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Documenti : Manuale per le Assemblee
MANUALE
PER
ASSEMBLEE
SPIRITUALI
LOCALI
CASA EDITRICE BAHÁ’Í
ROMA ITALIA
1988

© Copyright 1988 - Casa Editrice Bahá’í - Roma Italy

la edizione 1987
2a edizione 1988
CASA EDITRICE BAHÁ’Í s.r.l.

Sede legale: 00197 Roma, Via A. Stoppani, 10 - Tel. (06) 879647

Deposito e amm.ne.: 00162 Roma, Circ.ne Nomentana, 484 - Tel. (06) 4270547

PREFAZIONE

Questo manuale è stato preparato dal Comitato Nazionale Consolidamento Assemblee Spirituali Locali con l’approvazione dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í d’Italia che ne ha revisionato il contenuto.

Il suo scopo è di aiutare le Assemblee Spirituali Locali offrendo quelle informazioni basilari che possono favorire il loro migliore funzionamento e indicando i loro compiti.

Comitato Nazionale Consolidamento Assemblee Spirituali Locali dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í d’Italia

Aprile 1987

Dagli scritti di Shoghi Effendi e da una lettera scritta a suo nome

Amici amatissimi! Questo Nuovo Ordine Mondiale, la cui promessa è custodita nella Rivelazione di Bahá’u’lláh e i cui princìpi essenziali sono stati formulati negli scritti del Centro del Suo Patto, implica né più e né meno la perfetta unificazione dell’intera razza umana; tale unificazione dovrà accordarsi con quei princìpi che sono in completa armonia con lo spirito che anima e le leggi che governano l’operare di quelle istituzioni che di già costituiscono la base strutturale dell’Ordine Amministrativo della Sua Fede.

(Shoghi Effendi, L’Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh, pag. 162. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1982).

… Dissociare i principi amministrativi della Causa dagli insegnamenti puramente spirituali e umanitari equivarrebbe a mutilarne il corpo e tale separazione potrebbe solo risolversi nella disintegrazione delle parti che la compongono e nell’estinzione della stessa Fede.

(Shoghi Effendi, ivi, pag. 5).

Gli amici non dovrebbero mai commettere l’errore di ritenere che l’Amministrazione bahá’í sia fine a se stessa. Essa è semplicemente uno strumento dello spirito della Fede.

Questa Causa è una Causa che Dio ha rivelato all’umanità intera. È stata destinata a beneficare l’intera razza umana, e il solo modo per far questo è di riformare la vita comunitaria dell’umanità e cercare di rigenerare l’individuo.

L’Amministrazione bahá’í è soltanto il primo abbozzo di come diverrà in futuro la vita sociale e di ciò che saranno le leggi della vita comunitaria. Per ora i credenti cominciano appena a comprenderla e a praticarla giustamente. Così dobbiamo avere pazienza se a volte questa Amministrazione sembra un po’ troppo consapevole di sé e rigida nel suo funzionamento. Questo avviene perché stiamo imparando qualcosa di molto difficile, ma meraviglioso: cioè come vivere insieme in una comunità bahá’í secondo i gloriosi Insegnamenti”.

(a nome di Shoghi Effendi, a un credente, 14 ottobre 1941, citata in Istruzioni ai credenti Bahá’í, pagg. 41-42. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1974).

INDICE
— Prefazione Pag. 02
— Indice 04
— LO STATUTO DELL’ASSEMBLEA SPIRITUALE LOCALE 07
— FORMAZIONE DELL’ASSEMBLEA SPIRITUALE LOCALE 12

* Obbligo di formare l’Assemblea Spirituale Locale 12

* Area di giurisdizione 12
* Riunione Annuale di Elezione 12
* Elezione e Votazione 13
* Svolgimento delle Elezioni 15
* Rapporto Annuale 15
* Agenda della Riunione Annuale 17
* Mantenere lo “status” dell’Assemblea 17
* Presenza e Dimissioni 18
* Dimissioni 19

* Posto vacante - Elezione di un nuovo Membro 20

— ORGANIZZAZIONE DELL’ASSEMBLEA SPIRITUALE 21
* Elezione delle cariche 22
* Funzioni delle cariche: Presidente 23
Vice Presidente 24
Segretario 24
Tesoriere 25
* Dimissioni delle cariche 26
* Riunioni dell’Assemblea Spirituale 26
* Agenda 27
* Fac-simile di Agenda 28
* Consultazione: Fasi tecniche 28
* Consultazione con gli individui 30
* I VERBALI 32
* Contenuto del Verbale 32
* Fac-simile di Verbale 33
* Piano Annuale 36
* Custodia dei documenti 38
* Archivio 38
* Materiale necessario 39
— FUNZIONI E PROCEDURE FONDAMENTALI 40
* FUNZIONI LEGISLATIVE 40

* Dichiarazione ed accettazione di nuovi credenti 41

* Procedura di accettazione 43
* Problemi concernenti le dichiarazioni 43
* Attività Intercomunitarie 44
* FUNZIONI GIUDIZIARIE 45

* Come trattare le violazioni delle Leggi Bahá’í 46

* I diritti dell’individuo 47
* Lo “status” dei bambini 47
* Rilasciare e controllare le Credenziali 48

* Determinare lo “status” di appartenenza alla Comunità Bahá’í 48

* Ritiro dalla Fede 49
* Privazione del diritto di voto 50

* Casi che richiedono l’intervento da parte dell’Assemblea Locale 50

* Dispute 51
* Disunità nella Comunità 52
* Violazione della Legge Civile 52

* Casi assegnati dall’Assemblea Spirituale Nazionale 53

* Lo “status” di chi perde il diritto di voto 53

* Reintegramento 54
* Trasferimenti 54
* Il Matrimonio: 55
Il consenso dei genitori 55
La cerimonia del Matrimonio Bahá’í 56
Diritto 57
Ministri di culto 57
Richiesta al comune 57

Località dove si può effettuare il Matrimonio 57

Cerimonia del Matrimonio 58
Matrimonio misto (Cattolico – Bahá’í) 58

Responsabilità dell’Assemblea Spirituale Locale 59

* L’Anno di Pazienza e il Divorzio Bahá’í 61

* L’Anno di Pazienza: Responsabilità dell’Assemblea Spirituale Locale 61

* L’Anno di Pazienza: Responsabilità dell’individuo 62

* L’Anno di Pazienza: Condotta dell’individuo 62

* Divorzio civile 63
* Mantenimento delle persone a carico 63
* Il Divorzio Bahá’í 64
* Credenti isolati 64
* Il Testamento e l’Eredità 64
* Fac-simile di Testamento Spirituale 65
* Il Funerale 66
* Preparazione del corpo per la sepoltura 67
* Cerimonia funebre 67

* Responsabilità dell’Assemblea Spirituale Locale 68

* Il Servizio Militare 68
* FUNZIONI PROTETTIVE 69
* Prevenzione 70
* Difesa:
Attacchi interni 72
Attacchi esterni 73
Reazione agli attacchi 73
* FUNZIONI UNIFICATRICI 74
* Rapporti tra i membri dell’Assemblea 75
* Rapporti con la Comunità 75

* Rapporti con le altre Assemblee Spirituale Locali 79

* Rapporti con i Membri del Consiglio Ausiliario ed i loro Assistenti 79

* Rapporti con i Comitati Nazionali 80

* Rapporti con l’Assemblea Spirituale Nazionale 80

* FUNZIONI ESECUTIVE 81
* Comitati 82

* Il Comitato: Gestione - Funzioni delle cariche 83

* Comunicazioni 84
* Corrispondenza (Posta) 86
* Rapporti 87
* Bollettini – Notiziari 88
— IL FONDO BAHÁ’Í 89
* Contribuzioni al Fondo Bahá’í 89

* Responsabilità dell’Assemblea Spirituale Locale 90

* Il Tesoriere 91

* Il Rapporto del Tesoriere all’Assemblea Spirituale 91

* Il Rapporto del Tesoriere alla Comunità 92
* L’Huqúqu’lláh – Il Diritto di Dio 93
— IL CALENDARIO BAHÁ’Í 93

* Anniversari - Festività - Giorni del Digiuno 94

* Calendario e Festa del diciannovesimo giorno 94

* Giorni Sacri Bahá’í 95
* La Festa del Diciannovesimo Giorno 95

* Consultazione alla Festa del diciannovesimo giorno 96

* Quando si svolge la Festa del 190 Giorno 97
* I partecipanti 97
— RITIRO DALLE CHIESE 97
STATUTO DELL’ ASSEMBLEA SPIRITUALE LOCALE

Lo Statuto è la costituzione dell’Assemblea Spirituale Locale. Esso riassume le funzioni fondamentali dell’Assemblea e le direttive per le sue azioni. Esso è il più importante dei documenti che un’Assemblea presenta al governo quando richiede il riconoscimento. Soltanto l’Assemblea Spirituale Nazionale può emendare lo Statuto dell’Assemblea Spirituale Locale.

Segue la traduzione italiana dello Statuto adottato dall’Assemblea Spirituale Nazionale degli Stati Uniti e approvato da Shoghi Effendi. Lo Statuto qui trascritto include tutti gli emendamenti adottati dall’Assemblea Spirituale Nazionale (degli Stati Uniti) fino al 14 gennaio 1973.

Questo Statuto non è di utilità per le Assemblee Spirituali Locali in quanto in Italia è operante solo lo Statuto dell’Assemblea Spirituale Nazionale, che è l’unica Istituzione bahá’í legalmente riconosciuta nel nostro paese. In Italia le Assemblee Spirituali Locali non hanno personalità giuridica e fanno riferimento allo Statuto dell’Assemblea Spirituale Nazionale. Nella lettera al Ministero dell’Interno del 5 maggio 1965 – che fa parte integrante dello Statuto – il paragrafo «Mezzi finanziari dei quali dispone la Fede Bahá’í in Italia e Amministrazione» comma b art. 2, recita che è l’Assemblea Spirituale Nazionale a riconoscere le Assemblee Spirituali locali esistenti.

La Fondazione dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í d’Italia è riconosciuta dallo Stato come Ente Rappresentante la Fede bahá’í ai sensi della Legge sui Culti ammessi dallo Stato. Pertanto la Fede bahá’í è una delle religioni riconosciute dallo Stato italiano (vedi D.P.R. n. 1106 del 21 novembre 1966).

ARTICOLO I

I Fiduciari, cioè i membri dell’Assemblea Spirituale di …, dichiarano che la decisione di costituire questa Assemblea Spirituale Locale è stata presa all’unanimità. Essi riconoscono il sacro significato e lo scopo universale della Fede Bahá’í, i cui insegnamenti e principi adempiono la divina promessa di tutte le religioni rivelate del passato.

ARTICOLO II

Nell’amministrare gli affari della Religione Bahá’í in qualità di Ente Morale a beneficio dei Bahá’í di … secondo gli insegnamenti religiosi e i principi amministrativi della Fede, questa istituzione agisce secondo le funzioni dell’Assemblea Spirituale Locale definite nello Statuto adottato dall’Assemblea Spirituale Nazionale.

ARTICOLO III

Nell’adempimento dei suoi obblighi e delle sue responsabilità, l’Assemblea Spirituale ha giurisdizione e autorità esclusive su tutte le attività e gli affari locali della comunità bahá’í di … ha la responsabilità di preservare l’integrità e la correttezza dell’insegnamento della Fede Bahá’í. Rende disponibile la letteratura della Fede pubblicata. Rappresenta la comunità nelle sue relazioni con l’Assemblea Spirituale Nazionale, la Casa Universale di Giustizia, le altre comunità locali bahá’í e in generale con il pubblico. Ha il compito di riconoscere tutti i postulanti che richiedano di entrare a far parte della comunità locale bahá’í. Riferisce all’Assemblea Spirituale Nazionale qualsiasi fatto riguardante uno o più membri della comunità che chieda di ritirarsi dalla Fede o che dimostri inidoneità alla qualifica di credente. All’Assemblea Spirituale Nazionale, è conferita l’esclusiva autorità di accettare le qualifiche di un bahá’í dichiarato e, all’occorrenza, di privarlo/la dei diritti di appartenenza alla comunità. Indìce le riunioni della comunità, inclusi gli anniversari e le Feste bahá’í, le riunioni di consultazione e la Riunione annuale in cui sono eletti i membri dell’Assemblea Spirituale. Nomina e sorveglia tutti i comitati locali. Raccoglie e distribuisce tutti i fondi designati al mantenimento di questa istituzione. Ha piena e completa custodia delle sedi e del luogo d’incontro della comunità bahá’í. Ha autorità esecutiva nel celebrare la cerimonia del matrimonio bahá’í e nel rilasciare il relativo certificato nella sua area di giurisdizione. Riferisce all’Assemblea Spirituale Nazionale, una volta l’anno o quando richiestole, l’elenco dei membri della comunità bahá’í per averne l’approvazione. L’Assemblea Spirituale pertanto, riconosce l’autorità e il diritto dell’Assemblea Spirituale Nazionale di dichiarare in qualsiasi momento quali attività e affari della comunità bahá’í di … abbiano carattere nazionale e pertanto siano soggetti alla sua giurisdizione. Similmente riconosce il diritto di ogni membro della comunità di appellarsi all’Assemblea Spirituale Nazionale perché riprenda in esame ogni questione per la quale quel credente giudichi che precedenti decisioni dell’Assemblea Spirituale Locale siano contrarie agli espliciti insegnamenti della Fede Bahá’í o ai suoi interessi. D’altra parte, ha l’autorità e il diritto di appellarsi contro decisioni dell’Assemblea Spirituale Nazionale alla Casa Universale di Giustizia.

ARTICOLO IV

Nell’amministrare codesta Istituzione, l’Assemblea Spirituale tiene sempre a mente gli ideali propugnati negli Scritti Sacri della Fede Bahá’í quanto ai rapporti dell’Assemblea Spirituale con la sua comunità bahá’í, alle reciproche relazioni dei bahá’í nella comunità e ai rapporti dei bahá’í con tutti i non-bahá’í, senza pregiudizi di razza, credo o nazionalità. L’Assemblea quindi riconosce soprattutto il suo sacro dovere di promuovere l’unità nella comunità bahá’í, di soccorrere e confortare i malati e sofferenti, di assistere i poveri e gli indigenti, di proteggere gli orfani, gli inabili e gli anziani, di educare i figli dei bahá’í e dei non-bahá’í che lo chiedano secondo i più nobili criteri religiosi e intellettuali, di comporre controversie e disaccordi tra i membri della comunità, di promulgare i principi della civiltà divina rivelati da Bahá’u’lláh e di promuovere la mèta bahá’í dell’unità del genere umano. Patrocina fedelmente e devotamente le attività generali bahá’í e gli affari promossi e sostenuti dall’Assemblea Spirituale Nazionale, coopera cordialmente con le altre Assemblee Spirituali Locali d’Italia in tutte le questioni che l’Assemblea Spirituale Nazionale dichiari essere di importanza e interesse generale per i bahá’í. Incoraggia i rapporti tra la comunità bahá’í di … e le altre comunità bahá’í riconosciute, rilasciando lettere di presentazione ai bahá’í di … che si mettano in viaggio e accettando lettere di presentazione rilasciate da altre Assemblee Spirituali Locali. Considera la sua autorità un mezzo per servire bahá’í e non-bahá’í e non una fonte di potere arbitrario. Pur serbando il sacro diritto della decisione finale in tutti gli affari pertinenti alla comunità bahá’í, l’Assemblea Spirituale cerca sempre il consiglio e la consultazione di tutti i membri della comunità, tiene la comunità informata di tutti i suoi affari e invita la comunità a discutere liberamente tutti gli argomenti concernenti la Fede.

ARTICOLO V

I bahá’í di …, per il beneficio dei quali è stato costituito codesto Ente Morale, sono tutte le persone residenti in … , che l’Assemblea Spirituale Nazionale ha giudicato possedere le qualifiche della fede e della pratica bahá’í richieste dal seguente criterio esposto dal Custode della Fede:

Pieno riconoscimento del rango del Báb, di Bahá’u’lláh e di ‘Abdu’l-Bahá, rispettivamente precursore, Autore e Vero Esempio della Religione Bahá’í, incondizionata accettazione e sottomissione a tutto ciò che la Loro Penna ha rivelato; leale e salda adesione a ogni clausola del Sacro Testamento di ‘Abdu’l-Bahá e stretta associazione con lo spirito e con la forma dell’Amministrazione bahá’í in tutto il mondo.

I giovani a 15 anni assumono la responsabilità di obbedire alle Leggi Bahá’í e al conseguimento di ventuno anni di età un bahá’í è idoneo a votare e ad assumere una carica elettiva.

ARTICOLO VI

L’Assemblea Spirituale è composta di nove Fiduciari scelti fra i bahá’í di … , i quali sono eletti da questi bahá’í con le modalità riportate nell’art. XI e rimangono in carica per un periodo di un anno, o fino a che non siano stati eletti i loro successori.

ARTICOLO VII

Le cariche dell’Assemblea Spirituale consistono di un Presidente, un Vice Presidente, un Segretario, un Tesoriere e altri funzionari. Le cariche sono elette con voto segreto a maggioranza assoluta della totalità dei membri dell’Assemblea. Gli altri eventuali funzionari sono nominati.

ARTICOLO VIII

La prima riunione di un’Assemblea Spirituale neo-eletta è convocata dal membro eletto con il più alto numero di voti, o, nel caso due o più membri abbiano ricevuto lo stesso più altro numero di voti, dal membro scelto a sorte tra questi membri, e questo membro presiede fino a che non sia eletto il Presidente. Tutte le successive riunioni sono convocate dal Segretario dell’Assemblea per richiesta del Presidente o, in sua assenza, del Vice Presidente o di tre membri dell’Assemblea. Tuttavia, la Riunione annuale dell’Assemblea deve essere tenuta il 21 aprile secondo i principi amministrativi riconosciuti da tutte le Assemblee Spirituali Bahá’í.

Sezione 1. Cinque membri dell’Assemblea Spirituale presenti alla riunione costituiscono un quorum e un voto di maggioranza del quorum presente è sufficiente per condurre gli affari con le eccezioni previste in questo Statuto e con il dovuto riguardo al principio di unità e fraternità insito nell’istituzione della Assemblea Spirituale. Le transazioni e le decisioni dell’Assemblea, in ciascuna riunione, sono trascritte dal Segretario, il quale fa adottare e approvare i verbali dall’Assemblea e li conserva nella documentazione ufficiale dell’Assemblea.

Sezione 2. I posti vacanti all’interno dell’Assemblea Spirituale sono coperti per elezione in una riunione speciale della comunità bahá’í locale debitamente convocata per tale scopo dall’Assemblea. Nell’eventualità che i posti vacanti fossero più di quattro, rendendo impossibile il quorum dell’Assemblea, l’elezione avviene sotto la supervisione dell’Assemblea Spirituale Nazionale.

ARTICOLO IX

La giurisdizione dell’Assemblea Spirituale, per quanto riguarda la qualifica residenziale dell’insieme dei suoi membri e del diritto di voto dei credenti nella comunità bahá’í, è il territorio compreso nei confini municipali di …

ARTICOLO X

Sezione 1. Se per caso una o più decisioni dell’Assemblea Spirituale sono ricusate da uno o più membri della comunità, l’Assemblea, dopo essersi sforzata di ricomporre la divergenza di opinioni, invita detto o detti membri a fare appello all’Assemblea Spirituale Nazionale e notifica a quell’ente i dati relativi all’accaduto e la disponibilità dell’Assemblea Spirituale ad associarsi all’appello.

Sezione 2. Nella stessa modalità, se sorgono divergenze tra l’Assemblea Spirituale e un’altra, o altre Assemblee, in …, l’Assemblea riferisce l’argomento all’Assemblea Spirituale Nazionale e informa quell’ente di essere disponibile a fare un appello congiunto insieme con l’altra Assemblea o le altre Assemblee.

Sezione 3. Se, tuttavia, il risultato di tale appello è insoddisfacente per l’Assemblea Spirituale, o l’Assemblea in qualsiasi momento ha ragione di credere che le azioni dell’Assemblea Spirituale Nazionale abbiano un’influenza sfavorevole su1 benessere e sull’unità della comunità bahá’í di … , essa, dopo aver cercato di risolvere le proprie divergenze di opinione con l’Assemblea Spirituale Nazionale in una consultazione diretta, ha il diritto di appellarsi alla Casa Universale di Giustizia.

Sezione 4. Similmente l’Assemblea Spirituale ha il diritto di sporgere reclamo presso l’Assemblea Spirituale Nazionale nell’eventualità che affari bahá’í d’interesse e di influenza locale siano deferiti all’ente nazionale da uno o più membri della comunità locale senza che l’Assemblea Spirituale abbia avuto previamente l’opportunità di agire in merito.

ARTICOLO XI

La Riunione annuale dell’Istituzione durante la quale sono eletti i suoi Fiduciari si svolge il 21 aprile, in un’ora e in un luogo fissati dall’Assemblea Spirituale, che ne dà notifica non meno di quindici giorni prima a tutti i membri della comunità locale bahá’í.

Sezione 1. L’Assemblea Spirituale accetta i voti trasmessi all’Assemblea prima dell’elezione dai membri che, per motivi di salute o per altre gravi ragioni, non siano in grado di partecipare di persona alla riunione.

Sezione 2. L’elezione dei membri dell’Assemblea Spirituale è a maggioranza relativa di voti.

Sezione 3. Tutti i membri votanti della comunità locale bahá’í possono essere eletti membri dell’Assemblea Spirituale.

Sezione 4. L’Assemblea Spirituale prepara l’agenda per la Riunione annuale includendovi i rapporti delle attività dell’Assemblea dal momento della sua elezione, una relazione finanziaria che evidenzi tutte le entrate e le spese del fondo, i rapporti dei comitati e la presentazione di qualsiasi altro argomento pertinente agli affari della comunità bahá’í. L’Assemblea, in occasione dell’Elezione annuale, promuoverà una consultazione e annoterà il pensiero e il sentimento della comunità.

Sezione 5. L’Assemblea Spirituale riferisce il risultato dell’elezione all’Assemblea Spirituale Nazionale.

ARTICOLO XII

Oltre alla Riunione annuale, l’Assemblea Spirituale organizza durante tutto l’anno le regolari riunioni della comunità bahá’í a intervalli di diciannove giorni secondo il calendario incorporato negli insegnamenti della Fede Bahá’í.

ARTICOLO XIII

Il sigillo dell’Istituzione è di forma circolare e reca la seguente iscrizione: «Assemblea Spirituale Locale dei Bahá’í di …».

ARTICOLO XIV

Questo Statuto può essere emendato solo per una decisione maggioritaria dell’Assemblea Spirituale Nazionale, che, nel fare emendamenti, lo fa per lo Statuto di tutte le Assemblee Spirituali Locali di ogni parte di … .

FORMAZIONE DELL’ASSEMBLEA SPIRITUALE LOCALE
OBBLIGO DI FORMARE L’ASSEMBLEA SPIRITUALE LOCALE

In ogni città, paese e agglomerato di persone dove risiedono più di nove bahá’í adulti (dai 21 anni in su) in possesso dei diritti amministrativi, riconosciuti dall’Assemblea Spirituale Nazionale, il 21 aprile di ogni anno questi credenti si riuniscono ed eleggono, con voto segreto a maggioranza relativa di voti, i nove membri dell’Assemblea Spirituale Locale di quella comunità.

I membri rimangono in carica per un periodo di un anno o fino a che non siano stati eletti i loro successori.

Ogni qualvolta il numero dei credenti bahá’í adulti residenti in un’area civile sia esattamente nove, il 21 aprile di ogni anno, o in anni successivi, essi si costituiscono in Assemblea Spirituale Locale per dichiarazione congiunta.

…in tale situazione ogni bahá’í ha il dovere di prendere parte alla dichiarazione congiunta. E tuttavia colui che si rifiuti di farlo, deve essere aiutato a rendersi conto che ha commesso una grave mancanza nei suoi doveri di bahá’í. (La Casa Universale di Giustizia all’Assemblea Spirituale Nazionale della Nuova Zelanda, 12 Ottobre 1969, in Lights of Guidance. A Bahá’í Reference File, p. 6, n. 19. 3a ed. Bahá’í Publishing Trust, New Delhi, 2001)

Per gli anni successivi e non variando il numero di credenti adulti della comunità, la riformazione è automatica e non richiede dichiarazione congiunta.

AREA DI GIURISDIZIONE

I limiti di una comunità bahá’í o area di giurisdizione sono generalmente gli stessi stabiliti per un’area municipale.

Solo l’Assemblea Spirituale Nazionale ha la funzione di determinare l’area di giurisdizione di un’Assemblea Spirituale Locale.

L’Assemblea Spirituale Locale può cambiare la propria area di giurisdizione solo con l’esplicita approvazione dell’Assemblea Spirituale Nazionale.

RIUNIONE ANNUALE DI ELEZIONE

Il 21 aprile di ogni anno si tiene, in un luogo e in un’ora convenuti, la Riunione annuale durante la quale sono eletti i nove membri dell’Assemblea Spirituale della comunità locale.

La riunione ha luogo durante il periodo compreso fra il tramonto del 20 aprile e il tramonto del 21 aprile. Tutti i credenti adulti (dai 21 anni in su), aventi diritto di voto, sono eleggibili.

L’Assemblea Locale organizza la Riunione annuale iniziandone per tempo i preparativi che consistono in:

- Fissare il luogo e l’ora della riunione.

- Notificare a tutti i membri votanti l’ora e il luogo della Riunione annuale durante la Festa del diciannovesimo giorno e, non meno di quindici giorni prima del Ridvan, per lettera.

- Nominare gli scrutatori (due o più) per lo spoglio delle schede.

- Dare agli scrutatori le istruzioni delle loro funzioni e della corretta procedura delle elezioni. Designare uno di loro capo scrutatore.

- Fornirsi di schede per i votanti.

- Revisionare e aggiornare l’elenco dei membri adulti della comunità.

- Munirsi di un numero adeguato di copie dell’elenco da distribuire agli elettori nella sala dove si svolgono le elezioni. Per rispetto della legge sulla privacy questi elenchi devono essere ritirati e distrutti alla fine dell’incontro.

- Se una comunità è numerosa, avere un sufficiente numero di copie dell’elenco da mettere a disposizione degli elettori che desiderano consultarlo durante il periodo della votazione.

- Redigere il Rapporto annuale da presentare alla comunità.

- Stilare l’agenda della Riunione annuale.
NOTE

L’Assemblea Spirituale Locale invia ai membri votanti, con un preavviso di almeno 15 giorni, una lettera di avviso in cui sono specificati:

- l’ora e il luogo della Riunione annuale;
- le qualifiche e le procedure per votare;

- che l’Assemblea accetterà i voti dei votanti assenti alla Riunione annuale fatti pervenire all’Assemblea in tempo utile, secondo le istruzioni qui riportate.

Esempio: I credenti che non possono essere presenti di persona all’elezione, faranno pervenire all’Assemblea i loro voti usando la scheda acclusa. La scheda, compilata e non contrassegnata, è chiusa in una busta priva di nome, la quale a sua volta viene messa in un’altra busta su cui sono scritti il nome e il cognome del votante. Il tutto sarà consegnato a mano o inviato per posta al Segretario dell’Assemblea, cui dovrà giungere prima della Riunione annuale.

L’Assemblea Spirituale invita tutti i membri della comunità, adulti e giovani e cerca di sensibilizzarli a essere presenti alla Riunione annuale durante la quale la comunità si consulta, dà suggerimenti, fa proposte e raccomandazioni all’Assemblea entrante.

ELEZIONE E VOTAZIONE

Tutti i bahá’í adulti, dai 21 anni in su, residenti nel Comune dell’Assemblea Spirituale Locale, aventi diritto di voto, sono idonei a eleggere e a essere eletti membri dell’Assemblea Spirituale Locale. Le Mani della Causa di Dio e i Consiglieri Continentali costituiscono la sola eccezione, essendo dispensati dai compiti amministrativi nelle istituzioni elette.

I Membri del Consiglio ausiliario votano e sono eleggibili. Un membro del Consiglio ausiliario che risulti eletto, deciderà egli stesso se continuare a servire nel Corpo ausiliario o accettare la carica di membro di Assemblea, perché non può far parte simultaneamente delle due istituzioni, a meno che non sia uno degli unici nove bahá’í adulti residenti nella località. Soltanto in questo caso, per preservare lo status dell’Assemblea Locale, può servire temporaneamente come membro di Assemblea.

Il voto è segreto.

L’elezione avviene con scrutinio segreto a maggioranza relativa di voti in spirito di preghiera, senza candidatura o propaganda.

Ogni scheda deve contenere esattamente nove cognomi e nomi di differenti persone scelte tra i membri adulti eleggibili che fanno parte della comunità locale.

Una scheda è interamente nulla:
1) se contiene più di nove nomi;
2) se contiene meno di nove nomi;
3) se contiene un nome ripetuto due volte.

In una scheda si annullano uno o più nomi, considerando valido il resto della scheda, se essa:

1) contiene un nome non identificabile o illeggibile;

2) contiene il nome di una persona non eleggibile in quanto non maggiorenne, o residente fuori dell’area di giurisdizione o privato del diritto di voto.

Se due o più persone ricevono lo stesso numero di voti per il nono posto, è necessario fare un ballottaggio. I votanti presenti alla riunione votano per una sola persona fra coloro che hanno ricevuto lo stesso numero di voti. Nessun altro nome, diverso da quelli risultati a parità numerica, deve essere introdotto nel ballottaggio, altrimenti quel nome è nullo.

«Ogni credente ha il diritto di votare per se stesso durante le elezioni, se in coscienza sente la necessità di farlo …» (a nome di Shoghi Effendi, all’Assemblea Spirituale Nazionale dell’India, Pakistan e Birmania, 27 Mirza 1938, in Lights of Guidance, p. 12, n. 43).

SVOLGIMENTO DELLE ELEZIONI

Contrariamente alle consuetudini di questo mondo, le elezioni baha’í si compiono in nuovo spirito di preghiera senza enunciazioni preliminari di candidati o preparativi elettorali. Prima di votare, si debbono recitare delle preghiere e tutti i partecipanti debbono chiedere la guida Divina per scegliere coloro che siano più adatti a servire.

(in Il Patto e l’Amministrazione Bahá’í, pag. 108)

Il Presidente dell’Assemblea Spirituale Locale uscente presiede alla Riunione annuale. L’Assemblea accetta i voti trasmessi prima dell’elezione da quegli elettori che, per motivi di malattia o altre gravi ragioni, non sono in grado di partecipare di persona alla Riunione annuale.

- Appello dei votanti e distribuzione del materiale occorrente: scheda, penna, copia dell’elenco dei membri eleggibili.

- Presentazione degli scrutatori e istruzioni riguardanti la procedura della votazione.

- VOTAZIONE

- Gli scrutatori raccolgono le schede, verificando che il totale corrisponda al numero dei votanti presenti più quello dei votanti per posta.

- Lo spoglio delle schede è fatto, in un luogo appartato, dagli scrutatori, i quali si assicurano che i voti siano validi in conformità ai principi delle elezioni bahá’í.

- Il capo scrutatore, designato dall’Assemblea e responsabile di organizzare il lavoro degli scrutatori, annuncia il risultato dell’elezione comunicando soltanto i nomi dei nove membri eletti con il rispettivo numero di voti ricevuti.

- Il capo scrutatore dà qualsiasi rilevante informazione richiesta dagli elettori.

- Il Presidente chiede la mozione di approvazione dell’operato, o del rapporto, degli scrutatori. L’accettazione del risultato da parte della comunità rende valida l’elezione. L’approvazione del rapporto degli scrutatori significa che l’approvazione è stata proposta, appoggiata e votata durante la Riunione annuale per accettare il risultato delle elezioni, verbalizzato e annunciato dagli scrutatori. Il capo scrutatore consegna all’Assemblea Spirituale Locale il rapporto delle elezioni firmato da tutti gli scrutatori.

NOTE

È necessario che il Rapporto delle Elezioni annuali contenga le seguenti indicazioni:

- n. dei votanti = numero totale dei votanti.

- n. dei voti = numero totale delle schede pervenute moltiplicato per nove.

- n. dei voti validi = numero totale dei nomi validi contenuti nelle schede valide.

Esempio: n. dei votanti: 13
n. dei voti: 117
n. dei voti validi: 117

Il risultato delle elezioni è trasmesso all’Assemblea Spirituale Nazionale.

RAPPORTO ANNUALE

Il Rapporto annuale è il consuntivo delle mète, degli affari e del progresso della comunità pertinenti l’anno che si conclude. Deve riflettere la natura della partecipazione della comunità ai piani locale, nazionale e globale della Fede.

Di solito, il Rapporto annuale comprende due parti: una generale e l’altra finanziaria che sono presentate dal Segretario, la prima, e dal Tesoriere, la seconda.

Il Segretario prepara il rapporto generale attingendo ai verbali dell’Assemblea, ai rapporti dei Comitati Locali e alla corrispondenza.

I comitati presentano i loro rapporti alla scadenza fissata dall’Assemblea per darle il tempo di revisionarli e decidere quali parti includere nel suo rapporto.

Il Tesoriere prepara il rapporto finanziario desumendo i dati dalle registrazioni dell’Assemblea.

Il Segretario e il Tesoriere sono aiutati a stendere i rispettivi rapporti dall’Assemblea. Essa può dare consigli, suggerimenti su particolari punti e commenti che desidera far apparire nel Rapporto annuale.

Il Rapporto annuale, formato dalle due parti succitate, è revisionato, modificato se necessario, e approvato dall’Assemblea prima di essere presentato alla comunità durante la Riunione annuale.

IL RAPPORTO ANNUALE può includere le seguenti fondamentali voci:

- Nome e località dell’Assemblea.
- Data del rapporto.
- Periodo considerato.

- I risultati dell’ultima elezione annuale, i membri dell’Assemblea.

- Statistiche:
* totale dei membri della comunità,
* membri componenti: adulti, giovani, bambini,

* dichiarazioni, trasferimenti (verso l’interno e verso l’esterno), ritiri, privazioni dei diritti amministrativi,

* matrimoni, nascite, decessi.
- Presenze:

* alla Festa del diciannovesimo giorno (percentuale della presenza della comunità),

* dei membri alle riunioni dell’Assemblea Locale.

- Progetti e attività locali: a che punto sono in quel momento.

- Partecipazione della comunità ai piani locale, nazionale e globale della Fede:

* insegnamento estensivo, pionierismo, sostegno della comunità alle attività locali e nazionali e così via.

- Sviluppi di interessi inusuali.
- Rapporto finanziario:
* totale delle contribuzioni,
* spese,
* percentuale della comunità che ha contribuito.
AGENDA DELLA RIUNIONE ANNUALE

L’Assemblea potrebbe adottare il seguente esempio di agenda:

1) Preghiere di apertura.
2) Presentazione dello scopo dell’incontro.
3) Presentazione dell’Agenda dell’incontro.
4) Verbale dell’elezione precedente.

5) Presentazione degli scrutatori e istruzioni sulla procedura dell’elezione.

6) Distribuzione dell’occorrente per votare.
7) Appello finale di verifica.
8) Preghiere.
9) Votazione.

10) Raccolta delle schede da parte degli scrutatori.

11) Rapporto annuale dell’Assemblea Spirituale Locale uscente (mentre gli scrutatori procedono allo spoglio delle schede in luogo appartato).

12) Consultazione.

13) Rapporto degli scrutatori e approvazione del loro operato da parte della comunità.

14) Preghiere finali.
NOTE

L’Assemblea prepara in anticipo il programma delle preghiere, dei brani che si riferiscono al carattere e allo spirito delle elezioni bahá’í, e sceglie le persone che li leggeranno durante la Riunione annuale.

Sarebbe opportuno dedicare maggior tempo possibile alla consultazione per permettere alla comunità di consultarsi ampiamente, di offrire suggerimenti, di fare raccomandazioni e proposte all’Assemblea entrante.

Il frutto della consultazione e lo spirito che ne emerge saranno fondamentali per i futuri piani dell’Assemblea Spirituale.

MANTENERE LO «STATUS» DELL’ASSEMBLEA

È di vitale importanza mantenere lo «status» di un’Assemblea dopo la sua formazione.

Le cause per le quali un’Assemblea Spirituale Locale potrebbe trovarsi in pericolo, sono:

- insufficiente numero di credenti adulti residenti nella località,

- perdita di forza e di influenza per mancata partecipazione totale o parziale degli amici alle riunioni.

L’Istituzione e i suoi membri dovrebbero considerare di fondamentale importanza mantenere lo «status” dell’Assemblea e agire con ogni precauzione per prevenire ed evitare il rischio di trovarsi in pericolo.

A tale fine, l’Assemblea può porsi come mèta primaria il rafforzamento numerico della comunità e il suo consolidamento interno, mentre i membri, singolarmente, dovrebbero fare ogni sforzo per cercare di prestare maggiore attenzione possibile al lavoro dell’Assemblea e di organizzarsi in modo da dare la priorità agli affari dell’Assemblea.

PRESENZE E DIMISSIONI

È fin troppo ovvio che, se un membro non può partecipare con regolarità alle sedute della sua assemblea locale, gli sarebbe impossibile adempiere ai doveri che gli incombono, e far fronte alle sue responsabilità, quale rappresentante della comunità. Essere membro di un’Assemblea spirituale locale comporta, in effetti, l’obbligo e la capacità di rimanere in stretto contatto con le attività locale Bahá’í, e la possibilità di partecipare regolarmente alle sedute dell’assemblea. (a nome di Shoghi Effendi, in Istruzioni ai credenti bahá’í, p. 26)

*Una volta eletto a servire in una certa Assemblea, dovere del credente è fare il massimo per partecipare a tutte le sedute di assemblea, e collaborare con i suoi fratelli membri, a meno che, tuttavia, egli ne sia impedito da ragioni serie quali malattia, e anche in questi casi egli dovrebbe far presente la cosa all’Assemblea. (a nome di Shoghi Effendi, in «Meetings of the National Spiritual Assembly. The Importance of Attendance by the Entire membership. A Compilation. October 1980», n. 6)

* la Casa Universale di Giustizia ha esaminato la vostra lettera del 26 maggio 1977 e ci chiede di dire che la vostra Assemblea dovrebbe rimettersi ancora in contatto con il sig. ... nello sforzo di capire se esiste una valida ragione per la sua mancata partecipazione alle sedute della vostra Assemblea Spirituale Nazionale. Se esiste una ragione valida la vostra Assemblea dovrebbe fare il possibile per dare al sig. ... l’opportunità di adempiere al suo dovere.

Ma se non esiste una ragione valida per la sua non-partecipazione dovreste attirare la sua attenzione sulle istruzioni del benamato Custode sull’importanza del servizio nelle Assemblee Spirituali e sulla gravità delle conseguenze quando un membro rifiuta di servire. Se dopo di ciò il sig. ... continua ad essere assente alle sedute della vostra Assemblea, siete autorizzati a dichiarare il posto vacante e a organizzare un’elezione per esso. (a nome della Casa Universale di Giustizia, in «Meetings of the National Spiritual Assembly», n. 12)

Generalmente nelle piccole comunità locali vi sono alcuni credenti che sono nuovi nella Fede e hanno bisogno di essere allevati con amore nella consapevolezza della responsabilità di essere bahá’í e altri che sono sotto il peso eccessivo di una moltitudine di incarichi.

Molto spesso nelle piccole Assemblee vi sono membri che, per quanto devoti credenti, hanno coniuge o famiglie cui badare e sono molto limitati nella disponibilità del tempo da dedicare alle attività amministrative bahá’í. Tali credenti dovrebbero essere incoraggiati e si dovrebbe mostrare un affettuoso apprezzamento per qualsiasi servizio essi possono rendere. (a nome della Casa Universale di Giustizia, in «Meetings of the National Spiritual Assembly», n. 14) [small assemblies members]

DIMISSIONI

... Il Custode desidera che chiariate a tutti i credenti che essere membro di un’Assemblea o un Comitato bahá’í è un sacro obbligo che dovrebbe essere accettato con gioia e fiducia da ogni leale e coscienzioso membro della Comunità, per quanto umile e inesperto egli sia. (a nome di Shoghi Effendi, in «Meetings of the National Spiritual Assembly», n. 6)

Con riferimento alla sua domanda se è permesso che un credente dia le dimissioni dalla Assemblea Locale: si può farlo, in speciali circostanze come malattia, ma solo dopo e mai prima di essere stato eletto membro di Assemblea. Divergenze personali e disaccordo fra i membri dell’Assemblea non offrono certo sufficiente motivo per dare le dimissioni e non possono giustificare l’assenza delle sedute di Assemblea.

Come ‘Abdu’l-Bahá ha dichiarato: attraverso lo scontro delle opinioni personali, spesso si accende la scintilla della verità e la divina guida viene rivelata. (a nome di Shoghi Effendi, a un credente, 19 aprile 1939, in Istruzioni ai credenti bahá’í, p. 27)

Il rimedio alla mancanza di armonia in Assemblea non può essere né nelle dimissioni, né nell’inattività di qualunque dei suoi membri. Essa (l’Assemblea Spirituale Locale) deve imparare, malgrado elementi disturbatori, a continuare a funzionare come un tutto unico, altrimenti con l’introduzione di eccezioni alla regola l’intero sistema sarebbe screditato. (a nome di Shoghi Effendi, a un credente, 20 novembre 1941, in Istruzioni ai credenti bahá’í, p. 28)

Dopo la formazione dell’Assemblea Spirituale Nazionale, qualsiasi rilassatezza e negligenza nelle regolarità sedute, nella presenza dei nove membri e nell’adempimento delle sue sacre responsabilità, avranno ripercussioni deleterie sulla comunità, indeboliranno e metteranno in cattiva luce la Causa, creeranno caos e confusione e provocheranno declino e retrocessione della Fede. (Shoghi Effendi, in «Meetings of the National Spiritual Assembly», n. 3, vedi Lights of Guidance, p. 43, n. 154).

Considerate le affermazioni del Custode e della Casa Universale di Giustizia, l’Assemblea Spirituale Locale deve fare in modo da scoraggiare i suoi membri a rassegnare le dimissioni. Se, tuttavia, un membro di Assemblea dà le dimissioni e l’Assemblea ritiene le motivazioni valide, essa le notifica all’Assemblea Spirituale Nazionale e ne riporta le motivazioni.

POSTO VACANTE – ELEZIONE DI UN NUOVO MEMBRO

… sta all’Assemblea decidere, se l’assenza di un membro si prolunga, quando si debba indire una elezione per sostituire quella persona. Il principio è che i nove membri dell’Assemblea Spirituale dovrebbero rendersi disponibili ragionevolmente per le sedute. Se la loro assenza dalla città si prolunga, qualcun altro deve prenderne il posto vacante. (a nome di Shoghi Effendi, in «Meetings of the National Spiritual Assembly», n. 8)

... Permettere alle Assemblee di porre un limite di tempo sulla mancata presenza dei loro membri alle sedute di Assemblea Spirituale, limite oltre il quale quella persona automaticamente non fa più parte dell’Assemblea e si notifica il posto vacante, significa stabilire un pericoloso precedente...

Non dovrebbe esserci alcun limite di tempo fissato dalle Assemblee oltre il quale una persona ne viene esclusa. Ogni caso di prolungata assenza dalle sedute dell’Assemblea dovrebbe essere considerato separatamente da quella Assemblea, e se la persona mostra di non voler partecipare alle sedute, o di esserne tenuta lontana a tempo indefinito a causa di malattia o lavoro, allora si può ufficialmente dichiarare che c ‘è un posto vacante e che deve essere eletto un nuovo membro. (a nome di Shoghi Effendi, in Istruzioni ai credenti Bahá’í, p. 27)

… si preferisce accertarsi della durata dell’assenza di qualsiasi membro che deve allontanarsi. Nel caso che questo periodo di tempo fosse eccessivo è a discrezione dell’Assemblea dichiarare che c’è un posto vacante e indire un’elezione. Ciò tuttavia non deve essere deciso con leggerezza e i membri dichiarati eletti alla Convenzione dovrebbero restare in carica a meno che difficoltà insuperabili non li impediscano. (La Casa Universale di Giustizia, in «Meetings of the National Spiritual Assembly», n. 11)

... Se la vostra Assemblea decide che egli ha una valida ragione per giustificare le sue ripetute assenze dalle sedute di Assemblea non dovete privarlo del diritto di voto. In questo caso sareste autorizzati a dichiarare il posto vacante e indire un ‘elezione… (a nome della Casa Universale di Giustizia, in «Meetings of the National Spiritual Assembly», n. 13)

La costituzione di un’Assemblea Spirituale Locale richiede esattamente nove membri che rimangono in carica per un anno e fino a che non siano eletti i loro successori. Quando, perciò, il numero dei suoi membri diminuisce anche di uno, l’Assemblea dichiara ufficialmente che c’è un posto vacante e indice un’elezione per sostituire il membro mancante.

L’Assemblea notifica alla comunità la data, l’ora e il luogo della riunione per eleggere il nuovo membro dell’Assemblea, con la normale procedura delle elezioni bahá’í.

Il motivo, il giorno in cui si effettua e il risultato dell’elezione sono riportati nel verbale dell’Assemblea, la quale informa immediatamente l’Assemblea Spirituale Nazionale del cambiamento avvenuto nel suo interno.

L’elezione di un nuovo membro dell’Assemblea si attua quando nella comunità vi è più di un credente adulto, oltre i membri di Assemblea. Se c’è un posto vacante e un solo credente adulto nella comunità oltre i membri di Assemblea, questi entra in Assemblea. Se non ci sono altri credenti adulti nella comunità, oltre i membri di Assemblea, questa continua a funzionare fino al Ridvan, giorno in cui può riformarsi se vi saranno almeno nove credenti adulti residenti nella località.

ORGANIZZAZIONE DELL’ASSEMBLEA SPIRITUALE

Ad essa (l’Assemblea Spirituale locale) saranno direttamente ed immediatamente devolute tutte le questioni pertinenti alla Causa, per un ‘ampia consultazione e deliberazione. (Shoghi Effendi, in Il Patto e l’Amministrazione bahá’í, pag. 107)

Per svolgere il suo lavoro, l’Assemblea ha bisogno di organizzarsi, cioè occorre che i suoi membri sappiano:

- chi sono i membri che ricoprono le cariche,
- dove e quando si riuniscono,
- qual è il piano d’azione,
- su che cosa si consultano,
- come eseguire le delibere,
- come e dove conservare la documentazione.

Per dare immediato avvio ai lavori, è opportuno che la prima riunione di Assemblea sia tenuta entro 24 ore dalla sua elezione o formazione per dichiarazione congiunta.

ELEZIONE DELLE CARICHE

Il membro eletto con il più alto numero di voti convoca la prima riunione e la presiede, fino a quando è eletto il presidente. In questa prima seduta si procede subito all’elezione delle cariche del: Presidente, Vice Presidente, Segretario, Tesoriere.

La elezione delle cariche, con voto segreto, è a maggioranza assoluta, cioè minimo cinque voti per ciascuna carica, indipendentemente dal numero dei membri presenti alla seduta.

Se alla prima riunione dell’Assemblea tutti i nove membri sono presenti, oppure se assenti hanno inviato il loro voto per le 4 cariche, le cariche sono considerate definitive, cioè valide per l’intero arco dell’anno. Se non tutti i nove membri sono presenti, le cariche sono considerate provvisorie e poi, per quelle definitive, si procede come segue:

a - Si indice espressamente una riunione, il più presto possibile, informando bene tutti i membri dell’Assemblea del luogo, ora e motivo della seduta.

b - I membri che sono impossibilitati a presenziare alla riunione fanno pervenire i loro voti, uno per ciascuna carica (totale quattro), seguendo la normale procedura che salvaguarda la segretezza del voto. VIENE PRECISATO che le cariche sono definitive anche se qualche membro, sebbene informato nel giusto modo e tempo, non manda i suoi voti.

c - Se nessuno, per ciascuna carica, riceve cinque voti alla prima votazione, i membri presenti alla seduta continueranno la votazione fino a quando un membro riceverà almeno cinque voti.

d - Se alla riunione i membri presenti sono solo cinque (il quorum), è comunque necessario che si raggiunga la maggioranza di cinque voti per ciascuna carica.

NOTE

Ogni carica è ricoperta da un solo membro, e non è permesso che le cariche di Presidente e Segretario siano tenute contemporaneamente dalla stessa persona.

Per evitare inutili contrattempi, è conveniente votare per una carica alla volta. Se durante l’anno una carica rimane vacante, si elegge un altro membro a ricoprire la carica. L’elezione deve essere fatta per la sola carica rimasta vacante.

Ciò è valido anche nel caso del Presidente cui non subentra automaticamente il Vice Presidente, il quale mantiene la carica per l’intero anno.

I risultati dell’elezione delle cariche vengono trascritti sul verbale dell’Assemblea indicando la carica, il corrispondente nome e cognome (entrambi scritti per esteso) del membro che la ricopre e il numero dei voti ricevuti.

Esempio: - Presidente : signora … … con 8 voti
- Vice Presidente: signor … … con 5 voti
- Segretario: signora … … con 6 voti
- Tesoriere: signor … … con 7 voti

L’Assemblea Spirituale Locale trasmette immediatamente il risultato dell’elezione all’Assemblea Spirituale Nazionale e la tiene informata di ogni eventuale cambiamento che potrebbe verificarsi nel corso dell’anno.

FUNZIONI DELLE CARICHE

Le cariche di Presidente, Vice Presidente, Segretario e Tesoriere sono posizioni di servizio nell’Istituzione e verso la comunità.

Funzioni del Presidente

- Presiede a tutte le riunioni (in veste di moderatore) dell’Assemblea, alla Riunione annuale ed eventualmente anche ad altre riunioni della comunità.

- Si accerta che ogni voce in agenda sia pienamente discussa e che sia data a tutti i membri dell’Assemblea l’opportunità di esprimere i propri punti di vista senza essere interrotti, per un’aperta e franca consultazione in «atmosfera d’amore».

- Partecipa alla consultazione e, senza avvalersi della sua posizione parlando più degli altri, chiede la parola quando desidera fare un intervento.

- Prende parte alla votazione e il suo voto ha lo stesso valore di quello degli altri membri.

- Fa in modo che non si divaghi dall’argomento della consultazione evitando in tale modo inutili perdite di tempo.

- Ha cura che ogni decisione sia registrata come delibera dal Segretario.

- Avverte in tempo il Vice Presidente e il Segretario, qualora fosse impossibilitato a presenziare a una riunione.

- Si tiene in stretto contatto con il Segretario per quanto riguarda la preparazione dell’agenda, la corrispondenza e altri argomenti di massima importanza o urgenza.

NOTE

Il Presidente tiene sempre presente che la condizione fondamentale per il buon funzionamento dell’Assemblea è l’armonia tra i membri. A tale fine può essere opportuno evitare l’eccessiva rigidità nell’applicazione di regole tecniche se queste, anziché facilitare l’andamento delle riunioni, dovessero creare risentimenti e incomprensioni.

È importante inoltre che egli collabori in armonia con il Segretario e consideri la carica che ricopre una posizione di servizio che richiede una particolare autodisciplina, grande spirito di sacrificio e umiltà.

Funzioni del Vice Presidente

Il Vice Presidente ha le stesse funzioni del Presidente e lo sostituisce, quando il Presidente non è in grado di essere presente alla riunione.

Funzioni del Segretario

- Prepara l’agenda da presentare alla riunione dell’Assemblea, normalmente in collaborazione con il Presidente.

- Notifica ai membri dell’Assemblea le sedute straordinarie convocate dal Presidente, o in sua assenza dal Vice Presidente, o da almeno tre membri dell’Assemblea.

- Redige tutti i verbali delle sedute dell’Assemblea e della Riunione annuale, inoltre stende il Rapporto annuale.

- Riceve la corrispondenza dell’Assemblea e la presenta, con tutte le altre comunicazioni, alla successiva seduta.

- Evade la corrispondenza secondo le direttive dell’Assemblea.

- Mantiene un sistema di archivio per tutta la corrispondenza, notiziari della comunità, ecc.

- Avvisa i membri della comunità dove e quando si tengono le Feste e gli altri incontri comunitari. (Questo compito può essere svolto anche da un Comitato feste o da un responsabile o da un calendario programmato periodicamente, secondo la decisione dell’Assemblea).

- Presenta alla Festa del diciannovesimo giorno il rapporto dell’Assemblea, nel quale è incluso l’esito delle proposte e delle raccomandazioni presentate dalla comunità durante la Festa precedente.

- Prende nota delle proposte, delle raccomandazioni e dei suggerimenti fatti alla Festa del diciannovesimo giorno e li presenta all’Assemblea nella successiva seduta.

- Tiene un elenco aggiornato di tutti i membri della comunità: cognome e nome, indirizzo e numero telefonico. (Esatta data di nascita dei bambini e dei giovani).

- Tiene un «Policy file» nel quale inserisce regolarmente le circolari con le istruzioni su come comportarsi nei vari casi concernenti la vita bahá’í. Questo raccoglitore non deve essere archiviato annualmente, bensì continuamente aggiornato e disponibile in ogni momento per consultazione su casi urgenti.

- Informa il Centro nazionale bahá’í di tutte le dichiarazioni, i trasferimenti e i cambiamenti di stato civile e di indirizzo domiciliare.

- Notifica con una lettera ai membri votanti la Riunione annuale in modo che sia ricevuta almeno quindici (15) giorni prima del 21 aprile, data della riunione. La scheda, una busta piccola e le istruzioni sulle modalità e sulla validità del voto sono incluse nella lettera di notifica della Riunione.

- L’elenco dei credenti eleggibili deve essere messo a disposizione solo nel luogo ove avviene l’elezione e ritirato alla fine dell’elezione.

- Tiene l’archivio permanente di riviste e altri periodici bahá’í ai quali l’Assemblea fosse abbonata. (Questo compito può essere svolto dal bibliotecario, se l’Assemblea lo decide).

- Tiene un archivio di tutti gli articoli pubblicati che riguardano la Fede. (Questo compito può essere svolto da un Comitato di Proclamazione o di Pubbliche Relazioni o da un responsabile, secondo la decisione dell’Assemblea).

NOTE

Altri dettagli riguardanti le funzioni del Segretario si trovano in altre sezioni del manuale.

La carica di Segretario, per i molteplici doveri che essa comporta e dalla cui opera dipende in larga misura il lavoro dell’Assemblea, richiede efficienza, accuratezza e tatto.

Se l’Assemblea lo ritiene necessario, può anche nominare un verbalista, scelto tra gli altri membri dell’Assemblea.

Funzioni del Tesoriere

… Tutte le donazioni e le contribuzioni debbono essere offerte al Tesoriere dell’Assemblea, con l’espresso proposito di promuovere gli interessi della Causa.… (a nome di Shoghi Effendi, in Lights of Guidance, p. 31, n. 112)

Il Tesoriere:

- Acquisisce una profonda comprensione dei principi del Fondo bahá’í e assiste l’Assemblea nell’approfondire la conoscenza della comunità sulla natura spirituale del Fondo, durante la Festa del diciannovesimo giorno.

- Comunica all’Assemblea l’ammontare totale delle promesse dei membri della comunità.

- Riceve tutte le contribuzioni al Fondo.
- Rilascia regolari ricevute.

- Effettua i pagamenti delle spese approvate dall’Assemblea nei termini stabiliti richiedendo regolari ricevute.

- Può tenere un conto corrente bancario a nome dell’Assemblea cui dà regolari resoconti.

- È responsabile di tenere un sistema di contabilità, per quanto semplice, per registrare accuratamente tutte le entrate e le uscite riguardanti il Fondo.

- Presenta un rapporto dettagliato a ogni riunione dell’Assemblea e, dopo l’approvazione, alla Festa del diciannovesimo giorno nel modo desiderato dall’Assemblea.

- È responsabile di tenere tutto il materiale a disposizione e in ordine per la revisione annuale dei conti, da parte dei due revisori nominati dall’Assemblea.

- Prepara il Rapporto finanziario annuale dell’Assemblea Spirituale Locale, aggiornato, da presentare alla Riunione annuale della comunità, il 21 aprile.

- Riceve le contribuzioni e consegna le ricevute, mantenendo il riserbo sui donatori.

NOTE

Altri dettagli riguardanti le funzioni del Tesoriere e il Fondo bahá’í si trovano in altre sezioni di questo Manuale.

DIMISSIONI DALLE CARICHE

L’Assemblea Spirituale può essere insoddisfatta dei servigi di qualcuno dei suoi membri che ricopre una carica, per la poca esperienza o la scarsa competenza del membro nello svolgimento delle sue funzioni, oppure per la usa negligenza nell’adempimento dei suoi doveri.

Entrambi i casi non sono una giustificazione sufficiente perché l’Assemblea ne decida la rimozione dalla carica ricoperta o accetti le dimissioni del membro che la ricopre, se questi le presenta.

Nel primo caso l’Assemblea deve incoraggiare amorevolmente il membro ad acquisire la competenza necessaria per eseguire i suoi compiti e nel secondo caso deve avere una franca e amorevole consultazione con il membro interessato.

RIUNIONI DELL’ASSEMBLEA SPIRITUALE

Una riunione dell’Assemblea è valida solo quando ciascuno dei membri è stato informato in tempo utile del luogo e dell’ora della riunione.

In genere, l’Assemblea decide subito dopo la sua elezione un calendario e un luogo delle sedute per l’intero anno bahá’í e questa decisione, messa a verbale, è sufficiente notifica per tutti i membri.

Quando è impossibile seguire il regolare calendario e si presenta la necessità di una riunione straordinaria, il Segretario, per richiesta del Presidente o di almeno tre membri dell’Assemblea, ne dà notifica a tutti i membri.

Cinque membri, il quorum deliberativo, sono sufficienti perché l’Assemblea possa condurre i suoi lavori, sempre restando fermo il principio che tutti i membri dell’Assemblea siano avvisati in tempo.

Nelle emergenze, il Segretario si consulta immediatamente con il Presidente, o in sua assenza con il Vice Presidente, che indice una riunione urgente dell’Assemblea.

Se non è possibile avere almeno il quorum, il Segretario informa telefonicamente i membri rintracciabili sulla natura dell’emergenza per decidere che cosa fare e come agire. I casi di emergenza sono messi nell’agenda della riunione successiva per la riesame e l’approvazione da parte dell’intero corpo istituzionale.

Questo modo di procedere deve essere adottato solo in casi estremi. Tuttavia è importante che il Segretario agisca sempre in consultazione con il Presidente o il Vice Presidente.

NOTE

È molto importante che le riunioni dell’Assemblea Spirituale Locale si susseguano a intervalli regolari di tempo.

Decidere nella prima seduta un calendario regolare di riunioni per l’intero arco dell’anno permette all’Assemblea di svolgere il lavoro in modo appropriato e adeguato agli affari della Causa nella sua area di giurisdizione.

È consigliabile scegliere per le riunioni dell’Assemblea luoghi appartati e tranquilli. Questo contribuisce a creare un’atmosfera di riservatezza e di serenità, peculiari caratteristiche distintive di un’Assemblea Spirituale bahá’í.

AGENDA

L’agenda è un elenco di argomenti, possibilmente disposti nell’ordine in cui saranno presi in esame.

Il segretario deve accertarsi, prima della seduta, che sia disponibile tutto il materiale informativo necessario per la consultazione su ogni punto dell’Agenda.

L’agenda serve fondamentalmente a portare ordine nella consultazione. L’ordine che l’Assemblea segue nel condurre i suoi affari riflette le sue priorità.

Ogni argomento che l’Assemblea non è riuscita a trattare, appare nell’agenda della riunione successiva sotto l’appropriato titolo. In questo modo, nessun argomento è trascurato o dimenticato.

Tutti i suggerimenti, le raccomandazioni e le proposte fatti durante la Festa del diciannovesimo giorno vanno inclusi nella successiva riunione di Assemblea.

Il Segretario redige una bozza dell’agenda in collaborazione con il Presidente sia per garantire l’accordo sulle priorità sia per evitare che di trascurare qualche voce.

All’inizio della seduta, l’Assemblea Spirituale riesamina l’agenda e apporta qualunque modifica ritenga necessaria. Naturalmente si dà la precedenza alle voci urgenti, evitando però di trascurare la consultazione sul lavoro d’insegnamento che deve avere nell’agenda un’adeguata priorità.

NOTE

È consigliabile che l’agenda abbia sia esposta in modo chiaro e di facile lettura.

FAC-SIMILE DI AGENDA
- Preghiera iniziale.

- Lettura e approvazione del precedente verbale n. …

- Revisione dell’agenda.

- Rapporto del Segretario: lettere spedite e ricevute, comunicazioni, ecc.

- Raccomandazioni e suggerimenti fatti alla precedente Festa del diciannovesimo giorno.

- Argomenti riguardanti: insegnamento, proclamazione, consolidamento, approfondimento e studio dei documenti.

- Valutazione del processo di crescita della comunità.

- Verbali, rapporti dei Comitati locali.

- Lavori incompiuti: revisione delle delibere precedenti.

- Rapporto dettagliato del Tesoriere.

- Lavori vari: consultazione con membri della comunità, nuovi credenti, ecc.

- Preghiera finale.
CONSULTAZIONE: Fasi Tecniche

In questa Causa la consultazione è di vitale importanza; ma s’intende un incontro spirituale e non un mero vociare di pareri personali… Desidero con ciò far rilevare che la consultazione deve avere come scopo la ricerca della verità. (‘Abdu’l-Bahá, in Consultazione. Riunioni bahá’í. La Festa del diciannovesimo giorno, pag. 17. Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1980)

La consultazione bahá’í è un’arte, che implica principi e qualità spirituali di cui devono essere sempre meglio compresi i primi e sempre più acquisite le seconde.

Condotta secondo lo spirito dell’Ordine amministrativo, la consultazione diventa un processo creativo mediante il quale le diverse opinioni e idee si fondono insieme generando un’unica decisione.

Spesso un’idea espressa da un membro stimola altre idee e queste fluiscono dall’uno all’altro, finché si cristallizzano in una forma di risoluzione, frutto della consultazione bahá’í. Ed è allora che

La consultazione conferisce maggior consapevolezza e tramuta la congettura in certezza. (Bahá’u’lláh, ivi, pag. 7)

Una consultazione scorrevole, ordinata ed efficace comprende diverse fasi basilari:

- Definire l’argomento di consultazione.

- Accertare tutti i fatti riguardanti l’argomento.

- Identificare i principi spirituali e amministrativi pertinenti al caso.

- Applicare i principi spirituali e amministrativi al caso in una piena, franca e amorevole discussione.

- Adottare una risoluzione con il consenso unanime o a maggioranza di voti.

- Decidere come sarà realizzata la decisione (chi, come, dove e quando).

Nella riunione dell’Assemblea Spirituale gli argomenti di consultazione sono forniti normalmente dall’agenda, definita e approvata all’inizio della seduta.

Accertamento dei fatti. Il Segretario, o chi è in possesso di informazioni sull’argomento, mette al corrente dei fatti gli altri membri. La raccolta di tutte le informazioni rilevanti e attendibili sull’argomento permette all’Assemblea di avere concretamente i dati necessari per giungere a una saggia e matura decisione. Maggiore è la conoscenza dei fatti, minore sarà la possibilità di prendere decisioni non sagge o inopportune che potrebbero causare perdita di tempo o situazioni imbarazzanti.

Lettura di eventuali brani scelti dagli Scritti bahá’í o di disposizioni date dalle Istituzioni superiori. Il processo della consultazione deve essere sempre ispirato a impliciti, e quando necessario espliciti, riferimenti ai principi spirituali e amministrativi.

In alcuni casi i principi spirituali non hanno diretta attinenza con l’argomento che si sta trattando, perciò questa fase viene omessa.

Formulazione della proposta. Appena formulata la proposta, il Presidente chiede se almeno uno de membri l’appoggia, cioè se è d’accordo: solo allora la proposta passa alla discussione, altrimenti cade automaticamente e non è discussa.

N.B. – Fino a quando la proposta non è stata appoggiata, discussa e votata, oppure è decaduta, perché

non è stata appoggiata, nessuna altra proposta può essere presa in considerazione.

Consultazione e discussione. È il vero e proprio «scontro delle opinioni» che produce la scintilla della verità. Ognuno esprime liberamente e francamente la propria opinione.

Si ricordi che «fino a quando l’argomento non sarà esaurientemente discusso, la via giusta non può rivelarsi». D’altra parte è anche utile ricordare che il Presidente può invitare gli amici a esprimersi in modo chiaro e conciso cosicché tutti abbiano il tempo e la possibilità di dare il loro contributo alla consultazione.

Dato che lo scontro delle opinioni produce la scintilla, più numerose sono le opinioni esposte, più luminosa apparirà la scintilla prodotta.

È compito del Presidente stimolare, con tatto e sagacia, tutti i membri a prendere parte attiva alla consultazione.

Per quanto ciò non sia vincolante, dato che non è presente negli Scritti, se durante la consultazione si crea un’atmosfera tesa, di conflitto tra le personalità dei diversi membri, il Presidente o un altro membro potrà suggerire una pausa ed eventualmente la lettura di preghiere allo scopo di normalizzare la situazione.

Decisione finale. Di solito, da una franca ed esauriente discussione scaturisce la soluzione a consenso unanime. Tuttavia, quando emergono due o più proposte di soluzione, il Presidente sollecita una votazione presentando una proposta alla volta. Se la maggioranza dei membri è d’accordo, la proposta è approvata, altrimenti è bocciata. Non è necessario che il Presidente chieda chi non è d’accordo, perciò la votazione avviene sempre in senso positivo. La proposta approvata a maggioranza di voti, diventa la decisione finale dell’Assemblea.

Trascrizione della delibera. Il Presidente ha cura che la decisione, da lui riassunta ed enunciata di nuovo, sia trascritta sul verbale come delibera numerata.

Sostenere le delibere. È un punto fondamentale dei principi bahá’í: ogni membro ha il diritto e il dovere di esprimere il proprio parere durante la consultazione. Ma una volta che la decisione sia stata presa, essa non deve essere soltanto accettata, ma deve essere sostenuta con tutte le forze. Vale a dire: non vi sono opposizioni o minoranze dopo che è stata presa la decisione, ma soltanto unità d’intenti e di azione nel portarla a compimento, nel modo e nei tempi desiderati dall’Assemblea.

Decidere come la delibera sarà realizzata. L’ultima fase del processo della consultazione consiste nel determinare le azioni pratiche che permettono di realizzare le decisioni: chi, come, quando e dove.

CONSULTAZIONI CON I CREDENTI

Durante la consultazione con un credente, l’Assemblea osserva i seguenti principi:

- L’imparzialità di ciascuno dei membri rispetto a tutti gli argomenti di discussione,

- la libertà di ogni bahá’í di esprimere le proprie opinioni, i propri sentimenti e le proprie raccomandazioni su ogni argomento che riguarda gli interessi della Causa,

- il carattere riservato della consultazione,

- l’Assemblea Spirituale non adotta nessuna risoluzione, o non prende nessuna decisione finale, sino a che la parte o le parti non si siano allontanate dalla sala della riunione,

- quando un membro dell’Assemblea si consulta con l’Assemblea per qualcosa che lo riguarda personalmente, è a sua discrezione rimanere o allontanarsi durante la fase finale della consultazione.

NOTE

A ogni credente che abbia un problema, per il quale debba prendere una decisione, sono aperte diverse possibilità. Se si tratta di una faccenda riguardante gli interessi della fede, egli deve consultarsi con l’Assemblea o con il comitato competente; ma gli amici hanno molti problemi puramente personali, che non sono tenuti a sottoporre alle istituzioni della Fede; anzi, quando le necessità del lavoro d’insegnamento sono impellenti, è meglio che essi non sovraccarichino le loro Assemblee con problemi personali, che possono anche risolvere direttamente.

Chi ha un problema, a volte, desidera prendere una decisione dopo aver pregato e averne soppesato mentalmente ogni aspetto; a volte preferisce chiedere consiglio ad amici o consulenti professionali, come medici o avvocati, in modo da poterne considerare, nel decidere, il parere; oppure, quando diverse persone siano coinvolte, come nel caso di situazioni familiari, può decidere di riunire tutti gli interessati, per giungere a una decisione collettiva. Non vi è nulla da obiettare se un bahá’í chiede a un gruppo di persone di consultarsi sul problema che lo assilla. (La Casa Universale di Giustizia, in Consultazione. Riunioni bahá’í. La Festa del diciannovesimo giorno, pagg. 32-33)

L’Assemblea Spirituale Locale, però, non è la sola istituzione o l’unico intermediario a cui gli amici possano rivolgersi per consultarsi su problemi personali. (La Casa Universale di Giustizia, in Consultazione. Riunioni bahá’í. La Festa del diciannovesimo giorno, pag. 33)

Sebbene la responsabilità di consigliare i credenti in merito a problemi personali spetti innanzi tutto alle Assemblee Spirituali Locali, tuttavia è possibile che talvolta, a giudizio dell’Assemblea Nazionale o Locale, il compito di dare consigli e pareri sia affidato a individui o comitati. L’Assemblea può fare come meglio crede. (La Casa Universale di Giustizia, in Consultazione. Riunioni bahá’í. La Festa del diciannovesimo giorno, pag. 31)

I VERBALI

I verbali rappresentano gli unici documenti permanenti e ufficiali dell’Assemblea Spirituale Locale e testimoniano la crescita e lo sviluppo della Comunità. Essendo, quindi, la memoria dell’Assemblea, i verbali sono di primaria importanza non solo per il presente, ma anche per il futuro. Verbali chiari, concisi e accurati riflettono fedelmente la realtà della comunità, il funzionamento e lo spirito dell’Assemblea.

La precisione dei verbali può essere ottenuta con l’osservare tre semplici procedure:

1. Il Presidente è responsabile di curare che tutte le mozioni e le delibere siano enunciate in modo chiaro e succinto. Se non lo si fa, il Segretario può chiedere che siano formulate di nuovo.

2. Il segretario redige il verbale in modo da facilitarne la lettura, mettendo in evidenza gli argomenti mediante l’uso di lettere maiuscole o di sottolineature. È importante che un breve, ma esauriente, riassunto spieghi il punto in discussione cosicché chiunque legga i verbali possa capire la decisione e il motivo per cui è stata presa. Nel caso in cui la decisione è di per se stessa chiara, è ovvio omettere ulteriori spiegazioni.

3. La verifica dell’esattezza dei verbali una è responsabilità di tutti i membri dell’Assemblea, i quali, nella seduta successiva, approvano il verbale della riunione precedente.

I verbali sono riservati e pertanto non sono letti alla Festa del diciannovesimo giorno. Tuttavia l’Assemblea decide quali argomenti di interesse generale della comunità sono da condividere con la comunità stessa e il modo in cui saranno presentati.

NOTE

Il verbale di ogni riunione è letto, e corretto se necessario, nella successiva seduta di Assemblea.

La decisione dell’Assemblea di approvare il verbale, e qualsiasi correzione o aggiunta da apportare, è trascritta con delibera numerata sul verbale della riunione durante la quale la decisione è presa.

CONTENUTO DEL VERBALE

1. Nome dell’Assemblea Spirituale Locale, luogo, orario di apertura e di chiusura.

2. Nome e cognome (per esteso) di tutti i membri dell’Assemblea, elencati in modo da indicare chi è presente e chi è assente.

3. Lettura e approvazione del verbale della riunione precedente con eventuali correzioni o aggiunte.

4. Rapporto del Tesoriere, del Segretario e dei Comitati locali.

5. Tutte le decisioni prese dall’Assemblea, incluse quelle relative alle raccomandazioni fatte alla Festa del diciannovesimo giorno.

6. Risultati di eventuali elezioni o cambiamenti nelle cariche.

7. Eventuali dichiarazioni, trasferimenti, ecc.

8. Eventuali matrimoni approvati e condotti dall’Assemblea Spirituale.

9. Eventuali divorzi riconosciuti dall’Assemblea Locale.

10. Data, tempo e luogo della riunione successiva, con delibera numerata se non è stato stabilito uno specifico calendario delle sedute dell’Assemblea valido per l’intero arco dell’anno bahá’í.

11. Breve rapporto sulle attività svolte tra una seduta e l’altra.

12. Breve cenno sugli argomenti su cui ci si è consultati anche se non sono state poi prese delibere in merito.

I nuovi Segretari spesso trovano difficile sapere che cosa includere nel verbale e che cosa tralasciare. I dettagli di lunghe discussioni non devono essere inclusi, s’includono solo le decisioni cui si è giunti. È però necessario enunciare brevemente l’argomento della discussione e i motivi della decisione.

È opportuno evitare accuratamente l’uso di diminutivi o abbreviazioni, quando sul verbale si scrivono i nomi delle persone che sono chiamate a ricoprire una carica, nominate membri di comitati o responsabili di qualche incarico, o quando sono coinvolte in qualche faccenda legale.

Non si cita il nome del promotore di una proposta né quello di chi la appoggia ed è inutile trascrivere proposte che non sono state approvate.

È saggio consultare le direttive date dall’Assemblea Spirituale Nazionale prima di iniziare a trattare argomenti come credenziali, matrimoni, divorzi, accettazioni di dimissioni, ecc., in modo che essi siano condotti correttamente e riportati esattamente nel verbale.

FAC-SIMILE DI VERBALE
ASSEMBLEA SPIRITUALE LOCALE DEI BAHÁ’Í DI …

Verbale n. … (1) della riunione (2) tenutasi il giorno … a (3), ore …

Presenti: (scrivere nomi e cognomi per esteso)
Assenti: (scrivere nomi e cognomi per esteso) (4)
Si inizia con la lettura di alcune preghiere.

Delibera n. … (5): Si approva il precedente verbale n. con le seguenti correzioni (6) –

(solo se ve ne sono, spiegazioni al n. 6)
CORRISPONDENZA

Si legge la lettera dell’Assemblea Spirituale Nazionale, scritta il . . . sull’opportunità di prendere contatti immediati con le autorità e i giornalisti locali per informarli degli ultimi avvenimenti riguardanti le persecuzioni in Iran.

Delibera n. … : Si redige un elenco delle persone con cui prendere contatto: … .

Si incaricano i seguenti amici: … . Entro cinque giorni, al massimo, i responsabili concluderanno il loro lavoro. Ogni persona riceverà il seguente materiale: … (libri, fascicoli informativi, ecc).

Si legge la lettera del Comitato nazionale proclamazione, scritta il … , che riporta la data della «Settimana intensiva» programmata a livello nazionale e offre suggerimenti su possibili iniziative locali e sul tipo di materiale di proclamazione disponibile.

Delibera n. … : Saranno organizzate:
- due tavole rotonde in data da stabilirsi;
- una mostra di libri.
Si nomina il seguente Comitato formato da … (7).

Compiti: studiare quanto sopra nei particolari, stabilire le date, proporre un piano di pubblicità e preventivo delle spese.

Membro convocatore: …

Parlarne alla prossima Festa del diciannovesimo giorno.

Arriva il membro … alle ore … (8).

Si inizia la consultazione sul problema dell’amico che da qualche tempo frequenta con minor assiduità le riunioni della comunità.

Delibera n. … : Il signor . . . sarà invitato dal Segretario alla prossima seduta dell’Assemblea e si cercherà, con tatto e amorevole comprensione, di capire le sue difficoltà, le motivazioni che determinano il suo atteggiamento e quindi di trovare il modo più opportuno per aiutarlo a riprendere il suo normale ritmo di frequenza e a partecipare alla vita della comunità.

Il membro … lascia la riunione alle ore … (9).

Il Segretario presenta le due proposte fatte durante la recente Festa del diciannovesimo giorno:

1. Dare in omaggio un set di libri in italiano alla biblioteca del Liceo.

2. Esporre ogni mese 100 manifesti in città, con frasi di Bahá’u’lláh.

Delibera n. … : La proposta n. 1 è approvata con le varianti che saranno dati solo Bahá’u’lláh e la Nuova Era e Le Parole Celate e non solo alla Biblioteca del Liceo, ma a tutte le Scuole Superiori. Il Segretario preparerà una lettera di accompagnamento e l’incaricato della biblioteca sarà responsabile di farli recapitare.

Delibera n. … : La proposta n. 2, per il momento, viene respinta per mancanza di Fondi. Il Segretario comunicherà alla prossima Festa del diciannovesimo giorno l’esito della consultazione sulle due proposte.

Delibera n. … : Si approva il Rapporto del Tesoriere (10).

Esistenza precedente … € …
Entrate (contributi) … € …
Uscite per … € …
Uscite per … € …
Uscite totali … € …
Nuova esistenza … € …

Delibera n. … : La prossima riunione si terrà il giorno … a … , alle ore …

La riunione termina alle ore con la lettura di alcune preghiere.

Il Segretario oppure Il Verbalista
(FIRMA)
SPIEGAZIONE DELLE NOTE

1. La numerazione progressiva comprende le riunioni straordinarie, incominciando dall’anno amministrativo e proseguendo fino al Ridvan successivo.

2. Mettere la dicitura «straordinaria» se la riunione lo è. I verbali delle riunioni straordinarie dell’Assemblea non seguono una numerazione a sé stante, ma fanno parte integrale di quella generale.

3. Dire dove ha luogo la riunione (al Centro bahá’í oppure a casa di …).

4. Accanto ai nomi dei membri assenti precisare la ragione dell’assenza (ammalato oppure in viaggio).

5. Le delibere sono sempre progressive sino alla fine dell’anno amministrativo, comprese quelle dei verbali delle riunioni straordinarie.

6. Dato che i verbali, compilati immediatamente dopo la seduta dell’Assemblea, sono inviati alle Istituzioni (Assemblea Spirituale Nazionale, membro del Consiglio ausiliario per la Protezione della Fede, membro del Consiglio ausiliario per la Propagazione della Fede) subito dopo la loro stesura, senza attendere l’approvazione dell’Assemblea Locale, quando l’Assemblea approva il verbale può essere necessario apportare correzioni o precisazioni che devono essere incluse nel verbale successivo. Ogni correzione è riferita alla rispettiva delibera.

7. Scrivere per esteso il nome e il cognome delle persone nominate, evitando i diminutivi o le abbreviazioni delle lettere iniziali.

8. Se uno dei membri dell’Assemblea è assente all’inizio della seduta, ma arriva in ritardo, è necessario annotare il suo nome e cognome e l’ora in cui è arrivato.

9. Come al punto (8), quando il membro si assenta dalla riunione o esce prima della chiusura.

10. Il Rapporto del Tesoriere può apparire all’inizio o alla fine dell’agenda.

N.B. Si suggerisce ai membri dell’Assemblea di comunicare, in anticipo al Segretario, la propria impossibilità di partecipare alla seduta. (4) Infatti, talvolta potrebbe mancare il quorum di cinque membri e, con questo atto di rispetto verso gli altri, si evita ai presenti un’inutile attesa.

PIANO ANNUALE

... l’adozione di un piano locale da parte dell’Assemblea Locale può esercitare un’influenza di gran portata sul lavoro e sulla vita della comunità. (La Casa Universale di Giustizia, Piano Settennale 1979 – 1986, pag. 38).

Lo scopo del piano è unificare e dirigere le energie della comunità per raggiungere mète di espansione e di consolidamento nella visione del processo di crescita in atto in tutto il mondo.

Durante il processo di pianificazione, in genere, si considerano quattro elementi fondamentali:

- Identificare i bisogni della comunità.

- Valutare le risorse della comunità: numero totale e membri componenti la comunità, denaro, mezzi di trasporto, opportunità offerte dall’ambiente esterno e così via. Fare bilanci finanziari è una parte molto importante del piano.

- Stabilire le mète in senso quantitativo e qualitativo e, se possibile, fissare una scadenza di tempo, tenendo conto dei piani nazionale e globale.

- Determinare la struttura organizzativa e le funzioni, cioè, nominare comitati e individui ai quali affidare specifiche funzioni.

- L’Assemblea è responsabile di accertarsi che ogni mèta sia raggiunta nel tempo stabilito e in modo conforme alle sue direttive.

«Tutti i piani devono avere un termine e mète specifiche, espresse preferibilmente e se possibile in cifre…».

«Gli esempi di mète locali sotto elencate sono espressi in forma di domande che le Assemblee potrebbero porsi. Le domande tendono all’adozione di una mèta specifica …».

A) Insegnamento.
1. Quanti nuovi credenti?
2. Quanti fire-side?

3. È possibile assumere l’impegno di svolgere attività di insegnamento estensivo al di fuori dell’area locale di giurisdizione?

B) Proclamazione.

4. Può l’Assemblea Locale utilizzare i mass media: radio, televisione e stampa? Ci si può porre una mèta per tali attività?

5. Si possono prevedere riunioni pubbliche? Se sì, quante?

6. Quali metodi possono adottarsi per divulgare la letteratura bahá’í (per esempio, distribuire i libri delle librerie locali ecc.)? È possibile formulare questa mèta in termini stimolanti?

7. Può la comunità locale partecipare alle attività sociali e umanitarie della società in cui fa parte? Si possono fare alcuni modesti passi in questo senso?

C) Consolidamento.

8. È possibile migliorare la partecipazione degli amici alla Festa del diciannovesimo giorno? E agli Anniversari?

9. È possibile organizzare riunioni regolari a beneficio degli amici locali? Se sì, quante volte e quando?

10. Sono possibili riunioni di preghiera la mattina presto? Se sì, dove e quando?

11. È possibile incoraggiare l’attività dei giovani? Se sì, in che modo?

12. Si possono tenere classi per i bambini? Se sì, è possibile formulare una mèta specifica?

13. È possibile mantenere attività per i giovani? Si può formulare una mèta?

14. È la comunità abbastanza forte da avere una Haziratu’l-Quds locale?

15. È possibile acquistare e mantenere una proprietà locale, usandola possibilmente come investimento per la comunità?

16. Come si possono incoraggiare le contribuzioni al Fondo locale? Si può stabilire una mèta.

17. Può la comunità locale ospitare una conferenza distrettuale di comunità e di località vicine?

18. Può l’Assemblea Locale pubblicare un Notiziario?

Quando le mète sono finalmente state scelte, è importante che vengano annunciate agli amici… Sarebbe molto utile se l’Assemblea Locale, prima di tale annuncio, nominasse i comitati locali, ai quali potrebbe assegnare un ramo dell’attività o una o più delle mète locali. (La Casa Universale di Giustizia, Piano Settennale” 1979 – 1986, pagg. 43 -47).

Con l’ingresso nella Quinta Epoca dell’Età Formativa, si rende necessario rivedere l’impostazione dei Piani, alla luce della meta prioritaria di «far avanzare il processo di entrata in truppe», indicata dalla Casa Universale di Giustizia nella sua lettera del 27 dicembre 2005.

Nel procedere in questa direzione, si deve tener conto della suddivisione del territorio nazionale in aree e della necessità di promuoverne la crescita rivolgendo un’attenzione concentrata e sostenuta ai due movimenti essenziali. Il primo è il costante flusso dei credenti attraverso la sequenza dei corsi offerti dagli istituti di formazione, al fine di sviluppare le risorse umane della Causa. Il secondo, che riceve impulso dal primo, è il movimento delle aree geografiche da uno stadio di crescita a quello successivo, attraverso la promozione delle attività fondamentali. L’Assemblea Spirituale Locale deve quindi operare in modo tale da «orientare la portata degli sforzi esercitati dalla generalità dei credenti [della propria comunità], verso l’esecuzione dei principali compiti del Piano» (La Casa Universale di Giustizia, 27 dicembre 2005), fornendo loro: guida, incoraggiamento e supporto, e aiutando la comunità a rimanere concentrata sul Piano.

CUSTODIA DEI DOCUMENTI

Nell’organizzazione dell’Assemblea occupa un posto importante e vitale la custodia di: verbali, corrispondenza, rapporti dei comitati, elenchi dei membri della comunità, statistiche, rapporti finanziari e ogni altro tipo di documenti, che permettono all’Assemblea di conservare informazioni esatte e la storia del suo operato, dello stato e delle attività della comunità. Generalmente i documenti dell’anno riguardanti l’Assemblea sono tenuti dal Segretario e quelli finanziari dal Tesoriere,.

NOTE

Chi cessa di essere membro di un’Assemblea restituisce tutto il materiale dell’Assemblea, come le copie dei verbali, la corrispondenza, gli archivi e così via, è restituito da quei membri che, di cui è in possesso.

Se una persona non lo restituisce spontaneamente, l’Assemblea fa in modo di recuperare il materiale o si accerta, come nel caso delle copie dei verbali, che lo abbia distrutto. Ogni membro dell’Assemblea può accedere agli archivi dell’Assemblea per uno scopo ben preciso.

I membri dell’Assemblea, pertanto, non devono prendere l’abitudine di consultare i documenti dell’Assemblea per soddisfare semplicemente la loro curiosità su fatti accaduti prima che essi ne fossero membri, o per riesumare, senza che sia necessario, faccende personali che sono state già risolte.

ARCHIVIO

La documentazione dell’Assemblea deve essere sistemata in modo da essere facilmente reperibile, cioè secondo un ordine di classificazione.

Il materiale che si accumula nel corso dell’anno può essere raggruppato in tante cartelline quante sono le voci in cui l’Assemblea desidera suddividerlo.

Le cartelline sono conservate in un raccoglitore con l’etichetta dell’anno.

Qui di seguito sono riportati esempi di voci sotto cui può essere classificato il materiale annuale, disposto nell’ordine desiderato dall’Assemblea.

La «corrispondenza» deve prevedere una netta separazione fra le «lettere ricevute» e le «lettere spedite», che devono essere conservate nella stessa cartellina, separatamente in due diversi inserti.£

- Verbali dell’Assemblea.
- Assemblea Spirituale Nazionale: corrispondenza.

- Membri del Consiglio ausiliario: corrispondenza.

- Comitati nazionali: corrispondenza.
- Comitati locali: corrispondenza.
- Individui: corrispondenza.

- Istruzioni e direttive dell’Assemblea Spirituale Nazionale riguardanti le procedure amministrative e ogni altro materiale reperibile sull’argomento (inviato da Comitati nazionali o pubblicato in notiziari nazionali).

- Voci in riferimento ad altre attività intraprese dall’Assemblea durante l’anno.

- Rapporti della Riunione annuale.

- A parte, in appositi raccoglitori o altro, riviste bahá’í, notiziari, ecc. All’inizio l’Assemblea Locale può adottare un semplice sistema di archivio, tipo quello sopra descritto.

Con il passare degli anni, e quindi con l’accumularsi del materiale, può essere adottato un sistema di archivio più complesso qual è quello di raggruppare in inserti, disposti in ordine alfabetico, i documenti esistenti classificati secondo il loro contenuto.

NOTE

E’ opportuno che una copia dei documenti riguardanti istruzioni specifiche su come comportarsi in determinate situazioni, vengano messi in una archiviazione separata, in ordine alfabetico per argomento e non in ordine cronologico di ricezione, in modo che all’occorrenza possano essere immediatamente rintracciabili.

D’importanza vitale è il fatto che ogni Assemblea Spirituale Locale abbia cura della sua documentazione, la quale viene custodita da una persona che è membro di Assemblea in luoghi protetti da elementi che potrebbero danneggiarla.

MATERIALE NECESSARIO

L’Assemblea Spirituale Locale ha bisogno di lavorare su basi pratiche, perciò fornisce al Segretario, ai comitati locali e alle persone incaricate il materiale necessario a svolgere i loro compiti.

Un’Assemblea ben organizzata è costantemente provvista di:

- macchina per scrivere,
- articoli di cancelleria,

- materiale per la corrispondenza (buste, fogli, moduli vari disponibili negli uffici postali, francobolli, ecc.),

- fogli intestati dell’Assemblea Spirituale Locale,

- materiale per mantenere un adeguato archivio,
- schede di dichiarazione,
- moduli e certificati di matrimonio,
- registri delle nascite, matrimoni, decessi.
- Materiale necessario:

- alla Proclamazione (autorità civili ed ecclesiastiche, uomini di cultura, …)

- a celebrare particolari giorni (unità della razza, diritti dell’uomo, ecc.),

- ad attività di proclamazione mediante mass media (cassette registrate, dischi, opuscoli informativi, video-tape, ecc.),

- ad attività varie di proclamazione (“set” di libri bahá’í in lingua italiana e qualche libro in lingua straniera, riviste bahá’í, articoli pubblicati in riferimento alla Fede Bahá’í, manifesti murali, ecc.).

In genere il materiale sopra elencato viene acquistato dall’Assemblea Locale, ad eccezione di quello specifico riguardante documenti e moduli che l’Assemblea Nazionale invia o annualmente (verbale di elezione) o a richiesta dell’Assemblea Locale (moduli e certificati di matrimonio); altro materiale è disponibile presso le Case editrici o presso i vari Comitati nazionali.

FUNZIONI E PROCEDURE FONDAMENTALI

Le funzioni e le procedure fondamentali dell’Assemblea Spirituale Locale rientrano nelle seguenti categorie: legislativa, giudiziaria, protettiva, unificatrice, esecutiva.

FUNZIONI LEGISLATIVE

“... Incombe loro l’obbligo di consultarsi a vicenda e di tenere in considerazione gli interessi dei servi di Dio, per amor Suo, come farebbero per i propri, e di scegliere ci che sia adatto e conveniente..”.

- Bahá’u’lláh (citato in “Il Patto e l’Amministrazione Bahá’í”, pagg. 100-101).

“1. I poteri e i doveri generali di una Assemblea Spirituale Locale sono quelli stabiliti negli Scritti di Bahá’u’lláh, ‘Abdu’l-Bahá e Shoghi Effendi ed enunciati dalla Casa Universale di Giustizia.

2. Una Assemblea Spirituale Locale avrà piena giurisdizione su tutte le attività e gli affari Bahá’í nei limiti della propria località, in ottemperanza ai provvedimenti delle Costituzioni dei corpi amministrativi Locali Bahá’í”.

- La Casa Universale di Giustizia (da “La Costituzione della Casa Universale di Giustizia”, pag. 10).

Bahá’u’lláh ha investito l’Assemblea Spirituale Locale dell’autorità di dare disposizioni su tutti gli affari esclusivamente locali. Nell’adempimento di questa funzione, l’Assemblea Locale dà norme, programma e determina la sua linea di condotta, naturalmente sempre in conformità alla legislazione stabilita dall’Assemblea Spirituale Nazionale o dalla Casa Universale di Giustizia.

Le principali funzioni legislative dell’Assemblea Spirituale Locale

consistono in:
1. formulare programmi e progetti;

2. determinare la linea di condotta da cui è guidata la comunità nelle sue varie attività;

3. stabilire istituzioni amministrative, educative e sociali (per es.: Fondo locale, comitato insegnamento, biblioteca);

4. garantire l’osservanza dei sacri obblighi comunitari (per es.: Festa del diciannovesimo giorno, Giorni Sacri, elezioni, riunioni dell’Assemblea Locale).

Per prendere sagge e mature decisioni, l’Assemblea Locale deve necessariamente avere piena conoscenza dei fatti e dei princìpi bahá’í ad essi pertinenti, e pertanto le sue azioni legislative derivano:

- dall’articolo dello Statuto dell’Assemblea Spirituale Nazionale;

- dai piani nazionale e globale;

- dalle raccomandazioni e suggerimenti dei Membri del Consiglio Ausiliario;

- dall’ispirazione e dalle iniziative dell’Assemblea stessa secondo le opportunità che si presentano nella sua località, riguardo all’espansione e al consolidamento della Fede.

In questo stadio dello sviluppo Bahá’í, l’Assemblea si occupa principalmente di tre attività concernenti le sue azioni legislative.

Esse sono: Programma di sviluppo - Affari della comunità - Linea di condotta da seguire.

Il programma di sviluppo comprende:
1. Espansione: insegnamento e proclamazione.

2. Consolidamento: approfondimento, vita familiare, giovani, bambini, Fondo, educazione della comunità.

Gli affari comunitari riguardano:
1. La Festa del diciannovesimo giorno.
2. I Giorni Sacri.
3. Le elezioni.
4. Le riunioni dell’Assemblea Spirituale Locale.

La linea di condotta o le norme da seguire rispetto:

1. all’esecuzione dei programmi, piani, progetti;

2. a particolari situazioni che possono verificarsi nella comunità locale.

Le azioni dell’Assemblea Spirituale Locale che riguardano le voci sopra citate, sono guidate dagli Scritti della Fede Bahá’í, dalle lettere della Casa Universale di Giustizia e dalle disposizioni dell’Assemblea Spirituale Nazionale.

DICHIARAZIONE E ACCETTAZIONE DI NUOVI CREDENTI

“L’Assemblea Spirituale ... sarà incaricata del riconoscimento di tutti gli aspiranti a membri della comunità locale Bahá’í ...“.

“... i principali fattori che debbono essere presi in considerazione prima di decidere che una persona può essere considerata un vero credente o no, sono stati dati dal Custode come segue:

“Pieno riconoscimento del rango del Báb (il Precursore), di Bahá’u’lláh (l’Autore), di ‘Abdu’l-Bahá (il vero Esempio della Causa Bahá’í); accettare senza riserve e sottomissione a tutto ciò che è stato rivelato dalla Loro Penna;

leale e salda aderenza a ogni clausola della Sacra ultima Volontà di ‘Abdu’l-Bahá;

e stretta associazione con lo spirito e con la forma dell’Amministrazione Bahá’í in tutto il inondo”.

(citato in “Patto e l’Amministrazione Bahá’í”, pag. 118).

In una lettera della Casa Universale di Giustizia, a tutte le Assemblee Spirituali Nazionali, riguardo all’insegnamento alle masse si legge:

“L’intenzione primaria deve sempre essere la risposta dell’uomo al Messaggio di Dio e il riconoscimento del Suo Messaggero. Coloro che si dichiarano Bahá’í devono essere incantati dalla bellezza degli Insegnamenti e toccati dall’amore di Bahá’u’lláh: non occorre che conoscano tutte le prove, la storia, le leggi e i principi della Fede; ma, in previsione della dichiarazione, oltre a cogliere la scintilla della Fede, devono essere informati degli aspetti fondamentali delle Figure Centrali della Fede, nonché dell’esistenza di leggi da seguire e di un ‘amministrazione cui obbedire”.

- dal Messaggio del 13 luglio 1964 della Casa Universale di Giustizia a tutte le Assemblee Spirituali Nazionali (Wellspring of Guidance, pp. 31-36; citato nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Insegnamento alle masse e nei territori del Mar Mediterraneo”, pag. 36. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1985).

Un’Assemblea Spirituale Locale può anche accettare dichiarazioni di persone che non vivono sotto la giurisdizione di nessuna Assemblea Spirituale Locale e di persone che vivono nell’area di giurisdizione di un’altra Assemblea Locale.

Nel secondo caso, informare l’Assemblea Locale nella cui area di giurisdizione vive il dichiarato, è anche atto di cortesia.

La dichiarazione è un atto di fede da parte dell’individuo, *deve essere fatta di fronte a un’Assemblea, e può essere fatta o verbalmente o attraverso la firma di una scheda di dichiarazione. Con essa egli fa tre cose:

1. denota il suo credo nella Manifestazione di Dio e la sua buona volontà di seguire i Suoi comandamenti e di obbedire alle Sue istituzioni;

2. chiede di essere membro della comunità Bahá’í;

3. esprime la sua disponibilità a ricevere informazioni fondamentali sulla Fede che lo preparano ad essere membro Bahá’í.

PROCEDURA DI ACCETTAZIONE

L’entrata formale nella comunità Bahá’í è effettiva quando:

a) l’appropriato corpo amministrativo si accerta che il dichiarante è pronto a entrare nella Fede, e ne manda comunicazione alla Segreteria dell’Assemblea Spirituale Nazionale.

b) L’Assemblea Spirituale Nazionale convalida l’accettazione e registra il nome del dichiarante.

È importante che l’incontro tra il dichiarante e l’Assemblea Spirituale, o i suoi delegati, avvenga in un’atmosfera di preghiera e di amore.

Infatti, l’incontro ha lo scopo di determinare se il dichiarante è pronto a far parte della comunità Bahá’í, perciò l’Assemblea deve essere convinta che egli ha accettato Bahá’u’lláh e la Sua Rivelazione, è fondamentalmente informato delle Figure Centrali della Fede e sa che le leggi Bahá’í e le istituzioni debbono essere obbedite.

Non è necessario usare una forma rigida e inquisitoria durante l’incontro, ma una forma discorsiva, piacevole e concreta che metta a proprio agio il dichiarante e dia la possibilità all’Assemblea di valutare con discrezione se egli è pronto a far parte della comunità Bahá’í. Un’Assemblea Locale può nominare un comitato responsabile di verificare le dichiarazioni nello spirito e nella forma sopra descritti. Tuttavia, ciò non la esclude dal prendere contatto con i neo dichiarati che può incontrare in speciali riunioni organizzative per l’occasione.

I doveri dell’Assemblea verso i neo-credenti non finiscono qui. L’iniziale entusiasmo deve essere rafforzato mediante: l’acquisizione della conoscenza della Fede, l’insegnamento, l’osservanza delle leggi Bahá’í e la partecipazione alla vita comunitaria.

Oltre a tenere le classi di studio per neo-dichiarati, l’Assemblea li incoraggia a iniziare l’insegnamento e avere fire-side; li invita e fa ricordare loro le Feste, le convenzioni e altri eventi bahá’í; li inizia al lavoro dei comitati; e dà loro ogni opportunità per imparare tutti gli aspetti della Fede in una atmosfera di amore, unità e amicizia.

PROBLEMI CONCERNENTI LE DICHIARAZIONI

Nei casi in cui l’Assemblea è informata che un dichiarante ha seri problemi - per esempio: alcoolismo, dipendenza da sostanze stupefacenti, gioco d’azzardo, attività politica, disturbi psichici, convivenza fuori del matrimonio, convivenza o l’espressione di atti omosessuali - ne discute apertamente e amorevolmente con la persona interessata indicandole in modo chiaro la legge o il principio Bahá’í che deve essere seguito.

Se il dichiarante dimostra comprensione e buona volontà di adeguarsi gli “standard” bahá’í, l’Assemblea può accettarlo dandogli un ragionevole periodo di tempo e offrendogli consigli che gli permettano di superare il problema.

Se dopo un ragionevole periodo di tempo, egli non fa nulla per regolare la sua situazione e il suo comportamento danneggia in modo evidente la comunità, l’Assemblea agisce nei suoi riguardi seguendo la normale via amministrativa.

Nel caso in cui un dichiarante, nonostante amorevoli e pazienti tentativi, non si senta di accettare le leggi Bahá’í, anzi ne sia irritato, l’Assemblea non accetta la dichiarazione se determina che l’attitudine della persona verso le leggi annulla il suo credo in Bahá’u’lláh.

Il punto fondamentale è questo: l’Assemblea dovrebbe dimostrarsi sempre aperta, amorevole, comprensiva e pronta a dare assistenza, ma deve essere ferma nei principi.

Nel caso di carcerati, è da tenere presente che un’Assemblea Spirituale Locale non può essere formata in carcere.

Per altre informazioni, vedere “Lights of Guidance”, n.ri 22, 128, 141, 196, 470.

“... Solo raramente nel caso una persona sia effettivamente squilibrata, e questo sia comprovato, le dovrebbe essere negato il diritto di far parte della comunità bahá’í In tali questioni si deve essere molto accorti e contenuti”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi (citata in “Guidelines for Local Spiritual Assemblies”, pag. 73).

In questi casi è comunque sempre opportuna una consultazione preventiva con l’Assemblea Spirituale Nazionale.

Leggi vincolanti per uomini e donne dal momento in cui essi raggiungono i quindici anni di età: Preghiera obbligatoria; digiuno; recitazione 95 volte del versetto “Allàh’u’Abhà , pagamento dell’Huqúqu’llàh, il consenso dei genitori al matrimonio, cerimonia bahá’í, monogamia; astensione da bevande inebrianti e da sostanze stupefacenti; astensione da attività politiche.

ATTIVITÀ INTERCOMUNITARIE

Le attività intercomunitarie sono incoraggiate dovunque è utile uno sforzo congiunto per conseguire mète riguardanti la proclamazione, l’espansione e il consolidamento.

L’Assemblea Spirituale Nazionale, i Consigli Baha’í e il Comitato Nazionale o Regionale Insegnamento sono sempre tenuti informati dei progetti intercomunitari.

La partecipazione a questo tipo di attività è volontaria, per quanto, naturalmente, tutti i bahá’í delle comunità interessate accoglieranno tali attività con entusiasmo e daranno loro la massima considerazione.

Le attività intercomunitarie possono aver l’avvio per iniziativa di Assemblee Locali o Gruppi o credenti isolati, ma è sempre un corpo amministrativo che se ne assume la responsabilità, perciò i gruppi e i centri isolati richiedono lo “sponsor” o a un’Assemblea Locale o al Comitato Nazionale o Regionale d’Insegnamento.

L’Assemblea “sponsor” nomina un apposito comitato formato solo da membri della sua comunità, il quale poi si avvalerà della collaborazione esterna dei membri di tutte le altre comunità, gruppi e centri interessati al progetto.

In alternativa può essere richiesto all’Assemblea Spirituale Nazionale di nominare un apposito comitato zonale nel quale inserire membri delle varie comunità interessate al progetto.

Le Assemblee Spirituali Locali, i Gruppi e i Centri Isolati si mettono d’accordo su qualsiasi contribuzione necessaria per finanziare le attività, e i Fondi sono tenuti e spesi dal Tesoriere del corpo “sponsor”. I conti, liberamente discussi tra i partecipanti, sono fatti conoscere a tutti gli interessati, ma non è ammesso fissare specifici contributi a individui, gruppi o Assemblee Locali, in quanto tutte le contribuzioni sono volontarie.

NOTE

Le attività intercomunitarie si basano sul mutuo accordo, ma è meglio abbandonarle piuttosto che farle diventare fonti di disunità, nell’eventualità che i partecipanti non riescano a lavorare in armonia.

Le attività intercomunitarie intraprese da un’Assemblea Spirituale Locale sono sponsorizzate dall’Assemblea stessa che ha la completa autorità e responsabilità dei piani, con il mutuo accordo delle comunità partecipanti, dei gruppi e dei centri isolati.

Nella nuova realtà della suddivisione per Aree, durante la partecipazione agli incontri di riflessione di Area, gli amici possono proporre campagne di insegnamento o attività specifiche che coinvolgano tutti gli amici dell’area che desiderano partecipare al progetto.

Quando un’area diventa Area “A”, viene formato un Comitato Insegnamento di Area, nominato dal Consiglio Baha’í, il quale, in collaborazione con i Membri del Consiglio Ausiliario e del Coordinatore d’Istituto dell’Area, promuove campagne di insegnamento intensivo, suddivise in fasi successive di espansione e di consolidamento, organizzando l’incontro di riflessione in modo tale da coinvolgere gli amici, suddivisi in gruppi di insegnamento, nella formulazione all’inizio di ogni ciclo, delle mete da raggiungere e aiutando gli amici a fare una valutazione delle attività svolte durante il ciclo precedente e dei risultati raggiunti.

FUNZIONI GIUDIZIARIE
Shoghi Effendi ha scritto che La Più Grande Pace

“deve necessariamente sorgere come diretta conseguenza dell’applicazione delle leggi della Dispensazione Bahá’í.”

(da “Citadel of Faith”, pag. 36).

Senza le Sue leggi, non vi è alcuna speranza di stabilire l’ordine e la pace.

Le due funzioni fondamentali dell’Assemblea Spirituale Locale sono l’amministrazione della giustizia e la preservazione dell’unità nella comunità.

La funzione giuridica e quella unificatrice sono interdipendenti. Tutti gli affari della comunità sono sotto la giurisdizione dell’Assemblea Spirituale Locale, quindi tutto quello che riguarda la giustizia è sotto la sua autorità.

Infatti, l’Assemblea Locale ha l’obbligo di applicare e di far rispettare la legge Bahá’í in materia di “status” personale, nel riconciliare dispute, nel salvaguardare i diritti degli individui e nel preservare l’integrità delle istituzioni Bahá’í.

La Casa Universale di Giustizia decide quando particolari leggi diventano vincolanti per i credenti.

Nell’espletamento delle sue funzioni giuridiche, l’Assemblea Spirituale:

- investiga, cioè raccoglie tutti i fatti (che cosa, chi? quando? dove, perchè?);

- delibera, cioè si accorda circa la rilevanza e la sufficienza dei fatti che esamina alla luce dei pertinenti princìpi e leggi bahá’í e li discute in conformità ai princìpi Bahá’í della consultazione;

- emette un giudizio, cioè arriva a un giudizio e decide cosa fare in termini di consigli, avvertimenti, sanzioni o restrizioni;

- promulga e applica le decisioni giudiziarie, cioè fa conoscere la decisione all’individuo o individui e si assicura che la decisione o norma dell’Assemblea sia osservata;

- trascrive le decisioni giudiziarie sui verbali e compila rapporti con dettagliati antefatti che tiene in uno speciale archivio per eventuali futuri riferimenti;

- spedisce gli appelli all’Assemblea Spirituale Nazionale in conformità alla normale procedura.

In questo modo l’Assemblea è in grado di prendere decisioni imparziali circa la correttezza o l’erroneità di un’azione e, determinando se le leggi e i princìpi della Fede siano stati violati, di prendere adeguati provvedimenti quali remunerazione, punizione o altro.

COME TRATTARE LE VIOLAZIONI DELLE LEGGI BAHÁ’Í

Spesso le trasgressioni delle Leggi Bahá’í sono dovute a ignoranza, perciò il primo dovere delle Assemblee Spirituali, quali difensori di queste leggi, è quello di accertarsi che i credenti siano propriamente e costantemente informati a loro riguardo. Vi sono, naturalmente, casi in cui i credenti trasgrediscono consapevolmente le leggi tanto che l’infrazione diventa flagrante e danneggia la comunità.

L’Assemblea è responsabile di informare tali persone che stanno trasgredendo le leggi bahá’í; di esortarle ad attenervisi; di avvisarle delle conseguenze di disobbedienza continuata; e di riportare all’Assemblea Spirituale Nazionale il caso se la trasgressione continua.

L’Assemblea Spirituale Nazionale può, in seguito alla raccomandazione della Assemblea Spirituale Locale o dopo una sua propria indagine, rimuovere i diritti amministrativi, tutti o anche solo parte di essi, di colui che trasgredisce le Leggi Bahá’í.

Mentre l’Assemblea è amorevole e paziente nell’aiutare ogni credente a capire la necessità delle leggi di Bahá’u’lláh, nondimeno deve far capire che le leggi della Fede debbono essere obbedite.

Si riportano alcuni brani di una lettera della Casa Universale di Giustizia, scritta a un’Assemblea Spirituale Nazionale.

L’Assemblea Spirituale Locale, “il cuore e il centro nervoso della comunità”, in casi di trasgressione delle leggi bahá’í, diventa “robusta colonna per i credenti, e fonte di conoscenza e di guida”.

Se l’Assemblea Spirituale Locale viene a sapere che uno dei credenti “sta flagrantemente disobbedendo agli insegnamenti della Fede, siano spirituali, etici, morali o amministrativi” non può ignorare il fatto e permettere che simili situazioni “diventino fonte di maldicenza tra gli amici o si deteriorino fino alla perdita della dignità degli Insegnamenti agli occhi dei Bahá’í e non Bahá’í, o fino a un’eventuale inattività dei credenti”.

“Le Assemblee, con l’incoraggiamento e la costante guida della vostra Assemblea Nazionale, devono, alfine di proteggere gli interessi della Fede, incominciare ad agire per risolvere il problema trattandolo con amore, saggezza e fermezza”.

(citato in “Guidelines for Local Spiritual Assemblies”, pagg. 77-78).

Questi sono esempi di infrazioni di leggi bahá’í soggette a sanzione amministrativa: immoralità, pratica dell’omosessualità, assunzione di sostanze inebrianti e stupefacenti, inosservanza alle leggi del matrimonio bahá’í e del divorzio, attività politica, disobbedienza alle leggi civili, disobbedienza all’Assemblea Spirituale Locale.

I DIRITTI DELL’INDIVIDUO

Ogni individuo Bahá’í gode di privilegi, diritti e prerogative, quali: presenziare alla Festa del diciannovesimo giorno, votare ed essere votati nelle elezioni Bahá’í, partecipare alle attività riservate a membri dichiarati, contribuire al Fondo, ricevere pubblicazioni riservate a solo Bahá’í avere il matrimonio bahá’í (essere sposato nella Fede), avere il divorzio bahá’í, avere il funerale bahá’í, godere delle benedizioni della Legge Bahá’í. Uno dei doveri dell’Assemblea è salvaguardare questi diritti.

LO “STATUS” DEI BAMBINI

Fino a quindici anni, i figli sono sotto la direzione dei genitori e sono considerati bahá’í i bambini i cui genitori sono entrambi Bahá’í Essi, se lo desiderano, possono frequentare le riunioni e gli amici bahá’í possono osservare i Giorni Sacri chiedendo di essere esentati dalle lezioni di scuola in quei giorni.

Anche i figli di non bahá’í che desiderano essere bahá’í, possono frequentare le riunioni bahá’í. Questi casi saranno di volta in volta valutati con saggezza dall’Assemblea Spirituale.

L’Assemblea Locale tiene un registro dei bambini della comunità. Quando uno solo dei genitori è Bahá’í, il figlio può essere registrato solo se anche il coniuge non Bahá’í è d’accordo. Se entrambi i genitori sono Bahá’í e non vi sono motivi per ritenere che il ragazzo non si ritenga Bahá’í, al compimento dei quattordici anni l’Assemblea Spirituale Nazionale invierà all’Assemblea Spirituale Locale una lettera nella quale le verrà richiesto di intensificare i rapporti con questo bambino per prepararlo al momento in cui, con il compimento del quindicesimo annodi età dovrà assumersi le sue responsabilità spirituali. Al compimento del quindicesimo anno di età l’Assemblea Spirituale Nazionale invierà al bambino una lettera ufficiale di benvenuto, nella quale gli verrà spiegato il significato del conseguimento della maturità spirituale che comporta la necessità, da parte sua, di obbedire alle Leggi, come quella del digiuno e della preghiera obbligatoria.

RILASCIARE E CONTROLLARE LE CREDENZIALI

L’Assemblea Spirituale Locale tiene un elenco aggiornato dei membri della sua comunità con nomi e cognomi, indirizzo e numero telefonico, inoltre ogni membro ha le credenziali, rilasciate dall’Assemblea Spirituale Nazionale, che sono rinnovate annualmente.

Le Assemblee Locali sono responsabili di controllare sempre le credenziali dei visitatori della loro comunità per assicurarsi che siano membri della Fede Bahá’í e avere quindi il diritto di partecipare ad eventi riservati ai Bahá’í.

Da parte loro, i credenti sono responsabili di avere le credenziali valide - (non scadute) - e di presentarle quando visitano altre comunità per conto proprio o quando prendono parte a eventi Bahá’í a livello nazionale.

Il credente che recandosi all’estero desidera visitare altre comunità Bahá’í, deve preventivamente richiedere le credenziali internazionali all’Assemblea Spirituale Nazionale.

DETERMINARE LO “STATUS DI APPARTENENZA ALLA COMUNITÀ BAHÁ’Í”

Le Assemblee Spirituali e i Consigli Baha’í, due volte nel corso dell’anno, sono invitate a revisionare l’elenco dei membri della comunità in vista delle elezioni Bahá’í: un elenco prima della Convenzione di Area e l’altro elenco prima del Ridvan (21 Aprile).

Nell’elenco appaiono i nomi di tutti i membri della comunità che godono di tutti i diritti amministrativi, compresi quei credenti che, sebbene non partecipino alla vita e alle attività della comunità, quando interpellati in un colloquio dichiarano di credere in Bahá’u’lláh. In questi casi, cioè di credenti “inattivi”, l’Assemblea Locale può cercare la guida dell’Assemblea Nazionale informandola del risultato del colloquio avuto. L’Assemblea Nazionale, a sua volta, potrebbe ritenere opportuno scrivere direttamente ai singoli credenti.

Quando l’indirizzo di un credente è sconosciuto, l’Assemblea Locale informa l’Assemblea Nazionale che collocherà il nome della persona in un elenco apposito, fino a quando l’individuo ricomparirà.

RITIRO DALLA FEDE

Una persona che crede in Bahá’u’lláh non può legittimamente ritirarsi dalla Fede, né l’Assemblea Spirituale toglierlo dall’elenco dei credenti.

Anche dimostrato e continuo disinteresse per la Fede può essere motivo di ritiro. Ma un credente che dichiara di credere in Bahá’u’lláh ma di non volere o di non potere partecipare non può essere tolto.

Quando l’Assemblea Locale viene a sapere che un Bahá’í desidera ritirarsi dalla Fede, immediatamente cercherà di comunicare con lui, o tramite un suo rappresentante o inviandogli una lettera, per conoscere le sue motivazioni.

Infatti, è importante che l’Assemblea determini con certezza se l’individuo crede ancora in Bahá’u’lláh.

Talvolta il ritiro è il risultato di malintesi da parte della persona riguardo ai suoi obblighi come Bahá’í o riguardo a qualche aspetto degli Insegnamenti. In questi casi è necessario fare ogni sforzo per chiarire i malintesi.

Laddove possibile, è opportuno che il ritiro dalla Fede sia dato per iscritto e firmato dalla persona.

Dopo che l’Assemblea ha seguito nel modo sopra descritto un caso di ritiro dalla Fede, ne informa l’Assemblea Nazionale spiegando le motivazioni delle dimissioni e facendo delle raccomandazioni.

Solo quando il ritiro dalla Fede è stato accettato dall’Assemblea Nazionale, il nome dell’individuo viene tolto dall’elenco dei membri della comunità locale, l’Assemblea Locale ritira le credenziali dell’interessato e può annunciare ufficialmente il fatto alla comunità.

Una persona che si ritira dalla Fede può continuare a stare insieme con gli amici e questi dovrebbero mostrare calda e amorevole amicizia nei rapporti con lui che potrebbe, in ultima analisi, desiderare di rientrare nella Fede.

Il rientro nella Fede non è automatico, su sua richiesta scritta il caso verrà sottoposto dall’Assemblea Spirituale Locale con gli opportuni commenti all’Assemblea Spirituale Nazionale.

PRIVAZIONE DEI DIRITTI DI VOTO

“Il migliore criterio per mezzo del quale è possibile misurare la spiritualità di un’Assemblea, è la misura in cui i suoi membri si sentono responsabili del benessere del gruppo. E se per caso si sentono forzati a privare una persona del diritto di voto, lo fanno solo per salvaguardare gli altri e non solo per infliggere una punizione …”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi (citato in “Guidelines for Local Spiritual Assemblies”, pag. 86).

Trasgredire le leggi Bahá’í comporta una sanzione amministrativa e, attualmente, solo l’Assemblea Spirituale Nazionale è autorizzata a rimuovere i diritti amministrativi.

La privazione può essere anche solo parziale, cioè di alcuni diritti. Quando una Assemblea Locale ritiene necessario richiedere una sanzione amministrativa, perché le azioni di un individuo compromettono il benessere della comunità e l’integrità della Fede, intraprende le seguenti azioni:

- raccomanda all’Assemblea Nazionale che siano rimossi i diritti amministrativi della persona;

- presenta un preve esauriente rapporto con i fatti più salienti del caso;

- indica che la persona era a conoscenza della legge quando l’ha infranta o, secondo la natura del caso, indica se prima del fatto la persona ha ricevuto esaurienti avvertimenti e ammonimenti.

La privazione del diritto di voto è una sanzione temporanea che non comporta l’isolamento. Gli amici quindi non devono interrompere i rapporti di amicizia bensì cercare, se possibile, di aiutare il credente a risolvere i suoi problemi con la Fede.

L’Assemblea deve essere sempre pronta ad aiutare quella persona che sinceramente le chiede consigli ed altre forme di assistenza, per correggere le cause che l’hanno portata alla perdita dei diritti di voto. L’Assemblea Spirituale Locale annuncia ufficialmente alla comunità che una persona è stata privata dei diritti di voto e chiede all’interessato di restituire le credenziali, solo dopo aver ricevuto la comunicazione dall’Assemblea Spirituale Nazionale.

CASI CHE RICHIEDONO L’INTERVENTO DA PARTE DELL’ASSEMBLEA SPIRITUALE LOCALE

Proteggere la comunità e salvaguardare il buon nome della Fede rientrano nelle funzioni delle Assemblee Spirituali Locali che

“dovrebbero agire con la maggiore vigilanza e il più grande senso di responsabilità della comunità, in ogni situazione che possa danneggiare il prestigio della Fede agli occhi del pubblico”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi a un credente, 13 Mirza 1944 (citata nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Istruzioni ai credenti Bahá’í”, pagg. 37-38. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1974).

L’Assemblea Locale può trovarsi di fronte a un’ampia varietà di problemi, questioni e situazioni che richiedono il suo intervento.

A questo proposito è opportuno rilevare che lo scopo dell’Assemblea Spirituale, nell’intraprendere un’azione quando la legge Bahá’í viene violata, è primariamente quello di proteggere la comunità e preservarne l’unità, secondariamente di riabilitare o assistere la persona che ha infranto la legge.

Nella Fede Bahá’í la comunità viene prima, perché senza la sua preservazione svanirà la sicurezza di ogni individuo e nessuno avrà i propri diritti protetti: se la comunità è distrutta, tutti gli individui saranno sacrificati.

Alcune leggi Bahá’í, quali la preghiera e il digiuno, riguardano il rapporto fra l’individuo e Dio.

Attualmente le trasgressioni che comportano la sanzione amministrativa sono: la violazione delle leggi del matrimonio e del divorzio, la violazione delle leggi civili, l’infrazione alle leggi della moralità sessuale, il giuoco d’azzardo, l’attività politica, l’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti, la disobbedienza all’Assemblea Spirituale Locale.

Nella comunità possono verificarsi delle situazioni che mettono a repentaglio l’armonia e l’unità della comunità o casi che coinvolgono il prestigio della Fede, oltre a quelli sopra menzionati, quali: dispute, disunità nella comunità, violazione della legge civile o altri casi che l’Assemblea Locale le può segnalare all’Assemblea Nazionale.

DISPUTE

“... In caso di divergenza fra due Bahá’í uno di essi, sia che l’altro lo desideri o no, può presentare l’argomento all’Assemblea perché si consulti su di esso. In materia che tocca da vicino la Causa, l’Assemblea dovrebbe, se lo ritiene necessario, intervenire, anche se ambedue le parti non lo vogliono, perché l’intero scopo delle Assemblee è di proteggere la Fede, le Comunità e così pure i singoli Bahá’í”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi (pubblicata in “Principles of Bahá’í Administration” e citata nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Istruzioni ai credenti Bahá’í”, pag. 37. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1974).

La prassi normalmente seguita quando un’Assemblea deve occuparsi di una disputa è la seguente:

Si forma una commissione composta da tre persone, ognuna delle due parti in causa nomina per iscritto una persona di sua fiducia che lo rappresenti e al quale fornisce tutta la sua documentazione in suo possesso e l’Assemblea nomina una terza persona in sua rappresentanza, la quale funge da presidente della commissione. La commissione si riunisce e analizza tutta la documentazione in suo possesso, se essa è insufficiente si adopera per completarla, quindi sottopone all’Assemblea una proposta di accordo.

L’Assemblea l’analizza e quando ne approva la versione definitiva, la sottopone come propria alle parti in causa, le quali se la accettano devono impegnarsi a rispettarla fino in fondo. Se non si ritengono soddisfatte possono rivolgersi all’Istituzione Superiore.

Se risultasse impossibile risolvere amichevolmente la disputa, gli amici interessati sono liberi, se lo ritengono opportuno, di rivolgersi alle autorità giudiziarie civili.

DISUNITÀ NELLA COMUNITÀ

Può accadere che un individuo infranga l’unità della comunità e causi sentimenti negativi e nocivi senza violare la legge Bahá’í.

Queste situazioni si verificano quando qualcuno sparge voci in comunità, opprime gli altri con i suoi problemi personali, ripetutamente abusa dell’ospitalità altrui, perde la propria calma e minaccia la gente durante le riunioni bahá’í, o suscita dubbi nella mente dei credenti nei riguardi della Fede.

In questi casi, l’Assemblea può offrire consigli e guida all’individuo e può decidere di imporre sanzioni.

Se il comportamento della persona crea grave disunità, nonostante il paziente e comprensivo atteggiamento dell’Assemblea nei suoi riguardi, l’Assemblea può informare l’Assemblea Nazionale del caso e raccomandare la sanzione amministrativa.

VIOLAZIONE DELLA LEGGE CIVILE

Si può presentare il caso di un Bahá’í che commetta un’infrazione civile, perciò l’Assemblea Locale raccoglie tutte le informazioni, includendo eventuali documenti o articoli di giornale che citano il caso e le invia all’Assemblea Nazionale.

Se l’infrazione è grave e ha il potenziale per una sfavorevole pubblicità della Fede, l’Assemblea Locale informa telefonicamente l’Assemblea Nazionale per avere istruzioni sul modo in cui deve comportarsi. Per evitare e prevenire d’incorrere in certe situazioni, l’Assemblea Locale si tiene informata delle leggi civili che prevalgono nella propria località, in particolare i dettagli delle leggi civili concernenti il matrimonio, il divorzio, il testamento e le esequie potrebbero far parte dell’archivio locale per facilitare la consultazione.

Questo modo di organizzarsi dà all’Assemblea la garanzia che le sue decisioni saranno in armonia tanto con la legge civile quanto con la legge Bahá’í.

CASI ASSEGNATI DALL’ASSEMBLEA SPIRITUALE NAZIONALE

Può accadere che l’Assemblea Spirituale Nazionale chieda a un’Assemblea Spirituale Locale di investigare su un particolare caso dandole istruzioni su che cosa investigare e come procedere.

NOTE

Per sanzioni sono intese quelle date dall’Assemblea Spirituale Locale, le quali sono diverse da quelle amministrative (privazione dei diritti di voto) che attualmente sono di esclusiva competenza dell’Assemblea Spirituale Nazionale.

È opportuno riportare i seguenti brani scelti da due lettere scritte a nome del Custode, citate in “Istruzioni ai credenti Bahá’í”, pagg. 37-38.

Quando l’Assemblea ha preso le sue decisioni esse debbono essere applicate lealmente e volontariamente da tutti gli interessati”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi ad un credente, 13 Mirza 1944 (citata nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Istruzioni ai credenti Bahá’í”, pag. 37. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1974).

“Uno dei principi fondamentali implicito nel nostro Ordine Amministrativo che, dobbiamo ricordare, diverrà il modello del nostro Ordine Mondiale, è che se anche un’Assemblea prende una decisione incauta, questa deve essere sostenuta per salvare l’unità della comunità. Ci si può appellare contro la decisione dell’Assemblea Spirituale Locale rivolgendosi all’Assemblea Spirituale Nazionale... Ma il principio della autorità di cui sono investiti i nostri corpi eletti, deve essere difeso. Questo è qualcosa che non si può apprendere senza prove e cimenti …”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi all’Assemblea Spirituale Nazionale d’Austria e Germania, 30 giugno 1949 (citata nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Istruzioni ai credenti Bahá’í”, pag. 38. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1974)

LO “STATUS” DI CHI PERDE IL DIRITTO DI VOTO

Il privato dei diritti di voto, perde il diritto di:

1. Presenziare alla Festa del diciannovesimo giorno e ad altre riunioni riservate ai bahá’í, incluse le Conferenze Internazionali, e perciò non può prendere parte alla consultazione.

2. Contribuire ai Fondi Bahá’í.

3. Ricevere notiziari e altri bollettini riservati ai bahá’í.

4. Fare il pellegrinaggio bahá’í.

5. Avere una cerimonia nuziale bahá’í e perciò non può sposare un/una bahá’í.

6. Avere l’incarico di insegnante o di oratore in una riunione organizzata da bahá’í.

7. Partecipare ad attività amministrative, compreso il diritto di votare in elezioni bahá’í.

8. Avere incarichi ufficiali e di essere nominato in un comitato.

9. Avere credenziali (il che implicherebbe che egli fosse un Bahá’í in regola amministrativamente).

Il privato dei diritti di voto conserva i seguenti privilegi e diritti:

1. Può partecipare alle cerimonie celebrative dei nove Giorni Sacri.

2. Può partecipare a qualunque incontro bahá’í cui siano ammessi non bahá’í.

3. Può ricevere pubblicazioni accessibili anche a non bahá’í.

4. E libero di insegnare personalmente la Fede, poiché Bahá’u’lláh ha ordinato che tutti i credenti insegnino, ma non può partecipare alle attività organizzate.

5. Può stare insieme con gli altri bahá’í.

6. Può avere il funerale bahá’í ed essere sepolto in un cimitero bahá’í, se la famiglia lo richiede.

7. Non si deve negargli la carità bahá’í per il fatto che ha perduto il diritto di voto.

8. Le Istituzioni Bahá’í possono impiegarlo, ma devono decidere volta per volta in base al tipo di lavoro che deve svolgere.

9. Può accedere all’Assemblea Spirituale.

Prima di arrivare alla privazione del diritto di voto l’Assemblea Spirituale Nazionale può imporre sanzioni che limitano solo parzialmente la vita amministrativa di un Bahá’í. Ogni caso deve essere studiato separatamente dall’Istituzione Nazionale.

REINTEGRAMENTO

Quando le cause che hanno portato alla privazione del diritto di voto decadono, cioè non sussistono più, e la persona desidera essere reintegrata nella Fede, non è necessario che firmi la scheda di dichiarazione, ma si rivolge direttamente, o tramite un’Assemblea Spirituale Locale, all’Assemblea Spirituale Nazionale.

TRASFERIMENTI

Il bahá’í che arriva da un altro stato può frequentare gli eventi bahá’í se ha le credenziali valide o una lettera di presentazione dell’Assemblea Spirituale Nazionale del paese da cui proviene.

Se il suo soggiorno non si protrae per più di tre mesi, può tenere la lettera di presentazione della sua Assemblea Spirituale Nazionale, in modo da poter esibirla ovunque egli vada.

Se un bahá’í non ha alcun documento che possa farlo identificare come Bahá’í “in good standing”, egli non può partecipare alla Festa del diciannovesimo giorno e ad altri eventi riservati ai bahá’í, fino a quando l’Assemblea Spirituale Nazionale non avrà verificato il suo “status”.

Questo modo di procedere è valido anche per i pionieri che ritornano al paese di origine.

Ogni trasferimento di un bahá’í da un paese all’altro viene notificato all’Assemblea Spirituale Nazionale, con una nota in cui si specificano l’indirizzo attuale e quello precedente.

Se il Bahá’í ha la lettera di presentazione dell’Assemblea Spirituale Nazionale del paese da cui proviene, questa viene acclusa alla nota, se non l’ha, il fatto viene indicato nella nota e l’Assemblea Spirituale Nazionale darà istruzioni alla sua Assemblea Spirituale Locale sul da farsi.

Riguardo ai trasferimenti per e dall’estero è opportuno attenersi alle disposizioni dell’Assemblea Spirituale Nazionale indicate con lettere – circolari o avvisi sul notiziario nazionale bahá’í.

IL MATRIMONIO

“Sposatevi, sì che dopo di voi qualcuno possa levarsi in vece vostra”.

- Bahá’u’lláh (da “Epistola al Figlio del Lupo”, pag. 34. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1980)

IL CONSENSO DEI GENITORI

“… ma chi desideri sposarsi dopo essere diventato Bahá’í deve celebrare il matrimonio bahá’í e non è considerato sposato se non ha ottemperato alla legge bahá’í”.

- da una lettera del 22 maggio 1967 della Casa Universale di Giustizia a un’Assemblea Spirituale Nazionale (citato in “Una fortezza di benessere”, pag. 47. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1983)

Nel matrimonio Bahá’í è richiesto il consenso di tutti i genitori naturali viventi, siano bahá’í e non Bahá’í, o sia uno dei due sposi non bahá’í.

“…egli - Bahá’u’lláh - ha formulato questa grande legge per rafforzare la struttura della società, per stringere vieppiù i vincoli familiari, per infondere nei cuori dei figli gratitudine e rispetto per coloro che hanno dato loro la vita avviandone le anime nell’eterno viaggio verso il Creatore. …”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi (citato nella compilazione “Vita familiare”, pag. 105, n. 75).

Il consenso è relativo al matrimonio in se stesso e non alla cerimonia Bahá’í. Però se il rifiuto di dare il consenso è motivato dal rito Bahá’í o dall’appartenenza dei nubendi o uno dei nubendi alla Fede Bahá’í, questo rifiuto va comunque accettato e il matrimonio non può aver luogo.

Il compito dell’Assemblea Spirituale Locale è quella di accertarsi, prima di accordare la sua approvazione al matrimonio, che il consenso dei genitori è stato dato liberamente e che sono stati osservati i requisiti della legge civile vigente nel paese.

È desiderabile avere il consenso dei genitori al matrimonio per iscritto, ma è sufficiente anche quello dato verbalmente, in quanto

“alcuni genitori danno liberamente il loro consenso verbale, ma rifiutano di darlo per iscritto”.

- da una lettera scritta a nome della Casa Universale di Giustizia (citato in “Lights of Guidance”, n. 753).

In alcuni casi

“l’Assemblea Locale può nominare una o più persone che possano testimoniare di aver udito i genitori acconsentire verbalmente al matrimonio”.

- La Casa Universale di Giustizia (citato in “Lights of Guidance”, n. 745).

Se i genitori saranno presenti alla cerimonia del matrimonio, possono registrare il loro consenso firmando il certificato di matrimonio Bahá’í.

LA CERIMONIA DEL MATRIMONIO BAHÁ’Í

È semplice, essenzialmente spirituale, senza rituali e, oltre a quanto prescritto nell’Aqdas, si possono leggere brani scelti dagli Scritti e preghiere.

Gli sposi, davanti a due testimoni pronunciano, singolarmente, il versetto: “Noi, in verità, ci rimettiamo alla volontà di Dio”.

I due testimoni, scelti dagli sposi o dall’Assemblea Spirituale Locale, devono essere graditi all’Assemblea Locale. Essi possono essere il presidente o il segretario dell’Assemblea, o altri due membri dell’Assemblea, o due altre persone Bahá’í o non bahá’í, o una combinazione di esse.

Importante è che i testimoni siano due persone degne di fiducia la cui testimonianza sia accettabile all’Assemblea Spirituale Locale sotto la cui giurisdizione è celebrato il matrimonio.

L’Assemblea Locale può decidere che i certificati di matrimonio, da essa rilasciati, siano firmati dal Presidente e dal Segretario. Due Bahá’í, che desiderano unirsi in matrimonio, non possono essere sposati con cerimonia religiosa di un’altra religione.

Solo quando uno dei due “partner” è non Bahá’í’, il Bahá’í può partecipare alla cerimonia religiosa del “partner” non bahá’í”, restando sempre fermo il principio di mettere in chiaro che il bahá’í, con questo atto, non accetta la religione del coniuge e che la cerimonia non lo impegni a dichiarazioni di fede in un’altra religione che non sia la sua.

È da evitare di celebrare il matrimonio bahá’í in un luogo di adorazione o di culto di un’altra religione o di essere coinvolti in qualche forma di matrimonio che possa dare l’impressione che la celebrazione sia stata fatta secondo il rito di un’altra religione.

È lasciata alla discrezione dei nubendi la scelta del luogo, di come celebrare le nozze e delle persone da invitare, mentre l’Assemblea interviene solo nel caso in cui ritiene che la Causa possa essere danneggiata, in quanto è suo dovere proteggere l’integrità della Fede riguardo alle attività degli amici.

Se lo richiedono, due non bahá’í, possono sposarsi con la cerimonia del matrimonio Bahá’í.

Negli stati dove il matrimonio bahá’í è riconosciuto, due bahá’í celebrano soltanto il matrimonio bahá’í, in quanto automaticamente risultano sposati anche per la legge civile del paese.

Si riportano le “Istruzioni per il matrimonio Bahá’í valevole agli effetti civili”, come da una circolare dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í d’Italia:

DIRITTO

Il diritto di celebrare il Rito Civile davanti a ministro di culto non cattolico, è sancito dalla Legge 24 Giugno 1929 n. 1159 e successivamente R.D. 28 Febbraio 1930 n. 289.

MINISTRI DI CULTO

(Il termine è inteso solo agli effetti della legge italiana, in quanto nella Fede Bahá’í non esistono ministri di culto).

L’Assemblea Spirituale Locale s’informa qual è “il ministro di culto” che opera nell’area di sua giurisdizione, ma può essere invitato anche un altro ministro di culto.

RICHIESTA AL COMUNE

La richiesta di voler celebrare il rito civile con il ministro di culto Bahá’í, va rivolta all’Ufficio di stato civile del comune di residenza al momento della richiesta delle pubblicazioni, portando allo stesso copia fotostatica del Decreto di nomina del ministro di culto, davanti al quale s’intende celebrare il matrimonio.

LOCALITÀ DOVE SI PUÒ EFFETTUARE IL MATRIMONIO

Può essere quella di residenza degli sposi o quella dove risiede il ministro di culto. Questo diritto e la relativa prassi sono stabiliti dal D.L. 28/2/1930 art. 26.

“Se gli sposi domiciliano o risiedono in Comune diverso da quello di residenza del ministro di culto, innanzi al quale intendono celebrare il matrimonio, e si trasferiscono in quest’ultimo Comune per la celebrazione, l’ufficiale dello stato civile della loro residenza, richiede della celebrazione del matrimonio l’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza del ministro di culto e l’autorizzazione di cui all’art. precedente è data da quest’ultimo ufficiale di stato civile.

Se, invece, il ministro di culto si trasferisce nel Comune del domicilio o della residenza degli sposi per celebrare il matrimonio, l’autorizzazione gli è data dall’ufficiale dello stato civile del comune stesso, dopo che si sarà fatto conoscere dal medesimo con la esibizione degli occorrenti documenti e della copia del provvedimento di approvazione della sua nomina, ai sensi dell’art. 3 della legge”.

CERIMONIA DEL MATRIMONIO

La cerimonia sarà eseguita come sempre, secondo le norme stabilite, e comprenderà la prassi civile (lettura degli articoli del codice e compilazione dell’apposito modulo).

N.B. 1. Al ministro di culto dovranno essere rimborsate le spese di viaggio e di permanenza.

2. Il ministro di culto deve essere contattato in tempo utile, e consultato prima di fissare la data esatta del matrimonio.

3. Se gli sposandi, o uno dei due, non parlano italiano, occorre un interprete, uomo o donna, di nazionalità italiana, maggiorenne.

Quando la coppia fa separatamente i due matrimoni, quello Bahá’í e quello civile, è essenziale che essi avvengano nello stesso giorno. L’Assemblea Spirituale Locale è responsabile di accertarsi che questa norma sia osservata.

MATRIMONIO MISTO (CATTOLICO - BAHÁ’Í)

Si riportano integralmente le istruzioni dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í d’Italia diffuse mediante una circolare:

“1. La parte non Bahá’í dovrà fare innanzitutto una richiesta all’Autorità Ecclesiastica competente - tramite il Parroco della sua Parrocchia - per poter celebrare il matrimonio misto – fra … cattolico e … di religione Bahá’í -.

È ovvio che è molto importante che la pratica parta dalla Parrocchia con il parere favorevole del Parroco; ed affinché ciò avvenga, sarà opportuno che egli conosca il coniuge Bahá’í, e senta il suo forte spirito religioso, e la sua credenza e devozione a Cristo.

2. In un secondo tempo il Parroco richiederà alla parte Bahá’í di firmare il cosiddetto “Esami degli sposi”. È essenziale che, fra l’altro, risulti chiaramente che:

a) “Il credente è Bahá’í, e resterà fedele ai princìpi della propria Fede”.

b) “Il coniuge Bahá’í, sa che il coniuge cattolico ha il dovere di battezzare la prole e di educarla alla religione Cattolica, e non si opporrà all’esecuzione ditale suo diritto, ma, come Bahá’í, rivendica per sé il pari diritto di educarla anche alla religione Bahá’í”.

c) “Il coniuge Bahá’í, pur riconoscendo la santità e l’unità del matrimonio, non può accettare, per quanto lo riguarda, l’indissolubilità del vincolo del matrimonio”.

Qualunque dichiarazione che si scosti da quanto è qui scritto, dovrebbe essere approvata dall’Assemblea Spirituale Nazionale.

In ogni caso, una volta firmato il documento, sarà cura del coniuge Bahá’í avere tre fotocopie: una per sé (se lo desidera), una per l’Assemblea Spirituale Locale responsabile della cerimonia Bahá’í, ed una per l’Assemblea Spirituale Nazionale.

Ogni cosa dovrà essere fatta in accordo con l’Assemblea Spirituale Locale competente.

Solo allora l’Assemblea Spirituale Locale, dopo essersi inoltre accertata del consenso dei quattro genitori (se viventi) o della presentazione di un certificato di morte, riguardo al genitore eventualmente defunto, ed essersi assicurata che i tre riti (Civili - Misto Cattolico - Bahá’í) vengano celebrati nello stesso giorno, potrà prendere i passi necessari per la celebrazione del matrimonio Bahá’í.

Presso l’Assemblea Spirituale Locale dovrà risultare - a suo tempo - una copia del Certificato di Matrimonio Civile”.

NOTE

Al fine di prevenire eventuali problemi, è importante che, nel caso dei matrimoni misti, i nubendi contattino la segreteria nazionale per avere istruzioni, PRIMA di rivolgersi alle autorità ecclesiastiche.

RESPONSABILITÀ DELL’ASSEMBLEA SPIRITUALE LOCALE

L’Assemblea Spirituale Locale è responsabile dello svolgimento della cerimonia e dell’osservanza delle leggi del matrimonio Bahá’í:

- consenso dei genitori naturali viventi (consenso registrato firmando il certificato di matrimonio durante la cerimonia; o consenso scritto ottenuto prima della cerimonia; o, nei casi limite, consenso dato verbalmente davanti a uno o più delegati dell’Assemblea Locale competente prima della cerimonia);

- osservanza dei requisiti della legge civile;

- le tre (o le due) cerimonie del matrimonio (civile, misto, bahá’í) da tenersi entro le ventiquattro (24) ore;

- accettabilità dei due testimoni, da parte dell’Assemblea Locale;

- salvaguardia dell’integrità della Fede nella scelta del luogo, di come celebrare le nozze e dei partecipanti alla cerimonia del matrimonio.

Se i nubendi bahá’í, o uno dei due, vivono in una località dove c’è un’Assemblea Spirituale Locale, questa è responsabile del matrimonio Bahá’í.

Se nessuno dei due vive in un’area dove vi è un’Assemblea Spirituale Locale, è responsabile l’Assemblea più vicina.

L’Assemblea Locale responsabile del matrimonio rilascia il certificato di matrimonio.

L’Assemblea Spirituale Locale richiede all’Assemblea Spirituale Nazionale il seguente materiale:

- “Modulo dell’Assemblea Spirituale Locale per la preparazione del Matrimonio Bahá’í”. (due copie)

- “Certificato di Matrimonio Bahá’í”. (tre copie)

- “Atto di matrimonio” (quando entrambi gli sposi sono Bahá’í e il matrimonio bahá’í è valevole agli effetti civili ed è celebrato dal Ministro di culto). (tre copie)

* Una copia del “Modulo” rimane all’Assemblea Spirituale Locale e l’altra copia è inviata all’Assemblea Spirituale Nazionale.

* Una copia del “Certificato di Matrimonio” è per gli sposi, una per l’Assemblea Spirituale Locale e un’altra copia è inviata all’Assemblea Spirituale Nazionale.

* Una copia dell’“Atto di Matrimonio” rimane agli sposi, una al Ministro di culto e un’altra copia è inviata all’Assemblea Spirituale Nazionale.

Il Segretario dell’Assemblea Locale riporta all’Assemblea Nazionale l’avvenuto matrimonio anche quando la coppia non è bahá’í o i due sposi (o uno dei due) sono di un’altra comunità; inoltre sul verbale della successiva riunione di Assemblea vengono trascritti la data e l’ora della cerimonia del matrimonio, i nomi dei rappresentanti dell’Assemblea che hanno testimoniato e quale tipo di consenso dei genitori al matrimonio è stato ricevuto.

È consigliabile riportare nel verbale anche il numero del certificato di matrimonio civile.

La registrazione del matrimonio deve anche essere trascritta nel registro della comunità.

NOTE

Le persone sposate con matrimonio civile o con rito religioso prima di diventare Bahá’í considerate come se fossero sposate secondo la legge Bahá’í.

Entrambi gli sposi devono pronunciare il versetto prescritto dall’Aqdas, altrimenti il matrimonio Bahá’í non è valido, indipendentemente dal fatto che una delle due parti è di altra religione e si professa ateo.

Nei casi di matrimonio misto, qualora sorgessero delle difficoltà, si rende necessario chiedere la guida e l’assistenza dell’Assemblea Spirituale Nazionale.

Ogni Assemblea Spirituale Locale si aggiorna riguardo al “ministro di culto” operante nell’area di sua giurisdizione.

N.B. : È di vitale importanza che l’Assemblea Spirituale Locale informi esaurientemente i nubendi Bahá’í dei requisiti necessari al matrimonio Bahá’í, tenendo in debita considerazione che la trasgressione alle leggi del matrimonio Bahá’í comporta la sanzione amministrativa.

L’ANNO DI PAZIENZA E IL DIVORZIO BAHÁ’Í

“Dio, sia esaltata la Sua gloria, aborre dal divorzio...”.

- Bahá’u’lláh (citato nella compilazione della Casa Universale di Giustizia, 1980).

Nel Kitáb-I-Aqdas, Bahá’u’lláh ha stabilito le leggi che regolano il divorzio, il quale è condizionato all’anno di pazienza. Infatti l’Anno di Pazienza non è il divorzio, ma anzi è stato creato al fine di riuscire a salvare il matrimonio.

Preservare la dignità dell’individuo, mitigare la sofferenza, il profondo dolore morale e i malsani sentimenti di tutti coloro che sono coinvolti, sono le prerogative dell’Anno di Pazienza che, inoltre, offre alle parti il tempo necessario per risolvere i loro problemi, per riconciliare le loro divergenze e, se propriamente usato, per ristabilire un sano rapporto.

Durante l’Anno di Pazienza, quindi, la coppia si sforza consapevolmente di riappacificarsi, di riprendere la vita in comune con l’amorevole assistenza e il comprensivo appoggio, opportunità permettendo, dell’Assemblea Spirituale Locale.

L’ANNO DI PAZIENZA: RESPONSABILITÀ DELL’ASSEMBLEA SPIRITUALE

A nessuno è data la prerogativa d’intervenire nelle faccende matrimoniale e l’Assemblea non ha il dovere di consigliare le parti prima che queste le portino un loro problema.

Quando una coppia o uno dei due coniugi richiede l’Anno di Pazienza, l’Assemblea Spirituale Locale ha l’obbligo di investigare il caso e il dovere di tentare di riconciliare le parti prima di fissare la data d’inizio dell’Anno di Pazienza.

L’Assemblea, se dopo i vari tentativi e la consultazione con entrambi, costata che esiste avversione fra le parti e che essa non è in grado di riconciliare la coppia, indipendentemente dalle cause che hanno determinato la situazione, considera ciò sufficiente ragione per riconoscere l’inizio dell’Anno di Pazienza.

Nel fissare la data d’inizio dell’Anno di Pazienza, l’Assemblea riconosce la data del giorno in cui la coppia si è separata con l’intenzione di divorziare, e non una precedente.

La coppia è considerata separata quando le due parti, singolarmente, vivono in domicili separati, e non in camere da letto separate continuando a vivere nella stessa casa.

Ricapitolando: se sono stati riscontrati tutti i requisiti, e la guida, i consigli e l’amorevole interesse dell’Assemblea non sono di aiuto per giungere a una riconciliazione della coppia, l’Assemblea Spirituale Locale stabilisce una data che è l’inizio dell’Anno di Pazienza, coincidente con la separazione della coppia.

È della massima importanza capire che il peso della decisione di separarsi grava sulla coppia, infatti tale decisione è un fatto di coscienza. Negli Scritti della Fede Bahá’í il divorzio è deprecato, non è un diritto naturale dell’individuo, ma è riconosciuto e permesso come conseguenza di continua e irrimediabile disarmonia in un matrimonio. Il divorzio, pertanto, non può essere trattato alla leggera dalla coppia o dall’Assemblea a cui la coppia si appella.

La responsabilità dell’Assemblea è di esercitare la sua influenza morale e spirituale con l’obiettivo di riaccendere lo spirito di unità fra le parti e di prevenire, se esiste qualche possibilità, lo scioglimento del matrimonio.

Se tutti gli sforzi dell’Assemblea fallissero, la coppia non dovrebbe essere forzata a vivere unita.

L’ANNO DI PAZIENZA: RESPONSABILITÀ DELL’INDIVIDUO

A tutti i credenti, fossero o no Bahá’í quando si sono sposati, è richiesto l’Anno di Pazienza, se si separano dal coniuge con l’intenzione di divorziare.

Si esigono da entrambi i coniugi 365 giorni (completi) di pazienza. L’inizio dell’Anno di Pazienza è fissato dall’Assemblea Spirituale Locale, su richiesta di ambedue o di una delle parti, solo quando l’Assemblea stessa ha riscontrato che esistono i requisiti per accordare l’Anno di Pazienza e che essa non è in grado di riconciliare la coppia. Durante l’Anno di Pazienza i due coniugi devono cercare attivamente la riconciliazione con qualsiasi mezzo a loro disposizione compresa la consultazione con l’Assemblea Spirituale Locale e, se necessario, rivolgendosi a consulenti professionali.

L’affetto fra la coppia può sempre ritornare e, in tale caso, il divorzio non è più necessario. Pertanto, in qualunque momento dell’Anno di Pazienza le due parti possono ritirare la richiesta di divorzio bahá’í e riprendere la loro vita in comune. Se più tardi desiderassero di ricorrere al divorzio, allora ricomincerebbe un nuovo Anno di Pazienza.

L’ANNO DI PAZIENZA: CONDOTTA DELL’INDIVIDUO

Sono ammessi i normali rapporti sociali fra ciascuna delle parti e i membri di entrambi i sessi, ma è del tutto contrario allo spirito degli Insegnamenti Bahá’í corteggiare un’altra persona, perché non è il momento, il periodo di attesa, di cercare un/a nuovo/a compagno/a.

I rapporti sessuali extraconiugali in qualsiasi circostanza sono naturalmente contrari alla legge bahá’í e ai criteri bahá’í di castità e di moralità.

I rapporti sessuali fra marito e moglie o la loro convivenza temporanea in qualsiasi momento del periodo di pazienza, annullano l’Anno di Pazienza. Tuttavia, può essere fissata dall’Assemblea Locale una nuova data iniziale dell’Anno di Pazienza a patto che i coniugi abbiano cessato di avere rapporti sessuali e abbiano stabilito alloggi separati ove vivere.

L’Anno di Pazienza Bahá’í è una separazione fisica della coppia, è un periodo per esaminare le vere basi del matrimonio, per determinare la causa degli attriti e trovarne le soluzioni pratiche, o può essere un periodo di attesa e di ripristino della dignità personale prima del divorzio.

Un credente che si sposa con una terza persona durante l’Anno di Pazienza, incorre nella sanzione amministrativa, perché con questo atto non solo trasgredisce l’Anno di Pazienza, ma anche perché, se pur avesse ottenuto il divorzio civile, il divorzio Bahá’í non potrebbe essergli concesso prima dello scadere dell’Anno di Pazienza.

DIVORZIO CIVILE

Il periodo di attesa non è prorogabile: se non si giunge a una riconciliazione della coppia durante l’Anno di Pazienza, il divorzio Bahá’í diventa finale allo scadere dell’anno. Tuttavia, siccome la Legge Bahá’í in questa materia è subordinata alla legge civile, il divorzio Bahá’í non è effettivo sino a quando non sia stato ottenuto il divorzio civile.

Il divorzio Bahá’í è concesso e diventa valido a tutti gli effetti a due condizioni: intero Anno di Pazienza concluso e divorzio civile ottenuto.

Se una delle due condizioni manca, il divorzio Bahá’í non può essere concesso.

MANTENIMENTO DELLE PERSONE A CARICO

Durante l’Anno di Pazienza, l’Assemblea Spirituale Locale è responsabile di vedere che siano date le giuste disposizioni riguardo al mantenimento delle persone a carico.

Tutti gli accordi raggiunti dalla coppia per la custodia dei figli, così come per le proprietà e altri affari, idealmente quale risultato della consultazione con l’Assemblea Spirituale durante l’Anno di Pazienza, dovrebbero essere onorati sia mentre è in corso l’azione legale del divorzio e sia dopo l’esito del decreto del divorzio.

È da ricordare che, chiunque dei due coniugi lasci la casa abitata da entrambi e vada a vivere in un’altra durante la separazione, il marito è sempre responsabile del mantenimento della moglie per l’intero periodo dell’Anno di Pazienza, e che l’Assemblea Spirituale Locale ha il dovere di controllare che questa legge dell’Aqdas venga osservata.

“Se il divorzio avviene a causa dell’infedeltà della moglie, questa perde il diritto al pagamento delle spese durante il periodo d’attesa”.

(da “Sinossi e Codificazione del Kitáb-I-Aqdas”, pag. 52, n. 2, sez. d. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1980).

L’Assemblea Spirituale Locale evita il groviglio di affari puramente legali e i tecnicismi, i quali sono a cura delle autorità civili. Tuttavia, è opportuno che sui verbali dell’Assemblea siano trascritte tutte le disposizioni legali.

IL DIVORZIO BAHÁ’Í

Dopo che l’Anno di Pazienza è scaduto e il divorzio civile è stato concluso, l’Assemblea Spirituale Locale concede il divorzio Bahá’í, riportando nei suoi verbali la data del divorzio Bahá’í e la data del divorzio civile, tutti i dettagli pertinenti agli accordi riguardo alla custodia, alla cura e all’educazione dei figli, alle proprietà e, se ve ne sono, ad altri affari.

Fino a quando il divorzio Bahá’í non sia stato concesso, non è permesso al coniuge Bahá’í sposarsi con una terza persona, altrimenti incorre nella privazione dei diritti amministrativi Bahá’í.

L’Assemblea Spirituale Nazionale viene informata e tenuta aggiornata della messa in atto dell’Anno di Pazienza, di come sono seguite le disposizioni durante l’anno di attesa, della fine dell’Anno di Pazienza, del rilascio del divorzio Bahá’í con rapporti, nei quali sono inclusi i fatti più rilevanti desunti dai verbali dell’Assemblea Spirituale Locale responsabile.

CREDENTI ISOLATI

I Bahá’í che vivono fuori dell’area di giurisdizione di un’Assemblea Spirituale Locale, possono richiedere all’Assemblea più vicina di trattare questa faccenda oppure possono rivolgersi all’Assemblea Spirituale Nazionale per assistenza.

IL TESTAMENTO E L’EREDITÀ

È dovere di ogni Bahá’í, secondo gli Insegnamenti di Bahá’u’lláh, fare testamento per dare disposizioni riguardo alle proprie sostanze, dopo il decesso, e istruzioni concernenti le proprie esequie.

“ E’ stato ingiunto che tutti scrivano un testamento. Il testatore deve aprire questo documento con l’ ornamento del Più Grande Nome, rendervi testimonianza all’ unicità di Dio nell’ Alba della Sua Rivelazione e far menzione, come desidera, di ciò che è degno di lode, sì che possa essere per lui testimonianza nei regni della Rivelazione e del Creato e tesoro presso il suo Signore, il Supremo Protettore, il Fedele.”

Bahá’u’lláh ( Kitáb-i-Aqdas, par. 109)

Inoltre riguardo l’uso del Più Grande Nome all’inizio del testamento, viene chiarito quanto segue :

“ Come è stato spiegato nella Nota 33, il Più Grande Nome di Dio può assumere varie forme, tutte basate sulla parola “ Bahá” . I Bahá’í in Oriente hanno applicato questa ingiunzione dell’ Aqdas aprendo i testamenti con frasi come “ O Gloria del Gloriosissimo”, “ Nel Nome di Dio , il Gloriosissimo” o “ Egli è il Gloriosissimo” e simili”.

Nota 137 del Kitáb-i-Aqdas .

Se poi una persona desidera lasciare una parte dei suoi beni alla Fede Bahá’í, il testamento diventa essenziale.

“ Ognuno ha piena giurisdizione sulle proprie proprietà. Se è in grado di far fronte all’ Huqúqu’lláh ed è libero da debiti, allora tutto ciò che è registrato nel suo testamento e ogni dichiarazione o riconoscimento in esso contenuti sono accettabili. In verità, Dio gli ha concesso di far qualunque cosa voglia di quanto gli ha elargito.”

Bahá’u’lláh ( Kitáb-i-Aqdas, Domande e Risposte, 69).

É opportuno che il Bahá’í si rivolga a un notaio o a un avvocato che possa consigliarlo e guidarlo a redigere il testamento nella forma legalmente corretta e secondo le disposizioni che egli formula con chiarezza di informazioni e dati, in modo che siano riportate esattamente e dettagliatamente nel documento e così avere la certezza che i suoi desideri saranno esauditi.

Il bahá’í può usare il testamento per lasciare le sue proprietà (beni personali - beni immobili - beni misti) a beneficiari dei quali specifica i nomi (l’Assemblea Spirituale Nazionale può essere indicata come beneficiaria), per nominare l’esecutore testamentario (che non può essere ne l’Assemblea Spirituale Nazionale e né l’Assemblea Spirituale Locale), per dare speciali disposizioni riguardo al funerale in accordo alle leggi Bahá’í, specificando che:

- la cremazione del corpo è proibita;

- il corpo non deve subire la imbalsamazione a meno che non sia richiesta dalla

legge di stato;

- il luogo della sepoltura deve essere a un’ora di distanza dal luogo del decesso, cioè il

trasporto della salma dal luogo del decesso a quello della sepoltura non deve

superare un’ora.

(Per luogo del decesso si considerano i confini della città).

Il Bahá’í, dopo aver provveduto a coloro con i quali ha stretti legami, gode del privilegio di onorare i suoi obblighi e responsabilità personali per cui, se lo desidera, può prendere in seria considerazione i bisogni della Fede e nominarla beneficiaria di una donazione dichiarata nel suo testamento, nel quale indica la specifica entità e modalità del lascito.

Il testamento, una volta fatto, è soggetto a periodiche revisioni in rapporto a cambiamenti in famiglia, a mutate condizioni delle proprietà ed agli eventuali spostamenti di luogo del bahá’í, se si trasferisce in altro stato.

Se il Bahá’í ha ragione di credere che le esequie possano avere luogo prima che l’esecutore testamentario abbia la possibilità di conoscere le sue disposizioni, è opportuno che egli rediga il suo testamento spirituale in tre copie, dandone una all’Assemblea Spirituale Nazionale, una all’Assemblea Spirituale Locale del luogo di appartenenza (se esistente) e portando l’altra sempre con sé.

NOTE

Ai Bahá’í è permesso lasciare il proprio corpo per ricerche mediche e per trapianti di organi.

Sarebbe desiderabile che una copia di tutti i testamenti nei quali l’Assemblea Spirituale Nazionale è nominata una diretta beneficiaria, fosse depositata nell’archivio confidenziale dell’Assemblea stessa.

I credenti che vengono a conoscenza del decesso devono immediatamente darne informazione alle Istituzioni in modo che esse possano controllare se il credente aveva provveduto a depositare presso di loro un testamento, verificarne le volontà testamentarie e prendere contatto con i familiari per concordare con loro le modalità della cerimonia funebre.

FAC-SIMILE DI TESTAMENTO SPIRITUALE

Si precisa che deve essere ològrafo, cioè il testamento deve essere scritto per esteso, datato e firmato di proprio pugno dal testatore, perché ne sia riconosciuta la validità.

Deve essere redatto in tre copie: una personale, una da spedire all’Assemblea Spirituale Nazionale e una all’Assemblea Spirituale Locale di appartenenza (se esistente).

Tutte e tre le copie devono essere scritte a mano.

Trascrizione integrale della circolare dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í d’Italia, datata Mirza 1977:

Si apre il testamento con frasi come “ O Gloria del Gloriosissimo”, “ Nel Nome di Dio , il Gloriosissimo” o “ Egli è il Gloriosissimo”, e di seguito:

“Con questo mio testamento ològrafo, io … , nato a … , il … , e domiciliato a … , intendo innanzi tutto riconfermate la mia totale adesione alla Fede Bahá’í.

Attesto pertanto che accetto il rango spirituale del Báb, di Bahá’u’lláh e di ‘Abdu’l-Bahá; desidero quindi che il mio corpo, con il quale spero in vita di aver servito la Fede, sia sepolto secondo le norme rivelate da Bahá’u’lláh, intendendo in tale modo ribadire la mia obbedienza alle Sue leggi e la mia sottomissione al Suo volere.

Attesto, inoltre, che accetto tanto lo spirito quanto la forma dell’Ordine Amministrativo Bahá’í, operante oggi in tutto il mondo sotto la guida della Casa Universale di Giustizia e do quindi mandato all’Assemblea Spirituale Locale dei Bahá’í di … , che di questo Ordine Amministrativo è una fedele componente, affinché faccia in modo che le mie ultime volontà spirituali vengano rispettate.

Se qualcuno dei miei congiunti, non riconoscendo l’alto rango di Bahá’u’lláh dovesse sentirsi turbato da queste mie disposizioni, io lo prego, in nome dell’affetto che mi porta, di non opporsi alle mie ultime volontà, bensì di accettarle e di partecipare con serenità ai miei funerali, rispettandone lo svolgimento.

Ma se, nonostante questo mio appello, si dovesse tentare di violare il mio volere, io, essendo sano di mente, agendo con riflessione e piena libertà, do qui pieno mandato all’Assemblea Spirituale Locale dei Bahá’í di … affinché provveda all’esecuzione di queste volontà.

Luogo … Data …
Indirizzo … Firma …

P.S. Copia del presente testamento si trova anche presso l’Assemblea Spirituale Locale di….( se esistente) e presso L’Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í d’Italia - Via A. Stoppani 10-ROMA.

Attenta considerazione da parte dell’Assemblea Spirituale verso lasciti del testatore - Eventuale rifiuto di irragionevoli richieste

"Alla luce delle leggi bahá’í un testamento è sacro e quindi, in caso di lascito a favore dell’Assemblea Spirituale condizionato a certi specifici obblighi, l’Assemblea ha la responsabilità di assolverli. Tuttavia, se il testamento impone un irragionevole gravame finanziario o condizioni che potrebbero comportarlo, oppure se l’adempimento delle condizioni fosse pregiudizievole per i migliori interessi della Fede, l’Assemblea non avrebbe altra alternativa che rifiutare il lascito, poiché la sua accettazione le imporrebbe di adempiere anche le condizioni."

(Da una lettera scritta a nome della Casa Universale di Giustizia all’Assemblea Spirituale Nazionale della Germania, 10 gennaio 1978)

Dichiarazione di nullità da parte dell’Assemblea di una disposizione contraria alle leggi bahá’í

"D’altra parte, se il testatore - essendo Bahá’í - include nel suo testamento una disposizione contraria alle leggi bahá’í (per esempio seppellire i suoi resti in un luogo lontano oltre un’ora di viaggio da quello della morte), tale disposizione è nulla e priva di effetto secondo la legge Bahá’í e l’Assemblea non deve adempierla anche se ciò dovesse comportare, in conformità alla legge civile, la perdita del lascito. Se l’inadempienza della condizione non implica l’annullamento del lascito, l’Assemblea non è obbligata a rifiutarlo, come invece dovrebbe fare nel caso di mancato adempimento di una condizione valida".

IL FUNERALE

“Bahá’u’lláh ha stabilito nell’Aqdas, come legge, il modo in cui condurre il Funerale Bahá’í che è così bello, così appropriato e così dignitoso, che nessun Bahá’í dovrebbe privarsene”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi (citato in “Lights of Guidance”, n. 423).

Le leggi bahá’í attualmente in vigore in Occidente, che riguardano il funerale, sono:

- il corpo deve essere sepolto, non cremato;

- la preghiera congregazionale per i Defunti (“Preghiere Bahá’í”, n. 13. Casa Editrice Bahá’í. Roma 1980) deve essere recitata per i credenti adulti deceduti, dopo i quindici anni;

- il corpo non deve essere trasportato a più di un’ora di viaggio dal luogo del decesso.

PREPARAZIONE DEL CORPO PER LA SEPOLTURA

“Essendo la forma materiale il trono dell’intimo tempio, questo risente tutto ciò che accade a quella. In realtà chi si rallegra nella gioia, o nel dolore si rattrista, è l’intimo tempio del corpo, non il corpo stesso. Essendo questo il trono su cui è assiso l’intimo tempio, Dio ha disposto che se ne prenda la massima cura, sì che non ne abbia a provar nulla che possa cagionare ripugnanza. L’intimo tempio vede la propria forma materiale, che ne è il trono. Così, portando rispetto a questa, è come se ne fosse oggetto quello; altrettanto dicasi in caso contrario.

Pertanto, è stato ordinato che alle salme sia reso il massimo onore e rispetto”.

- Il Báb (V,12. “Antologia”, pag. 82. Casa Editrice Bahá’í. Roma 1984).

Il corpo viene accuratamente lavato, poi avvolto in un sudano bianco di seta o di cotone e al dito, per i defunti dopo i quindici anni, viene messo un anello con l’iscrizione: “Sono venuto da Dio e a Lui ritorno, distaccato da tutti tranne che da Lui, tenendomi stretto al Suo nome, il Misericordioso, il Compassionevole”.

Infine il corpo viene posto nella bara che può essere di cristallo, o di pietra e di legno pregiato (duro).

Tuttavia, quanto sopra esposto, non è ancora obbligatorio in Occidente.

NOTE

Ogni parte della preghiera speciale per i defunti deve essere letta da una sola persona, comprese le parti ripetitive, mentre tutti i presenti restano in piedi in silenzio. Non è nella pratica che i presenti ne ripetano delle parti in coro, e non occorre orientarsi verso i Luoghi Santi Bahá’í.

Il metodo di trasporto della salma non è specificato, ma il viaggio non deve durare più di un’ora.

Per il luogo del decesso si considerano i confini della città.

LA CERIMONIA FUNEBRE

“… Il servizio funebre è estremamente semplice consistendo solo di una preghiera congregazionale da leggersi prima della sepoltura! ... Si devono osservare la massima semplicità e flessibilità, e attualmente allo scopo potrebbe servire una selezione di Scritti Bahá’í purché non sia rigidamente e uniformemente adottata in tutte le occasioni”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi - (citato in “Guidelines for the Local Spiritual Assemblies”, pag. 98).

NOTE

Se richiesto, un non bahá’í può avere un servizio funebre bahá’í ed essere sepolto nel Cimitero Bahá’í.

Per quanto il suicidio è fortemente condannato, una persona suicida non cessa di essere considerato Bahá’í.

La costruzione della tomba è lasciata alla famiglia cui spetta sostenere tutte le spese, comprese quelle del funerale.

L’uso del Più Grande Nome sulla pietra tombale non è proibito, ma è considerato dal Custode “inopportuno”.

Possono essere usati appropriati versetti scelti dagli Scritti Sacri Bahá’í, o la stella a nove punte e la parola “Bahá’í”.

RESPONSABILITÀ DELL’ASSEMBLEA SPIRITUALE LOCALE

L’Assemblea Spirituale Locale è responsabile di richiamare l’attenzione di coloro che organizzano il funerale che ai Bahá’í non è permessa la cremazione, né la imbalsamazione è permessa a meno che richiesta dalla legge dello stato, e il trasporto della salma non deve superare un’ora di viaggio dal luogo del decesso a quello della sepoltura.

Sarebbe opportuno che l’Assemblea Spirituale Locale avesse depositato nel suo archivio il testamento spirituale dei membri della sua comunità.

Generalmente il servizio funebre è tenuto dall’Assemblea Locale, ma non è necessario. L’organizzazione del funerale è fatta in collaborazione con la famiglia del defunto. Spesso i familiari non sono consci delle varie leggi Bahá’í, ed è responsabilità dell’Assemblea Spirituale Locale informarli.

Se la famiglia del Bahá’í deceduto non desidera cooperare, l’Assemblea non può interferire, ma può tenere una riunione di preghiera in memoria del defunto, per il progresso spirituale della sua anima. I singoli individui possono condurre il servizio funebre Bahá’í, seguendo le istruzioni lasciate dal defunto o per richiesta da parte dei familiari.

IL SERVIZIO MILITARE

Negli Insegnamenti della Fede è contemplato che i bahá’í obbediscano alle leggi del paese in cui vivono, perciò è incluso il servizio militare; d’altra parte gli stessi Insegnamenti condannano ogni forma di violenza fisica e la guerra è una forma, forse la peggiore forma, che tale violenza può assumere.

Se previsto dalla legge dello Stato, i bahá’í richiamati alle armi e al servizio di leva, fanno domanda di esenzione dal servizio militare attivo in una unità combattente, chiarendo che la loro richiesta è motivata da loro credo religioso, che essi desistono da ogni atto che comporti l’uccisione dei loro simili, e che non si appellano alla convinzione religiosa nel senso che si rifiutano di obbedire alle leggi del loro stato o per evitare i pericoli e la durezza della vita militare.

I Bahá’í devono fare in modo da non essere confusi né con i “pacifisti” e né con gli “obiettori di coscienza”.

I bahá’í possono conciliare le loro fondamentali convinzioni spirituali con il loro obbligo civile facendosi assegnare in corpi che non sono direttamente coinvolti con le armi o facendo in alternativa il servizio civile, laddove previsto dalla legge dello stato.

In questo modo i bahá’í adempiono all’obbligo di prestare il servizio militare servendo in lavori amministrativi o di ufficio, nei corpi sanitari o ausiliari, cioè in qualsiasi settore nel quale possano mantenere lo “status” di non combattenti, senza badare alla incolumità e convenienza personali, al tipo di attività che debbono svolgere o al reparto cui possono essere assegnati.

“… i Bahá’í dovrebbero prontamente accettare qualsiasi servizio, per quanto pericoloso, possano rendere ai loro simili durante le agonie della guerra”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi (in “Unfolding Destiny”, pag. 259).

I Bahá’í non possono arruolarsi volontari in una unità di combattimento in cui siano soggetti all’ordine di uccidere, inoltre è fortemente sconsigliato di intraprendere o di continuare la carriera militare. Infine, l’unico modo per essere certi di seguire la via giusta, è attenersi alle istruzioni date in merito dalla Casa Universale di Giustizia.

FUNZIONI PROTETTIVE

“La prima condizione è la fermezza del Patto di Dio; poiché la potenza del Patto proteggerà la Causa di Bahá’u’lláh dai dubbi della gente dell’errore. E la roccaforte della Causa di Dio e la salda colonna della religione di Dio. Nessuna potenza può oggi conservare l’unità del mondo Bahá’í salvo il patto di Dio; …”.

- ‘Abdu’l-Bahá (citato in “Il Patto e L’Amministrazione Bahá’í”, pagg. 39-40).

Il compito di proteggere i credenti e le istituzioni della Fede, come quello della propagazione, è condiviso dalla Casa Universale di Giustizia, le Mani della Causa di Dio, i Consiglieri Continentali, i Membri del Consiglio Ausiliario e i loro Assistenti, le Assemblee Spirituali Nazionali e le Assemblee Spirituali Locali.

Il successo nel proteggere la Fede, perciò, richiederà sempre la collaborazione fra tutte le istituzioni della Fede Bahá’í.

“… È evidente che l’asse dell’unità del mondo dell’umanità è il potere del Patto e nulla altro... Perciò al principio, uno deve fare i suoi passi sicuri nel Patto... in modo che le benedizioni di Bahá’u’lláh lo circondino da ogni parte, le coorti delle Schiere Supreme divengano i suoi sostenitori ed aiuto e le esortazioni ed i consigli di ‘Abdu’l-Bahá rimangano, come immagini incise su pietra, permanenti e incancellabili nelle tavole dei cuori”.

- ‘Abdu’l-Bahá (ibidem, pag. 40).

“È loro obbligo di essere vigili e cauti, discreti e guardinghi e proteggere sempre il Tempio della Causa dagli strali dei malevoli e dagli assalti dei nemici”.

- Shoghi Effendi (“Bahá’í Administration”, citato in “Il Patto e l’Amministrazione Bahá’í”, pagg. 115-116; citato nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Istruzioni ai credenti Bahá’í”, p. 19. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1974).

Si può dire che la protezione consista in tre elementi:

- prevenzione, cioè stabilire una comunità spiritualmente sana;

- preservazione, cioè mantenere la salute spirituale della comunità, una volta che è stata raggiunta;

- difesa, cioè agire in modo adeguato per neutralizzare la diretta opposizione proveniente dall’interno e dall’esterno.

PREVENZIONE

Il metodo più efficace, per proteggere la Causa da prove interne e attacchi esterni, è di creare comunità che abbiano la vitalità e la forza di superare le potenziali difficoltà che potrebbero verificarsi.

Le Assemblee Spirituali Locali sono responsabili di guidare sia i nuovi credenti che i veterani di molti anni di servizio a rafforzare i vincoli che li legano al Patto di Bahá’u’lláh; di stimolarli allo studio giornaliero degli Scritti di Bahá’u’lláh; di organizzare classi, corsi, seminari o altro per l’approfondimento degli Insegnamenti, della vita delle Figure Centrali della Fede, dell’Ordine Amministrativo; e di consigliare e incoraggiare i membri della comunità a sostenere i suoi piani e a vivere la vita bahá’í.

Ridurre il numero dei problemi personali portati in Assemblea, diminuire il numero dei divorzi, ridurre la vulnerabilità della comunità nei confronti dei malèfici effetti della violazione del patto e prepararla ad affrontare l’ostracismo e l’opposizione sono le mète e i risultati che un’Assemblea Spirituale Locale può porsi e raggiungere mediante la sua funzione protettiva, vista sul piano della prevenzione.

Altre misure preventive per la protezione, da parte dell’Assemblea, sono la vigilanza sulla comunità, l’insegnamento e la proclamazione.

La prima consiste:

- nel seguire le corrette procedure riguardanti l’accettazione dei nuovi dichiarati;

- nella immancabile verifica delle credenziali o lettere di presentazione di persone provenienti da altre comunità o stati, che si presentano come bahá’í;

- nel nominare, guidare e vigilare i propri comitati;

- nel guidare gli amici a evitare il coinvolgimento nella politica;

- nello scrivere attendibili raccomandazioni, quando richieste dall’Assemblea Spirituale Nazionale;

- nell’esercitare saggezza e moderazione nell’insegnamento della Fede a Musulmani provenienti da paesi del Medio Oriente e del Nord Africa.

Questo ultimo punto è molto importante. ‘Abdu’l-Bahá e Shoghi Effendi hanno lasciato esplicite istruzioni e avvertimenti riguardanti questo argomento.

Infatti esortano i Bahá’í ad essere cauti e vigili nell’avere rapporti con tali persone sia nella vita sociale che in quella privata, negli affari commerciali o nell’intento di insegnare loro la Fede, nell’invitarli agli incontri bahá’í pubblici, ai fire-side, alle classi di studio, alle scuole estive e invernali o ad altri eventi bahá’í. E’ da tenere sempre presente che in molti paesi Musulmani esistono ampie opportunità di conoscere la Fede, inoltre non bisogna dimenticare che i Bahá’í che vivono in paesi Musulmani sono sotto costante pressione e le persecuzioni possono scoppiare in ogni momento.

Poiché la situazione relativa alle persecuzioni contro i Baha’í in alcuni paesi di religione islamica è in continua evoluzione, è indispensabile seguire le istruzioni che la Casa Universale di Giustizia fornisce, su come ci si deve comportare, nei nostri rapporti con i Musulmani presenti nel nostro Paese e che possono variare nel tempo, a seconda delle circostanze.

Tali istruzioni vengono costantemente fornite dall’Assemblea Spirituale Nazionale, alla quale è sempre opportuno rivolgersi in caso di dubbio su come comportarsi in casi specifici.

L’insegnamento è la fondamentale responsabilità della comunità e il suo più grande mezzo di sviluppo spirituale.

Le Assemblee Spirituali Locali spesso permettono che la consultazione su problemi personali abbia la precedenza sul lavoro d’insegnamento. Attualmente è necessario l’inverso.

La proclamazione, attuata con accurati programmi e con l’intento di informare il pubblico dei princìpi della Fede, può ridurre e, in alcuni casi, prevenire gli attacchi esterni.

A tale proposito, le mète della proclamazione sono:

- stabilire il carattere indipendente della Fede;
- stabilire la Fede su fondamenta legali;

- costruire la reputazione dei Bahá’í come cittadini leali e ossequienti delle leggi.

Una dignitosa presentazione della Fede al pubblico combinata con contatti personali guadagnerà l’amicizia di coloro che verranno in sua difesa nel bisogno.

Mentre l’aspetto preventivo della protezione è fondamentale educativo, la preservazione implica conservare l’integrità della Fede e delle sue istituzioni, e mantenere le qualità della vita bahá’í.

Alcune più importanti responsabilità di un’Assemblea Locale a questo riguardo sono le seguenti:

- mantenere l’integrità e l’accuratezza dei Testi Sacri e degli Insegnamenti, che avviene con la revisione e l’approvazione, da parte dell’Assemblea, di qualsiasi tipo di lavoro, fatto da bahá’í o non bahá’í sia scritto che verbale, prima che venga pubblicato o presentato per essere divulgato attraverso i mass media.

Se il materiale è di uso esclusivo locale, l’autorità compete all’Assemblea Locale, altrimenti all’Assemblea Nazionale. Un’accurata e dignitosa presentazione della letteratura Bahá’í fa parte di questo settore;

- mantenere l’integrità e la vitalità del Fondo Bahá’í con l’obbligo di sostenere i seguenti princìpi:

- non accettare fondi da non bahá’í per il Fondo Bahá’í (eccetto fondi a scopi filantropici);

- confidenzialità della contribuzione;

- assoluta integrità nelle transazioni finanziarie;

- salvaguardare l’unità della comunità;

- sostenere le leggi e le esortazioni, principio fondamentale alla preservazione della vita bahá’í;

- mantenere la dignità e l’integrità degli eventi bahá’í.

Gli eventi Bahá’í, quali la Festa del diciannovesimo giorno, l’osservanza dei Giorni Sacri, le riunioni tenute con lo scopo di proclamare la Fede al pubblico e di educare i credenti devono irradiare lo splendore degli attributi divini.

Queste riunioni rallegreranno, rinfrescheranno e rafforzeranno i credenti e, simili a magnete, attireranno alla Fede nuovi aderenti;

- salvaguardare i diritti personali, la libertà e l’iniziativa degli individui.

L’ultimo aspetto della funzione protettiva riguarda la difesa.

Le Assemblee Spirituali Locali possono proteggere gli interessi della Fede, quando attaccata, aiutando gli amici a capire le cause dell’opposizione e insegnando l’appropriata risposta.

ATTACCHI INTERNI

Ai Bahá’í è vietato qualsiasi contatto con i violatori del Patto, inclusa la lettura dei loro scritti.

Se un’Assemblea Spirituale Locale venisse a sapere che nella sua località operano dei violatori del Patto, deve informare immediatamente l’Assemblea Spirituale Nazionale o il Membro del Consiglio Ausiliario della sua area o entrambi, e avvisare i membri della sua comunità di evitare qualsiasi contatto con tali persone, di non leggere i loro libri o altro, ma di consegnarli, se ne hanno, all’Assemblea.

Se un’Assemblea Locale si dovesse trovare di fronte al caso di qualche credente o gruppo di credenti, sotto la sua giurisdizione, che deliberatamente cerca di creare dubbi nella mente dei credenti sulle verità fondamentali della Fede o sull’autorità delle Figure Centrali, del Custode, dell’Assemblea Spirituale Nazionale o dell’Assemblea Spirituale Locale, l’Assemblea raccoglie tutti i fatti e invia un chiaro ed esauriente rapporto all’Assemblea Spirituale Nazionale o al Membro del Consiglio Ausiliario della sua area, poi seguirà i loro consigli e continuerà a dirigere e controllare gli affari della comunità.

ATTACCHI ESTERNI

L’opposizione alla Fede si esprime in diverse forme. In Occidente generalmente avviene con la pubblicazione di libri che attaccano o travisano deliberatamente la Fede, oppure con la pubblicazione di articoli su giornali, o per corrispondenza con l’invio di lettere che i credenti talvolta ricevono.

L’Assemblea Spirituale Locale, in questi casi, avvisa l’Assemblea Spirituale Nazionale per avere consigli e guida; i Membri del Consiglio Ausiliario tengono riunioni per consigliare gli amici e le Assemblee, le quali stimolano e assistono gli amici a comprendere l’importanza dell’argomento e li incoraggiano a essere solleciti nel seguire i consigli dati dall’Assemblea Spirituale Nazionale e dai Membri del Consiglio Ausiliario.

REAZIONE AGLI ATTACCHI

È di vitale importanza che gli amici si rivolgano immediatamente alla loro Assemblea Spirituale Locale e non agiscano prendendo iniziative personali nell’eventualità che si trovassero di fronte a casi simili a quelli descritti.

Le Assemblee Spirituali Locali, a loro volta, dovrebbero rispondere con maturità e saggezza a ogni spiacevole circostanza per preservare la dignità della Fede e mantenere la confidenza degli amici nella fondamentale protezione del Patto.

I tre aspetti della protezione - prevenzione, preservazione, difesa - sono strettamente collegate alle funzioni legislativa, giudiziaria e unificatrice dell’Assemblea Spirituale Locale.

Il corretto esercizio di queste funzioni è la più forte e la maggiore protezione della comunità.

FUNZIONI UNIFICATRICI

“Il benessere dell’umanità, la sua pace e la sua sicurezza saranno irraggiungibili, a meno che e finché la sua unità non sia saldamente stabilita. Questa unità non si potrà mai raggiungere fino a che sarà tollerato che i consigli che la Penna dell’Altissimo ha rivelato passino inosservati”.

- Bahá’u’lláh (“Spigolature dagli Scritti di Bahá’u’lláh”, pag. 314. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1973).

Per raggiungere questo supremo obiettivo, Bahá’u’lláh istituì il Suo Patto. Il Patto ha assicurato la continuità dell’autorità divinamente nominata che fluisce dalla Sorgente della Fede.

Il Patto continua a compiere il suo scopo di datore di vita attraverso la Casa Universale di Giustizia e le istituzioni divinamente ordinate che operano sotto la sua ègida.

Infatti, mediante queste istituzioni il potere unificatore della Manifestazione di Dio eserciterà la sua influenza trasformatrice su tutta l’umanità.

L’Assemblea Spirituale Locale è una parte del sistema divino di Bahá’u’lláh, ed è il canale attraverso cui il potere unificatore e datore di vita del Patto sarà infuso nel corpo dell’umanità.

“… L’unità dell’umanità è il perno principale della Sua (di Bahá’u’lláh) Rivelazione; le comunità Bahá’í debbono perciò esser celebrate per l’esempio che offriranno ditale unità.

In un mondo che diviene ogni giorno sempre più diviso da fazioni e da interessi di gruppo, la comunità Bahá’í’ deve distinguersi per la concordia e l’armonia dei suoi rapporti.

Il compimento della maggiore età della razza umana deve essere preceduto da una matura responsabile comprensione dei problemi umani e da una saggia amministrazione dei loro affari da parte delle comunità Bahá’í stesse.

La pratica e lo sviluppo ditale caratteristiche Bahá’í sono responsabilità egualmente condivise sia da Bahá’í’ singolarmente, che dalle istituzioni amministrative, sebbene la maggiore opportunità di promuovere il loro sviluppo dipenda dalle Assemblee Spirituale Locali.

“L ‘istituzione dell’Assemblea Spirituale Locale, divinamente ordinata opera ai primi livelli della società umana ed è l’unità amministrativa basilare dell’Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh.

Essa ha rapporto con i singoli e le famiglie che deve costantemente incoraggiare ad unirsi in una società Bahá’í che si distingua, vitalizzata e protetta dalle leggi, ordinanze e princìpi della Rivelazione di Bahá’u’lláh; protegge la Causa di Dio ed agisce come un amorevole pastore del gregge Bahá’í’?”.

- La Casa Universale di Giustizia (dal Messaggio di Ridvan 1974 della Casa Universale di Giustizia al mondo Bahá’í, citato nel “Piano Quinquennale 1974 - 1979”, pagg. 12-13).

L’Assemblea Spirituale Locale è quindi lo strumento dal quale possono essere realizzati, in una comunità, gli atteggiamenti e i valori che caratterizzano lo stile di vita Bahá’í.

Quando un’Assemblea Spirituale Locale opera sotto la guida dell’Assemblea Spirituale Nazionale e della Casa Universale di Giustizia, l’unità stabilita a livello locale contribuisce all’unità della nazione e del mondo.

Un importante risultato dell’insegnamento della Causa è, infatti, di portare l’umanità sotto l’influenza dell’Assemblea Spirituale Locale, in quanto non si può sperare che fuori di essa gli atteggiamenti e i valori prescritti da Bahá’u’lláh all’umanità prenderanno radici nel carattere umano, essendo inesistente una autorità capace di trasmettere i Suoi Insegnamenti ai quali i popoli si sottometteranno.

Le fondamentali funzioni unificatrici di un’Assemblea Spirituale Locale, riguardanti i suoi rapporti interni, possono essere riassunti nei seguenti termini:

- creare unità nell’Assemblea;

- esemplificare l’unità nei suoi rapporti con la comunità bahá’í;

- unificare la volontà e le azioni dei credenti;
- mantenere l’unità di fronte agli ostacoli;

- promuovere l’unità mediante le sue funzioni legislativa, giudiziaria e protettiva.

RAPPORTI TRA I MEMBRI DELL’ASSEMBLEA

La vitale necessità di unità tra i membri dell’Assemblea Spirituale è espressa nella preghiera per le riunioni rivelata da ‘Abud’l-Bahá e in molti Suoi Scritti citati nelle due compilazioni “Istruzioni ai credenti bahá’í” e “Il Patto e l’Amministrazione Bahá’í”.

Se nella sala del consiglio mancano amore e unità, l’Assemblea non può sperare di essere il recipiente della guida di Bahá’u’lláh e ‘Abdu’l-Bahá, perché i suoi membri non hanno corrisposto ai requisiti fondamentali della loro funzione.

Infatti, l’unità deve pervadere tutti gli aspetti delle funzioni dell’Assemblea: la sua consultazione, l’attività dei suoi comitati, le sue relazioni con tutti i membri della comunità.

RAPPORTI CON LA COMUNITÀ

Umiltà e amore sono le due caratteristiche salienti per favorire il senso di associazione e di interdipendenza.

I membri dell’Assemblea esprimono queste caratteristiche in diversi modi nei loro rapporti con la comunità.

- PRESIEDONO REGOLARMENTE ALLE SEDUTE DI ASSEMBLEA.

Infatti, gli individui non hanno il diritto di frustrare il volere degli elettori rifiutando di servire, a meno che esistano dei seri motivi, come una malattia; inoltre, sottraendosi alloro compito, i membri privano l’Assemblea del loro contributo alla consultazione, ne riducono il potere unificatore a causa del loro cattivo esempio di servizio bahá’í e, ancora, la scarsa presenza alle sedute dell’Assemblea può generare un senso di demoralizzazione fra gli altri membri di Assemblea e fra la comunità.

- SOSTENGONO DI TUTTO CUORE LE DECISIONI DELL’ASSEMBLEA

Infatti, mancare a questo vitale principio metterà in pericolo l’integrità dell’Assemblea e ne indebolirà l’autorità creando divisioni nella comunità.

- SOSTENGONO ATTIVAMENTE I PROGRAMMI DELL’ASSEMBLEA

La consultazione nelle riunioni e l’azione nel servire sono due tra i primari requisiti dei membri dell’Assemblea, i quali sono i primi ad agire per stimolare l’interesse dei credenti e per incoraggiarli a realizzare i piani dell’Assemblea.

I membri dell’Assemblea, infatti, con il loro esempio di assidua presenza a tutti gli eventi, possono conquistare la confidenza della comunità e coinvolgere gli amici nelle attività dell’Assemblea. Inoltre, questo continuo contatto con i credenti farà sì che i membri dell’Assemblea siano a conoscenza delle opinioni e dei sentimenti della comunità e alimenterà l’attitudine alla compartecipazione e alla cooperazione così necessarie all’unità della Causa.

- INCORAGGIANO LA PARTECIPAZIONE DELLA COMUNITÀ ALLA FESTA DEL 19° GIORNO.

“… (Le Feste del 19 Giorno) offrono ai credenti una splendida opportunità per discutere a fondo le faccende della Causa e trovare modi e mezzi per perfezionare continuamene la conduzione delle attività Bahá’í.”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi ad un credente, 30 novembre 1936 (citato nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Consultazione – Riunioni Bahá’í - La Festa del diciannovesimo giorno”, pag. 69. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1980).

Perché la comunità possa esprimere pienamente i propri punti di vista, i membri dell’Assemblea staranno molto attenti a non dominare la consultazione.

La riservatezza è un altro requisito dei membri di Assemblea che si astengono dal dare quelle informazioni che l’Assemblea ha deciso di non comunicare alla comunità.

Durante la Festa del diciannovesimo giorno può accadere che i rapporti siano presentati con qualche inesattezza o errore e, piuttosto che turbare lo spirito di unità, è meglio che gli altri membri si astengano dall’intervenire.

L’Assemblea può agire più tardi facendo un annuncio durante la parte sociale, o alla successiva Festa apporta le dovute rettifiche, o in altra occasione.

Per evitare questi inconvenienti, è opportuno che l’Assemblea dedichi maggiore tempo, nelle sue sedute, a istruire il Presidente, il Segretario, il Tesoriere o qualche altro membro da essa nominato su ciò che deve essere reso noto alla Festa e come comunicarlo alla comunità. Inoltre, la Festa del diciannovesimo giorno non è la sede adatta ove portare o trattare i propri o gli altrui problemi personali, argomento questo che è stato esposto in altra sezione del manuale.

“Qualsiasi azione sia intrapresa dall’Assemblea (riguardo alle proposte e ai suggerimenti scaturiti nella precedente Festa) deve essere riferita alla susseguente Festa del 19’ Giorno”.

(citato in “Il Patto e l’Amministrazione Bahá’í”, pag. 124).

Sapere che l’Assemblea prende in considerazione tutto ciò che scaturisce dalla consultazione della Festa e che rende edotta la comunità delle relative decisioni stimola i singoli credenti a partecipare non solo alla Festa, ma alla consultazione stessa, inoltre questo modo di agire dell’Assemblea è anche un atto di cortesia verso la comunità.

“… Un credente può chiedere all’Assemblea perché abbia preso una certa decisione e può, educatamente, chiederle di riconsiderarla. Ma a questo punto deve lasciare e non continuare a turbare l’armonia degli affari locali insistendo nei suoi punti di vista”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi a un credente, 19 ottobre 1947 (citata nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Istruzioni ai credenti Bahá’í”, pagg. 39-40. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1974).

- UNIFICANO LA VOLONTÀ E LE AZIONI DELLA COMUNITÀ.

Quando i membri dell’Assemblea esemplificano le qualità precedentemente descritte, desiderano che anche i membri della comunità si comportino in modo adeguato, quindi il loro compito continua unificando le intenzioni individuali della comunità in una volontà collettiva che intraprende e sostiene le azioni dirette all’attuazione di un fine comune.

Se l’Assemblea è unita in umiltà e spirito di servizio, troverà alquanto facile destare l’interesse e unificare la volontà della comunità bahá’í.

A questo scopo assume un’importante rilevanza il piano, il quale contiene le mète e gli obiettivi della comunità in armonia con i piani internazionale e nazionale d’insegnamento.

Nel piano l’Assemblea focalizza e incanala le energie della sua comunità.

- ESPRIMONO GRATITUDINE

Lode, gratitudine e apprezzamento per i servigi resi dimostrano la stima verso il lavoro altrui contribuendo a creare un senso di soddisfazione e di appartenenza in coloro che li ricevono.

L’Assemblea in questo modo riconosce le espressioni di amore che i credenti hanno offerto a Bahá’u’lláh servendo la Sua istituzione e risponde con gratitudine per il loro lavoro e la loro lealtà.

- MANTENGONO L’UNITÀ DI FRONTE AGLI OSTACOLI

Pregiudizi, critica pedante, maldicenza sono forze disgregative che distruggono l’unità.

La migliore difesa è l’azione preventiva, cioè sviluppare nei bambini un atteggiamento bahá’í nei riguardi ditali argomenti; educare i nuovi credenti alla proibizione ditali punti negativi spiegandone i motivi; allestire istituti e classi di studio dove i credenti hanno l’opportunità di discutere le varie cause e gli effetti del pregiudizio, della critica e dalla maldicenza approfondendo gli Insegnamenti e i Princìpi bahá’í.

- AGISCONO CON UN COMPORTAMENTO CHE NON CONTRADDICE LO SPIRITO BAHÁ’Í

Esemplificare le virtù divine (lealtà, onestà, cortesia, perdono, gentilezza, fidatezza, pulizia, reverenza, moderazione, decenza e modestia) incrementa l’unità nella comunità, perché mette ognuno in armonia con il volere di Dio che è la più piena realizzazione del Suo scopo.

È da ricordare che la disputa è sorgente di malessere. Infatti, ‘Abud’l-Bahá denuncia con vigore la contesa e si appella ai credenti perchè dimentichino le loro divergenze e differenze per amore della Causa. L’unità è così essenziale che infrangerla, anche per sostenere il vero, è un errore.

- PROMUOVONO L’UNITÀ MEDIANTE LE FUNZIONI LEGISLATIVA, GIUDIZIARIA, PROTETTIVA.

A questo proposito, si vedano le tre sezioni trattate precedentemente.

L’Assemblea Spirituale Locale ha rapporti non solo con la sua comunità, infatti la interdipendenza e la cooperazione con le altre Assemblee Spirituali Locali, i Membri del Consiglio Ausiliario, i Comitati Nazionali e l’Assemblea Spirituale Nazionale si fanno sempre più evidenti ed assumono una maggiore rilevanza quanto più l’Assemblea Locale cresce e si sviluppa.

I corretti rapporti con le altre Istituzioni favoriscono e incrementano lo spirito di unità che si espande a tutti i livelli.

RAPPORTI CON LE ALTRE ASSEMBLEE SPIRITUALI LOCALI

L’articolo IV dello Statuto di un’Assemblea Spirituale Locale tratta l’argomento.

RAPPORTI CON I MEMBRI DEL CONSIGLIO AUSILIARIO E I LORO ASSISTENTI

Nelle precedenti sezioni si sono fatti alcuni cenni, in quanto nelle sue funzioni protettive e unificatrici l’Assemblea si avvale dell’opera e dei consigli dei Membri del Consiglio Ausiliario e dei loro Assistenti. Ma il ruolo sussidiario dei membri del Consiglio Ausiliario e dei loro Assistenti, oltre che alla Protezione della Fede, è rivolto anche alla Propagazione della Fede, perciò l’Assemblea cerca la loro collaborazione e il loro consiglio nel fare piani, nel rivitalizzare lo spirito dell’Assemblea stessa e della comunità, nel realizzare progetti, ecc.

Si riportano tre brani della Casa Universale di Giustizia, citati nel “Piano Settennale 1979-1986”, pagg. 41-42-43.

“È a questo livello della vita comunitaria bahá’í”/, base della struttura amministrativa della Fede, che tanto spesso troviamo una mancanza di forza ed efficienza adeguate. E a questo livello che il nostro amato Custode esortò i Membri del Consiglio Ausiliario a mettersi in contatto con Assemblee Spirituali Locali, gruppi, centri e singoli credenti e, per mezzo di visite periodiche e sistematiche alle località e di uno scambio di lettere contribuire a favorire gli interessi del Piano, aiutare affinché le mète siano efficientemente e rapidamente perseguite, vegliare sulla sicurezza della Fede, stimolare e rafforzare il lavoro di inseguanti e pionieri, far capire agli amici l’importanza dello sforzo, dell’iniziativa e del sacrificio personale, e incoraggiarli a partecipare alle attività Bahá’í e ad essere sempre uniti”.

- (da un messaggio al Corpo dei Consiglieri Continentali, scritto il 17 novembre 1971).

“Le funzioni dei membri del Consiglio Ausiliario e dei loro assistenti, enunciate pocanzi in relazione ai servizi degli assistenti, “devono essere le seguenti: attivare e incoraggiare le Assemblee Spirituali Locali, richiamare l’attenzione dei membri delle Assemblee Spirituali Locali sull’importanza di riunirsi regolarmente, incoraggiare le comunità locali a riunirsi per le Feste del i 9 Giorno e i Giorni Sacri, aiutare i loro compagni di fede ad approfondire la loro comprensione degli Insegnamenti...”.

- (da un messaggio ai Bahá’í del mondo, scritto il 7 ottobre 1973).

“Confidiamo che l’istituzione del Corpo dei Consiglieri offra il proprio valido aiuto e, mediante il contatto tra Consiglieri e amici, mediante i loro Consigli Ausiliari e i loro assistenti, alimenti le radici di ogni assemblea locale, arricchisca e coltivi il suolo della conoscenza degli insegnamenti e l’irrighi con le acque vive dell’amore per Bahá’u’lláh. Così i virgulti diverranno alberi possenti e gli alberi produrranno il loro aureo frutto”.

- (da una lettera a tutte le Assemblee Spirituali Nazionali, scritta il 25 maggio 1975).

Il rapporto dell’Assemblea Spirituale Locale con i Membri del Consiglio Ausiliario è quello di amorevole collaborazione. L’Assemblea, perciò, è in continuo contatto con i Membri del Consiglio assegnati alla sua area, li invita a visitare la comunità, condivide con loro i suoi programmi, chiede consigli quando pensa che ciò sia necessario, e se crede invia loro copia dei verbali.

Per incrementare e facilitare il loro lavoro i Membri del Consiglio Ausiliario nominano degli assistenti che agiscono a loro nome.

Una stretta collaborazione fra le due istituzioni fa sì che i piani dell’Assemblea trovino una più pronta ed efficace realizzazione.

RAPPORTI CON I COMITATI NAZIONALI

I Comitati Nazionali sono le braccia operative dell’Assemblea Spirituale Nazionale e formati da credenti esperti nei differenti campi di servizio.

Il rapporto tra le Assemblee Spirituali Locali e i Comitati Nazionali risulta pertanto di reciproca collaborazione e arricchimento nel servizio alla Causa al fine di concretizzare nel miglio modo possibile le indicazioni dell’Assemblea Spirituale Nazionale in ambito locale.

“Le Assemblee Spirituali Nazionali in consultazione con i Consiglieri devono valersi dei servigi dei membri del Consiglio Ausiliario e dei loro assistenti, i quali, assieme a “gli insegnanti viaggianti scelti dall’Assemblea o dai suoi Comitati per l’Insegnamento, devono essere continuamente incoraggiati a condurre corsi di approfondimento ... e a visitare regolarmente le Assemblee Spirituali Locali …”.

- La Casa Universale di Giustizia (citata nel “Piano Settennale 1979-1986”, pagg. 38-39).

RAPPORTI CON L’ASSEMBLEA SPIRITUALE NAZIONALE

“Proprio come i singoli credenti sono obbligati a sostenere la loro Assemblea Spirituale per mantenere la unità della Fede ed il rafforzamento del suo - ancora embrionico - Ordine Mondiale, così le Assemblee debbono obbedire e sostenere i loro rappresentanti Nazionali.

Più stretta sarà la collaborazione fra le Assemblee Locali e Nazionali, maggior sarà il potere e lo splendore che può e deve fluire da queste istituzioni ai ranghi sofferenti dell’umanità”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi ad un credente, 29 luglio 1942 (citata nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Istruzioni ai credenti Bahá’í”, pag. 40. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1974).

“Ed ora, mentre guardo al futuro, spero di vedere in ogni tempo ed in ogni terra gli amici di ogni corrente, sia di pensiero che di carattere, raccogliersi attorno ai loro centri di attività locali e specialmente nazionali, per sostenerne e promuoverne gli interessi, con completa unanimità e contentezza, perfetta comprensione, genuino entusiasmo e costante vigore. Questa è invero l’unica gioia e l’unico desiderio della mia vita, poiché essa è la sorgente dalla quale fluiranno tutte le future benedizioni, l’ampia base su cui dovrà alla fine dimorare la sicurezza del Divino Edificio”.

- Shoghi Effendi (da “Bahá’í Administration”, p. 67 e citata nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Istruzioni ai credenti Bahá’í”, pagg. 42-43. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1974).

FUNZIONI ESECUTIVE

I piani e le decisioni di un’Assemblea Spirituale Locale riguardano le sue funzioni legislativa, giudiziaria o protettiva le quali richiedono un’azione esecutiva.

L’efficacia di un corpo amministrativo si basa sulla sua abilità a dirigere efficientemente, coordinare e controllare i servizi altrui. Infatti, per eseguire le decisioni prese, l’Assemblea ha bisogno dei servizi dei membri della comunità la cui conoscenza ed esperienza, perizia e talenti vengono impiegati in compiti e responsabilità che richiedono specifici requisiti, conseguendo così tre obiettivi:

- sviluppare la capacità di lavorare efficientemente in gruppi;

- procurare esperienze che favoriscano l’unità;

- evitare che individui capaci e attivi cerchino “di trovare altrove un campo di lavoro nel quale possano usare le loro energie”.

Nelle sue funzioni esecutive l’Assemblea, quindi, si vale principalmente dei suoi membri che ricoprono una carica, di comitati e di singoli individui da essa nominati ai quali assegna determinati compiti e specifiche responsabilità, li autorizza ad agire (in modo che possano, comitati e singoli individui, realizzare e portare a compimento i loro incarichi) e sui quali eserciterà “una sorveglianza generale e costante”. L’argomento delle funzioni delle cariche in seno all’Assemblea è stato trattato nella sezione dell’organizzazione dell’Assemblea Spirituale.

COMITATI

“… In qualsiasi località ove la Causa sia abbastanza sviluppata, per assicurare l’efficienza ed evitare confusione, ognuna di queste molteplici funzioni deve essere affidata ad uno speciale comitato responsabile verso l’Assemblea, eletto da questa fra gli amici ditale località, e sul lavoro del quale l’Assemblea dovrà esercitare una sorveglianza generale e costante”.

- Shoghi Effendi (citato in “Il Patto e l’Amministrazione Bahá’í”, pag. 117).

La formazione dei comitati viene vista in rapporto alla totalità della comunità.

Quando un’Assemblea si accinge a nominare i comitati, per determinarne il numero e il tipo si basa sulla quantità e qualità del lavoro da svolgere secondo il suo piano, sulle capacità e talenti disponibili nella comunità e sulle risorse economiche.

Per formare i comitati e scegliere i membri da nominare, schematizzando, si possono delineare i seguenti punti:

- totalità della comunità;
- conoscenza delle risorse disponibili;

- determinare, in termini specifici, i compiti, i tempi e il modo di operare del comitato;

- il numero dei membri;

- chi può meglio svolgere la funzione in quel comitato;

- disponibilità di tempo, da parte dei membri, da dedicare al lavoro del comitato;

- come esercitare la supervisione sul comitato.

L’Assemblea nomina un comitato quando un aspetto specifico del suo lavoro è così importante e di così vasta portata nel suo scopo che dev’essere assolutamente attuato, se essa non ha il tempo di farlo.

Per adempiere le sue responsabilità verso Dio e verso la comunità, l’Assemblea, quindi, ha bisogno di essere sicura che il lavoro assegnato ai suoi delegati sia portato a termine, perciò uno dei suoi più vitali doveri è quello di esercitare una costante e attiva supervisione sui comitati.

Nella lettera di nomina generalmente l’Assemblea specifica:

- nome e cognome dei membri nominati;

- il membro convocatore (scelto dall’Assemblea fra i membri nominati, il quale indice la prima riunione);

- le mète e i compiti assegnati al comitato;
- i Fondi assegnati;

- che tutto il lavoro del comitato (piani, progetti, verbali, relazioni, rapporti e corrispondenza con l’esterno, ecc.) è sempre soggetto alla supervisione e all’approvazione dell’Assemblea stessa;

- che l’Assemblea può avere in qualunque momento incontri di consultazione con i suoi comitati.

NOTE

L’Assemblea, chiarite tutte le procedure ai comitati, fa si che essa stessa nel corso dell’anno ne studi i piani e i progetti, ne legga i verbali e rapporti, ne riesamini i risultati ottenuti in modo da potere diagnosticare le condizioni dei comitati e valutarne i bisogni.

Un’Assemblea che sovrintende con cura i suoi comitati saprà quando è necessario lodarli, incoraggiarli, guidarli ed educarli. D’altra parte, un comitato seguito da un’Assemblea sensibile lavorerà con energia ed efficienza e, alla fine, avrà bisogno di ben poco controllo.

Nei comitati locali, l’Assemblea Spirituale Locale può nominare solo membri appartenenti alla propria comunità, o in alternativa, incoraggiare la formazione di gruppi di lavoro con amici della stessa area.

I comitati insegnamento di area vengono nominati dai Consigli Baha’í.

IL COMITATO: GESTIONE - FUNZIONI DELLE CARICHE

Una vasta porzione del lavoro di un’Assemblea è assunta dai comitati, perciò il loro addestramento e controllo sono cruciali.

Approfondire la conoscenza, da parte dei comitati, dei principi fondamentali e delle tecniche di una sana gestione, incrementerà la loro abilità ad effettuare il mandato dell’Assemblea e accelererà la marcia della Causa di Dio.

È possibile che l’Assemblea desideri redigere un allegato alla lettera di nomina con alcuni punti essenziali per una corretta gestione del comitato:

- il membro convocatore indice la prima riunione;

- elezione delle cariche interne (Presidente, Vice Presidente, Segretario e Tesoriere sono eletti a maggioranza assoluta da tutti i membri del comitato, con voto segreto);

- capire le mète e i compiti assegnati dall’Assemblea;

- consultarsi su come realizzare le mète;

- sottoporre il piano all’approvazione dell’Assemblea;

- presentare regolarmente verbali e rapporti all’Assemblea.

PRESIDENTE

- aiuta il comitato ad attenersi strettamente alle fasi della consultazione;

- mantiene l’ordine;

- ha cura che ciascun membro liberamente e moderatamente esprima la propria opinione;

- prepara l’agenda della riunione, di solito con l’aiuto del Segretario;

- se necessario, indìce riunioni in aggiunta a quelle stabilite dal comitato.

VICE PRESIDENTE
- agisce in assenza del Presidente
SEGRETARIO

- tiene in contatto il comitato con l’Assemblea e con la comunità;

- legge la posta e la classifica per collocarla in agenda;

- aiuta il Presidente a preparare l’agenda;

- mantiene e cura l’archivio della posta ricevuta e spedita;

- informa i membri del comitato dell’ora e del luogo delle riunioni indette dal Presidente;

- redige il verbale delle riunioni nel più breve tempo possibile;

- dà una copia dei verbali al Segretario dell’Assemblea subito dopo la loro stesura;

- trattiene una copia dei verbali per l’archivio del comitato;

- compila il rapporto annuale da presentare all’Assemblea entro il tempo stabilito dall’Assemblea stessa.

TESORIERE
- amministra il Fondo del comitato;
- presenta regolari rapporti al comitato.
COMUNICAZIONI

L’Assemblea, per mantenere i contatti con la sua comunità e con l’esterno, ha bisogno di comunicare.

Infatti, l’Assemblea condivide informazioni, sensibilizza e stimola all’azione, coordina le attività.

Le comunicazioni possono essere trasmesse in forma orale o scritta. È molto importante per un’Assemblea curare entrambe le forme per evitare malintesi, fraintendimenti, disguidi o perdita di tempo.

Per ottenere una corretta e comprensibile comunicazione è opportuno prendere in considerazione i seguenti punti:

- Enunciare chiaramente lo scopo e i punti essenziali dei messaggi.

Un linguaggio semplice e appropriato, una forma scorrevole e lineare danno chiarezza al contenuto.

Se è desiderio dell’Assemblea fare riferimento agli Scritti, o essa stessa ne sceglie i brani o incarica il Segretario indirizzandone la scelta. E essenziale curare che gli Scritti siano riportati con esattezza e che sia specificata la fonte da cui provengono.

- Stabilire il tono appropriato da dare al messaggio.

Il tono delle comunicazioni varia secondo il tipo di messaggio e in relazione all’effetto che l’Assemblea desidera suscitare nel destinatario o destinatari: congratulazione, incoraggiamento, rimprovero, lode, rispetto (in particolare verso le altre Istituzioni), ringraziamento, ecc., ma il tono cortese pervade sempre ogni forma e ogni tipo di comunicazione.

È da evitare il tono autoritario o dominatore.

L’Assemblea esprime la sua autorità in maniera che aiuti e incoraggi chi riceve il messaggio.

- Scegliere la forma della comunicazione: verbale o scritta.

Lo scritto è permanente, l’orale è conveniente.

L’Assemblea, in relazione all’importanza o alla sicurezza che desidera avere riguardo alla comprensione del messaggio, sceglie la prima forma, cioè lo scritto che è saggio far seguire anche dopo una conversazione o in seguito a un messaggio trasmesso verbalmente.

È ovvio che molte comunicazioni non hanno bisogno di essere scritte.

- Trasmettere le comunicazioni in tempo.

Oltre ad essere un atto di cortesia, l’efficienza di un’Assemblea dipende soprattutto dalla tempestività e dalla correttezza con cui mantiene i contatti epistolari o telefonici o diretti nell’ambito della sua comunità, del mondo bahá’í in generale e del mondo esterno.

- Delegare la responsabilità di trasmettere le comunicazioni.

Il Segretario è il portavoce dell’Assemblea e di solito comunica i messaggi a nome dell’Assemblea.

In alcuni casi l’Assemblea può desiderare che un altro suo membro o un credente la rappresentino e questi si presenteranno come tali, dicendolo chiaramente all’interlocutore o interlocutori, o firmando lo scritto.

Un fattore della massima importanza è questo: il Segretario è responsabile di avere la certezza, prima della fine della seduta, di avere compreso bene il contenuto, la forma, il tono, la scadenza del messaggio da trasmettere.

Fuori della seduta di Assemblea, ogni domanda trova risposta nella lettura dei verbali.

- Revisione delle comunicazioni.

L’Assemblea è responsabile di tutte le comunicazioni del suo Segretario e dei suoi comitati, perciò stabilisce come e quando fare la revisione.

È essenziale che ogni tipo e forma di comunicazione riflettano la volontà e lo spirito dell’Assemblea.

Le comunicazioni possono classificarsi nelle seguenti categorie: corrispondenza, rapporti, bollettini o notiziari.

CORRISPONDENZA (POSTA)

L’Assemblea di solito riceve e invia lettere, circolari o altri tipi di messaggi scritti.

La posta diretta all’Assemblea è indirizzata al suo Segretario che immediatamente la apre, la legge e la include nell’agenda della riunione di Assemblea per la consultazione.

Quando l’urgenza di una comunicazione lo richiede, il Segretario avvisa il Presidente e gli altri membri dell’Assemblea facendoli partecipi della comunicazione.

Tutte le comunicazioni ricevute dall’Assemblea sono trascritte sui verbale, anche quelle trasmesse a voce al Segretario, il quale ne annota i punti principali al fine di poter riportare la comunicazione nel modo più accurato.

Il materiale ricevuto, una volta che è stato trascritto sui verbali, viene archiviato, scartando quello scaduto o privo di valore.

È da ricordare che anche le proposte, le raccomandazioni e i suggerimenti fatti dalla comunità alla Festa del diciannovesimo giorno fanno parte delle comunicazioni ricevute dall’Assemblea. Inoltre, l’Assemblea decide quali comunicazioni di generale interesse sono da condividere con la comunità alla Festa del diciannovesimo giorno, sede in cui sono riportati anche gli esiti delle proposte fatte nella Festa precedente.

Siccome è veramente importante evitare ritardi e disguidi di informazioni, l’Assemblea disporrà che tutte le comunicazioni speciali o urgenti d’interesse generale siano date alla prossima Festa del diciannovesimo giorno anche quando essa stessa non abbia potuto prenderne visione essendo giunte dopo la sua riunione.

Fanno parte delle comunicazioni all’Assemblea quelle informazioni o notizie di cui altri suoi membri abbiano avuto occasione di venire a conoscenza tramite osservazioni o conversazioni con amici.

Tali informazioni o notizie informali sono prese in considerazione dall’Assemblea, per quanto sia desiderabile che i membri di Assemblea evitino di raccogliere informazioni senza l’autorizzazione dell’Assemblea e che essi stessi incoraggino gli amici a mandare le informazioni all’Assemblea tramite i corretti canali amministrativi (per es. lettere) piuttosto che rivolgersi ai suoi singoli membri.

L’Assemblea è responsabile del contenuto delle lettere scritte a suo nome dal Segretario, o da qualche altro suo membro, il quale si attiene alle istruzioni dategli dall’Assemblea, quindi scrive la lettera e la spedisce il più presto possibile.

In alcuni casi l’Assemblea può desiderare di esaminare la minuta di lettere, di rapporti o relazioni per approvarne il testo.

Tutte le comunicazioni dell’Assemblea, scritte o riferite verbalmente, sono trascritte sui verbali e una copia di tutti gli scritti rimangono nell’archivio.

È opportuno che la corrispondenza dell’Assemblea sia scritta su carta intestata, abbia l’indirizzo completo dell’Assemblea; sia datata; riporti la data della lettera cui si fa riferimento, se è una lettera di risposta; riporti per esteso, evitando diminutivi e abbreviazioni, il nome e il cognome delle persone menzionate e il loro indirizzo, se l’avessero cambiato (particolare importante nei casi di richiesta di divorzio); includa anche il cognome da nubile di una donna sposata se ciò ne facilita l’identificazione; sia firmata da chi l’ha scritta, cioè dal Segretario o da qualche altro membro dell’Assemblea.

La leggibilità dello scritto e l’invio di lettera separata a ciascun individuo nominato, nei casi di lettera di nomina e di rapporti, sono dimostrazione di rispetto e di cortesia.

RAPPORTI

Di solito l’Assemblea riceve rapporti dal suo Segretario, dal suo Tesoriere, dai suoi comitati.

È vitale per l’Assemblea avere regolari rapporti per due specifici motivi:

- seguire il progresso della comunità,

- supervisionare i membri che ricoprono una carica e i comitati locali.

Perché la consultazione dell’Assemblea sia efficace e si guadagni tempo durante le sedute, è necessario che il Segretario informi l’Assemblea di tutto ciò che accade preparando un rapporto nel quale appaiono una lista di voci, con un breve preambolo per ogni voce, e un consuntivo della corrispondenza.

Il Segretario è responsabile di far presente all’Assemblea l’eventuale mancato arrivo dei verbali o rapporti dei comitati locali o delle risposte alle comunicazioni dell’Assemblea e poi l’Assemblea prenderà delle decisioni in merito, in quanto è sua responsabilità esercitare il controllo sui suoi comitati e sull’opera dei responsabili o incaricati ai quali ha affidato dei compiti specifici.

BOLLETTINI – NOTIZIARI

Un altro mezzo di comunicazione tra l’Assemblea Spirituale Locale e la comunità è il bollettino o notiziario.

Naturalmente questo tipo di comunicazione non sostituisce il notiziario nazionale, anzi la sua funzione è da considerarsi sussidiaria. Infatti, il bollettino o notiziario locale ha la funzione di diffondere le notizie che riguardano lo sviluppo della Causa nella comunità locale e di ispirare e interessare gli amici alle attività locali.

L’Assemblea Spirituale Locale è responsabile di questa attività, per cui nomina l’editore quale supervisore della raccolta degli articoli, della impaginazione, del formato e della distribuzione del bollettino o notiziario.

Questo lavoro ne comporta altri, quali, per esempio, scrivere gli articoli, fare ricerche dagli Scritti, dattilografare, ciclostilare, fotocopiare, scrivere indirizzi, ecc., così diversi giovani e adulti della comunità hanno la possibilità di esprimere le loro capacità e competenza. Nel bollettino o notiziario, appaiono il titolo, il nome e l’indirizzo dell’editore, il mese e l’anno (in aggiunta alla data del calendario Gregoriano può essere usata la data del calendario Bahá’í).

Quando s’intraprende una tale attività, è desiderabile che la pubblicazione del bollettino o notiziario sia regolare, perciò diventa essenziale che l’editore stabilisca due inderogabili termini di tempo: la data entro la quale egli deve avere tutti gli articoli e il materiale e la data in cui tutta la redazione deve essere completa, e pronta la copia da fotocopiare o ciclostilare.

In genere il bollettino o notiziario riporta i rapporti di eventi recenti; la data di programmi regolari, di eventi speciali e di attività bahá’í; i rapporti delle attività dei giovani; una sezione che annuncia mète locali e il progresso nel conseguimento di queste mète; i rapporti riguardanti eventi locali, matrimoni, nascite, ecc.

Sono da evitare l’uso di lunghi brani tratti dagli Scritti Bahá’í e di asserzioni non autentiche attribuite agli scritti bahá’í; disegni e fotografie delle Figure Centrali della Fede; duplicazioni di materiale pubblicato nei bollettini o notiziari nazionali; gli errori, il tono negativo, espressioni “disinvolte” e in gergo.

Un’accurata presentazione e uno stimolante contenuto incentiveranno gli amici alla lettura e alla collaborazione dando all’Assemblea un’altra opportunità di mettere in evidenza quei punti che essa ritiene più importanti al progresso della Causa.

IL FONDO BAHÁ’Í

“… e poiché il progresso e lo svolgimento delle attività spirituali dipendono e sono condizionati dai mezzi materiali, è assolutamente necessario che subito dopo la formazione delle Assemblee Spirituali sia locali che nazionali, venga costituito un Fondo Bahá’í da porsi esclusivamente sotto il controllo dell’Assemblea Spirituale. …”.

- Shoghi Effendi all’Assemblea Spirituale Nazionale degli Stati Uniti e Canada, 12 Mirza 1923 (“Bahá’í Administration”, pagg. 41-42 e citato nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Istruzioni ai credenti Bahá’í”, pag. 47. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1974).

Le maggiori istituzioni della Fede Bahá’í: la Casa Universale di Giustizia, l’Assemblea Spirituale Nazionale, i Consigli Baha’í, le Assemblee Spirituali Locali, il Corpo dei Consiglieri Continentali, sono sostenute rispettivamente dai Fondi: Internazionale, Nazionale, Locale, Continentale.

I principi fondamentali sui quali si basa il Fondo Bahá’í possono sintetizzarsi come segue:

- Il Fondo è il mezzo indispensabile per la crescita e l’espansione dell’Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh.

- Sostenere il Fondo è privilegio riservato solo a coloro che hanno dichiarato la loro fede in Bahá’u’lláh.

- Contribuire regolarmente al Fondo, non importa quanto piccola la somma, è sacro obbligo di ogni credente.

- La contribuzione è volontaria.

- Dare con regolarità e sacrificio è crescere spiritualmente.

CONTRIBUZIONI AL FONDO BAHÁ’Í

Contribuire con regolarità al Fondo Bahá’í è molto importante, perché assicura la stabilità finanziaria da cui ora dipende così tanto il progresso delle istituzioni della Fede.

A tale proposito, è desiderabile che le contribuzioni siano fatte almeno una volta ogni diciannove giorni, seguendo il calendario Bahá’í, dagli individui all’Assemblea Locale e da questa all’Assemblea Nazionale, un metodo questo che può favorire la pianificazione della vita individuale e quella dell’Assemblea Spirituale.

Bambini, giovani e adulti possono dare ai Fondi Bahá’í con l’intento di promuovere gli interessi della Causa a livello locale, nazionale e internazionale.

Non sono accettati aiuti finanziari da parte di non bahá’í per essere usati in specifiche attività amministrative della Fede quali, per esempio, Fondo per la costruzioni di Templi o Fondi Bahá’í locali e nazionali.

Le donazioni ricevute da non Bahá’í sono usate dall’Assemblea Spirituale Locale ai fini filantropici, specificando questo fatto al donatore.

Individui e Assemblee Locali sono liberi di destinare le loro contribuzioni a una specifica voce dei Fondi, tuttavia è desiderabile che le Assemblee Locali e Nazionali possano a loro discrezione usare il Fondo per quello che ritengono più urgente e necessario.

RESPONSABILITÀ DELL’ASSEMBLEA SPIRITUALE LOCALE

Il Fondo Bahá’í è vitale tanto alla crescita della Causa quanto al progresso spirituale dell’individuo, perciò l’Assemblea fa in modo che ai credenti sia data ampia opportunità di approfondire la loro comprensione della natura spirituale del Fondo.

La Festa del diciannovesimo giorno offre al Tesoriere un’eccellente occasione di dare una breve ed ispirante presentazione del Fondo.

È opportuno che l’Assemblea, nel suo insieme, prenda un ruolo attivo nel programmare queste presentazioni alla comunità.

L’Assemblea Spirituale Locale è, quindi, responsabile di istituire il Fondo Bahá’í, così come delle registrazioni e dell’operato del Tesoriere, perché sua è la responsabilità di tradurre in termini finanziari le mète e gli obiettivi prefissi facendo un piano finanziario e perché approva tutte le transazioni finanziarie che il Tesoriere effettua a suo nome.

In sintesi: la mansione di gestire le risorse finanziarie della comunità spetta all’intera Assemblea, il Tesoriere effettua i dettagli della contabilità.

Il registro delle entrate e delle uscite, le ricevute, le fatture, ecc, sono proprietà dell’Assemblea Spirituale e, come tali, sono sempre a sua disposizione: il Tesoriere le ha in custodia fino a quando sarà in carica.

Tutta la documentazione finanziaria ha carattere riservato, perciò a nessun individuo è dato accesso ai registri del Tesoriere eccetto che con il consenso dell’Assemblea Spirituale, come nel caso dell’annuale revisione dei conti fatta da tre revisori nominati dall’Assemblea.

L’Assemblea, in ogni sua seduta, è responsabile di esaminare accuratamente il rapporto finanziario, sottoposto dal Tesoriere alla sua approvazione che viene trascritta sul verbale con delibera numerata.

L’Assemblea revisiona ed approva anche il rapporto Finanziario Annuale che il Tesoriere presenta alla comunità durante la Riunione Annuale del 21 Aprile.

IL TESORIERE

Una delle cariche di maggiore responsabilità è quella del Tesoriere dell’Assemblea Spirituale Locale, perciò è necessario che la sua posizione sia pienamente compresa da tutti i membri della comunità.

L’Assemblea Spirituale Locale, infatti, delega molte delle sue responsabilità di gestione degli affari finanziari della comunità al Tesoriere, il quale rende effettive le decisioni dell’Istituzione nel modo e nei tempi da essa indicati.

Il Tesoriere, inoltre, come rappresentante dell’Assemblea Spirituale Locale, è responsabile di educare, ispirare gli amici accentuando in modo particolare l’importanza spirituale dell’istituzione del Fondo Bahá’í’. Infatti è vitale che i credenti si rendano conto che l’atto di dare materiale si trasforma in mezzo di progresso spirituale, non solo per l’individuo stesso, ma per l’intera comunità.

Vista in questo contesto, la funzione del Tesoriere trascende ogni considerazione materiale.

Le funzioni del Tesoriere, elencate in modo dettagliato, sono esposte alle pagg. 25-26.

IL RAPPORTO DEL TESORIERE ALL’ASSEMBLEA SPIRITUALE

Il Tesoriere prepara il rapporto finanziario che sottopone alla revisione e approvazione dell’Assemblea Spirituale quando questa si riunisce.

Nel Rapporto del Tesoriere sono riportate alcune voci alle quali corrisponde un numero espresso un cifra:

- Saldo precedente

- Entrate (specificando se sono contribuzioni o di altra natura)

- Spese (autorizzate dall’Assemblea) specificate in modo dettagliato e con il totale finale

- Saldo attuale
- Fatture in sospeso
- Situazione “Promessa al Fondo Nazionale”.

Il Rapporto presentato dal Tesoriere viene integralmente trascritto sul verbale, o allegato al verbale se scritto su foglio separato, e quando risulta invariato, si riporta sul verbale il saldo del precedente Rapporto specificandone il motivo.

A metà anno, o più spesso secondo il desiderio dell’Assemblea, il Tesoriere sottopone all’Assemblea le entrate e le spese effettuate comparate alla somma promessa dalla comunità.

Uno dei mezzi di cui l’Assemblea si può valere per capire lo stato globale della comunità, è sapere dal Tesoriere, a determinati intervalli di tempo, la percentuale di partecipazione della comunità al Fondo.

Questa valutazione, secondo i dati che ne emergono, suggerirà anche che cosa può essere fatto nel caso in cui la comunità non vada incontro alla sua mèta finanziaria o l’abbia già superata.

IL RAPPORTO DEL TESORIERE ALLA COMUNITÀ

Nel rapporto che il Tesoriere presenta alla comunità durante la Festa del diciannovesimo giorno, si possono includere diverse informazioni per renderlo più interessante e stimolante.

* Lo stato del Fondo Nazionale:
- notizie desunte dai notiziari nazionali;

- grafico della mèta di contribuzione al Fondo Nazionale;

- altre notizie varie concernenti il Fondo Nazionale,

* Lo stato del Fondo Locale:
- il grafico della mèta al Fondo Locale;

- il grafico della partecipazione locale ai Fondi;

- il sommario del Rapporto finanziario.
* Una breve presentazione:

- ampliare la consapevolezza della comunità sull’importanza spirituale del Fondo;

- stimolare la partecipazione universale nel dare al Fondo Locale.

La lettura di brani scelti dagli Scritti che danno enfasi alla natura spirituale del Fondo e che spiegano gli effetti del dare con sacrificio, storie ispiranti di sacrificio personale, l’uso di materiali audiovisivi e altri sussidi possono rendere più attraente e varia la presentazione del Rapporto del Tesoriere.

HuqúqU’LLÁH - IL DIRITTO DI DIO

“Il pagamento dell’Huqú’q è un obbligo spirituale; le Assemblee non devono obbligare gli amici a pagarlo, ma incoraggiarli ad adempiere a questo sacro obbligo imposto loro dall’Aqdas”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi (citata in “Lights of Guidance”, n. 555).

Questa legge non è ancora in vigore per i credenti occidentali, ma poiché è una legge dell’Aqdas gli amici occidentali dovrebbero sentirsi stimolati al privilegio di applicarla volontariamente.

IL CALENDARIO BAHÁ’Í

Bahá’u’lláh ordinò a Nabíl, l’autore del libro “Gli Araldi dell’Aurora”, di trascrivere il Calendario Badí dal “Kitáb-I-Asmá” (Il Libro dei Nomi), una opera del Báb scritta in lingua araba.

Nabíl compose una esposizione in versi e prosa del calendario e la presentò a Bahá’u’lláh.

“L’anno Bahá’í composto di diciannove mesi e ciascun mese di diciannove giorni (cioè 361 giorni), con l’aggiunta di alcuni ‘Giorni Intercalari (quattro negli anni ordinari e cinque nei bisestili) fra il diciottesimo e il diciannovesimo mese, allo scopo di far coincidere il calendario con l’anno solare.

Il Báb chiamò i mesi col nome degli attributi di Dio.

Il capodanno Bahá’í come il capodanno dell’antica Persia, è fissato astronomicamente all’equinozio di primavera (di solido il 21 Mirza) e l’Era Bahá’í comincia con l’anno della Dichiarazione del Báb (1844 dopo Cristo; 1269 dell’Egira).”.

- J.E. Esslemont ( “Bahá’u’lláh e la Nuova Era”, pag. 253. Casa Editrice Bahá’í, Roma VI Ed. 1983).

Il Báb ha diviso gli anni che seguono la data della Sua Dichiarazione in cicli di 19 anni ciascuno.

Ogni ciclo di 19 anni è chiamato Váhid.

19 Váhid costituiscono un periodo chiamato Kull-i-Shay’.

Váhid significa unità ed è il simbolo dell’Unità di Dio.

19 giorni = 1 mese
19 mesi = 1 anno
19 anni = 1 Váhid
19 Váhid = 1 Kull-i-Shay’
Il giorno Bahá’í inizia e finisce al tramonto.
I nomi dei giorni della settimana sono:
1° Jalál – sabato – Gloria
2° Jamál – domenica – Bellezza
3° Kamál – lunedì – Perfezione
4° Fidál – martedì – Grazia
5° ‘Idál – mercoledì – Giustizia
6° Istijlál – giovedì – Maestà
7° Istiqlál – venerdì – Indipendenza
Anniversari, Festività, Giorni del Digiuno

- Festa del Ridvan (Dichiarazione di Bahá’u’lláh) - 1863 - 21 Aprile - 02 Maggio

- Dichiarazione del Báb - 1844 - 23 Maggio

- Ascensione di Bahá’u’lláh - 1892 - 29 Maggio

- Martirio del Báb - 1850 - 09 Luglio
- Nascita del Báb - 1819 - 20 Ottobre

- Nascita di Bahá’u’lláh - 1817 - 12 Novembre

- Giorno del Patto - 26 Novembre

- Ascensione di ‘Abud’l-Bahá - 1921 - 28 Novembre

- Periodo del Digiuno - mese di ‘Alá con inizio dal - 02 Mirza

- Festa del Naw-Rúz - 21 Mirza

Quando l’equinozio di primavera precede il tramonto, il giorno di “Naw-Rúz”, (Anno Nuovo Bahá’í) cade il 21 Mirza, quando l’equinozio di primavera ha luogo dopo il tramonto, il “Naw-Rúz” cade il 22 Mirza e tutto il periodo del Ridvan viene spostato di un giorno. Attualmente in Occidente, il Naw-Rúz si celebra sempre il 21 Mirza.

I nome dei mesi sono gli stessi di quelli dei giorni di ciascun mese, inoltre ciascun anno di un Váhid ha un nome.

CALENDARIO e FESTA DEL 19o GIORNO
I nomi dei mesi Nomi degli anni
e dei giorni del mese di un Váhid
1° Bahá – Splendore – 21 Mirza – 1° Alif – A.
2° Jalál – Gloria – 09 aprile – 2° Bá’ – B.

3° Jamál – Bellezza – 28 aprile – 3° Ab – Padre

4° ‘Azamat – Magnificenza – 17 maggio – 4° Dál – D.

5° Núr – Luce – 05 giugno – 5° Báb – Porta

6° Rahmat – Misericordia – 24 giugno – 6° Váv – V.

7° Kalimát – Parole – 13 luglio – 7° Abad – Eternità

8° Kamál – Perfezione – 01 agosto – 8° Jád – Generosità

9° Asmá’ – Nomi – 20 agosto – 9° Bahá – Splendore

10° ‘Izzat – Possanza – 08 settembre – 10° Hubb – Amore

11° Mashiyyat – Volontà – 27 settembre – 11° Bahháj – Delizioso

12° ‘Ilm – Sapienza – 18 ottobre – 12° Javab – Risposta

13° Qudrat – Forza – 04 novembre – 13° Ahad – Uno

14° Qawl – Favella – 23 novembre – 14° Vahháb – Munifico

15° Masá’il – Domande – 12 dicembre – 15° Vidád – Affetto

16° Sharaf – Onore – 31 dicembre – 16° Badí – Principio

17° Sultán – Sovranità – 19 gennaio – 17° Bahá – Fulgente

18° Mulk – Dominio – 07 febbraio – 18° Abhá – Il Più Fulgente

19° ‘Alá’ – Sublimità – 02 Mirza – 19° Váhid – Unità

I Giorni Intercalari (Ayyám-i-Há) vanno dal 26 febbraio al 1° Mirza inclusi.

Giorni Sacri Bahá’í durante i quali i credenti bahá’í sospendono il lavoro.

1° – 21 Mirza – Festa di Naw-Rúz

2° – 21 Aprile – Festa del Ridvan (circa alle ore 15,00)

3° – 29 Aprile – Nono Giorno del Ridvan
4° – 02 Maggio – Dodicesimo giorno del Ridvan

5° – 23 Maggio – Dichiarazione del Báb (circa due ore dopo il tramonto)

6° – 29 Maggio – Ascensione di Bahá’u’lláh (alle ore 03,00 del mattino

7° – 09 Luglio – Martirio del Báb (a mezzogiorno circa)

8° – 20 Ottobre – Nascita del Báb
9° – 12 Novembre – Nascita di Bahá’u’lláh

I Bahá’í celebrano anche questi giorni senza astenersi dal lavoro:

– 26 Novembre – Giorno del Patto

– 28 Novembre – Ascensione di ‘Abdu’l-Bahá (alle ore 01,00 del mattino).

LA FESTA DEL 19° GIORNO

“… Questa Festa, che ricorre una volta ogni diciannove giorni, fu istituita dal Báb e la Perfezione Benedetta (Bahá’u’lláh) l’ha comandata, incoraggiata e riconfermata: perciò è molto importante.

I credenti di Dio devono riunirsi e stare insieme nel massimo amore, gioia e fragranza.

In queste Feste devono comportarsi con somma dignità e rispetto, cantare versetti divini, studiare articoli istruttivi, leggere le Tavole di ‘Abdu’l-Bahá, incoraggiarsi e ispirarsi vicendevolmente amore per tutta l’umanità, invocare Dio in perfetta gioia e fragranza, cantare versetti, glorificazioni e lodi del Signore Che esiste da Sé e pronunziare discorsi eloquenti.

Il padrone di casa deve servire personalmente i beneamati. Deve provvedere al ben essere di tutti e, con profonda umiltà, mostrare gentilezza verso tutti.”.

- ‘Abdu’l-Bahá (“Tablets of ‘Abdu’l-Bahá”, pagg. 468-469 e citato nella compilazione della Casa Universale di Giustizia “Consultazione – Riunioni Bahá’í - La Festa del diciannovesimo giorno” , pag. 60. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1980).

“Tra gli altri fattori che promuovono lo sviluppo di quell’Ordine e che contribuiscono al suo consolidamento, vi è stata la sistematica istituzione della Festa del Diciannovesimo Giorno, che ha luogo nella maggior parte delle Comunità Bahá’í dell’Est e dell’Ovest, col suo triplice accento sugli aspetti devozionale, amministrativo e sociale della vita di comunità Bahá’í …”.

- Shoghi Effendi (ibidem, pag. 65).

“Riguardo alla vostra domanda sulle feste Bahá’í Shoghi Effendi ritiene fermamente che in simili occasioni gli amici debbano mettere in rilievo tanto l’elemento spirituale quanto quello amministrativo, perché entrambi sono ugualmente essenziali al successo di ogni festa bahá’í.

Ogni individuo o gruppo bahá’í ha perciò il dovere e la responsabilità di mantenere un giusto equilibrio tra questi due elementi.”.

- da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi (ibidem, pag. 67).

CONSULTAZIONE ALLA FESTA DEL DICIANNOVESIMO GIORNO

È responsabilità dell’Assemblea Spirituale Locale condurre il periodo della consultazione durante la Festa del 19o Giorno, per cui il Presidente dell’Assemblea o qualche altro suo rappresentante nominato presiede alla Festa.

Le raccomandazioni, le proposte, i suggerimenti a carattere nazionale che gli individui fanno, vengono offerti prima alla comunità locale che, quando li adotta, li propone all’Assemblea Locale, la quale, a sua discrezione, le fa pervenire all’Assemblea Nazionale con delle sue considerazioni.

La comunità fa proposte, raccomandazioni e suggerimenti presi come risoluzione a maggioranza di voti, anche all’Assemblea Spirituale Locale.

Il Segretario dell’Assemblea annota le risoluzioni adottate dalla comunità, così come i vari suggerimenti che vengono fatti durante la Festa, per sottoporli alla considerazione dell’Assemblea Locale nella sua prossima seduta.

Qualunque sia l’esito di tale considerazione, viene poi comunicato alla successiva festa del Diciannovesimo Giorno.

Sono assolutamente da evitare argomenti e problemi personali, riferimenti a individui, ogni critica e discussione negativa.

L’Assemblea, oltre a stimolare la consultazione al fine di ricevere raccomandazioni, proposte e suggerimenti dagli amici per le Assemblee locale e nazionale, è responsabile di presentare alla comunità dei rapporti:

- notizie internazionali e nazionali ricevute dall’Assemblea,

- corrispondenza dell’Assemblea Spirituale Nazionale o dei Comitati Nazionali di interesse generale,

- il Fondo,

- l’esito delle proposte, raccomandazioni e dei suggerimenti offerti durante la Festa precedente,

- le attività dei comitati locali,
- altri argomenti di interesse generale.

L’Assemblea Locale deve far sì che la Festa sia creativa sì da stimolare

i credenti a parteciparvi.

QUANDO SI SVOLGE LA FESTA DEL DICIANNOVESIMO GIORNO

È preferibile che la Festa del diciannovesimo giorno sia tenuta il primo giorno del mese bahá’í, ma se talvolta è impossibile a causa di qualche ben fondato impedimento, si può rimandarla, ma deve essere tenuta nello stesso mese ed entro il più breve tempo possibile.

I PARTECIPANTI

La Festa del diciannovesimo giorno è riservata ai soli membri della comunità locale, adulti, giovani e bambini, figli di genitori bahá’í.

Ai visitatori bahá’í di altre comunità che presenziano alla Festa è dato il benvenuto da parte del Presidente. Essi prendono parte alla consultazione, ma solo i membri della comunità votano le raccomandazioni o proposte da offrire all’Assemblea Spirituale Locale.

Chi ha perso il diritto di voto non può partecipare alla Festa del diciannovesimo giorno.

I non bahá’í non possono partecipare alla Festa del diciannovesimo giorno. Per maggiori ragguagli, si veda la compilazione della Casa Universale di Giustizia “Consultazione, Riunioni Bahá’í, Festa del diciannovesimo giorno” (pagg. 75-76. Casa Editrice Bahá’í, Roma 1980).

RITIRO DALLE CHIESE

Quando una persona riconosce che Bahá’u’lláh è la Manifestazione di Dio per questa èra diventa impossibile che sia ancora membro di altre organizzazioni religiose, in quanto tutte attendono il Ritorno di Cristo e i Bahá’í credono che Egli è ritornato.

Continuare ad essere registrato come membro di una chiesa, o di un partito o di altre organizzazioni i cui credi, dottrine e ideali sono basati su principi fondamentalmente opposti a quelli portati da Bahá’u’lláh, è atto di insincerità e ipocrisia e i Bahá’í non possono essere conosciuti sotto tali forme.

Il ritiro dalle chiese è quindi necessario quando si accetta la Fede Bahá’í, anche se è possibile, se lo si desidera, continuare ad associarsi con membri e ministri di chiesa.

Se i genitori di un giovane sono fortemente contrari che il figlio si ritiri dalla chiesa, egli pospone il suo ritiro fino a quando avrà raggiunto l’età dei 18 anni.

Il ritiro dalla chiesa può essere comunicato al Parroco verbalmente o per iscritto.

Si trascrive un fac-simile di ritiro dalla chiesa, come riportato da una circolare dell’Assemblea Spirituale Nazionale, datata Roma, 15 Febbraio 1973.

Data …
Rev.mo Sig. Parroco,

Sento il dovere di comunicarle che sono diventato membro della Comunità Mondiale Bahá’í.

La Fede Bahá’í è una religione che, pur nella venerazione per tutti i Grandi Fondatori di Religioni rivelate (Mosè, Cristo, Muhammad, Buddha ed altri) crede che il suo fondatore, Bahá’u’lláh (1817-1892) sia la manifestazione di Dio per la nostra èra alla quale ispira l’energia necessaria per portare l’unificazione dell’umanità.

Pertanto ritengo che Lei stesso comprenderà come non sia più possibile considerarmi membro della Chiesa Cattolica per la quale, tuttavia, continuo e continuerà sempre a nutrire il massimo rispetto; anzi collaborerò con essa per la costruzione di uno spirito di rispetto e fratellanza fra i credenti di tutte le fedi.

La prego di rendere nota questa mia dichiarazione al parroco della parrocchia di … ove io fui battezzato.

Con osservanza
firma …
FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI SETTEMBRE 1989 N

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