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Ridvan : 2013-170BE
Dalla Casa Universale di Giustizia
Ridvan 2013 / 170BE
Ai bahá’í del mondo
Amici amatissimi,

«Il Libro di Dio è aperto e la Sua Parola chiama l’umanità a Lui». Con queste esaltanti parole la Penna Suprema descrive l’avvento del giorno dell’unione e della raccolta. Bahá’u’lláh prosegue: «Porgete orecchio, o amici di Dio, alla voce di Colui Che il mondo ha maltrattato e attenetevi stret- tamente a tutto ciò che esalti la Sua Causa». Esorta poi i Suoi seguaci: «Consultatevi con la massi- ma amicizia e in ispirito di perfetto cameratismo e dedicate i preziosi giorni della vita al migliora- mento del mondo e alla promozione della Causa di Colui Che è l’Antico e Sovrano Signore di tut- to».

Amati collaboratori: Queste commoventi parole tornano spontaneamente alla mente quando vediamo i vostri consacrati sforzi in tutto il mondo in risposta all’appello di Bahá’u’lláh. La splen- dida risposta al suo invito è evidente dappertutto. Se ci si sofferma a riflettere sullo svolgimento del Piano divino, è impossibile ignorare che il potere della Parola di Dio sta crescendo nei cuori di don- ne e uomini, bambini e giovani, in un paese dopo l’altro, in un’area dopo l’altra.

La comunità mondiale sta raffinando la sua capacità di leggere la realtà che la circonda, di analizzarne le possibilità e di applicare saggiamente i metodi e gli strumenti del Piano quinquenna- le. Come ci si aspettava, l’esperienza sta rapidamente crescendo nelle aree nelle quali le frontiere dell’apprendimento vengono consapevolmente allargate. In questi luoghi, si comprendono bene gli strumenti per consentire a un crescente numero di persone di rafforzare la propria capacità di servi- re. Un vibrante istituto di formazione agisce come supporto degli sforzi della comunità per portare avanti il Piano e le qualità e le capacità acquisite mediante la partecipazione ai corsi dell’istituto so- no, al più presto, utilizzate sul campo. Alcuni incontrano, nelle loro interazioni sociali quotidiane, anime aperte all’esplorazione di temi spirituali in varie impostazioni. Altri si trovano in una posi- zione che consente loro di rispondere alla recettività in un villaggio o in un vicinato, forse dopo es- sersi traferiti nella zona. Crescenti numeri assumono responsabilità, rafforzando le fila di coloro che servono come facilitatori, animatori e insegnanti dei bambini, che amministrano e coordinano, op- pure che lavorano in altro modo a sostegno dell’impresa. L’impegno degli amici nell’apprendimento trova espressione nella costanza nei propri sforzi e nella disponibilità ad ac- compagnare altri nei loro. Inoltre essi sono capaci di tenere sempre presenti due punti di vista com- plementari sul modello dell’azione che si sta sviluppando nell’area: da un lato i cicli trimestrali del- le attività, la ritmica pulsazione del programma della crescita, dall’altro gli stadi distinti di un pro- cesso educativo per bambini, per giovanissimi e per giovani e adulti. Pur comprendendo chiaramen- te il rapporto che lega questi tre stadi, gli amici sanno che ciascuno di essi ha le proprie dinamiche, i propri requisiti e il proprio intrinseco valore. Soprattutto tutti sanno che sono in atto potenti forze spirituali, le cui operazioni sono visibili tanto nei dati quantitativi che rispecchiano il progresso del- la comunità quanto nel dispiegamento di racconti che ne narrano i risultati. È in particolar modo

promettente che molti di questi tipici tratti salienti che caratterizzano le aree più avanzate sono evi- denti anche in comunità ancora agli esordi del proprio sviluppo.

Crescendo l’esperienza degli amici, cresce anche la loro capacità di alimentare nell’area un modello di vita ricco e complesso, che riguarda centinaia o migliaia di amici. Siamo molto compia- ciuti di notare le molte idee che gli amici traggono dai propri sforzi. Per esempio, essi comprendono che lo sviluppo graduale del Piano a livello dell’area è un processo dinamico necessariamente com- plesso e non si presta a facili semplificazioni. Vedono che esso avanza quando cresce la loro capa- cità di fare emergere risorse umane e di coordinare e organizzare bene le azioni di quelle risorse. Gli amici comprendono che aumentando queste capacità, è possibile integrare una più ampia gamma di iniziative. Sono anche arrivati a capire che quando si introduce un nuovo elemento esso richiede una speciale attenzione per un po’ di tempo, ma che ciò non sminuisce in alcun modo il significato di altri aspetti dei loro sforzi per costruire la comunità. E infatti essi sanno che se l’apprendimento dev’essere il loro modo operativo, essi devono prestare attenzione al potenziale offerto da quegli strumenti del Piano che si dimostrano particolarmente adatti in un dato momento e, all’occorrenza, devono investire maggiori energie nel suo sviluppo. Non ne consegue però che ogni persona si deb- ba occupare dello stesso aspetto del Piano. Gli amici hanno anche imparato che non è necessario che l’attenzione concentrata della fase di espansione di ogni ciclo di un programma di crescita sia rivolta verso lo stesso fine. Le condizioni possono richiedere che in un dato ciclo l’attenzione sia ri- volta soprattutto, per esempio, a invitare le persone ad abbracciare la Fede per mezzo di attività di insegnamento intensivo. In un altro ciclo l’attenzione potrebbe concentrarsi invece sulla moltiplica- zione di una specifica attività fondamentale.

Inoltre, gli amici sanno che il lavoro della Causa procede a velocità diversa in differenti luo- ghi per ottime ragioni, perché dopo tutto esso è un processo organico, e traggono gioia e incorag- giamento da ogni esempio di progresso che vedono. Vedono i benefici che si traggono dal contribu- to di ogni persona al progresso del tutto e perciò il servizio reso da ciascuna persona, a seconda del- le possibilità create dalle circostanze, è apprezzato da tutti. Gli incontri di riflessione sono sempre più visti come occasioni nelle quali tutti gli sforzi della comunità sono oggetto di una deliberazione coscienziosa ed edificante. I partecipanti apprendono quanto è stato fatto nel complesso, compren- dono il proprio lavoro in quella luce e approfondiscono la propria conoscenza del processo di cre- scita assorbendo i consigli delle istituzioni e avvalendosi dell’esperienza dei loro compagni di fede. Questa esperienza è trasmessa anche in numerosi altri spazi che stanno emergendo per la consulta- zione di amici intensamente impegnati in imprese specifiche, amici che seguono una linea d’azione comune o che servono una particolare parte dell’area. Tutte queste idee rientrano in una più ampia consapevolezza che il progresso si consegue più facilmente in un ambiente impregnato di amore, un ambiente nel quale le mancanze sono viste con sopportazione, gli ostacoli superati con pazienza e i metodi sperimentati accolti con entusiasmo. E così accade che, grazie alle sagge direttive delle isti- tuzioni e delle agenzie della Fede che funzionano ad ogni livello, le azioni degli amici, pur indivi- dualmente modeste, si coagulano in uno sforzo collettivo per assicurare che la recettività all’invito della Bellezza Benedetta sia rapidamente identificata ed efficacemente alimentata. Un’area in que-

ste condizioni è chiaramente un’area nella quale i rapporti fra l’individuo, le istituzioni e la comuni- tà, i tre protagonisti del Piano, stanno evolvendo in modo sano.

In questo panorama di fiorente attività, un aspetto merita una particolare menzione. Nel messaggio che vi abbiamo rivolto tre anni fa, abbiamo espresso la speranza che, nelle aree con un programma intensivo di crescita in atto, gli amici si sforzassero di capire meglio i modi della co- struzione della comunità, sviluppando centri di attività intensiva in vicinati e villaggi. Le nostre spe- ranze sono state superate, perché anche in alcune aree nelle quali il programma intensivo di crescita non è ancora intenso, gli sforzi compiuti da alcuni amici per avviare attività fondamentali fra i resi- denti di piccole zone si sono ripetutamente dimostrati efficaci. In essenza, questo approccio si fonda sulla risposta agli insegnamenti di Bahá’u’lláh da parte di popolazioni pronte per la trasformazione spirituale che la Sua Rivelazione favorisce. Grazie alla partecipazione al processo educativo pro- mosso dall’istituto di formazione, essi sono motivati a respingere il torpore e l’indifferenza inculcati dalle forze della società e a seguire invece modelli di azione che si dimostrano capaci di cambiare la vita. Nei vicinati e nei villaggi nei quali questo approccio è proseguito per alcuni anni e gli amici hanno mantenuto la loro concentrazione su di esso, stanno diventando gradualmente e incontrover- tibilmente evidenti notevoli risultati. Ai giovani è dato il mandato di assumersi la responsabilità di educare le persone più giovani di loro. Le generazioni più anziane accolgono con gioia il contributo dei giovani alle discussioni significative sugli affari dell’intera comunità. Per giovani e vecchi, la disciplina coltivata mediante il processo educativo della comunità costruisce capacità di consulta- zione ed emergono nuovi spazi per conversazioni significative. Il cambiamento non riguarda solo i bahá’í e le persone coinvolte nelle attività fondamentali richieste dal Piano, dalle quali ci si può aspettare che adottino nel tempo nuovi modi di pensare. Lo spirito dell’intero luogo ne è influenza- to. Un atteggiamento devozionale prende forma in ampie cerchie della popolazione. Le espressioni della parità fra gli uomini e le donne diventano più evidenti. L’educazione dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze riceve una maggiore attenzione. Il carattere dei rapporti in seno alle famiglie, pla- smato da assunti secolari, cambia sensibilmente. Diventa prevalente un senso di dovere verso la comunità e l’ambiente fisico nel quale si vive. Perfino il flagello del pregiudizio, che ha gettato la sua venefica ombra su tutte le società, incomincia a cedere all’irresistibile forza dell’unità. In breve il lavoro di costruzione della comunità che gli amici stanno svolgendo influenza vari aspetti della cultura.

L’anno scorso mentre l’espansione e il consolidamento progredivano costantemente, anche altre importanti aree sono andate avanti, spesso parallelamente. Per esempio, i progressi a livello della cultura evidenti in alcuni villaggi e vicinati sono dovuti in non piccola parte a ciò che si è ap- preso dal coinvolgimento bahá’í nell’azione sociale. Il nostro Ufficio per lo sviluppo socio- economico ha recentemente preparato un documento nel quale distilla trent’anni di esperienza che ha accumulato in questo campo dal giorno in cui l’Ufficio è stato aperto al Centro Mondiale. Una delle osservazioni che fa è che le attività per l’azione sociale ricevono un vitale impulso dall’istituto di formazione. Ciò non accade solo a causa dell’aumento delle risorse umane che esso favorisce. Le idee, le qualità e le capacità spirituali coltivate dal processo dell’istituto si sono dimostrate tanto cruciali per la partecipazione all’azione sociale quanto lo sono per contribuire al processo della cre-

scita. Inoltre questo spiega come i vari campi di azione della comunità bahá’í sono governati da una struttura concettuale comune e in via di sviluppo, formata da elementi che si rafforzano vicende- volmente, anche se assumono espressioni diverse nei differenti campi di azione. Il documento che abbiamo descritto è stato recentemente trasmesso alle Assemblee Spirituali Nazionali e le invitiamo a considerare, in consultazione con i Consiglieri, come i concetti che esso prende in esame possono contribuire a promuovere esistenti sforzi di azione sociale perseguiti sotto i loro auspici e ad aumen- tare la consapevolezza di questa significativa dimensione dell’impegno bahá’í. Questo non deve es- sere interpretato come un appello generale per una diffusa attività in questo campo. L’emersione dell’azione sociale si verifica in modo naturale, mentre le comunità acquistano forza. E tuttavia è il momento che gli amici riflettano maggiormente sulle implicazioni dei loro sforzi per la trasforma- zione della società. L’aumento dell’apprendimento in questo campo pone maggiori richieste sull’Ufficio per lo sviluppo socio-economico e si stanno prendendo provvedimenti per assicurare che il suo funzionamento subisca una commisurata evoluzione. Un aspetto notevole degli ultimi do- dici mesi è stata la frequenza con cui la comunità bahá’í viene associata, nei contesti più diversi, a sforzi di produrre un miglioramento della società assieme a persone di analogo orientamento di pen- siero. Dallo scenario internazionale alla vita dei villaggi, uomini di pensiero di tutti i tipi hanno det- to di sapere che i bah’a’í non solo hanno a cuore il benessere dell’umanità, ma hanno anche una convincente concezione di ciò che occorre fare e strumenti efficaci per realizzare le proprie aspira- zioni. Queste espressioni di apprezzamento e di sostegno sono venuti anche da ambienti del tutto inattesi. Per esempio, perfino nella Culla della Fede, malgrado gli enormi ostacoli creati loro dal lo- ro oppressore, i bahá’í sono sempre più riconosciuti per le profonde implicazioni del loro messaggio per lo stato della nazione e rispettati per la loro inflessibile determinazione a contribuire al progres- so della loro patria.

Le sofferenze patite dai fedeli in Iran, soprattutto nei decenni trascorsi dopo l’inizio della più recente ondata di persecuzione, ha spronato i loro fratelli e le loro sorelle in altri paesi ad accorrere in loro difesa. Fra le preziose acquisizioni della comunità mondiale bahá’í, grazie alla loro resisten- za, ne menzioniamo una a questo proposito: una notevole rete di agenzie specializzate a livello na- zionale che si è dimostrata capace di sviluppare sistematicamente relazioni con governi e organiz- zazioni della società civile. Parallelamente, i processi dei Piani che si sono susseguiti hanno raffina- to nella comunità la capacità di partecipare a discorsi prevalenti in qualsiasi spazio avvengano, con- versazioni personali o forum internazionali. Alla base, il coinvolgimento in questo tipo di attività avviene spontaneamente, grazie allo stesso approccio organico che caratterizza la costante crescita dell’impegno degli amici nell’azione sociale e non è necessario far nulla per stimolarlo. A livello nazionale questo coinvolgimento diventa spesso l’oggetto dell’attenzione di queste stesse apposite agenzie che già funzionano in decine di comunità nazionali e sta procedendo secondo il familiare e proficuo modello di azione, riflessione, consultazione e studio. Per migliorare questi sforzi, per faci- litare l’apprendimento in questo campo e per fare in modo che i passi compiuti siano coerenti con le altre attività della comunità bahá’í, abbiamo recentemente aperto al Centro Mondiale Bahá’í l’Ufficio per il pubblico discorso. Lo inviteremo ad aiutare le Assemblee Spirituali Nazionali in questo campo gradualmente promuovendo e coordinando le attività e sistematizzando le esperienze.

Incoraggianti progressi si stanno verificando anche in altri campi. In Santiago, Cile, dove si sta erigendo il Tempio madre del Sud America, il lavoro di costruzione prosegue speditamente. La costruzione di cemento armato delle fondamenta, del seminterrato e del tunnel di servizio è comple- ta così come quella delle colonne che reggeranno la sovrastruttura. Le attese relative a questo pro- getto crescono e un analogo senso di aspettativa sta producendosi nei sette paesi dove si costruiran- no Mashriqu’l-Adhkár locali o nazionali. In ognuno di questi luoghi hanno avuto inizio i preparativi e i contributi offerti dagli amici al Fondo per i Templi hanno incominciato a essere usati. Le consi- derazioni pratiche come il luogo, il progetto e le risorse sono solo un aspetto del lavoro che gli ami- ci stanno svolgendo. In essenza, la loro è un’impresa spirituale, alla quale tutta la comunità parteci- pa. Il Maestro scrive che il Mashriqu’l-Adhkár è «il magnete delle confermazioni divine», «il pos- sente fondamento del Signore» e «la solida colonna della Fede di Dio». Una volta costruito, esso diventa spontaneamente una componente integrale del processo della costruzione della comunità che lo circonda. Nei luoghi dove si costruirà una Casa di culto, la consapevolezza di questa realtà sta prendendo corpo nei ranghi dei credenti, i quali riconoscono che la loro vita collettiva deve sempre più rispecchiare quell’unione fra culto e servizio che il Mashriqu’l-Adhkár personifica.

Su tutti i fronti, dunque, vediamo la comunità bahá’í andare costantemente avanti, progredi- re nella comprensione, desiderosa di acquisire idee dall’esperienza, pronta ad assumersi nuovi com- piti quando le risorse lo rendono possibile, agile nel rispondere a nuovi imperativi, consapevole del- la necessità di assicurare la coerenza fra i vari campi dell’attività nelle quali è impegnata, totalmente dedita all’adempimento della propria missione. Il suo entusiasmo e la sua devozione sono evidenti nell’enorme fervore generato dall’annuncio fatto circa due mesi fa della convocazione di 95 conve- gni in tutto il mondo. Siamo gratificati non solo dalla risposta dei giovani ma anche dalle espressio- ni di supporto espresse dai loro compagni di fede, i quali sanno che i giovani seguaci di Bahá’u’lláh sono uno stimolo vitale per l’intero corpo della Causa.

Siamo pieni di speranza per le continue prove che vediamo della diffusione del messaggio di Bahá’u’lláh, della portata della sua influenza e della crescente consapevolezza degli ideali che esso contiene. In questa stagione di anniversari, ricordiamo quel «Giorno di felicità suprema», separato da questo Riḍván da un secolo e mezzo, quando la bellezza di Abhá proclamò la Sua Missione ai Suoi compagni nel Giardino di Najíbíyyih. Da quel luogo santificato la Parola di Dio è giunta in ogni città e in ogni spiaggia, invitando l’umanità a incontrare il suo Signore. E da quel primo segui- to di amanti ebbri di Dio è sbocciata una diversa comunità di scopo, fiori variegati nel giardino che Egli ha suscitato. Ogni giorno che passa, crescenti numeri di anime che si sono appena ridestate si rivolgono supplichevoli verso la Sua Tomba, il luogo nel quale noi, in onore di quel benedetto gior- no e grati per tutti i doni elargiti alla comunità del Più Grande Nome, chiniamo il capo in preghiera alla sacra Soglia.


Dalla Casa Universale di Giustizia

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