Molti amici hanno partecipato e molti altri hanno seguito le vicende del newsgroup italiano
"it.cultura.religioni.bahai" nato dall'iniziativa di un credente della Sicilia, Michele Amato, e oggi
divenuto una realtà operante nel campo telematico.
Per i non addetti ai lavori, in poche parole, il newsgroup è una sorta di discussione via computer alla
quale può partecipare chiunque desideri iscriversi e il parere di ognuno viene conosciuto da tutti gli
altri.L'amico Michele Amato ha intravisto in questo strumento una enorme possibilità di far conoscere la
Fede non solo come nome ma anche nei contenuti e, nell'ottica del Custode che invita i Bahá'í ad
essere i primi e non gli ultimi a usare ciò che la tecnologia ci mette a disposizione, ha proposto la
creazione del newsgroup bahà'ì, aperto soprattutto a persone non bahà'ì.
Perchè il newsgroup da idea potesse diventare una realtà, era necessario il sostegno, in pratica il
voto, di almeno cento persone e ciò è successo: dal 21 Dicembre il newsgroup
"it.cultura.religioni.bahai" è di fatto operativo.
L'Assemblea Spirituale Nazionale ha seguito con molta attenzione questo esperimento in
consultazione con Michele Amato anche perchè nella Fede, a parte l'esperienza degli Stati Uniti,
non esistono altre realtà simili e, soprattutto, in quanto il newsgroup porta il nome "bahai",
richiedendo quindi una gestione da parte delle Istituzioni.
L'Assemblea Spirituale Nazionale ha nominato pertanto una Commissione per il coordinamento del
newsgroup formata dagli amici Michele Amato, Navid Anayati e Marco Milone che sono
responsabili della gestione del newsgroup nei confronti dell'Assemblea Spirituale Nazionale e ha
individuato nel signor Marco Milone il futuro moderatore: lo strumento è infatti potentissimo ma,
come potrete facilmente capire, altrettanto delicato per diverse ragioni.
- La prima è quella della protezione della Fede: l'esperienza degli Stati Uniti ha dimostrato che i
violatori del Patto si sono insinuati nel newsgroup Bahá'í tentando di minarne le basi spirituali.
- La seconda è che ciò che viene scritto passa sotto il nome "bahai" e non sempre potrebbe essere
corretto né opportuno.- La terza - e non meno importante ragione - è che i newsgroup sono basati sul conflitto, condizione
che ogni scritto Bahá'í ci invita ad evitare.Tutto ciò non significa che dobbiamo temere questo strumento, sarebbe come non parlare della
Fede per la paura di sbagliare. Abbiamo tuttavia il dovere di prepararci a mostrare saggezza e
maturità e, in quest'ottica, l'Assemblea Spirituale Nazionale invita tutti a studiare i passi della Casa
Universale di Giustizia riportati in allegato, in modo da raggiungere, all'interno del newsgroup,
un'etica di linguaggio superiore persino a quella delle normali discussioni nonché ad adoperarci per
evitare qualunque forma corrosiva di conflitto.Desideriamo inoltre informarvi che al prossimo Convegno Nazionale di Insegnamento (Riccione, 3-
7 Gennaio 2000) il Consigliere Continentale Sohrab Youssefian terrà un'apposita sessione su
internet e sulla protezione del Patto.Apriamoci quindi a questa nuova esperienza e diamo il nostro sostegno alla Commissione per la
gestione del newsgroup che si sta già velocemente attivando per poter inserire la figura del
moderatore così come richiesto espressamente dall'Assemblea Spirituale Nazionale.
Con l'aiuto degli Scritti e con il grande desiderio di diffondere la Causa, chiediamo l'aiuto di
Bahá'u'lláh perchè ci guidi in questo tentativo di mostrare a un mondo in conflitto il rimedio
spirituale della consultazione.TEMI RELATIVI ALLA COMUNICAZIONE ELETTRONICA. TESTO RICEVUTO
DALL'UFFICIO DEI CONSIGLIERI CONTINENTALI PER L'EUORPA
attenzione: Traduzione provvisoria controllata dalla segreteria dell'Assemblea Spirituale Nazionale
dei Bahá'í d'Italia. La traduzione definitiva sarà approntata al più presto.
"In generale, in questa fase dello sviluppo del World Wide Web, la Casa di Giustizia ritiene che
quegli amici che desiderano dare vita ad una home page personale su internet come mezzo per
promuovere la Fede non dovrebbero essere scoraggiati dal farlo. Si spera che gli amici adottino
delle regole conformi ai principi delle Fede, compresa una chiara indicazione di quale materiale
costituisce le loro interpretazioni personali. A questo proposito le Assemblee Spirituali Nazionali
possono, senza dubbio, essere d'aiuto con consigli appropriati. Se è inevitabile che alcuni tentativi si
riveleranno insufficienti, la Casa di Giustizia non ha ancora dato indicazioni o una linea di condotta
riguardante i siti internet.Si raccomandano gli individui e le comunità che chiedono informazioni per la creazione di una
home page o per il materiale che appare sulla home page, in particolare riguardo alla revisione del
materiale che può essere o che è stato pubblicato, di consultarsi con la loro Assemblea Spirituale
Nazionale o con l'Assemblea Nazionale della comunità in cui ha avuto origine la home page in
questione. In questi casi è lasciato alla discrezione di ogni Assemblea Nazionale determinare quali
azioni possono essere necessarie e prudenti. Non è consigliata in questo momento la formulazione
di procedure per la revisione del materiale delle home page da parte delle Assemblee Nazionali."
(Da una lettera datata 1 dicembre 1996 scritta a nome della Casa Universale di Giustizia ad una
Assemblea Spirituale Nazionale)"La Casa Universale di Giustizia ha ricevuto il suo e-mail del 22 agosto 1994 in cui esprime la sua
preoccupazione che le discussioni dei Bahá'í nei newsgroup su internet, specialmente in
"soc.culture.iranian", sono, a volte, dannose e degradanti per la Fede. Ci è stato chiesto di
risponderle e di ringraziarla per il suo interessamento nel proteggere la Fede da commenti
imprudenti da parte dei Bahá'í che partecipano a questi gruppi.
Potrebbe esprimere le sue preoccupazioni la Bahá'í Computer and Communications Association
perché ha un centro di attività internazionale e si occupa dell'educazione dei Bahá'í e può essere in
grado di trovare una via per aiutare a ridurre gli scambi potenzialmente dannosi nei vari newsgroup.
"(Da una lettera del 27 dicembre 1994 scritta a nome della Casa Universale di Giustizia ad un
credente)"Lei menziona il suo sentirsi disturbato dai messaggi dei Bahá'í nei gruppi di discussione su
Internet, che sembrano averla spinta a porsi domande sul suo grado di saldezza nella Causa. Tenga a
mente lo standard fissato dalla Bellezza Benedetta poiché fornisce la soluzione alle sue
preoccupazioni: "La tua certezza dovrebbe essere tale che, anche se l'umanità intera vantasse dei
diritti che nessuno ha mai vantato e nessuna mente concepiti, tu dovresti completamente ignorarli,
allontanarli da te e volgerti a Colui Che è l'Oggetto dell'adorazione di tutti i mondi." questa capacità
è assicurata a tutti attraverso la fermezza nel Patto."
(Da una lettera datata 17 agosto 1995 scritta a nome della Casa Universale di giustizia ad un
credente)Estratti da una compilazione preparata dal Consigliere Stephen Birkland
TEMI RELATIVI ALLA PROTEZIONE"Altamente significativa è l'opportunità che la tecnologia della comunicazione elettronica fornisce
per una consultazione più veloce e diretta tra gli amici. Senza dubbio, rappresenta un'altra
manifestazione di uno sviluppo entusiasticamente anticipato dal Custode quando previde la
creazione di un meccanismo di comunicazione mondiale ... che abbracci l'intero pianeta, liberato da
ostacoli e limitazioni nazionali e funzionante con rapidità incredibile e perfetta regolarità."
(Da una lettera scritta a nome della Casa Universale di Giustizia a un Bahá'í datata 19 Maggio
1995)In ogni caso, come la Casa Universale di Giustizia sottolinea, usare questo mezzo di comunicazione
in maniera onorevole e unificante, richiederà una disciplina in qualche modo con livelli di disciplina
persino maggiori di quelli richieste nell'interazione diretta, personale e sociale.
3"Come potete ben costatare, il grado in cui questa tecnologia fa avanzare il lavoro della Fede
dipende, chiaramente, dalla maniera in cui viene usata. Come mezzo di comunicazione per
scambiare opinioni tra i Bahá'í impone ai partecipanti gli stessi requisiti di moderazione, candore e
cortesia necessari in ogni altra discussione.La comodità e la relativa impersonalità del mezzo di comunicazione elettronico richiede, in qualche
modo un livello persino maggiore di autodisciplina di quello (necessario) nelle situazioni in cui lo
spirito di unità è rinforzato dall'opportunità di un contatto personale diretto e di una interazione
sociale. Nella ricerca di tale spirito di unità i Bahá'í dovrebbero, senza dubbio, desiderare di
assistere il processo di consultazione condividendo e discutendo testi Bahá'í attinenti. Questa azione
avrà, essa stessa, l'ulteriore effetto di riportare l'attenzione sulla struttura del credo Bahá'í."
(Da una lettera scritta a nome della Casa Universale di Giustizia ad un credente, datata 9 maggio
1995)Nella seguente citazione la Casa Universale di Giustizia riflette su questo bisogno di livelli
maggiori di autodisciplina e da anche alcune definizioni.
4"La Casa di Giustizia ha osservato che è stato disturbato da alcuni annunci, fatti nel gruppo di
discussione via e-mail di cui lei è diventato, recentemente, un membro. I gruppi di discussione via
e-mail sono un fenomeno nuovo; possono portare immensi benefici nella comunicazione tra persone
e per l'insegnamento della Fede, ma, come lei ha visto, possono anche far sorgere problemi di vasta
portata. L'uso dell'e-mail richiede un adeguamento di percezione. Nel passato le discussioni tra
Bahá'í avevano luogo oralmente, tra gruppi di amici in privato, o alle scuole estive e ad altri eventi
Bahá'í, o tramite lettere di individui. Inevitabilmente venivano fatte molte asserzioni erronee; non
tutti i commenti erano così moderati come avrebbero dovuto essere; alcune affermazioni venivano
capite male da chi le ascoltava. Dopotutto, non tutti i Bahá'í hanno una profonda conoscenza degli
insegnamenti, ed è chiaro che anche l'eccellenza accademica non è garanzia di una corretta
comprensione della Rivelazione di Dio. Prima dell'e-mail queste stravaganze avevano un ambito
limitato ed erano di natura effimera. Adesso, lo stesso tipo di discussione si sparge tra cento o più
persone, che spesso non si conoscono tra loro, è in una forma più duratura del discorso e può essere
divulgato tra un vasto numero di lettori premendo un bottone. È necessario, quindi, un nuovo livello
di auto disciplina da parte di coloro che ne prendono parte. Tali discussioni tra Bahá'í richiedono sia
auto controllo e purezza di intenti sia cordialità, franchezza e apertura."
(Da una lettera scritta a nome della Casa Universale di Giustizia ad un credente, datata 18 febbraio
1996)La garanzia più sicura è, come sempre, di confidare nella guida dei nostri Insegnamenti.
5Più importante di tutto, come per qualsiasi ricerca da parte dei Bahá'í sui principi e pratica della loro
Fede, le discussioni elettroniche serviranno gli interessi della Causa e dei suoi membri solo se
condotte nell'ambito degli Insegnamenti Bahá'í e delle verità che racchiudono. Tentare di discutere
sulla Causa di Dio indipendentemente o disdegnando la guida autorevole inerente a questi
insegnamenti sarebbe chiaramente una logica contraddizione.
(Da una lettera scritta a nome della Casa Universale di Giustizia a un Bahá'í; datata 19 maggio
1995)Non deve per nulla sorprendere se i partecipanti ai gruppi di discussione elettronica leggeranno
regolarmente annunci che differiscono dai loro e che addirittura può sembrare che contraddicano gli
Insegnamenti. Dovrebbero domandarsi come rispondere e sovente rivolgersi ai membri del
Consiglio Ausiliario o ad uno dei loro assistenti per un consiglio. Per poter meglio aiutare i
credenti, rimandandoli ai principi, i seguenti estratti di una lettera scritta a nome della Casa
Universale di Giustizia possono essere un ottimo punto di partenza.
7"La combinazione tra l'assoluta lealtà alla Manifestazione di Dio e ai suoi Insegnamenti e la ricerca
e lo studio intelligente degli Insegnamenti e della storia della Fede, che quelli stessi insegnamenti
raccomandano, è uno speciale punto di forza di questa Dispensazione. Nelle passate Dispensazioni
si tendeva a dividere i credenti in due gruppi reciprocamente antagonisti: coloro che si
aggrappavano ciecamente al significato letterale della Rivelazione e quelli che facevano domande e
dubitavano di ogni cosa. Come tutti gli estremi, entrambi possono portare all'errore. L'amato
Custode ha scritto che: "La Fede Bahá'í ingiunge ai suoi seguaci il primo dovere di una libera
ricerca della verità..." I Bahá'í sono chiamati a seguire la Fede con intelligenza e comprensione.
Inevitabilmente i credenti commetteranno errori quando si sforzano di elevarsi a questo livello di
maturità e questo richiede pazienza e maturità da parte di tutti gli interessati, in modo che questa
faccenda non causi disunità e discordia tra gli amici."
(Da una lettera datata 7 ottobre 1980, scritta a nome della Casa Universale di Giustizia ad un
credente)"Così, se un partecipante ad una discussione via e-mail sente che un'opinione proposta sembra
contraddire o insidiare le leggi del Patto, deve essere libero di dirlo, spiegando francamente e
cortesemente perché avverte ciò. La persona che ha fatto l'affermazione iniziale sarà in grado di
riconsiderare la sua opinione e, se crede ancora che sia valida, potrebbe spiegare perché non è
contraria né al significato letterale, né allo spirito del Patto. I partecipanti a tale discussione
dovrebbero evitare dispute e, se non sono in grado di risolvere un problema, devono riferire la
questione alla Casa Universale di Giustizia poiché, in conformità con le "Ultime volontà e
testamento" di 'Abdu'l-Bahá, 'Tutti i problemi difficili devono essere risolti da questo corpo' ed esso
ha l'autorità di decidere riguardo a 'tutti i problemi che hanno causato divergenze, alle domande che
sono poco chiare e alle faccende che non sono espressamente registrate nel Libro'. In questo modo il
patto può illuminare e moderare il discorso, rendendolo fecondo."
(Da una lettera scritta a nome della Casa Universale di Giustizia ad un credente, datata 18 febbraio
1996)"Non sorprendentemente, l'abuso delle discussioni via Internet sulla Fede e i suoi insegnamenti ha
proprio avuto l'effetto di preoccupare grandemente gli amici che sono diventati consapevoli di
questo. Che la reazione abbia incluso in sé, come la sua lettera suggerisce, un livello sfrenato di
critiche, commenti fuori luogo e accuse ingiuste è deplorevole, ma anche non sorprendente, dal
momento che il litigio genera rivalità. Deve essere certo che la Casa Universale di Giustizia non
permetterà ad un clima di intolleranza di prosperare nella comunità Bahá'í, al di là del motivo per
cui è sorto."(20 luglio 1997, scritta a nome della Casa Universale di Giustizia ad un credente)
13"Se singoli Bahá'í deliberatamente ignorano i principi intessuti nell'Ordine che Bahá'u'lláh stesso ha
indicato per porre rimedio alle divisioni nella famiglia umana, la Causa per la quale così tanto è
stato sacrificato sicuramente subirà dei ritardi nella sua missione di salvare la società mondiale dalla
completa disintegrazione. Non si può fare sì che l'esistenza del Patto sia invocato più volte, in modo
che tale ripetizione possa preservare la prospettiva di cui si necessita? Infatti, in questa epoca, la
Causa di Bahá'u'lláh è stata protetta dai perniciosi effetti del cattivo uso del processo di critica;
questo è stato fatto tramite l'Istituzione del Patto e fornendo un sistema amministrativo universale
che incorpora in se stesso il meccanismo per far emergere le idee costruttive dei singoli e usarle a
beneficio dell'intero sistema. Nel Suo Libro del Patto, Bahá'u'lláh, ammonendo le genti di
aggrapparsi allo scopo unificatore della Causa, indirizza loro queste intense parole: "Che gli
strumenti dell'ordine non siano causa di confusione e i mezzi dell'unione un'occasione di discordia."
Tali affermazioni enfatizzano un punto cruciale che è: in termini di Patto, il dissidio è
contraddizione morale e intellettuale del principale obbiettivo che anima la comunità Bahá'í e cioè
lo stabilirsi dell'unità del genere umano."(Casa Universale di Giustizia ai seguaci di Bahá'u'lláh negli Stati Uniti d'America, 29 dicembre
1988)"Non persistiamo sempre nelle nostre fantasie e illusioni, nel nostro analizzare e interpretare e
disseminare complicate incertezze. Accantoniamo ogni pensiero dell'io; chiudiamo gli occhi a ogni
cosa sulla terra, non facciamo conoscere le nostre sofferenze e non lamentiamoci dei torti subiti.
Dimentichiamo invece l'io e, bevendo il vino della grazia celeste, gridiamo la nostra gioia e
perdiamoci nella beltà del Gloriosissimo. (Antologia di Abdu'l-Bahá, pag. 224)
19"....l'interpretazione individuale è considerata il frutto del potere razionale dell'uomo e che conduce
ad una migliore comprensione degli Insegnamenti, a condizione che nessuna disputa o lite insorga
tra gli amici e che l'individuo stesso comprenda e chiarisca che i suoi punti di vista sono
esclusivamente i suoi. Le interpretazioni individuali cambiamo di continuo nella misura in cui
cresce la propria comprensione degli Insegnamenti." (da una lettera del 27 maggio 1966 scritta ad
un credente dalla Casa Universale di Giustizia)."Alcuni dei protagonisti delle discussioni su Internet hanno dato per scontato che il solo modo per
raggiungere una vera comprensione degli avvenimenti storici e della portata delle affermazioni
sacre e storiche della Causa di Dio è attraverso la rigida applicazione di metodi strettamente stabiliti
in un contesto materialistico. Sono perfino arrivati al punto di stigmatizzare chiunque proponga una
variante a questi metodi in quanto desiderosi di oscurare la verità piuttosto che svelarla.
"La Casa Universale di Giustizia riconosce che, all'estremo opposto, ci sono Bahá'í che, impregnati
da ciò che essi considerano essere lealtà a Bahá'u'lláh, si aggrappano ad una cieca accettazione di
ciò che essi comprendono essere un'affermazione dei Testi Sacri. Questa insufficienza dimostra un
altrettanto seria mancanza di comprendere la profondità del principio Bahá'í di armonia tra fede e
ragione. Il pericolo di un tale atteggiamento è che esalta la comprensione personale di una parte
della Rivelazione rispetto al Suo insieme, porta ad applicazioni illogiche e inerentemente
inconsistenti e fornisce combustibile per coloro che vorrebbero erroneamente caratterizzare con il
termine "fondamentalismo" la lealtà al Patto.Non deve sorprendere che singoli Bahá'í abbiano ed esprimano comprensioni degli Insegnamenti
differenti e a volte mancanti; questo non è che un'evidenza della magnificenza del cambiamento che
questa Rivelazione effettua nella coscienza umana. Man mano che credenti con varie intuizioni
sugli Insegnamenti conversano - con pazienza, tolleranza e menti aperte e imparziali - nascerà una
comprensione maggiormente approfondita. La stridente insistenza dei punti di vista individuali,
pertanto, può condurre al conflitto, che è a detrimento non solo dello spirito Bahá'í dell'associarsi e
della collaborazione ma alla ricerca stessa della verità." (dalla Casa Universale di Giustizia ad un
singolo credente. datata 8 febbraio 1998)."Attenti a non entrare in disputa con alcuno, anzi, sforzatevi di renderlo edotto della verità con modi
cortesi e con esortazioni convincenti. Se il vostro ascoltatore sarà incline, lo sarà per il suo proprio
bene, in caso contrario allontanatevi da lui e volgete i vostri visi alla sacra Corte di Dio, luogo di
santità risplendente." (Bahá'u'lláh - Spigolature, n. CXXVIII).
30"O amati del Signore! In questa sacra Dispensazione i conflitti e le contese non sono in alcun modo
permessi. Ogni aggressore si prova della grazia di Dio. E' dovere di ciascuno di mostrare perfetto
amore, massima rettitudine di condotta, dirittura e gentilezza sincera verso tutti i popoli e tutte le
razze del mondo, siano essi amici o sconosciuti. Così intenso sia lo spirito di amore e di gentilezza
amorosa, che lo sconosciuto trovi in noi un amico e il nemico un vero fratello, non esistendo alcuna
differenza fra loro. Perché l'universalità emana da Dio e tutte le limitazioni sono terrene. Pertanto
l'uomo deve procurare che la sua realtà manifesti virtù e perfezioni tali che la loro luce brilli su tutti.
La luce del sole risplende sull'intero mondo e le generose piogge della Divina Provvidenza cadono
su tutti i popoli. La brezza vivificante rianima ogni creature vivente e tutti gli essere dotato di vita
ricevono la loro porzione alla Sua mensa celeste. In egual modo l'affetto e la gentilezza dei servi
dell'Unico Vero Dio devono essere generosamente e universalmente estesi a tutta l'umanità. A
questo proposito non sono in alcun modo permesse restrizioni e limitazioni. (Abdu'l-Bahá - Ultime
volontà e testamento, pag. 18)"O credenti di Dio! In poche parole, il testo del Libro Divino è questo: se due anime litigano e
disputano su una questione divina, contestando e polemizzando, entrambe hanno torto. La saggezza
di questa incontrovertibile legge di Dio è che fra due credenti in Dio non può sorgere alcun litigio o
disputa; essi devono parlarsi con infinito amore e amicizia. Se per caso apparisse la benchè minima
traccia di controversia, essi dovranno tacere e smettere entrambi di discutere, ma chiedere la
risoluzione del problema all'Interprete. Questo è il comando indiscutibile! (Abdu'l-Bahá: Tavole del
Piano Divino, pag. 56)"E' doveroso che gli amati di Dio usino massima cura e prudenza in tutte le cose, grandi e piccole,
si consiglino assieme e resistano uniti all'assalto di coloro che vogliono suscitare contese e seminare
zizzania. Devono prodigarsi per associarsi in spirito amichevole con tutti, nel loro comportamento
devono seguire la moderazione, avere rispetto e considerazione reciproca e mostrarsi buoni e teneri
verso tutte le genti del mondo. Devono essere pazienti e tolleranti, sì che possano crescere e
divenire magneti divini del Regno di Abhá e acquisire la forza dinamica delle schiere del regno
superno." (Antologia degli Scritti di Abdu'l-Bahá pag. 221)
35 secondo paragrafo"Quando osserviamo le condizioni del mondo di oggi, di sicuro dobbiamo dimenticare queste
confusioni interne totalmente insignificanti, e correre, uniti, a soccorrere l'umanità. Dovreste
sollecitare i vostri confratelli Bahá'í ad appropriarsi di questo punto di vista e sostenervi in forte
sforzo teso a sopprimere ogni pensiero critico e ogni parola dura, in modo da lasciar fluire lo spirito
di Bahá'u'lláh nell'intera comunità e unirla nel Suo amore e al Suo servizio." (da una lettera del 16
febbraio 1951, scritta per conto di Shoghi Effendi ad un credente).
38 "In questo tempo quando, come risultato di attività di società che contengono solo mezze verità,
il mondo politico è caotico e la società sembra essere in punto di morte, gli amici di Dio devono
essere uniti e agire come un singolo organismo. Più sarà grande l'unità, più sicuri essi potranno
essere di vincere il giorno. E questa unità non può essere raggiunta se non tramite l'ubbidienza alle
Assemblee. E' vero che esse sono ancora immature e molte volte agire in maniera non saggia. Ma
sostenerle aiuterà maggiormente il loro progredire verso un'amministrazione che veramente
rappresenterà la Causa, piuttosto che criticarle e ignorando i loro consigli. Bahá'u'lláh non ha
soltanto esposto alcuni principi, ma anche provveduto ad un meccanismo tramite il quale
quell'ideale può essere stabilito e perpetrato. Ambedue queste fasi sono essenziali per il
raggiungimento della Sua meta dell'unità mondiale." (Da una lettera del 27 febbraio 1933, scritta ad
un credente per conto di Shoghi Effendi)."E' ardente preghiera della Casa Universale di Giustizia che se gli amici si trovano in contrasto in
questa attività, abbiano fiducia nella guida che essa fornisce loro, rinnovino il loro studio degli
Insegnamenti e, per amore di Bahá'u'lláh, rafforzino il loro amore reciproco. Come ha scritto il
segretario del Custode per suo conto ad un credente in data 25 ottobre 1949: 'Senza lo spirito di un
genuino amore per Bahá'u'lláh, per la Sua Fede e le sue Istituzioni, ed i credenti l'uno per l'altro, la
Causa non potrà mai accogliere un grande numero di persone. Perché il mondo non desidera
prediche e regole, ma amore e azione.' Le imprese mondiali intraprese dalla Causa di Dio sono di
gran lunga troppo significative, il bisogno delle genti del Messaggio di Bahá'u'lláh di gran lunga
troppo urgente, i pericoli che di parano di fronte all'umanità di gran lunga troppo gravi, il progresso
degli eventi di gran lunga troppo rapido, per permettere ai Suoi seguaci di perdere il loro tempo e
sforzi in contese infruttuose. Ora, come non mai, è il momento dell'amore fra gli amici, per l'unità
nella comprensione e nello sforzo, per il sacrificio personale e servizio dei Bahá'í in tutto il mondo.
"(dalla Casa Universale di Giustizia ad un credente, datata 2 luglio 1996).
50"E' naturale che gli amici discutano di tali argomenti fra di loro, come avete fatto lei ed i suoi amici
nel vostro gruppo di discussione su Internet; altrimenti come potrebbero approfondire la loro
comprensione degli Insegnamenti? Ma loro dovranno ammettere che la risoluzione della diversità di
opinione su questioni così fondamentali non è da trovarsi nella continua discussione, ma nel riferirsi
alla stessa Casa Universale di Giustizia, come avete fatto voi. La discussione pubblica, prolungata e
senza soluzione di questi argomenti fondamentali non può fare altro che nutrire confusione e
dissenso. (dalla Casa Universale di Giustizia a un credente, data 3 giugno 1997).
53"Ed ora, uno dei più grandi e basilari principi della Causa di Dio è quello di scansare ed evitare
totalmente i violatori del Patto, perché essi distruggerebbero del tutto la Causa di Dio,
estinguerebbero la Sua Legge e vanificherebbero tutti gli sforzi compiuti nel passato." (Abdu'l-
Bahá, Ultime volontà e testamento, pag. 29)Se un credente è avvicinato da un membro di un gruppo di violatori del Patto direttamente via e-
mail, può essere incoraggiato a riferire di questo contatto e a ignorare il messaggio. I violatori del
Patto hanno escogitato molti approcci per impegnare nella discussione dei loro punti di vista i
bahá'í, ma l'impatto dei loro sforzi già sarà minimizzato se solo ci limiteremo a seguire il principio
che ci ha dato il Maestro nelle Sue Ultime Volontà e Testamento.
54 "...E un peccato che alcuni amici occidentali, ingenuamente, non recepiscano il fatto che non c'è
assolutamente niente che tiene fuori dalla Causa di Dio coloro che hanno violato il Patto di
Bahá'u'lláh o di `Abdu'l-Bahá, eccetto la loro condizione di 'interiore malattia spirituale'. Se fossero
sani, e non malati, e volessero servire la nostra Fede, si rivolgerebbero direttamente al Custode, il
quale sarebbe in grado di giudicare la loro sincerità e, in caso positivo, li riaccoglierebbe nei ranghi
dei fedeli come fece con Sydney Sprague. Sfortunatamente, un uomo malato non sta meglio solo
affermando di non esserlo! Ciò che conta sono i fatti e le reali condizioni. Probabilmente nessun
gruppo di persone, nel mondo, parla in modo più suadente o proclama a voce più alta la sua
innocenza, di coloro che nell'intimo del loro cuore, e con ogni loro atto, sono nemici del Centro del
Patto. Il Maestro sapeva bene questo ed ecco perché diceva che dobbiamo sfuggire la loro
compagnia ma pregare per loro. Se mettiamo un lebbroso in una stanza insieme a persone sane, egli
non può acquisire la loro salute; al contrario sono gli altri che molto facilmente possono contrarre la
sua orribile malattia."(Da una lettera scritta a nome del Custode all'Assemblea Spirituale Nazionale degli Stati Uniti, 11
aprile 1949)55 "Riguardo all'evitare di frequentare i violatori del Patto Shoghi Effendi dice che ciò non significa
che, se uno o più di costoro partecipa ad una riunione non bahá'í, i Bahá'í presenti devono sentirsi in
dovere di lasciare la riunione o rifiutare di prendervi parte, specialmente se la partecipazione era
stata programmata. Inoltre, se nel corso di taluni rapporti d'affari fosse necessario trattare con una di
queste persone per avere chiarimenti su di essi ciò è permesso, purché l'incontro sia limitato solo
all'affare in questione. E' diverso il caso in cui un violatore del Patto intervenisse in una riunione
bahá'í: allora sarebbe necessario invitarlo, con tatto e dignità, a lasciare la riunione, avendo i Bahá'í
il divieto di frequentarlo."(Da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi ad un credente, 16 maggio 1925)
59"Non è proibito leggere gli scritti di un violatore del Patto e ciò in se stesso non costituisce un atto
di violazione del Patto. In realtà alcuni Bahá'í hanno lo sgradito compito di leggere tale letteratura
come parte delle loro responsabilità per proteggere la Causa di Bahá'u'lláh. Comunque gli amici
sono ammoniti nei termini più accesi di non leggere tale letteratura perché la violazione del Patto è
un veleno spirituale e le calunnie e distorsioni della verità che i violatori del Patto producono sono
tali che possono minare la fede del credente e piantare il seme del dubbio a meno che non sia
armato di un credo indiscusso in Bahá'u'lláh e nel Suo Patto e non sia a conoscenza della verità dei
fatti. (la Casa Universale di Giustizia, 29 ottobre 1974, citato in "Developing Distinctive Bahá'í
Communities).A un credente che modera un gruppo di discussione elettronica, la Casa Universale di Giustizia
scrisse che avrebbe dovuto leggere gli annunci dei violatori del Patto come parte dei suoi doveri, ma
contemporaneamente la Casa Universale di Giustizia suggerì anche che il suo "contatto avrebbe
dovuto essere tenuto ai minimi termini..". Nella stessa lettera ha anche scritto:
"Vorrà resistere a ogni tentazione di venir coinvolto in qualsiasi discussione o considerazione sugli
argomenti che produrranno i violatori del Patto. (dalla Casa Universale di Giustizia a un credente,
data 28 Mirza 1988).Aiuta sempre ed è importante che gli amici riferiscano le loro preoccupazioni sui violatori del Patto
all'attenzione delle Istituzioni e dovrebbero essere incoraggiati a farlo.
61"Siete liberi di riferire in ogni momento ai Consiglieri Continentali e ai Membri del Consiglio
Ausiliare per la protezione ogni questione che non vi è chiara e che implica la sicurezza della Fede
nella vostra area e li troverete sempre pronti ad assistervi nel gestire tali problemi. (Scritto per conto
della Casa Universale di Giustizia, 1 ottobre 1979, citato in "Developing Distinctive Bahá'í
Communities).E' importante essere vigili ma non troppo veloci nel giudicare una persona che ha inviato il suo
contributo ad una discussione elettronica. E' anche importante non etichettare qualcuno come
violatore del Patto a meno che tale persona non sia stata espulsa dalla Fede dall'Autorità Centrale
della nostra Causa. La violazione del Patto è una cosa molto seria e materia per specifiche
Istituzioni bahá'í. Dovremmo incoraggiare gli amici a non usare questo termine indiscriminatamente
o casualmente. In ogni caso quando un Bahá'í sta cercando di decidere se interagire con un altro o
meno, è meglio pregare e seguire il proprio istinto spirituale. Potremmo porci delle domande del
tipo: Questa discussione mi eleva e mi stimola spiritualmente o ha l'odore dell'inganno"? Bahá'u'lláh
ha scritto:"Abbiamo ammonito ripetutamente i Nostri benamati di evitare, anzi di fuggire qualsiasi cosa in cui
si possa avvertire un sentore di malizia. Ilmondo è in grande scompiglio e le menti dei suoi abitanti in stato di completa confusione. Noi
supplichiamo l'Onnipotente di illuminarli benevolmente con la gloria della Sua Giustizia e di
permettere loro di scoprire ciò che gioverà loro in ogni occasione ed in ogni circostanza. Egli è,
invero, Colui Che tutto possiede, l'Altissimo. (Bahá'u'lláh - Spigolature, XLIII)
I nostri Insegnamenti ci ammoniscono di non giudicare gli altri ma siamo anche incoraggiati a fare
delle differenze e a evitare situazione che possano distrarci, suscitare dubbi e portarci a pensieri e
azioni ignobili.O amico! Nel giardino del tuo cuore non piantare null'altro che la rosa dell'amore e non lasciarti
sfuggire l'usignolo dell'affetto e del desiderio. Fai tesoro della compagnia dei giusti e schiva ogni
comunanza con gli empi. (Bahá'u'lláh - Parole Celate)
64"Aiutali, dunque, o mio Dio, a raggiungere con la forza del Tuo sovrano potere tale stadio che essi
possano rapidamente distinguere ogni cattivo odore dalla fragranza della veste di Colui che è il
Portatore del Tuo eccelso ed esaltato nome, così che essi possano volgersi con tutte le loro affezioni
verso di Te, e possano gioire di tale intima comunione con Te, che se tutto ciò che vi è in cielo e in
terra fosse dato loro, essi lo considererebbero indegno di interesse, e rifiuterebbero di cessare di
ricordarTi e di esaltare le Tue virtù. (Bahá'u'lláh - Preghiere e Meditazioni - pag. 152)
Come Bahá'í non dovremmo essere sorpresi che l'emersione di questa nuova forma di
comunicazione elettronica ha coinciso con l'emersione della nostra preziosa Causa da una relativa
oscurità e con l'imminente fine di questo secolo. Né tantomeno dovremmo sorprenderci del fatto
che la nostra emersione dall'oscurità ha dato luogo ad attacchi alla Fede, sia dal suo interno che
dall'esterno.Pochi anni fa la Casa Universale di Giustizia ha scritto:
66"Man mano che la comunità Bahá'í continua ad emergere inesorabilmente dall'oscurità, sarà
confrontata da nemici, sia al suo interno che all'esterno, il cui scopo sarà quello di travisare i suoi
principi in modo da disilludere i suoi ammiratori e scuotere la fede dei suoi aderenti. "(da una
lettera scritta per conto della Casa Universale di Giustizia all'Associazione di Studi Bahá'í, citato in
una lettera ad un credente, data 19 ottobre 1993).
69"Alla luce di passate esperienze, l'inevitabile risultato di questi futili tentativi, per quanto persistenti
e malevoli siano, è quello di aiutare sia i credenti sia i non credenti a riconoscere in modo più ampio
e profondo i caratteri peculiari della Fede proclamata da Bahá'u'lláh. Queste critiche provocatorie,
siano esse dettate da malizia oppure no, non fanno altro che ravvivare le anime dei suoi ardenti
sostenitori e rafforzarne le schiere dei fedeli promotori. Esse purificheranno la Fede da quei
perniciosi elementi la cui continua presenza in mezzo ai credenti tende a macchiare il nome della
Causa e ad offuscare la purezza del suo spirito. Perciò non solo dobbiamo di buon grado accogliere
gli aperti attacchi che i suoi dichiarati nemici ostinatamente sferrano contro di essa, ma anche
considerare una benedizione nascosta le maligne tempeste scatenate di tanto intanto da coloro che
rinnegano la Fede o se ne proclamano leali sostenitori. Lungi dall'indebolire la Fede, questi assalti,
provengano essi dall'interno o dall'esterno, ne rinforzano le fondamenta e ne attizzano la fiamma;
perseguiti per offuscare la sua radiosità, essi proclamano a tutto il mondo l'elevatezza dei suoi
precetti, l'integrità della sua unità, l'unicità della sua posizione e la capacità di diffusione della sua
influenza." ( Shoghi Effendi - Ordine Mondiale di Bahá'u'lláh, pag. 15-16)
La Casa Universale di Giustizia ha scritto favorevolmente sullo sviluppo di Internet e del World
Wide Web. Nostra è la sfida di elevarci a un livello di maturità tale che si possa fare il miglior uso
di questo sviluppo per la propagazione della nostra preziosa Causa.
Preghiamo affinché si possa essere in grado di creare un galateo di espressione e comunicazione
degno dell'imminente maturità del genere umano."Ci soffermiamo di nuovo sulle caratteristiche fenomeniche del linguaggio. Contenuto, volume,
stile, tatto, saggezza, tempestività, sono fra i fattori che determinano gli effetti positivi o negativi
del linguaggio. Di conseguenza gli amici devono essere sempre consapevoli del significato di
questa attività che contraddistingue il genere umano delle altre forme di vita, e la devono esercitare
con giudizio. I loro sforzi in questa disciplina darà luogo ad un galateo di espressione degno
dell'imminente maturità della razza umana. Così come questa disciplina si applica alla parola, in
egual misura si applica anche alla parola scritta ed influenza profondamente l'uso della stampa." (da
una lettera della Casa Universale di Giustizia ai Bahá'í degli Stati Uniti, 29 dicembre 1988).
71".....La Casa di Giustizia continuerà ad incoraggiare l'uso delle estremamente maggiori opportunità
di discussione dei concetti e degli ideali Bahá'í che provvede in maniera meravigliosa la
comunicazione via Internet. (Scritto per conto della Casa Universale di Giustizia a un individuo, 20
luglio 1997).