

Che è germogliato dall'Antico Ceppo. Cioè, qualunque cosa Egli dica è la verità.

E nel Libro del Patto Egli dice esplicitamente che l'oggetto di questo versetto ”Colui Che è germogliato da questo Antico Ceppo ”è il Ramo Più Possente, e comanda che tutti gli Aghsán, gli Afnán, i congiunti e i Bahá'í si rivolgano a Lui. Ora, o si deve dire che la Bellezza Benedetta ha commesso un errore, o si

deve obbedirLo. 'Abdu'l-Bahá non ha ordini da far obbedire alle genti se non la diffusione delle fragranze di Dio, l'esaltazione della Sua Parola, la

promulgazione dell'unità del mondo dell'umanità, l'instaurazione della pace universale e altri comandamenti di Dio. Questi sono comandamenti divini e non hanno nulla a che fare con 'Abdu'l-Bahá. Chiunque voglia li può accettare e chiunque voglia respingerli può fare quel che gli pare.

Ora alcuni dei mestatori, con molti stratagemmi, stanno cercando il primato e al fine di ottenerlo instillano dubbi negli amici, sì che possano creare divergenze, divergenze che conducano alla formazione di un partito a loro vantaggio. Ma gli amici di Dio devono essere svegli e sapere che la disseminazione di questi dubbi ha quali moventi le ambizioni personali e il conseguimento del primato.

Non distruggete l'unità Bahá'í e sappiate che questa unità potrà essere preservata solo attraverso la fede nel Patto di Dio.

È tuo desiderio viaggiare per spargere le fragranze di Dio. Ciò è oltremodo opportuno. Sicuramente le confermazioni divine ti assisteranno e la forza del

Patto e del Testamento ti darà trionfo e vittoria.

187. O tu che sei saldo nel Patto! La tua lettera è pervenuta. Dici che sei soddisfatto della Convenzione, che questa riunione è stata strumento per

l'elevazione della Causa di Dio e ha dimostrato la forza della Sua Parola. La grandezza della Causa spazzerà via queste divergenze, e può essere paragonata

alla buona salute nel corpo dell'uomo che, una volta raggiunta, cura ogni malattia e debolezza. È nostra speranza che non rimanga traccia di opposizione; ma alcuni degli amici in America non si danno requie nelle loro nuove ambizioni e brigano e cercano di nascosto e apertamente di scoprire qualunque cosa

alimenti il dissenso.

Sia lodato Iddio, nella Causa di Bahá'u'lláh quelle porte sono tutte chiuse, perché è stato nominato uno speciale autorevole Centro, un Centro che risolve

ogni difficoltà e tiene lontane tutte le divergenze. Anche la Casa Universale di Giustizia evita ogni divergenza e qualunque cosa essa prescriva dev'essere accettata e chi trasgredisce è rinnegato. Ma questa Casa Universale di Giustizia che è l'Istituzione Legislativa non è ancora stata istituita.

Così si è visto che non sono stati lasciati strumenti di dissenso, ma sono i desideri carnali che causano divergenze, come nel caso dei violatori. Essi non

hanno dubbi sulla validità del Patto ma moventi egoistici li hanno trascinati in questa condizione. Non è che non sappiano quello che fanno - sono perfettamente consapevoli eppure mostrano opposizione.

In breve, l'oceano del Patto è tumultuoso e vasto. Depone a riva la spuma della violazione e così state tranquilli. Impegnati per far progredire il

Mashriqu'l-Adhkàr e prepara gli strumenti per la diffusione delle fragranze divine. Non occuparti d'altro che di questo perché altrimenti dissiperai la tua

attenzione e il lavoro non progredirà.

188. O teneramente amati di 'Abdu'l-Bahá! È molto tempo ormai dacché il mio orecchio interiore ha udito dolci melodie da certe regioni, o il mio cuore è

stato allietato; e questo malgrado siate sempre presenti nei miei pensieri e vi troviate chiaramente visibili dinanzi ai miei occhi. Il calice del mio cuore

trabocca del vino dell'amore che vi porto, e la mia brama di mirarvi mi scorre come lo spirito nelle arterie e nelle vene: e quindi chiaro quanto sia grande

la mia afflizione. In questo momento, come per tutta questa tempesta di calamità che ora solleva i suoi flutti alti nel cielo, dardi crudeli mi vengono incessantemente scagliati contro da ogni punto dell'orizzonte, e di continuo, qui in Terra Santa, si ricevono notizie terrificanti e ogni giornata reca la sua parte di orrore. Il Centro della Sedizione si era illuso che la sua arrogante ribellione fosse sufficiente per mandare in rovina il Patto e il Testamento; non ci voleva che questo, così egli pensava, per allontanare i giusti dal Santo Volere. Perciò egli pubblicizzava ovunque i suoi dubbi, escogitando molte segrete trame. Ora gridava che l'edifizio di Dio era stato rovesciato e i Suoi ordini divini annullati e che, di conseguenza, il Patto e il Testamento erano abrogati. Ora si metteva a piangere e a gemere che era tenuto prigioniero, che gli si facevano soffrire la fame e la sete notte e giorno. Un altro giorno suscitava un trambusto, dicendo che l'unità di Dio era stata negata, poiché un'altra Manifestazione era stata proclamata prima dello spirare di mille anni.

Visto che le sue calunnie non avevano effetto, a poco a poco concepì un piano per sollevare un tumulto. Incominciò a fomentare sedizione e andò a bussare a

tutte le porte. Prese a muovere false accuse presso i funzionari del Governo. Avvicinò alcuni dei forestieri, se ne fece amico, e insieme con loro preparò un

documento che presentò alla Sede del Sultanato, gettando nella costernazione le autorità. Fra le molte mendaci accuse v'era che questo sventurato aveva issato lo stendardo della rivolta, un vessillo recante le parole Yá Bahá'u'l-Abhá; che l'avevo sbandierato in tutto il paese, in ogni città, cittadina e villaggio e perfino fra le tribù del deserto e che avevo invitato tutti gli abitanti a unirsi sotto di esso.

O mio Signore, in verità in Te cerco rifugio dall'avere solo pensato a una simile azione, che è contraria a tutti i comandamenti di Bahá'u'lláh, e che

sarebbe veramente una grande ingiustizia che solo un grande peccatore potrebbe perpetrare. Tu ci hai imposto il dovere di obbedire ai governanti e ai sovrani.

Un'altra delle sue calunnie fu che il Mausoleo sul monte Carmelo era una fortezza che io avevo costruito forte e inespugnabile - e invece l'edificio in

costruzione comprende sei stanze - e che l'avevo chiamato Medina la Risplendente, mentre avevo chiamato la Santa Tomba la Mecca, la Glorificata. Un'altra delle sue menzogne era che io avevo instaurato una sovranità indipendente e che - Dio non voglia! Dio non voglia! Dio non voglia! - avevo invitato tutti i credenti a unirsi a me in questo grave peccato. Quanto è tremenda, o mio Signore, la sua calunnia!

E ancora, egli afferma che essendo la Santa Tomba divenuta un sito visitato da pellegrini provenienti da tutto il mondo, questo Governo e questo popolo ne

avrebbero avuto un grave danno. Egli, il Centro della Sedizione, dichiara di non aver messo mano in tutte queste cose, di essere Sunnita fra i Sunniti e devoto seguace di Abú-Bakr e Omar e di considerare Bahá'u'lláh solo un pio, un mistico; tutte queste cose, egli dice, sono state tramate da questo vilipeso.

In breve, il Sultano, possa durare la gloria del suo regno, nominò una Commissione di Inchiesta. La Commissione venne qui e appena giunta si recò nella casa di uno degli accusatori; convocò poi il gruppo che, lavorando in combutta con mio fratello, aveva stilato il documento d'accusa e chiese loro se era vero.

Il gruppo spiegò il contenuto del documento, affermò che ogni cosa che vi era stata scritta non era altro che la verità e aggiunse ulteriori accuse. Così

essi furono contemporaneamente querelanti, testimoni e giudici.

La Commissione è ora ritornata nella Sede del Califfato e quotidianamente giungono da quella città terribili notizie. Ma, sia lodato Iddio, 'Abdu'l-Bahá

rimane composto e imperturbato. Non voglio male a nessuno per questa diffamazione. Ho affidato tutte le mie cose al Suo irresistibile Volere e attendo, in perfetta felicità, di offrire la vita, pronto a qualunque tremenda afflizione possa aspettarmi. Sia lodato Iddio, anche gli amorevoli credenti accettano la Volontà di Dio e vi si sottomettono, radiosamente acquiescenti, e rendono grazie.

Il Centro della Sedizione si è illuso che, quando il sangue di questo perseguitato sia stato sparso, quando io sia stato gettato sulle sabbie del grande deserto o annegato nel Mare Mediterraneo - sconosciuto, scomparso senza lasciare traccia, senza alcuno che parli di me - allora egli avrà finalmente un campo in cui spronare il destriero e con la sua mazza di dubbi e di menzogne colpire forte la palla da polo delle sue ambizioni e vincere la palma.

Niente affatto! Anche se il dolce aroma muschiato della fedeltà dovesse passare senza lasciare traccia, chi sarà attratto dal lezzo della perfidia? E se alcune gazzelle del cielo fossero squartate da cani e lupi, chi correrà alla ricerca di un lupo rabbioso? E se pure la giornata del Mistico Usignolo si concludesse, chi darà mai ascolto al gracchiare del corvo, o al crocidare della cornacchia? Quale vana supposizione! Quale stolta presunzione! ”...le azioni loro saranno come un miraggio nel deserto, miraggio che l'assetato crede acqua ed ecco che, quando lo raggiunge, non vi trova nulla... ”

O amati di Dio! Siate saldi di piede, e fermi nel cuore, e mercè il potere dell'aiuto della Bellezza Benedetta, siate fedeli al vostro intento. Servite la

Causa di Dio. Affrontate tutte le nazioni del mondo con la costanza e la sopportazione della gente di Bahá, sì che tutti gli uomini possano sbalordire e

chiedere come abbia potuto accadere che i vostri cuori sono quali sorgenti di fiducia e di fede e miniere così ricche d'amore di Dio. Siate così, non

sbagliate, non vacillate a cagione di queste tragedie nella Terra Santa; non permettete che questi terribili eventi vi rendano tristi. E se tutti i credenti

fossero passati per la spada, e ne restasse uno solo, quell'uno gridi nel nome del Signore e annunci le liete novelle, quell'uno si levi e affronti tutte le

genti del mondo.

Non guardate ai funesti eventi che accadono in questo Sito Illuminato. La Terra Santa è sempre in pericolo e qui la marea della calamità non fa che crescere, perché questo grido lanciato è stato ora udito per tutta la terra e la sua fiamma è pervenuta ai confini del mondo. È per questa ragione che i nemici, interni ed esterni, si ingegnano con astuzia e destrezza di spargere calunnie. È chiaro che un luogo come questo è esposto al pericolo, perché qui non c'è difensore, nessuno che si levi a prendere le nostre parti di fronte alla calunnia: vi si trovano solo poche anime esuli, sventurate, imprigionate in questa roccaforte. Esse non hanno paladino; nessuno che le soccorra, nessuno che tenga lontani gli strali delle menzogne, i dardi della diffamazione scagliati contro di loro: nessuno tranne Dio.

Fa d'uopo che riflettiate su tutti quegli amati che si sono precipitati nella santa arena del sacrificio, quelle anime preziose che immolarono la vita.

Rammentate quali fiumi di sacro sangue sono stati sparsi; quanti cuori giusti sono stati insanguinati, quanti petti bersagliati da lance di tirannia, quanti

casti corpi straziati. Come potrebbe dunque essere giusto che noi solo pensassimo di salvarci, di coltivarci il favore di uno straniero o di un parente e di scendere a compromessi! Non dobbiamo invece seguire la strada dei giusti e calcare le orme di quei grandi che ci hanno preceduti?

Questi pochi brevi giorni passeranno, questa vita svanirà ai nostri sguardi; le rose di questo mondo non saranno più fresche e belle, il giardino dei trionfi

e delle delizie di questa terra appassirà e svanirà. La primavera della vita si trasformerà nell'autunno della morte, la fulgida gioia delle sale dei palazzi

cederà alla notte illune nel sepolcro. E per questo nulla di tutto ciò è degno d'essere amato e il saggio non vi ancorerà il suo cuore.

Colui che sa e può cercherà invece la gloria del paradiso e la distinzione spirituale e la vita che non perisce: egli anela di avvicinarsi alla Sacra Soglia di Dio, poiché l'uomo di Dio non giacerà ubriaco nella taverna di questo effimero mondo né per un solo istante si darà riposo, né si macchierà di passione per questa vita terrena.

Al contrario! Gli amici sono stelle negli alti cieli della guida, corpi celesti nei firmamenti della grazia divina, che con tutte le loro forze fugano le

tenebre. Essi distruggono le fondamenta della malevolenza e dell'odio. Hanno un solo desiderio per il mondo e per tutte le sue genti: benessere e pace. Essi

abbattono i bastioni della guerra e dell'aggressione; si propongono di essere veraci, amichevoli, onesti e gentili perfino verso un nemico malvagio; finché

alla fine non trasformino questa prigione di perfidia che è il mondo in una magione di massima fiducia e non tramutino questo carcere di odio e di inimicizia e di rancore nel Paradiso di Dio.

O amorevoli amici! Prodigatevi con tutto il cuore e con tutta l'anima di far di questo pianeta l'immagine speculare del Regno, si che questo basso mondo

possa abbondare di benedizioni del mondo di Dio, e le voci delle Schiere superne possano levarsi in acclamazione, e segni e pegni delle munificenze e dei

doni di Bahá'u'lláh possano invadere tutta la terra.

Jináb-i-Amín ha espresso massima ammirazione per voi, onorati uomini e donne illuminate, nominando e lodando ciascuno di voi, parlando a lungo della fermezza

e della costanza che avete dimostrato, dicendo che, sia lodato Iddio, in tutta la Persia gli uomini e le donne si stringono l'un l'altro, eretti, forti,

inamovibili - possente edificio solidamente costruito; e che vi prodigate tutti con amore e con gioia per diffondere le soavi fragranze del Signore.

Furono, queste, notizie di grande gaudio, specialmente perché mi sono pervenute in questi giorni di estremo pericolo; e infatti il sommo desiderio di questo

vilipeso è che gli amici siano spirituali nel cuore e illuminati nella mente, e se questa grazia mi è concessa la calamità, per quanto dolorosa, non è che un

dono che mi si riversa addosso, quale pioggia copiosa.

O Dio mio Dio! Tu mi vedi immerso in oceano d'ambascia, stretto ai fuochi della tirannia, in lagrime nel buio della notte. Insonne mi agito e mi rivolto nel letto, aguzzando gli occhi per mirare la luce mattutina della fedeltà e della fiducia. Boccheggio come un pesce, le interiora in fiamme mentre guizza atterrito sulla sabbia; pure sempre cerco i Tuoi doni, che appaiono da ogni dove.

O Dio, mio Dio! Fa' che i credenti di altre terre abbiano una parte della Tua sovrabbondante grazia; libera, con il Tuo aiuto e la Tua munificenza

indefettibili, chiunque fra i Tuoi amati nei più lontani climi pianga per l'amara crudeltà del suo nemico. O Signore, essi sono prigionieri del Tuo amore,

prigionieri catturati dalle Tue legioni. Sono uccelli che volano nei cieli della Tua guida, balene che nuotano nell'oceano delle Tue largizioni, stelle che

scintillano sugli orizzonti dei Tuoi doni. Sono i difensori della fortezza della Tua legge. Sono i vessilli del Tuo ricordo fra gli uomini. Sono i profondi pozzi della Tua divina compassione, le fontane del Tuo favore, le sorgenti della Tua grazia.

Tienili sempre al sicuro sotto i Tuoi occhi Che tutto proteggono. Assistili a esaltare la Tua Parola; fa' che i loro cuori siano costanti nel Tuo amore;

rafforza i loro lombi ché possano servirTi bene; nell'asservimento, corrobora le loro facoltà.

Spargi dappertutto per loro tramite i Tuoi dolci profumi; spiega per loro tramite i Tuoi Sacri Scritti; fa' conoscere per loro tramite la Tua Favella; adempi per loro tramite le Tue Parole; per loro tramite elargisci la Tua misericordia.

In verità Tu sei il Possente, il Forte. In verità, Tu sei il Clemente, il Compassionevole.

189. Oggi ogni persona saggia, vigile e preveggente è desta e le sono svelati i misteri del futuro che mostrano come null'altro fuorché la forza del Patto

possa smuovere e toccare il cuore dell'umanità, così come il Nuovo e il Vecchio Testamento promulgarono in tutti i paesi la Causa di Cristo e furono la forza

vibrante nel corpo del mondo umano. L'albero che ha radici produce frutti, ma quello che non ne ha, per quanto alto e robusto sia, alla fine appassisce,

perisce e diviene niente più che un ciocco da fuoco.

Il Patto di Dio è quale vasto e insondabile oceano. Se ne solleverà un flutto che deporrà sulla riva tutta la spuma accumulata.

Sia lodato Iddio, il più grande desiderio delle anime deste è l'esaltazione della Parola di Dio e la propagazione delle fragranze divine. Queste in verità

sono le fondamenta solide e sicure.

Ora, la luce del Sole della Verità s'è sparsa ovunque, come il mattino. Ci si deve prodigare acché le anime dormienti siano ridestate, gl'ignavi divengano

vigili, e gli insegnamenti divini, che costituiscono lo spirito di quest'èra, giungano alle orecchie delle genti del mondo, siano propagati nella stampa ed

esposti brillantemente ed eloquentemente nelle adunanze degli uomini.

L'uomo deve avere il contegno di Paolo, e la fede di Pietro. Questa brezza muschiata delizierà le nari delle genti del mondo e questo spirito farà

resuscitare i morti.

Il nauseante odore della violazione ha temporaneamente arrestato il progresso della Causa, perché altrimenti gli insegnamenti divini, simili ai raggi del

sole, si spargerebbero immediatamente e inonderebbero tutte le regioni.

Hai intenzione di stampare e pubblicare i discorsi di 'Abdu'l-Bahá che hai compilato. È cosa assai consigliabile. Questo servigio ti darà fulgido volto nel

Regno di Abhá e farà di te l'oggetto della lode e della gratitudine degli amici in Oriente nonché in Occidente. Ma la cosa è da farsi con massima cura, così

che il testo sia riprodotto esattamente, escludendone tutte le deviazioni e le corruzioni introdotte da precedenti traduttori.

190. Tu mi vedi, o mio Dio, umilmente prosternato, sottomesso ai Tuoi comandamenti, assoggettato alla Tua sovranità, tremante dinanzi alla possanza del Tuo imperio, fuggiasco davanti alla Tua collera, supplicante la Tua grazia, fidente nel Tuo perdono, atterrito per il Tuo furore. Il cuore palpitante,

sciolto in lacrime, l'anima anelante, in completo distacco da tutte le cose, T'imploro di fare dei Tuoi amanti raggi di luce nei Tuoi reami, e di aiutare i

Tuoi eletti servitori ad esaltare la Tua Parola, si che i loro volti divengano belli e fulgenti di splendore, i loro cuori siano colmati di misteri e ogni

anima deponga il proprio fardello di peccato. Custodiscili dunque dall'aggressore, da colui che è divenuto svergognato e blasfemo malfattore.

In verità, i Tuoi amanti sono assetati, o mio Signore; conducili alla sorgente della munificenza e della grazia. In verità, sono affamati; invia loro la Tua

mensa celeste. In verità, sono ignudi; ammantali con le vesti del sapere e della conoscenza.

Sono eroi, o mio Signore, conducili sul campo di battaglia. Sono guide, aiutali a parlare con argomenti e prove. Sono servitori dispensieri, fa' che porgano

a tutti la coppa traboccante del vino della certezza. O mio Dio, fa' di loro menestrelli che cantano giulivi in ameni giardini, fa' di loro leoni adagiati

nei boschi, balene che si tuffano nel vasto oceano.

In verità, Tu sei Colui la cui grazia è copiosa. Non v'è altro Dio che Te, il Possente, il Forte, Colui Che sempre dona.

O miei amici spirituali! È qualche tempo ora che le pressioni sono forti, le restrizioni quali strali ferrigni. Questo sventurato vilipeso è stato

abbandonato solo e derelitto e tutte le strade erano chiuse. Agli amici era stato vietato di accedere a me, i fidi compagni erano stati esclusi, mi

attorniavano nemici, i malvagi sorveglianti erano feroci e audaci. Ogni momento recava nuove afflizioni; ogni respiro nuove ambasce. Parenti e stranieri erano all'attacco; anzi gli amanti di un tempo, infedeli e impietosi, erano peggiori del nemico quando si levarono per tormentarmi. Non v'era nessuno a difendere 'Abdu'l-Bahá, né soccorritore, né protettore, né alleato, né paladino. Stavo annegando in un mare sconfinato senza sponde, e nelle mie orecchie rintronavano sempre le cornacchianti voci degl'infedeli.

Al levarsi d'ogni mattino le tenebre si triplicavano. Al calar d'ogni sera, tirannia spietata. E mai un attimo di pace, mai balsamo per le rosse ferite della lancia. Una volta, giungeva notizia di un mio esilio nelle sabbie del Fezzan; un'altra, dovevo essere gettato nel mare sconfinato. Ora dicevano che questi raminghi esuli erano finalmente rovinati, e ancora che avrebbero ben presto messo in opera la croce. Questa devastata mia forma doveva essere fatta bersaglio di proiettili o frecce; o ancora, questo corpo vacillante doveva essere dilaniato dalle spade.

I nostri ostili conoscenti non potevano più contenere la gioia e i nostri perfidi amici esultavano. ”Sia lodato Iddio ” esclamava uno ”Ecco avverato il

nostro sogno ”. E un altro: ”Grazie a Dio, la nostra picca ha trovato il cuore ”.

L'afflizione percosse questo prigioniero come le grandi piogge della primavera, e le vittorie dei malevoli spazzarono tutto in un implacabile diluvio, ma

'Abdu'l-Bahá ristette felice e sereno, fidente nella grazia del Misericordiosissimo. Quella pena, quell'ambascia erano un paradiso colmo di delizie; quelle catene, collana di re in trono nel cielo. Pago del volere di Dio, completamente rassegnato, il mio cuore si arrese a ciò che il fato riservava, ero felice.

Per un compagno gioviale, avvertivo una grande gioia.

Infine giunse un momento in cui gli amici divennero inconsolabili e abbandonarono ogni speranza. Fu allora che albeggiò il mattino inondando ogni cosa di luce infinita. Le torreggianti nubi furono fugate, le lugubri ombre svanirono. In quell'istante caddero i ceppi, le catene furono tolte dal collo di questo esiliato e appese a quello del nemico. Quelle terribili angustie si trasformarono in agio e sull'orizzonte delle grazie di Dio si levò il sole della speranza. Tutto ciò accadde per la grazia e per le largizioni di Dio.

Eppure, da un certo punto di vista, questo ramingo fu rattristato e depresso. Di quale pena, in avvenire, avrei potuto cercare conforto? A quale notizia di

desiderio esaudito avrei potuto gioire? Non più tirannia, più afflizione, né tragici eventi, né tribolazioni. La mia unica gioia, in questo effimero mondo,

era quella di calcare il roccioso sentiero di Dio e di sopportare duri cimenti e tutti i dolori materiali, perché altrimenti, questa vita terrena si rivelerebbe vuota e vana e meglio sarebbe la morte. L'albero dell'essere non produrrebbe frutti; il campo seminato dell'esistenza non darebbe raccolto. Così, è mia speranza che ancora una volta vi sia qualche evento a far traboccare la mia coppa di ambascia e che l'avvenente Amore, quell'Immolatore di anime, abbagli ancora colui che lo miri. Allora sarà beato questo cuore, benedetta questa anima.

O Divina Provvidenza! Accosta alle labbra dei Tuoi amanti una coppa che trabocchi d'angoscia. Agli anelanti sulla Tua via fa' della dolcezza nient'altro che acuto dolore, e del veleno dolcezza melata. Poni le nostre teste quali ornamenti in cima alle lance. Fa' dei nostri cuori bersagli di frecce e dardi crudeli.

Ridona a quest'anima infralita la vita sull'arena del martire, fa' che il suo cuore appassito beva il licore della tirannia così che ancora una volta diventi

fresco e avvenente. Fa' che s'inebri del vino del Tuo Patto Eterno, fanne un gaudente che alza il bicchiere. Aiutalo a gettare via la sua vita; concedigli

per amor Tuo d'immolarsi.

Tu sei il Possente, il Forte. Tu sei Colui Che conosce, Che vede ed ascolta.

191. O tu che sei stato oltremodo afflitto sulla via del Patto! Ambascia e tormento, sofferti sulla via del Signore, Colui i Cui segni sono palesi, sono

solo grazia e favore; l'afflizione non è che misericordia e il dolore un dono di Dio.

Il veleno è zuccherino al palato e la collera gentilezza che nutre l'anima.

Rendi dunque lode a Lui, l'amorevole Provvidente, per averti destinata questa dura afflizione, che non è altro che pura grazia.

Se, come Abramo, le fiamme dovessi traversare,

Oppur, quale Giovanni, insanguinata strada calcare,

Se, come Giuseppe, in un pozzo Tu mi gettassi,
O in cella di prigione mi chiudessi,

O, come il Figlio di Maria, tale povero mi facessi,

Ancor da Te non me ne andrei,
Ma sempre resterei,
Anima e corpo inchinato al Tuo comando.

192. Oggi il Signore degli Eserciti è il difensore del Patto, le forze del Regno lo proteggono, anime celesti vi prestano servizio e angeli del cielo lo

promulgano e lo spargono per ogni dove. Chi lo esamini con l'occhio interiore vedrà che tutte le forze dell'universo in ultima analisi servono il Patto. In

futuro questo sarà palese e manifesto. Ciò stabilito, cosa potranno ottenere queste anime deboli e fiacche? Piante robuste senza radici e prive delle

effusioni della nube della misericordia non possono durare. Cosa ci si può aspettare dunque da deboli erbacce?

193. È l'alba: dall'oriente dei reami invisibili di Dio sta albeggiando la luce dell'unità e dal mondo nascosto del Regno dell'unità si rovescia e cade un diluvio di grazia copiosa. Le liete novelle del Regno risuonano da ogni lato e da ogni parte affluiscono i primi segni mattutini dell'esaltazione della Parola di Dio e dal sorgere della Sua Causa si diffonde la parola dell'unità, si cantano i versetti dell'unità, il mare delle largizioni di Dio leva alti i suoi flutti e le Sue benedizioni cadono in cataratte impetuose.

Le confermazioni di Colui Che è il Longanime hanno pervaso ogni clima sotto il sole, gli eserciti delle Schiere supreme stanno irrompendo per dar battaglia

al fianco degli amici del Signore e per vincere il combattimento, la fama dell'Antica Bellezza - possa la mia vita essere offerta per i Suoi amati - risuona da polo a polo e la novella della Santa Causa s'è sparsa in oriente e in occidente.

Tutto ciò reca gioia al cuore, ma 'Abdu'l-Bahá è immerso in un oceano di dolore, e la pena e l'ambascia tanto hanno afflitto i miei arti e le mie membra che

una profonda spossatezza ha còlto il mio corpo. Notate che quando, solo, senza nessuno che mi secondasse, ho innalzato l'appello di Dio in tutto il mondo, le

sue genti insorsero a lottare, disputare, negare. Da un lato, è chiaro come i bigotti del passato abbiano sferrato i loro attacchi su tutti i fronti; giunge

altresì notizia dei mendaci dileggiatori e degli estremi limiti cui stanno arrivando per sradicare l'Albero Divino. Quali maligne e calunniose accuse muovono contro l'Antica Bellezza, quali opuscoli pieni di malvagie e depravate affermazioni stanno affannosamente scrivendo e divulgando contro il Più Grande

Nome! E ora, nella massima segretezza, sono tutti tesi nello sforzo di vibrare a questa Fede un colpo spaventoso.

Gli orgogliosi hanno inoltre escogitato ogni sorta di complotti e intrighi per vanificare del tutto la Causa di Dio e cancellare il nome di 'Abdu'l-Bahá dal

Libro della Vita.

E ora, dopo tutte queste tribolazioni, queste miserie, questi attacchi nemici, s'è levata una polverosa nube di malevolenza perfino fra i credenti. Questo, malgrado la Causa dell'Antica Bellezza sia essenza d'amore, canale d'unità ed esista soltanto perché tutti gli uomini possano divenire onde di un unico mare, e fulgide stelle di un solo cielo infinito, e perle nella conchiglia dell'unità, e luccicanti gioielli estratti dalle miniere dell'unità; affinché tutti gli uomini possano reciprocamente servirsi, adorarsi, benedirsi, lodarsi; affinché ciascuno possa sciogliere la lingua per esaltare tutti gli altri senza eccezioni; affinché tutti gli uomini possano esprimere la propria gratitudine verso tutti, innalzare gli occhi verso l'orizzonte della gloria e ricordare di essere avvinti alla Santa Soglia; affinché tutti gli uomini degli altri non vedano altro che bene, non sentano altro che lodi e non dicano parola se non per pregiarli.

E in verità vi sono alcuni che percorrono questa via di probità, e sia ringraziato Iddio essi sono rafforzati e sostenuti dalla forza del cielo in ogni

paese. Ma altri non sono assurti come avrebbero dovuto a questo glorificato ed esaltato stadio, e questo pone un pesante fardello di dolore, di inconcepibile

dolore, sul cuore di 'Abdu'l-Bahá, perché non v'è tempesta più perigliosa di questa che potesse mai assalire la Causa di Dio, né altro che potesse tanto

indebolire l'influenza della Sua Parola.

Fa d'uopo che tutti gli amati di Dio divengano una cosa sola, che si riuniscano sotto la protezione di un'unica bandiera, che sostengano un insieme d'opinioni uniformi, che seguano una medesima strada, che si attengano a una sola decisione. Dimentichino teorie divergenti e accantonino contendenti opinioni, poiché, Iddio sia lodato, uno è il nostro scopo, una la nostra mèta. Siamo servitori della stessa Soglia, attingiamo nutrimento dalla medesima Fonte, siamo tutti riuniti nell'ombra dello stesso alto Tabernacolo, siamo tutti al riparo di un unico Albero celestiale.

O amati del Signore! Se qualcuno parla male di una persona assente, l'unico risultato sarà chiaramente questo: costui sMirzarà lo zelo degli amici e tenderà a renderli indifferenti, perché la maldicenza crea divisioni, è la principale causa tra gli amici della propensione a ritirarsi. E se qualcuno parla male di una persona assente, è doveroso che coloro che lo sentono lo fermino con modi spirituali e amichevoli, e gli dicano: Gioveranno queste accuse a qualche utile scopo? Farebbero piacere alla Bellezza Benedetta, potranno contribuire al durevole onore degli amici, promuovere la santa Fede, sostenere il Patto, o giovare in qualche modo a qualcuno? Nient'affatto! Al contrario, esse possono far depositare tanta cenere sul cuore che le orecchie non odano più e gli occhi non vedano più la luce della verità.

Ma se qualcuno si mette a parlare bene di un altro, aprendo le labbra per lodare, costui toccherà una corda vibrante nei suoi ascoltatori, i quali saranno

vivificati dagli aliti di Dio. I loro cuori e le loro anime gioiranno nel sapere che, sia ringraziato Iddio, c'è nella Fede un'anima che è foco di perfezioni

umane, personificazione delle grazie del Signore, che ha lingua eloquente, volto splendente, in qualunque riunione si trovi, che ha la vittoria sul ciglio ed

è sorretto dai dolci aromi di Dio.

Ora qual'è la strada migliore? Lo giuro sulla beltà del Signore: ogni qual volta sento qualcosa di bene degli amici, il mio cuore si riempie di gioia; ma se scorgo anche solo un indizio che essi sono in cattivi rapporti fra loro, il dolore mi sopraffà. Questa è la condizione di 'Abdu'l-Bahá. Giudicate dunque da

questo quale sia il vostro dovere.

Sia lodato Iddio, dovunque ci volgiamo, l'Antica Bellezza ha spalancato i portali della grazia e con parole inequivocabili ha annunziato liete novelle di

vittoria mercè l'aiuto sostenitore del Signore. Egli ha conquistato i cuori dei credenti con l'amore e ne ha affidato il trionfo agli eserciti delle Schiere

supreme.

Ora fra tutte le genti del mondo gli amati devono levarsi, il cuore pari a un astro, un forte intimo impulso, fronte fulgente, alito profumato di muschio, lingua che sempre parli di Dio, esposizione chiara come cristallo, nobile decisione, forza nata dal cielo, carattere spirituale, confermazione che sia solo divina. Divengano tutti quali splendore sull'orizzonte del paradiso e, nei cieli del mondo, abbaglianti stelle. Siano alberi fruttiferi nelle pergole celesti, profumate gemme nei giardini divini; siano versetti di perfezione sulla pagina dell'universo, parole di unità nel Libro della Vita. È questa la prima èra e il primo inizio della dispensazione della Più Grande Luce; perciò bisogna acquisire virtù entro questo secolo, in questo breve lasso di tempo perfezionare qualità divine. È in questi giorni che il Paradiso di Abhá deve erigere i suoi padiglioni sulle pianure del mondo. Le luci della realtà devono rivelarsi ora e i segreti dei doni di Dio esser palesati, ora deve risplendere l'antica grazia e questo mondo trasformarsi nel parco del paradiso, il giardino di Dio. Ogni perfezione, qualità e attributo del divino deve manifestarsi ora, in grazia di cuori puri e mercè doni celestiali.

'Abdu'l-Bahá supplica sempre e con le lagrime agli occhi invoca l'Onnipotente alla sacra Soglia ed esclama:

O Signore gentile! Siamo servitori della Tua Soglia, ci rifugiamo presso la Tua santa Porta. Non cerchiamo altro rifugio fuorché questa robusta colonna, non cerchiamo altrove riparo se non presso la Tua custodia. Proteggici, benedicici, sostienici, rendici tali che ameremo solo il Tuo beneplacito, innalzeremo solo la Tua lode, seguiremo solo la via della verità, sì che possiamo divenire abbastanza ricchi da far a meno di tutto fuorché di Te, e ricevere i nostri doni dal mare della Tua beneficenza, e sempre prodigarci per esaltare la Tua Causa e spargere dappertutto i Tuoi dolci aromi, e obliare l'io e occuparci solo di Te, e ripudiare ogni cosa e riuscire a raggiungere Te.

O Tu Che provvedi, o Tu Che perdoni! Concedici la Tua grazia e il Tuo tenero amore, i Tuoi doni e le Tue largizioni, e sorreggici, sì che possiamo raggiungere la nostra mèta. Tu sei il Forte, l'Abile, Colui Che conosce e Che vede; in verità, Tu sei il Generoso, in verità Tu sei il Misericordiosissimo, e

in verità Tu sei il Longanime, Colui al Quale si deve pentimento, Colui Che perdona anche i più gravi peccati.

194. O sinceri amati della Bellezza di Abha! In questi giorni la Causa di Dio cresce rapidamente di forza in tutto il globo e, giorno dopo giorno, si diffonde sempre più lontano, fino agli estremi confini della terra. Perciò i suoi nemici, di tutte le tribù e le genti del mondo, stanno facendosi aggressivi, malevoli, invidiosi e amaramente ostili. È doveroso che gli amati di Dio usino massima cura e prudenza in tutte le cose, grandi e piccole, si consiglino assieme e resistano uniti all'assalto di coloro che vogliono suscitare contese e seminare zizzanie. Devono prodigarsi per associarsi in ispirito amichevole con tutti, nel loro comportamento devono seguire la moderazione, avere rispetto e considerazione reciproca e mostrarsi buoni e teneri verso tutte le genti del mondo. Devono essere pazienti e tolleranti, sì che possano crescere e divenire magneti divini del Regno di Abhá e acquisire la forza dinamica delle schiere del regno superno.

Le ore fuggenti della vita terrena dell'uomo trascorrono veloci e il poco che ancora rimane giungerà alla fine, ma ciò che dura e permane per sempre è il frutto che l'uomo raccoglie dal suo asservimento alla Soglia Divina. Considerate la verità di queste parole: abbondanti e gloriose ne sono le prove nel mondo

dell'essere!

La gloria delle glorie si posi sulle genti di Bábà!

195. O eccelso germoglio del divino Albero di Loto!... Quando sei disprezzato e respinto dai malfattori non essere contrariato; e davanti alla forza e alla protervia dei millantatori non esser turbato né abbattuto, perché tale è la via delle anime ignave, da tempo immemorabile. ”Guai, guai pei Miei servi!

Nessun Messaggero viene a loro che non lo prendano a gabbo! ”.

In verità, gli attacchi e l'ostruzionismo degli ignoranti non fanno altro che esaltare la Parola di Dio e spargere i Suoi segni e indizi per ogni dove. Se

non fosse per questa opposizione degli sdegnosi e per questa pervicacia dei calunniatori, per questo urlare dai pulpiti, questo gridare e gemere di grandi e

piccoli, per queste accuse di miscredenza lanciate dagli ignoranti, per questo tumulto degli stolti - come avrebbe mai potuto la notizia dell'avvento del Punto Primo e del fulgido albeggiare dell'Astro di Bábà raggiungere l'oriente e l'occidente? E il pianeta essere scosso da polo a polo? E la Persia divenire

centro focale di dardeggianti splendori? E l'Asia Minore il cuore radioso della beltà del Signore? Come altro avrebbe potuto la fiamma della Manifestazione

propagarsi nel meridione? Con quali mezzi avrebbero potuto i gridi di Dio essere uditi nell'estremo settentrione? In quale altro modo avrebbero potuto i Suoi appelli farsi udire nei continenti d'America e dell'Africa nera, il canto che annuncia l'alba del Cielo penetrare in quelle orecchie, e i dolci pappagalli dell'India trovare questo zucchero, e gli usignoli gorgheggiare dalla terra dell'Iraq? Cos'altro avrebbe potuto far danzare oriente e occidente?

In quale altro modo avrebbe potuto questo Consacrato Sito divenire trono della Bellezza di Dio, e il Sinai mirare questo ardente fulgore, e la fiamma

dell'Avvento adornare il monte, e la Terra Santa divenire sgabello della bellezza di Dio e la santa valle di Towa12 divenire il sito dell'eccellenza e

della grazia, il sacro luogo ove Mosè si tolse i calzari, e gli aliti del cielo spirare nella Valle della Santità, e profumate folate di vento che soffiano

dai giardini di Abhá essere percepite da coloro che dimorano nella Verdeggiante Isola, e le promesse dei Profeti, le liete novelle dei santi antichi Veggenti, le incitanti promesse per questo Sacro Luogo proferite dalle Manifestazioni di Dio adempiersi?

E come altro avrebbe potuto accadere che l'Albero di Anísá fosse piantato qui, che lo stendardo del Testamento fosse dispiegato e l'inebriante coppa del Patto fosse accostata a queste labbra? Tutte queste benedizioni e largizioni, strumenti per proclamare la Fede, sono venute grazie allo scherno degli

ignoranti, all'opposizione degli sciocchi, alla protervia degli ottusi, alla violenza degli aggressori. Se non fosse stato per questo, la notizia dell'avvento del Báb non avrebbe ancora raggiunto neppure le terre vicine. Perciò non dobbiamo mai dolerci per la cecità degli insipienti, per gli attacchi

degli stolti, per l'ostilità della gente infima e meschina, per la noncuranza dei teologi, per le accuse di infedeltà mosseci contro dai dementi. Così agirono anche nelle ere passate, ma così non avrebbero agito se fossero stati tra coloro che sanno; ma sono ottenebrati e non giungono vicini a comprendere ciò che è loro detto.

Perciò si conviene che tu, germoglio dell'Albero Santo di Dio, scaturito da questo Tronco possente - ed è doveroso anche per voi - mercè la grazia

sostenitrice dell'Antica Bellezza - possa la mia vita essere offerta per la Sua Tomba Più Santa - tanto arda di questa ardente fiamma del cielo, da accendere

il fuoco dell'amor di Dio da polo a polo. Prendiamo ad esempio il grande e sacro Albero dell'eccelso Báb - possa la mia vita essere offerta per Lui.

Esponiamo come Lui i nostri petti ignudi ai dardi dell'agonia, come Lui facciamo dei nostri cuori il bersaglio delle lance decretate da Dio.

Bruciamo come candele; come falene consumiamoci le ali sul fuoco; come le allodole, innalziamo i nostri tristi canti; come usignoli, erompiamo in lamenti.

Come nubi versiamo lagrime e come lampeggianti saette ridiamo dei nostri inseguimenti in oriente e in occidente. Giorno e notte, pensiamo solo a spargere i dolci aromi di Dio. Non persistiamo sempre nelle nostre fantasie e illusioni, nel nostro analizzare e interpretare e disseminare complicate incertezze.

Accantoniamo ogni pensiero dell'io; chiudiamo gli occhi a ogni cosa sulla terra, non facciamo conoscere le nostre sofferenze e non lamentiamoci dei torti subiti. Dimentichiamo invece l'io e, bevendo il vino della grazia celeste, gridiamo la nostra gioia e perdiamoci nella beltà del Gloriosissimo.

O Afnán del divino Albero di Loto! Dobbiamo prodigarci tutti per divenire quali fecondi virgulti e produrre frutti sempre più dolci e più sani, sì che il ramo possa dimostrare d'essere un proseguimento della radice, e la parte possa essere in armonia con il tutto. È mia speranza che mercè la munificenza del Più Grande Nome e la grazia del Punto Primo - possa la mia anima essere offerta per Loro - diverremo gli strumenti per esaltare la Parola di Dio in tutto il mondo; che renderemo sempre servigi alla Sorgente della nostra Causa e stenderemo su tutti il baldacchino del vero e santo zelo del Signore. Così dai campi della grazia potremo far soffiare gli zefiri, recanti all'uomo i dolci aromi provenienti dai giardini di Dio; potremo fare di questo mondo il Paradiso di Abhá e trasformare questo basso luogo nel Regno del Cielo.

È vero che questo compito di servire Iddio Onnipotente è stato assegnato a tutti i servitori di Dio, e in particolare a coloro che sono accesi di Fede; tuttavia il dovere imposto a noi è più grande di quello imposto agli altri. Presso Lui cerchiamo grazia e favore e forza.

Ogni lode e ringraziamento alla Bellezza Benedetta, ché chiama in azione gli eserciti del Suo Regno di Abhá e ci invia il Suo aiuto ininterrotto, fidato come le stelle sorgenti. Egli ha sorretto questo servo solo e derelitto in ogni regione della terra: mi ha fatto sempre conoscere i segni e gli indizi del Suo amore; ha gettato nello stupore tutti coloro che si aggrappano a vane illusioni e li ha resi infami agli occhi di nobili e umili. Di coloro che rincorrono i propri capricci e manie, ha fatto un oggetto della disapprovazione generale e ha esposto gli arroganti agli occhi di tutti; di coloro fra gli amici che si sono dimostrati incerti nella fede ha fatto un ammonimento per chiunque vedesse, e ha fatto sì che le guide dei titubanti amassero solo se stessi e sprofondassero nella presunzione. Frattanto, con la forza della Sua possanza, Egli ha concesso che quest'uccello dall'ala spezzata si levasse dinanzi a tutti coloro che dimorano sulla terra; ha sbaragliato i ranghi serrati dei ribelli, ha dato la vittoria agli eserciti della salvazione e ha alitato nei cuori di coloro che sono fermi nel Patto e nel Testamento il soffio della vita eterna.

Porgi i saluti di Abhá a tutti gli Afnán, germogliati dall'Albero Santo. La gloria si posi su te e su tutti gli Afnán che sono fedeli e sinceri nel Patto.

196. O tu che sei saldo nel Patto! La tua lettera del 9 settembre 1909 è pervenuta. Non essere addolorato o sconfortato per quello che è accaduto; questa

tribolazione ti è sopraggiunta mentre percorrevi la via di Dio, perciò dovrebbe arrecarti gioia. Ci siamo già rivolti agli amici per iscritto e abbiamo fatto

anche una dichiarazione verbale dicendo che gli amici in Occidente dovranno indubbiamente partecipare alle calamità che colpiscono gli amici in Oriente. È

inevitabile che anch'essi, percorrendo la via di Bahá'u'lláh, siano fatti bersaglio delle persecuzioni degli oppressori.

Considera come agli inizi dell'èra cristiana gli Apostoli siano stati afflitti e quali tormenti abbiano sopportato sulla via di Cristo. Ogni giorno della loro vita i Farisei li bersagliarono con dardi di dileggio, diffamazione e insulto. Essi sopportarono grandi travagli; conobbero il carcere e molti di loro accostarono alle labbra la dolce coppa del martirio.

Ora anche voi dovete certamente divenirmi in piccola parte compagni e accettare la vostra parte di prove e dolori. Ma questi episodi passeranno, mentre quella gloria imperitura e quella vita eterna rimarranno immutate per sempre. Queste afflizioni saranno altresì causa di grande progresso.

Chiedo a Dio che tu, Suo colono, possa arare la dura terra pietrosa e irrorarla e spargervi semi - perché ciò mostrerà quanto è abile il contadino, mentre

chiunque è capace di seminare e coltivare là dove la terra è soffice e sgombra di rovi e di spine.

197. O servo di Dio! Non addolorarti per le afflizioni e le sventure che ti hanno colpito. Tutte le calamità e le afflizioni sono state create per l'uomo sì che egli possa disprezzare questo mondo mortale - un mondo al quale egli è oltremodo attaccato. Quando egli prova tribolazioni e cimenti, allora la sua natura retrocede inorridita ed egli desidera l'eterno reame - un reame santificato da ogni afflizione e calamità. Così accade all'uomo che è saggio. Egli non s'abbevera mai a una coppa che alla fine è disgustosa, ma, al contrario, brama la coppa di pura e limpida acqua; non assaggia il miele mescolato al veleno.

Sia lodato Iddio, sei stato messo alla prova e l'hai superata. Sii paziente e grato. Rivolgi il viso verso il Regno divino e prodigati acché tu possa

acquisire qualità misericordiose, divenire illuminato e ottenere gli attributi del Regno del Signore. Industriati di divenire insensibile ai piaceri e agli

agi di questo mondo, di rimanere fermo e incrollabile nel Patto e di promulgare la Causa di Dio.

Questo è, per l'uomo, causa di esaltazione, gloria e salvezza.

198. O tu che sei innamorato degli aliti di Dio! Ho letto la tua lettera, che proclamava il tuo amore per Dio e la tua irresistibile attrazione verso la Sua Bellezza e il suo meraviglioso tema ha confortato il mio cuore.

L'intendimento di ciò che ti ho scritto nella mia precedente missiva era questo, che quando si esalta la Parola di Dio, vi sono cimenti e calamità da affrontare; e che nell'amarLo, vi sono ad ogni istante afflizioni, tormenti, angustie.

Fa d'uopo che l'individuo prima valuti queste ordalie, le accetti prontamente e le accolga di buon animo; solo allora potrà incominciare a insegnare la Fede

e ad esaltare la Parola di Dio.

In tale condizione, qualunque cosa gli accada nel suo amore per Dio - vessazioni, rampogne, diffamazione, anatemi, percosse, prigionia, morte - egli non ne sarà mai abbattuto e la sua passione per la Bellezza Divina non farà altro che crescere di forza. Ecco che cosa intendevo dire.

Altrimenti, guai e miseria per l'anima che cerca agi, ricchezze e delizie terrene trascurando di rammentare Iddio, perché le calamità incontrate sulla via di Dio sono, per 'Abdu'l-Bahá, solo grazia e favore e in una delle Sue Tavole la gloriosissima Bellezza ha dichiarato: ”Mai sono passato accanto a un albero

senza che il Mio cuore gli si rivolgesse dicendo: 'Fossi tu abbattuto in nome Mio, e il Mio corpo su te crocifisso!' ”. Queste furono le parole del Più Grande Nome; questa è la Sua via; questa la via verso il Suo Regno di Possanza.

199. O sinceri, o bramosi, voi che siete attratti, come calamitati, voi che vi siete levati a servire la Causa di Dio, a esaltare la Sua Parola e a spargere per ogni dove i Suoi dolci profumi! Ho letto la vostra eccellente missiva, bella nello stile, eloquente nelle parole, profonda nel significato, e ho lodato e ringraziato Iddio per essere venuto in vostro aiuto e avervi dato la possibilità di servirLo nella Sua vasta vigna.

Tra non molto i vostri volti saranno luminosi per la radiosità del vostro supplicare e adorare Dio, delle vostre preghiere a Lui, e della vostra umiltà e

abnegazione alla presenza degli amici. Egli farà della vostra adunanza un magnete che attrarrà su di voi i fulgidi raggi delle confermazioni divine che

rilucono dal Suo regno di gloria.

È doveroso che ponderiate nei vostri cuori e meditiate sulle Sue parole, e umilmente vi rivolgiate a Lui e accantoniate l'io nella Sua Causa celeste. Queste sono le cause che faranno di voi segnacoli di guida per tutta l'umanità, e stelle fulgenti che risplendono dall'eccelso orizzonte, e alberi svettanti nel

Paradiso di Abhá.

Sappiate che 'Abdu'l-Bahá si trova in continua delizia. Essere stato alloggiato in questa remota prigione è per me profonda gioia. Per la vita di Bahá! Per

me questa prigione è paradiso superno; è anelata mèta, consolazione del mio petto, gaudio del mio cuore; è rifugio, riparo, asilo, porto sicuro, e quivi

esulto frammezzo agli eserciti del cielo e alle Schiere supreme.

Rallegratevi per la mia schiavitù, o amici di Dio, perché essa sparge la semente della libertà; rallegratevi per la mia prigionia, perché essa è sorgente di

salvazione; siate lieti per il mio travaglio, perché esso è apportatore di eterno sollievo. In nome del Signore Iddio! Non baratterei questa prigione con il trono del mondo intero, né rinunzierei a questo confino per i piaceri e i trastulli di tutti gli ameni giardini della terra. È mia speranza che, mercè la

copiosa grazia, la munificenza e la bontà di Dio, mi appendano contro il cielo, che il mio cuore divenga bersaglio di mille proiettili, o che mi gettino nelle profondità del mare, o mi lascino perire su sabbie deserte nel Suo sentiero. Questo è ciò che più bramo; questo è il sommo desiderio, che corrobora la mia anima, che è balsamo del mio petto e consolazione dei miei occhi.

In quanto a voi, o amati di Dio, fate sicuri i vostri passi nella Sua Causa, con tale risolutezza da non essere scossi neppure se le più tremende sventure

assalissero il mondo. Nulla mai vi conturbi. Siate saldamente ancorati quali alte montagne, siate stelle albeggianti sull'orizzonte della vita, fulgenti

lampade nelle adunanze di unità, anime umili e modeste alla presenza degli amici, innocenti nel cuore. Siate simboli di guida e luci di bontà, distaccati dal mondo, aggrappati all'impugnatura che è sicura e forte e spargete dappertutto lo spirito della vita, ritti sull'Arca della Salvezza. Siate aurore di generosità, orienti dei misteri dell'esistenza, siti ove l'ispirazione si posi, sorgenti di splendori, anime sostenute dallo Spirito Santo, innamorate del

Signore, distaccate da tutto fuorché da Lui, sante al di sopra delle qualità del genere umano, ammantate degli attributi degli angeli del cielo, sì che possiate conquistarvi il più grande di tutti i doni, in questo nuovo tempo, in questa meravigliosa età.

Per la vita di Bahá! Solo colui che sia distaccato dal mondo otterrà questa grazia finale, colui che sia prigioniero del mondo divino, svuotato dalla

passione e dall'egoismo, sotto ogni aspetto sincero verso il suo Dio, umile, modesto, supplice, piangente, sottomesso al cospetto del Signore.

200. O miei amati spirituali! In un momento in cui un oceano di cimenti e tribolazioni s'innalzava e sollevava i suoi flutti verso il cielo, in cui ci

assalivano le moltitudini e i tiranni ci angariavano pesantemente - in quel momento una banda di individui, che miravano a diffamarci, si misero in combutta

con il nostro sgarbato fratello, produssero un trattato pieno di mendaci accuse e ci mossero imputazioni e calunnie.

In tal modo essi allarmarono e confusero le autorità del governo ed è ovvio in quali condizioni si sia venuto a trovare questo prigioniero in questa diroccata fortezza, e quale terribile danno e torto furono fatti, di gran lunga peggiori di quel che le parole possano dire. A dispetto di tutto, questo esule prigioniero rimase interiormente tranquillo e sicuro, fidente nell'incomparabile Signore, anelante a qualunque afflizione avrebbe potuto incontrare sulla via dell'amore di Dio, perché strali d'odio, ai nostri occhi, non sono altro che dono di perle da Lui e il veleno mortale null'altro che salutare pozione.

Tale era il nostro stato allorché ci pervenne una missiva dagli amici d'America. Essi avevano stretto un patto fra loro, così scrissero, di rimanere uniti in ogni cosa, e i firmatari si erano tutti impegnati d'affrontare sacrifici sulla via dell'amor di Dio, per conseguire così la vita eterna. Nello stesso istante in cui questa lettera fu letta, con le firme in calce, 'Abdu'l-Bahá senti una gioia così veemente che non v'è penna che possa descriverla e ringraziò Dio che siano stati suscitati in quella terra amici che vivranno assieme in perfetta armonia, nel migliore dei sodalizi, in completo accordo, strettamente legati, uniti nei loro sforzi.

Più forte questo patto, più felici e migliori saranno le cose, perché esso attrarrà su di sé le confermazioni di Dio. Gli amanti di Dio, se sperano di avere la grazia di conquistarsi l'amicizia delle Schiere supreme, devono fare tutto il possibile per rafforzare questo accordo, perché una tale lega di fratellanza e unità equivale a innaffiare l'Albero della Vita: è vita eterna.

O amanti di Dio! Fate sicuri i vostri passi; mantenete la reciproca promessa; andate in armonia a spargere per ogni dove i dolci aromi dell'amore di Dio e a instaurare i Suoi Insegnamenti, finché non infondiate un'anima nel corpo esanime di questo mondo e non portiate a tutti coloro che soffrono vera salute nei reami fisico e spirituale.

O amanti di Dio! Il mondo è come un essere umano che è infermo e impotente, i cui occhi non vedono più, le cui orecchie sono divenute sorde, le cui facoltà sono tutte consunte ed esauste. Perciò gli amici di Dio devono essere medici esperti e, seguendo i santi Precetti, curare questo paziente finché non riacquisti la salute. Forse, se Dio vorrà, il mondo si emenderà, e diverrà perennemente sano, e le sue facoltà esaurite saranno ripristinate, e la sua

persona riprenderà vigore, freschezza ed esuberanza sì che esso risplenderà di prestanza e di grazia.

Il primo rimedio fra tutti è ben guidare le genti, così che esse si rivolgano a Dio, e ascoltino i Suoi consigli, e procedano con orecchie attente e occhi

veggenti. Quando questa pozione dal rapido effetto sia stata loro somministrata, allora, secondo gli Insegnamenti, devono essere guidate ad acquisire le qualità e il comportamento delle Schiere superne, e incoraggiate a cercare tutte le grazie del Regno di Abhá: esse devono mondarsi il cuore dalla sia pur minima traccia di odio e rancore, e impegnarsi di essere sincere e oneste , concilianti e amorevoli con tutta l'umanità - così che Oriente e Occidente come due amanti si tengano avvinti, l'odio e l'ostilità svaniscano dalla terra e in loro vece metta forti radici la pace universale.

O amanti di Dio! Siate gentili con tutte le genti; curatevi d'ogni persona; fate tutto quel che potete per purificare i cuori e le menti; prodigatevi per

allietare ogni anima. Per ogni prato siate pioggia di grazia, per ogni albero acqua di vita; siate dolce muschio per i sensi dell'umanità e per i dolenti

fresca brezza ristoratrice. Siate piacevoli acque per ogni assetato, guida premurosa per tutti coloro che hanno smarrito la via; siate padre e madre

per gli orfani, figli e figlie amorevoli per gli anziani, per i poveri abbondante tesoro. Pensate all'amore e alla buona amicizia come a delizie del cielo, all'ostilità e all'odio come a tormenti infernali.

Non concedete riposo ai vostri corpi, ma lavorate con tutta l'anima, e con tutto il cuore supplicate e implorate Dio di concedervi grazia e soccorso. Così

possiate fare di questo mondo il Paradiso di Abhá e di questo globo terreno la piazza d'arme del regno superno. Se solo farete lo sforzo, è certo che questi

splendori rifulgeranno, queste nuvole di misericordia verseranno la pioggia, questi venti vivificatori si alzeranno e soffieranno, questo muschio dal soave

aroma si spargerà per ogni dove.

O amanti di Dio! Non soffermatevi su quel che sta succedendo in questo santo luogo, e non siate assolutamente allarmati. Qualunque cosa accada è per il meglio, perchè l'afflizione non è altro che l'essenza della grazia, e il dolore e la sofferenza sono pura misericordia, e l'ambascia pace di mente, e fare un

sacrificio è ricevere un dono, e qualunque cosa accada proviene dalla grazia di Dio.

Guardate, dunque, ai vostri compiti: guidate le genti, educatele nelle vie di 'Abdu'l-Bahá. Trasmettete al genere umano questo gioioso messaggio dal Regno di

Abhá. Non riposate, né giorno né notte; non datevi un solo momento di pace. Sforzatevi con tutte le vostre forze di portare alle orecchie degli uomini queste liete novelle. Nel vostro amore per Dio e nel vostro attaccamento ad 'Abdu'l-Bahá, accettate ogni tribolazione e dolore. Resistete agl'insulti

dell'aggressore, sopportate le rampogne del nemico. Seguite le orme di 'Abdu'l-Bahá e nella via della Bellezza di Abhá anelate sempre di immolare la vita.

Splendete come l'astro diurno, siate instancabili come il mare e come le nuvole del cielo riversate la vita su pianure e colline, e quali venti d'aprile alitate freschezza frammezzo a quegli alberi che sono gli uomini, facendoli sbocciare.

201. O tu che sei estasiata dall'amore di Dio! Il Sole della Verità s'è levato all'orizzonte di questo mondo effondendo i suoi raggi di guida. La grazia eterna non cessa mai e uno dei suoi frutti è la pace universale. Sii certa che in quest'èra dello spirito, il Regno della Pace drizzerà il suo tabernacolo sulle vette del mondo, e i comandamenti del Principe della Pace tanto domineranno le arterie e i nervi di ogni popolo da attrarre sotto la Sua ombra protettrice tutte le nazioni della terra. Il vero Pastore darà da bere alle Sue greggi da sorgenti d'amore, di verità e di unione.

O ancella di Dio, la pace deve prima stabilirsi fra le persone, finché produrrà alla fine la pace fra le nazioni. Perciò, o Bahá'í, adoperatevi con tutta la vostra possanza di creare, mercè la forza della parola di Dio, amore genuino, comunione spirituale e durevoli legami fra le persone. Ecco il vostro compito.

202. O amanti della verità, servitori del genere umano! Dal fiorire dei vostri pensieri e voti giungono sul mio cammino fragranti esalazioni, donde un intimo senso di obbligazione mi muove a vergare queste parole.

Vedete come questo mondo sia intimamente diviso, quante terre siano rosse di sangue, le polveri intrise di sangue rappreso. Le fiamme del conflitto sono

divampate a tal punto che mai nei tempi antichi, nel Medio Evo o nei secoli recenti, v'è stata guerra così abominevole, una guerra che, quale macina,

frantuma teste d'uomo come se fossero grano. Si, anche peggio, perché floridi Paesi sono stati ridotti in macerie, sono state rase al suolo città e devastati

molti villaggi un tempo prosperosi. Padri hanno perso i loro figli, figli il loro padre. Madri hanno sparso tutte le loro lacrime per i figlioli morti.

Bambini orfani, donne rimaste senza asilo, errabonde senza casa. Sotto ogni aspetto l'umanità è precipitata. Alti si levano strazianti pianti di figli senza

padre; alte angosciate voci di madri, fino a toccare il cielo.

E vivaio di tutte queste tragedie è il pregiudizio: pregiudizio di razza e di nazione, di religione, di opinione politica; e la causa prima del pregiudizio è

la cieca imitazione del passato - imitazione nella religione, negli atteggiamenti razziali, nei pregiudizi nazionali, nella politica. Finché esisterà questo scimmiottamento del passato, fino ad allora le fondamenta dell'ordine sociale saranno esposte ai quattro venti, l'umanità sarà continuamente soggetta ai più terribili pericoli.

Ora, in un'èra illuminata quale la nostra, in cui realtà dianzi ignote all'uomo sono state messe a nudo, e dischiusi i segreti della creazione, e il Mattino

della Verità è sorto rischiarando il mondo - è mai possibile che gli uomini debbano combattere una spaventosa guerra che sta portando il genere umano alla

rovina? No, in nome del Signore Iddio!

Gesù Cristo invitò tutti gli uomini all'amicizia e alla pace. A Pietro disse: ”Rimetti la tua spada nel fodero ”. Tali furono l'ordine e il consiglio del

Signore Cristo; eppure oggi tutti i Cristiani hanno sguainato le spade. Quale discrepanza fra tali atti e il chiaro testo del Vangelo!

Sessant'anni or sono Bahá'u'lláh Si levò sulla Persia quale Astro Diurno. Egli dichiarò che i cieli del mondo erano oscuri, queste tenebre un funesto presagio e che sarebbero sopravvenuti tremendi conflitti. Dalla prigione di 'Akká Egli rivolse all'imperatore tedesco parole chiarissime, dicendogli che era imminente una grande guerra e che la sua città, Berlino, sarebbe prorotta in gemiti e lamenti. Del pari scrisse al sovrano turco, benché fosse vittima e prigioniero nel carcere di quel Sultano - era cioè tenuto prigioniero nella Fortezza di 'Akká - e affermò a chiare lettere che Costantinopoli sarebbe stata còlta da un mutamento improvviso e radicale, così grande che le donne e i fanciulli della città avrebbero levato pianti e alte grida. In breve, Egli rivolse parole simili a tutti i monarchi e i presidenti, e tutto accadde esattamente come da Lui predetto.

Dalla Sua possente Penna sono scaturiti vari insegnamenti per la prevenzione della guerra, che sono stati ampiamente divulgati.

Il primo è la ricerca indipendente della verità, perché la cieca imitazione del passato arresta lo sviluppo della mente. Ma quando ogni anima indaghi la verità, la società è liberata dalle tenebre di una continua ripetizione del passato.

Il Suo secondo principio è l'unità del genere umano; tutti gli uomini sono gregge di Dio e Dio ne è l'amorevole Pastore, teneramente sollecito verso tutti

senza favori per l'uno più che per l'altro. ”E tu non puoi scorgere nella creazione del Misericordioso ineguaglianza alcuna ”16, tutti sono Suoi servi,

tutti Ne implorano la grazia.

Il Suo terzo insegnamento è che la religione è un possente baluardo: essa deve generare amore, non malevolenza e odio. Dovesse produrre cattiveria, rancore,

odio, non avrebbe alcun valore, perché essa è un rimedio, e se il rimedio è causa di malanni, è meglio accantonarlo. E riguardo ai pregiudizi religiosi,

razziali, nazionali e politici, tutti questi pregiudizi colpiscono le radici della vita umana; tutti producono stragi e rovina nel mondo. Finché essi

sopravviveranno vi saranno continue, tremende guerre.

Per rimediare a questa situazione deve esservi la pace universale. E per realizzare questa pace, deve essere fondato un Tribunale Supremo, che rappresenti tutti i governi e i popoli; ad esso devono essere deferite tutte le questioni nazionali e internazionali e tutti devono ottemperare ai suoi decreti.

Dovessero un governo o un popolo disobbedire, contro quel governo e quel popolo si levi il mondo intero.

E un altro degli insegnamenti di Bahá'u'lláh è l'uguaglianza fra uomo e donna e la parità dei loro diritti. E vi sono molti principi simili. È ora divenuto palese che questi insegnamenti sono vita e anima del mondo.

Voi che siete servitori della razza umana, ingegnatevi con tutto il cuore di liberare l'uomo da queste tenebre e da questi pregiudizi che appartengono alla

condizione umana e al mondo della natura, così che l'umanità trovi la sua strada verso la luce del mondo di Dio.

Sia lode a Lui, voi conoscete le varie leggi, istituzioni e principi del mondo; nulla tranne questi divini insegnamenti può oggi assicurare la pace e la

tranquillità del genere umano. Se non fosse per questi insegnamenti, queste tenebre non sarebbero mai fugate, questi malanni cronici non sarebbero mai

risanati; tutt'altro, si aggraverebbero giorno dopo giorno. I Balcani rimarranno in istato di malcontento e la loro irrequietezza aumenterà. Le Potenze sconfitte continueranno ad agitarsi e ricorreranno ad ogni mezzo per rinfocolare la fiamma della guerra. Movimenti sorti di recente con sfera d'azione mondiale impiegheranno tutta la loro forza per il progresso dei loro disegni. Grande importanza acquisterà il Movimento della Sinistra, la cui influenza

dilagherà.

Adoperatevi dunque, con l'aiuto di Dio, mente e cuori illuminati e forza nata dal cielo, di divenire un dono da Dio all'uomo e di arrecare tranquillità e

pace a tutta l'umanità.

203. O tu che sei innamorato del Patto! La Bellezza Benedetta ha promesso a questo servo che saranno suscitate anime che saranno incarnazioni di guida,

vessilli delle Schiere celesti, torce dell'unità di Dio, astri della Sua pura verità, splendenti nei firmamenti dove Dio regna da solo. Esse daranno vista ai

ciechi, faranno udire i sordi, susciteranno a vita i morti. Affronteranno tutte le genti della terra, perorando la loro Causa con prove del Signore delle sette sfere.

È mia speranza che nella Sua munificenza Egli susciti presto queste anime, sì che la Sua Causa ne sia esaltata. La calamita che attrarrà questa grazia è la

fermezza nel Patto. Rendi grazie a Dio che sei saldissimo tra i saldi.

O mio Dio, aiuta il Tuo servo a innalzare la Parola e a confutare ciò che è vano e falso, a provare la verità, a divulgare per ogni dove i sacri versetti, a

rivelare gli splendori e a fare albeggiare nei cuori dei giusti la luce mattutina.

In verità Tu sei il Generoso, l'Indulgente.

204. O fenice di quell'immortale vampa che è accesa nell'Albero sacro! Bahá'u'lláh - possano la mia vita, la mia anima, il mio spirito essere offerti in sacrifizio per i Suoi umili servi - durante i Suoi ultimi giorni sulla terra ha profferito una vigorosissima promessa che, mercè le effusioni della grazia di Dio e l'aiuto e l'assistenza elargiti dal Suo eccelso Reame, si leveranno anime e appariranno esseri santi che, quali stelle, adorneranno il firmamento della guida divina; rischiareranno l'oriente della bontà e della munificenza; manifesteranno i segni dell'unità di Dio; brilleranno della luce della santità

e purezza; riceveranno piena misura dell'ispirazione divina; innalzeranno la sacra torcia della fede; saranno saldi come rocce e incrollabili come montagne;

e cresceranno fino a divenire luminari nei cieli della Sua Rivelazione, possenti canali della Sua grazia, strumenti per l'elargizione della munifica cura di Dio, araldi invocanti il nome dell'Unico vero Dio e artefici delle supreme fondamenta del mondo.

Essi lavoreranno incessantemente, giorno e notte, non si daranno pensiero di tribolazioni e guai, non si concederanno tregua nei loro sforzi, non cercheranno

riposo, trascureranno agi e conforto e, distaccati e immacolati, consacreranno ogni fuggevole attimo della loro vita alla diffusione della fragranza divina e

all'esaltazione della santa Parola di Dio. I loro volti irradieranno celestiale letizia, i loro cuori traboccheranno di gioia. Le loro anime saranno ispirate e le loro fondamenta sicure. Essi si spargeranno nel mondo, e viaggeranno per tutte le contrade. Leveranno

la voce in ogni assemblea e adorneranno e ravviveranno ogni adunanza. Parleranno tutte le lingue e interpreteranno ogni recondito significato. Riveleranno i misteri del Regno e paleseranno a tutti i segni di Dio. Arderanno luminosi come fiaccole nel cuore di ogni assemblea, e luccicheranno come stelle su ogni orizzonte. Le aure gentili alitate dal giardino dei loro cuori profumeranno e ravviveranno le anime degli uomini e le rivelazioni delle loro menti, come

abbondanti piogge, daranno vigore alle genti e alle nazioni del mondo.

Aspetto, aspetto trepidamente che queste sante anime appaiano; e invece, per quanto tempo ancora tarderanno a venire? La mia preghiera e la mia ardente

supplica, al vespro e all'aurora, è che presto queste fulgide stelle risplendano nel mondo, che i loro sacri sembianti possano presto essere svelati agli occhi mortali, che le schiere del divino soccorso possano conseguire la vittoria e i flutti della grazia, sorgenti dal Suo superno oceano, riversarsi su tutti gli uomini. Prega anche tu e supplicaLo che mercè il munifico aiuto dell'Antica Bellezza queste anime possano essere svelate agli occhi del mondo.

La gloria di Dio si posi su te e su colui il cui volto è illuminato da quell'eterna luce che rifulge dal Suo Regno di Gloria.

205. O anime onorate! A cagione di una continua imitazione di usi antichi e superati, il mondo si è fatto scuro come buia notte. Le fondamenta degli

Insegnamenti divini erano uscite dalla mente; la loro quintessenza era stata del tutto obliata e le genti si aggrappavano a involucri svuotati. Quali logore

vesti da lungo uso consunte, le nazioni s'erano ridotte in uno stato pietoso.

In questa piena notte albeggiò lo splendore mattutino degli Insegnamenti di Bahá'u'lláh. Egli ha vestito il mondo con una veste nuova e bella e quella nuova

veste sono i principi giunti da Dio.

Ora la nuova èra è incominciata e la creazione è rinata. L'umanità ha indossato una nuova vita. L'autunno se n'è andato ed è giunta la primavera vivificatrice. Ora tutte le cose sono rinnovate. Arti e industrie sono state rigenerate, vi sono nuove scoperte nelle scienze e nuove invenzioni; perfino le piccole cose umane, come gli abiti e gli effetti personali - anche le armi - tutto è stato parimenti rinnovato. Le leggi e le procedure di tutti i governi sono state revisionate: rinnovamento è l'ordine del giorno.

E tutta questa novità ha origine nelle fresche effusioni di meravigliosa grazia e di favore dal Signore del Regno, che hanno rinnovato il mondo. Gli uomini,

dunque, devono essere completamente liberati dai vecchi modi di pensare, sì che tutta la loro attenzione possa concentrarsi su questi nuovi principi, perché

essi sono la luce di questi tempi e lo spirito di quest'èra.

A meno che questi Insegnamenti non siano efficacemente divulgati fra le genti, finché le vecchie usanze, le vecchie idee non siano passate e dimenticate, questo mondo dell'essere non troverà pace, né rifletterà le perfezioni del Regno Celeste. Adoperatevi con tutto il cuore per dare consapevolezza all'ignaro, ridestare i dormienti, recare conoscenza agl'ignoranti, dare la vista ai ciechi, l'udito ai sordi e la vita ai morti.

Fa d'uopo che addimostriate tale forza, tale resistenza, da stupire chiunque vi veda. Le confermazioni del Regno sono con voi. Su voi la gloria del Gloriosissimo.

206. Sia lode a Colui Che ha squarciato le tenebre, fugato la notte, sollevato le cortine e lacerato i veli, la Cui luce indi rifulse, i Cui segni e portenti furono divulgati, i Cui misteri furono palesati. Poi le Sue nubi si aprirono e colmarono la terra delle Sue munificenze e largizioni, e addolcirono ogni cosa con la pioggia, sì che la fresca verzura del sapere e i giacinti della certezza sbocciarono in un fremito di gioia, finché il mondo intero fu redolente degli aromi della Sua santità.

Salute e lodi, benedizioni e gloria a quelle divine realtà, a quei sacri anemoni che sono scaturiti da questa suprema largizione, questi flutti di grazia che

hanno ruggito quale risonante mare di doni e munificenze che solleva i flutti alti nei cieli.

O Dio, mio Dio! Sia lode a Te Che hai acceso il fuoco del divino amore nel Santo Albero sulla vetta del più eccelso monte: quell'albero che non è 'né orientale né occidentale' , quel fuoco che divampò finché le sue fiamme s'innalzarono fino alle Schiere Celesti, e dal quale quelle realtà colsero la luce della guida e levarono il grido: ”Ho scorto un fuoco da un lato del monte Sinai ”.

O Dio, mio Dio! Accresci questo fuoco col trascorrere dei giorni, finché la sua vampa non metta in moto tutta la terra. O mio Signore! Accendi nei cuori la luce del Tuo amore, alita nelle anime degli uomini lo spirito della Tua conoscenza, allietane i petti con i versetti della Tua unicità. Richiama in vita coloro che giacciono nei sepolcri, ammonisci i superbi, dà felicità al mondo intero, manda le Tue acque cristalline, e nell'adunanza dei palesi splendori porgi quella coppa ”il cui licore sarà miscelato di Canfora ”.

In verità Tu sei Colui Che dà, Che perdona, Che sempre dona. In verità Tu sei il Misericordioso, il Compassionevole.

O amati di Dio! Il calice del Cielo trabocca, il banchetto del Patto di Dio brilla di luci festose, l'alba di tutti i doni s'imbianca, le aure gentili della

grazia spirano, e dal mondo invisibile giungono liete novelle di munificenze e di doni. La primavera divina ha drizzato le tende in prati cosparsi di fiori e

gli esseri spirituali aspirano dolci profumi che il vento d'oriente, dalla Saba dello spirito, ha trasportato sul loro cammino. Ora il mistico usignolo canta

le sue odi, gemme di intimo significato sbocciano in fiori delicati e belli. Le allodole di campo sono divenute i musici del festino e innalzando meravigliose voci gridano e cantano con le melodie delle Schiere Celesti: ”Benedetti voi! Liete Novelle! Liete Novelle! ”. E spronano gli allegri commensali del Paradiso di Abhá a bere a sazietà, e declamano eloquenti sull'albero celestiale, e innalzano i loro sacri trilli. Tutto ciò, affinché anime appassite che calcano il deserto dell'ignavia e uomini languenti sperduti tra le sabbie dell'incuria possano giungere ancora a palpitante vita e presentarsi ai lieti festini del Signore Iddio.

Sia lode a Lui! La fama della Sua Causa s'è sparsa in oriente e occidente e la notizia della forza della Bellezza di Abhá ha ravvivato settentrione e meridione. Quel grido dal continente americano è un coro di santità, quel clamore vicino e lontano che sale fino alle Schiere Celesti è ”Yá Bahá'u'l-Abha! ”. Ora l'oriente riluce di gloria, e l'occidente è dolcemente rosato, e tutta la terra redolente di ambra grigia, e i venti, che soffiano sul Sacro

Santuario, odorosi di muschio. Tra breve vedrete che anche le più cupe contrade sono luminose e i continenti d'Europa e d'Africa si son trasformati in fioriti giardini e foreste di frondosi alberi.

Ma poiché questo Astro albeggiò in Persia, e poiché da quell'oriente il sole brillò sull'occidente, è nostra ardentissima speranza che le fiamme del fuoco

dell'amore divampino vieppiù veementi in quella terra, e che lo splendore di questa Santa Fede vi si possa fare sempre più intenso. Possa il tumulto della

Causa di Dio tanto scuotere quella terra nelle fondamenta, possa la forza spirituale della Sua Parola tanto palesarsi, da fare dell'Írán nucleo e foco di benessere e di pace. Possano la rettitudine e la conciliazione, l'amore e la fiducia, provenienti dall'Írán, portare l'immortalità a tutti sulla terra. Possa l'Írán innalzare sulle più eccelse vette il vessillo dell'ordine pubblico, di purissima spiritualità, di pace universale.

O amati di Dio! In questa dispensazione, la Dispensazione Bahá'í, la Causa di Dio è spirito puro. La Sua Causa non appartiene al mondo materiale. Essa non

viene né per il conflitto né per la guerra, né per atti meschini o vergognosi, né per liti con altre Fedi, né per contese con le nazioni. Il suo unico esercito è l'amor di Dio, la sua sola gioia il limpido vino della Sua conoscenza, la sua sola battaglia la spiegazione della Verità; la sua unica crociata è contro l'insistente io, i cattivi impulsi del cuore umano. La sua vittoria è nel sottomettersi e nel cedere, e vincere l'egoismo è la sua gloria imperitura.

In breve è spirito su spirito:
Se proprio non dovete
Non schiacciate la serpe nella polvere
Non sia mai dunque che feriate un uomo
E se potete,
Non spaventate neppure una formica
E tanto più non danneggiate un fratello.

Ogni vostro sforzo sia teso a divenire sorgente di vita e immortalità, di pace e agio e gioia, per ogni anima umana conosciuta o estranea, rivale o alleata.

Non guardate se la sua natura è pura o impura: guardate alla misericordia onnicomprensiva del Signore, la luce della Cui grazia ha stretto al seno tutta la terra e quanti vi dimorano, e nella pienezza della Cui munificenza sono immersi saggi e ignoranti. Estranei e amici sono seduti assieme alla mensa del Suo favore. Come i credenti, anche i negatori che si scostano da Dio attingono con le mani e bevono dal mare delle Sue largizioni.

S'impone che gli amati del Signore siano segni e pegni della Sua misericordia universale e personificazioni della Sua eccellente grazia. Simili al sole, gettino i loro raggi sul giardino e sull'immondizia parimenti, e quali nubi di primavera versino la loro pioggia sui fiori e sulle spine. Non cerchino altro che amore e fedeltà, non seguano le strade della scortesia, si limitino a discorrere dei segreti dell'amicizia e della pace. Tali sono gli attributi dei giusti, tale il contrassegno di coloro che servono alla Sua Soglia.

La Bellezza di Abhá subì le più penose calamità. Patì infiniti triboli e malanni. Non ebbe un solo attimo di pace, non trasse respiro di sollievo. Andò esule e ramingo per sabbie deserte e ripide montagne; fu rinchiuso in una fortezza e in una cella di prigione. Ma per Lui, la Sua povera stuoia di paglia era eterno trono di gloria, le Sue pesanti catene regale monile. Di giorno, di notte, visse sotto una spada roteante, pronto da un momento all'altro a morire

sulla croce. Tutto questo Egli patì per purificare il mondo, e adornarlo con le tenere misericordie del Signore Iddio, per metterlo in pace, perché conflitti

e aggressioni fossero volti in fuga, lance e lame affilate barattate con un'amorevole amicizia, livori e guerre trasformati in sicurezza e gentilezza e

amore, perché i campi di battaglia dell'odio e della collera divenissero giardini di delizia, e luoghi ove un tempo cozzavano eserciti insanguinati fossero fragranti terreni di gioia, perché la belligeranza fosse giudicata una vergogna e il ricorso alle armi, schivato da ogni popolo quale nauseabonda malattia, perché la pace universale drizzasse i suoi padiglioni sui più eccelsi monti e la guerra fosse cancellata per sempre dalla terra.

Perciò gli amati di Dio devono, laboriosamente, con le acque del loro impegno, coltivare e nutrire e far crescere quest'albero di speranza. Qualunque sia la

terra ove dimorano, siano di tutto cuore amici e compagni di coloro che sono loro vicini o anche lontani. Promuovano, con qualità simili a quelle del cielo,

le istituzioni e la religione di Dio. Non si perdano mai d'animo, né siano mai depressi, mai afflitti. Più grande l'antagonismo che incontrano, tanto più mostrino la loro buona fede; più numerosi i tormenti e le calamità che devono affrontare, con maggiore generosità porgano attorno la generosa coppa. Tale è lo spirito che diverrà vita del mondo, tale è la luce che si diffonde nel suo intimo; e chi sarà o agirà altrimenti non è degno di servire alla Santa Soglia del Signore!

O amati di Dio! Il Sole della Verità risplende da cieli invisibili; conoscete il valore di questi giorni. Levate il capo, e crescete quali alti cipressi in

questi ruscelli dal rapido corso. Prendete delizia nella beltà del narciso di Najd, perché scenderà la notte ed esso non esisterà più...

O amati di Dio! Sia lode a Lui, il luminoso vessillo del Patto sventola ogni giorno più alto, mentre lo stendardo della perfidia è stato ammainato e pende a

mezz'asta. Gli ottenebrati assalitori sono stati scossi fino al midollo; ora sono quali sepolcri fatiscenti, quali cieche sotterranee creature essi strisciano presso un angolo della tomba e da quel foro, di tanto in tanto, simili a bestie selvagge farfugliano e ululano. Gloria a Dio! Come possono le

tenebre sperare di vincere la luce, come possono corde di mago tener fermo ”un serpente chiaro a vedersi ”? ”Ed ecco essa divorava l'opera della loro falsa

magia ”. Ahimé per loro! Si sono ingannati con una favola, e per indulgere ai loro appetiti hanno distrutto se stessi. Rinunziarono alla gloria eterna in

cambio dell'orgoglio umano, e sacrificarono grandezza in entrambi i mondi per le istanze dell'importuno io. Ecco ciò di cui vi abbiamo avvertiti. Tra non molto vedrete gli stolti in tangibile rovina.

O mio Signore e mia Speranza! Aiuta i Tuoi amati ad esser saldi nel Tuo possente Patto, a restar fedeli alla Tua Causa manifesta, e ad ottemperare ai comandamenti che Tu inviasti per loro nel Tuo Libro di Splendori, sì che possano divenire vessilli di guida e fari delle Schiere Superne, fonti della Tua infinita saggezza, e astri di retta guida che brillano dal sommo cielo.

In verità Tu sei l'Invincibile, l'Onnipotente, l'Onnipossente.

207. O voi che avete rivolto il viso verso l'Eccelsa Beltà! Di notte, di giorno, all'alba e al tramonto, quando scendono le tenebre, e alle prime luci ricordo, e ho sempre ricordato, nei reami della mia mente e del mio cuore gli amanti del Signore. Lo imploro che elargisca le Sue confermazioni agli amati che dimorano in quella pura e santa contrada; che conceda loro il successo in ogni cosa; che nel carattere, nel comportamento, nelle parole, nel modo di vivere, in tutto quello che sono e fanno, permetta loro di conseguire l'eccellenza fra gli uomini; che li riunisca nella comunità mondiale, i cuori traboccanti estasi e fervore e amore ardente, sapere e certezza, fermezza e unità, i volti avvenenti e luminosi.

O amati del Signore! Questo giorno è il giorno del ricongiungimento, il giorno della raccolta di tutto il genere umano. ”In verità Iddio ama quelli che

combattono sulla Sua via in ranghi serrati, compatti come edifizio solido ”. Notate che Egli dice ”in ranghi serrati ” - significando assembrati e

abbracciati stretti, allacciati l'uno all'altro, ciascuno a soccorrere gli altri. Combattere, come si afferma nel sacro versetto, non significa, in questa

che è la più grande fra tutte le dispensazioni, avanzare con aste e spade, con lance e aguzzi strali - sibbene armati di intenzioni pure, giusti intendimenti, consigli giovevoli ed efficaci, attributi spirituali, azioni gradite all'Onnipotente, qualità celestiali; significa educazione per tutto il genere umano, guida per tutti gli uomini, larga diffusione delle dolci fragranze dello spirito, promulgazione delle prove di Dio, esposizione di argomenti decisivi e divini, compimento di opere di carità.

Ogni qual volta anime sante, attingendo alle forze del cielo, si leveranno con tali qualità dello spirito, e marceranno all'unisono, schiera dopo schiera,

ciascuna di quelle anime varrà per mille, e i flutti spumeggianti di quel possente oceano saranno come le legioni delle Schiere Celesti. Quale benedizione

sarà - quando tutti si ricongiungeranno, come torrenti, fiumi e ruscelli, rivoli scorrenti e piccole gocce, un tempo separati, che riuniti in un solo luogo

formano un mare possente. E a tal segno prevarrà l'unità intrinseca di tutti, che le tradizioni, le regole, i costumi e le distinzioni nella vita fantasiosa

di queste popolazioni saranno cancellate e svaniranno, come svaniscono le gocce isolate quando il grande oceano dell'unità sussulta e si solleva e ondeggia.

Giuro sull'Antica Bellezza, che allora la grazia travolgente pervaderà tutto e il mare della magnificenza sommergerà le spiagge, a tal segno che il più angusto braccio d'acqua si allargherà quale mare sconfinato e la più piccola goccia sarà come oceano illimitato.

O amati di Dio! Lottate e ingegnatevi per raggiungere quell'alto stadio e per far rifulgere in tutti i reami della terra uno splendore tale che i suoi raggi

siano riflessi da un oriente sull'orizzonte dell'eternità. Ecco le vere fondamenta della Causa di Dio; ecco l'essenza della Legge di Dio; ecco la possente struttura eretta dalle Manifestazioni di Dio; ecco perché sorge l'orbe del mondo di Dio; ecco perché il Signore S'insedia sul trono del Suo corpo umano.

O amati di Dio! Guardate come per questo alto scopo l'Eccelso - possano le anime di tutti sulla terra essere un riscatto per Lui - abbia offerto il Suo benedetto cuore quale bersaglio delle lance dell'afflizione; e poiché il reale intendimento dell'Antica Bellezza - possano le anime delle Schiere Celesti essere immolate per Lui - era di conquistare questa medesima mèta superna, l'Eccelso nudò il Suo santo petto quale bersaglio di miriadi di proiettili

esplosi dalla gente del raggiro e dell'odio, e con assoluta mansuetudine morì la morte del martire. Sulla polvere di questa via sgorgò il sangue di migliaia

e migliaia di sacre anime e molti corpi benedetti di fidi amanti di Dio furono appesi alla forca.

La Bellezza di Abhá - lo spirito di tutta l'esistenza possa essere offerto per i Suoi amati - sopportò ogni genere di ordalie e di buon grado accettò dure

afflizioni. Non v'è tormento cui la Sua sacra persona non sia stata soggetta, né sofferenza che non sia discesa su di Lui. Quante notti, quando era in catene, rimase insonne per il peso del collare di ferro; quanti giorni il bruciante dolore dei ceppi e dei ferri non Gli concesse un attimo di pace. Da Níyávarán a Tihrán Lo fecero camminare - Egli, quello spirito personificato, Egli Che era avvezzo a riposare su cuscini di seta decorata - incatenato, scalzo, il capo scoperto; e giù nel sottosuolo, nella fitta oscurità di quell'angusta segreta, Lo rinchiusero insieme con assassini, ribelli e ladri. Più volte Lo assalirono con nuovi tormenti, ed erano tutti sicuri che da un momento all'altro avrebbe subito la morte del martire. Dopo qualche tempo Lo esiliarono dalla Sua terra natale e Lo inviarono in Paesi stranieri e remoti. Per molti anni in 'Iráq, Egli non trascorse un attimo senza che lo strale di una nuova tribolazione non colpisse il Suo santo cuore; ad ogni sospiro una spada si abbatteva su quel sacro corpo ed Egli non aveva speranza di un solo istante di sicurezza e di riposo. I Suoi nemici lanciarono da ogni parte i loro assalti con odio implacabile, ed Egli, solo e isolato, resistette a tutti.

Dopo tutte queste tribolazioni, questi gravi colpi, Lo cacciarono via dall'Iráq, nel continente d'Asia, al continente d'Europa; e in quel luogo di amaro esilio, di terribili angustie, ai torti inflitti dalla gente del Corano si aggiunsero ora le virulente persecuzioni, i poderosi attacchi, i complotti, le calunnie, le continue ostilità, l'odio e i raggiri della gente del Bayán. La mia penna è incapace di dir tutto; ma ne siete stati sicuramente informati. Poi, dopo ventiquattro anni in questa che è la Più Grande Prigione, tra angosce e dolorose afflizioni, i Suoi giorni si conclusero.

Per dirla in breve, durante il Suo soggiorno in questo mondo transeunte, l'Antica Bellezza fu sempre o prigioniero avvinto da catene, o sotto una spada, o soggetto a estreme sofferenze e tormenti, o rinchiuso nella Più Grande Prigione. A causa della debolezza fisica, cagionata dalle afflizioni, il Suo corpo benedetto si ridusse a un sospiro; era leggero come tela di ragno per il lungo patire. E la ragione per cui Si addossò questo grave fardello e sopportò tutte queste angustie, che erano come un oceano che innalza i suoi flutti alti nel cielo, la ragione per cui indossò le pesanti catene di ferro e per cui divenne personificazione di assoluta rassegnazione e mansuetudine, fu per guidare ogni anima di questa terra alla concordia, al cameratismo, all'unità; fu per far conoscere frammezzo a tutti i popoli il segno dell'unicità di Dio, acché infine l'unità primeva deposta nell'intimo di tutte le cose create producesse il

frutto destinato, e lo splendore di ”e tu non puoi scorgere nella creazione del Misericordioso ineguaglianza alcuna ”23 irradiasse tutt'attorno i suoi raggi.

È tempo, o amati del Signore, di compiere un ardente sforzo. Lottate, e impegnatevi. E poiché l'Antica Bellezza era esposta giorno e notte sul campo del

martirio, noi, da parte nostra, lavoriamo duramente e ascoltiamo e ponderiamo i consigli di Dio; gettiamo via le nostre vite e rinunziamo ai nostri giorni, brevi e contati. Distogliamo lo sguardo da vuote fantasie di forme divergenti in questo mondo e serviamo invece questo preminente scopo, questo grande disegno. Non tagliamo, a cagione del nostro farneticare, quest'albero che la mano della grazia celeste ha piantato, non offuschiamo, con gli oscuri vapori delle nostre chimere e dei nostri egoistici interessi, la gloria che scaturisce dal Regno di Abhá. Non facciamoci barriere che arginino l'ondeggiante oceano di Dio Onnipotente. Non impediamo che i puri, dolci aromi del giardino della Gloriosissima Bellezza spirino per ogni dove. Non impediamo, in questo giorno di ricongiungimento, i primaverili scrosci di grazia del cielo. Non permettiamo che gli splendori del Sole della Verità si affievoliscano e scompaiano. Questi sono gli ammonimenti di Dio, esposti nei Suoi Santi Libri, nelle Sue Scritture, nelle Sue Tavole che rivelano i Suoi consigli per i sinceri.

Su voi siano la gloria e la misericordia e le benedizioni di Dio.

208. O servitori della Sacra Soglia! I trionfanti eserciti delle Legioni Celesti, schierati e ordinati nel superno Reame, sono pronti e aspettano di

dare assistenza e vittoria a quel prode cavaliere che sprona fiducioso il suo destriero nell'arena del servizio. Benedetto quell'impavido guerriero, che

armato della forza della vera Conoscenza si getta nella mischia, volge in fuga gli eserciti dell'ignoranza e sconfigge le schiere dell'errore, che tiene alto

lo Stendardo della Guida Divina e suona il Peana della Vittoria. Per la giustizia del Signore! Egli ha riportato trionfo glorioso e conseguito la vera

vittoria.

209. O servitori della Bellezza Benedetta! ... È chiaro che in questo giorno, le confermazioni del mondo invisibile stanno avvolgendo tutti coloro che trasmettono il Messaggio divino. Se il lavoro d'insegnamento dovesse cessare, queste confermazioni sarebbero interamente tagliate via, poiché è impossibile che gli amati di Dio ricevano assistenza se non insegnano.

L'insegnamento deve essere portato avanti in qualunque circostanza, ma con saggezza. Se il lavoro non può procedere apertamente, insegnino in privato e così ingenerino spiritualità e cameratismo tra i figli degli uomini. Se, per esempio, ciascuno dei credenti divenisse vero amico di uno degl'incuranti e, comportandosi con assoluta rettitudine, si associasse con quest'anima, la trattasse con massima gentilezza, esemplificando personalmente le istruzioni divine che ha ricevuto, le buone qualità e i modelli di comportamento e agisse sempre in accordo con gli ammonimenti di Dio - è certo che a poco a poco egli riuscirà a ridestare quella persona un tempo incurante e a trasformarne l'ignoranza in conoscenza della verità.

Le anime sono inclini all'estraniamento. Dapprima si devono fare passi che eliminino questo estraniamento, perché solo allora la Parola di Dio avrà effetto.

Se un credente mostra gentilezza a uno dei negligenti e con grande amore lo conduce gradualmente alla comprensione della validità della Santa Causa, così che egli possa venire a conoscere le fondamenta e le implicazioni della Fede di Dio - quella persona sarà certamente trasformata, tranne coloro - e raramente

s'incontrano che sono come cenere, i cui cuori sono ”come le pietre, anzi più duri ancora ”.

Se ciascuno degli amici si ingegnasse in tal modo di guidare rettamente un'anima, il numero dei credenti raddoppierebbe ogni anno; e ciò può ottenersi con la prudenza e la saggezza e non ne verrebbe nulla di male.

Inoltre gli insegnanti devono viaggiare e se il divulgare il Messaggio apertamente dovesse essere causa di disordini, allora stimolino ed educhino i

credenti, li ispirino, li rallegrino, ne delizino i cuori, li vivifichino e li rinvigoriscano con i dolci aromi della santità.

210. O rose nel giardino dell'amor di Dio! O fulgenti lampade nel sodalizio del Suo sapere! Possano le dolci brezze di Dio spirare su voi, e la Gloria di Dio illuminare l'orizzonte dei vostri cuori! Siete onde del profondo mare della conoscenza, eserciti ammassati sulle piane della certezza, siete stelle nei cieli della compassione di Dio, pietre che volgono in fuga la gente della perdizione, nubi di pietà divina sui giardini della vita, abbondante grazia

dell'unità di Dio riversata sulle essenze di tutte le cose create.

Sulla tavola imbandita di questo mondo, siete i versetti della Sua unicità; e sulle eccelse torri, siete vessilli del Signore. Nelle Sue pergole siete fiori

ed essenze dolcemente odorose, nel roseto dello spirito usignoli gorgheggianti meste canzoni. Siete uccelli che alti si librano nel firmamento del sapere,

falconi reali sul polso di Dio. Ordunque, perché siete spenti, perché silenti, perché ottusi e mediocri? Dovete risplendere come saette, e rumoreggiare come

il grande mare. Come fiaccole dovete irradiare luce, e come dolci aure di Dio spirare su tutto il mondo. Come brezze soavi dalle pergole del cielo, e venti

muschiati dai verzieri del Signore, dovete profumare l'aria per la gente del sapere e come gli splendori irradiati dal vero Sole, dovete rischiarare i cuori

del genere umano: perché voi siete gli almi venti, le gelsomine fragranze spiranti dai giardini dei salvati. Portate dunque vita ai morti e ridestate coloro che sono addormentati. Nelle tenebre del mondo siate fiamme radiose; nelle sabbie della perdizione, siate sorgenti d'acqua di vita, retta guida del Signore Iddio. Ora è tempo di servire, ora è tempo d'essere in fiamme. Apprezzate il valore di questa opportunità, questa favorevole congiuntura che è grazia sconfinata, prima che vi sfugga dalle mani.

Ben presto la nostra manciata di giorni, la nostra fuggevole vita, sarà terminata e noi caleremo, a mani vuote, nella fossa scavata per coloro che non

parlano più; perciò dobbiamo avvincere il cuore alla palese Bellezza e aggrapparci alla corda che mai vien meno. Dobbiamo apprestarci al servizio, accendere la fiamma dell'amore e bruciare nel suo calore. Dobbiamo sciogliere la lingua finché non avremo dato fuoco al cuore del vasto mondo e con fulgidi raggi di guida cancellato gli eserciti della notte e immolato la vita per amor Suo sul

campo del sacrificio.

Spargiamo ordunque su ogni persona le preziose gemme del riconoscimento di Dio, e con la risoluta lama della lingua e le infallibili frecce della conoscenza

sconfiggiamo gli eserciti dell'egoismo e della passione, e corriamo al sito del martirio, il luogo ove morire per il Signore. Indi, in uno sventolio di bandiere e in un rullare di tamburi, trapassiamo nel regno del Gloriosissimo e raggiungiamo le Schiere celesti.

Benedetti coloro che compiono grandi gesta.

211. Quando non si adoperano per divulgare il messaggio, gli amici non ricordano degnamente Iddio e non possono vedere i segni dell'assistenza e della

confermazione provenienti dal Regno di Abhá né comprendere i misteri divini. Ma quando la sua lingua è impegnata a insegnare, l'insegnante stesso sarà

naturalmente stimolato, diverrà un magnete che attrae l'aiuto divino e le grazie del Regno e sarà come l'uccello all'alba, che s'inebria del proprio canto,

dei propri gorgheggi e melodie.

212. È in momenti come questo che gli amici di Dio approfittano della situazione, colgono l'occasione, si precipitano e giungono primi al traguardo. Se il loro compito fosse limitato alla buona condotta e ai consigli, non concluderebbero nulla. Essi devono parlare, spiegare le prove, esporre chiare

argomentazioni, trarre conclusioni inconfutabili, dimostrando la verità della manifestazione del Sole della Realtà.

213. I credenti devono dedicarsi attivamente al lavoro d'insegnamento in ogni condizione, perché da esso dipendono le confermazioni divine. Se un Bahá'í

si astiene dall'impegnarsi pienamente, vigorosamente e sinceramente nel lavoro d'insegnamento, egli sarà sicuramente privato delle benedizioni del Regno di

Abhá. Tuttavia, questa attività dev'essere moderata dalla saggezza - non quella saggezza che fa restare silenziosi e immemori di tale obbligo, ma una saggezza che fa mostrare tolleranza, amore, gentilezza, pazienza, buon carattere e azioni sante. In breve, incoraggiate tutti gli amici a insegnare la Causa di Dio e attirate la loro attenzione su questo significato di saggezza menzionato negli Scritti che è in se stesso l'essenza dell'insegnamento della Fede; ma tutto ciò va fatto con la massima tolleranza, sì che l'aiuto celeste e la confermazione divina possano assistere gli amici.

214. Segui la via del tuo Signore e non dire ciò che le orecchie non possono sopportare di sentire, perché questi discorsi sono come cibi succulenti dati a bambini ancora piccoli. Per quanto essi siano gustosi, prelibati e nutrienti, gli organi digerenti del lattante non possono assimilarli. Perciò a chi ha un diritto, si dia la misura stabilita.

'Un uomo non può svelare tutto ciò che sa, né tutto ciò che egli può svelare è da considerarsi opportuno, né ogni parola opportuna può essere reputata

adeguata alle capacità di chi ascolta'. Questa è la consumata saggezza da osservare nelle tue occupazioni. Non dimenticartene, se desideri essere uomo

d'azione in ogni circostanza. Prima fa la diagnosi del male e identifica la malattia, poi prescrivi il rimedio, perché questo è il metodo perfetto del medico valente.

215. Per la grazia dell'Unico vero Signore è mia speranza che tu sia reso idoneo a spargere le fragranze di Dio frammezzo alle tribù. È cosa di estrema importanza...

Se riuscirai a svolgere questo servizio eccellerai e sarai il condottiero sul campo di battaglia.

216. Sii certo che gli aliti dello Spirito Santo ti scioglieranno la lingua. Parla dunque: parla con grande coraggio in tutte le riunioni. Quando stai

per incominciare il tuo discorso, volgiti dapprima a Bahá'u'lláh e chiedi le confermazioni dello Spirito Santo, poi apri la bocca e dì quello che vien

suggerito al tuo cuore; ma fallo con sommo coraggio, dignità e convinzione. È mia speranza che le vostre riunioni crescano e fioriscano giorno dopo giorno e

che coloro che sono alla ricerca della verità vi ascoltino argomentazioni ragionate e prove inconfutabili. Sono con voi cuore ed anima in ogni riunione,

siatene certi.

217. L'insegnante, allorché insegna, deve essere lui stesso completamente infiammato, così che il suo dire, come una vampa di fuoco, abbia influenza e

consumi il velo dell'egoismo e della passione. Deve altresì essere infinitamente umile e modesto, sì da edificare gli altri e annullare totalmente se stesso,

in modo da insegnare con le melodie delle Schiere Superne - altrimenti il suo insegnamento non avrà alcun effetto.

218. O intimi e cari amici di 'Abdu'l-Bahá!
In Oriente esalate profumi
e in Occidente irradiate splendori.
Portate luce ai Bulgari
e agli Slavi donate la vita.

Un anno dopo l'ascensione di Bahá'u'lláh, dalle labbra del Centro del Patto uscirono questi versetti. I violatori del Patto li trovarono strani davvero e se

ne fecero beffe. Eppure, sia lodato Iddio, oggi ne è palese l'effetto, rivelata la forza, chiara l'importanza, perché, per grazia di Dio, oggi Oriente e

Occidente sono frementi di gioia, e ora, mercè le dolci brezze della santità, la terra intera è fragrante di muschio.

La Bellezza Benedetta ha fatto questa promessa nel Suo Libro con parole inequivocabili: ”Noi vi contempleremo dal Nostro regno di gloria e aiuteremo

chiunque si leverà per il trionfo della Nostra Causa con le schiere delle legioni superne e una coorte dei Nostri angeli prediletti ”.

Grazie a Dio, come tutti possono facilmente vedere, quell'aiuto promesso è stato elargito, e risplende chiaro come il sole nel cielo.

Pertanto, o amici di Dio, raddoppiate gli sforzi, fate il possibile, finché non trionfiate nel vostro servaggio all'Antica Bellezza, la Luce Palese, e diveniate causa dell'ampia diffusione dei raggi dell'Astro della Verità. Alitate nel corpo consunto e devastato del mondo il fresco soffio della vita e nei solchi di ogni contrada seminate santa semente. Ergetevi a paladini di questa Causa; aprite le labbra e insegnate. Nell'agora della vita siate fiaccola di guida; nei cieli di questo mondo sfolgoranti stelle; nei giardini dell'unità uccelli dello spirito, che cantano di intime verità e misteri.

Spendete ogni alito di vita per questa grande Causa e dedicate tutti i vostri giorni al servizio di Bahá, così che alla fine, indenni da rovina e privazioni,

avrete in retaggio i tesori accumulati dai regni superni. I giorni dell'uomo sono perigliosi e non può egli contare neppure su un attimo di vita in più; tuttavia le genti, che pure sono quale fluttuante miraggio di illusioni, dicono a se stesse che alla fine raggiungeranno le vette. Ahimé per loro! Gli uomini di tempi passati si cullarono in grembo queste medesime fantasie, finché un'ondata non li spazzò via ed essi ritornarono nella polvere, e si trovarono esclusi e orbati - tutti tranne quelle anime che s'erano affrancate dall'io e avevano sacrificato la vita sulla via di Dio. La loro fulgida stella rifulse nei cieli dell'antica gloria e le memorie tramandate di tutte le ère sono la riprova di quanto vi dico.

Perciò, non fermatevi né giorno né notte e non cercate riposo. Narrate i segreti del servaggio, seguite la via del servizio, finché otteniate il soccorso promesso che viene dai regni di Dio.

O amici! Nuvole oscure hanno avviluppato tutta la terra, e le tenebre dell'odio e della malvagità, della crudeltà, dell'aggressione e della corruzione stanno

ricoprendo ogni cosa. Tutte le genti trascorrono la loro esistenza in noncurante stupore e la rapacità e la sete di sangue sono stimate le principali virtù

dell'uomo. Ma frammezzo alle masse dell'umanità Iddio ha trascelto gli amici e ha concesso loro il favore della Sua guida e della Sua grazia illimitata. Il

Suo scopo è questo, che noi, tutti noi, ci adopriamo con tutto il cuore per sacrificarci, per guidare gli altri alla Sua via e per educare le anime degli

uomini - finché queste frenetiche fiere non si trasformino in gazzelle dei prati dell'unicità, e questi lupi in agnelli di Dio, e questi bruti in legioni di

angeli; finché i fuochi dell'odio non si spengano e la fiamma che divampa dalla protetta valle della Santa Tomba non effonda il suo splendore; finché il lezzo del letamaio del tiranno non sia dissipato e ceda il posto ai puri, dolci aromi che spirano dal roseto della fede e della fiducia. Quel giorno il povero di mente attingerà alla munificenza della divina Mente Universale e coloro la cui vita non è altro che abominio cercheranno queste sante brezze purificatrici.

Ma occorre che vi siano anime che palesino queste largizioni, occorre che vi siano famiglie a dissodare questi campi, giardinieri per questi verzieri;

occorre che vi siano pesci a nuotare in questo mare, stelle a luccicare in questi cieli. Questi infermi devono essere curati da medici spirituali, coloro che sono i perduti abbisognano di guide gentili - così che i diseredati possano riceverne una quota e i derelitti una parte, e i poveri scoprirvi ricchezza smisurata, e i ricercatori udirne prove irrefutabili.

O mio Signore, mio Difensore, mio Soccorso nel pericolo! Umilmente Ti scongiuro, infermo vengo a Te per essere sanato, in umiltà T'imploro con la lingua, l'anima, lo spirito:

O Dio, mio Dio! Le tenebre della notte hanno avviluppato ogni contrada, e tutta la terra è segregata dietro fitte nubi. I popoli del mondo sono immersi in

neri abissi di vane illusioni, mentre i loro tiranni si rotolano nella crudeltà e nell'odio. Non vedo che bagliori di fuochi che divampano alti dal più profondo abisso, nulla odo se non il tonante rombo che prorompe da migliaia e migliaia di infocate armi d'assalto, mentre ogni terra leva alti gemiti nella sua lingua segreta: ”A nulla mi vale la ricchezza, la mia sovranità è perita! ”.

O mio Signore, i fari della guida si sono spenti. Le fiamme della passione alte si levano e la malevolenza si sparge sempre più nel mondo. Malvagità e livore

sono dilagati sulla faccia della terra e, fuorché il Tuo piccolo manipolo oppresso non trovo chi levi questo grido:

Affrettatevi ad amare! Affrettatevi a confidare! Affrettatevi a dare! A venir sotto la retta guida!

Venite a cercar l'armonia! A mirare la Stella del Mattino! Qui accorrete a cercare gentilezza e serenità! Qui, a cercare amicizia e pace!

Venite e gettate via le vostre armi d'ira, finché non sia conquistata l'unità! Venite e sul retto sentiero del Signore ognuno aiuti l'altro.

In verità con abbondante gioia, con tutto il cuore e l'anima, questi Tuoi oppressi si offrono per tutto il genere umano in ogni paese. Tu li vedi, o mio

Signore, piangere per le lagrime che le tue genti spargono, rammaricarsi per il dolore dei Tuoi figli, dolersi assieme al genere umano, soffrire a cagione delle calamità che affliggono tutti gli abitanti della terra.

O mio Signore, dà loro ali di vittoria sì che possano librarsi verso la salvezza, rafforza i loro lombi nel servire la Tua gente e i loro dorsi nel

ministrare alla Tua Soglia di Santità.

In verità, Tu sei il Generoso; in verità, Tu sei il Misericordioso! Non v'è altro Dio che Te, il Clemente, il Pietoso, l'Antico dei Giorni!

219. O figli e figlie del Regno! È pervenuta la vostra missiva, sicuramente un'ispirazione del cielo; il suo contenuto era assai gradevole, i suoi

sentimenti scaturivano da cuori luminosi.

I credenti a Londra sono veramente incrollabili e sinceri, sono risoluti, costanti nel servizio; messi alla prova, non vacillano, né si affievolisce col

trascorrere del tempo il loro fuoco: essi sono Bahá'í. Sono del cielo, sono pieni di luce, sono di Dio. Senza alcun dubbio per loro mezzo la Parola di Dio

sarà innalzata, e l'unità del mondo dell'uomo sarà promossa, e diffusi gli insegnamenti di Dio e propagata vicino e lontano la parità di ogni membro della

razza umana.

È facile avvicinarsi al Regno del Cielo, difficile rimanervi fermi e incrollabili, perché le prove sono dure e gravose da sopportare. Ma gli Inglesi

persistono incrollabili in ogni circostanza e il loro piede non incespica al primo segno di tribolazione. Non sono incostanti, non si gingillano con un

progetto per poi presto abbandonarlo. Non perdono, per futili motivi, entusiasmo e zelo; il loro interesse non scema. No, in tutto quel che fanno, sono equilibrati, adamantini e incrollabili.

Benché abitiate in contrade d'Occidente, pure, sia lodato Iddio, avete udito il Suo appello dall'Oriente e, come Mosè, vi siete scaldati le mani al fuoco

che arde nell'Albero cresciuto in Asia. Avete trovato la retta via, vi siete accesi come fari e siete entrati nel Regno di Dio. E ora, mossi da gratitudine per queste grazie, vi siete levati e chiedete aiuto a Dio per tutti i popoli della terra, acché anche i loro occhi possano mirare gli splendori del Regno di Abhá e i loro cuori, quali specchi, riflettere i fulgidi raggi del Sole della Verità.

È mia speranza che gli aliti dello Spirito Santo siano infusi nei vostri cuori in tal guisa che le vostre lingue aprano i misteri e spieghino ed espongano gli intimi significati dei Libri Santi; che gli amici divengano medici e guariscano, mercè il possente farmaco degli Insegnamenti del cielo, gl'inveterati malanni che affliggono il corpo di questo mondo; che restituiscano la vista al cieco, l'udito al sordo, la vita al morto; che risveglino coloro che sono profondamente addormentati.

Siate certi che le confermazioni dello Spirito Santo discenderanno su di voi e che gli eserciti del Regno di Abhá vi concederanno la vittoria.

220. Il Signore di tutta l'umanità ha forgiato questo regno umano quale Edenico Giardino, un paradiso terrestre. Se, come deve, troverà la strada verso l'armonia e la pace, l'amore e la reciproca fiducia, esso diverrà una vera dimora di beatitudine, un sito di infinite benedizioni e interminabili delizie. Qui si rivelerà l'eccellenza del genere umano, qui i raggi del Sole della Verità risplenderanno per ogni dove.

Ricordate come Adamo e gli altri dimorassero un tempo nell'Eden. Ma non appena si accese una lite fra Adamo e Satana, furono tutti cacciati dal Giardino e

questo voleva essere un monito per la razza umana, un mezzo per dire all'umanità che il dissenso - sia pur con il Demonio - è una via di amara rovina. Ecco perché nel nostro evo illuminato. Dio insegna che conflitti e dispute non sono permessi, neppure con Satana in persona.

Benevolo Iddio! Pur avendo innanzi a sé tale lezione, quanto incurante è l'uomo! Vediamo ancora il suo mondo in guerra da polo a polo. C'è guerra fra le religioni, guerra fra le nazioni, guerra fra i popoli, guerra fra i governanti. Quale gradito cambiamento sarebbe, se queste nuvole oscure si sollevassero dai cieli del mondo, sì che la luce della realtà potesse diffondersi ovunque! Oh! se l'ottenebrante polvere di questo continuo combattere e uccidere si depositasse per sempre e i dolci venti del tenero amore di Dio spirassero dalla sorgente della pace. Allora questo mondo diverrebbe un altro mondo e la terra rifulgerebbe della luce del suo Signore.

Se c'è una speranza, è soltanto nelle munificenze di Dio: possa venire la Sua corroborante grazia, e cessare ogni lotta e contesa, e l'aspro morso

dell'insanguinato acciaio trasformarsi in dolce rugiada di amicizia, probità e fiducia. Quale dolcezza per il palato quel giorno, quale muschiato aroma nella

sua fragranza.

Voglia Dio che il nuovo anno porti promessa di nuova pace. Possa Egli concedere a questo illustre sodalizio di concludere un giusto trattato e di stringere

un equo patto, sì che possiate essere per sempre benedetti, fino alle estreme propaggini dei tempi avvenire.

[ Rivolta ai lettori di The Christian Commonwealth, 1° gennaio 1913 ]

221. O voi che siete incrollabili nel Patto! Il pellegrino ha fatto menzione di ciascuno di voi e ha chiesto una lettera separata indirizzata a ciascuno, ma questo errante nel deserto dell'amor di Dio è impedito nella corrispondenza da mille preoccupazioni e cure; e poiché da oriente e occidente della terra si riversa su di lui una marea crescente di missive, sarebbe impossibile inviare uno scritto separato a ciascuno, perciò quest'unica epistola è indirizzata a ognuno di voi, perché quale prelibato vino, rallegri le anime e riscaldi i cuori.

O incrollabili amati! La grazia di Dio sta scendendo sul genere umano, quale pioggia in primavera, e i raggi della Luce palese hanno fatto di questa terra

l'invidia del cielo. Ma ahimè, i ciechi sono privati di questa largizione, gl'incuranti ne sono esclusi, gli inariditi ne disperano, i languenti stanno

morendo - sì che, come acque dilaganti, questo interminabile rivo di grazia refluisce nella sua fonte primeva in recondito mare. Pochi soltanto ricevono

questa effusione e ne colgono la loro parte. Perciò, riponiamo le nostre speranze in qualunque cosa il forte braccio dell'Amato possa recare.

Confidiamo che in un tempo a venire i dormienti si ridestino, agl'incuranti sia data contezza e gli esclusi siano iniziati ai misteri. Ora gli amici devono

lavorare anima e cuore e compiere uno sforzo possente, finché i baluardi del dissenso non siano abbattuti e le glorie dell'unità del genere umano non

conducano tutti all'unità.

Oggi il bisogno supremo è unità e armonia fra gli amati di Dio, perché essi devono avere fra loro un cuore e un'anima soltanto e, per quanto sta in loro,

devono resistere congiuntamente all'ostilità di tutte le genti del mondo; devono porre fine agli ottenebrati pregiudizi di tutte le nazioni e le religioni e

far sapere a ogni membro della razza umana che gli uomini sono tutti foglie di un solo virgulto, frutti di un solo ramo.

Ma fino a quando non avranno stabilito perfetta unità fra loro, come potranno gli amici invitare gli altri all'armonia e alla pace?

Anima che non sia giunta alla vita
Potrà mai sperare di dare ad altri la vita?

Riflettete sulle forme di vita non umana e traetene ammonimento: le nubi che si separano non possono produrre la munificenza della pioggia e sono presto disperse; un gregge, sbandato, cade preda del lupo e l'uccello che voli da solo sarà presto ghermito dagli artigli del falco. Quale dimostrazione più grande

potrebbe esservi che l'unità conduce al fiorire della vita, mentre il dissenso e l'allontanamento dagli altri portano solo alla miseria, perché sono una via sicura verso l'amara delusione e la rovina.

Le sante Manifestazioni di Dio furono inviate per rendere visibile l'unità del genere umano. Per questo Esse subirono infiniti mali e tribolazioni, acché

frammezzo ai divergenti popoli dell'umanità una comunità si adunasse all'ombra della Parola di Dio e vivesse in unità e dimostrasse, con gioia e con garbo,

sulla terra l'unità del genere umano. Sia questo dunque il desiderio degli amici, raccogliere e unificare tutte le genti, sì che tutti possano ricevere un

generoso sorso di questo puro vino da questa coppa ”il cui licore sarà miscelato di Canfora ”. Delle divergenti popolazioni facciano una cosa sola e inducano le ostili e sanguinarie tribù della terra a reciproco amore. Sciolgano dalle catene i prigionieri dei desideri sensuali e degli esclusi facciano amici iniziati ai misteri. Ai derelitti diano una parte delle benedizioni di questi giorni; guidino i diseredati a inesauribile tesoro. Questa grazia potrà avverarsi mercè parole e modi e opere che siano del Regno Invisibile; ma, se mancano questi, non potrà avverarsi mai.

Le confermazioni di Dio sono garanzia di tali benedizioni; la sacra liberalità di Dio largisce questi grandi doni. Gli amici di Dio sono sorretti dal Regno

del cielo e vincono le loro vittorie mercè gli eserciti ammassati della più grande guida. Così per loro ogni difficoltà sarà appianata, ogni problema sarà

facilmente risolto.

Notate com'è agevole la conduzione degli affari in una famiglia dove esiste l'unità; quale progresso fanno i suoi componenti; come prosperano nel mondo. Le

loro faccende sono in ordine, essi sono tranquilli, sereni, sicuri, la loro posizione è solida, sono invidiati da tutti. Tale famiglia non fa altro che

guadagnarsi prestigio e onore duraturo, giorno dopo giorno! E se allarghiamo la sfera dell'unità di quel tanto che basta a includere gli abitanti di un villaggio che cerchino di essere amorevoli e uniti, che stiano assieme e siano reciprocamente gentili, quali grandi progressi si vedranno, quale sicurezza e protezione essi avranno. Allarghiamo poi la nostra sfera ancora un poco, prendiamo gli abitanti di una città, tutti insieme: se essi stringono fra loro i più tenaci vincoli di unità, quanto progrediranno, sia pur in breve tempo, e quale forza eserciteranno. E se si allarghi ulteriormente la sfera dell'unità, cioè se gli abitanti di un intero Paese svilupperanno cuori pacifici e se, con tutto il cuore e con tutta l'anima, aspireranno a cooperare e a vivere in unità, e se diverranno gentili e amorevoli fra loro, quel Paese conseguirà gioia immortale e durevole gloria: avrà pace, e abbondanza, e vaste ricchezze.

Notate dunque: se tutti i clan, le tribù, le comunità, tutte le nazioni, i paesi, i territori della terra si unissero sotto l'unicolore padiglione dell'unità del genere umano e se, mercè i dardeggianti raggi del Sole della Verità, proclamassero l'universalità dell'uomo; se facessero in modo che tutte le nazioni e tutti i credi si aprissero reciprocamente le braccia, fondassero un Concilio Mondiale e si ingegnassero di legare assieme i membri della società con forti vincoli reciproci, cosa mai succederebbe? Non v'è alcun dubbio che l'Amato divino apparirebbe dinanzi all'assemblea del mondo in tutta la Sua tenera bellezza e nel pieno della Sua gloria, e con Lui una massiccia schiera di confermazioni del cielo e di benedizioni e largizioni umane.

Perciò, o amati del Signore, muovetevi, fate tutto il possibile per essere come una cosa sola, per vivere in pace, l'uno con l'altro: poiché siete gocce di uno stesso oceano, fogliame di uno stesso albero, perle di un'unica conchiglia, fiori e dolci essenze del medesimo verziere. E giunti a questo, ingegnatevi

di unire i cuori di coloro che seguono altre fedi.

Offrite l'uno per l'altro anche la vita; siate infinitamente gentili verso ogni essere umano. Non date a nessuno il nome di straniero; non pensate di nessuno

che è un nemico. Siate come se tutti gli uomini fossero vostri parenti e amici onorati. Comportatevi in tal guisa che questo mondo fuggevole si trasformi in uno splendore e questo fosco cumulo di polvere divenga un palazzo di delizie. Tale è il consiglio di 'Abdu'l-Bahá, questo servo sventurato.

222. O voi che siete nomadi e pellegrini sulla via di Dio! Prosperità, appagamento e libertà, ancorché molto desiderati e apportatori di letizia al cuore umano, pur non possono certo paragonarsi alle tribolazioni del peregrinare e dell'avversità sulla via di Dio, perché quell'esilio e quel bando sono benedetti dal favore divino e saranno sicuramente seguiti dalla misericordia della Provvidenza. La gioia della tranquillità domestica e la dolcezza della libertà da ogni cura passano, ma la benedizione del non avere tetto durerà per sempre e i suoi remoti effetti saranno palesati.

L'emigrazione di Abramo dalla Sua terra natia fece sì che i munifici doni del Gloriosissimo si manifestassero e il tramonto della più lucente stella di

Canaan svelò agli occhi il fulgore di Giuseppe. La fuga di Mosè, il Profeta del Sinai, rivelò la Fiamma dell'ardente Fuoco di Dio e la nascita di Gesù alitò

nel mondo il soffio dello Spirito Santo. La partenza di Muhammad, l'Amato di Dio, dalla Sua città natale fu causa dell'esaltazione della Santa Parola di Dio

e l'esilio della Sacra Bellezza portò alla diffusione della luce della Sua Rivelazione divina in tutte le regioni.

Fate bene attenzione, o voi che avete intuito!

223. O figli e figlie del Regno! La vostra lettera è pervenuta; dal suo contenuto si è appreso che, sia lodato Iddio, i vostri cuori sono in perfetta

purezza e le vostre anime gioiscono per le liete novelle di Dio. La massa della gente è indaffarata con l'io e i desideri mondani, immersa nell'oceano del basso mondo, prigioniera del regno della natura, salvo quelle anime che sono state liberate dalle catene e dai ceppi del mondo materiale e, quali uccelli dal rapido volo, volteggiano in questo sconfinato reame. Esse sono vigili e deste, evitano l'oscurità del mondo della natura, il loro supremo anelito è di estirpare frammezzo agli uomini la lotta per la sopravvivenza, di fare rifulgere la spiritualità e l'amore del superno reame, di mostrare massima gentilezza fra le genti, di creare un'intima e stretta connessione fra le religioni e praticare l'ideale dell'abnegazione. Allora il mondo dell'umanità si trasformerà nel Regno di Dio.

O amici fate uno sforzo! Per ogni spesa occorre un introito. In questo giorno, nel mondo dell'umanità, gli uomini continuano a spendere, perché la guerra non

è altro che spreco di uomini e ricchezze. Almeno voi dedicatevi a un'opera che sia di giovamento per il mondo dell'umanità, onde possiate in parte compensare quella perdita. Possiate voi essere assistiti mercè le confermazioni divine nel promulgare amicizia e concordia fra gli uomini, nel sostituire l'inimicizia con l'amore, nel far scaturire la pace universale dalla guerra universale e nel tramutare rovina e rancore in profitto e amore. Questo desiderio sarà realizzato mercè la possanza del Regno.

224. O servo di Dio! La tua lettera è pervenuta; il suo contenuto era eccelso e sublime, alto e lungimirante il suo proposito. Il mondo dell'umanità ha bisogno di un grande miglioramento, poiché è una giungla materiale dove fioriscono alberi infecondi e prosperano inutili erbacce. E se talvolta vi è un albero fruttifero, quasi viene soverchiato da alberi sterili e ogni fiore che cresca in questa giungla è subito coperto e nascosto. Il mondo dell'umanità ha bisogno di esperti giardinieri che trasformino queste foreste in deliziosi roseti, che sostituiscano a questi alberi spogli altri che producano frutta e rimpiazzino questi inservibili sterpi con rose e fragranti essenze. Perciò le anime attive e le persone vigili non riposano né giorno né notte; si sforzano di essere

strettamente legate al Regno divino e di diventare così manifestazioni di grazia infinita e ideali giardinieri per questi boschi. Così il mondo dell'umanità

sarà completamente trasformato e le misericordiose largizioni diverranno palesi.

225. O schiere del Regno di Abha! Dalle vette della felicità del genere umano, si levano due inviti al successo e alla prosperità: questi inviti ridestano i dormienti, restituiscono la vista al cieco, danno attenzione all'immemore, udito al sordo, sciolgono la lingua del mutolo e resuscitano il morto.

Uno è l'invito della civiltà, del progresso del mondo materiale. Esso appartiene al mondo dei fenomeni, promuove i principi delle imprese materiali ed è

l'istruttore per i talenti materiali del genere umano. Comprende le leggi, le regole, le arti e le scienze grazie alle quali il mondo dell'umanità si è

sviluppato, leggi e regole che sono il frutto di eccelsi ideali e il risultato di menti sane, e che sono entrate nell'arena dell'esistenza per gli sforzi dei

saggi e dei dotti nelle ere passate e successive. Propagatore e forza motrice di questo invito è il governo giusto.

L'altro è il vivificante invito di Dio, i Cui insegnamenti spirituali sono salvaguardia della gloria eterna, della perenne felicità e dell'illuminazione del mondo dell'umanità: esso è la causa per cui nel mondo umano e nella vita avvenire si rivelano attributi di misericordia.

Questo secondo invito si fonda sulle istruzioni e sulle esortazioni del Signore, sugli ammonimenti e sulle altruistiche emozioni appartenenti al regno della moralità che, come fulgida luce, rischiarano e illuminano la lampada delle realtà del genere umano. La sua forza penetrante è la Parola di Dio.

Eppure, finché le imprese materiali, i talenti fisici e le virtù umane non siano rafforzate da perfezioni spirituali, qualità luminose e attributi di misericordia, non ne verrà né frutto né risultato, né si conseguirà la felicità del mondo dell'umanità, che è la mèta suprema. E infatti, sebbene da una parte le imprese materiali e lo sviluppo del mondo fisico producano prosperità, che esprime squisitamente le mete intese, d'altra parte in essi sono impliciti pericoli, gravi calamità e violente afflizioni.

Di conseguenza, chi esaminasse l'ordinato modello di regni, città, e villaggi, con il fascino degli ornamenti, la freschezza delle risorse naturali, la

raffinatezza dei congegni, la comodità dei mezzi di comunicazione, la vastità del sapere acquisito sul mondo della natura, le grandi invenzioni, le colossali

imprese, le nobili scoperte e le ricerche scientifiche, concluderebbe che la civiltà conduce alla felicità e al progresso del mondo umano. Ma per chi

guardasse la scoperta di rovinose macchine infernali, lo sviluppo di forze distruttive e l'invenzione di scottanti strumenti, che sradicano l'albero della

vita, sarebbe evidente e palese che la civiltà è commista alla barbarie. Progresso e barbarie vanno di pari passo, qualora la civiltà materiale non sia

confermata dalla Guida Divina, dalle rivelazioni del Misericordiosissimo e da virtù spirituali e non sia rafforzata da una condotta spirituale, dagli ideali

del Regno e dalle effusioni del Reame della Possanza.

Considerate ora come i Paesi più progrediti e civili siano stati trasformati in arsenali di esplosivi, come i continenti del globo siano stati mutati in

enormi campi di battaglia, come i popoli del mondo si siano costituiti in nazioni armate e come i governi della terra facciano a gara a chi per primo

scenderà sul campo della carneficina e della strage, sottoponendo così il genere umano a massima afflizione.

Perciò la civiltà e il progresso materiale devono essere combinati con la Più Grande Guida così che questo basso mondo divenga proscenio ove appaiano le

largizioni del Regno e le conquiste materiali siano congiunte ai fulgori del Misericorde. Questo affinché la bellezza e la perfezione del mondo dell'uomo

possano esser svelate e manifestate davanti a tutti in perfetta grazia e splendore. Così saranno rivelate una gloria e una felicità imperiture.

Sia lodato Iddio, nel corso dei secoli e delle ere, è stato lanciato l'invito della civiltà, il mondo dell'umanità ha progredito ed è avanzato giorno dopo

giorno, vari Paesi si sono sviluppati a passi da gigante e vi sono stati grandi miglioramenti materiali, finché il mondo dell'esistenza non ottenne la

capacità universale di ricevere gli insegnamenti spirituali e di ascoltare l'Invito Divino. Il poppante attraversa vari stadi fisici, crescendo e

sviluppandosi in ciascuna fase, finché il suo corpo non raggiunge l'età della maturità. Raggiunto questo stadio, esso acquisisce la capacità di manifestare

perfezioni spirituali e intellettuali: vi si possono percepire le luci della comprensione, dell'intelligenza e del sapere e le capacità della sua anima si

dispiegano. Similmente nel mondo contingente, la specie umana ha subìto progressive trasformazioni fisiche e, con un lento processo, ha salito la scala della civiltà, realizzando in sé i portenti, le eccellenze e i doni dell'umanità nella loro forma più gloriosa, fino a ottenere la capacità di esprimere gli

splendori delle perfezioni spirituali e degli ideali divini e a divenire idonea a dare ascolto all'invito di Dio. Allora finalmente fu lanciato l'invito del Regno, le virtù e le perfezioni spirituali furono rivelate, il Sole della Realtà albeggiò e furono promossi gli insegnamenti della Più Grande Pace, dell'unicità del mondo dell'umanità e dell'universalità degli uomini. Speriamo che i fulgori di questi raggi divengano sempre più intensi, e più risplendenti le virtù ideali, così che possa essere raggiunta la mèta di questo universale processo umano e l'amore di Dio appaia in perfetta grazia e bellezza abbagliando tutti i cuori.

O amati di Dio! Sappiate, in verità, che la felicità del genere umano dipende dall'unità e dall'armonia della razza umana e che gli sviluppi materiali e

spirituali procedono dall'amore e dall'amicizia fra tutti gli uomini. Considerate le creature viventi, cioè quelle che si muovono sulla terra e quelle che volano, quelle da pascolo e quelle da preda. Tra le fiere da preda ogni specie vive appartata dalle altre del suo genere, in assoluto antagonismo e ostilità; e ogni qual volta esse si incontrano immediatamente si azzuffano e si feriscono digrignando i denti e mostrando gli artigli. Ecco come si comportano le bestie feroci e i famelici lupi, gli animali carnivori che vivono solitari e combattono per la vita. Ma gli animali docili, buoni e gentili, appartengano a

specie volatili o da pascolo, si associano in assoluta affinità, uniti nel gregge, e vivono con gioia, felicità e contentezza. Tali sono gli uccelli appagati e grati per pochi granelli; essi vivono in perfetta letizia e innalzano sonori e melodiosi canti mentre si librano su prati, pianure, colline e montagne.

Anche gli animali da pascolo, come le pecore, le antilopi e le gazzelle, si associano in grande amicizia, intimità e unità mentre vivono in pianure e

praterie in istato di completo appagamento. Ma cani, lupi, tigri, iene e altri animali da preda, sono estranei fra loro, poiché cacciano e vagano solitari.

Le creature dei campi e gli uccelli dell'aria non si evitano né si molestano quando si recano al comune pascolo e ai luoghi di riposo, ma si accettano con

amicizia, a differenza delle belve da preda che subito si sbranano quando l'una s'introduca nella tana o nel covo dell'altra; sì, anche se una si limita a passare vicino alla dimora di un'altra, questa subito si lancia all'attacco e se può l'uccide.

Perciò è chiaro e palese che anche nel regno animale l'amore e la dimestichezza sono frutto di temperamento gentile, natura pura, carattere lodevole, mentre la discordia e l'isolamento sono caratteristiche delle belve feroci delle regioni selvagge.

L'Onnipotente non ha creato nell'uomo gli artigli e le zanne degli animali feroci, al contrario la forma dell'uomo è stata plasmata e acconciata con i più

avvenenti attributi e adornata delle più perfette virtù. L'onore di questa creazione e il valore di questa veste perciò esigono che l'uomo nutra amore e

amicizia per il prossimo, anzi, che tratti tutte le creature viventi con giustizia ed equità.

Similmente, considera come l'amicizia e l'unione siano causa di prosperità, felicità, gioia e benessere del genere umano, mentre il dissenso e la discordia

sono per lo più apportatori di difficoltà, umiliazione, turbamento e insuccesso.

Ma mille volte ahimé, l'uomo è negligente e inconsapevole di questi fatti: e tutti i giorni incede impettito con le qualità di una belva. Ecco! ora egli si

trasforma in tigre feroce; ora diviene strisciante venefica serpe! Ma le sublimi conquiste dell'uomo sono quelle qualità e attributi che appartengono esclusivamente agli angeli delle Schiere Celesti. Perciò l'uomo da cui promanino qualità lodevoli e alta moralità, diviene creatura celestiale, angelo del Regno, realtà divina e celeste fulgore. D'altra parte, colui che si dedichi alla guerra, alle liti e alle stragi, diviene più abietto della più feroce fra le

creature selvagge, perché se il lupo crudele divora un solo agnello in una notte, l'uomo uccide centomila suoi simili sul campo di battaglia, cospargendo il suolo di cadaveri e inzuppando la terra di sangue.

In breve, all'uomo sono date due nature: l'una tende verso la sublimità morale e la perfezione intellettuale, l'altra è incline a bestiale degradazione e

imperfezioni carnali. Viaggiando nei paesi del mondo si possono vedere da un lato vestigia di rovina e distruzioni, dall'altro segni di civiltà e di progresso. Desolazione e rovina sono le conseguenze delle guerre, contese e liti, ogni sviluppo e progresso è frutto delle luci della virtù, della cooperazione e della concordia.

Chi attraversasse i deserti dell'Asia Centrale vedrebbe quante città, un tempo grandi e fiorenti come Parigi e Londra, sono ora distrutte e rase al suolo.

Dal mar Caspio al fiume Oxus si estendono selvagge e desolate pianure, deserti, lande e vallate solitarie. Per due giorni e due notti la ferrovia russa

attraversa città diroccate e villaggi disabitati in quella deserta contrada. Un tempo quella pianura recava il frutto della più bella civiltà del passato.

Segni di progresso e di raffinatezza erano palesi tutt'attorno, le arti e le scienze erano ben protette e promosse, le professioni e le industrie fiorivano,

il commercio e l'agricoltura avevano raggiunto un alto livello di efficienza e le fondamenta del governo e della politica posavano su forti e solide basi.

Oggi quel vasto territorio è divenuto per lo più rifugio e asilo delle tribù turcomanne e arena di feroci esibizioni di animali selvaggi. Le antiche città di

quella pianura, come Gurgán, Nissá, Abívard e Sharistán, famose in tutto il mondo per le arti, le scienze, la cultura e le industrie, e rinomate per

l'opulenza, la grandezza, la prosperità e la distinzione hanno ceduto il posto a una landa selvaggia dove non si ode altra voce fuorché il ruggito di feroci

belve e dove famelici lupi si aggirano indisturbati. Questa desolata distruzione è stata prodotta da guerre e lotte, dissensi e discordie fra Persiani e Turchi, che differivano per religione e costumi. Così rigido era lo spirito del pregiudizio religioso che i perfidi capi sancirono che fosse sparso sangue

innocente, che proprietà fossero rovinate e profanato l'onore delle famiglie. E questo per citare solo un esempio.

Di conseguenza, chi percorre le regioni del mondo può concludere che ogni progresso deriva dall'associazione e dalla cooperazione, mentre la rovina è frutto di odi e livori. Ciò non ostante, il mondo dell'umanità non fa caso all'ammonimento, né si ridesta dal sonno dell'incuria. L'uomo genera ancora divergenze, liti e contese al fine di schierare le coorti di guerra e di gettarsi, con le sue legioni, nella mischia delle stragi e dei massacri.

Considerate altresì il fenomeno della composizione e della decomposizione, dell'esistenza e della non esistenza. Ogni cosa creata nel mondo contingente è

formata da numerosi atomi diversi e la sua esistenza dipende dalla loro composizione. In altre parole, mercè la divina forza creativa ha luogo un

congiungimento di elementi semplici così che da tale composizione si produce un organismo distinto. L'esistenza di tutte le cose è basata su questo principio. Ma quando l'ordine è sconvolto, si produce la decomposizione e s'instaura la disintegrazione, e quindi quell'oggetto cessa di esistere. Cioè, la distruzione di tutti gli oggetti è prodotta dalla decomposizione e dalla disintegrazione. Perciò attrazione e composizione fra i vari elementi sono lo strumento della vita, ma la discordia, la decomposizione e la divisione producono la morte. Così le forze di coesione e di attrazione, in qualunque cosa esistano, comportano l'apparizione di risultati ed effetti benefici, mentre l'estraniamento e l'alienazione delle cose arrecano disordine e annientamento. È grazie all'affinità e all'attrazione che vengono all'esistenza tutte le cose viventi come le piante, gli animali e gli uomini mentre la divisione e la discordia sono causa di decomposizione e distruzione.

Di conseguenza, ciò che conduce all'associazione e all'attrazione e all'unità fra i figli degli uomini è apportatore di vita nel mondo dell'umanità e

qualunque cosa causi divisione, repulsione e lontananza porta alla morte del genere umano.

E se attraversando campi e piantagioni, si vedono piante, fiori ed essenze odorose crescere assieme lussureggianti e formare un modello di unità, ciò

comprova che quella piantagione e quel giardino fioriscono grazie alle cure di un esperto giardiniere. Ma quando si presentano in uno stato di disordine e irregolarità, se ne deduce che non sono stati coltivati da un bravo contadino e perciò hanno prodotto zizzanie e malerbe.

È dunque palese che l'amicizia e la coesione sono segni dell'educazione del Vero Educatore e la dispersione e la separazione sono una prova di selvatichezza e di una carenza di educazione divina.

Lo scettico potrebbe obiettare dicendo che i popoli, le razze, le tribù e le comunità del mondo hanno costumi, abitudini, gusti, caratteri, inclinazioni e

idee differenti e difformi, che hanno opinioni e pensieri contrastanti fra loro, com'è dunque possibile che tra gli uomini si manifesti la vera unità ed esista perfetto accordo?

Per tutta risposta diciamo che le differenze sono di due tipi. Uno è causa di annientamento, come l'antipatia esistente fra nazioni guerreggianti e tribù

nemiche che cercano di distruggersi reciprocamente, che disfano le une le famiglie delle altre, che si privano vicendevolmente del riposo e del benessere, e che si abbandonano alla carneficina. L'altro genere di diversità è essenza di perfezione e causa dell'apparizione delle largizioni del Gloriosissimo Signore.

Considerate i fiori di un giardino. Sebbene differiscano nella specie, colore, forma e aspetto, pure, dal momento che sono rinfrescati dalle acque della medesima sorgente, vivificati dalle brezze dello stesso vento, rinvigoriti dai raggi dell'unico sole, acquistano, in virtù della loro stessa diversità, ancor

più bellezza e fascino. Così quando agisce quella forza unificatrice che è la penetrante influenza della Parola di Dio, le differenze di costumi, maniere, abitudini, idee, opinioni e disposizioni abbelliscono il mondo dell'umanità. Queste diversità, queste differenze sono come l'innata dissomiglianza e varietà delle membra e degli organi del corpo umano, ciascuno dei quali contribuisce alla beltà, all'efficienza e alla perfezione del tutto.

Quando queste diverse membra e organi siano sotto l'influenza dell'anima sovrana

dell'uomo e il potere dell'anima pervada arti e membra, vene e arterie del corpo, allora la differenza rafforza l'armonia, la diversità conferma l'amore e la molteplicità è il più grande elemento di coordinazione.

Come sarebbe sgradevole alla vista se tutti i fiori, le piante, le foglie ed i boccioli, i frutti, i rami e gli alberi di quel giardino avessero medesima

forma e ugual colore! Il giardino è invece arricchito e abbellito dalla diversità delle tinte, delle forme e dell'aspetto e l'effetto che ne deriva è più grande. Similmente, quando sfumature di diverso pensiero, temperamento e carattere saranno unite sotto il potere e l'influsso d'un elemento principale,

saranno rivelate e rese manifeste la bellezza e la gloria dell'umana perfezione. Null'altro che la celestiale potenza della Parola Divina, la quale regge e

trascende le realtà di tutte le cose, è in grado di armonizzare i pensieri, i sentimenti, le idee e le convinzioni divergenti dei figli degli uomini. In

verità essa è il potere che penetra in tutte le cose, il motore delle anime e il coordinatore e il regolatore nel mondo dell'umanità.

Sia lodato Iddio, oggi lo splendore della Parola di Dio ha illuminato ogni orizzonte e da tutte le sètte, le razze, le tribù, le nazioni e le comunità alcune anime si sono incontrate nella luce della Parola, radunate, unite e concordi in perfetta armonia. Oh! Quante riunioni adorne di anime di varie razze e differenti sètte! Chiunque vi partecipi sarà còlto da stupore e potrebbe supporre che queste anime siano tutte della medesima terra, nazionalità,

comunità, di uguale pensiero, credo e opinione: e invece uno è Americano, l'altro Africano, l'altro proviene dall'Asia e l'altro ancora dall'Europa, uno

è nato in India, l'altro è del Turkestan, uno è Arabo, l'altro Tajik, l'altro Persiano e l'altro ancora Greco. Nonostante tali diversità, essi stanno assieme in perfetta armonia e unità, amore e libertà; hanno un'unica voce, un solo pensiero e un medesimo intendimento. In verità, questo dipende dal potere penetrante della Parola di Dio! E le forze dell'universo, quand'anche tutte facessero lega, non riuscirebbero a mettere assieme neppure un'assemblea intrisa di sentimenti d'amore, affetto, attrazione e fervore tali da unire i membri di diverse razze e da far scaturire dal cuore del mondo una voce che dissipi guerre e contese, estirpi dissensi e dispute, dia inizio all'èra della pace universale e instauri unità e concordia fra gli uomini.

V'è forza che possa opporsi alla penetrante influenza della Parola di Dio? No, in nome di Dio! Chiara è la prova e completa la dimostrazione! Chi guardi con

occhi di giustizia sarà còlto da stupore e meraviglia e attesterà che tutti i popoli, le sètte e le razze del mondo devono essere felici, contenti e grati

per gli insegnamenti e i moniti di Bahá'u'lláh, poiché queste ingiunzioni divine domano ogni animale feroce trasformano lo strisciante insetto in alato uccello, tramutano le anime umane in angeli del Regno e del mondo umano fanno un foco di qualità di misericordia.

Si richiede altresì che tutti mostrino obbedienza, sottomissione e lealtà verso il proprio governo. Oggi non v'è stato nel mondo che si trovi in condizioni

di pace e tranquillità, perché la sicurezza e la fiducia sono scomparse fra la gente. Governati e governanti sono tutti in pericolo. L'unico gruppo di

persone che si sottometta oggi pacificamente e lealmente alle leggi e alle ordinanze del governo e che si comporti con onestà e franchezza verso gli altri è questa comunità angariata. E infatti mentre tutte le sètte e le razze in Persia e nel Turkestan sono intente a fare i propri interessi e obbediscono al

governo nella speranza di una ricompensa o per timore di una punizione, i Bahá'í sono amici del governo, obbedienti alle sue leggi, e amano tutti.

Tale obbedienza e sottomissione sono ingiunte come doverose e obbligatorie per tutti dal chiaro Testo della Bellezza di Abhá. Perciò i credenti, in ossequio al comando dell'Unico Vero, mostrano somma sincerità e benevolenza verso tutte le nazioni; e chiunque contravvenisse alle leggi del governo si stimerebbe responsabile davanti a Dio, meritevole della collera e del castigo divino per il suo peccato e la sua trasgressione. È stupefacente che, ciò malgrado, alcuni dei funzionari del governo reputino i Bahá'í nemici, e amici i membri di altre comunità. Benevolo Iddio! Recentemente, quando a Tihrán e in altre province persiane v'era stata una rivoluzione e una sommossa generale, è stato dimostrato che neppure un Bahá'í aveva partecipato o vi era implicato. Per questa ragione essi furono rimproverati dagli ignoranti, perché avevano obbedito al comandamento della Perfezione Benedetta e si erano astenuti da ogni interferenza nelle questioni politiche. Essi non si sono associati ad alcun partito, ma si sono occupati dei loro affari e professioni e hanno svolto le loro mansioni.

Tutti gli amici di Dio testimoniano che 'Abdu'l-Bahá è, sotto ogni aspetto, amico di tutti i governi e le nazioni e prega sinceramente per il loro progresso

e avanzamento, specialmente per i due grandi Stati orientali, poiché questi due Paesi sono la terra natale e il luogo d'esilio di Bahá'u'lláh. In tutte le

epistole e gli scritti egli ha elogiato e lodato questi due governi e per loro ha invocato le confermazioni divine dalla Soglia dell'Unico vero Dio. La

Bellezza di Abhá - possa la mia vita essere un sacrificio per i Suoi amati - ha pregato per le Loro Maestà Imperiali. Benevolo Iddio! Com'è strano che,

nonostante queste prove irrefutabili, ogni giorno accada qualcosa e sorgano difficoltà. Ma noi e gli amici di Dio non dobbiamo per nessuna ragione cedere nel nostro impegno d'essere leali, sinceri e uomini di buona volontà. Dobbiamo sempre manifestare onestà e sincerità, anzi essere costanti nella fedeltà e nella fidatezza e pregare per il bene di tutti.

O amati di Dio, questi sono giorni di incrollabilità, fermezza e perseveranza nella Causa di Dio. Non dovete concentrare la vostra attenzione sulla persona

di 'Abdu'l-Bahá, perché fra breve egli si congederà da voi. Dovete invece

fissare lo sguardo sulla Parola di Dio. Se la Parola di Dio viene promossa, rallegratevi e siate felici e grati, anche se 'Abdu'l-Bahá è minacciato da una

spada o gravato dal peso di catene e ceppi, perché è importante il Santo Tempio della Causa di Dio, non il corpo fisico di 'Abdu'l-Bahá. Gli amici di Dio

devono levarsi con tale fermezza che se, a un certo momento, cento anime come 'Abdu'l-Bahá divenissero bersaglio degli strali dell'afflizione, essi non

cambierebbero né vacillerebbero nella loro risolutezza, determinazione, ardore, devozione e servizio alla Causa di Dio. Anche 'Abdu'l-Bahá è servo alla Soglia della Bellezza Benedetta e manifestazione di puro e totale asservimento alla Soglia dell'Onnipotente. Egli non ha altro stadio o titolo, rango o potere. Questo è il mio ultimo Scopo, il mio eterno Paradiso, il mio più sacro Tempio e il mio Sadratu'l-Muntahá. Con la Bellezza Benedetta di Abhá e l'Eccelso, il Suo Araldo - possa la mia vita essere un sacrificio per Entrambi - è terminata l'apparizione dell'indipendente e universale Manifestazione di Dio. E per mille anni tutti saranno illuminati dalle Sue luci e sorretti dall'oceano dei Suoi favori.

O amanti di Dio! In verità, questo è il mio ultimo desiderio e il mio monito per voi. Benedetto, perciò, colui che è assistito da Dio a seguire ciò che è vergato su questa pergamena le cui parole sono santificate dai simboli in uso fra gli uomini.

226. O servo di Dio! La tua lettera è pervenuta ed è stata motivo di gioia. Hai espresso il tuo ardente voto che io partecipi al Congresso della Pace. Io non mi presento a queste conferenze politiche, perché non è possibile instaurare la pace se non mediante il potere della Parola di Dio. Quando sarà indetta una conferenza che rappresenti tutte le nazioni e che lavori sotto l'influenza della Parola di Dio, allora sarà instaurata la pace universale; ma altrimenti è impossibile.

In questo momento è certo che la pace che è stata instaurata è temporanea, e non durerà. Tutti i governi e le nazioni si sono stancati della guerra, delle

difficoltà dei viaggi, delle ingiuste spese, delle perdite di vite, dell'afflizione delle donne, del gran numero di orfani, e sono indotti per forza alla pace. Ma questa pace non è permanente, sibbene temporanea.

Noi speriamo che la forza della Parola di Dio instauri una pace che rimarrà per sempre effettiva e sicura.

227. O stimate persone che siete pionieri fra gli amici del mondo dell'umanità!

Le lettere che avete inviato durante la guerra non sono pervenute, ma è appena giunta una missiva scritta l' 11 febbraio 1916: ecco immediatamente la risposta. La vostra intenzione merita mille elogi, poiché state servendo il mondo dell'umanità e questo contribuisce alla felicità e al benessere di tutti.

Quest'ultima guerra ha dimostrato al mondo e alla gente che la guerra è distruzione, mentre la pace universale è costruzione; la guerra è morte, vita la

pace; la guerra è rapacia e crudeltà, la pace beneficenza e umanità; la guerra è un'appendice del mondo della natura, mentre la pace è parte delle fondamenta della religione di Dio; la guerra è tenebra su tenebra, mentre la pace è luce del cielo; la guerra distrugge l'edificio dell'umanità, mentre la pace è vita eterna del mondo dell'umanità; la guerra è quale famelico lupo mentre la pace è sì come gli angeli del cielo; la guerra è lotta per l'esistenza, mentre la pace è reciproco aiuto e cooperazione fra i popoli del mondo e causa del compiacimento dell'Unico Vero nel reame celeste.

Non v'è anima la cui coscienza non attesti che in questo giorno non v'è nel mondo cosa più importante della pace universale. Ogni uomo probo lo attesta e

venera quella stimata Assemblea che auspica che questa tenebra sia tramutata in luce, questa ferocia in gentilezza, questo tormento in gaudio, questa tribolazione in sollievo e questa inimicizia e odio in cameratismo e amore. Perciò lo sforzo di quelle anime stimate è degno di lode e di encomio.

Ma i saggi che sono consapevoli dei rapporti essenziali emananti dalle realtà delle cose reputano che quest'unico fatto di per sé non può influenzare la realtà umana come dovrebbe e potrebbe, perché finché le menti umane non divengano unite, non potrà realizzarsi alcunché di importante. Attualmente la pace universale è questione di grande rilievo, ma l'unità di coscienza è essenziale, si che le fondamenta di quella possano divenire sicure, il suo insediamento solido e robusto il suo edifizio.

Perciò Bahá'u'lláh spiegò questa questione della pace universale cinquant'anni or sono, mentre Si trovava confinato nella fortezza di 'Akká ed era vilipeso e

prigioniero. Egli scrisse di questa importante questione della pace universale a tutti i grandi sovrani del mondo e la fondò fra i Suoi amici in oriente.

L'orizzonte d'oriente era immerso in fitta tenebra, le nazioni mostravano massimo odio e reciproca inimicizia, le religioni bramavano il sangue l'una delle altre ed era tenebra su tenebra. In tali tempi Bahá'u'lláh rifulse come il sole dall'orizzonte dell'oriente illuminando la Persia con la luce di questi

insegnamenti.

Fra i Suoi insegnamenti v'era la dichiarazione della pace universale. Genti di differenti nazioni, religioni e sètte che Lo seguirono si unirono a tal segno

che furono istituite notevoli riunioni composte dalle varie nazioni e religioni d'oriente. Chiunque vi entrasse vedeva una sola nazione, un solo insegnamento, un'unica via, un unico ordine, perché gli insegnamenti di Bahá'u'lláh non si

limitavano all'instaurazione della pace universale, ma comprendevano altri temi che la completavano e la sostenevano.

Fra questi insegnamenti v'era la ricerca indipendente della realtà così che il mondo dell'umanità possa essere salvato dalle tenebre dell'imitazione e

conseguire la verità; possa strapparsi da dosso questa logora e consunta veste di mill'anni or sono e indossare il manto intessuto in somma purezza e santità

sul telaio della realtà. Se la realtà è una e non ammette molteplicità, le differenti opinioni devono finire per fondersi.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh v'è l'unità del mondo dell'umanità; che tutti gli esseri umani sono agnelli di Dio ed Egli ne è il buon Pastore. Questo

Pastore è gentile con tutto l'armento, perché fu Lui che tutti li creò, li allevò, li curò e li protesse. Non v'è dubbio che il Pastore è gentile con tutti

gli agnelli e se fra loro ve ne sono alcuni ignoranti, devono essere educati; se ve ne sono infanti, devono essere allevati fino a che non maturino; se ve ne

sono ammalati, devono essere curati. Non devono esistere odio o inimicizia, ma questi ignoranti, questi infermi devono essere curati come da un medico

gentile.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh v'è che la religione deve concordare con la scienza e con la ragione, sì che possa influenzare i cuori umani. Le

fondamenta devono essere solide, non devono essere fatte di imitazione.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh v'è che i pregiudizi religiosi, razziali, politici, economici e patriottici demoliscono l'edifizio dell'umanità. Finché

prevarranno tali pregiudizi, il mondo dell'umanità non troverà pace. La storia ci dà notizia del mondo dell'umanità per un periodo di seimila anni.

Durante questi seimila anni il mondo dell'umanità non è mai stato libero da guerre, contese, uccisioni e stragi. In ogni periodo si è combattuta una guerra in un paese o nell'altro e ogni guerra era dovuta a un pregiudizio religioso, razziale, politico o patriottico. È stato perciò accertato e dimostrato che tutti i pregiudizi sono distruttivi per l'edificio umano. Finché dureranno questi pregiudizi, la lotta per l'esistenza continuerà a dominare e le stragi e la rapacità proseguiranno. Perciò, com'è accaduto in passato, il mondo dell'umanità non può essere salvato dalle tenebre della natura né conseguire l'illuminazione per altra via che l'abbandono dei pregiudizi e l'acquisizione della morale del Regno.

Se il pregiudizio e l'inimicizia sono dovuti alla religione, riflettete come la religione debba essere causa di cameratismo, altrimenti è infruttuosa. E se

si tratta di pregiudizi di nazionalità considerate come tutti gli uomini appartengano a un'unica nazione, siano nati dall'albero di Adamo e Adamo ne sia la radice. L'albero è uno: le nazioni ne sono i rami, gli individui le foglie, i germogli e i frutti. Quindi la fondazione delle varie nazioni e lo spargimento

di sangue e la distruzione dell'edificio dell'umanità che ne conseguono dipendono dall'ignoranza umana e da moventi egoistici.

In quanto ai pregiudizi patriottici, anch'essi sono dovuti ad assoluta ignoranza, perché la superficie della terra è una sola patria; gli uomini possono vivere in qualunque posto del globo terrestre; perciò per l'uomo tutto il mondo è una patria. Questi confini e recinti sono stati inventati dall'uomo, non sono stati assegnati nella creazione. L'Europa è un continente, l'Asia un continente, l'Africa un continente, l'Australia un continente; ma taluni, spinti

da motivi personali e da interessi egoistici, hanno diviso i continenti, considerandone una parte come la propria patria. Dio non ha stabilito frontiere

tra la Francia e la Germania, fra le quali c'è continuità. Sì, nei primi secoli anime egoiste, per fare il proprio interesse, hanno assegnato confini e recinti e giorno per giorno vi hanno dato importanza sempre maggiore, finché ciò non ha creato, nei secoli successivi, profonda inimicizia, spargimenti di sangue e rapacia. Ciò continuerà indefinitamente e questo concetto del patriottismo, se rimarrà limitato in una certa cerchia, sarà la principale causa della distruzione del mondo. Nessuna persona saggia e giusta riconosce queste distinzioni immaginarie. Consideriamo patria una zona limitata che chiamiamo nostra terra natale, mentre è il globo la patria di tutti, non una zona ristretta. In breve, viviamo su questa terra per brevi giorni e alla fine vi siamo sepolti: essa è la nostra tomba perpetua. Val forse la pena sobbarcarci stragi e sbranarci reciprocamente per questa tomba perpetua?

No, lungi da ciò, Dio non Si compiace di un tale comportamento né uomo sano di mente l'approverebbe.

Considerate! I beati animali non scendono in patriottiche contese. Vivono in perfetta reciproca amicizia e abitano assieme in armonia. Per esempio, se capita

che una colomba orientale, una occidentale, una settentrionale e una meridionale giungano contemporaneamente in un luogo, esse subito si associano in armonia. Così fanno anche gli altri beati animali ed uccelli. Ma le bestie feroci, appena s'incontrano, si attaccano e si azzuffano, si sbranano e sono incapaci di convivere pacificamente in un luogo; sono scontrose e feroci, selvagge e combattive.

In quanto ai pregiudizi economici, è evidente che ogni qual volta i legami tra le nazioni si stringono e gli scambi di merci si sveltiscono, e un principio

economico è stabilito in un paese, ciò finisce per avere un'influenza anche negli altri paesi e ne verranno benefizi universali. Perché dunque questo

pregiudizio?

In quanto al pregiudizio politico, si deve seguire la politica di Dio ed è indiscutibile che la politica di Dio è più grande di quella umana. Dobbiamo

seguire la politica divina che va bene per tutti. Egli tratta tutti nella stessa maniera: non fa distinzioni e questa è la base delle divine Religioni.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh vi è la formazione di una lingua che possa essere divulgata fra tutti i popoli. Questo insegnamento fu rivelato dalla Penna di Bahá'u'lláh affinché questa lingua universale possa eliminare l'incomprensione fra gli uomini.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh vi è la parità fra uomini e donne. Il mondo dell'umanità ha due ali - una, le donne, l'altra, gli uomini. Finché le due ali non saranno ugualmente sviluppate l'uccello non potrà volare. Se un'ala rimane debole, il volo è impossibile. Finché il mondo delle donne non diverrà

pari a quello degli uomini nell'acquisizione di virtù e perfezioni non si potranno conseguire tutta la prosperità e il successo che sarebbero possibili

altrimenti.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh v'è la divisione volontaria delle proprietà con gli altri fra le genti. Questa divisione volontaria è più grande

dell'eguaglianza e consiste in questo: che l'uomo non preferisca se stesso agli altri, ma per gli altri sacrifichi la vita e i beni. Ma essa non deve essere

introdotta per coercizione così che diventi una legge e che ci sia l'obbligo di seguirla. No, l'uomo deve sacrificare volontariamente e di propria scelta i beni e la vita per gli altri e spendere di buon grado per i poveri, come accade in Persia fra i Bahá'í.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh vi è la libertà dell'uomo, che mercè la Forza ideale egli sia libero ed emancipato dalla cattività del mondo della

natura; infatti l'uomo, finché è prigioniero della natura, è un animale feroce, poiché la lotta per l'esistenza è una delle esigenze del mondo della natura.

Questa lotta per l'esistenza è la sorgente primaria di tutte le calamità ed è la suprema afflizione.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh vi è che la religione è un baluardo possente. Se l'edificio della religione vacilla e traballa, ne conseguono

confusione e caos e l'ordine delle cose ne è completamente sovvertito, perché nel mondo dell'uomo vi sono due baluardi che proteggono l'uomo dall'agire male. Uno è la legge che punisce i criminali: ma la legge impedisce solo il crimine palese e non il peccato nascosto; mentre il baluardo ideale, cioè la religione di Dio, impedisce crimini palesi e nascosti, educa l'uomo, corregge la morale, impone l'adozione delle virtù ed è quella onnicomprensiva forza che garantisce la felicità del genere umano. Ma per religione si intende ciò che è accertato mediante l'investigazione e non ciò che si basa sulla pura e semplice imitazione, le fondamenta delle Religioni Divine e non umane imitazioni.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh vi è che, ancorché la civiltà materiale, sia uno degli strumenti del progresso del mondo dell'umanità, pure finché non

si accompagni con la civiltà divina, non si potrà conseguire il risultato voluto, che è la felicità del genere umano. Riflettete! Queste navi da guerra che nello spazio di un'ora riducono in macerie una città sono un prodotto della civiltà materiale; così i cannoni Krupp, i fucili Mauser, la dinamite, i sottomarini, le torpediniere, le fortezze volanti e i bombardieri - tutte queste armi da guerra sono il malefico frutto della civiltà materiale. Se la civiltà materiale fosse stata accompagnata dalla civiltà divina, queste feroci armi non sarebbero mai state inventate. No, le energie dell'uomo sarebbero state invece completamente volte verso utili invenzioni e concentrate su encomiabili coperte. La civiltà materiale è come il cristallo di una lampada. La civiltà divina è la lampada e, senza luce, il cristallo è oscuro. La civiltà materiale è come il corpo: ancorché oltremodo avvenente, elegante e bello, è morto. La civiltà divina è come lo spirito, e il corpo trae la vita dallo spirito, altrimenti diviene cadavere. È stato così evidenziato che il mondo dell'umanità ha bisogno degli aliti dello Spirito Santo. Senza spirito il mondo dell'umanità è esanime e senza quella luce si trova in completa oscurità, perché il mondo della natura è un mondo animale. L'uomo, finché non rinasce dal mondo della natura, cioè non se ne distacca, è essenzialmente un animale e sono gli insegnamenti di Dio che trasformano quest'animale in un'anima umana.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh vi è la promozione dell'educazione. Tutti i bambini devono essere istruiti nelle scienze per quanto è necessario. Se i

genitori sono in grado di provvedere alle spese di tale educazione, va bene, altrimenti è la comunità che deve fornire i mezzi per educarli.

E fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh vi sono la giustizia e il diritto. Finché essi non saranno realizzati sul piano dell'esistenza, tutte le cose saranno

disordinate e rimarranno imperfette. Il mondo dell'umanità è un mondo di oppressione e di crudeltà e un regno di aggressione e di errore.

In conclusione, questi insegnamenti sono numerosi. Questi molteplici principi, che costituiscono la più ampia base per la felicità del genere umano e sono

doni del Misericordioso, devono essere aggiunti al tema della pace universale e accompagnati ad esso, affinché ne possa sortire un risultato. Altrimenti è

difficile realizzare nel mondo dell'umanità la pace universale di per sé. E gli insegnamenti di Bahá'u'lláh che si accompagnano alla pace universale, sono

come una mensa fornita di cibi fragranti e deliziosi d'ogni sorta. A quella mensa di infinita generosità, ogni anima può trovare ciò che desidera. Se il tema è limitato solamente alla pace universale, non si otterranno i notevoli risultati attesi e desiderati. L'ampiezza della pace universale deve essere tale che tutte le comunità e le religioni vi possano trovar realizzati i loro più arditi voti. Gli insegnamenti di Bahá'u'lláh sono tali che tutte le comunità del

mondo, religiose, politiche o etiche, antiche o moderne, vi trovano l'espressione dei loro più nobili desideri.

Per esempio, i religiosi trovano negli insegnamenti di Bahá'u'lláh la fondazione della Religione Universale - una religione che si addice perfettamente alle

attuali condizioni, e che è effettivamente capace di curare subito i mali incurabili, che guarisce ogni dolore e porge l'infallibile antidoto per ogni esiziale veleno. Se infatti desideriamo sistemare e organizzare il mondo dell'umanità secondo le attuali imitazioni religiose e in tal modo instaurare la felicità del genere umano, ciò è impossibile e irrealizzabile - per esempio, l'applicazione delle leggi della Torà e anche delle altre religioni secondo le presenti imitazioni. Ma negli insegnamenti di Bahá'u'lláh si trovano nella presentazione più perfetta le fondamenta essenziali di tutte le Religioni Divine, che appartengono alle virtù del mondo dell'umanità e sono la base del benessere del mondo dell'uomo.

Similmente, a proposito dei popoli che reclamano la libertà: negli insegnamenti di Bahá'u'lláh si trova in tutta la sua forza e la sua vastità la libertà

moderata che garantisce il benessere del mondo dell'umanità e mantiene e preserva le relazioni universali.

Così a proposito dei partiti politici: negli insegnamenti di Bahá'u'lláh si trova quella che è la più grande politica che governa il mondo dell'umanità, anzi la politica divina.

Altrettanto a proposito del partito ”dell'eguaglianza ”che cerca la risoluzione dei problemi economici: fino ad ora tutte le risoluzioni proposte si sono

dimostrate inattuabili tranne le proposte economiche contenute negli insegnamenti di Bahá'u'lláh che sono realizzabili e che non angustiano la società.

Così dicasi degli altri partiti: chi esamini il problema con attenzione, scopre che negli insegnamenti di Bahá'u'lláh si ritrovano i più nobili proponimenti

di quei partiti. Questi insegnamenti costituiscono una forza universale fra tutti gli uomini e sono realizzabili. Ma vi sono alcuni insegnamenti del passato, come quelli della Torà, che oggigiorno non possono essere applicati. Altrettanto dicasi delle altre religioni e dei canoni delle varie sètte e dei diversi partiti.

Per esempio, la questione della pace universale, a proposito della quale Bahá'u'lláh dice che bisogna istituire il Tribunale Supremo: la Lega delle Nazioni, che è stata costituita, non ha la capacità di fondare la pace universale. Ma il Tribunale Supremo che Bahá'u'lláh ha descritto adempierà questo sacro compito con perfetta possanza e forza. E il Suo piano è questo: che le assemblee nazionali di ogni Paese e nazione - cioè i parlamenti - eleggano due o tre persone che siano le più squisite di quella nazione, e siano bene informate sulle leggi internazionali e sui rapporti fra i governi e consapevoli degli attuali essenziali bisogni dell'umanità. Il numero di questi rappresentanti deve essere proporzionale al numero degli abitanti del Paese. L'elezione di queste persone che sono scelte dall'assemblea nazionale, cioè dai parlamenti, dev'essere confermata dalla camera alta, dal congresso e dal consiglio dei ministri, nonché dal presidente o dal monarca, sì che esse possano essere gli eletti di tutta la nazione e del governo. Il Tribunale Supremo sarà composto da queste persone e tutta l'umanità perciò vi avrà parte, perché ciascuno di questi delegati rappresenterà pienamente la propria nazione. Quando il Tribunale Supremo impartirà un'ordinanza su una questione internazionale, all'unanimità o per voto di maggioranza, non vi saranno più pretesti per il querelante o spazio per le obiezioni dell'imputato.

Nel caso uno dei governi o delle nazioni sia negligente o lento nell'esecuzione dell'inappellabile decisione del Tribunale Supremo, le altre nazioni insorgeranno contro di esso, perché colonne di questo Tribunale Supremo sono tutti i governi e le nazioni del mondo. Pensate quale solida base! Ma una Lega

limitata e ristretta non potrà realizzare lo scopo come dovrebbe e potrebbe. Questa è la verità dei fatti, che è stata affermata...

228. O Servitore della Soglia di Bahá'u'lláh! La tua missiva del 14 giugno 1920 è pervenuta; è pervenuta anche una lettera da alcuni dei membri del Comitato per la Pace e la risposta è già stata scritta.

È evidente che questo consesso non è quello che si pensa e non ha la possibilità di sistemare e organizzare le cose nel modo opportuno e necessario.

Comunque, la questione di cui essi si occupano è della massima importanza. Il consesso dell'Aia deve essere così forte e influente che la sua parola condizioni governi e nazioni. Fa' notare ai riveriti membri colà riuniti che la Conferenza dell'Aia che si tenne prima della guerra ebbe quale presidente

l'Imperatore di Russia e che i suoi membri erano uomini assai eminenti. Eppure ciò non prevenne questa terribile guerra. Ora cos'accadrà? In futuro sicuramente scoppierà un'altra guerra, più terribile dell'ultima: in verità, non v'è alcun dubbio. Cosa può fare il consesso dell'Aia?

Ma i principi fondamentali esposti da Bahá'u'lláh si diffondono giorno dopo giorno. Consegna la risposta alla loro lettera ed esprimi loro massimo amore e

gentilezza e lasciali ai loro affari. In ogni caso dovrebbero essere contenti di te e col loro consenso potrai stampare e distribuire la mia dettagliata epistola che è già stata tradotta in inglese.

In quanto agli Esperantisti associati con loro; ogniqualvolta ne trovi uno dotato di capacità, trasmettigli le fragranze della Vita. In tutte le riunioni

conversa degli insegnamenti di Bahá'u'lláh, perché ciò sarà oggi efficace nei paesi occidentali. E se ti chiedono della tua fede in Bahá'u'lláh, rispondi

loro che noi Lo consideriamo il più eminente Educatore e Maestro del mondo in quest'èra e chiarisci, con spiegazioni dettagliate, che questi insegnamenti

riguardanti la pace universale e altri temi furono rivelati dalla penna di Bahá'u'lláh cinquant'anni fa e sono già stati pubblicati in Persia, in India, e

divulgati per tutto il mondo. Agli inizi tutti erano increduli sull'idea della pace universale che veniva giudicata impossibile. Parla poi, della grandezza

di Bahá'u'lláh, degli eventi che accaddero in Persia e in Turchia, della stupefacente influenza che Egli esercitò, del contenuto delle Epistole che Egli

indirizzò a tutti i sovrani e di come esse si siano realizzate. Parla altresì della diffusione della Causa Bahá'í. Assòciati con il Comitato per la Pace Universale dell'Aia per quanto possibile, mostrando loro ogni cortesia.

È evidente che gli Esperantisti sono ricettivi e che tu sei padrone ed esperto della loro lingua. Comunica anche con gli Esperantisti della Germania e di altri luoghi. La letteratura che distribuisci deve trattare solo degli insegnamenti. Per il momento non è consigliabile divulgare altra letteratura. È mia speranza che le confermazioni divine ti assistano sempre...

Non ti addolorare per l'apatia e la freddezza del consesso dell'Aia. Confida in Dio; è nostra speranza che l'Esperanto possa d'ora in poi avere un potente

effetto fra la gente. Tu ora hai gettato il seme; sicuramente esso crescerà; la sua crescita dipende da Dio.

229. O sincero servitore dell'Unico Vero! Sento che sei addolorato e angosciato per gli avvenimenti del mondo e per le traversie della sorte. Perché temi e t'addolori? I sinceri amanti della Bellezza di Abhá e coloro che hanno libato la Coppa del Patto non temono calamità, né si sentono depressi nell'ora del travaglio. Considerano il fuoco dell'avversità giardino di delizie e gli abissi del mare, spazi del cielo.

Tu ti trovi nell'asilo di Dio e all'ombra dell'Albero del Suo Patto, perché ti duoli e t'affliggi? Sii sicuro e abbi fiducia. Osserva i comandamenti scritti

del tuo Signore con gioia e con pace, con fervore e sincerità e sii amico del tuo Paese e del tuo governo. La Sua grazia ti assisterà sempre, le Sue

benedizioni ti saranno elargite e il desiderio del tuo cuore sarà esaudito.

In nome dell'Antica Bellezza! - possa la mia vita es-sere sacrificata per i Suoi amati. - Se gli amici sapessero quale gloriosa sovranità il Signore

ha destinato per loro nel Suo Regno, sicura estasi li colmerebbe, si vedrebbero coronati di gloria immortale e trasportati da empiti di gioia. Fra breve sarà palesato con quale fulgore la luce della Sua munifica cura e misericordia abbia brillato sui Suoi amati e quale turbolento oceano sia stato sollevato nei loro cuori! Allora grideranno a gran voce ed esclameranno: Siamo felici, si rallegri il mondo!

230. Rispettato personaggio! La tua seconda lettera in data 19 dicembre 1918 è pervenuta e ha recato grande gioia e letizia, perché mostrava la tua fermezza e incrollabilità nel Patto e nel Testamento e la tua brama di porgere l'invito del Regno di Dio. Oggi l'invito del Regno è la forza magnetica che attrae a sé il mondo dell'umanità, poiché nell'uomo vi sono grandi capacità. Gli insegnamenti divini costituiscono lo spirito, anzi il sole di quest'èra.

Ogni anima deve impegnarsi sì che i veli che coprono gli occhi degli uomini siano squarciati, i raggi del sole siano subito visti e cuore e vista ne siano

illuminati.

Ora, grazie all'aiuto e alla munificenza di Dio, questa forza di guida e queste misericordiose largizioni si trovano in te. Sorgi, dunque, nella perfetta

Potenza sì che tu possa conferire lo spirito alle ossa putrescenti, donare la vista ai ciechi, balsamo e vigore ai depressi, e vivacità e grazia agli scoraggiati. Tutte le lampade alla fine si spegneranno fuorché la lampada del Regno, che cresce giorno per giorno in splendore. Ogni appello alla fine perderà vigore tranne l'invito al Regno di Dio, che viene offerto giorno dopo giorno. Ogni sentiero alla fine devierà tranne la strada del Regno, che si raddrizza giorno per giorno. Indubbiamente la melodia divina non deve essere confrontata con una melodia terrena, e le luci artificiali non possono confrontarsi con il Sole nel cielo. Perciò fa d'uopo impegnarsi in quello che è permanente e durevole, per ottenere sempre più luce, forza e vita...

Prego e supplico il Regno Divino che tuo padre, tua madre e tuo fratello possano entrare nel Regno di Dio, mercè la luce della guida.

231. O bocciolo sull'Albero della Vita! Felice te che ti sei cinta i lombi nel servizio, che ti sei levata con tutta la tua forza a promulgare gl'insegnamenti divini, che hai indetto riunioni e lottato per l'esaltazione della Parola di Dio.

In questo mondo mortale ogni cosa importante ha una fine; ogni conquista notevole ha un termine; non v'è nulla che abbia permanente esistenza. Per esempio, considera come le importanti conquiste del mondo antico siano state completamente distrutte senza che ne resti traccia, fuorché la grande Causa del Regno di Dio, che non ha inizio né avrà fine. Tutt'al più si rinnova. Agli inizi di ciascuno dei rinnovamenti essa non merita attenzione agli occhi della gente, ma allorché si sia definitivamente affermata, progredisce giorno dopo giorno e nella sua quotidiana esaltazione raggiunge il sommo dei cieli.

Per esempio, rifletti sul giorno di Cristo, che fu il giorno del rinnovamento del Regno di Dio. Le genti del mondo non gli attribuirono importanza e non ne

compresero il significato, a tal segno che il sepolcro di Cristo rimase perduto e ignorato per trecento anni, finché l'ancella di Dio, Elena, madre di

Costantino, non giunse a scoprire quel sacro sito.

Con ciò intendo dimostrare quanto distratte e ignoranti siano le genti del mondo e come rimangano incuranti e negligenti, il giorno dell'instaurazione del Regno.

Fra breve la forza del Regno pervaderà tutto il mondo e allora esse si ridesteranno e piangeranno e gemeranno per coloro che furono oppressi e martirizzati e si lamenteranno e sospireranno. Così è fatta la gente.

232. In quanto al presidente Wilson, i quattordici principi da lui enunciati si trovano per lo più fra gli insegnamenti di Bahá'u'lláh e spero perciò che egli sia confermato e assistito. Oggi è l'alba della pace universale: è mia speranza che faccia mattino e che il buio della guerra, della lotta e delle dispute fra gli uomini ne sia trasformato in luce di unione, armonia e affetto.

233. O fedeli amici, o sinceri servitori di Bahá'u'lláh! Ora, nel cuore della notte, mentre gli occhi sono chiusi nell'assopimento e tutti hanno posato il

capo sul giaciglio del riposo e del profondo sonno, 'Abdu'l-Bahá veglia entro i recinti della Sacra Tomba e nell'ardore della sua invocazione pronunzia

questa sua preghiera:

O gentile e amorevole Provvidenza! L'oriente si agita e l'occidente ribolle come gli eterni flutti del mare. Spirano le soavi brezze della santità e dal Regno Invisibile rifulgono luminosi i raggi dell'Astro della Verità. C'è un canto di inni all'unità divina e i vessilli della possanza del cielo sono spiegati al vento. S'eleva l'angelica Voce e, quale ruggito di leviatano, risuona l'appello all'abnegazione e all'evanescenza. Da ogni canto risuona il trionfale grido di Yá Bahá'u'l-Abhá e per tutte le contrade squilla l'invocazione di Yá 'Alíyyu'l-'Alá. Non v'è palpito nel mondo che non sia quello della Gloria del Rubacuori, né v'è tumulto fuorché l'empito dell'amore per Lui, l'Incomparabile, il Benamato.

Gli amati del Signore, coi loro aliti muschiati, ardono come luminose fiaccole in ogni clima e gli amici del Misericordiosissimo, quali sboccianti fiori, si trovano in tutte le regioni. Neppure un attimo essi riposano; non traggono respiro che non sia nel ricordo di Te e non hanno altra brama che servire la Tua Causa: nei prati della verità sono quali usignoli dal dolce canto e nei giardini fioriti della guida quali variopinti boccioli; essi adornano i sentieri del Giardino della Realtà con mistici fiori; come svettanti cipressi costeggiano le sponde del fiume della Volontà Divina. Sull'orizzonte dell'essere risplendono quali radiose stelle; nel firmamento del mondo luccicano come fulgidi astri. Sono manifestazioni di grazia celestiale e orienti della luce dell'assistenza divina.

Concedi, o Amorevole Signore, che tutti possano rimanere fermi e incrollabili, radiosi di eterno splendore, sì che, ad ogni respiro, dalle pergole del Tuo tenero amore spirino brezze soavi, dall'oceano della Tua grazia si levi una bruma, e le gentili piogge del Tuo amore donino freschezza, e lo zefiro aliti il

suo profumo dal roseto dell'unità divina.

Concedi, o Prediletto del Mondo, un raggio dal Tuo Splendore. O Benamato dell'umanità, versa su noi la luce del Tuo Sembiante.

O Dio Onnipotente, riparaci e sii nostro rifugio; o Signore dell'Essere, mostra la Tua possanza e il Tuo dominio.

O amorevole Signore, i promotori della sedizione sono vivaci e attivi in alcune regioni e notte e dì infliggono grave ingiustizia.

I tiranni sono come lupi in agguato e il vilipeso, innocente gregge non ha né aiuto né soccorso. I segugi inseguono le gazzelle dei campi dell'unità divina e

il fagiano delle montagne della guida divina è braccato dai corvi dell'invidia.

O divina Provvidenza, preservaci, proteggici! O Tu Che sei il nostro Scudo, salvaci e difendici! Tienici nel Tuo Rifugio e col Tuo Aiuto preservaci da

tutti i mali. Tu sei, in verità, il Vero Protettore, l'Invisibile Custode, il Celestiale Preservatore e il Celeste Amorevole Signore.

O amati del Signore! Da un lato sventola il vessillo dell'Unico Vero Dio e si leva la Voce del Regno. La Causa di Dio si diffonde e i portenti del cielo

sono palesi in splendore. L'oriente riluce e l'occidente olezza; il settentrione è redolente d'ambra grigia, il meridione di muschio.

Dall'altro gl'infedeli crescono nell'odio e nel rancore, fomentando incessantemente dolorose sedizioni e cattiverie. Non trascorre giorno senza che qualcuno issi lo stendardo della rivolta e sproni il destriero nell'arena della discordia. Non passa ora senza che la vipera codarda scopra le venefiche zanne

stillando esiziale veleno.

Gli amati del Signore sono ammantati di perfetta sincerità e devozione incuranti di rancori e malvagità. Dolci e insidiose sono queste serpi, questi sussurratori maligni, astuti nell'inganno e nella frode. State in guardia! Siate vigili! Di mente pronta e di lucido intelletto sono i fedeli e fermi e incrollabili sono i confermati. Agite con massima circospezione!

”Temete la sagacia del fedele, perché egli vede con luce divina! ”.

Attenti che nessuno abbia a produrre segretamente spaccature o a fomentare lotte. Nell'Inespugnabile Roccaforte siate prodi guerrieri e per la Possente

Magione valoroso esercito. Siate molto accorti, state in guardia notte e giorno, ché il tiranno non abbia a danneggiarvi.

Studiate la Tavola del Santo Marinaio, onde possiate conoscere la verità, e considerate come la Bellezza Benedetta ne abbia fatto lucida profezia di futuri

eventi. Accorto chi intende. In verità in questo v'è un dono per i sinceri.

Come polvere sulla Sacra Soglia, in perfetta modestia e umiltà, 'Abdu'l-Bahá è intento a promulgare i Suoi segni di giorno e nottetempo. Ogniqualvolta trova il tempo egli prega ardentemente, e piangente Lo implora con fervore, dicendo:

O divina Provvidenza, siamo miserandi, concedici il Tuo soccorso; esuli errabondi, offrici il Tuo asilo: sbandati, uniscici; traviati, raccoglici nel Tuo gregge; diseredati, concedici una porzione; assetati, conducici alla fonte della Vita; fragili, rafforzaci sì che possiamo levarci ad aiutare la Tua Causa e a offrirci quale sacrifici viventi sulla via della guida.

Ma gl'infedeli, di giorno e di notte, apertamente e in segreto, fanno di tutto per scuotere le fondamenta della Causa, per sradicare l'Albero Benedetto, per

impedire che questo servo serva, per accendere segrete sedizioni e contese e per annientare 'Abdu'l-Bahá. All'apparenza sembrano agnelli, ma interiormente non sono altro che famelici lupi. Dolci nel parlare, nel cuore sono solo esiziale veleno.

O amati, custodite la Causa di Dio! Non permettete che soavità di parola v'inganni - no, considerate invece le intenzioni di ciascuno e soppesate il suo

nascosto pensiero. Siate subito attenti, subito in guardia. Evitateli, ma non siate aggressivi! Astenetevi dal censurare e dal diffamare e lasciateli nella

Mano di Dio. Su voi si posi la Gloria delle Glorie.

234. O tu che sei estasiata dai soavi aliti del Signore! Ho esaminato il contenuto della tua eloquente missiva e ho appreso che hai versato lacrime e che

il tuo cuore brucia di dolore per la prigionia di 'Abdu'l-Bahá.

O ancella di Dio! Questa prigione è per me più dolce e desiderabile di un giardino fiorito; per me, questo vincolo val più della libertà di andare per la mia strada e questo angusto sito lo trovo più spazioso di vaste e aperte pianure. Non addolorarti per me. E se il mio Signore decretasse per me la benedizione della dolce coppa del martirio, questo non sarebbe altro che ricevere ciò che maggiormente bramo.

Non temere se questo Ramo sarà tagliato via da questo mondo materiale e deporrà le foglie; no, le sue foglie fioriranno, perché questo Ramo, tagliato via da questo mondo basso, crescerà, raggiungerà le più eccelse vette della gloria e produrrà frutti tali che, col loro aroma, profumeranno il mondo.

235. O Dio, mio Dio! Illumina le fronti dei Tuoi veri amanti e sostienili con le schiere angeliche di un trionfo certo. Fa' sicuri i loro passi sulla Tua retta via e per la Tua antica munificenza schiudi dinanzi a loro i portali delle Tue benedizioni, perché essi dispensano sulla Tua via ciò che Tu hai donato loro, proteggono la Tua Fede, confidano nel ricordo di Te, immolano i cuori per amor di Te, e non lesinano ciò che posseggono nell'adorazione per la Tua Bellezza e nella ricerca di modi per compiacerTi.

O mio Signore! Decreta per loro una porzione generosa, una ricompensa destinata e una sicura mercede.

In verità, Tu sei il Sostenitore, il Soccorritore, il Generoso, il Munifico, Colui Che sempre dona.

236. O mio Dio, Che guidi il ricercatore sulla via che porta al giusto, Che liberi le anime perdute e cieche dalle deserte lande della perdizione, Tu Che

elargisci ai sinceri grandi doni e favori, Che custodisci gl'intimoriti entro il Tuo inespugnabile rifugio, Che dal Tuo eccelso orizzonte rispondi al grido di coloro che T'invocano. Sii Tu lodato, o mio Signore! Tu hai guidato i traviati fuori dalla morte della miscredenza e hai portato alla mèta del viaggio coloro che Ti si avvicinano e hai rallegrato coloro che han certezza fra i Tuoi servi esaudendo i loro più ardenti aneliti, e, dal Tuo Regno di bellezza, hai

dischiuso i cancelli del ricongiungimento dinanzi ai volti di coloro che Ti bramano, riscattandoli dai fuochi della privazione e della rovina - sì che essi si sono affrettati verso di Te e sono giunti al Tuo cospetto, alla Tua porta ospitale, e hanno ricevuto un'abbondante messe di doni.

O mio Signore, erano assetati, e Tu sollevasti alle loro labbra riarse le acque del ricongiungimento. O Tenero, o Elargitore, Tu ne lenisti la pena con il

balsamo della Tua munificenza e della Tua grazia, e ne sanasti le sofferenze con il sovrano farmaco della Tua compassione. O Signore, fa' sicuri i loro passi sulla Tua retta via, allarga per loro la cruna d'ago e, abbigliali in manti da re, falli incedere nella gloria per i secoli dei secoli.

In verità Tu sei il Generoso, Colui Che sempre dona, il Prezioso, il Più Munifico. Non v'è altro Dio che Te, il Potente, il Forte, l'Eccelso, il Vittorioso.

O miei amati spirituali! Sia lodato Iddio, avete squarciato i veli e riconosciuto il compassionevole Benamato; siete fuggiti da questa dimora per recarvi nel reame di là dallo spazio. Avete drizzato le tende nel mondo di Dio e per glorificare Lui, Che da Sé esiste, avete innalzato voci soavi e cantato inni che hanno trafitto il cuore. Ben fatto! Mille volte ben fatto! Avete mirato la Luce palesata ed entro i vostri esseri rigenerati avete levato il grido ”

Benedetto il Signore, il migliore fra tutti i creatori! ”Non eravate che infanti nella matrice, foste poi lattanti e da un petto prezioso traeste il latte

della conoscenza, poi giungeste a piena crescita e conquistaste la salvezza. Ora è tempo di servire, di servire il Signore. Liberatevi da ogni intralciante

pensiero, trasmettete il Messaggio con lingua feconda, adornate le vostre assemblee con la lode dell'Amato, finché la grazia non discenda in travolgenti

flutti ad abbigliare il mondo di fresca verzura ed efflorescenza. Questa grazia fluente sono i consigli, gli ammonimenti, le istruzioni e le ingiunzioni

dell'Onnipotente Iddio.

O miei amati! Il mondo è avviluppato nella spessa tenebra dell'aperta ribellione e spazzato da un turbine d'odio. I fuochi della malevolenza hanno spinto le loro fiamme fino alle nuvole del cielo e un torrente insanguinato spazza pianure e colline e sulla faccia della terra non v'è alcuno che possa trovare pace. Perciò gli amici di Dio devono produrre quella tenerezza che viene dal Cielo ed elargire a tutti gli uomini l'amore nello spirito. Essi devono agire con ogni anima secondo i consigli e i moniti divini; mostrare gentilezza e buona fede a tutti, voler bene a tutti. Devono sacrificarsi per gli amici e augurare buona sorte ai nemici. Devono confortare le persone difficili e trattare con amorevolezza i loro oppressori. Devono essere acqua corroborante per gli assetati, rapido rimedio per gli ammalati, balsamo risanatore per gli addolorati e consolazione per ogni cuore gravato. Devono essere luce di guida per i traviati, guida sicura per i perduti. Devono essere occhi veggenti per i ciechi, orecchie acute per i sordi, vita eterna per i morti e per gli afflitti eterna gioia.

Si assoggettino volontariamente ad ogni sovrano giusto e per ogni generoso governante siano buoni cittadini. Obbediscano al governo e non s'immischino negli affari politici, ma si dedichino al miglioramento del carattere e del comportamento e tengano lo sguardo fisso sulla Luce del mondo.

237. Chiunque reciti questa preghiera con umiltà e fervore porterà letizia e gioia al cuore di questo Servo; sarà proprio come se Lo incontrasse faccia a faccia.

Egli è il Gloriosissimo!

O Dio, mio Dio! Prostrato e lacrimante elevo a Te le mie supplici mani e nascondo il viso nella polvere della Tua soglia esaltata al di sopra del sapere dei dotti e della lode di tutto quel che Ti glorifica. DegnaTi di guardare al Tuo servo, umile e prosternato alla Tua porta, con l'occhio della Tua misericordia e immergilo nell'oceano della Tua eterna grazia.

O Signore! Egli è un povero ed umile Tuo servo, schiavo ed implorante, prigioniero nelle Tue mani, che Ti prega ferventemente, fiducioso in Te, sciolto in lacrime al Tuo cospetto, che T'invoca e Ti supplica dicendo:

Signore, mio Dio! Concedimi la grazia di servire coloro che Tu ami, rafforzami nella mia servitù verso di Te, illumina la mia fronte con la luce dell'adorazione alla Tua santa corte e della preghiera al Tuo maestoso Regno. Aiutami a dimenticare me stesso al celeste ingresso della Tua porta e a

distaccarmi da tutto quand'io sia entro i Tuoi sacri domini. Signore! Dammi da bere dal calice dell'abnegazione, vestimi del suo manto e immergimi nel suo

oceano. Fa' di me la polvere sulla via di coloro che ami e concedi che io offra l'anima mia per la terra nobilitata dalle orme dei passi dei Tuoi eletti

lungo il Tuo sentiero, o Signore di Gloria nei Sommi Cieli.

Con questa preghiera il Tuo servo T'invoca all'alba e al tramonto. Appaga il desiderio del suo cuore, o Signore! Illumina il suo cuore, allieta il suo seno,

ravviva la sua luce, affinché egli possa servire la Tua Causa e i Tuoi servi.

Tu sei il Dispensatore, il Munifico, il Benigno, il Misericordioso, il Compassionevole.


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