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Ridvan : 2012-169BE
Dalla Casa Universale di Giustizia
Ridvan 2012 / 169BE
Ai bahá’í del mondo
Amici amatissimi,

cent’anni or sono, nel pomeriggio dell’undicesimo giorno della festa di Riḍván, ‘Abdu’l-Bahá, di fronte a un pubblico di parecchie centinaia di persone, ha alzato il piccone di un operaio e ha colpito il tappeto erboso che ricopriva il terreno del Tempio a Grosse Pointe, a nord di Chicago. Le persone invitate a scavare il terreno con Lui in quel giorno di primavera venivano da diverse provenienze, norvegesi, indiani, francesi, giapponesi, persiani, amerindi, per nominarne solo alcuni. Era come se la Casa di culto, ancora da costruire, esaudisse il desiderio espresso dal Maestro la vigilia della cerimonia, per ogni edificio di quel tipo: «che l’umanità trovi un luogo di incontro» e «che la proclamazione dell’unità del genere umano esca dalle sue sacre corti aperte».

Coloro che Lo sentirono in quell’occasione e tutti coloro che ascoltarono durante i Suoi viaggi in Egitto e in Occidente devono aver solo vagamente compreso le considerevoli implicazioni chele Sue parole avevano per la società, per i suoi valori e le sue preoccupazioni. Ancora oggi, chi può affermare di aver colto altro che un indizio, remoto e indistinto, della futura società alla quale la Rivelazione di Bahá’u’lláh è destinata a dare origine? Nessuno supponga che la civiltà verso la quale gli insegnamenti divini spingono la società nasca da semplici aggiustamenti dell’attuale ordine. Tutt’altro. In un discorso pronunciato qualche giorno dopo aver posato la prima pietra del Tempio madre dell’Occidente, ‘Abdu’l-Bahá affermò che «fra i risultati della manifestazione delle forze spirituali vi sarà che il mondo umano si adatterà a una nuova forma sociale», che «la giustizia di Dio si manifesterà in tutte le cose dell’uomo». Queste ed altre innumerevoli parole del Maestro alle quali la comunità bahá’í si rivolge ripetutamente in questo periodo centennale fanno comprendere la distanza che separa la società come è oggi organizzata dalla stupenda visione che Suo Padre ha donato al mondo.

Purtroppo, malgrado gli encomiabili sforzi, compiuti in ogni terra da persone ben intenzionate che lavorano per migliorare le condizioni della società, gli ostacoli che impediscono la realizzazione di quella visione sembrano a molti insormontabili. Le loro speranze affondano negli erronei assunti sulla natura umana che permeano le strutture e le tradizioni di gran parte della vita moderna al punto da aver conseguito il prestigio di un fatto dimostrato. Questi assunti sembrano non tener conto delle straordinarie riserve di potenziale spirituale che sono a disposizione di ogni anima illuminata che ad esse faccia ricorso. Al contrario, per giustificarsi essi adducono le debolezze umane, i cui esempi rafforzano ogni giorno un diffuso sentimento di disperazione. Un velo stratificato di false premesse oscura dunque una verità fondamentale. Le condizioni del mondo non rispecchiano la natura essenziale dello spirito umano, ma una sua distorsione. Lo scopo di ogni Manifestazione di Dio è di effettuare una trasformazione tanto della vita interiore quanto delle condizioni esteriori dell’umanità. E questa trasformazione avviene in modo naturale quando un crescente gruppo di persone, unite dai precetti divini, cerca collettivamente di sviluppare capacità spirituali per contribuire a un processo di cambiamento sociale. Analogamente alla dura terra colpita dal Maestro un secolo fa, le teorie che oggi prevalgono potranno, inizialmente, sembrare impermeabili al cambiamento, ma indubbiamente svaniranno e, grazie alle «piogge primaverili della munificenza di Dio . . . i fiori della vera comprensione» sbocceranno freschi e belli.

Rendiamo grazie a Dio ché, mercé la potenza della Sua Parola, voi, la comunità del Suo Più Grande Nome, state coltivando ambienti nei quali può fiorire la vera comprensione. Anche coloro che si trovano in prigione per la Fede stanno, con i loro indicibili sacrifici e la loro fermezza, facendo sbocciare i «giacinti della divina saggezza» nei cuori bendisposti. In tutto il globo anime volenterose si stanno impegnando nell’opera di costruzione di un nuovo mondo mediante la sistematica implementazione delle disposizioni del Piano quinquennale. Le sue caratteristiche sono state comprese così bene che non sentiamo il bisogno di parlarne ancora qui. Le nostre suppliche sono offerte alla Soglia di una Munificentissima Provvidenza, affinché le Schiere supreme assistano ciascuno di voi a contribuire al progresso del Piano. Incoraggiati dai vostri sforzi consacrati dell’anno scorso, esprimiamo ora il nostro fervido voto che voi intensifichiate le vostre sure-footed [che non fa passi falsi] applicazioni del sapere che state acquisendo dall’esperienza. Non è il momento di tirarsi indietro. Troppe persone sono all’oscuro della nuova aurora. Chi oltre a voi può trasmettere il messaggio divino? «In nome di Dio», afferma Bahá’u’lláh parlando della Causa, «questa è l’arena dell’intuito e del distacco, della visione e dell’edificazione, ove nessuno può spronare il destriero tranne i prodi cavalieri del Misericorde, che hanno reciso ogni attaccamento al mondo dell’essere».

Osservare il mondo bahá’í all’opera significa vedere un luminoso spettacolo. Nella vita del credente che desidera, soprattutto, invitare gli altri alla comunione con il Creatore e servire l’umanità si possono trovare i segni della trasformazione spirituale che il Signore dell’Era vuole per ogni anima. Nello spirito che anima le attività di ogni comunità bahá’í che si dedica a migliorare nei suoi membri giovani e vecchi nonché nei suoi amici e collaboratori la capacità di servire il bene comune si può percepire un indizio del modo in cui potrebbe svilupparsi una società fondata sugli insegnamenti divini. E nelle aree avanzate nelle quali fervono le attività governate dalla struttura del Piano e l’esigenza di assicurare la coerenza fra varie linee di azione è più pressante, le sboccianti strutture amministrative offrono un sia pur tenue barlume di come le istituzioni della Fede giungeranno progressivamente ad assumersi una parte più completa dei loro compiti di promuovere il benessere e il progresso dell’uomo. È chiaro dunque che lo sviluppo dell’individuo, della comunità e delle istituzioni contiene una grandissima promessa. Ma oltre a tutto questo, notiamo con particolare gioia il tenero affetto e il reciproco sostegno che caratterizzano i rapporti che lega questi tre elementi.

E invece, i rapporti fra i tre corrispondenti attori del mondo, il cittadino, lo stato e le istituzioni della società, rispecchiano la discordia che caratterizza il turbolento stadio di transizione dell’umanità. Riluttanti ad agire come parti interdipendenti di un insieme organico, essi sono bloccati in una lotta di potere che alla fine non porta a nulla. Com’è diversa la società che ‘Abdu’l-Bahá dipinge in moltissime Tavole e discorsi, nella quale tanto le interazioni quotidiane quanto i rapporti fra gli stati sono modellati dalla consapevolezza dell’unità del genere umano. Relazioni imbevute di questa consapevolezza sono coltivate dai bahá’í e dai loro amici in molti villaggi e vicinati in tutto il mondo. Da essi si aspirano le pure fragranze della reciprocità e della collaborazione, della concordia e dell’amore. In questi modesti ambienti sta emergendo un’evidente alternativa ai ben noti conflitti della società. Così diventa evidente che la persona che desidera esercitare responsabilmente il diritto di esprimersi partecipa con ponderatezza alla consultazione sul bene comune e respinge la tentazione di insistere sulla propria opinione personale. L’istituzione bahá’í, che comprende la necessità di un’azione coordinata incanalata verso utili fini, non intende controllare, ma nutrire e incoraggiare. La comunità che vuole farsi carico del proprio sviluppo riconosce una preziosa risorsa nell’unità consentita da un sincero impegno nei piani concepiti dalle istituzioni. Sotto l’influenza della Rivelazione di Bahá’u’lláh, i rapporti fra questi tre elementi acquisiscono un nuovo calore, una nuova vita. Complessivamente essi formano una matrice nella quale sta gradualmente maturando una civiltà mondiale spirituale, che porta il contrassegno dell’ispirazione divina.

La luce della Rivelazione è destinata a illuminare ogni tipo di impresa. I rapporti che sorreggono la società devono essere rimaneggiati in ogni settore. In ogni settore il mondo cerca esempi di come gli esseri umani dovrebbero essere l’uno verso l’altro. Data la parte cospicua che essa ha nel generare il fermento nel quale molte persone sono state recentemente coinvolte, presentiamo alla vostra considerazione la vita economica dell’umanità, nella quale l’ingiustizia è tollerata con indifferenza e il guadagno spropositato è considerato l’emblema del successo. Così profondamente radicati sono questi perniciosi atteggiamenti che è difficile immaginare che una persona possa da sola modificare gli standard prevalenti che regolano i rapporti in questo campo. E tuttavia vi sono certamente azioni che un bahá’í vorrà evitare, come la disonestà nelle transazioni o lo sfruttamento economico degli altri. Una fedele adesione agli ammonimenti divini richiede che non ci sia contraddizione fra il proprio comportamento economico e la propria fede di bahá’í. Applicando nella propria vita i principi della Fede che si riferiscono alla giustizia e all’equità, una sola anima può osservare uno standard molto più alto della bassa soglia in base alla quale il mondo si misura. L’umanità è stanca di non avere un modello di vita al quale aspirare. Guardiamo a voi perché promuoviate comunità i cui modi diano speranza al mondo.

Nel nostro messaggio del Riḍván 2001, abbiamo detto che nei paesi nei quali il processo dell’entrata in truppe era sufficientemente avanzato e le condizioni delle comunità nazionali favorevoli avremmo approvato l’istituzione di Case di culto a livello nazionale, la cui formazione sarebbe divenuta una caratteristica della quinta epoca dell’Età formativa della Fede. Con immensa gioia annunciamo ora che in due paesi dovranno essere eretti Mashriqu’l-Adhkár nazionali: la Repubblica Democratica del Congo e la Papua Nuova Guinea. In questi paesi i criteri che abbiamo stabilito sono evidentemente soddisfatti e la risposta dei loro popoli alle possibilità create dall’attuale serie di Piani è stata del tutto rimarchevole. Con la costruzione in corso dell’ultimo dei templi continentali a Santiago, l’avvio di progetti per la costruzione di case di culto nazionali offre un’altra gratificante prova della penetrazione della Fede di Dio nel terreno della società.

È possibile compiere anche un altro passo. Il Mashriqu’l-Adhkár, descritto da ‘Abdu’l-Bahá come «una delle più vitali istituzioni del mondo», combina due aspetti essenziali e inseparabili della vita bahá’í: culto e servizio. L’unione di questi due aspetti si riflette anche nella coerenza che esiste fra le caratteristiche del Piano relative alla costruzione della comunità, in particolare la fioritura di uno spirito devozionale che si esprime in incontri di preghiera e in un processo educativo che costruisce capacità per servire l’umanità. La relazione fra il culto e il servizio è particolarmente spiccata in quelle aree del mondo nelle quali le dimensioni e la vitalità della comunità bahá’í sono notevolmente cresciute e nelle quali l’impegno nell’azione sociale è evidente. Alcune di queste aree sono state designate siti per la disseminazione dell’apprendimento affinché alimentino negli amici la capacità di promuovere il programma per i giovanissimi in regioni associate. Come abbiamo recentemente detto, la capacità di sostenere questo programma alimenta anche lo sviluppo dei circoli di studio e delle classi dei bambini. Così, al di là del suo scopo primario, il sito di apprendimento rafforza l’intero schema dell’espansione e del consolidamento. È in queste aree che si potrà prevedere, nei prossimi anni, la formazione di un Mashriqu’l-Adhkár locale. Col cuore colmo di gratitudine alla Bellezza Benedetta, siamo lieti di informarvi che stiamo entrando in consultazione con le rispettive Assemblee Spirituali Nazionali per l’erezione della prima casa di culto locale in ciascuna delle seguenti aree: Battambang, Cambogia; Bihar Sharif, India; Matunda Soy, Kenya; Norte del Cauca, Colombia; e Tanna, Vanuatu.

Per sostenere la costruzione dei due Mashriqu’l-Adhkár nazionali e dei cinque locali, abbiamo deciso di istituire al Centro Mondiale Bahá’í un Fondo per i templi a beneficio di tutti questi progetti. Gli amici di tutto il mondo sono invitati a contribuire con spirito di sacrificio, nei limiti delle loro possibilità.

Amati collaboratori, il terreno scavato dalla mano di ‘Abdu’l-Bahá cento anni fa è scavato ora in altri sette paesi e questo non è che il preludio del giorno, in obbedienza all’ingiunzione di Bahá’u’lláh, si erigerà in cui ogni città e in ogni villaggio un edificio per adorare il Signore. Da questi Orienti del Ricordo di Dio risplenderanno i raggi della Sua luce e risuoneranno gli inni della Sua lode.

Dalla Casa Universale di Giustizia

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