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Ridvan : 2017-174BE
Dalla Casa Universale di Giustizia
Ridvan 2017 / 174BE
Ai bahá’í del mondo
Amici amatissimi,

Guardate come è impegnata la comunità del Più Grande Nome! A un anno dal lancio del nuovo Piano, i rapporti sono una testimonianza della misura di ciò che si sta tentando di fare e di ciò che si sta incominciando a realizzare. L’impresa di dare una maggiore intensità a 5000 programmi di crescita richiede uno sforzo che non ha alcun precedente. Avendo una solida conoscenza dei punti fondamentali del Piano, moltissimi amici agiscono per realizzarne i requisiti, dimostrando rigore e sacrificio nella qualità della loro risposta. Come si era previsto, alcuni programmi intensivi di crescita che sono stati a lungo sostenuti stanno diventando riserve di conoscenze e di risorse, offrendo sostegno alle aree circostanti e facilitando la rapida diffusione di esperienze e di intuizioni. I centri di attività intensiva – quei quartieri e quei villaggi nei quali il lavoro di costruzione della comunità è più concentrato – stanno dimostrando di essere un fertile terreno per la trasformazione collettiva. Un’accresciuta legione rinvigorita di membri del Consiglio ausiliare e di assistenti sta stimolando le imprese dei credenti, aiutandoli ad acquisire una visione di come far avanzare il processo della crescita in varie circostanze e identificando approcci che rispondano alle condizioni di ogni area. Supportati dalle rispettive Assemblee Spirituali Nazionali, i Consigli Regionali Bahá’í stanno imparando a dare slancio al Piano in una serie di aree contemporaneamente, mentre in altri paesi più piccoli senza Consigli nuove entità di livello nazionale stanno incominciando a fare altrettanto. Anche se, come ci si aspetta da qualsiasi processo organico, i rapidi progressi visibili in alcuni luoghi devono ancora verificarsi in altri, il numero totale dei programmi intensivi di crescita nel mondo sta già incominciando a crescere. Inoltre, ci rallegriamo nel vedere che la partecipazione alle attività del Piano è aumentata notevolmente nei suoi primi quattro cicli.

I segni non potrebbero essere più promettenti, poi, per quello che il prossimo anno potrebbe portare. E che cosa potrebbe essere più adatto offrire alla Bellezza Benedetta nel bicentenario della Sua Nascita se non lo sforzo sincero dei Suoi amati di estendere la portata della Sua Fede? Il primo dei due bicentenari che il mondo bahá’í celebrerà è quindi un’occasione di prospettive alquanto emozionanti. Visto correttamente, quest’anno offre a tutto il mondo la più grande singola opportunità che ci sia mai stata di collegare i cuori a Bahá’u’lláh. Nei prossimi mesi, tutti ricordino questa preziosa opportunità e stiano attenti alle possibilità esistenti in ogni spazio di far conoscere agli altri la Sua vita e la Sua sublime missione. Per cogliere pienamente l’opportunità di insegnamento che ora si presenta al mondo bahá’í, si deve pensare in modo creativo alle conversazioni che si potrebbero avere con ogni tipo di persona. Nel corso di queste conversazioni significative, la percezione si acuisce e i cuori si aprono, a volte immediatamente. In questa degna occupazione tutti trovano un richiamo e nessuno deve privarsi della gioia che nasce dall’impegno in questo lavoro. Supplichiamo l’Amato che quest’anno bicentenario possa essere tutto colmo di questa gioia che è purissima e dolcissima: parlare a un’altra anima dell’alba del Giorno di Dio.

Gli obblighi che la compagnia dei fedeli si deve accollare sono resi più pressanti dalla confusione, dalla sfiducia e dalla torbidità del mondo. In verità, gli amici devono usare ogni opportunità per irradiare una luce che illumini il cammino e offra certezza agli ansiosi, speranza ai disperati. Torna alla mente il consiglio che il Custode dette a una comunità bahá’í in termini che sembrano intesi per il nostro tempo: «Gli esecutori del Piano, mentre l’edificio della società attuale collassa a causa delle sollecitazioni e delle tensioni di calamità ed eventi portentosi e si moltiplicano le crepe che accentuano le divisioni che separano nazione da nazione, classe da classe, razza da razza e credo da credo, evidenzino, nelle loro vite spirituali e nelle attività amministrative, una sempre maggiore coesione e dimostrino modelli superiori di concertazione negli sforzi, nell’assistenza reciproca e nell’armonioso sviluppo delle loro imprese collettive». Sempre sottolineando il significato spirituale del lavoro della Fede e la determinata risolutezza con cui i credenti devono compiere i loro sacri doveri, Shoghi Effendi ammonì inoltre di non prendere parte alle controversie, agli intrighi e ai battibecchi della politica. «Si elevino al di sopra d’ogni particolarismo e partigianeria», li esortò in un’altra occasione, «dei vani alterchi, dei calcoli meschini, delle transeunti passioni che turbano l’aspetto di questo mutevole mondo e ne assorbono le sollecitudini». Questi sono gli inevitabili spruzzi e spume che si sollevano mentre onda dopo onda sconvolgono una società turbolenta e divisa. La posta è troppo alta per occuparsi di distrazioni di questo genere. Come ogni seguace di Bahá’u’lláh ben sa, l’ultimo bene dell’umanità dipende dal superamento delle sue differenze e dal solido conseguimento della sua unità. Ogni contributo che i bahá’í offrono alla vita della società mira a promuovere l’unità. Ogni sforzo di costruzione della comunità è diretto verso questo stesso scopo. A chiunque sia stanco di contendere, le comunità che crescono all’ombra del Più Grande Nome offrono un potente esempio di ciò che l’unità può ottenere.

Nel vedere tanti dei Suoi Amati offrire, in tanti modi, tutto ciò che hanno perché lo stendardo dell’unità del genere umano sia issato, rendiamo lode al Signore dei Signori. Amici amatissimi: mentre un fausto anno ha ora inizio, non potrebbe ciascuno di noi contemplare quali gesta celesti la Sua grazia ci aiuterà a compiere?

Dalla Casa Universale di Giustizia

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