Lettere di Shoghi Effendi all'Assemblea Spirituale Nazionale Bahá'í Italo-Svizzera, 1953-1957
TraduzioniTradotto e pubblicato per concessione del “Bahá'í Publishing Trust",
Wilmette, Illinois, U.S.A.Copyright 1939, © 1963, 1967, 198il by the National Spiritual Assembly of the
Bahá'ís of the United StatesCopyright 1965, 1987, dell'Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá'í d'Italia
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tipografia Trinca - Albano Laziale (Roma)Le crisi del mondo Bahá'í e non Bahá'í 2 - 5
L'incomparabile stadio della comunità Bahá'í nordamericana, 5 - 8
Primo motore e modello delleDiscendenti spirituali degli Araldi dell'Aurora, 5
Culla dell'Ordine Amministrati-vo, 6I futuri compiti dei credenti americani 8 - 12
La diffusione della Fede nell'Emisfero Occidentale, 9 - 10 La diffusione della Fede nel mondo, 10
L'ancora sconosciuta missione del futuro, 10 - 13L'importanza dell'impegno quotidiano, 12 - 13
INVITO AD ACQUISIRE QUELLE VIRTÙ DI CUI LA COMUNITÀ Bahá'í NORDAMERICANA HA BISOGNO PER REALIZZARE IL SUO DESTINO, 13 - 33
Un monito sulle manchevolezze dei Nordamericani, 13 - 16
L'importanza di estirpare le pecche ereditate dalla nazione, 16
L'acquisizione delle qualità spirituali essenziali per i Piani di insegna-
mento, i progetti per il Tempio eINVITO A REALIZZARE L'ASPETTO MATERIALE DEL COMPITO DELL'AMERICA, DAL QUALE DIPENDONO I FUTURI SUCCESSI, 33 - 55
Il Tempio, 33 - 34I requisiti per aver successo nell'insegnamento, 38
I requisiti per il pionierismo,metodi per l'espansione e il consolidamento, 39 - 40
Collaborare con le istituzioniPreparazione amministrativa per l'insegnamento, 45 - 46 Preparazione personale per-
l'insegnamento, 46 - 48 Assicurazioni di assistenza, 48 - 49
La formazione delle basi delle Istituzioni Locali e Nazionali, 49 - 50
Le traduzioni dei testi, 50 Trovare le anime ricettive e capaci, 50 - 51
Richiesta di pionieri, auto-sufficienti e delegati, 51 - 52 L'importanza della collaborazione con le istituzioni ba-há'í e i credenti nativi, 52 L'importanza dei pionieri autosufficienti, 52 - 53
Elogio delle donne pioniere, 53 - 54Appello ai giovani, affinché col-laborino per il conseguimento delle mete, 54
La particolare importanza di Panama, 54 - 55DELLA COMUNITÀ Bahá'í NORD-AMERICANA NELLO SVOLGIMEN-TO DELLE TAVOLE DEL PIANO DIVINO DI 'Abdu'l-Bahá, 55 - 71
Assicurazioni di 'Abdu'l-Bahá sul destino del Nord America, 57
Fiducia di Shoghi Effendi nei Bahá'í nordamericani, 57 - 58
Passi dagli scritti di Bahá'u'lláh, che sono di aiuto nello svolgimento di molteplici compiti, 58 - 71
L'alto rango della gente di Bahá,Dai primissimi anni del suo ministerio di divino Custode della Causa di Dio, Shoghi Effendi elargì ai Bahá'í del Nord America uno specialissimo dono, inviando loro una serie di messaggi ispiratori e galvanizzanti, dove descriveva accuratamente i compiti che essi erano chiamati a svolgere e metteva in luce il rapporto fra queste mete e l'adempimento del loro destino di strumenti prescelti per l'esecuzione del Piano Divino di 'Abdu’l-Bahá.
Fra tutte queste comunicazioni, quella che aveva più diretta atti-nenza con la vita del singolo Bahá'í fu l'Avvento della Giustizia Divina, scritta nel 1938, nella quale il Custode espose i requisiti spirituali necessari per avere successo in ogni attività svolta per il progresso della Fede. Speciale importanza era attribuita non solo ai fattori imponderabili legati alla vita interiore dello spirito, ma anche ai rapporti umani e sociali che devono essere curati ed entrare a far parte integrale della vita quotidiana di ogni Bahá'í
Descrivendo con stupefacente precisione i malanni fondamentali che affliggono la società americana, nonché indicando il probabile corso degli eventi mondiali che erano destinati a creare nuovi problemi e opportunità per la nazione americana, Shoghi Effendi in questo portentoso messaggio definì chiaramente il ruolo che i Bahá'í ameri-cani sarebbero stati chiamati a svolgere negli anni avvenire.
Poiché oggi molte delle profetiche parole di 'Abdu'l-Bahá e Shoghi Effendi sull'America hanno un significato più profondo che mai nel loro impatto sulle attività dei credenti americani, è importante pubblicare una nuova edizione dell'Avvento della Giustizia Divina, in modo da poter dare a ogni Bahá'í la possibilità di ottenere da un attento studio delle sue pagine una più chiara comprensione del vero scopo della nostra Fede, del destino spirituale dell'America e del modo in cui il credente è chiamato a partecipare personalmente alla realizzazione di questo destino, sia sul fronte interno sia nel servizio fuori del Paese
Paul HaneyAgli amati di Dio e alle ancelle del Misericordioso
degli Stati Uniti e del CanadaAmatissimi amici e sorelle nell'amore di Bahá'u'lláh,
sarebbe veramente difficile esprimere adeguatamente i sentimenti d'incontenibile gioia e di esultanza che sommergono il mio cuore ogni qual volta mi soffermo a meditare sulle incessanti dimostrazioni della dinamica energia che anima i valorosi pionieri dell'Ordine Mondiale di Bahá'u'lláh nello svolgimento del Piano affidato alle loro cure. Il contratto firmato dai vostri rappresentanti nazionali eletti che dà inizio alla fase finale della massima impresa varata dai seguaci della Fede di Bahá'u'lláh nell'Occidente, nonché l'incoraggiante progresso registrato nei vari rapporti del loro Comitato Nazionale d'Insegnamento testimoniano, senz'ombra di dubbio, la fedeltà, la vigoria e la serietà di cui hanno dato prova nel condurre le molteplici operazioni che l'evoluzione del Piano Settennale di necessità comporta. Esso viene perseguito, in entrambi i suoi aspetti e in tutti i dettagli, con regolarità e precisione esemplari, con immutata efficienza ed encomiabile sollecitudine.
L'ingegnosità, così rimarchevolmente dimostrata negli ultimi mesi dai rappresentanti nazionali dei credenti americani, come si deduce dalla serie di misure da essi adottate, è stata eguagliata dal leale, pronto e generoso appoggio che hanno ricevuto, nell'adempimento dei loro sacri doveri, nei momenti critici e per ogni nuovo avanzamento, da tutti i loro rappresentati. Tale intima interazione, totale coesione, costante armonia e amicizia fra i diversi strumenti che contribuiscono al coordinamento della vita di ogni efficiente comunità bahá'í, di cui costituiscono l'impalcatura, è un fenomeno in netto contrasto con le tendenze disgregative tragicamente manifeste nei discordanti elementi dell'odierna società. Mentre ogni apparente prova che l’imperscrutabile saggezza dell'Onnipotente giudica necessario infliggere alla Sua eletta comunità vale solo a dimostrarne ancora una volta l'essenziale solidarietà e a consolidarne l'intima fortezza, ciascuna delle crisi susseguentisi nelle sorti di questa epoca decadente espone più convincentemente di quella precedente le forze corrosive che stanno rapidamente logorando la vitalità e scalzando le fondamenta delle sue declinanti istituzioni.
Per queste dimostrazioni degli interventi di una sempre vigile Provvidenza coloro che s'identificano con la comunità del Più Grande Nome devono sentirsi eternamente grati. Da ogni nuovo segno della Sua inesauribile grazia da un lato e del Suo castigo dall'altro, essi possono solo trarre immensa speranza e coraggio. Pronti a cogliere ogni opportunità che i rivolgimenti della ruota del destino nell'ambito della Fede offre loro e intrepidi dinanzi alla prospettiva dei convulsi spasimi che o prima o poi coglieranno coloro che si sono rifiutati di abbracciare la sua luce, essi e coloro che lavoreranno dopo di loro devono avanzare finché i processi or ora messi in moto non avranno esaurito il loro corso e svolto la loro parte nella nascita dell'ordine che s'agita nel grembo d'un evo travagliato.
Queste crisi ricorrenti che, con minacciosa frequenza e irresistibile forza, affliggono una porzione sempre più vasta della razza umana continueranno necessariamente - ancorché temporaneamente - a esercitare, entro certi limiti, il loro nefasto influsso su codesta comunità mondiale che ha proteso le sue diramazioni fino agli estremi confini della terra. Com'è possibile che gl'inizi di un sommovimento mondiale che sta scatenando forze capaci di turbare così gravemente l'equilibrio sociale, religioso, politico ed economico della società organizzata, di gettare nel caos e nello scompiglio sistemi politici, dottrine razziali, concezioni sociali, norme culturali, associazioni religiose e relazioni commerciali - com'è possibile che agitazioni di siffatte proporzioni, mai accadute prima, non si ripercuotano sulle istituzioni di codesta Fede, così tenera d'anni, portatrice di insegnamenti così direttamente e vitalmente legati a ciascuna di queste sfere della vita e della condotta umana?
C'è poco da meravigliarsi dunque se coloro che tengono alte le insegne di questa Fede così diffusa, di questa Causa così stimolante si vedono colpiti dall'impatto di queste forze che stanno sconvolgendo il mondo. C'è poco da meravigliarsi se essi trovano che, in questo vortice di passioni contrastanti, la loro libertà è stata limitata, disprezzate le loro dottrine, assalite le loro istituzioni, calunniati i loro moventi, messa in pericolo la loro autorità, respinti i loro asserti.
Nel cuore del continente europeo, una comunità che - secondo la predizione di 'Abdu’l-Bahá - è destinata, per le sue potenzialità spirituali e la sua situazione geografica, a irradiare lo splendore della Fede sui Paesi limitrofi, è stata temporaneamente eclissata per le restrizioni che un regime che ne ha grossolanamente travisato lo scopo e la funzione ha deciso di imporle. La sua voce, ahimè, è ora silente, sciolte
le istituzioni, bandita la letteratura, confiscati gli archivi e sospesi gl'incontri.
Nell'Asia Centrale, nella città che vanta l'impareggiabile distinzione d'essere stata scelta da 'Abdu’l-Bahá quale sede del primo Mashriqu'l-Adhkár del mondo bahá'í, così come nelle cittadine e nei villaggi della provincia cui essa appartiene, la Fede di Bahá'u'lláh, duramente oppressa a causa della straordinaria e incomparabile vitalità che ha costantemente manifestato nel corso di parecchi decenni, si trova in balia di forze che, allarmate dal suo insorgente potere, sono ora risolute a ridurla a totale impotenza. Il suo Tempio, benché sia ancora adibito a scopi di culto bahá'í, è stato espropriato, sciolte le Assemblee e i comitati, bloccate le attività d'insegnamento, deportati i principali promotori e imprigionati non pochi dei suoi più entusiasti sostenitori e sostenitrici.
Nella sua terra d'origine, ove risiede la stragrande maggioranza dei suoi seguaci - un Paese alla cui capitale Bahá'u'lláh inneggiò quale "madre del mondo” e "sorgente di gioia per l'umanità intera" - un'autorità civile che non si è ancora ufficialmente emancipata dalla soffocante influenza di un clero antiquato, fanatico e vergognosamente corrotto, persegue un'implacabile campagna di repressione contro i seguaci di una Fede che per quasi un secolo s'è inutilmente affaticata di sopprimere. Indifferente al fatto che i membri di questa innocente comunità proscritta abbiano tutte le ragioni di pretendere d'essere annoverati fra i più disinteressati, capaci e ardenti amanti della loro patria, biasimando il loro alto senso di cittadinanza mondiale - che i fautori di un estremo, gretto nazionalismo non potranno mai sperare di comprendere - questa autorità si rifiuta di concedere a codesta Fede - che esercita giurisdizione spirituale su circa seicento comunità locali e ha un numero di seguaci maggiore delle Fedi Cristiana, Ebraica e Zoroastriana in quella terra - la necessaria autorizzazione legale per applicare le sue leggi, amministrare i suoi affari, dirigere le sue scuole, solennizzare le sue festività, divulgare la sua letteratura, celebrare i suoi riti, costruire i suoi edifici e proteggere i suoi possedimenti.
E ora di recente perfino in Terra Santa, cuore e centro nevralgico di codesta Fede mondiale, i fuochi dell'odio razziale, della guerra fratricida e di uno sfrontato terrorismo hanno acceso un incendio che da un lato intralcia gravemente quel flusso di pellegrini che ne costituisce la linfa vitale, dall'altro interrompe i vari progetti che erano stati avviati allo scopo di preservare e ampliare le aree adiacenti ai sacri Luoghi in essa custoditi. La sicurezza della piccola comunità di
credenti che vi risiedono, minacciati dalla crescente ondata di criminalità, è stata scossa, il suo stato di comunità neutrale e distinta indirettamente impugnato, la sua libertà di adempiere certe osservanze de-curtata. Una serie alterna di assalti omicidi e di esplosioni d'implacabi-le fanatismo, razziale e religioso, da parte dei capi e dei seguaci delle tre principali fedi presenti in questo tormentato Paese hanno più volte minacciato di interrompere tutte le normali comunicazioni, all'interno dei suoi confini e verso il mondo esterno. Eppure, malgrado i pericoli della situazione, ai Luoghi Santi Bahá'í, oggetto di adorazione di co-desta Fede mondiale, nonostante il loro numero e la loro situazione al-lo scoperto e pur essendo essi apparentemente privi di qualsiasi mezzo di difesa, è stata concessa una protezione che ha del miracoloso.
Il mondo, lacerato da passioni contrastanti, in preda a un pericoloso processo di disgregazione interna, si trova - in quest'epoca così cruciale della storia - di fronte alle insorgenti fortune di una Fede infante, una Fede che talvolta pare trascinata nelle controversie di questo stesso mondo, intricata dai suoi conflitti, eclissata dalle sue addensanti nubi, sopraffatta dalla marea crescente delle sue passioni. Nel suo cuore, nella sua culla, nella sede del suo primo venerabile Tempio, in uno dei suoi centri finora fiorenti e potenzialmente potenti, l'ancora irredenta Fede di Bahá'u'lláh pare invero essersi ritirata davanti alle travolgenti forze della violenza e del disordine cui l'umanità sta sempre più cadendo in preda. Una dopo l'altra, giorno dopo giorno, le cittadelle di questa Fede vengono apparentemente isolate, aggredite ed espugnate. Mentre le luci della libertà vacillano e si spengono, mentre il chiasso della discordia sale ogni giorno più alto, mentre i fuochi del fanatismo divampano con crescente veemenza nei petti degli uomini, mentre il gelo dell'empietà si va inesorabilmente insinuando nell'anima dell'umanità, le membra e gli organi che formano il corpo della Fede di Bahá'u'lláh appaiono in varia misura inficiati dalle influenze paralizzanti che stringono ora in una morsa l'intero mondo civilizzato.
Con quale chiarezza ed evidenza sono dimostrate in quest'ora le se-guenti parole di 'Abdu'l-Bahá: "Le tenebre dell’errore che hanno av-volto l'Oriente e l'Occidente danno battaglia, in questo ciclo supremo, alla luce della Guida Divina. Le loro lance e le loro spade sono affila-te e aguzze; i loro eserciti avidi di sangue". "In questo giorno" ha scritto in un altro passo "le forze di tutti i capi delle religioni sono tese a distruggere la confraternita del Misericordiosissimo e a devastare l’Edifìzio Divino. Gli eserciti del mondo, siano essi materiali, culturali
o politici, sferrano i loro assalti, poiché la Causa è grande, molto grande. In questo giorno la sua grandezza è chiara e palese agli occhi degli uomini".
L'unica grande cittadella rimasta, il possente braccio che ancora tiene alto lo stendardo di codesta indomita Fede, è la benedetta comunità dei seguaci del Più Grande Nome nel continente nordamericano. Per le sue opere e per l'infallibile protezione concessagli da un 'onnipossente Provvidenza, questo insigne membro del corpo delle costantemente interagenti comunità dell'Oriente e dell'Occidente ha i titoli per essere universalmente considerato culla e cittadella di quel futuro Nuovo Ordine Mondiale, che è ad un tempo promessa e gloria della Dispensazione associata al nome di Bahá’u’lláh.
E chi sia incline a sminuire l'incomparabile stadio conferito a questa comunità o a dubitare del ruolo che essa sarà chiamata a svolgere nei giorni avvenire mediti sull'intimo significato di queste pregnanti e illuminanti parole proferite da 'Abdu’l-Bahá e rivolte ad essa in un momento in cui le fortune del mondo, gemente sotto il peso di una rovinosa guerra, avevano toccato il fondo. "Agli occhi dell'unico vero Dio" sono le Sue significative parole "I1 Continente Americano è la terra dove saranno rivelati gli splendori della Sua luce e palesati i misteri della Sua Fede; è la patria dei giusti e il centro di raccolta dei liberi".
Malgrado la generale oscurità, la comunità dei credenti del continente nordamericano - ad un tempo primo motore e modello delle future comunità che la Fede di Bahá’u’lláh è destinata a suscitare per tutta l'estensione dell'Emisfero Occidentale - s'è dimostrata idonea a essere riconosciuta tedofora di quella luce, depositaria di quei misteri, esponente di quella giustizia e sacrario di quella libertà. E a quale altra luce potrebbero alludere quelle parole, se non alla luce della gloria dell'Età Aurea della Fede di Bahá’u’lláh? Quali misteri potrebbe aver previsto 'Abdu’l-Bahá se non i misteri di quell'embrionico Ordine Mondiale che sta ora sviluppandosi nel grembo della Sua Amministrazione? Quale giustizia, se non la giustizia il cui regno quell'Età e quell'Ordine soltanto potranno instaurare? Quale libertà se non la libertà che la proclamazione della Sua sovranità nella pienezza dei tempi dovrà elargire?
La comunità dei promotori organizzati della Fede di Bahá’u’lláh nel continente americano - discendenti spirituali degli araldi dell'aurora di un'Età eroica, che suggellarono col sangue la nascita di quella Fede - deve a sua volta fondare, non col sangue ma con una vita di sacrificio, quel promesso Ordine Mondiale, la conchiglia destinata a
racchiudere quella preziosissima perla, la civiltà mondiale, che solo la Fede può generare. Mentre le comunità sue consorelle stanno piegandosi sotto i venti tempestosi che le sferzano da ogni lato, questa comunità, preservata dagl’immutabili decreti dell'onnipotente Ordinatore, attingendo continuo sostentamento dal mandato di cui le Tavole del Piano Divino l'hanno investita, è ora attivamente affaccendata nella posa delle fondamenta e nella promozione della crescita di quelle istituzioni che devono precorrere l'approssimarsi dell'Era destinata a testimoniare la nascita e la fioritura dell'Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh.
Una comunità, relativamente irrilevante per la sua forza numerica; situata a enorme distanza dal centro focale della sua Fede e dalla terra in cui la stragrande maggioranza dei suoi confratelli risiede; sprovve-duta nel complesso di risorse materiali, carente di esperienza e priva di importanza; ignara delle convinzioni, concezioni e abitudini di quei popoli e razze da cui i suoi Fondatori spirituali sono scaturiti; affatto incompetente negli idiomi in cui i suoi Sacri Libri sono stati origina-riamente rivelati; costretta ad affidarsi unicamente a un’inadeguata traduzione di brevi frammenti della letteratura che ne contiene le leggi, i principi e la storia; sottoposta fin dall'infanzia a prove di estrema gravità, che talvolta hanno prodotto la defezione di alcuni dei suoi membri più eminenti; obbligata a combattere sin dal principio e in misura sempre crescente contro le forze della corruzione, del lassismo morale e dell'inveterato pregiudizio - tale comunità, in meno di mezzo secolo, senza l'aiuto delle comunità sue consorelle dell'Oriente e dell'Occidente, ma in virtù della potenza celestiale abbondantemente conferitale da un amorevolissimo Maestro, ha dato all'avanzata della Causa che ha abbracciato un tale impulso quale le vittorie combinate dei suoi correligionari nell'Occidente non hanno potuto emulare.
Quale altra comunità - ci si può fiduciosamente chiedere - servì a fissare il modello e a impartire l'impulso originario per le istituzioni amministrative che costituiscono gli avamposti dell'Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh? Quale altra comunità è stata capace di dimostrare, con altrettanta coerenza, l'ingegnosità, la disciplina, la ferrea determinazione, lo zelo e la perseveranza, la dedizione e la fedeltà, indispensabili all'erezione e all'ininterrotto ampliamento della struttura entro la quale quelle nascenti istituzioni potranno moltiplicarsi e maturare? Quale altra comunità ha dato prova d'essere accesa da sì nobile visione, o disposta ad assurgere a tali vette d'abnegazione, o pronta a tan-
to colmare la misura della solidarietà da essere capace di innalzare - in così breve tempo e in anni così cruciali - un edifizio che merita d'essere considerato il massimo apporto dell'Occidente alla Causa di Bahá’u’lláh? Quale altra comunità ha i titoli per proclamare d'essere riuscita a conquistare, mediante i solitari sforzi di uno dei suoi umili membri, la spontanea adesione di una Regina alla sua Causa e di ottenerne sì mirabili testimonianze scritte della sua verità? Quale altra comunità ha dimostrato la preveggenza, la competenza organizzativa, l'entusiastico zelo, che hanno permesso la fondazione e la moltiplicazione, in tutto il suo territorio, di quelle prime scuole che, col trascorrere del tempo, da un lato si evolveranno in possenti centri di studi bahá’í e dall'altro rappresenteranno un fertile terreno di reclutamento per arricchire e consolidare i suoi contingenti d'insegnamento? Quale altra comunità ha generato pionieri che posseggano ad un tempo e a tal segno quelle essenziali qualità di audacia, consacrazione, tenacia, abnegazione e illimitata dedizione, che li hanno indotti ad abbandonare le loro case, a tralasciare ogni cosa, a spargersi per il mondo e a innalzare nelle più remote regioni della terra il trionfante vessillo di Bahá’u’lláh? Chi altro se non i membri di questa comunità ha meritato l'eterno onore d'aver per primo levato il grido di Yá Ba-há'u'l-Abhá nel cuore di territori importantissimi e disparati quali l'impero britannico e francese, la Germania, l'Estremo Oriente, i Balcani, i Paesi Scandinavi, l'America Latina, le Isole del Pacifico, il Sud Africa, l'Australia, la Nuova Zelanda e ora, più di recente, gli Stati Baltici? Chi altro se non quei medesimi pionieri ha dato prova d'essere pronto ad affrontare le fatiche, a portare la pazienza e a procurare i fondi necessari per tradurre e pubblicare in ben quaranta lingue la loro sacra letteratura, la cui divulgazione è requisito essenziale di qualsiasi campagna d'insegnamento efficientemente organizzata? Quale altra comunità può vantarsi d'aver svolto un ruolo decisivo negli sforzi mondiali compiuti per la protezione e l'ampliamento delle immediate adiacenze dei suoi sacri santuari, nonché per l'acquisto preliminare dei terreni per le future sedi delle sue istituzioni internazionali nel suo centro mondiale? Quale altra comunità può, a proprio eterno vanto, affermare d'aver per prima redatto le proprie costituzioni, nazionale e locali, tracciando così le linee fondamentali dei documenti gemelli designati a regolare le attività, definire le funzioni e proteggere i diritti delle sue istituzioni? Quale altra comunità può gloriarsi d'aver acquistato e contemporanea-mente assicurato legalmente i propri possedimenti nazionali, aprendo
così la strada ad analoghe azioni da parte delle sue comunità locali? Quale altra comunità ha conseguito l'onore supremo di essersi procurata, molto tempo prima che le comunità sue consorelle ne intravedessero la possibilità, i documenti necessari che permettessero alle autorità federali e statali di riconoscere le sue Assemblee Spirituali e i suoi possedimenti nazionali? E infine quale altra comunità ha avuto il privilegio - e ne ha avuto i mezzi - di soccorrere i bisognosi, di perorare la causa degli oppressi e di intervenire energicamente per la protezione di edifici e istituzioni bahá’í in Paesi quali la Persia, l'Egitto, l'Iraq, la Russia e la Germania, dove i suoi confratelli hanno dovuto ripetutamente subire i rigori della persecuzione religiosa e razziale?
Un tale incomparabile e brillante curriculum di servizi, che abbraccia oltre un ventennio ed è strettamente intrecciato con gli interessi e le fortune di sì ampia porzione della comunità mondiale bahá’í, merita di figurare quale memorabile capitolo nella storia del Periodo Formativo della Fede di Bahá’u’lláh. Rafforzato e arricchito qual è dalle memorie delle prime vittorie dei credenti americani, esso è di per sé convincente testimonianza della loro idoneità ad assumersi degnamente ogni responsabilità che futuri compiti potrebbero imporre loro in avvenire. Sopravvalutare il significato di questi molteplici servigi è pressoché impossibile. Stimarne equamente il valore e dissertare sui loro meriti e immediate conseguenze è compito che solo futuri storici bahá’í potranno degnamente svolgere. Per il momento, io posso solo esprimere il mio intimo convincimento che una comunità capace di compiere tali azioni, di mostrare tale spirito, di assurgere a tali vette, sicuramente già possiede potenzialità che la abiliteranno ad arrogarsi, nella pienezza dei tempi, il diritto di essere acclamata principale artefice e paladina dell'Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh.
Ma per quanto magnifico sia stato questo curriculum, che ricorda per certi versi le gesta con cui gli araldi dell'aurora dell'Età Eroica proclamarono la nascita della Fede, il compito associato al nome di questa comunità privilegiata lungi dall'avvicinarsi al suo culmine sta solo incominciando a dischiudersi. Quello che i credenti americani hanno compiuto in quasi cinquant’anni è infinitesimo in confronto alla vastità dei compiti che ancora li attendono, compiti di cui i boati di quel catastrofico sconvolgimento che proclamerà l'agonia del vecchio ordine e, insieme, le doglie del nuovo, indicano l'imminenza e i portenti.
La virtuale fondazione dell'Ordine amministrativo della loro Fede, l'erezione della sua ossatura, la costruzione dei suoi strumenti e
il consolidamento delle sue istituzioni sussidiarie furono il primo compito affidato loro come comunità organizzata, tratta all'esistenza dal Testamento di 'Abdu'l-Bahá e guidata dalle Sue istruzioni. Quest'iniziale missione hanno essi disimpegnata con ammirevole prontezza, fedeltà e vigore. Subito dopo aver creato e correlato i vari strumenti necessari per l'efficiente conduzione di qualsivoglia programma potessero in seguito voler avviare, essi si dedicarono, con pari zelo e dedizione, al successivo, più arduo compito di costruire la sovrastruttura di un edificio la cui prima pietra 'Abdu’l-Bahá in persona aveva posato. E allorché quell'impresa fu compiuta, questa comunità, sensibile agli appassionati appelli, alle esortazioni e alle promesse registrati nelle Tavole del Piano Divino, decise di assumersi un ulteriore impegno, che per ampiezza e potenzialità spirituali sicuramente offuscherà ogni altra opera da essi già compiuta. Lanciando con inestinguibile entusiasmo e indomito coraggio il Piano Settennale, quale primo passo concreto nell'adempimento della speciale missione prescritta in quelle storiche Tavole, essi si accinsero ad assolvere, in ispirito di rinnovata dedizione, il duplice compito, il cui completamento coinciderà, si spera, con la celebrazione del centenario della nascita della Fede di Bahá’u’lláh. Consapevoli che ogni progresso compiuto nell'ornamentazione esterna del loro maesto-so edifizio influenzerà direttamente il progresso della campagna d'in-segnamento da loro avviata nei due continenti americani, settentrio-nale e meridionale, memori del fatto che ogni vittoria conseguita nel campo dell'insegnamento faciliterà a sua volta i lavori del Tempio e ne affretterà il completamento, essi proseguono ora, con coraggio e con fede, nei loro sforzi tesi ad assolvere - in entrambe le fasi - il duplice obbligo assegnato loro dal Piano cui si sono consacrati.
Non pensino però che il completamento del Piano Settennale, che coinciderà con la fine del primo secolo dell'èra bahá’í, significhi la conclusione o anche solo una pausa nell'opera cui l'infallibile Mano dell'Onnipotente li sta indirizzando. L'inizio del secondo secolo dell'èra bahá’í dovrà necessariamente dischiudere prospettive più ampie, aprire nuovi stadi e segnare l'inizio di piani più vasti di tutti i precedenti. Se i doveri e le responsabilità di cui l'Autore del Piano Divino li ha investiti dovranno essere onorevolmente e interamente assolti, il Piano sul quale sono concentrate ora l'attenzione, le aspirazioni e le risorse dell'intera comunità dei credenti americani dev'essere visto come un semplice inizio, una prova generale, un primo passo verso un'ancor più grande crociata.
E infatti il completamento di questo Piano non può dare altro risultato che la formazione di almeno un centro in ciascuna delle repubbliche dell'Emisfero Occidentale, mentre i doveri prescritti in quelle Tavole richiedono una più vasta diffusione e implicano che un numero maggiore e più rappresentativo di credenti della comunità bahá’í nordamericana si sparga per tutto il Nuovo Mondo. I credenti americani hanno perciò sicuramente la missione di proseguire nel secondo secolo la gloriosa opera iniziata al volgere del primo. E finché non abbiano completato la loro parte nel guidare le attività di questi giova-nissimi centri isolati e nell'aiutarli ad acquisire la capacità di fondare a loro volta istituzioni locali e nazionali sul modello di quelle america-ne, essi non potranno dire d'aver degnamente assolto gli obblighi immediati imposti loro dal divino Piano rivelato da 'Abdu’l-Bahá.
Né si dovrà per un solo attimo supporre che il completamento di un'impresa che mira alla moltiplicazione dei centri bahá’í e all'erogazione dell'assistenza e della guida necessarie per la fondazione dell'Ordine Amministrativo della Fede Bahá’í nei Paesi dell'America Latina realizzi nella sua interezza il progetto per loro concepito da 'Abdu'l-Bahá. Persino uno studio rapido e superficiale delle Tavole contenenti il Suo Piano rivela all'istante che la portata delle loro attività dovrà essere tale da valicare i confini dell'Emisfero Occidentale. Quando i loro compiti e le loro responsabilità interamericani saranno stati virtualmente assolti, la loro missione intercontinentale entrerà nella sua fase più gloriosa e decisiva. "Nel momento in cui i credenti americani" ha scritto 'Abdu’l-Bahá 'porteranno questo Messaggio Divino oltre le sponde dell'America e lo propagheranno nei continenti d'Europa, Asia, Africa e Australia, fino alle Isole del Pacifico, questa comunità si troverà solidamente insediata sul trono di un dominio imperituro".
E chissà che, una volta completata questa colossale impresa, non sia loro affidata un'altra missione, ancor più grandiosa, di splendore incomparabile, predestinata loro da Bahá’u’lláh! Le sue glorie sono di tale abbacinante splendore, le sue circostanze così remote e gli eventi contemporanei col cui culmine essa è strettamente legata sono in tale stato di instabilità, che in questo momento sarebbe prematuro azzardare un'accurata descrizione delle sue caratteristiche. Basti dire che dal trambusto e dalle tribolazioni di questi "ultimi anni scaturiranno opportunità insperate e si creeranno circostanze impreve-dibili che abiliteranno anzi stimoleranno, i vittoriosi esecutori del Piano di 'Abdu’l-Bahá ad aggiungere, grazie alla parte che avranno nel
dispiegamento del Nuovo Ordine Mondiale, nuovi allori al diadema del loro servizio alla soglia di Bahá’u’lláh.
Né possiamo tralasciare le molteplici, e totalmente differenti, opportunità che l'evoluzione della Fede, nel suo centro mondiale, nel continente americano o nelle più remote regioni della terra, creerà, chiamando ancora una volta i credenti americani a sostenere un ruolo non meno cospicuo di quello che hanno svolto nella loro partecipazione collettiva alla propagazione della Causa di Bahá’u’lláh. Per il momento, in un modesto tentativo di esaminare le future possibilità, posso solo citarne a caso alcune di maggiore spicco: l'elezione della Casa Internazionale di Giustizia e il suo insediamento in Terra Santa, centro spirituale e amministrativo del mondo bahá’í, nonché la formazione dei suoi rami ausiliari e delle sue istituzioni sussidiarie; la graduale erezione delle varie dipendenze del Primo Mashriqu'l-Adhkár dell'Occidente e le intricate questioni relative alla costruzione e all'ampliamento delle basi strutturali della vita comunitaria bahá’í; la codificazione e la promulgazione delle ordinanze del Più Santo Libro, che implicano la formazione, in certi Paesi orientali, di tribunali bahá’í debitamente costituiti e ufficialmente riconosciuti, la costruzione del Terzo Mashriqu'l-Adhkár del mondo bahá’í alle periferie della città di Tihrán, cui dovrà seguire l'erezione di un'analoga Casa di Culto in Terra Santa; l'emancipazione delle comunità bahá’í dai vincoli dell'ortodossia religiosa in Paesi islamici quali la Persia, l'Iraq e l'Egitto, e il conseguente riconoscimento, da parte delle autorità civili di quegli Stati, del fatto che le Assemblee Bahá’í Nazionali e Locali sono istituzioni religiose indipendenti; le misure precauzionali e difensive che devono essere progettate, coordinate e attuate per contrapporsi alla forza degli inevitabili attacchi che le imprese concertate di organizzazioni ecclesiastiche di varie denominazioni progressivamente sferreranno e inesorabilmente perseguiranno; e infine le non meno importanti molteplici questioni da risolvere, gli ostacoli da superare e le responsabilità da affrontare, per permettere a questa Fede duramente provata di attraversare gli stadi successivi di totale oscurità, repressione attiva e completa emancipazione che sfoceranno a loro volta nel-l'ammissione generale ch'essa è una Fede indipendente, del tutto pari per rango alle religioni sue consorelle, cui seguirà il suo insediamento e riconoscimento quale religione di Stato, che a loro volta daranno luogo alla sua assunzione dei diritti e delle prerogative relative allo Stato Bahá’í, funzionante con pieni poteri, uno stadio che dovrà finalmente culminare nell'apparizione della Confederazione Mondiale
Bahá’í, animata interamente dallo spirito di Bahá’u’lláh e operante esclusivamente in diretta conformità con le Sue leggi e con i Suoi principi.
Oltre a rispondere all'invito all'insegnamento formulato da 'Abdu'l-Bahá nelle Sue Tavole, i credenti americani - ne sono certo - accetteranno senza esitare la sfida presentata da queste opportunità e, con l'intrepidezza, la tenacia e l'efficienza che sono loro abituali, risponderanno in modo tale da confermare davanti a tutto il mondo il loro titolo e il loro rango di primi artefici delle possenti istituzioni della Fede di Bahá’u’lláh.
Amatissimi amici! Il compito è lungo e difficile, ma il premio che il Munificentissimo Elargitore S'è compiaciuto di conferirvi è così prezioso che non vi sono lingua o penna che possano farne una giusta stima. La mèta per la quale così strenuamente v'affaticate è lontana, ma - pure ancor nascosta ad occhi umani - la sua promessa è indelebilmente impressa nelle autorevoli e immutabili parole di Bahá’u’lláh. E se la strada che Egli ha per voi tracciata pare, talvolta, perdersi nelle minacciose ombre da cui questa affranta umanità è oggi ottenebrata, pure l'inesauribile luce che Egli ha fatto risplendere continuamente su di voi è di tale fulgore che terrene brume non potranno mai offuscarne lo splendore. Esigue le vostre schiere, limitate ancora le esperienze, le forze e le risorse di cui potete disporre, ma la Forza che muove la vostra missione è sconfinata e d'incalcolabile potenza. Accaniti, numerosi e inesorabili sono i nemici che ogni ulteriore progresso nello svolgimento della vostra missione susciterà, ma gli invisibili Eserciti che - voi perseverando - irromperanno secondo la promessa in vostro aiuto vi permetteranno, alla fine, di infrangerne le speranze e di sgominarne le forze. Nessuno dubita delle remote benedizioni che coroneranno il compimento della vostra missione e la divina promessa che v'è stata fatta è ferma e irrevocabile, ma l'entità dell'abbondante messe che ciascuno di voi raccoglierà dipenderà dalla misura in cui il vostro quotidiano impegno avrà contribuito ad ampliare quella missione e ad affrettarne il trionfo.
Amatissimi amici! Pur colmo d'amore e d'ammirazione per voi e convinto dell'importantissimo ruolo che potrete avere, e indubbiamente avrete, in ambito continentale e intercontinentale nelle attività e nel servizio bahá’í del futuro, mi sento tuttavia in dovere di pronunziare, in questa circostanza, una parola d'avvertimento. La capacità, lo spirito, la condotta e l'alto rango dei credenti americani, come individui e come comunità organica, ripetutamente e meritatamente fatti oggetto di entusiastici elogi, non devono assolutamente essere confusi con le qualità e la natura del popolo dal quale Iddio li ha suscitati. Fra questa comunità e quel popolo dobbiamo fare una netta distinzione - accettandola risolutamente e intrepidamente - se vogliamo dare un giusto riconoscimento alla forza trasformatrice della Fede di Bahá’u’lláh nel suo impatto sulla vita e sulle qualità di coloro che hanno voluto arruolarsi sotto le Sue insegne. Altrimenti, rimarrebbe del tutto misconosciuta e completamente nascosta la suprema funzione peculiare della Sua Rivelazione, che è quella di generare una nuova razza d'uomini.
I Profeti di Dio, e Bahá’u’lláh non fa eccezione, Si sono ripetutamente compiaciuti di apparire e di offrire il Loro Messaggio in Paesi e fra popolazioni e razze in periodi in cui esse erano sulla via di un rapido declino o avevano già toccato il fondo della degradazione morale e spirituale. La spaventosa miseria e lo squallore in cui gli Israeliti erano precipitati, sotto il degradante e tirannico giogo dei Faraoni nei giorni precedenti il loro esodo dall'Egitto sotto la giuda di Mosè; il declino che aveva colto la vita religiosa, spirituale e culturale del popolo ebraico al tempo dell'apparizione di Gesù Cristo; la barbara crudeltà, la crassa idolatria e l'immoralità, che tanto a lungo erano state il tratto più sconcertante delle tribù d'Arabia e che tanta vergogna avevano attirato su di loro quando Muhammad Si levò a proclamare il Suo Messaggio in mezzo a loro; l'indicibile stato di decadenza, con il suo corteo di corruzione, confusione, intolleranza e oppressione, nella vita civile e religiosa della Persia, così vivacemente descritte dalla penna di numerosi studiosi, diplomatici e viaggiatori, nell'ora della Rivelazione di Bahá’u’lláh - tutti questi fatti dimostrano tale realtà fondamentale e incontrovertibile. Pretendere che gli innati meriti, l'alto livello morale, l'abilità politica o le conquiste sociali di una razza o di una nazione siano la ragione per cui questi divini Luminari appar-vero nel loro seno sarebbe una totale distorsione dei fatti storici ed equivarrebbe a un completo ripudio dell'inconfutabile interpretazione data loro con tal chiarezza e vigore da Bahá’u’lláh e 'Abdu'l-Bahá.
Quale difficile impresa dunque per coloro che, appartenendo a siffatte razze e nazioni e avendo risposto all'appello che i Profeti hanno lanciato, si sono impegnati a riconoscere incondizionatamente e ad attestare coraggiosamente questa verità incontestabile: che non a causa della superiorità razziale, dell'abilità politica o della virtù spirituale che una razza o una nazione possa vantare, ma per diretta conseguenza di urgenti bisogni, di una deplorevole degenerazione e di un'irrimediabile perversità, il Profeta di Dio ha voluto apparire nel suo seno e, avvalendoSi di essa come di una leva, ha innalzato l'intera razza umana a un più alto e più nobile livello di vita e di comportamento. E infatti è proprio in siffatte circostanze e con tali mezzi che, da tempo immemorabile, i Profeti hanno voluto e potuto dimostrare la loro forza redentrice, capace di sollevare da abissi di degradazione e di miseria le genti della loro stessa razza e nazione, abilitandole a impartire a loro volta ad altre razze e nazioni la grazia salvifica e il corroborante influsso della loro rivelazione.
Alla luce di questo fondamentale principio, è necessario rammentare sempre - né mai si potrà abbastanza evidenziarlo - che il motivo principale per cui il Báb e Bahá'u'lláh scelsero la Persia per apparirvi e per farne la primitiva depositaria della loro Rivelazione, fu che, fra tutti i popoli e le nazioni del mondo civilizzato, quella - come spesso 'Abdu'l-Bahá la descrisse - era precipitata in tali abissi d'ignominia e aveva palesato sì grande perversità, da non aver pari fra i suoi contemporanei. E non potrebbe infatti addursi prova più convincente per dimostrare lo spirito rigeneratore che anima le Rivelazioni proclamate dal Báb e da Bahá'u'lláh del loro potere di trasformare quello che può giustamente essere considerato uno dei più retrogradi, pusillanimi e perversi fra i popoli in una razza d'eroi, idonea a portane a sua volta un'analoga rivoluzione nella vita dell'umanità. Essere apparso in seno a una razza o una nazione che per intrinseco valore e nobili conquiste sembri giustificarne l'inestimabile privilegio d'essere stata fatta ricettacolo di tale Rivelazione, sminuirebbe di molto agli occhi di un mondo miscredente l'efficacia di quel Messaggio e screditerebbe la completezza del suo onnipotente potere. Il contrasto così straordinariamente descritto nelle pagine della Narrazione di Nabil fra l'eroismo che immortalò la vita e le gesta degli Araldi dell'Aurora e la degenerazione e la codardia dei loro detrattori e persecutori è di per sé una solenne testimonianza della verità del Messaggio di Colui Che tale spirito aveva infuso nei petti dei Suoi discepoli. E di fronte alla schiacciante prova con tanta convinzione presentata da quella
Narrazione, nessun credente di quella razza potrebbe sostenere che l'eccellenza del suo Paese e l'innata nobiltà del suo popolo furono la ragione precipua per cui esso fu scelto quale primitivo ricettacolo delle Rivelazioni del Báb e di Bahá’u’lláh.
In minor misura questo principio deve necessariamente applicarsi anche al Paese che ha rivendicato il diritto di essere considerato culla dell'Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh. Sì grande funzione, si nobile contributo possono essere considerati pari al ruolo svolto da quegli immortali che, con sublime rinunzia e impareggiabili gesta, furono responsabili della nascita della Fede. Non s'immaginino dunque neppur per un istante coloro che dovranno avere una parte così preponderante nella nascita di quella civiltà mondiale che è diretto frutto della loro Fede che Bahá’u’lláh Si sia compiaciuto di conferire al loro Paese e al loro popolo una distinzione così grande e duratura a causa di una intrinseca eccellenza o di speciali meriti. È invece a causa degli evidenti malanni che, malgrado le altre sue qualità e conquiste dichiaratamente grandi, un materialismo eccessivo e limitante ha malauguratamente generato nel suo seno che l'Autore della loro Fede e il Centro del Suo Patto li hanno prescelti quali alfieri del Nuovo Ordine Mondiale previsto nei loro scritti. È con mezzi come questi che Bahá’u’lláh può meglio dimostrare a una generazione sbadata il Suo infinito potere di suscitare in mezzo a un popolo sommerso in un mare di materialismo, preda di una delle più virulente e inveterate forme di pregiudizio razziale e famigerato per la corruzione politica, la sregolatezza e il lassismo morale, uomini e donne che, col passar del tempo, sempre più esemplificheranno quelle essenziali virtù di abnegazione, rettitudine morale, castità, fratellanza al di sopra di ogni discriminazione, santa disciplina e intuizione spirituale che li abiliteranno al ruolo preminente che svolgeranno nella creazione di quell'Ordine Mondiale e di quella Civiltà Mondiale di cui il loro Paese e l'intera razza umana hanno disperatamente bisogno. Nella loro veste di fondatori di una delle più possenti colonne portanti dell'edificio della Casa Universale di Giustizia e di primi costruttori del Nuovo Ordine Mondiale di cui quella Casa dev'essere nucleo e precursore, essi avranno il dovere e il privilegio di inculcare, dimostrare e applicare i due principi inseparabili e tanto necessari della giustizia divina e dell'ordine - principi coi quali la corruzione politica e la licenziosità morale, che sempre più imbrattano la società cui essi appartengono, contrastano così tristemente e rimarchevolmente.
Osservazioni come queste, pur sgradevoli e scoraggianti, non devono però minimamente indurci a ignorare quelle virtù e quelle qualità di profonda intelligenza, giovinezza, innegabile intraprendenza e industriosità che la nazione nel suo insieme così cospicuamente dimostra e che sempre più si rispecchiano nella comunità dei credenti scaturita dal suo seno. Da queste virtù e qualità, oltre che dall'eliminazione dei malanni cui s'è fatto cenno, dipende in larga parte se quella comunità avrà la capacità di costruire solide basi per il ruolo che il Paese avrà in futuro nell'inaugurare l'Età Aurea della Causa di Bahá'u'lláh.
Grande, dunque, e sconvolgente è la responsabilità che grava sulla presente generazione di credenti americani, in questo stadio iniziale della loro evoluzione spirituale e amministrativa: estirpare, con ogni mezzo di cui dispongono, pecche, abitudini e tendenze che abbiano ereditato dalla nazione e coltivare, con pazienza e devozione, quelle peculiari qualità e caratteristiche indispensabili per poter partecipare con successo alla grande opera redentrice della Fede. Non potendo ancora, a causa dell'esiguità della loro comunità e della limitata influenza che essa ora esercita, produrre alcun notevole effetto sulla massa dei loro concittadini, concentrino in questo momento l'attenzione su se stessi, sui bisogni, sulle deficienze e sulle debolezze personali, sempre memori che più s'impegneranno meglio saranno preparati per quel momento in cui verranno chiamati a sradicare tali tendenze dalle vite e dai cuori dell'intera massa dei loro concittadini. Non devono dimenticare infatti che l'Ordine Mondiale le cui fondamenta essi, avanguardie delle future generazioni bahá’í fra i loro concittadini, stanno ora affaticandosi di costruire, non potrà mai essere eretto a meno che e fino a che la massa della popolazione cui appartengono non sia già stata purificata dagli infiniti malanni, sociali e politici, che ora sì gravemente l'affliggono.
Esaminando nell'insieme i più pressanti bisogni di questa comunità, sforzandomi di fare un bilancio delle più gravi deficienze che la ostacolano nello svolgimento della sua missione e tenendo sempre a mente la natura dell'ancor più grande impresa con cui essa avrà da cimentarsi nel futuro, mi sento in dovere di mettere bene in evidenza quelli che giudico fermamente essere i requisiti essenziali per il successo dei compiti che ne devono monopolizzare ora tutta l'attenzione e di sottoporli alla speciale e urgente considerazione dell'intera schiera dei credenti americani, giovani e vecchi, bianchi o di colore, insegnanti o amministratori, veterani o neofiti. Sebbene sia impor-
tantissimo costruire gli strumenti esteriori e perfezionare le istituzioni amministrative da utilizzare per la prosecuzione del loro duplice compito nell'ambito del Piano settennale; benché siano vitali e urgenti le campagne che essi stanno lanciando, i piani e i progetti che vanno formulando e i fondi che stanno raccogliendo, per proseguire con successo l'opera d'Insegnamento e i lavori per il Tempio, non meno urgenti e vitali sono gli imponderabili fattori spirituali, fattori che, intimamente intrecciati con la loro vita personale e interiore, e strettamente collegati con le loro relazioni umane e sociali, esigono da parte loro continue verifiche, costanti esami di coscienza e profonde indagini interiori, affinché non abbia ad esserne sminuita l'importanza o lasciata in ombra o dimenticata la vitale necessità.
Di questi requisiti spirituali per il successo, che costituiscono la pietra angolare da cui alla fin fine dipende la sicurezza di tutti i piani per l'insegnamento, i progetti per il Tempio e i programmi economici, i seguenti emergono vitali e preminenti e i membri della comunità bahá’í americana farebbero bene a ponderarli. Dalla misura in cui essi risponderanno a tali requisiti e li introdurranno nelle loro vite personali, nelle loro attività amministrative e nelle loro relazioni sociali, dipende l'abbondanza delle infinite benedizioni che il Munificentissimo Possessore potrà concedere loro. Questi requisiti sono un alto senso di rettitudine morale nelle attività sociali e amministrative, l'assoluta castità nella vita personale e la completa libertà da pregiudizi nei rapporti con persone di razza, classe, credo o colore differenti.
Il primo interessa soprattutto, anche se non esclusivamente, i loro rappresentanti eletti, locali, regionali o nazionali, i quali, in qualità di custodi e membri delle nascenti istituzioni di Bahá’u’lláh, hanno la principale responsabilità di costruire una base inattaccabile per quella Casa Universale di Giustizia che - come implicito nel suo nome - dev’essere esponente e custode di quella Divina Giustizia che, sola, potrà garantire la sicurezza della legge e dell'ordine e instaurarne il regno in questo mondo singolarmente confuso. Il secondo riguarda principalmente e direttamente la gioventù bahá’í che può dare un decisivo contributo alla maturità, alla purezza e alla forza trainante della vita comunitaria bahá’í e dalla quale dipende il futuro orientamento dei suoi destini e il completo sviluppo delle potenzialità di cui Iddio l'ha dotata. La terza dev'essere immediato, universale e principale impegno di tutti i vari membri della comunità bahá’í, di ogni età, rango, esperienza e colore, poiché tutti senza eccezioni devono affrontarne le scottanti conseguenze e nessuno, per quanto abbia
progredito in questa direzione, può pretendere d'aver completamente assolto le gravi responsabilità che esso comporta.
Una rettitudine di condotta, un radicato senso di inalterabile giustizia, incontaminata dai depravanti influssi che la corruzione politica così vistosamente esercita; una vita casta, pura e santa, senza le macchie e le ombre delle oscenità, dei vizi, dei falsi modelli tollerati, perpetuati e incoraggiati da un codice morale intrinsecamente difettoso; una fraternità libera da quella cancerosa crescita di pregiudizi razziali, che intacca la fibra di una già debilitata società - questi sono gli ideali che d'ora in poi i credenti americani, individualmente e di concerto, dovranno propugnare nella loro vita privata e pubblica, ideali che sono le principali forze propellenti che possono più fattivamente accelerare il progresso delle loro istituzioni, dei loro piani e delle loro imprese, proteggere l'onore e l'integrità della loro Fede e spianare ogni ostacolo in cui potranno imbattersi in futuro.
Questa rettitudine di condotta con le sue implicazioni di giustizia, equità, sincerità, onestà, imparzialità, attendibilità e fidatezza deve caratterizzare ogni fase della vita della comunità bahá’í. "I compagni di Dio" ha dichiarato Bahá’u’lláh "sono il fermento che deve far lievitare i popoli del mondo. Essi devono palesare tale lealtà, sincerità e perseveranza, in tal guisa agire e contenersi che tutta l'umanità possa giovarsi del loro esempio". "Giuro per Colui Che è il Sommo Oceano!" afferma inoltre "Nel respiro di quelle anime che siano pure e santificate sono nascoste potenzialità immense. E queste potenzialità sono tanto grandi da influenzare tutte le cose create". È un vero servitore di Dio in questo giorno" ha scritto in un altro passo “colui che, dovesse attraversare città d'argento e d’oro, non le degnerebbe d'uno sguardo, e qualunque cosa vedesse in questo mondo, siano beni o tesori, il suo cuore ne rimarrebbe puro e incontaminato. Giuro per il Sole della Verità! Il respiro di un tal uomo è intriso di potenza e le sue parole sono dotate del potere d'attrazione". "Per Colui Che splende al di sopra dell'Alba di santità." Egli ha ancor più solennemente rivelato "Se la terra si trasformasse in argento e oro, nessun uomo di cui si possa dire che è veramente asceso al cielo della fede e della certezza si degnerebbe di considerarla e tanto meno di impossessarsene e tenerla... Coloro che dimorano nel tabernacolo di Dio e si sono assisi sui seggi della gloria eterna rifiuteranno, anche se morenti di fame di allungar la mano per impadronirsi illegalmente dei beni del loro vicino, per quanto vile e indegno egli possa essere. Lo scopo dell'unico Vero Dio nel manifestarSi è di chiamare l'umanità intera alla verità e alla sincerità, alla pietà ed alla fedeltà, alla rassegnazione ed alla sottomissione alla volontà di Dio, alla tolleranza ed alla cortesia, alla rettitudine ed alla
saggezza. il Suo fine è di ammantare ogni uomo d'un carattere di santità e di abbellirlo con l’ornamento di azioni sante e buone". "Abbiamo ammonito tutti gli amati di Dio" insiste "di vigilare perché l’orlo della Nostra sacra veste non sia contaminato dal fango di atti illegali, né macchiato dalla polvere di una condotta biasimevole". "Agite secondo giustizia, o genti di Bahá!” così li esorta "Questo è, invero, il comandamento che vi ha dato questo Vilipeso e la più scelta primizia della Sua incoercibile Volontà per ciascuno di voi". "Il buon carattere" spiega "è il manto più prezioso che Dio abbia dato agli uomini. Egli ne adorna i templi dei Suoi amati. Per la Mia vita! La luce del buon carattere eclissa lo sfolgorar del sole". "Un solo atto di giustizia " ha ancora scritto "è dotato di tale forza da innalzare la polvere a tal punto da farla salire oltre il cielo dei cieli. Può strappare ogni legame, ed ha il potere di ristorare la forza che si è già spenta ed è svanita... Siate puri, o seguaci di Dio, siate puri; siate giusti, siate giusti... Di: O genti di Dio! Ciò che può assicurare la vittoria di Colui Che è la Verità Eterna, le Sue schiere e i Suoi sostenitori sulla terra, è stato inviato nei Libri sacri e nelle Scritture ed è evidente e palese come il sole. Queste schiere sono le azioni giuste, e una condotta e un carattere accetti ai Suoi occhi. Chiunque si leva in questo Giorno ad aiutare la Nostra Causa e chiama ad assisterlo le schiere di un carattere integro e di una retta condotta, l’influenza che si sprigionerà da questo atto si diffonderà, certamente, sul mondo intero". "Il miglioramento del mondo" è un'altra affermazione "Può ottenersi mediante azioni pure e sante e una condotta lodevole e decorosa". "Siate giusti verso voi stessi e verso gli altri" così consiglia "acciocché le prove di giustizia possano rivelarsi dalle vostre azioni fra i Nostri servi fedeli". "L'equità" ha scritto inoltre "è la più importante delle virtù umane. La valutazione di tutte le cose deve dipendere necessariamente da essa". E ancora: "Siate equanimi nel vostro giudizio, o uomini dal cuore comprensivo! Colui che è ingiusto nel suo giudizio è privo delle caratteristiche che contraddistinguono lo stadio dell'uomo". "Abbellite le vostre lingue" li ammonisce altresì “con la sincerità, o uomini, e adornatevi le anime con la gemma dell’onestà. Attenti, o uomini, a non tradire nessuno. Siate i fiduciari di Dio fra le Sue creature e gli emblemi della Sua generosità fra la Sua gente". "Sia casto il vostro occhio" è un altro consiglio “fedele la mano, verace la lingua e illuminato il cuore". "Sii ornamento per il volto della verità, corona per la fronte della fedeltà, colonna del tempio della rettitudine, alito di vita per il corpo dell'umanità, vessillo per le schiere della giustizia, astro sull'orizzonte della virtù". "Che la lealtà e la cortesia siano il vostro ornamento” è un altro ammonimento "non deponete mai la veste della tolleranza e della giustizia, affinché si diffonda dai vostri cuori, su tutte le cose
create, il soave profumo della santità. Dite: Badate, o genti di Bahá, a non percorrere il cammino di coloro le cui parole differiscono dalle azioni. Sforzatevi per riuscire a manifestare i segni di Dio ai popoli del mondo ed a rispecchiarne i comandamenti, che i vostri atti sian di guida all'umanità intiera, poiché la condotta della maggior parte degli uomini, siano essi potenti o umili, differisce da ciò che dicono di professare. È mediante le vostre azioni che potrete distinguervi dagli altri e diffondere sulla terra intera lo splendore della vostra luce. Felice l'uomo che ascolta il Mio consiglio ed osserva i precetti di Colui Che è l'Onnisciente, il Sapientissimo.
"O esercito di Dio" scrive 'Abdu'l-Bahá "In virtù della protezione e dell'aiuto concessi dalla Bellezza Benedetta - possa la mia vita essere sacrificata per i Suoi amati - dovete comportarvi in tal guisa da spiccare eminenti e luminosi come il sole in mezzo agli altri. E chi di voi si recasse in una città dovrebbe diventare centro di attrazione per la sincerità, la lealtà e l’amore, l'onestà, la fedeltà, la veridicità e bontà verso tutte le genti del mondo, sì che tutti nella città dicessero: 'Non v’è dubbio che quest'uomo è Bahá’í perché in lui le maniere, il comportamento, la condotta, la morale, la natura e la disposizione riflettono gli attributi del Bahá’í”. E finché non sarete giunti a questo stadio non potrà dirsi che siete stati fedeli al Patto e al Testamento di Dio". "Il dovere più vitale in questo giorno" Egli inoltre ha scritto è di purificare il carattere, correggere i modi e perfezionare la condotta. Gli amati del Misericorde devono palesare tale carattere e tale comportamento fra le Sue creature, che la fragranza della loro santità si effonda sul mondo intero vivificando i morti, poiché lo scopo della Manifestazione di Dio e dell'albeggiare delle luci illimitate dell’Invisibile è quello di educare le anime e di raffinare il carattere di ogni uomo vivente..." La sincerità" afferma "è la base di tutte le virtù umane. Senza sincerità è impossibile alcun progresso o successo nei mondi di Dio. Quando questo santo attributo sia insediato nell'uomo, possono essere acquisite anche tutte le qualità divine”.
Tale rettitudine di condotta deve manifestarsi - con forza crescente - in ogni verdetto che i rappresentanti eletti della comunità bahá'í, qualunque sia la loro veste, siano chiamati a pronunziare. Deve rispecchiarsi costantemente nella conduzione degli affari di tutti i suoi membri, nelle loro vite familiari, negli impieghi e nei servizi che potranno in futuro rendere ai rispettivi governi e popoli. Dev'essere esemplificata nel comportamento di tutti gli elettori bahá’í nell'esercizio dei loro sacri diritti e funzioni. Deve caratterizzare l'atteggiamento di ogni leale credente il quale perciò non accetterà posizioni politiche, non aderirà a partiti politici, non prenderà parte a controver-
sie politiche e non si iscriverà a organizzazioni politiche ed a istituzioni ecclesiastiche. Deve apparire nell'incrollabile adesione da parte di tutti, giovani e vecchi, ai fondamentali principi chiaramente enunciati e descritti da 'Abdu'l-Bahá nei Suoi discorsi e alle leggi e alle ordinanze rilevate da Bahá’u’lláh nel Suo Libro Santissimo. Deve essere dimostrata da chiunque difenda la Fede dai suoi nemici, nell'imparzialità nel riconoscerne i possibili meriti e nell'onestà nell'adempiere eventuali obblighi verso di loro. Deve costituire il più fulgido ornamento della vita, delle occupazioni, degli sforzi e delle parole di ogni insegnante bahá’í, lavori egli in patria o all'estero, nelle prime file delle forze d'insegnamento o in una posizione meno attiva e responsabile. Dev'essere il contrassegno di quel gruppo numericamente esiguo, ma assai dinamico e responsabile, di rappresentanti nazionali eletti in ogni comunità bahá'í, che costituisce la colonna portante e l'unico strumento per l'elezione, nelle rispettive comunità, di quella Casa Universale di Giustizia il cui nome e titolo, disposti da Bahá’u’lláh, simboleggiano quella rettitudine di condotta che è sua suprema missione salvaguardare e imporre.
Sì grande e condizionante è questo principio di divina giustizia - un principio che dev'essere considerato suprema distinzione di tutte le Assemblee Locali e Nazionali, nella loro veste di precursori della Casa Universale di Giustizia - che Bahá'u'lláh Stesso ha subordinato la Propria inclinazione e desiderio personale all'irresistibile forza delle sue esigenze e implicazioni. "Dio Mi è testimone!" così Egli spiega “se non contravvenisse alla Legge di Dio, bacerei la mano del Mio aspirante assassino e lo farei erede dei Miei beni terreni. Mi ferma però la vincolante Legge scritta nel Libro e del resto sono privo di ogni possedimento terreno . "Sappi in verità" afferma significativa-mente 'che queste grandi oppressioni che si sono verificate nel mondo lo preparano all'avvento della Suprema Giustizia". "Dite" afferma ancora "Egli è apparso con quella Giustizia con cui l’umanità è stata adornata, eppure le genti sono per la maggior parte addormentate". "Luce dell'uomo è la Giustizia:" asserisce inoltre "non spegnetela con i venti contrari del sopruso e della tirannia; scopo della giustizia è l'apparizione dell'unità fra gli uomini". "Non v'è radiosità" Egli dichiara "che possa confrontarsi con quella della giustizia. L’or-ganizzazione del mondo e la tranquillità dell’umanità dipendono da essa". "O genti di Dio!" esclama "Ciò che ammaestra il mondo è la Giustizia, perché essa è sorretta da due colonne, ricompensa e punizione. Queste due colonne sono fonti di vita per il mondo". "Giustizia ed equità" altresì afferma "sono due custodi a protezione dell'uomo. Esse sono apparse abbigliate nei loro possenti e sacri nomi
per conservare la rettitudine nel mondo e proteggere le nazioni". "Svegliatevi, o uomini," recita il Suo solenne monito "in attesa dei giorni della giustizia divina, poiché adesso l'ora promessa è giunta. Attenti che non manchiate di comprenderne l'importanza ed essere così annoverati fra coloro che errano". "Si avvicina, però, il Giorno” ha scritto “in cui i fedeli mireranno la Stella Mattutina della Giustizia brillare in tutto il suo splendore dall'Alba della gloria ". "L'affronto che Mi si è fatto subire" sottolinea significativamente "ha scoperto la gloria della quale era stata investita l'intera creazione e per mezzo della crudeltà che ho sopportato si è manifestata la Stella Mattutina della Giustizia diffondendo il suo splendore sugli uomini". "Il mondo" ha ancora scritto "è in grande scompiglio e le menti dei suoi abitanti in stato di completa confusione. Supplichiamo l'Onnipotente che Si degni di illuminarli con la gloria della Sua Giustizia e che permetta loro di scoprire ciò che gioverà loro in ogni occasione e circostanza". E ancora: "Non v'è alcun dubbio che se l'astro della giustizia, che le nubi della tirannia hanno oscurato, diffondesse la sua luce sugli uomini, la faccia della terra verrebbe completamente trasformata".
"Sia lodato Iddio" esclama 'Abdu'l-Bahá "il sole della giustizia è sorto sull'orizzonte di Bahá'u'lláh, poiché nelle Sue Tavole sono state poste le basi di una tale giustizia quale nessuna mente ha concepito, sin dall'inizio della creazione". "Il baldacchino dell’esistenza" Egli spiega poi 'posa sul polo della giustizia e non su quello del perdono, e la vita dell'umanità dipende dalla giustizia e non dal perdono".
Nessuna meraviglia, dunque, se l'Autore della Rivelazione Bahá’í - associando il nome e il titolo di quella Casa, che dev'essere il glorioso coronamento delle Sue istituzioni amministrative, non al perdono ma alla giustizia - ha voluto fare della giustizia l'unica base e il permanente fondamento della Sua Più Grande Pace e proclamarla nelle Sue Parole Celate "la più diletta di tutte le cose" ai Suoi occhi. È ai credenti americani in particolare che mi sento spinto a rivolgere questo fervido appello, di ponderare nei loro cuori i risvolti di questa rettitudine morale e di rispettare, senza né infingimenti, né esitazioni, né compromessi, sia individualmente sia collettivamente, questa sublime norma - una norma di cui la giustizia è un elemento così essenziale e potente.
In quanto alla vita casta e santa, essa dev'essere considerata un fattore non meno essenziale che contribuirà a rafforzare e vitalizzare la comunità bahá’í, fatto dal quale dipende a sua volta il successo di ogni piano o impresa bahá’í. In questi giorni in cui le forze dell'empietà stanno intaccando la fibra morale e scalzando le fondamenta della
moralità individuale, l'obbligo della castità e della santità deve assorbire una parte sempre maggiore dell'attenzione dei credenti americani, come individui e come custodi responsabili degli interessi della Fede di Bahá’u’lláh. Nell'adempimento di quest'obbligo, che le speciali circostanze derivanti dall'eccessivo e debilitante materialismo diffuso ora nel loro Paese rivestono di un significato speciale, essi devono svolgere un ruolo cospicuo e predominante. In quest'ora minacciosa in cui le luci della religione si stanno spegnendo e i suoi freni vengono l'uno dopo l'altro eliminati, tutti, uomini e donne, devono sostare per esaminare se stessi e verificare la propria condotta, e levarsi a purificare con particolare risolutezza la vita della loro comunità da ogni traccia di lassismo morale che possa macchiare il buon nome o attentare all'integrità di una Fede così santa e preziosa.
'Questa vita casta e santa deve divenire il principio regolatore del comportamento e della condotta di tutti i Bahá’í, nei loro rapporti sociali con i membri della comunità e nei loro contatti con il mondo in generale. Deve adornare e rafforzare le incessanti fatiche e i meritevoli sforzi di coloro che si trovano nell'invidiabile posizione di propagare il Messaggio e di amministrare gli affari della Fede di Bahá’u’lláh. Deve essere palesata, in tutta la sua integrità e in tutti i suoi risvolti, in ogni fase della vita di coloro che formano le file di quella Fede, in casa, in viaggio, nei circoli, nelle associazioni, negli svaghi, nelle scuole e nelle università. Dev'essere particolarmente tenuta presente nella conduzione delle attività sociali delle scuole estive bahá’í e in ogni altra occasione in cui la vita comunitaria bahá’í sia organizzata e incoraggiata. Deve essere strettamente e costantemente identificata con la missione della Gioventù Bahá’í, in quanto elemento della vita della comunità bahá’í e fattore del futuro progresso e orientamento dei giovani del Paese.
Tale vita casta e santa, con la modestia, la purezza, la temperanza, il pudore, la purezza d'animo che vi sono implicite, comporta né più nè meno che l'esercizio della moderazione in tutto quanto riguarda l'abbigliamento, il linguaggio, i divertimenti e le occupazioni artistiche e letterarie. Impone una diuturna vigilanza nel controllo dei desideri carnali e delle inclinazioni corrotte. Invoca l'abbandono di una condotta frivola con il suo eccessivo attaccamento a piaceri triviali e spesso traviati. Richiede una completa astinenza dalle bevande alcoliche, dall'oppio e da analoghe sostanze che diano assuefazione. Condanna la prostituzione dell'arte e della letteratura, la pratica del nudismo e della convivenza amorosa, l'infedeltà nelle relazioni
coniugali e ogni sorta di promiscuità, di eccessiva familiarità e di immoralità sessuale. Non può tollerare compromesso con le teorie, i criteri, gli usi e gli eccessi di un'èra decadente. Cerca invece di dimostrare - mediante la dinamica forza del suo esempio - la perniciosità di quelle teorie, l'assurdità di quei criteri, la fallacia di quelle pretese, la perversità di quegli usi e l'empietà di quegli eccessi.
"Per la giustizia di Dio!" scrive Bahá’u’lláh "i1 mondo e le sue vanità, la sua gloria e qualsiasi piacere possa offrire, tutto è senza valore agli occhi di Dio, anzi, persino più spregevole della polvere e della cenere. Potessero comprenderlo i cuori degli uomini! Purificatevi appieno o genti di Bahá, dalle contaminazioni del mondo e da tutto ciò che gli appartiene. Dio stesso Me ne fa fede! Le cose del mondo male vi si addicono. Gettatele a chi le desideri e fissate gli occhi su questa santissima e radiosa Visione". "O Miei amati!" così esorta i suoi seguaci "Non permettete che l'orlo della Mia sacra veste sia macchiato ed imbrattato dalle cose di questo mondo e non seguite l'impulso dei vostri desideri diabolici e corrotti." E ancora: "O voi diletti dell'unico vero Dio! Uscite dagli angusti recessi dei vostri desideri malvagi e corrotti, e avanzate nella vasta immensità del regno di Dio, e dimorate nei prati della santità e della rinunzia, si che la fragranza delle vostre opere possa guidare l'intera umanità all’oceano dell'inestinguibile gloria di Dio". "Liberatevi così comanda "da ogni attaccamento a questo mondo e alle sue vanità. Attenti a non avvicinarvi ad esse, perché esse vi suggeriscono di abbandonarvi alla vostra concupiscenza ed alle vostre brame, impedendovi di entrare nel Sentiero retto e glorioso ". "Fuggite ogni genere di depravazione" è il Suo comando 'poiché queste cose vi sono proibite in quel Libro che nessuno tocca eccetto colui che Iddio ha purificato da ogni traccia di colpa ed ha annoverato fra i puri". "Sarà suscitata" è la sua promessa scritta "una nuova razza d'uomini che poserà i piedi del distacco sopra tutti coloro che sono in cielo e sulla terra e stenderà la manica della santità su tutto quanto è stato creato con l'acqua e con la creta". "La civiltà" ammonisce gravemente così spesso esaltata dai dotti esponenti delle arti e delle scienze, porterà, se le si permetterà di oltrepassare i limiti della moderazione, grandi mali all'umanità... L'incivilimento, se spinto all'eccesso, si risolverà in una feconda sorgente di male, come lo sarebbe stata di bene, se contenuto nell'ambito della moderazione". Egli ha scelto fra tutte le cose del mondo i cuori dei Suoi servi" spiega "e di ognuno di essi ha fatto un seggio per la rivelazione della Sua gloria. Perciò purificateli da ogni contaminazione, perché possano esservi incise le cose per cui sono stati creati. Quest'è, invero, un pegno del munifico favore di Dio". "Di:" Egli proclama “non è da annoverarsi fra la gente di Bahá colui che segue i suoi desideri mondani o pone il cuore nelle cose terrene. Sarà Mio vero seguace colui che, giungendo in una valle d'oro puro la traverserà indifferente come una nuvola senza volgersi indietro né soffermarsi. Un uomo simile sarà certamente dei Miei. Le Schiere superne respireranno la fragranza della santità della sua veste... E se incontrasse la più bella e la più avvenente delle donne, egli non si sentirà nel cuore la più lieve ombra di desiderio per la sua bellezza. Questo sarà, invero, l'incarnazione della castità immacolata. Così v'insegna la Penna dell'Antico dei Giorni, come ordinato dal vostro Signore, l'onnipotente, il Munifico". "Coloro che cedono alla lussuria ed agli impulsi corrotti," è un altro monito ancora "errano, e distruggono i loro sforzi. Essi, invero, sono fra i perduti ". "Spetta alle genti di Bahá" ha inoltre scritto "di morire al mondo e a tutto quanto vi si trova, di esser tanto distaccate dalle cose terrene da far sì che gli abitanti del Paradiso aspirino dalla loro veste il dolce aroma di santità... Coloro che hanno macchiato il buon nome della Causa di Dio, seguendo le cose della carne, sono immersi nell'errore!" "Purezza e castità" ammonisce specificamente "sono state e ancor sono il sommo ornamento delle ancelle di Dio. Dio Mi è Testimone! Il fulgore della luce della castità illumina i mondi dello spirito, la sua fragranza aleggia fino nell'Eccelso Paradiso". "In verità" afferma "Iddio ha fatto della castità un diadema per le teste delle Sue ancelle. Grande è la benedizione di quell'ancella che è pervenuta a questo grande stadio". "Noi abbiamo, invero, decretato nel Nostro Libro" Egli ci assicura "un'alta e generosa ricompensa per chiunque si allontani dalla depravazione e conduca vita casta e pia. Egli è, invero, il Grande Donatore, il Generosissimo!" "Noi abbiamo sopportato il peso di tutte le calamità" attesta “per purificarvi da tutte le corruzioni terrene e voi siete ancora indifferenti... Noi osserviamo invero le vostre azioni. Se Noi aspiriamo da esse il dolce profumo della purezza e della santità sicuramente vi benediremo. Poi le lingue degli abitanti del Paradiso canteranno le vostre lodi e magnifi-cheranno i vostri nomi fra coloro che si sono avvicinati a Dio".
"Secondo il testo del Più Santo Libro" scrive 'Abdu'l-Bahá "è proibito bere vino, perché esso è causa di malattie croniche, indebolisce i nervi e consuma la mente". "O ancelle di Dio" Bahá’u’lláh ha affermato "bevete il Mistico Vino dalla coppa delle Mie parole. Indi allontanate da voi ciò che le vostre menti aborrono, poiché ciò vi è stato proibito nelle Sue Tavole e nelle Sue Scritture. Attenti a non barattare il Fiume che è vera vita con ciò che le anime dei puri di cuore detestano. Inebriatevi con il vino dell’amor di Dio e non con quello che indebolisce la mente, o voi che Lo adorate! In verità, ciò è stato proibito a tutti i credenti, uomini o donne. Così il sole del Mio comandamento ha brillato all'orizzonte della Mia favella, acché le ancelle che credono in Me ne siano illuminate".
Si ricordi, tuttavia, che l'osservanza di queste nobili norme di condotta morale non è da collegare o da confondere con una forma di ascetismo o di puritanesimo esagerato e bigotto. Le norme propugnate da Bahá’u’lláh non mirano a negare, in nessuna circostanza, il legittimo diritto e il privilegio di ricavare il più completo vantaggio e beneficio dalle molteplici gioie, bellezze e piaceri di cui il mondo tanto generosamente è stato arricchito dall'Amorevolissimo Creatore. “Se un uomo" Bahá’u’lláh ci assicura "desidera di abbellirsi con gli ornamenti della terra, di indossare le sue sontuose vesti, o di partecipare ai benefici che essa può concedere, lo può fare senza incorrere in alcun male se non permetterà che nulla si frapponga fra lui e Dio, poiché Dio ha ordinato ogni buona cosa creata nei cieli e sulla terra per quei Suoi servi che credono fedelmente in Lui. Godete, o genti, dei benefici che Dio vi ha concesso e non vi private dei Suoi meravigliosi doni. RendeteGli grazie e lodateLo e siate di coloro che sono sinceramente riconoscenti".
In quanto al pregiudizio razziale, il cui tarlo per oltre un secolo ha roso e intaccato l'intera struttura sociale della società americana, deve essere considerato il problema più vitale e più scottante che si ponga alla comunità bahá’í nell'attuale stadio della sua evoluzione. Gl'incessanti sforzi che questo problema di suprema importanza richiede, i sacrifici che impone, le cure e la sollecitudine che esige, il coraggio e la forza morale che comanda, il tatto e la simpatia che comporta, conferiscono a questo problema - che i credenti americani sono ancora ben lontani dall'aver soddisfacentemente risolto - un'urgenza e un'importanza che è impossibile sopravvalutare. Bianchi e negri, altolocati e umili, giovani e vecchi, neofiti nella Fede o no, tutti coloro che hanno aderito ad essa devono partecipare e collaborare, ciascuno secondo le proprie capacità, esperienze e opportunità, alla comune impresa di eseguire gli ordini, realizzare le speranze e imitare l'esempio di 'Abdu'l-Bahá. Di colore o no, di nessuna delle due razze si può pensare che abbia il diritto o che possa affermare in coscienza, di reputarsi libera da quegli obblighi, di aver realizzato quelle speranze o fedelmente imitato quell'esempio. I seguaci bianchi e neri della Fede redentrice di Bahá’u’lláh hanno ancora da percorrere una strada lunga, spinosa e irta di insidie. Dal cammino che compiranno e dal modo in cui lo percorreranno, dipende, in misura tale quale pochi fra loro s’immaginano, l'operazione di quelle intangibili influenze che sono indispensabili al trionfo spirituale dei credenti americani e al successo materiale dell'impresa cui si sono or ora accinti.
Rammentino, intrepidi e determinati, l'esempio e il comportamento
di 'Abdu'l-Bahá mentre Si trovava in mezzo a loro. Ne ricordino il coraggio, il genuino amore, l'amicizia spontanea e aliena da qualunque discriminazione, il disprezzo e l'avversione verso ogni critica, tempe-rati dal tatto e dalla saggezza. Rinnovino e perpetuino il ricordo di quegli indimenticabili, storici episodi e occasioni durante i quali Egli così rimarchevolmente dimostrò un alto senso di giustizia, una sponta-nea simpatia verso gli oppressi, un costante sentimento di unità del genere umano, un traboccante amore per gli uomini e la Sua disappro-vazione verso chiunque osasse farsi beffe dei Suoi desideri, deridere i Suoi metodi, sfidare i Suoi principi o vanificare le Sue azioni.
Discriminare una razza col pretesto che essa è socialmente arretrata, politicamente immatura e numericamente minoritaria, è una flagrante violazione dello spirito che anima la Fede di Bahá’u’lláh. L'idea di una divisione o di una disparità nelle sue file è estranea ai suoi scopi, principi e ideali. Quando i suoi membri abbiano pienamente riconosciuto le affermazioni del suo Autore e accettato incondizionatamente i principi e le leggi incarnati nei suoi insegnamenti, dando il loro appoggio al suo Ordine Amministrativo, ogni distinzione di classe, credo o colore deve essere automaticamente cancellata e mai più lasciata riaffiorare, per nessun motivo, per grande che sia la pressione esercitata dagli eventi o dall'opinione pubblica. Se una discriminazione può essere tollerata, non deve essere a danno bensì a favore delle minoranze, razziale o d'altro genere. Diversamente dalle nazioni e dai popoli del mondo, siano Orientali o Occidentali, democratici o autoritari, comunisti o capitalisti, appartengano essi al Vecchio o al Nuovo Mondo, i quali o ignorano o calpestano o distruggono le minoranze razziali, religiose o politiche che si trovino nell'ambito della loro giurisdizione, ogni comunità organizzata arruolata sotto le insegne di Bahá’u’lláh deve sentire, preminente e ineluttabile, l'obbligo di curare, incoraggiare e proteggere qualunque minoranza religiosa, razziale, sociale o nazionale si trovi nelle sue file. Questo principio è così grande e vitale che in certe circostanze, come quando in un'elezione un ugual numero di voti sia stato dato o allorché siano pari le qualificazioni per un incarico fra razze, fedi o nazionalità presenti nella comunità, non si dovrà esitare a dare la precedenza alla parte che rappresenta la minoranza, per la sola ragione di stimolarla e incoraggiarla e di concederle l'opportunità di promuovere gli interessi
della comunità. Alla luce di questo principio e tenendo presente che è
oltremodo auspicabile che le minoranze condividano la responsabilità della conduzione delle attività bahá’í, ogni comunità bahá’í ha il dovere di organizzarsi in modo tale che, quando esistano nelle sue file individui appartenenti a qualche minoranza già qualificati e rispondenti ai necessari requisiti, nelle istituzioni rappresentative bahá’í, siano esse Assemblee, convenzioni, conferenze o comitati, sia presente il maggior numero possibile di membri ditale diverse minoranze, razziali o altro. L'adozione e la fedele osservanza di questa linea di condotta non solo sarà fonte di ispirazione e di incoraggiamento per gli elementi numericamente limitati e inadeguatamente rappresentati, ma dimostrerà al mondo in senso lato che la Fede di Bahá’u’lláh è universale e rappresentativa e che i Suoi seguaci non sono contaminati da quei pregiudizi che già tanta rovina hanno portato negli affari interni e nei rapporti esteri delle nazioni.
Libertà da pregiudizi razziali, di qualunque sorta: sia questa, in questo momento in cui una parte sempre più grande dell'umanità sta cadendo in balia della sua devastante ferocia, la parola d'ordine dell'intera compagine dei credenti americani, qualunque sia lo stato dove risiedono, gli ambienti che frequentano, l'età, le tradizioni, i gusti e le abitudini che hanno. Sia essa costantemente dimostrata in ogni fase delle loro attività e della loro vita, tanto in seno alla comunità bahá’í quanto all'esterno, in pubblico e in privato, formalmente e informalmente, dagli individui e ufficialmente dai gruppi organizzati, dai comitati e dalle Assemblee. Sia essa deliberatamente incoraggiata nelle varie occasioni, ancorché insignificanti, che quotidianamente si presentano loro nelle case, nei posti di lavoro, nelle scuole e nelle università, nei ricevimenti e negli svaghi, negli incontri, nelle conferenze, nelle convenzioni, nelle scuole estive e nelle Assemblee bahá’í. Sia essa, soprattutto, il concetto dominante nella politica di quell'augusta istituzione, che nella sua veste di rappresentante nazionale, di direttrice e coordinatrice degli affari della comunità, deve dare l'esempio e agevolare l'applicazione di un sì vitale principio nella vita e nelle attività di coloro i cui interessi essa difende e rappresenta.
"O uomini d'intuito!" ha scritto Bahá’u’lláh "In verità, le parole che sono discese dal firmamento della Volontà di Dio sono sorgente di unità e armonia per mondo. Chiudete gli occhi alle differenze di razza e accettate tutti con la luce dell'unità". "Noi desideriamo soltanto il bene del mondo e la felicità delle nazioni" Egli proclama "...Tutte le nazioni abbiano la medesima fede e tutti gli uomini
divengano fratelli; i legami di affetto e di unione fra la proge-
nie umana si rafforzino; le diversità di religione cessino e l’antagonismo di razza svanisca". "Bahá'u’lláh ha detto" scrive 'Abdu'1-Bahá «che le varie razze del genere umano conferiscono all'insieme armonia composita e bellezza di colori. Si associno, dunque, tutti gli uomini in questo grande giardino umano come i fiori che crescono e si fondono l'uno accanto all'altro senza discordie o divergenze". "Una volta" 'Abdu'l-Bahá ha inoltre detto "Bahá'u'lláh ha paragonato la gente di colore alla nera pupilla dell'occhio attorniata dal bianco. In questa nera pupilla è visibile il riflesso di ciò che le sta dinanzi e attraverso di essa s'irradia la luce dello spirito".
"Dio" dichiara 'Abdu’l-Bahá "non fa differenza fra bianchi e neri: se il cuore è puro, entrambi Gli sono graditi. Dio non rispetta le persone per via del colore o della razza: tutti i colori bianco, nero o giallo, Gli son ben accetti. Poiché siamo stati tutti creati nell'immagine di Dio, dobbiamo risolverci a capire che tutti esprimono possibilità divine". "Agli occhi di Dio" Egli dichiara 'tutti gli uomini sono uguali. Nel reame della Sua giustizia ed equità, non vi sono distinzioni o preferenze”. "Dio non ha fatto queste divisioni" afferma Egli "esse hanno avuto origine nell'uomo. Perciò, essendo contrarie al piano e allo scopo di Dio, esse sono false e fittizie". "A giudizio di Dio" ha detto "non v'è distinzione di colore: tutti sono una sola cosa nel colore e nella bellezza dell'asservimento a Lui. Il colore non è importante: il cuore è importantissimo. Non importa cosa vi sia all'esterno, se all'interno il cuore è puro e bianco. Dio non vede le differenze di tinta e di carnagione: guarda ai cuori. Colui la cui morale e le cui virtù sono encomiabili, quello è il preferito al cospetto di Dio; chi è consacrato al Regno, quello è il prediletto. Nel regno della genesi e della creazione il problema del colore è di minima importanza." Nel regno animale" Egli spiega "non troviamo creature divise a causa del colore. Esse riconoscono l'unità delle specie e dei generi. Se non troviamo differenze di colore in un regno di intelligenza e di raziocinio inferiori, come potremo giustificarle fra gli esseri umani, soprattutto sapendo che tutti provengono dalla medesima fonte e appartengono alla medesima famiglia? Nelle origini e nelle intenzioni della creazione l'umanità è una sola. Le distinzioni di razza e di colore sono venute dopo". "L 'uomo è dotato di una capacità di raziocinio e di una facoltà di percezione superiori;" Egli spiega ancora "l'uomo è la manifestazione dei doni divini. Prevarranno le idee razziali e oscureranno lo scopo creativo dell'unità nel suo regno?" "Uno degli importanti problemi" osserva significativamente “riguardanti l'unità e la solidarietà del genere umano è l'amicizia e l’uguaglianza delle razze bianca e di colore. Fra
queste due razze esistono punti d’accordo e punti di distinzione che giustificano un'equa considerazione reciproca. I punti di contatto sono molti... In questo Paese, gli Stati Uniti d'America, il patriottismo è comune alle due razze; entrambe hanno eguali diritti di cittadinanza, parlano la stessa lingua, godono dei benefizi della stessa civiltà e seguono i precetti della medesima religione. In effetti fra le due razze esistono numerosi punti di comunanza e di accordo: l'unico punto di distinzione è il colore. Si vorrà permettere che questa, che è la minima fra le distinzioni, vi separi come razze e come individui?" "Questa varietà di forme e di colori" Egli fa notare “che è palese in tutti i regni è conforme alla Saggezza creativa e ha uno scopo divino". "Nella famiglia umana," Egli sostiene 'la diversità dev'essere causa di amore e di armonia, come nella musica dove molte note differenti si fondono producendo un perfetto accordo”. "Se incontrate persone di razza e colore differenti da voi”; Egli ammonisce "non siate diffidenti e non ritiratevi nel vostro guscio di formalità; siate lieti e mostrate loro gentilezza". "Nel mondo dell'essere" Egli attesta “quando le razze bianca e di colore s'incontrano con infinito amore spirituale e celestiale armonia, quell'incontro è benedetto. Quando ciò avvenga e i partecipanti si associno in perfetto amore, unità e gentilezza, gli angeli del Regno li lodano e la Bellezza di Bahá'u’lláh dice: "Siete benedetti! Siete benedetti"! "Quando c'è un incontro delle due razze" afferma del pari "quell'assemblea diviene il magnete delle Schiere supreme e le confermazioni della Bellezza Benedetta la circondano". "Impegnatevi con solerzia" esorta ancora le due razze “e fate il massimo sforzo per conseguire questa amicizia e per cementare questo reciproco vincolo di fratellanza. Tale risultato non può ottenersi senza volontà e impegno da ambo le parti: da un lato espressioni di gratitudine e apprezzamento; dall'altro, gentilezza e riconoscimento di eguaglianza. L’uno deve sforzarsi di sviluppare e di assistere l'altro in un mutuo progresso... L'amore e l’unità saranno incoraggiati fra voi, realizzando così l'unità del genere umano: il conseguimento dell’unità fra i popoli di colore e i popoli bianchi sarà una garanzia della pace nel mondo". "Spero" così Egli dice a esponenti della razza bianca “che voi procuriate che la razza oppressa diventi gloriosa, che si unisca alla razza bianca nel servire il mondo dell’uomo con massima sincerità, fedeltà, amore e purezza. Solo la fede, la certezza e gli insegnamenti della Bellezza Benedetta possono far scomparire l'opposizione, l'inimicizia e il pregiudizio che ora esistono fra la razza bianca e quella di colore". “Questo problema dell’unione fra bianchi e neri è importantissimo," Egli ammonisce “se essa non si realizzerà, ben presto sorgeranno grandi difficoltà e ne verranno pericolose conseguenze". "Se questo problema resterà
immutato" ammonisce ancora "1’inimicizia crescerà giorno dopo giorno, ne risulteranno sofferenze e potrà finire in un massacro".
Entrambe le razze devono compiere un enorme sforzo, se le loro opinioni, maniere e comportamenti vorranno rispecchiare, in quest'era ottenebrata, lo spirito e gli insegnamenti della Fede di Bahá’u’lláh. Ripudiando una volta per tutte la fallace dottrina della superiorità razziale, con il suo corteo di sventure, confusione e miserie, accettando e incoraggiando la mescolanza delle razze e abbattendo le barriere che ora le dividono, essi devono ingegnarsi, giorno e notte, di adempiere le loro particolari responsabilità nel compito comune che con tanta urgenza li sollecita. Mentre si sforzano di dare ciascuna il proprio contributo alla risoluzione di questo intricato problema, ricordino gli avvertimenti di 'Abdu'l-Bahá e s'immaginino, finché c'è tempo, le terribili conseguenze che si avranno se non si porrà definitivamente rimedio a questa scottante e infelice situazione riguardante l'intera nazione americana.
I bianchi facciano uno sforzo supremo - nel loro fermo proposito di svolgere la loro parte nella risoluzione del problema - per abbandonare una volta per tutte il loro sentimento di superiorità abitualmente connaturato e talvolta inconsapevole, per correggere la loro tendenza ad assumere un atteggiamento di condiscendenza verso i membri dell'altra razza, per convincerli - frequentandoli con dimestichezza e spontaneità e senza formalismi - della genuinità della loro amicizia e della sincerità delle loro intenzioni e per controllare ogni insofferenza di fronte a eventuali incomprensioni da parte di gente che per tanto tempo ha ricevuto ferite così profonde e lente a rimarginare. Altrettanto si sforzino i negri e mostrino con ogni mezzo di cui dispongono il calore della loro risposta, dimostrino di essere disposti a dimenticare il passato e capaci di fugare ogni traccia di sospetto che ancor s'attardi nei cuori e nelle menti. Né gli uni né gli altri pensino che la risoluzione di un problema così grande sia un fatto riguardante esclusivamente la controparte, e che tale risoluzione sia facile o immediata. Non s'illudano di poter aspettare fiduciosamente di sistemare la questione quando le istituzioni esterne all'orbita della Fede avranno preso l'iniziativa e creato le circostanze favorevoli. O che oltre all'amore genuino, alla grandissima pazienza, alla vera umiltà, all'estrema delicatezza, alle intelligenti iniziative, alla matura saggezza e allo sforzo deliberato e devoto, vi siano altri rimedi che possano riuscire a cancellare la macchia che questo male evidente ha la-
sciato sull'onore della loro comune patria. Sappiano, invece, e siano fermamente convinti che dalla mutua comprensione, dalla reciproca amicizia e dalla continua collaborazione, dipende, più che da qualsiasi altra forza o organizzazione operante all'esterno della cerchia della loro Fede, la modificazione di quel pericoloso corso tanto temuto da 'Abdu'l-Bahá e la realizzazione delle speranze che Egli nutriva per la loro comune partecipazione all'adempimento del glorioso destino del loro Paese.
Amatissimi amici! Una rettitudine di condotta che contrasti vistosamente, in tutte le sue espressioni, con la disonestà e la corruzione che caratterizzano la vita politica della nazione e dei partiti e fazioni che la compongono; una santità e una castità, diametralmente opposte al lassismo morale e alla licenziosità che corrompono il carattere di una porzione non indifferente dei suoi cittadini; un'amicizia inter-razziale completamente purgata dalla calamità del pregiudizio razziale di cui la maggioranza del suo popolo è macchiata - queste sono le armi che i credenti americani possono e devono impugnare nella loro duplice crociata, in primo luogo per rigenerare la vita interiore della loro stessa comunità e poi per aggredire i mali inveterati che hanno attecchito nella vita della nazione. La perfezione di queste armi, il loro saggio ed efficace uso può prepararli, più del progresso di piani particolari, o dell'elaborazione di progetti speciali, o dell'accumulo di pur ingenti risorse materiali, al momento in cui la Mano del destino li guiderà a collaborare alla creazione e alla messa in opera di quell'Ordine Mondiale che sta ora formandosi in seno alle istituzioni amministrative mondiali della Fede.
Nella conduzione di questa duplice crociata, i prodi guerrieri che lottano nel nome e in favore della Causa di Bahá’u’lláh incontreranno, necessariamente, dure resistenze e subiranno molti scacchi. Essi dovranno esaminare, respingere risolutamente e sbaragliare non solo la furia delle forze conservative, l'opposizione di interessi precostituiti e le obiezioni di una generazione corrotta e gaudente, ma anche i loro propri istinti. Mentre organizzeranno e amplieranno le misure difensive per l'imminente contesa, tempeste di ingiurie e di dileggio, campagne di condanna e di calunnie si scateneranno contro di loro. La loro Fede - lo vedranno ben presto - sarà aggredita, le loro intenzioni travisate, i loro scopi diffamati, le loro aspirazioni derise, le loro istituzioni schernite, la loro influenza minimizzata, la loro autorità insidiata e la Causa, talvolta disertata da alcuni che non saranno stati
capaci di comprendere la natura dei loro ideali o disposti a sostenere l'urto delle crescenti critiche che tale contesa sicuramente comporterà. "A causa di 'Abdu'l-Bahá" l'amato Maestro ha profetizzato "vi saranno inflitte molte prove, vi colpiranno tribolazioni e vi affliggeranno sofferenze".
Ma l'invincibile esercito di Bahá’u’lláh - che deve combattere, in Occidente in uno dei suoi potenziali focolai di conflitto, una delle più dure e gloriose battaglie in Suo nome e per amor Suo - non deve temere le critiche che gli siano mosse. Non si lasci distogliere dalle condanne con cui lingue bugiarde cerchino di svilire i suoi motivi. Non retroceda davanti alla minacciosa avanzata delle forze del fanatismo, dell'ortodossia, della corruzione e del pregiudizio che potrebbero allearsi contro di esso. La voce della critica è una voce che indirettamente rinforza la proclamazione della Causa. L'impopolarità non serve ad altro che a dare maggior risalto al contrasto fra essa e i suoi avversari; l'ostracismo è di per sé la forza magnetica che finirà con l'attirare dalla sua parte i nemici più chiassosi e inveterati. Già nella terra dove le più grandi battaglie della Fede sono state combattute e sono vissuti i suoi più avidi nemici, il corso degli eventi, la lenta ma costante infiltrazione dei suoi ideali e la realizzazione delle sue profezie sono valsi non solo a disarmare alcuni dei suoi più temibili avversari, ma anche ad assicurarne l'incrollabile e assoluta sottomissione ai suoi Fondatori. Una trasformazione così completa, un cambiamento di atteggiamento così sorprendente, possono verificarsi solo se quel veicolo eletto che è designato a portare il Messaggio di Bahá’u’lláh alle moltitudini assetate, inquiete e derelitte è esso stesso completamente purificato dal contagio che s'affatica di rimuovere.
È a voi dunque, miei amatissimi amici, che desidero far comprendere non solo l'urgenza e l'imperativa necessità del vostro sacro compito, ma anche le infinite possibilità in esso insite di sollevare a tali altezze non solo la vita e le attività della vostra comunità, ma anche i motivi e i modelli che governano i rapporti esistenti in seno al popolo cui appartenete. Intrepidi davanti all'enorme difficoltà di questo compito affronterete come si conviene - ne sono certo - la sfida dei tempi, densi di pericoli, carichi di corruzione eppur fecondi di promesse per un futuro così fulgido da non potersi confrontare con le glorie di alcune delle precedenti età negli annali del genere umano.
Amatissimi amici! Agli inizi di queste pagine ho provato a trasmet-
tere un'idea delle gloriose opportunità e delle ponderose responsabilità che - in seguito alla persecuzione della Fede di Bahá’u’lláh - si presentano alla comunità dei credenti americani, in uno stadio così critico del Periodo Formativo della Fede, in un'epoca così cruciale della storia del mondo. Mi sono soffermato abbastanza a lungo sul carattere della missione che quella comunità dovrà compiere in un futuro non remoto, costrettavi dalla forza delle circostanze. Ho pronunziato un avvertimento che ritenevo necessario per una più profonda comprensione e un migliore svolgimento dei compiti che l'attendono. Ho esposto - e messo in evidenza per quanto era in mio potere - quelle eccelse e dinamiche virtù, quei nobili ideali, che - pur difficili da conseguire - costituiscono nondimeno i requisiti essenziali per il successo di quei compiti. Merita ora - credo - spendere una parola a proposito dell'aspetto materiale del loro compito immediato, dal cui tempestivo conseguimento dipendono non solo lo sviluppo degli stadi successivi del Piano Divino concepito da 'Abdu'l-Bahá, ma anche l'acquisizione di quelle capacità che li qualificheranno ad assolvere, nella pienezza dei tempi, i doveri e le responsabilità imposti da quella più grande missione che sarà loro privilegio svolgere.
Il Piano Settennale, con il suo duplice aspetto della decorazione del Tempio e dell'espansione delle attività di insegnamento sino ad abbracciare i due continenti americani, settentrionale e meridionale, è ora inoltrato nel suo secondo anno e mostra a chiunque ne abbia osservato il progresso negli ultimi mesi segni molto incoraggianti che lasciano sperare che i suoi obiettivi saranno raggiunti nel tempo stabilito. I passi successivi designati a facilitare il lavoro da svolgere per l'ornamentazione esterna del Tempio - coprendone l'intero campo - sono stati per lo più compiuti. È finalmente incominciata la fase finale che segnerà la trionfale conclusione della trentennale impresa. Il contratto iniziale relativo al primo piano - il piano principale - dello storico edificio è stato firmato. Il Fondo associato all'amato nome della Più Grande Santa Foglia è stato aperto. L'ininterrotto proseguimento fino al termine di questa encomiabile impresa è ora assicurato. Il vivo ricordo di colei il cui cuore tanto gioì per l'erezione della sovrastruttura di questa sacra Casa conferirà agli sforzi finali necessari a completarla un tale impeto da dissipare ogni dubbio che si sia ancora attardato in qualche mente sulla capacità dei suoi costruttori di completare degnamente la loro impresa.
Ponderiamo ora sull'aspetto del Piano relativo all'insegnamento. È necessario affrontarne le difficoltà, studiarne i requisiti, soppesarli
e realizzarli. Superba e irresistibile è la bellezza del Primo Mashriqu'lAdhkár dell'Occidente, maestose le sue dimensioni, inimitabile la sua architettura e preziosissimi gli ideali e le aspirazioni di cui è simbolo: eppure esso dev'essere considerato in questo momento un semplice strumento per una più efficace propagazione della Causa e una più vasta diffusione dei suoi insegnamenti. Sotto questo aspetto esso dev'essere visto nella medesima luce delle istituzioni amministrative della Fede che sono designate quali veicoli per la corretta diffusione dei suoi ideali, dottrine e verità.
È dunque sui requisiti per l'insegnamento nel Piano Settennale che la comunità dei credenti nordamericani deve d'ora in poi concentrare la sua sollecita e costante attenzione. L'intera comunità deve levarsi come un sol uomo per realizzarli. Insegnare la Causa di Dio, proclamarne le verità, difenderne gli interessi, dimostrarne nelle parole e nei fatti l'indispensabilità, la potenza, l'universalità, non dev'essere mai considerato esclusivo interesse o unico privilegio delle istituzioni amministrative bahá’í, siano esse assemblee o comitati. Tutti devono partecipare, per umili che ne siano le origini, limitate le esperienze, ristretti i mezzi, manchevole l'educazione, pressanti le cure e le preoccupazioni, sfavorevole l'ambiente in cui vivono. "Dio" Bahá’u’lláh ha chiaramente rivelato "ha prescritto a ciascuno il dovere di insegnare la Sua Causa". "Di" ha inoltre scritto "Insegnate la Causa di Dio o genti di Bahá, poiché Dio ha imposto ad ognuno il dovere di proclamare il Suo Messaggio e ritiene questa la più meritevole di tutte le azioni".
Un'alta ed elevata posizione nei ranghi della comunità, che pur conferisce certi privilegi e prerogative, indubbiamente investe chi la occupi di una responsabilità cui egli non può onorevolmente sottrarsi nel suo dovere di insegnare e promuovere la Fede di Dio; essa può talvolta, ma non sempre, creare maggiori opportunità e fornire migliori mezzi per divulgare la conoscenza della Fede e per procurare sostenitori alle sue istituzioni. Ma in nessun caso comporta necessariamente il potere di esercitare una maggiore influenza sulle menti e sui cuori di coloro ai quali la Fede è presentata. Quante volte - e la storia degli inizi della Fede nella sua terra d'origine ne offre molte evidenti testimonianze - i più umili seguaci della Fede, illetterati e del tutto inesperti, privi di qualunque rango e talvolta sprovveduti d'intelligenza, sono stati capaci di conseguire per la Causa vittorie dinanzi alle quali le più brillanti conquiste dei dotti, dei saggi e degli esperti sono impallidite.
"Secondo la storia della Chiesa," ha affermato 'Abdu'l-Bahá, "Pietro
non era capace neppure di tenere il conto dei giorni della settimana. Ogni qual volta decideva di andare a pesca, avvolgeva il cibo della settimana in sette pacchetti e ogni giorno ne consumava uno; quando arrivava al settimo sapeva che era giunto il Sabato e quindi l’osservava". Se il Figliol dell'Uomo fu capace di infondere in uno strumento apparentemente così rozzo e confuso tale potenza da far sgorgare dalla sua bocca i misteri della saggezza e della loquela, da esaltarlo al di sopra degli altri discepoli e da renderlo idoneo a divenire Suo successore e fondatore della Sua Chiesa, tanto più potrà il Padre, Che è Bahá'u'lláh, conferire al più debole e insignificante dei Suoi seguaci il potere di realizzare, per l'esecuzione del Suo scopo, tali meraviglie da far apparire piccole persino le conquiste del primo apostolo di Gesù Cristo!
“Il Báb" ha scritto inoltre 'Abdu'l-Bahá "ha detto: 'Se una formichina desiderasse, in questo giorno, possedere una tale forza da essere capace di svelare i più astrusi e sconcertanti passi del Corano, indubbiamente il suo desiderio sarebbe esaudito, poiché nell'intimo essere di tutte le cose create palpita il mistero dell'eterna possanza”. Se in una creatura così debole può essere infusa una capacità così sottile, quanto più efficace dovrà essere il potere sprigionato mediante le generose effusioni della grazia di Bahá’u’lláh!"
Immensa è l'arena, critico il periodo, grande la Causa, pochi gli operatori, breve il tempo, inestimabile il privilegio: pertanto nessun seguace della Fede di Bahá’u’lláh, degno di portarNe il nome, può permettersi un solo attimo di esitazione. Quella Forza d'origine divina, irresistibile nel suo potere travolgente, d'incalcolabile potenza, imprevedibile nel suo corso, misteriosa nel suo operare e terrificante nelle sue manifestazioni - una Forza che, come il Báb ha scritto “pal-pita nell'intimo essere di tutte le cose create" e che, secondo Bahá’u’lláh, con la sua "vibrante influenza" ha "sconvolto l'equilibrio del mondo "e ne ha "rivoluzionato la vita ordinata" - questa Forza, agendo sotto i nostri occhi come una lama a doppio taglio, recide da un lato antichi legami che per secoli hanno tenuto in piedi l'edifizio della società civile e slega dall'altro quei lacci che ancora avvincono l'infante, irredenta Fede di Bahá’u'lláh. Le opportunità impensate offerte mediante l'operazione di questa Forza - i credenti americani devono ora alzarsi e pienamente e coraggiosamente sfruttare. "Nel Più Eccelso Paradiso le sante realtà delle Schiere supreme" scrive 'Abdu'l-Bahá "anelano, in questo giorno, di ritornare su questo mondo, ove possano essere aiutate a rendere qualche servigio alla soglia della Bellezza di Abhá e a dimostrare il loro asservimento alla Sua sacra Soglia".
Un mondo ottenebrato per il continuo affievolirsi della luce della
religione, impregnato dalle forze esplosive di un nazionalismo cieco e trionfante, scottato da fuochi di spietate persecuzioni razziali e religiose, deluso dalle false teorie e dottrine che minacciano di sostituire il culto di Dio e la santificazione delle Sue leggi, svigorito da un materialismo sfrenato e brutale, in procinto di disgregarsi per l'erosione della decadenza morale e spirituale e avvinto nelle spire dell'anarchia economica e del conflitto - ecco lo spettacolo che si presenta agli occhi degli uomini, per effetto delle radicali trasformazioni che questa Forza rivoluzionaria, pur nello stadio iniziale del suo operare, sta ora producendo nella vita dell'intero pianeta.
Uno spettacolo così triste e sconvolgente, se può sconcertare l'osservatore ignaro degli scopi, delle profezie e delle promesse di Bahá’u’lláh, lungi dallo sgomentare i cuori dei Suoi seguaci o dal paralizzarne gli sforzi, potrà solo approfondirne la fede e suscitarne l'entusiastico desiderio di sorgere e mostrare - nel vasto campo tracciato per loro dalla penna di 'Abdu'l-Bahá - di essere capaci di contribuire all'opera di universale redenzione proclamata da Bahá’u’lláh. Ogni strumento dell'apparato amministrativo che essi hanno faticosamente costruito nel corso di lunghi anni dev'essere pienamente utilizzato e subordinato al fine per cui è stato creato. Anche il Tempio - superba incarnazione di un raro spirito d'abnegazione - deve concorrere alla campagna d'insegnamento destinata ad abbracciare l'intero Emisfero Occidentale.
Le opportunità che il tumulto di quest'èra offre, con tutti i dolori che comporta, i timori che suscita, le delusioni che produce, le perplessità che genera, l'indignazione che solleva, la rivolta che scatena, i torti che arreca, lo spirito di febbrile ricerca che stimola, devono essere del pari sfruttate allo scopo di diffondere dappertutto la conoscenza della forza redentrice della Fede di Bahá’u’lláh e di arruolare nuove reclute nell'esercito sempre più numeroso dei Suoi seguaci. Un'opportunità così preziosa, una così rara coincidenza di circostanze favorevoli potrebbe non ripresentarsi mai più. È giunto il momento, il momento prestabilito, perché i credenti americani, avanguardia degli eserciti del Più Grande Nome, proclamino, attraverso le istituzioni e i canali di codesto Ordine Amministrativo appositamente designato, di essere capaci e desiderosi di salvare questa generazione decaduta e tribolata, che si è ribellata contro il suo Dio e Ne ha ignorato i moniti, e di offrirle quell'assoluta sicurezza che solo le roccaforti della loro Fede possono offrire.
La campagna d'insegnamento iniziata negli stati della Repubblica
Nordamericana e del Dominion del Canada acquista dunque un'importanza e riveste un'urgenza tali che è impossibile sopravvalutarle. Messa in moto grazie alle forze creative sprigionate dal volere di ‘Abdu’l-Bahá, estesa a tutto l'Emisfero Occidentale grazie alla forza propulsiva che sta generando, essa deve - è mia convinzione - essere svolta secondo certi principi, designati ad assicurarne l'efficiente conduzione e ad accelerare il conseguimento dei suoi obiettivi.
Coloro che partecipano a questa campagna, siano essi addetti all'organizzazione o all'esecuzione dell'impresa, devono, come preliminare essenziale allo svolgimento dei loro compiti, approfondirsi nei vari aspetti della storia e degli insegnamenti della Fede. Nei loro sforzi tesi a conseguire questo scopo, essi devono studiare per conto proprio coscenziosamente e diligentemente, la letteratura della loro Fede, approfondirsi nei suoi insegnamenti, assimilarne le leggi e i principi, ponderarne i moniti, le dottrine e gli scopi, imparare a memoria alcune delle sue esortazioni e preghiere, conoscere a fondo gli aspetti essenziali della sua amministrazione e tenersi aggiornati sui suoi affari correnti e sui suoi più recenti sviluppi. Devono ingegnarsi di attingere da fonti autorevoli e imparziali una profonda conoscenza della storia e della dottrina dell'Islam - sorgente e sfondo della loro Fede - e accostarsi con riverenza e con mente libera da idee preconcette allo studio del Corano che - se si escludono le sacre scritture delle Rivelazioni Bábí e Bahá’í - è l'unico Libro che si possa considerare un Depositario assolutamente autentico della Parola di Dio. Devono esaminare con particolare attenzione quelle istituzioni e circostanze che sono direttamente collegate all'origine e alla nascita della loro Fede, allo stadio reclamato dal suo Precursore e alle leggi rivelate dal suo Autore.
Ottenuti - negli aspetti essenziali - questi requisiti per il successo nel campo dell'insegnamento, essi devono, ogni qual volta si propongano di intraprendere una missione specifica nei Paesi dell'America Latina, cercare possibilmente di imparare a parlare le lingue in uso fra gli abitanti di quei Paesi e di conoscerne costumi, usanze e idee. "Anche gli insegnanti che si recano in quei Paesi" ha scritto ‘Abdu’l-Bahá in una delle Tavole del Piano Divino riferendoSi alle Repubbliche del Centro America "devono conoscere bene la lingua spagnola". "Un gruppo di questi credenti, che parlino le lingue del luogo..." ha scritto in un'altra Tavola "deve recarsi nei tre grandi Arcipelaghi dell'Oceano Pacifico". "Gli insegnanti che si recano nei diversi luoghi" afferma inoltre "devono conoscere la lingua del Paese in cui entrano. Per esempio una persona che conosca il giapponese può
recarsi in Giappone, una persona che conosca il cinese può andare in Cina e così via".
Coloro che partecipano a questa campagna interamericana di insegnamento non pensino che l'iniziativa delle attività connesse a questo lavoro competano soltanto a quelle istituzioni, siano Assemblee o comitati, la cui speciale mansione è quella di promuovere e facilitare il conseguimento di questo vitale obiettivo del Piano Settennale. Ciascun credente americano - in quanto fedele curatore del Piano Divino di ‘Abdu’l-Bahá - ha il sacro dovere di iniziare, promuovere e consolidare, nei termini fissati dai principi amministrativi della Fede, qualunque attività egli o ella giudichi opportuno intraprendere per il progresso del Piano. Né la minacciosa situazione del mondo, nè considerazioni di carenze di risorse materiali, preparazione intellettuale, cultura o esperienza - pur desiderabili - dovranno impedire all'eventuale insegnante pioniere di levarsi di sua volontà e di mettere in moto le forze che - ‘Abdu’l-Bahá ci ha ripetutamente assicurati - una volta sprigionate attrarranno come un magnete l'infallibile aiuto promesso da Bahá’u’lláh.
Non aspetti né direttive, nè incoraggiamenti speciali dai rappresentanti eletti della sua comunità; non si lasci distogliere da ostacoli che parenti o concittadini possano essere inclini a porre sulla sua strada; non si dia pena delle critiche dei detrattori o dei nemici. "Sii libero come il vento" recita il consiglio di Bahá’u’lláh a ogni eventuale insegnante della Sua Causa "nel portare il Messaggio di Colui Che ha fatto si che sorgesse l'Alba della Guida Divina. Considera come il vento, fedele a ciò che Dio ha stabilito, soffia su tutte le regioni del mondo, siano esse popolate o deserte. Né l'aspetto della desolazione, né i segni della prosperità possono addolorarlo o compiacerlo. Esso soffia in ogni direzione come il Suo Creatore gli ha comandato". “E allorché egli decide di lasciare la sua casa, per amor della Causa del suo Signore" Bahá’u’lláh ha rivelato in un altro passo, rivolgendoSi a questo insegnante “ponga tutta la sua fiducia in Dio, come il miglior viatico per il suo viaggio, ammantandosi col saio della virtù... Se egli sarà infiammato dal fuoco del Suo amore, se avrà rinunziato a tutte le cose create, le parole che pronunzierà accenderanno coloro che lo ascolteranno".
Dopo aver deciso - di propria iniziativa e incurante degli ostacoli con cui amici o nemici gli avessero, volontariamente o involontariamente, ingombrato il cammino - di alzarsi a rispondere all'appello per l'insegnamento, studi attentamente ogni via di approccio da utilizzare nei suoi tentativi personali intesi ad attirare l'attenzione, mantenere
l'interesse e approfondire la fede di coloro che egli cerca di introdurre nell'ovile della Fede. Esamini le possibilità che le particolari circostanze in cui vive gli offrono, ne valuti i vantaggi e proceda a sfruttarle intelligentemente e sistematicamente per conseguire l'obiettivo che si è prefisso. Cerchi anche di escogitare metodi come la frequenza di circoli, mostre e associazioni, conferenze su temi affini agli insegnamenti e agli ideali della sua Causa quali temperanza, moralità, assistenza sociale, tolleranza religiosa e razziale, cooperazione economica, Islam e Religione Comparata, oppure la partecipazione a organizzazioni e imprese sociali, culturali, umanitarie, benefiche ed educative che, pur nel rispetto dell'integrità della sua Fede, gli potrebbero aprire un'infinità di strade per ottenere prima la simpatia, poi l'appoggio e infine l'adesione di coloro che incontra. E nel prendere tali contatti, tenga presenti i doveri che la sua Fede costantemente gli impone: di preservarne la dignità e lo stadio, di difendere l'integrità delle sue leggi e dei suoi principi, di dimostrarne la completezza e l'universalità e di difenderne intrepidamente i molteplici, vitali interessi. Valuti la misura della recettività del suo interlocutore e decida egli stesso quale dei due metodi di insegnamento, diretto o indiretto, sia più idoneo a fargli comprendere la vitale importanza del Messaggio Divino e a indurlo a unire i suoi destini a quelli di coloro che vi hanno già aderito. Ricordi l'esempio di ‘Abdu’l-Bahá e le Sue costanti esortazioni a usare tali gentilezze verso quel ricercatore e ad esemplificare lo spirito degli insegnamenti che si spera di infondere in lui a tal segno, che egli senta spontaneamente l'impulso di aderire a quella Causa che include tali insegnamenti. All'inizio, si astenga dall'insistere su quelle leggi e osservanze che impongono uno sforzo eccessivo alla sua fede neonata; sia paziente, discreto, ma deciso, nel prendersi cura di lui finché egli non giunga a piena maturità e lo aiuti a proclamare la sua completa accettazione di tutto ciò che Bahá’u’lláh ha disposto. E appena quegli sia pervenuto a tale stadio, lo presenti ai suoi confratelli e s'adoperi, perché - frequentando costantemente la comunità e partecipando attivamente alle attività locali - anch'egli partecipi all'arricchimento della sua vita, al progresso dei suoi compiti, al consolidamento dei suoi interessi e al coordinamento delle sue attività con quelle delle altre comunità. Non sia pago finché non abbia infuso nel suo figliolo spirituale un così profondo ardore da indurlo a levarsi spontaneamente anch'egli per dedicare le proprie energie al risveglio di altre anime e alla difesa delle leggi e dei principi stabiliti dalla nuova Fede.
Ogni partecipante alla campagna continentale iniziata dai credenti americani, e soprattutto chiunque svolga opera di pionierismo nei territori vergini, tenga presente la necessità di mantenersi strettamente e costantemente in contatto con le istituzioni responsabili addette alla direzione, al coordinamento e alla promozione delle attività per l'insegnamento dell'intera comunità. Si tratti della rappresentanza nazionale eletta, o della sua principale istituzione ausiliaria, il Comitato Nazionale per l'Insegnamento, o dei suoi organi ausiliari, i comitati regionali per l'insegnamento, o di Assemblee Spirituali locali e dei rispettivi comitati per l'insegnamento, coloro che lavorano per la diffusione della Causa di Bahá’u’lláh devono assicurare - con un costante scambio di idee, con lettere, circolari, relazioni, bollettini e altri mezzi di comunicazione con questi strumenti ufficiali addetti alla propagazione della Fede - che l'apparato per l'insegnamento del loro Ordine Amministrativo funzioni armoniosamente e speditamente. In tal modo si eviteranno ogni confusione, ritardo, duplicazione di sforzi, dissipazione di energie e la grande piena della grazia di Bahá’u’lláh, fluendo copiosa e senza il minimo intoppo attraverso questi importantissimi canali, inonderà i cuori e le anime a tal segno da abilitarli a produrre il raccolto predetto da ‘Abdu’l-Bahá.
Ogni partecipante a questo sforzo concertato, che non ha precedenti negli annali della comunità bahá’í americana, ha l'obbligo spirituale di fare del mandato dell'insegnamento, così vincolante per tutti, l'onnipresente impegno della propria vita. Nelle attività e nei contatti quotidiani, in tutti i viaggi, per affari o altro, nelle vacanze e nelle escursioni e in qualunque missione sia chiamato a svolgere, ogni latore del Messaggio di Bahá’u’lláh deve sentire l'obbligo e il privilegio di spargere largamente i semi della Sua Fede, pago della costante consapevolezza che, qualunque sia l'immediata risposta a quel Messaggio e per quanto inadeguato sia il veicolo che l'ha trasmesso, la potenza del suo Autore farà sì che - come Egli giudicherà opportuno – i semi germoglino e arricchiscano, in circostanze che a nessuno è dato prevedere, la messe che le fatiche dei Suoi seguaci raccoglieranno. Se è membro di un'Assemblea Spirituale, incoraggi la sua Assemblea a consacrare una certa parte del proprio tempo - durante ciascuna sessione - a uno scrupoloso e devoto esame di quei modi e metodi che possano incentivare la campagna di insegnamento o procurare eventuali risorse disponibili per il suo progresso, espansione e consolidamento. Se partecipa a una scuola estiva - e si raccomanda a tutti senza eccezione di cogliere il vantaggio di parteciparvi - consideri tale
circostanza una gradita e preziosa occasione per arricchire, attraverso conferenze, studi e discussioni, la propria conoscenza degli elementi basilari della sua Fede, in tal modo da essere capace di trasmettere, con maggior sicurezza ed efficacia, il Messaggio che è stato affidato alle sue cure. Cerchi inoltre, ogni qual volta sia possibile, di stimolare con visite intercomunitarie lo zelo d'insegnamento e di dimostrare agli estranei l'entusiasmo e la vivacità dei promotori della sua Causa e l'unità delle sue istituzioni.
Chiunque fra i partecipanti a questa crociata, che abbracci tutte le razze, le repubbliche, le classi e le denominazioni dell'intero Emisfero Occidentale, ne senta l'impulso si alzi e, circostanze permettendolo, presenti la sua Fede all'attenzione particolare delle razze negra, indiana, eschimese ed ebraica e ne ottenga alla fine la completa adesione. Non v'è servizio più lodevole e meritorio che possa essere reso alla Causa di Dio, in quest'ora presente, di un riuscito sforzo teso ad accrescere la diversità dei membri della comunità bahá’í americana ingrossando le file della Fede con la registrazione di membri di tali razze. Una fusione di questi diversissimi elementi della razza umana, armoniosamente intessuti nella struttura dell'universale fratellanza bahá’í, assimilati grazie ai processi dinamici del suo divino Ordine Amministrativo e tutti partecipi all'arricchimento e alla gloria della vita comunitaria bahá’í, è sicuramente una vittoria la cui previsione deve riscaldare ed entusiasmare ogni cuore bahá’í.
“Considerate i fiori di un giardino", ‘Abdu’l-Bahá ha scritto, "sebbene differenti in specie, colore, aspetto e forma, tuttavia, poiché essi sono rinfrescati dalle acque della stessa fonte, ravvivati dal soffio dello stesso vento, rinvigoriti dai raggi dello stesso sole, questa diversità accresce il loro fascino, ed aumenta la loro bellezza. Quanto sgradevole all’occhio se i fiori e le piante, le foglie e le fioriture, i frutti, i rami egli alberi di quel giardino fossero tutti della stessa forma e colore! La diversità di tinte, aspetto e forma arricchisce ed adorna il giardino, e ne accresce l'effetto. Allo stesso modo, quando diverse sfumature di pensiero, temperamento e carattere, sono riunite sotto la forza e l'influenza di un'unica causa centrale, la bellezza e la gloria della perfezione umana saranno rivelate e rese manifeste. Nulla tranne che la potenza celestiale della Parola di Dio, che governa e trascende la realtà di tutte le cose, è capace di armonizzare pensieri, sentimenti, idee e convinzioni divergenti dei figli degli uomini".
"Spero" è il desiderio espresso da ‘Abdu’l-Bahá "che facciate sì che la razza oppressa (la razza negra) divenga gloriosa e si unisca
alla razza bianca nel servire il mondo dell'uomo con somma sincerità, fedeltà, amore e purezza". "Uno degli importanti problemi" ha anche scritto “che incidono sull'unità e sulla solidarietà del genere umano è la fraternità e l’uguaglianza delle razze bianca e di colore". "Dovete dare grande importanza" 'Abdu'1-Bahá scrive nelle Tavole del Piano Divino “agli Indiani, gli aborigeni d'America. Queste anime possono essere paragonate agli antichi abitanti della Penisola Araba, i quali, prima della Rivelazione di Muhammad erano come selvaggi, ma quando la Luce di Muhammad risplendette in mezzo a loro, si accesero talmente che illuminarono il mondo. Nello stesso modo non v'è alcun dubbio che questi Indiani, se saranno educati e adeguatamente guidati, grazie agli insegnamenti divini, diverranno così luminosi da riversare, a loro volta, luce su tutta la terra". "Se possibile" ha scritto inoltre ‘Abdu’l-Bahá inviate insegnanti in altre parti del Canada, e anche in Groenlandia e nella terra degli Eschimesi". "Se Dio vorrà" ha scritto inoltre nelle medesime Tavole “l'appello del Regno giungerà alle orecchie degli Eschimesi... Se vi impegnerete a diffondere le fragranze di Dio fra gli Eschimesi, l’effetto sarà grandioso e amplissimo". "Sia lodato Iddio" scrive ‘Abdu’l-Bahá "tutto ciò che è stato annunciato agli Israeliti nelle Tavole Benedette e le cose che ‘Abdu’l-Bahá ha scritto esplicitamente nelle lettere si stanno realizzando. Alcune cose sono già accadute; altre saranno rivelate nel futuro. L'Antica Bellezza ha scritto chiaramente nelle Sue sacre Tavole che i giorni dell'umiliazione sono passati. La Sua grazia avvolgerà la loro razza, che progredirà giorno dopo giorno e sarà riscattata dall'antica oscurità e degradazione".
Coloro che occupano posti amministrativi in qualità di membri dell'Assemblea Spirituale Nazionale, o di comitati nazionali, regionali o locali per l'insegnamento, rammentino sempre la vitale e urgente necessità di procurare che nei pochi stati restanti della Repubblica Nordamericana e del Dominion del Canada, si formi entro il più breve tempo possibile un certo numero di gruppi - anche piccoli e rudimentali - e di provvedere a tutte le possibili facilitazioni per permettere che questi nuovi nuclei si evolvano - rapidamente e nel giusto modo - in Assemblee efficienti, autonome e riconosciute. Alla costruzione di queste fondamenta, all'erezione di questi avamposti - opera dichiaratamente difficile, eppure oltremodo necessaria e ispiratrice – i singoli membri della comunità bahá’í americana devono offrire il loro illimitato, costante ed entusiastico appoggio. Pur sagge le misure che i loro rappresentanti eletti concepiscano, pur pratici e ben congegnati i piani che formulino, tali misure e tali piani non avranno alcun soddisfacente risultato a meno che un adeguato numero
di pionieri non decida di affrontare i sacrifici necessari per porli in effetto e di offrirsi per tale scopo. Issare una volta per tutte il vessillo di Bahá'u'lláh nel cuore di questi territori vergini, gettare le fondamenta strutturali del Suo Ordine Amministrativo nelle loro città e villaggi e costruire nelle menti e nei cuori dei loro abitanti una solida e permanente base d'appoggio per le sue istituzioni costituisce - ne sono fermamente convinto - il primo e il più significativo passo negli stadi successivi che la campagna d'insegnamento inaugurata nell'ambito del Piano Settennale dovrà attraversare. Mentre l'ornamentazione esterna del Mashriqu'l-Adhkár prevista dal medesimo Piano è ora giunta all'ultima fase del suo sviluppo, la campagna d'insegnamento è ancora agli inizi ed è ben lontana dall'essere effettivamente estesa in alcuno di questi territori vergini o delle Repubbliche che si trovano nel continente sudamericano. Lo sforzo richiesto è colossale, le condizioni in cui questi insediamenti preliminari devono essere compiuti sono spesso ostiche e sfavorevoli, pochi gli operatori che si trovano nelle condizioni di poter affrontare tale impresa e magre e insufficienti le risorse di cui dispongono. Eppure più volte la penna di Bahá’u’lláh ci ha assicurato che "se un uomo, solo, sorge nel nome di Bahá e indossa l'armatura del Suo amore, l'Onnipotente lo renderà vittorioso, si schierassero pure contro di lui le forze del cielo e della terra". Ha scritto inoltre: "Nel Nome di Dio, all’infuori di Cui non v'è altro Dio! Dovesse qualcuno levarsi per il trionfo della Nostra Causa, Dio lo renderebbe vittorioso, fossero pure decine di migliaia di nemici uniti in lega contro di lui. E se il suo amore per Me si facesse sempre più forte, Dio stabilirebbe il suo ascendente sopra tutti i poteri della terra e del cielo". "Considerate il lavoro delle generazioni passate" ‘Abdu’l-Bahá ha scritto "Mentre viveva Gesù Cristo, le anime credenti e salde erano poche e contate, ma le benedizioni del cielo piovvero così copiose che, in pochi anni, numerosissime anime entrarono all'ombra del Vangelo. Dio ha detto nel Corano: “Un chicco produrrà sette covoni, e ogni covone conterrà cento chicchi”. In altre parole, un chicco ne diverrà settecento; Iddio, se lo vorrà, raddoppierà anche questi. È accaduto spesso che un'anima benedetta è divenuta strumento di guida per una nazione, Non dobbiamo considerare le nostre abilità e capacità, ma dobbiamo piuttosto fissare lo sguardo sui favori e sulle munificenze di Dio, in questi giorni, di quel Dio che ha fatto della goccia un mare e dell'atomo un sole". Chiunque decida di issare per primo il vessillo della Causa, in queste condizioni e in questi territori, alimenti la sua anima con il potere sostentatore di queste parole e "indossata l'armatura del Suo amore" - un amore che deve “farsi più forte"
perseverando essi nella loro impresa solitaria - adornino con il racconto delle loro gesta le pagine più luminose che siano mai state scritte nella storia spirituale del loro Paese.
"Sebbene nella maggior parte degli stati e delle città degli Stati Uniti" ha scritto ‘Abdu’l-Bahá nelle Tavole del Piano Divino “sia lodato Iddio, le Sue fragranze siano diffuse e innumerevoli anime stiano volgendo il viso e avanzando verso il Regno di Dio, pure in alcuni stati lo Stendardo dell'Unità non è ancora innalzato come dovrebbe e i misteri dei Libri Sacri come la Bibbia, il Vangelo e il Corano non sono ancora svelati. Tramite gli sforzi unanimi degli amici lo Stendardo dell'Unità deve essere spiegato in codesti stati e gli insegnamenti divini debbono essere promossi, in modo che anch'essi ricevano la loro parte dei doni celesti e della Più Grande Guida". "Il Dominion del Canada" ha affermato in un'altra Tavola del Piano Divino "ha un grande avvenire e gli avvenimenti che lo riguardano sono infinitamente gloriosi. Ad esso si rivolgerà l'occhio dell'amorosa benevolenza di Dio e in esso si manifesteranno i favori del Gloriosissimo". "Ripeto ancora" nella medesima Tavola ribadisce la precedente affermazione “che l'avvenire del Canada è grandissimo, sia dal punto di vista materiale, sia da quello spirituale".
E non appena sarà stato compiuto questo passo iniziale, che comporta la formazione di almeno un nucleo in ciascuno di questi stati e provincie vergini del continente nordamericano, dev'essere messo in moto il meccanismo per una colossale intensificazione degli sforzi concertati bahá’í, allo scopo di appoggiare i nobili sforzi che solo pochi credenti isolati stanno ora compiendo per il risveglio delle nazioni dell'America Latina all'Appello di Bahá’u’lláh. Finché questa seconda fase della campagna d'insegnamento prevista dal Piano Settennale non sia iniziata, non potrà dirsi che tale campagna sia stata pienamente lanciata o che il Piano abbia raggiunto lo stadio più decisivo della sua evoluzione. Così potenti saranno le effusioni di grazia divina che si riverseranno su questa valorosa comunità - che, nella sfera amministrativa, ha già eretto il suo principale Edificio in tutta la gloria della sua ornamentazione esterna e, nel campo dell'insegnamento ha issato il vessillo della sua Fede in tutti gli stati e le provincie del continente nordamericano - così grandi saranno queste effusioni che i suoi membri si vedranno sopraffatti dai segni del loro potere rigeneratore.
In questo stadio, anzi prima ancora che esso abbia inizio, il Comitato Interamericano dovrà sollevarsi all'altezza delle sue opportunità e mostrare vigore, una dedizione e un'intraprendenza proporzionati alle
responsabilità che si è assunto. È bene ricordare in ogni istante che l'America Centrale e l'America Meridionale comprendono ben venti nazioni indipendenti, le quali rappresentano circa un terzo degli stati sovrani del mondo intero e sono destinate ad avere un peso sempre più grande sui futuri destini del mondo. Ora che il mondo si sta riducendo a una contrada e che tra le fortune delle sue razze, nazioni e popoli si stanno allacciando strettissimi legami, la lontananza di questi stati dell'Emisfero Occidentale sta annullandosi e le possibilità latenti in ciascuno di essi diventano sempre più evidenti.
Giunti a questo stadio nello sviluppo progressivo delle attività e delle imprese di insegnamento nell'ambito del Piano Settennale, appena l'apparato necessario per la sua esecuzione avrà incominciato a funzionare, i credenti americani, coraggiosi pionieri di questo possente movimento, guidati dall'infallibile luce di Bahá’u’lláh, seguendo strettamente il Piano stabilito da ‘Abdu’l-Bahá, diretti dalla loro Assemblea Spirituale Nazionale e certi dell'aiuto del Comitato Interamericano, lancino un'offensiva contro le forze delle tenebre, della corruzione e dell'ignoranza, un'offensiva che si estenda fino agli estremi confini del continente sudamericano e comprenda tutte le venti nazioni che lo compongono.
A quel punto, alcuni di loro si cingano i lombi, lascino le città, le cittadine e gli stati dove sono nati, abbandonino la patria e “ponendo tutta la loro fiducia in Dio, come il miglior viatico per il loro viaggio" volgano il viso e dirigano i passi verso quei climi remoti, quei territori vergini, quelle città irredente, e impieghino le loro energie per espugnare le cittadelle dei cuori umani - cuori che, come Bahá'u'lláh ha scritto, "le schiere della Rivelazione e della parola possono soggiogare". Non aspettino che i loro compagni di lavoro abbiano oltrepassato il primo stadio nella campagna d'insegnamento, aprano immediatamente la fase iniziale di quello che sarà considerato uno dei capitoli più gloriosi nella storia internazionale della Fede. Sin dall'inizio "istruiscano se stessi, affinché le loro parole attraggano i cuori di coloro che li ascoltano". Reputino il trionfo della Fede il loro “supremo obiettivo". Non “considerino la grandezza o la piccolezza del recipiente" che contiene quella parte di grazia che Dio riversa in questa èra. "Si liberino da ogni attaccamento a questo mondo e alle sue vanità" e, con quello spirito di distacco di cui ‘Abdu’l-Bahá fu esempio e che desiderò che essi emulassero, portino questi diversi popoli e Paesi al ricordo di Dio e alla Sua suprema Manifestazione.
"Possa il Suo amore essere una riserva di tesori per le loro anime", il
giorno in cui "ogni colonna sarà scossa, in cui persino la pelle degli uomini si raggriccerà, in cui tutti gli occhi guarderanno in alto con terrore". "Possa l'anima loro avvampare della fiamma di questo Fuoco immortale che arde nel più intimo cuore del mondo in tal modo che le acque dell'universo siano impotenti a sMirzarne l'ardore". Siano “liberi come il vento" che "né l'aspetto della desolazione, né i segni della prosperità possono addolorare o compiacere". "Sciolgano le lingue per proclamare incessantemente la Sua Causa". Proclamino “ ciò che il Più Grande Spirito li ispirerà a dire a sostegno della Causa del loro Signore". Stiano "attenti a non entrare in disputa con alcuno, anzi si sforzino di renderlo edotto della verità con modi cortesi e con esortazioni convincenti". "Unicamente per amor di Dio proclamino il Suo Messaggio e accettino nello stesso spirito qualsiasi risposta venga data dal loro ascoltatore". Non dimentichino neppure per un attimo che "saranno fortificati col potere dello Spirito Fedele" e che "una compagnia dei Suoi angeli scelti andrà con loro, come ha ordinato Colui Che è l'Onnipotente, il Sapientissimo". Ricordino “com’è grande la benedizione che attende colui che è giunto all'onore di servire l'Onnipotente" e che "un tale servigio è invero, il sovrano di tutte le buone azioni e l'ornamento di ogni atto virtuoso".
E infine, ovunque si trovino ad operare nel continente sudamericano, abbiano sempre pronte sulle labbra queste vivificanti parole di Bahá’u’lláh, conforto per i loro cuori, luce sulla loro vita, compagne nella loro solitudine e sostegno quotidiano nei loro viaggi: "O viandante sul sentiero di Dio! Prendi la tua parte dell'Oceano della Sua grazia e non privarti di ciò che è celato nelle sue profondità... Una sola goccia di quest'oceano basterebbe, se versata su coloro che sono nei cieli e sulla terra, a colmarli della generosità di Dio, l'Onnipotente, l'Onnisciente, il Sapientissimo. Attingi con le mani della rinunzia alle sue acque vivificatrici ed aspergine tutte le cose create, sì che si purifichino da tutte le limitazioni, opera d'uomo e si avvicinino al potente seggio di Dio, a questo Luogo sacro e splendente. Non addolorarti se devi far questo da solo. Lascia che Dio ti sia sufficiente appieno... Proclama la Causa del tuo Signore a tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra. Se qualcuno risponde al tuo appello esponi innanzi a lui le perle della saggezza del Signore tuo Dio, che il Suo Spirito ti ha inviato, e sii di coloro che sinceramente credono. E se qualcuno rifiuta la tua offerta allontanati da lui e poni la tua fiducia e la tua fede nel Signore tuo Dio, il Signore di tutti i mondi. Per la giustizia di Dio! Chiunque dischiude le sue labbra in questo giorno e fa menzione del nome del suo Signore, le schiere della ispirazione divina scenderanno su di lui dal cielo del Mio nome, l'Onnisciente, il Sapientissimo. Discenderanno anche su di lui le
Coorti supreme levando in alto un calice di pura luce. Così è stato prestabilito nel reame della Rivelazione di Dio per ordine di Colui Che è il Gloriosissimo il Più Potente.
Mentre incedono, rassicurati e intrepidi, verso la Sua missione, risuonino nelle loro orecchie anche queste parole di ‘Abdu’l-Bahá spigolate dalle Tavole del Piano Divino: "O voi apostoli di Bahá’u’lláh! Possa la mia vita essere sacrificata per voi!... Guardate quali porte Bahá’u’lláh vi ha aperto davanti! Riflettete quanto elevato e nobile è il rango a voi destinato e quanto eccezionali sono i favori a voi elargiti". "I miei pensieri sono rivolti a voi e il mio cuore palpita al vostro ricordo. Se sapeste come brucia d'amore per voi l'anima mia, i vostri cuori sarebbero pervasi da una felicità così grande, che vi farebbe innamorare l'uno dell'altro". "La misura del vostro successo non è ancora tutta palese e il suo significato non è ancora compreso. Fra breve vedrete coi vostri stessi occhi con quanta luminosità ciascuno di voi, simile a una stella risplendente, irradierà la luce della Guida Divina nel firmamento del vostro paese, conferendo al suo popolo la gloria di una vita eterna". "Spero ardentemente che ben presto tutta la terra sia stimolata e scossa dai risultati dei vostri trionfi". "L'Onnipotente vi concederà senza dubbio l'aiuto della Sua grazia, vi conferirà i segni della Sua possanza e doterà le vostre anime del potere sostenitore del Suo santo Spirito". "Non preoccupa-tevi dell'esiguità del vostro numero e non lasciatevi opprimere dalle moltitudini di un mondo miscredente... Sforzatevi! La vostra missione è indicibilmente gloriosa. Se la vostra impresa avrà successo, l'America diverrà sicuramente un luogo da cui emaneranno onde di energia spirituale e in cui il trono del Regno di Dio sarà fermamente insediato nella pienezza della sua maestà e della sua gloria".
È bene ricordare che, per quanto riguarda il lavoro d'insegnamento, l'esecuzione del Piano Settennale comporta soltanto la formazione di almeno un centro in ciascuna delle Repubbliche del Centro e del Sud America. Se il piano già lanciato avrà successo, il centenario della nascita della Fede di Bahá’u’lláh vedrà sorgere in ciascuno di questi Paesi una base, sia pur rudimentale, sulla quale le nuove generazioni dei credenti americani potranno costruire negli anni iniziali del secondo secolo dell'èra bahá’í. Nei decenni successivi, essi avranno il compito di ampliare e rafforzare queste basi e di fornire la guida, l'assistenza e l'incoraggiamento necessari che abiliteranno i gruppi di credenti disseminati in quei Paesi a fondare Assemblee locali indipen-denti e propriamente costituite, costruendo così l'ossatura dell'Ordine Amministrativo della Fede. La creazione di tale ossatura è responsabi-lità primaria di coloro che la comunità dei credenti nordamericani avrà
convertiti al Messaggio Divino. A parte l'obbligo immediato di dare a ogni gruppo la possibilità di evolversi in un'Assemblea locale, questo compito comporta l'installazione dell'intero apparato dell'Ordine Amministrativo in conformità con i principi spirituali e amministrativi che governano la vita e le attività di ogni comunità bahá’í costituita nel mondo. Né potrà mai in alcuna circostanza tollerarsi alcuna deviazione da questi principi cardinali chiaramente enunziati, incorporati e preservati nelle costituzioni bahá’í locali e nazionali, comuni a tutte le comunità bahá’í. Ma è questo un compito spettante a coloro che dovranno, in un periodo successivo, svolgere un lavoro che, a tutti gli effetti, praticamente non è ancora incominciato.
Aprire con maggior metodicità la strada per la costruzione delle necessarie fondamenta sulle quali tali istituzioni nazionali e locali permanenti possano essere erette e solidamente impiantate, è un compito che ben presto reclamerà l'attenzione concentrata degli esecutori del Piano Settennale. A tal fine essi dovranno studiare un piano accuratamente concepito, non appena avranno assolto il loro impegno immediato relativo all'apertura dei pochi territori che restano negli Stati Uniti e nel Canada. Come è già stato detto, le misure per queste imprese preliminari - che dovranno includere l'intera area occupata dalle Repubbliche del Centro e del Sud America - costituiscono il nucleo della campagna d'insegnamento condotta nell'ambito del Piano Settennale e ne decideranno infine le sortì. Da questa campagna dipendono non solo l'effettivo assolvimento dei solenni obblighi assunti in connessione con questo Piano, ma anche il progressivo sviluppo dei successivi stadi essenziali per l'attuazione della visione che ‘Abdu’l-Bahá aveva del ruolo che i credenti americani devono svolgere nella propagazione della loro Causa in tutto il mondo.
Queste imprese, preliminari alle dure fatiche organizzate nelle quali le future generazioni di credenti nei Paesi Latini si distingueranno, comportano a loro volta che l'Assemblea Spirituale Nazionale e i Comitati Interamericani compiano, senza un attimo di ritardo, diligenti indagini in previsione dell'invio di insegnanti residenti e viaggianti, che avranno il privilegio di lanciare in un nuovo continente l'appello del Nuovo Giorno.
Nel mio desiderio di essere in qualche modo utile a coloro che dovranno assumersi tali immani responsabilità e mostrare tale abnegazione, posso soltanto attentarmi di offrire alcuni suggerimenti utili che - io confido - faciliteranno lo svolgimento della grande opera che dovrà essere compiuta nel prossimo futuro. A quest'opera, che una
volta portata a termine costituirà una storica pietra miliare di primaria importanza, devono essere risolutamente consacrate le energie dell'intera comunità. Il numero degli insegnanti bahá’í, residenti o viaggianti, deve essere cospicuamente aumentato; le risorse materiali da mettere a loro disposizione moltiplicate ed efficientemente amministrate; la letteratura di cui dovranno essere corredati sostanzialmente aumentata; la pubblicità che dovrà aiutarli nella distribuzione di questa letteratura ampliata, organizzata centralmente e vigorosamente condotta; le possibilità latenti in questi Paesi diligentemente sfruttate e sistematicamente sviluppate; i vari ostacoli posti dalle diversissime condizioni politiche e sociali prevalenti in questi Paesi attentamente esaminati e risolutamente superati. In una parola, non si deve trascurare alcuna opportunità, né risparmiare alcuno sforzo, per costruire una base la più ampia e solida possibile per il progresso e lo sviluppo della più grande campagna d'insegnamento che sia mai stata lanciata dalla comunità bahá’í americana.
L'accurata traduzione di importanti scritti bahá’í relativi alla storia, agli insegnamenti e all'Ordine Amministrativo della Fede e la loro ampia e sistematica divulgazione, in grandi quantità, nel maggior numero possibile di queste Repubbliche e nelle lingue più adatte e necessarie, appaiono le misure più importanti e più urgenti da prendere, non appena i pionieri che dovranno lavorare in quelle zone saranno giunti nelle loro sedi. "Devono tradurre o scrivere "scrive 'Abdu'l-Bahá in una delle Tavole del Piano Divino "nelle lingue di questi paesi e isole, libri e opuscoli e poi distribuirli dappertutto". Nei Paesi dove le autorità civili o qualche cerchia influente non possano sollevare obiezioni questa misura dev'essere rafforzata, pubblicando sui vari organi della Stampa articoli e lettere accuratamente redatti, designati a far comprendere al pubblico alcuni aspetti dei suoi insegnamenti.
Sono convinto che chiunque lavori in quelle terre, sia egli insegnante viaggiante o residente, deve premurarsi principalmente e costantemente di mescolarsi, in amicizia, con tutti gli strati della popolazione, senza tener conto della classe sociale, del credo, della nazionalità o del colore, di familiarizzarsi con le loro idee, i loro gusti e abitudini, di studiare l'approccio più adatto, di concentrarsi con pazienza e con tatto su quei pochi che abbiano mostrato spiccate capacità e recettività e di sforzarsi - con estrema gentilezza - di infondere nei loro cuori uno zelo, un amore e una devozione tali che li metteranno in grado di diventare a loro volta promotori autonomi e indipendenti della Fede nelle rispettive località. " Associatevi con tutti gli
uomini, o gente di Bahá" ammonisce Bahá’u’lláh “in spirito amichevole e fraterno. Se siete consci di una certa verità, se possedete un gioiello di cui altri sono privi, rendetene altri partecipi con un linguaggio di grande gentilezza e cordialità. Se essa sarà accettata, se arriverà al suo scopo, il vostro intento sarà raggiunto. Se qualcuno dovesse invece respingerla, abbandonatelo a se stesso e supplicate Dio di guidarlo. Attenti a non comportarvi scortesemente verso di lui. Una lingua benevola è una calamita pei cuori degli uomini, è pane per lo spirito, abbellisce le espressioni, è la fonte della luce della saggezza e dell’intelligenza".
Inoltre le istituzioni rappresentative bahá’í, i probabili insegnanti, nonché gli altri credenti, che pur non abbiano il privilegio di visitare quei lidi o di insediarsi in quel continente, devono compiere uno sforzo per cogliere ogni occasione che si presenti loro per fare la conoscenza e suscitare il genuino interesse di tutte quelle persone che siano cittadini di questi Paesi, o comunque con essi collegati, qualunque siano i loro interessi e qualsiasi professione svolgano. Mostrando loro gentilezza, offrendo loro libri bahá’í, o entrando comunque in contatto con loro, i credenti americani potranno spargere nei loro cuori un seme che potrebbe in future circostanze germogliare e produrre inattesi risultati. Facciano tuttavia attenzione che, nel loro grande desiderio di promuovere gli interessi internazionali della Fede, non vanifichino i loro sforzi allontanando, con azioni che possano essere interpretate come tentativi di fare proselitismo e di esercitare indebite pressioni, coloro che essi desiderano attrarre alla Causa.
Rivolgo in particolare il mio invito a quei credenti americani che, pur oberati dai molteplici, urgenti e sempre più numerosi problemi che in questo momento li assillano, e qualunque sia la loro occupazione o il loro impiego, siano essi uomini d'affari, insegnanti, legali, medici, scrittori, impiegati o altro, vedano la possibilità di prendere residenza stabile in un Paese dove vi siano per loro ragionevoli prospettive di potersi guadagnare la vita. Con questa azione essi alleggeriranno il peso sempre maggiore che grava sul Fondo per l'Insegnamento, che tenendo conto delle sue esigue dimensioni deve provvedere, quando non si possa disporre altrimenti, alle spese di viaggio e di altro genere in cui si incorra nell'ambito dello svolgimento di questa vasta impresa. Se non vedranno la possibilità di approfittare di un privilegio così raro e così sacro, decidano, ciascuno secondo i mezzi di cui dispone, di nominare un delegato che si levi a suo nome e compia un'impresa così nobile. " Accentrate tutte le vostre energie " sono
le parole di Bahá’u’lláh “a diffondere la Fede di Dio. Fate che chi è degno di una sì alta vocazione si levi a divulgarla. Colui che non ne è capace, senta il dovere di nominare chi possa, in sua vece, proclamare questa Rivelazione il cui potere ha fatto tremare le fondamenta delle più poderose strutture, ha fatto sgretolare e ridurre in polvere le montagne e sbalordire le anime
In quanto a coloro che hanno potuto lasciare la casa e il Paese e recarsi a servire in quelle terre, temporaneamente o permanentemente, s'impone loro un dovere tutto speciale che essi devono sempre tenere a mente. Tra i loro principali impegni dev'esservi da un lato quello di tenersi continuamente in contatto con il Comitato Nazionale specificatamente incaricato di promuovere il loro lavoro e dall'altro quello di collaborare - con ogni mezzo possibile e in perfetta armonia - con i loro confratelli di quei Paesi, quale che sia il campo in cui lavorano, la loro posizione, le loro capacità e la loro esperienza. Assolvendo il primo dovere otterranno lo stimolo e la guida necessari che li metteranno in grado di svolgere con successo la loro missione, mentre, inviando regolari rapporti a quel comitato, comunicheranno alla massa dei credenti le notizie sui più recenti sviluppi delle loro attività. Adempiendo il secondo dovere, assicureranno la spedita efficienza necessaria alla loro comune impresa, ne faciliteranno il progresso ed eviteranno ogni increscioso incidente che possa ostacolarne lo sviluppo. Il mantenimento di uno stretto contatto e di buoni rapporti fra il Comitato Interamericano, cui è stata direttamente affidata la mansione di organizzare quella storica impresa, e privilegiati pionieri che stanno di fatto svolgendola ed estendendone ampiamente le ramificazioni, nonché fra questi stessi pionieri, oltre a comportare vantaggi immediati, costituirà un prezioso esempio ispiratore per future generazioni che dovranno proseguire, con tutte le sue crescenti difficoltà, il lavoro ora incominciato.
Sarebbe indubbiamente di eccezionale importanza e utilità, soprattutto adesso che a causa delle molteplici restrizioni imposte in quei Paesi molti pionieri bahá’í hanno difficoltà a prendere residenza e a guadagnarsi la vita in quegli Stati, se alcuni fra i credenti, che abbiano un reddito che, per quanto modesto, permetta loro di essere autonomi, si organizzassero in modo da sistemarvisi a tempo indeterminato. I sacrifici necessari, il coraggio, la fede e la perseveranza che ciò richiede, sono indubbiamente grandissimi. Ma in questo momento non è certo possibile valutarne correttamente l'importanza né descrivere adeguatamente la ricompensa che sarà data a coloro che li
dimostreranno. "Coloro che hanno abbandonato il loro paese" attesta Bahá’u’lláh “allo scopo d’insegnare la Nostra Causa saranno fortificati col potere dello Spirito Fedele... Per la Mia vita! Nessuna azione, per grande che sia, si può paragonare ad essa, all’infuori delle azioni preordinate da Dio, l'Onnipotente, il Più Possente. Un tale servigio è, invero, il sovrano di tutte le buone azioni e l'ornamento di ogni atto virtuoso" Questa ricompensa - si noti bene - non deve essere considerata una benedizione puramente astratta, limitata alla vita futura, sibbene anche un beneficio tangibile che questo coraggio, questa fede e questa perseveranza soltanto possono conferire in questo mondo materiale. Le grandi vittorie, spirituali e amministrative, conseguite nel lontanissimo continente australasiano e più di recente in Bulgaria da credenti canadesi e statunitensi, proclamano in termini inequivocabili la natura dei premi che tale schietto eroismo è destinato a conseguire anche in questo mondo. Elogiando coloro fra i Suoi amati che hanno “viaggiato attraverso i paesi in Suo Nome e per la Sua lode”; Bahá’u’lláh ha scritto in un memorabile passo: "Chiunque giunga in loro presenza si glorierà di quell'incontro e tutto ciò che dimora in ogni terra sarà illuminato dalla loro memoria"”.
A questo punto, ricordando la parte che le ancelle di Bahá’u’lláh, indipendentemente dagli uomini, hanno avuto sin dagli inizi della Fede in Occidente nell'aprire da sole tanti diversi Paesi, sparsi per tutto il mondo, mi sento spinto non solo a elogiare questo fervore apostolico, che ricorda veramente quegli eroi che furono responsabili della nascita della Fede di Bahá’u’lláh, ma anche a evidenziare il significato di questo preponderante ruolo che le donne dell'Occidente hanno svolto e stanno svolgendo nell'insediare la Sua Fede in tutto il mondo. "Fra le mirabilia" ha attestato ‘Abdu’l-Bahá "che contraddistinguono questa sacra Dispensazione v'è che le donne - arruolate nei ranghi della Fede - hanno mostrato maggior ardimento degli uomini". Questa grande e splendida dichiarazione, che si addice in modo particolare all'Occidente, pur avendo finora ricevuto abbondanti e convincenti conferme, dovrà, col trascorrere degli anni, essere ulteriormente ribadita, nel momento in cui i credenti americani daranno inizio alla fase più gloriosa delle loro attività di insegnamento previste dal Piano Settennale. Ora che si trovano sulla soglia di ancor più grandi e più nobili vittorie, 1' “ardimento" che - nelle parole di ‘Abdu’l-Bahá - ha caratterizzato le loro trascorse conquiste non deve subire eclissi. No, dovrà invece essere più convincentemente dimostrato nel corso del tempo e in tutti gli angoli dei vasti territori
vergini dell'America Latina e conseguire per l'amata Causa vittorie più
entusiasmanti di quelle finora conseguite.Sento inoltre di dover rivolgere qualche parola in particolare alla Gioventù Bahá’í americana, mentre esamino le possibilità che questa gigantesca campagna ha da offrire allo zelo e allo spirito di intraprendenza che così possentemente li anima nel servire la Causa di Bahá'u'lláh. Pur privi di esperienza e muniti di risorse insufficienti, tuttavia lo spirito avventuroso che possiedono e il vigore, la vivacità e l'ottimismo che hanno finora costantemente dimostrato, li qualificano a svolgere una parte attiva nel suscitare l'interesse e nel conquistare la fedeltà dei loro coetanei in quei Paesi. Non v'è modo migliore per dimostrare ai popoli di entrambi i continenti la giovanile vitalità e il vibrante potere che anima la vita e le istituzioni dell'insorgente Fede di Bahá’u’lláh, di un'intelligente, costante e fattiva presenza della Gioventù Bahá’í, di tutte le razze, le nazionalità e le classi, nei due campi delle attività bahá’í, dell'insegnamento e dell'amministrazione. Grazie a questa partecipazione i detrattori e i nemici della Fede, che osservano con varia misura di scetticismo e di risentimento, i processi evolutivi della Causa di Dio e delle sue istituzioni, potranno meglio convincersi dell'inoppugnabile verità che questa Causa è profondamente viva, assolutamente sana e che i suoi destini sono in buone mani. Spero e prego che tale partecipazione possa non solo ridondare alla gloria, alla forza e al prestigio della Fede, ma anche produrre una così potente reazione nella vita spirituale dei giovani membri della comunità bahá’í e tanto galvanizzarne le energie, da dare loro il potere di rivelare più pienamente le loro intrinseche capacità e di aprire un ulteriore stadio nella loro evoluzione spirituale all'ombra della Fede di Bahá’u’lláh.
Fedele alle clausole della Carta vergata dalla penna di 'Abdu'l-Bahá, mi sento in dovere di attrarre la speciale attenzione di coloro cui essa è stata affidata sugli urgenti bisogni della Repubblica di Panama e sulla speciale posizione in cui essa si trova, sia per la sua relativa vicinanza al cuore e al centro della Fede nel Nord America, sia per la sua posizione geografica che ne fa un ponte fra i due continenti. "Tutti i suddetti Paesi" ha scritto ‘Abdu’l-Bahá in una delle Tavole del Piano Divino a proposito degli Stati Latini “sono importanti, ma in particolare lo è la repubblica di Panama, dove gli oceani Atlantico e Pacifico si uniscono attraverso il canale di Panama. Essa è un centro di viaggi e un punto di passaggio dall'America verso altri continenti del mondo e in futuro acquisterà la massima importanza". "Inoltre" ha
ancora scritto "dovete prestare grande attenzione alla repubblica di Panama perché qui Oriente e Occidente si trovano uniti attraverso il canale e perché essa e situata fra i due grandi oceani. In futuro quel luogo diverrà importantissimo, gli insegnamenti, una volta insediati colà, uniranno Oriente e Occidente, Nord e Sud". Una posizione così privilegiata esige sicuramente la speciale e immediata attenzione della comunità bahá’í americana. Ora che la Repubblica del Messico è già stata aperta alla Fede e che nella sua capitale è stata propriamente fondata un'Assemblea Spirituale, la penetrazione della Fede di Bahá’u’lláh verso sud in un Paese limitrofo non è altro che un logico passo naturale che non incontrerà – spero - grandi difficoltà. Non si dovranno risparmiare sforzi, né alcun sacrificio dovrà essere reputato eccessivo, per insediare un sia pur esiguo gruppo in quella Repubblica che occupa, spiritualmente e geograficamente, una posizione così strategica - un gruppo che, a causa della potenza di cui le parole di ‘Abdu’l-Bahá lo hanno già investito, attrarrà su di sé, non appena si sarà formato, una profusione di grazie dal Regno di Abhá e si evolverà con sì straordinaria rapidità da suscitare lo stupore e l'ammirazione di chi ha pur già veduto entusiasmanti prove della forza e del potere della Fede di Bahá’u’lláh. Tutti i probabili pionieri e i membri del comitato Interamericano dovranno indubbiamente dare la precedenza ai bisogni spirituali di questa privilegiata Repubblica, e tuttavia si dovrà fare ogni sforzo, contemporaneamente, per introdurre la Fede - sia pur a titolo di prova - nelle Repubbliche del Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua e Costarica che la unirebbero, in una catena ininterrotta, alle sue Assemblee madri nel continente nordamericano. È necessario che gli ostacoli, ancorché potenti, siano superati, che le risorse delle tesorerie Bahá'í siano generosamente spese per il suo progresso e che i più intelligenti e preziosi sforzi siano consacrati alla causa del suo risveglio. La collocazione nel suo cuore di un ulteriore avamposto della Fede costituirà - ne sono fermamente convinto - una pietra miliare nella storia del Periodo Formativo della Fede di Bahá’u’lláh nel Nuovo Mondo. Ciò creerà illimitate opportunità, galvanizzerà gli sforzi e rinvigorirà la vita di coloro che avranno compiuto tale impresa, infonderà immenso coraggio e infinita gioia nei cuori dei gruppi isolati e degli individui nelle Repubbliche vicine e distanti ed eserciterà possenti influenze spirituali sulla vita e sul futuro sviluppo dei suoi popoli.
Tale, amatissimi amici, è il panorama che si apre allo sguardo e sfida le risorse della comunità bahá’í americana in questi che sono gli ultimi anni del Primo Secolo dell'Èra Bahá’í; tali le quali-
fiche richieste loro per il conveniente adempimento delle loro responsabilità e dei loro doveri; tali i requisiti, le possibilità e gli obiettivi del Piano che impegna ogni oncia delle loro energie. E chissà che questi ultimi fuggevoli anni che restano non siano gravidi di eventi di inimmaginabile grandezza, di ordalie più dure di quelle che l'umanità ha finora provato, di conflitti più devastanti di quelli che li hanno preceduti! Ma i pericoli, ancorché minacciosi, non dovranno mai offuscare lo splendore della loro fede neonata. I conflitti e la confusione, per quanto sconcertanti, non dovranno mai ottenebrarne la visione; le tribolazioni per quanto tormentose, mai piegarne la determinazione. Le denunce, pur clamorose, non dovranno mai svigorirne la lealtà; gli sconvolgimenti, pur cataclismici, mai allontanarli dalla loro via. Il presente Piano, che incarna le sboccianti speranze del nostro defunto Maestro, dev'essere proseguito, proseguito senza desistere, qualunque cosa possa accadere in futuro, per sconvolgenti che siano le crisi che agiteranno il loro Paese o il mondo. Lungi dal cedere nella loro determinazione, lungi dal trascurare il loro compito, essi non dovranno mai dimenticare, per quanto flagellati dagli eventi, che la coincidenza fra queste crisi che scuotono il mondo e il progressivo sviluppo e la fruizione del compito assegnato loro da Dio è in sé opera della Provvidenza, disegno di un'imperscrutabile Saggezza, scopo di un soggiogante Volere, un Volere che dirige e controlla, in modi misteriosi suoi propri, i destini della Fede e le fortune degli uomini. Questi processi contemporanei di ascesa e di caduta, di integrazione e di disintegrazione, di ordine e di caos, con le loro continue reciproche reazioni, non sono altro che aspetti di un più grande Piano, unico e indivisibile, la cui Sorgente è Dio, il cui Autore è Bahá’u’lláh, il teatro delle cui operazioni è l'intero pianeta, i cui scopi finali sono l'unità del genere umano e la pace di tutta l'umanità.
Riflessioni come queste devono consolidare la risolutezza dell'intera comunità bahá’í, dissiparne i tristi presagi e indurli a riconsacrarsi a ogni singola clausola di quella Carta Divina le cui linee essenziali sono state per loro disegnate dalla penna di ‘Abdu’l-Bahá. Il Piano Settennale - com'è già stato affermato - non è che lo stadio iniziale, un primo passo nello sviluppo delle implicazioni di questa Carta. L'impulso, originariamente generato dal movimento di quella penna, che ora sta trainando con velocità crescente l'apparato del Piano Settennale, deve ulteriormente rafforzarsi negli anni iniziali del prossimo secolo e spingere la comunità bahá’í americana a introdurre altri stadi nello sviluppo del Piano Divino, stadi che la porteranno molto
lontano dalle sponde dell'Emisfero Settentrionale in terre e in mezzo a popoli dove essa dovrà compiere le sue più nobili gesta di eroismo.
Chiunque sia incline a dubitare della strada che questa invidiabile comunità è destinata a percorrere, esamini e mediti queste parole di ‘Abdu’l-Bahá, racchiuse per tutti i tempi nelle Tavole del Piano Divino e rivolte all'intera comunità dei credenti degli Stati Uniti e del Canada: "La misura del vostro successo non è ancora tutta palese e il suo significato non è ancora compreso. Fra breve vedrete coi vostri stessi occhi con quanta luminosità ciascuno di voi, simile a una stella risplendente, irradierà la luce della Guida divina nel firmamento del vostro paese, conferendo al suo popolo la gloria di una vita eterna... La misura dei vostri futuri trionfi è ancora nascosta. Spero ardentemente che ben presto tutta la terra sia stimolata e scossa dai risultati dei vostri trionfi. 'Abdu'l-Bahá nutre la speranza che lo stesso successo che arrise ai vostri sforzi in America coroni la vostra opera in altre parti del mondo; che, per vostro mezzo, la fama della Causa di Dio si sparga in Oriente e in Occidente e l'avvento del Regno del Signore degli Eserciti sia proclamato in tutti i cinque continenti della terra". "Nel momento in cui" Egli aggiunse molto significativamente "i credenti americani porteranno questo Messaggio Divino oltre le sponde dell'America e lo propagheranno nei continenti di Europa, Asia, Africa e Australasia, fino alle isole del Pacifico, questa comunità si troverà solidamente insediata sul trono di un dominio imperituro. Allora tutti i popoli della terra vedranno che codesta comunità è spiritualmente illuminata e guidata da Dio. Allora il mondo intero risuonerà delle lodi della sua maestà e grandezza".
Nessuno che legga queste parole vibranti di tali promesse quali neppure il trionfale completamento del Piano Settennale potrà realizzare, può aspettarsi che una comunità tanto innalzata e così riccamente dotata, si contenti degli allori che potrà vincere nell'immediato futuro. Riposare su questi allori equivarrebbe a tradire la fiducia che ‘Abdu’l-Bahá in essa ripose. Interrompere la catena di vittorie che dovrà condurla a quel supremo trionfo, allorché “tutta la terra sarà stimolata e scossa" dai risultati dei suoi trionfi deluderebbe le Sue speranze. Esitare e non riuscire a propagare “nei continenti di Europa, Asia, Africa e Australasia e fino alle isole del Pacifico" quel Messaggio che essa ha così magnificamente propagato nel continente americano la priverebbe del privilegio di trovarsi “solidamente insediata sul trono di un dominio imperituro". Rinunciare all'onore di proclamare “l'avvento del Regno del Signore degli Eserciti" in "tutti i cinque continenti della terra" spegnerebbe quelle “lodi della sua maestà e grandezza" che altrimenti risuonerebbero "nel mondo intero".
Esitazione, fallimento o rinuncia, che i credenti americani, ambasciatori della Fede di Bahá’u’lláh - ne sono fermamente convinto - non accetteranno mai. Non sarà tradita quella fiducia, non andranno infrante quelle speranze, non perduto quel privilegio né rimarranno inespresse quelle lodi. No, la presente generazione di questa comunità benedetta, ripetutamente benedetta, continuerà a crescere nella sua forza e, al volgere del primo secolo, porgerà alle generazioni che le succederanno nel secondo la fiaccola della Guida Divina, non domata dai tempestosi venti che soffieranno su di essa, sì che quelle a loro volta, fedeli al voto e al mandato di ‘Abdu’l-Bahá, la portino, con identico vigore, fedeltà ed entusiasmo, fino nei più oscuri e remoti angoli del mondo.
Amatissimi amici! Il meglio che io possa fare, nella mia ansia di porgere a ciascuno di voi ogni aiuto che sia in mio potere per rendervi idonei ad assolvere con maggiore efficacia i sempre più numerosi doveri che Dio vi ha assegnati, è dirigere la vostra speciale attenzione, in quest'ora decisiva, su questi passi immortali spigolati in parte dalla grande massa degli scritti, inediti e non ancora tradotti di Bahá’u’lláh. Riveli Egli lo stadio e le funzioni dei Suoi amati, elogi la grandezza della Sua Causa, metta in luce la suprema importanza dell'insegnamento, predica Egli pericoli, impartisca consigli, pronunzi ammonimenti, dischiuda prospettive e proferisca assicurazioni e promesse, questi dinamici esempi tipici della sublime parola di Bahá’u’lláh riguardano direttamente i compiti che la comunità bahá’í americana deve affrontare ora o in futuro; essi non mancheranno di produrre, nelle menti e nei cuori di chiunque fra i suoi membri li esamini con confacenti umiltà e distacco, reazioni così possenti da illuminarne l'intero essere e intensificarne immensamente il diuturno impegno.
"O amici: non siate incuranti delle virtù di cui siete stati dotati, né siate dimentichi del vostro alto destino... Voi siete le stelle del cielo della comprensione, le brezze che spirano al nascere del giorno, le dolci acque scorrenti dalle quali dipende la vita stessa di tutti gli uomini, le lettere tracciate sulla Sua sacra pergamena". "O genti di Bahá! Siete le brezze della primavera che spirano sul mondo. Per vostro mezzo abbiamo adornato il mondo dell'esistenza con l'ornamento della conoscenza del Più Misericordioso. Per vostro mezzo fu inghirlandato di sorrisi il sembiante del mondo e il fulgore della Sua luce sfavillò. Aggrappatevi alla Corda dell'incrollabilità, in tal guisa che ogni vana fantasia svanisca. Erompete dall'orizzonte del potere, nel nome del vostro Signore, l'Illimitato e annunziate ai Suoi servi, con saggezza ed eloquenza, la novella di questa Causa, il cui
splendore s'irradia sul mondo dell'esistenza. Badate che nulla vi distolga dall'osservare le cose che vi sono state prescritte dalla Penna della Gloria, mentre si muoveva sulla Sua Tavola con sovrana maestà e possanza. Grande è la benedizione di colui che ha dato ascolto al suo fruscio, allorché si levò, in forza della verità, dinanzi a tutti coloro che sono nei cieli e a tutti coloro che sono sulla terra... O genti di Bahá! Per amor vostro scaturì il fiume che è vera Vita. Libatene in Mio nome, ad onta di coloro che non hanno creduto in Dio, il Signore della Rivelazione. Abbiamo fatto di voi le mani della Nostra Causa. Rendete vittorioso questo Vilipeso, Che è stato vessato nelle mani degli artefici d’iniquità. In verità, Egli aiuterà chiunque Lo aiuti e ricorderà chiunque Lo ricordi. Ne fa testimonianza questa Tavola che ha effuso lo splendore del tenero amore del vostro Signore, il Gloriosissimo, Colui Che tutto soggioga". "Benedette le genti di Bahá! Dio Mi è testimone: esse sono la consolazione dell'occhio della creazione. Per mezzo loro sono stati adornati gli universi e abbellita la Tavola Preservata. Esse sono coloro che hanno veleggiato sull'arca della completa indipendenza, i visi rivolti verso l'Astro della Bellezza. Grande è la loro benedizione, perché hanno conseguito ciò che il loro Signore, l'Onnisciente, il Sapientissimo, ha voluto. Per mezzo della loro luce sono stati adornati i cieli e fatti rifulgere i volti di coloro che si sono avvicinati a Lui". "Per i dolori che affliggono la bellezza del Gloriosissimo! Tale è il grado disposto per il vero credente che se la sua gloria fosse rivelata al genere umano anche in quantità più piccola della cruna d'un ago, chi la potesse vedere si consumerebbe dal desiderio di giungervi. Per questa ragione è stato decretato che in questa vita terrena l'intera dimensione della gloria del proprio grado rimanga nascosta agli occhi di tale credente". "Se il velo venisse sollevato e fosse manifestata tutta la gloria dello stadio di coloro che si sono volti interamente verso Dio e, nel loro amore per Lui, hanno rinunciato al mondo, l'intera creazione resterebbe stupefatta".
"In verità Io dico! Nessuno ha compreso la radice di questa Causa. È doveroso in questo giorno, che ciascuno veda con l'occhio di Dio e ascolti con il Suo orecchio. Chi Mi guarda con occhio diverso dal Mio mai sarà capace di conoscerMi. Mai alcuna delle Manifestazioni del Passato ha completamente compreso, se non per una misura prescritta, la natura di questa Rivelazione". "Faccio testimonianza innanzi a Dio della grandezza, dell'inconcepibile grandezza di questa Rivelazione. Ripetutamente, nella maggior parte delle Nostre Tavole, abbiamo reso testimonianza a questa verità, sì che il genere umano possa essere destato dalla sua incuria". "Quanto è grande la Causa! Come sbalorditivo il peso del suo messaggio!" "In questa potentissima Rivelazione tutte le Dispensazioni del passato hanno raggiunto il loro compimento supremo e finale". "Ciò che è stato manifestato in questa
suprema, eccellentissima Rivelazione non ha simili negli annali del passato, né ere future vedranno cosa somigliante". "Lo scopo fondamentale di tutta la creazione è la rivelazione di questo oltremodo sublime, santissimo Giorno, il Giorno conosciuto nei Suoi Libri e nelle Sue Scritture come il Giorno di Dio - il Giorno che tutti i Profeti, gli Eletti e i santi hanno desiderato vedere". "Tramite questa potentissima Rivelazione l'essenza più pura e l'espressione più perfetta di tutto ciò che hanno detto o scritto i popoli più antichi sono discese dal cielo della Volontà dell'Onnimperante, Sempiterno Iddio". "Questo è il Giorno in cui i più eccellenti favori di Dio sono stati dispensati agli uomini, il Giorno in cui la Sua più potente grazia è stata infusa in tutte le cose create". "Questo è il Giorno in cui l'Oceano della misericordia di Dio è stato manifestato agli uomini; il Giorno in cui la Stella Mattutina della Sua amorosa benevolenza ha diffuso la sua luce su di loro; il Giorno in cui le nubi dei Suoi munifici favori hanno ombreggiato l'umanità intera". "Per la mia giustizia! Grande, smisuratamente grande, è questa Causa! Potente, inconcepibilmente potente è questo Giorno!". "Ogni Profeta ha annunziato l'avvento di questo Giorno e ogni Messaggero ha pianto nella brama di questa Rivelazione - una rivelazione che, non appena fu rivelata, tutte le cose create gridarono dicendo: “La terra è di Dio, il Più Eccelso, il Più Grande!". "Il Giorno della Promessa è venuto e Colui Che è il Promesso proclama a gran voce dinanzi a tutti coloro che sono in cielo e sulla terra: ‘In verità, non v'è altro Dio che Lui, l'Aiuto nel Pericolo, Colui Che da Sé Esiste!' Giuro su Dio! Ciò che dall'eternità era stato custodito nella conoscenza di Dio, Conoscitore del visibile e dell'invisibile, è rivelato. Felice l'occhio che vede il Volto di Dio, il Signore di tutta l'esistenza, felice il viso che Gli si volge". "Grande è, invero, questo Giorno! Le allusioni che ne fanno tutte le Scritture sacre come 'Giorno di Dio’ attestano la sua grandezza. L'anima di ogni Profeta di Dio, di ogni Messaggero Divino ha agognato questo Giorno meraviglioso. Tutti i popoli della terra hanno egualmente desiderato ardentemente di pervenirvi". "In questo Giorno s'è spalancata una porta più larga del cielo e della terra insieme. L'occhio della misericordia di Colui Che è il Desiderio dei mondi è volto verso tutti gli uomini. Visto nello specchio della conoscenza di Dio, un atto, sia pur infinitesimo, è più possente di un monte. Profferta sulla Sua via ogni goccia è quale un mare in quello specchio: poiché questo è il Giorno che l'unico vero Dio, glorificato Egli sia, ha annunziato in tutti i Suoi Libri ai Suoi Profeti e Messaggeri". Questa è una Rivelazione tale che se un uomo versasse una goccia di sangue per amor suo, miriadi di oceani ne sarebbero la ricompensa". "Un fugace istante, in questo Giorno, eccelle secoli di passate ere... Né il sole né la luna hanno visto un giorno come Questo". Questo è il Giorno in cui il Mondo invisibile proclama:
"Grande, o terra, è la tua benedizione poiché sei stata fatta piedistallo del tuo Dio e sei stata scelta a sede del Suo potente trono". "Il mondo dell'esistenza risplende, in questo Giorno, del fulgore di questa Rivelazione Divina. Tutte le cose create ne esaltano la salvifica grazia e ne cantano le lodi. L 'universo è avvolto in estasi di gioia e di letizia. Le Scritture delle passate Dispensazioni celebrano la grande festività che deve accogliere questo grandissimo Giorno di Dio. Benedetto colui che è vissuto fino a vedere questo Giorno e ne ha riconosciuto il rango". "In questo Giorno è sorto un Sole differente e un diverso Cielo è stato adornato con le sue stelle e con i suoi pianeti. Il mondo è un altro mondo e la Causa un 'altra Causa". "Questo è il Giorno che ere e secoli passati non potranno mai emulare. Sappilo, non essere fra gl'ignoranti". "Questo è il Giorno in cui le orecchie umane hanno avuto il privilegio di udire ciò che Colui Che conversò con Dio (Mosè) udì sul Sinai, ciò che Colui Che è l'Amico di Dio (Muhammad) udì quando fu innalzato a Lui, ciò che è Colui Che è lo Spirito di Dio (Gesù) udì allorché ascese a Lui, l'Aiuto nel Pericolo Colui Che esiste da Sé". "Questo è il Giorno di Dio e questa la Sua Causa. Felice colui che ha rinunziato a questo mondo e si è aggrappato a Colui che è la Stella Mattutina della Rivelazione di Dio". "Questo è il Re dei Giorni, il Giorno che ha visto l'avvento dell'Amatissimo, Colui Che per tutta l'eternità è stato acclamato come il Desiderio del mondo". "Questo è il Capo e il Re di tutti i giorni. Grande è la benedizione di colui che, grazie ai dolci aromi di questi giorni, ha conseguito la vita eterna e che s'è levato con somma fermezza per aiutare la Causa di Colui Che è il Re dei Nomi. Un tale uomo è quale occhio per il corpo dell'umanità". "Questo Giorno è impareggiabile, perché è come l'occhio di ere e secoli passati e come luce per le tenebre dei tempi". "Questo Giorno è diverso da tutti gli altri e questa Causa differente dalle altre. Supplicate l'unico vero Dio che non impedisca agli occhi degli uomini di mirare i Suoi segni e alle loro orecchie di ascoltare il fruscio della Penna della Gloria". "Questi sono i giorni di Dio, ere e secoli non possono competere con un loro istante. In questi giorni un atomo è come il sole e una goccia come l'oceano. Un solo respiro esalato nell'amore e per il servizio di Dio è scritto dalla Penna della Gloria quale azione principesca. Se fossero raccontate le virtù di questo Giorno, tutti resterebbero allibiti, fuorché coloro che Dio ha dispensato". "Per la giustizia di Dio! Questi sono i giorni in cui Dio prova i cuori della compagnia dei Suoi Messaggeri e dei Suoi Profeti e dopo di loro quelli di coloro che stanno a guardia del Suo sacro ed inviolabile Santuario, gli abitanti del Padiglione celeste e del Tabernacolo di Gloria". "Se la grandiosità di questo Giorno venisse rivelata in tutto il suo splendore, ogni uomo immolerebbe miriadi di vite nel suo desiderio di condividere anche per un sol momento la sua grande gloria, e ancor più questo mondo e i suoi effimeri tesori!".
"l'unico Vero Mi è testimone! Questo è il Giorno in cui incombe a ciascun che veda di guardare, e a ciascun che oda di ascoltare, e a ogni cuore che comprenda di percepire, a ogni lingua che parli di proclamare a tutti coloro che sono in cielo e sulla terra, questo santo, eccelso, altissimo Nome". "Dì: O uomini! Questo è un Giorno senza pari. E pure impareggiabile deve essere la lingua che celebra la lode del Desiato di tutte le nazioni ed ineguagliabili le azioni che aspirano ad esserGli accette. L'intera razza umana ha agognato questo Giorno, a che per avventura possa adempiere ciò che si confà al suo stato ed è degno del suo destino".
"Col movimento della Nostra Penna di gloria abbiamo al comando dell'Onnipotente Ordinatore, alitato nuova vita in ogni forma umana e installato in ogni parola un potere nuovo. Tutte le cose create affermano l'evidenza di quest'universale rigenerazione". "O Genti! Giuro per l'unico vero Dio! Questo è l'Oceano dal quale sono derivati tutti i mari e nel quale, infine, ognuno di essi confluirà. Da Lui sono stati generati tutti i soli ed a Lui tutti ritorneranno. Per suo potere tutti gli Alberi della Rivelazione Divina hanno dato i loro frutti, ognuno dei quali è stato inviato in forma di Profeta, recando un messaggio alle creature di Dio in ognuno dei mondi, il numero dei quali, soltanto Dio, nella Sua Sapienza universale, può contare. Ciò Egli ha compiuto con una sola Lettera del Suo Verbo rivelata dalla Sua Penna - Penna guidata dal Suo Dito, Dito sostenuto dal potere della Verità Divina". "Per la giustizia dell'unico vero Dio! Se la particella di una gemma si perdesse e venisse sepolta sotto un monte di sassi e giacesse nascosta al di là dei sette mari, la Mano dell'Onnipotente sicuramente la scoprirebbe in questo giorno, pura e libera d'ogni scoria". "Ogni singola lettera che emana dalla Nostra bocca ha un potere così rigenerativo da essere capace di dar vita a una nuova creazione: una creazione la cui grandezza è inscrutabile a tutti eccetto che a Dio. In verità Egli ha conoscenza di tutte le cose". "È in Nostro potere, se lo volessimo, di far sì che un piccolo granello di polvere fluttuante generi, in meno d'un batter d'occhio, soli di infinito e inimmaginabile splendore; che una goccia d'acqua si tra- sformi in oceani vasti e innumerevoli, e d'infondere in ogni lettera tale forza da renderla capace di rivelare tutto il sapere delle età passate e delle future. Noi possediamo un tale potere che, messo alla luce, muterebbe i veleni più mortali in panacee di infallibile efficacia".
"I giorni si stanno avvicinando alla fine, eppure si vedono le genti della terra immerse in una profonda ignavia e perdute in tangibile errore". "Grande, grande è la Causa! S'avvicina l'ora in cui apparirà il più grande sconvolgimento. Giuro per Colui Che è la Verità! Essa porterà la divisione ad affliggere tutti quanti, perfino coloro che
gravitano attorno a Me". "Di: O accolta di ignavi! Giuro su Dio! È arrivato il giorno promesso, il giorno in cui strazianti tribolazioni si agiteranno sulle vostre teste e sotto i vostri piedi e diranno: "Gustate quello che avete fatto con le vostre stesse mani!"
"È arrivato il momento della distruzione del mondo e delle sue genti. Colui Che è il Preesistente è venuto, sì che possa elargire la vita eterna, e concedere l'eterna preservazione, e conferire ciò che conduce alla vera vita". "S’avvicina il giorno in cui la fiamma (della civiltà) divorerà le città, in cui la Lingua della Magnificenza proclamerà: "Il Regno è di Dio, l'Onnipotente, il Più Lodato!" "O voi privi di comprensione! Una grave prova incombe su voi e improvvisamente vi sorprenderà: Adoperatevi acché possiate superarla senza riceverne alcun male". "O voi, popoli del mondo! Sappiate in verità che una imprevista calamità scende su voi e una dolorosa punizione v'attende. Non crediate che tutte le azioni che avete commesso siano state occultate alla Mia vista". "O uomini incuranti! Benché le meraviglie della Mia misericordia abbiano abbracciato tutte le cose create, sia visibili sia invisibili, e benché la rivelazione della Mia grazia e della Mia munificenza abbia permeato ogni atomo dell'universo, pure la verga con la quale Io posso punire i malvagi è dolorosa, e terribile è la violenza della Mia collera contro di loro". "Non addolorarti per coloro che si sono occupati delle cose di questo mondo e hanno dimenticato di ricordare Dio, il Grande. Per Colui Che è la Verità Eterna! Si avvicina il giorno in cui saranno investiti della collera furente dell'Onnipotente. Egli è invero l'Onnipotente, il Soggiogatore, il Più Possente. Egli purgherà la terra dalle impurità della loro corruzione e la darà in eredità a quelli dei Suoi servi che gli sono vicini". "Ben presto da ogni terra si udirà il grido “Sì, eccomi, eccomi”, perché giammai vi è stato né mai potrà esservi altro rifugio per alcuno ove fuggire". "E quando scoccherà l'ora stabilita, apparirà all'improvviso ciò che farà tremare le membra dell'umanità. Allora, e soltanto allora, sarà dispiegato lo Stendardo Divino e l'Usignolo gorgheggerà la sua melodia".
"Agli inizi di ogni Rivelazione sono prevalse difficoltà che poi sono state trasformate in grande prosperità". "Di: O genti di Dio! Badate che le potenze della terra non vi spaventino, o che la possanza delle nazioni non v'indebolisca, o che il tumulto delle genti della discordia non vi distolga, o che gli esponenti della gloria terrena non vi rattristino. Siate quali montagne nella Causa del vostro Signore, l'Onnipotente, il Gloriosissimo, l'Illimitato". "Di: Badate, o genti di Bahá, che i forti della terra non vi derubino della vostra forza, o che coloro che governano il mondo non vi incutano timore. Riponete la vostra fiducia in Dio e affidate i vostri affari alle Sue cure. In verità Egli vi renderà vittoriosi in forza della verità e in verità Egli ha il potere di fare quello che vuole e impugna le redini della potenza onnipotente . Giuro sulla Mia Vita! Nulla potrà mai accadere ai Miei amati, fuorchè quello che li avvantaggia. Lo attesta la Penna di Dio, il Più Possente, il Gloriosissimo, il Prediletto". "Non permettete che gli eventi del mondo vi rattristino. Giuro su Dio! Il mare della gioia anela di giungere alla vostra presenza, perché ogni cosa buona è stata creata per voi e vi sarà rivelata, secondo le necessità dei tempi". "O Miei servi! Non addoloratevi se in questi giorni e su questa terra sono state ordinate e manifestate da Dio cose contrarie ai vostri desideri poiché giorni di gioia ineffabile, di delizia paradisiaca vi sono sicuramente serbati Mondi santi e spiritualmente gloriosi si sveleranno ai vostri occhi. Voi siete destinati da Lui, in questo mondo e nel mondo di là, a partecipare ai loro benefici, a condividerne le gioie, e ad ottenere una parte della loro grazia sostenitrice. Voi giungerete a tutti e ad ognuno di essi senza dubbio".
"Questo è il giorno in cui si deve parlare. Fa d'uopo che le genti di Bahá si adoperino con grandissima pazienza e sopportazione a guidare le genti del mondo al Più Grande Orizzonte. Ogni corpo reclama un'anima. Mediante il soffio della Parola di Dio le anime celestiali devono animare i corpi esanimi con un nuovo spirito. In ciascuna parola un nuovo spirito si cela. Felice l'uomo che vi perviene e che s'è levato a insegnare la Causa di Colui Che è il Re dell'Eternità". "Di: O servi! Il trionfo di questa Causa è dipeso e continuerà a dipendere dall'apparizione di anime sante, dall'esibizione di buone azioni e dalla rivelazione di parole di consumata saggezza". "Accentrate tutte le vostre energie a diffondere la Fede di Dio. Fate che chi è degno di una sì alta vocazione si levi a divulgarla. Colui che non ne è capace, senta il dovere di nominare chi possa, in sua vece, proclamare questa Rivelazione il cui potere ha fatto tremare le fondamenta delle più poderose strutture, ha fatto sgretolare e ridurre in polvere le montagne e sbalordire le anime". "La vostra principale preoccupazione sia quella di salvare il caduto dall'abisso dell'estinzione imminente e di aiutarlo ad abbracciare l'antica Fede di Dio. Il vostro comportamento verso il prossimo dev’essere tale da mostrare chiaramente i segni dell'unico vero Dio, poiché voi siete i primi fra gli uomini ad essere ricreati dal Suo Spirito i primi ad adorarLo e ad inginocchiarvi innanzi a Lui, i primi a circondare il Suo trono di gloria". "O voi beneamati di Dio! Non restate adagiati sui vostri giacigli, ma levatevi appena riconoscete il vostro Signore, il Creatore, e udito ciò che Gli è accaduto, affrettatevi ad assisterLo. Sciogliete le lingue per proclamare incessantemente la Sua Causa. Ciò varrà per voi più di tutti i tesori del passato e dell'avvenire, se siete di coloro che comprendono questa verità". "Giuro per Colui Che è la Verità! Fra non molto Iddio adornerà il preambolo del Libro dell'Esistenza con la menzione dei Suoi amati
che hanno patito tribolazioni sulla Sua via e viaggiato nel mondo in Suo nome e per la Sua lode. Chiunque sia giunto alla loro presenza si glorierà di quell'incontro e tutto ciò che dimora in ogni terra sarà illuminato dal loro ricordo". "Gareggiate nel servire Dio e la Sua Causa. In verità questo è quel che vi giova in questo mondo e in quello a venire. Il vostro Signore, Dio di Misericordia, è il Bene Informato, l'Onnisciente. Non crucciatevi per le cose che vedete in questo giorno. Verrà il giorno in cui le lingue delle nazioni proclameranno: “La terra appartiene a Dio, l'Onnipotente, il Solo, l'Incomparabile, l'Onnisciente!" "Benedetto è il sito, e la casa, e il luogo, e la città, e il cuore, e la montagna, e il rifugio, e la caverna, e la valle, e la terra, e il mare, e l'isola, e il prato dove è stato fatto cenno di Dio e la Sua lode è stata innalzata". "Il movimento da un luogo all'altro, quando sia compiuto per amor di Dio ha sempre influenzato e può influenzare ora il mondo. Lo stadio di coloro che hanno compiuto brevi o lunghi viaggi allo scopo di guidare i servitori di Dio è stato descritto e registrato negli antichi Libri." "Giuro su Dio! Tanto grandi sono le cose predisposte per gli incrollabili che se fossero svelate, sia pur nella misura di una cruna d'ago, tutti coloro che sono in cielo e sulla terra ammutolirebbero, tranne coloro che Dio, il Signore di tutti i mondi, ha voluto dispensare". "Giuro su Dio! Ciò che è stato destinato a colui che aiuta la Mia Causa sorpassa i tesori della terra". "Chiunque dischiude le sue labbra in questo giorno e fa menzione del nome del suo Signore, le schiere dell'ispirazione Divina scenderanno su di lui dal cielo del Mio nome, l'Onnisciente, il Sapientissimo. Discenderanno anche su lui le Coorti supreme levando in alto un calice di pura luce. Così è stato prestabilito nel reame della Rivelazione di Dio per ordine di Colui Che è il Gloriosissimo, il Più Potente". "Per la rettitudine di Colui Che in questo Giorno grida nell'intimo cuore di tutte le cose create: “Dio, non v 'è altro Dio che Me!” Chiunque si leverà a difendere con i suoi scritti la Causa di Dio dai Suoi assalitori, per quanto insignificante possa essere la sua parte, egli sarà così onorato nel mondo a venire che la Coorte Superna ne invidierà la gloria. Nessuna penna può descrivere la sublimità del suo stadio, né alcuna lingua descriverne lo splendore". "Voglia Dio che tutti possiate rafforzarvi per adempiere quella che è la Volontà di Dio e siate benevolmente assistiti per riuscire ad apprezzare il rango conferito a quelli dei Suoi amati che si sono levati a servirLo e a magnificare il Suo nome. Scenda su di loro la gloria degli ospiti del più esaltato Paradiso, il cielo dei cieli". "O genti di Bahá! Che non vi sia alcuno a competere con voi è un segno di misericordia. Libate dalla coppa della Munificenza il vino dell'immortalità, ad onta di coloro che hanno ripudiato Iddio, il Signore dei Nomi, l'Artefice dei cieli".
"Giuro per l'unico vero Dio! Questo è il giorno di coloro che si sono distaccati da tutto fuorché da Lui, il giorno di coloro che hanno riconosciuto la Sua unità, il Giorno in cui Dio crea, con le mani del Suo potere, esseri divini ed essenze incorruttibili, ciascuno dei quali si getterà alle spalle il mondo e tutto quello che vi si trova e diverrà così incrollabile nella Causa di Dio che ogni cuore saggio e perspicace ne stupirà". "È celata sotto il Santo Velo e pronta a servire Dio una compagnia dei Suoi eletti che si paleseranno agli uomini, che assisteranno la Sua Causa, che non temeranno nessuno, anche se l'intera razza umana si sollevasse a combatterli. Essi sono coloro che, innanzi allo sguardo degli abitanti della terra e degli abitatori del cielo, si leveranno e, gridando forte, acclameranno il nome dell'Onnipotente e chiameranno i figli degli uomini al sentiero di Dio, il Gloriosissimo, il Più Lodato". "Si avvicina il giorno in cui Dio, per un atto della Sua Volontà, avrà creato una razza d'uomini la cui natura sarà inscrutabile a tutti eccetto che a Dio, l'Onnipossente, Che Sussiste da Sé". "Tra non molto Egli trarrà dal Petto della Potenza, le Mani dell'Autorità e del Potere, Mani che s'ergeranno per conseguire la vittoria di questo Giovane e purificheranno il genere umano dalla contaminazione degli inetti e degli empi. Queste Mani s'ergeranno con possanza a combattere per la Fede di Dio e nel Mio Nome, l'Indipendente, il Potente, soggiogheranno i popoli e le tribù della terra. Esse entreranno nelle città e riempiranno di timore i cuori di tutti i loro abitanti. Queste sono le prove della potenza di Dio; com'è temibile, com'è veemente la Sua potenza!".
Ancora una parola per concludere. Una delle dichiarazioni più importanti e ponderose che ‘Abdu’l-Bahá abbia pronunciato nel corso dei Suoi storici viaggi nel continente nordamericano, è la seguente: "Possa questa Democrazia Americana gettare, prima fra le nazioni, le basi dell'accordo internazionale. Possa essa, prima fra le nazioni, spiegare il Vessillo della Più Grande Pace". E ancora: "Il popolo americano è in verità degno di essere il primo a costruire il Tabernacolo della Grande Pace e a proclamare l'unità del genere umano... L 'America, infatti, ha sviluppato poteri e capacità più grandi e più straordinari di altre nazioni... La nazione americana ha doti e capacità per compiere ciò che adornerà le pagine della storia, per divenire l'invidia del mondo ed essere benedetta in Oriente e in Occidente per il trionfo del suo popolo... Il continente americano mostra segni e prove di grandissimo progresso. Il suo futuro è ancor più promettente, perché la sua influenza e la sua luce vanno lontano. Esso guiderà spiritualmente tutte le nazioni”.
Le energie creative, misteriosamente generate dai primi palpiti dell'embrionico Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh, non appena furono liberate in seno a questa nazione destinata a diventarne culla e paladina, le hanno conferito i meriti, donato i poteri e le capacità e infuso le doti spirituali necessarie per svolgere il ruolo presagito in quelle profetiche parole. Le potenzialità che questa missione divina ha infuso nel suo popolo incominciano, da un lato, a manifestarsi negli sforzi consapevoli e nelle imprese nazionali che la comunità organizzata dei seguaci di Bahá’u’lláh nel continente nordamericano sta compiendo nelle due sfere dell'impegno bahá’í, insegnamento e amministrazione. Indipendentemente da questi sforzi e imprese eppure parallelamente ad essi, queste stesse potenzialità stanno, d'altra parte, a poco a poco forgiando, sotto l'impatto di forze politiche ed economiche mondiali, il destino della nazione e influenzando la vita e gli atti del suo governo e del suo popolo.
Sugli sforzi e sulle imprese di coloro che, consapevoli della Rivelazione di Bahá’u’lláh, stanno ora lavorando in quel continente, sul corso presente e futuro delle loro attività, mi sono soffermato a sufficienza nelle pagine precedenti. Ora, per comprendere correttamente e totalmente il destino del popolo americano, una parola va detta sull'orientamento della nazione nel suo insieme e sul corso degli affari del suo popolo. infatti, pur ignorando esso la Fonte da cui quelle energie attive procedono e per quanto lento e laborioso sia questo processo, sta diventando sempre più evidente che la nazione nel suo insieme, spintavi dal suo governo o in altro modo, sta orientandosi, per influenza di forze che non può né comprendere né controllare, verso quelle alleanze e quelle politiche nelle quali, come 'Abdu'l-Bahá ha indicato, si trova il suo vero destino. La comunità dei credenti americani, che conosce quella Fonte, e la massa dei loro concittadini, che non hanno ancora riconosciuto la Mano che guida il loro destino, contribuiscono, ciascuno a proprio modo, alla realizzazione delle speranze e all'adempimento delle promesse espresse nelle or ora citate parole di ‘Abdu’l-Bahá.
Il mondo va avanti. Gli eventi stanno con velocità sorprendente prendendo una piega minacciosa. Il turbine delle passioni è rapido e pericolosamente violento. Il Nuovo Mondo sta per essere inavvertitamente trascinato nei suoi vortici. I potenziali centri di tempesta della terra proiettano già le loro ombre sulle sue spiagge. Pericoli, inimmaginabili e imprevedibili, lo minacciano dall'interno e dall'esterno. I suoi governi e popoli stanno per essere a poco a poco ingoiati nelle
spire delle ricorrenti crisi e delle fiere controversie del mondo. Gli oceani Atlantico e Pacifico, accelerando il processo della scienza, stanno riducendosi a piccoli canali. La Grande Repubblica dell'Occidente si trova particolarmente e sempre più coinvolta. Rombi lontani riecheggiano minacciosamente nei fermenti del suo popolo. Ai suoi fianchi sono schierati i potenziali centri di tempesta del continente europeo e del Lontano Oriente. Agli orizzonti meridionali si profila quella che potrà verosimilmente trasformarsi in un ulteriore centro di agitazione e di pericolo. Il mondo sta riducendosi una contrada. Volente o nolente, l'America deve affrontare questa nuova situazione e cimentarvisi. Essa deve assumersi gli obblighi imposti da questa nuova vicinanza, a prescindere da qualsiasi motivo umanitario, per scopi di sicurezza nazionale. Per paradossale che possa sembrare, l'unica speranza che le resta di districarsi dai pericoli che le si addensano attorno è quella di lasciarsi prendere in quella rete di alleanze internazionali che la Mano di un'imperscrutabile Provvidenza sta intessendo. Ritorna alla mente, nella sua particolare pertinenza e forza, il consiglio che ‘Abdu’l-Bahá dette a un alto funzionario del suo governo: Ella può meglio servire il suo Paese, se si adopererà, come cittadino del mondo, a far sì che sia alla fine applicato alle relazioni esistenti fra i popoli e le nazioni del mondo quel principio del federalismo che costituisce il fondamento del governo del suo Paese. Gli ideali che accesero l'immaginazione del tragicamente incompreso Presidente d'America, le cui nobili imprese, pur vanificate da una generazione cieca, ‘Abdu’l-Bahá proclamò con la Sua penna segnalare l'alba della Più Grande Pace, e ora ridotti in cenere, redarguiscono aspramente questa stolta generazione per averli così crudelmente abbandonati.
Che il mondo sia irto di pericoli, che i pericoli si stiano ora accumulando e rappresentino una reale minaccia per la nazione americana, nessun osservatore obiettivo può negare. La terra è ora trasformata in un accampamento armato. Ben cinquanta milioni di uomini sono sotto le armi o nelle riserve. Ogni anno si spendono non meno di tre miliardi di sterline in armamenti. La luce della religione si è affievolita, l'autorità morale va disintegrandosi. Le nazioni del mondo sono per lo più cadute preda di ideologie contendenti che minacciano di distruggere le loro unità politiche conseguite a caro prezzo. In questi Paesi moltitudini inquiete le guardano insoddisfatte, armate fino ai denti, esagitate dalla paura, gemendo sotto il giogo di tribolazioni generate da lotte politiche, fanatismi razziali, odi nazionali, animosità religiose "I venti della disperazione" ha infallibilmente affermato
Bahá'u'lláh soffiano da ogni parte ed aumenta quotidianamente la lotta che divide ed affligge la razza umana. Si possono già scorgere i segni di imminenti agitazioni e di caos...". "I mali di cui il mondo soffre ora si moltiplicheranno;" profetizzò ‘Abdu’l-Bahá, scrivendo oltre vent'anni or sono “s'addenseranno le tenebre che lo avviluppano. I Balcani rimarranno in istato di malcontento e la loro irrequietezza aumenterà. Le Potenze sconfitte continueranno ad agitarsi e ricorreranno ad ogni mezzo per rinfocolare la fiamma della guerra. Movimenti sorti di recente con sfera d'azione mondiale impiegheranno tutta la loro forza per il progresso dei loro disegni. Grande importanza acquisterà il Movimento della Sinistra, la cui influenza dilagherà". Tornando alla nazione americana, la voce del suo stesso Presidente, solenne e chiara, avverte il popolo che l'eventualità di un attacco contro il Paese è divenuta infinitamente più imminente per lo sviluppo dell'aviazione e altri fattori. Il suo Segretario di Stato, rivolgendosi ai rappresentanti di tutte le Repubbliche Americane riuniti per una recente conferenza, ha pronunziato un ammonimento non meno sinistro. "Queste forze risorgenti si profilano minacciose in tutto il mondo - la loro ombra funesta si proietta sul nostro Emisfero". In quanto alla Stampa, anch'essa ribatte la stessa nota di avvertimento e di allarme di fronte a un incombente pericolo. "Dobbiamo tenerci pronti a difenderci dall'interno e dall'esterno... La nostra linea di difesa è lunga: si estende da Point Barrow in Alaska al Capo Horn e dall'Atlantico al Pacifico. Quando e dove gli aggressori d'Europa o d'Asia ci colpiranno nessuno può dirlo. Potrebbero farlo in qualunque luogo e in qualsiasi momento... Non abbiamo altra scelta che rimanere in armi... Dobbiamo vigilare sull'Emisfero Occidentale".
La strada che la nazione americana ha percorso da quando ha ripudiato formalmente e categoricamente l'ideale wilsoniano, le trasformazioni che ha inaspettatamente subito negli ultimi anni, la piega che gli eventi mondiali hanno preso, con l'inevitabile impatto sulla politica e sull'economia della nazione, sono molto significative, istruttive e incoraggianti per ogni osservatore bahá'í, che veda gli sviluppi della situazione internazionale alla luce delle profezie di Bahá’u’lláh e ‘Abdu’l-Bahá. È impossibile tracciare con esattezza la strada che la nazione seguirà in questi tempi travagliati e in questi anni pregnanti. Possiamo solo prevedere, giudicando dalla piega che i suoi affari stanno ora prendendo, la strada che molto probabilmente essa deciderà di seguire nei suoi rapporti con le Repubbliche d'America e con i Paesi degli altri continenti.
Da un lato, una più stretta alleanza con queste Repubbliche e dall'altro una maggiore partecipazione, in vari gradi, agli affari del mondo, per effetto di ricorrenti crisi internazionali, appare la più probabile evoluzione che il futuro possa riservare al Paese. È inevitabile che nel corso dell'evoluzione del Paese verso il suo ultimo destino vi siano ritardi e insuccessi: ma nulla potrà infine modificare il corso per esso ordinato dall'infallibile penna di ‘Abdu’l-Bahá. Ormai conseguita l'unità federale e consolidate le istituzioni interne - stadio che segnò la sua maturità in quanto entità politica - il Paese dovrà continuare ad evolvere costantemente come membro della famiglia delle nazioni, in circostanze che in questo momento non è possibile prevedere. Questa evoluzione proseguirà fino al momento in cui la nazione, per la parte attiva e decisiva che avrà svolto nell'organizzazione e nel pacifico accomodamento degli affari dell'umanità, non avrà conseguito la pienezza dei suoi poteri e delle funzioni quale illustre membro e parte componente di un mondo confederato.
A causa di questo costante, graduale e inevitabile coinvolgimento nelle molteplici perplessità e negli infiniti problemi che affliggono l'umanità, l'immediato futuro sarà oscuro e duro per la nazione. Le sconvolgenti ordalie mondiali che Bahá’u’lláh, come abbiamo citato nelle pagine precedenti, ha così vividamente predetto, la vedranno travolta, come mai prima d'allora, nei suoi vortici. Probabilmente essa ne emergerà - a differenza di come ha reagito all'ultimo conflitto mondiale - consapevolmente decisa a cogliere l'occasione, a intervenire con tutto il peso della sua influenza per risolvere i colossali problemi che quell'ordalia si lascerà alle spalle e scongiurare per sempre, assieme con le sue sorelle-nazioni dell'Oriente e dell'Occidente, il più grande anatema che da tempo immemorabile ha afflitto e degradato la razza umana.
Allora e soltanto allora la nazione americana, modellata e purificata nel crogiolo di una guerra comune, abituata ai suoi rigori e disciplinata dalle sue lezioni, si troverà nella posizione di poter levare la voce nei concili delle nazioni, di posare la pietra angolare di una pace universale e durevole, di proclamare la solidarietà, l'unità e la maturità del genere umano e di partecipare all'instaurazione del promesso regno della giustizia sulla terra. Allora e soltanto allora la nazione americana, mentre la comunità dei credenti americani nel suo seno starà completando la propria missione divina, potrà realizzare l'indicibilmente glorioso destino per essa disposto dall'Onnipotente e immortalato negli scritti di ‘Abdu’l-Bahá. Allora e soltanto allora la
nazione americana compierà “ciò che adornerà le pagine della storia," diverrà “l'invidia dei popoli del mondo" e sarà "benedetta in Oriente e in Occidente".
SHOGHI