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Bahá'u'lláh : Seleção dos Escritos de Bahá'u'llah
Seleção dos Escritos de Bahá'u'lláh

I. Lodato e glorificato sii Tu, o Signore mio DioI

Come posso menzionarTi, certo come sono che non v’è lingua, per profonda che ne sia la saggezza, che possa adeguatamente magnificare il Tuo nome, né uccello di cuore umano, per grande che ne sia il desiderio, che possa mai sperare di ascendere al cielo della Tua maestà e della Tua sapienza?

Se Ti descrivo, o mio Dio, come Colui Che tutto discerne, mi trovo costretto ad ammettere che Coloro Che sono le più alte Personificazioni del discernimento sono stati creati per virtù del Tuo comando. E se Ti esalto come Colui Che è il Più Saggio, egualmente sono costretto a riconoscere che le stesse Sorgenti della saggezza sono state generate per opera della Tua Volontà. E se Ti proclamo l’Incomparabile, scopro ben presto che Coloro Che sono l’intima essenza dell’unicità sono stati inviati da Te e altro non sono che l’attestato della Tua opera. E se Ti acclamo come il Conoscitore di tutte le cose, devo confessare che Coloro Che sono la Quintessenza del la sapienza non sono altro che creazione e strumento del Tuo Intendimento.

Eccelso, incommensurabilmente eccelso sei Tu al disopra degli sforzi dei mortali per svelare il Tuo mistero, descrivere la Tua gloria o soltanto alludere alla natura della Tua Essenza. Poiché qualunque sforzo compiano, non potranno mai sperare di oltrepassare le limitazioni imposte alle Tue creature, essendo questi sforzi motivati dal Tuo decreto e compiuti per Tua invenzione. I sentimenti più elevati che i più santi dei santi esprimano in Tua lode e la più profonda saggezza che i più sapienti degli uomini pronunzino nel tentativo di comprendere la Tua natura, tutto gravita attorno a quel Centro Che è completamente soggetto alla Tua sovranità, Che adora la Tua Bellezza e Che è spinto dal movimento della Tua Penna.

Anzi, o mio Dio, non sia mai ch’io abbia a pronunziare parole che implichino necessariamente una relazione diretta fra la Penna della Tua Rivelazione e l’essenza di tutte le cose create. Lontani, ben lontani dal concetto di tale relazione sono Coloro Che a Te sono correlati! Nessun raffronto e nessuna somiglianza può render giustizia all’Albero della Tua Rivelazione e ogni via è preclusa alla comprensione della Manifestazione della Tua Persona e dell’Alba della Tua Bellezza.

Lungi, lungi dalla Tua gloria ciò che l’uomo afferma di Te o Ti attribuisce o la lode con cui Ti glorifica! Il dovere che Tu hai imposto ai Tuoi servi di esaltare al massimo la Tua maestà e la Tua gloria non è che un segno della Tua grazia verso di loro, perché possano ascendere allo stadio conferito al loro più intimo essere, lo stadio della conoscenza di se stessi.

Nessuno, oltre Te, ha mai potuto penetrare il Tuo mistero o esaltare adeguatamente la Tua grandezza. Impenetrabile e al disopra delle lodi degli uomini Tu resterai per sempre. Non v’è altro Dio che Te, l’Inaccessibile, l’Onnipotente, l’Onnisciente, il Santo dei Santi.

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II. Principio di tutte le cose è la conoscenza di Dio e fine di tutte le cose la rigorosa osservanza di tutto ciò che è stato inviato dall’empireo della divina Volontà che pervade tutto ciò che è nei cieli e sulla terra.

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III. La Rivelazione che da tempo immemorabile è stata acclamata Scopo e Promessa di tutti i Profeti di Dio e sommo Desiderio dei Suoi Messaggeri è stata adesso rivelata agli uomini per virtù del penetrante Volere dell’Onnipotente e per il Suo irresistibile comando. L’avvento di tale Rivelazione è stato annunziato in tutte le sacre Scritture. E vedete come, nonostante tale annunzio, l’umanità si sia sviata dal suo sentiero e privata della sua gloria.

Dì: O amanti del vero Unico Dio! Fate ogni sforzo per ravvisarLo e riconoscerLo e per osservare degnamente i Suoi precetti. Questa è una Rivelazione tale che se un uomo versasse una goccia di sangue per amor suo, miriadi di oceani ne sarebbero la ricompensa. State attenti, o amici, a non perdere questo inestimabile beneficio e a non ignorarne lo stadio trascendente. Considerate quante vite sono state e sono ancora sacrificate in un mondo ingannato da un mero fantasma concepito dalla vana fantasia dei suoi popoli. Rendete grazie a Dio di aver realizzato il desiderio del vostro cuore e di esservi uniti a Colui Che è la Promessa di tutte le nazioni. Custodite, con l’aiuto dell’unico vero Dio – esaltata sia la Sua gloria – l’integrità dello stadio che avete raggiunto e afferratevi a ciò che promuova la Sua Causa. Egli, invero, v’impone di rispettare ciò che è giusto e porta all’esaltazione dello stadio dell’uomo. Glorificato sia il Misericordioso, il Rivelatore di questa meravigliosa Tavola.

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IV. Questo è il Giorno in cui i più eccellenti favori di Dio sono stati riversati sugli uomini, il Giorno in cui la Sua più potente grazia è stata infusa in tutte le cose create. Incombe a tutti i popoli del mondo di conciliare i dissensi e dimorare in perfetta unione e in pace all’ombra dell’Albero delle Sue cure e della Sua amorosa premura. Essi hanno l’obbligo di attenersi a qualunque cosa in questo Giorno conduca all’esaltazione del loro stadio e ne promuova i migliori interessi. Felici coloro che la gloriosissima Penna s’è mossa a ricordare e benedetti quegli uomini il cui nome, in virtù del Nostro imperscrutabile decreto, abbiamo preferito celare.

Implorate il vero unico Dio di concedere che tutti gli uomini siano benevolmente assistiti a compiere ciò che sia accettabile ai Nostri occhi. Presto il presente ordine sarà chiuso e uno nuovo sarà dispiegato in sua vece. Invero il tuo Signore dice la verità ed è il Conoscitore dell’invisibile.

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V. Questo è il Giorno in cui l’Oceano della misericordia di Dio è stato manifestato agli uomini, il Giorno in cui l’Astro della Sua amorosa premura ha diffuso la sua luce ha sfolgorato su di loro, il Giorno in cui le nubi dei Suoi munifici favori hanno preso sotto la loro ombra l’umanità intera. Ora è il momento di rallegrare e rincuorare gli oppressi con la corroborante brezza dell’amore e della fraternità e con le acque vivificanti dell’amicizia e della carità.

Coloro che sono i benamati di Dio, ovunque si riuniscano e chiunque incontrino, devono mostrare nel loro atteggiamento verso Dio e nel modo di celebrarNe le lodi e la gloria tale umiltà e sottomissione che ogni atomo di polvere sotto i loro piedi attesti la profondità della loro devozione. La conversazione tenuta da queste anime sante dovrà essere pervasa da tale potere che quegli atomi di polvere siano rallegrati dalla sua influenza. Essi devono comportarsi in tale maniera che la terra che calpestano non possa mai rivolger loro parole come queste: «Dovrei esser preferita a voi. Guardate, infatti, come sono paziente nel sopportare il peso che l’agricoltore m’impone.

Sono lo strumento che dispensa continuamente a tutti gli esseri le benedizioni che Colui Che è la Sorgente di ogni grazia gli ha affidato. Nonostante l’onore conferitomi e gli innumerevoli attestati della mia ricchezza – una ricchezza che provvede ai bisogni di tutta la creazione – osservate la portata della mia umiltà, guardate con quale assoluta sottomissione mi lascio calpestare dai piedi degli uomini…».

Mostrate tolleranza, benevolenza e amore gli uni per gli altri. Se qualcuno fra voi fosse incapace di afferrare una verità o dovesse compiere uno sforzo per comprenderla, mostrate, conversando con lui, uno spirito di estrema gentilezza e buona volontà. Aiutatelo a vedere, a ravvisare la verità senza sentirvi per nulla superiori a lui o dotati di maggior talento.

L’intero dovere dell’uomo in questo Giorno è di ottenere quella parte della fiumana di grazia che Dio riversa per lui. Nessuno perciò consideri la grandezza o piccolezza del recipiente. La porzione, per alcuni, può esser contenuta nel cavo d’una mano, per altri può riempire una coppa e, per altri ancora, persino un tino.

Ogni occhio, in questo Giorno, dovrebbe cercare ciò che meglio promuova la Causa di Dio. Colui Che è la Verità Eterna Mi è testimone! Assolutamente nulla può, in questo Giorno, infliggere un danno maggiore a questa Causa, della discordia e della lotta, delle contese, dell’estraniamento e dell’apatia fra gli amati di Dio. Rifuggitele, col potere di Dio e col Suo aiuto sovrano, e ingegnatevi a unire i cuori degli uomini nel Suo Nome, l’Unificatore, l’Onnisciente, il Sapientissimo.

Implorate l’unico vero Dio di concedervi di gustare il sapore di queste azioni compiute sul Suo sentiero e di assaporare la dolcezza di quell’umiltà e sottomissione che sono mostrate per amor Suo. Dimenticate voi stessi e volgete lo sguardo verso il prossimo. Applicate le vostre energie a ciò che promuova l’educazione degli uomini. Nulla è celato a Dio, né può mai esserlo. Se seguirete la Sua via, le Sue incalcolabili e imperiture benedizioni saranno riversate su di voi. Questa è la luminosa Tavola i cui versetti sono fluiti dalla mobile Penna di Colui Che è il Signore di tutti i mondi. Meditatela in cuor vostro e siate fra coloro che osservano i Suoi precetti.

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VI. Vedete come i diversi popoli e tribù della terra abbiano atteso la venuta del Promesso. Ma non appena Colui Che è il Sole della Verità Si è manifestato, ecco che tutti si sono allontanati da Lui tranne coloro che a Dio è piaciuto guidare. Non osiamo, in questo Giorno, sollevare il velo che cela lo stadio sublime che ogni vero credente può raggiungere, poiché la gioia che questa rivelazione provocherebbe potrebbe anche far venir meno e morire qualcuno.

Colui Che è il Cuore e il Centro del Bayán ha scritto: «Il germoglio che racchiude le potenzialità della Rivelazione che verrà è dotato di una potenza superiore alle forze combinate di tutti coloro che Mi seguono». E ha pure detto: «Di tutti gli omaggi tributati a Colui Che verrà dopo di Me il massimo è questo: la Mia confessione scritta che nessuna Mia parola può adeguatamente descriverLo e che nessun riferimento a Lui, nel Mio Libro, il Bayán, può render giustizia alla Sua Causa».

Chi abbia cercato nelle profondità degli oceani celati in queste eccelse parole e ne abbia sondato l’importanza si può dire che abbia scoperto un barlume dell’indicibile gloria di cui è stata dotata questa potente, sublime e santissima Rivelazione. Dall’eccellenza di una così grande Rivelazione si può ben immaginare l’onore riservato ai suoi fedeli seguaci.

Per la giustizia dell’unico vero Dio! Il semplice alito di quelle anime è in sé più prezioso di tutti i tesori della terra. Felice l’uomo che vi è pervenuto e mal incolga all’incurante.

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VII. In verità Io dico: Questo è il Giorno in cui l’umanità può contemplare il Volto del Promesso e udire la sua Voce. L’Appello di Dio si è fatto udire e la luce del Suo sembiante è sorta sugli uomini. Incombe a ognuno di cancellare impronte di parole fatue dalla tavola del cuore e di mirare con mente aperta e imparziale i segni della Sua Rivelazione, le prove della Sua Missione e i pegni della Sua gloria.

Grande è, invero, questo Giorno! Le allusioni che ne fanno tutte le Scritture sacre come Giorno di Dio attestano la sua grandezza. L’anima di ogni Profeta di Dio, di ogni Messaggero divino ha agognato questo meraviglioso Giorno. Tutti i popoli della terra hanno egualmente desiderato ardentemente pervenirvi. E tuttavia, non appena l’Astro della Sua rivelazione è apparso nel cielo della Volontà di Dio, tutti sono restati interdetti e indifferenti, tranne coloro che all’Onnipotente è piaciuto guidare.

O tu che Mi hai ricordato! Il più opprimente dei veli ha tenuto i popoli della terra lontani dalla Sua gloria e impedito loro di porgere orecchio al Suo appello. Voglia Dio che la luce dell’unità ammanti la terra intera e che il sigillo «Il Regno è di Dio» sia impresso sulla fronte di tutti i Suoi popoli.

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VIII. Per la giustizia di Dio! Questi sono i giorni in cui Dio ha messo alla prova i cuori della compagnia dei Suoi Messaggeri e dei Suoi Profeti, indi quelli di coloro che stanno a guardia del Suo sacro e inviolabile Santuario, gli abitanti del Padiglione celeste e del Tabernacolo di Gloria. Com’è severa, dunque, la prova alla quale devono essere sottoposti coloro che danno compagni a DioI

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IX. O Husayn! Considera con quale intenso desiderio alcuni popoli e nazioni hanno atteso il ritorno dell’Imám Husayn, la cui venuta dopo l’apparizione del Qá’im è stata profetizzata nei tempi passati dagli eletti di Dio, esaltata sia la Sua gloria. Questi santi hanno anche annunziato che quando Colui Che è l’Alba delle molteplici grazie di Dio Si manifesterà, tutti i profeti e i Messaggeri, il Qá’im compreso, si riuniranno all’ombra del sacro Stendardo issato dal Promesso. Quell’ora è adesso venuta. Il mondo è illuminato dalla fulgida gloria del Suo sembiante.

Eppure, vedete come i suoi popoli si siano allontanati dal Suo sentiero! Nessuno ha creduto in Lui, eccetto coloro che, per il potere del Signore dei Nomi, infranti gli idoli della vana fantasia e dei corrotti desideri, sono entrati nella città della certezza. In questo Giorno e nel Suo Nome, Colui Che basta a Se Stesso, è stato rotto il sigillo del Vino Prelibato della Sua Rivelazione. La sua grazia si riversa sugli uomini. Riempi la coppa e bevi, nel Suo Nome, il Santissimo, il Lodatissimo.

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X. L’ora preordinata ai popoli e alle tribù della terra è giunta. Le promesse di Dio menzionate nelle sacre Scritture si sono tutte compiute. Da Sion è uscita la Legge di Dio e Gerusalemme e i colli e la terra tutto attorno sono pieni della gloria della Sua Rivelazione.

Felice l’uomo che medita in cuor suo ciò che è stato rivelato nei Libri di Dio, l’Aiuto nel Pericolo, Colui Che esiste da Sé. Meditate, o benamati di Dio, ascoltino le vostre orecchie la Sua Parola sì che possiate, per Sua grazia e misericordia, libare le acque cristalline della costanza e divenire saldi e incrollabili come montagne nella Sua Causa.

È scritto nel libro d’Isaia: «Entra nella roccia e nasconditi nella polvere per timore del Signore e per la gloria della Sua maestà». Chiunque mediti su questi versetti non può non riconoscere la grandezza di questa Causa o dubitare dell’eccelsa prerogativa di questo Giorno – il Giorno di Dio. Il già citato versetto è seguito da queste parole: «Sarà esaltato il Signore, Lui solo, quel Giorno». Questo è il Giorno che la Penna dell’Altissimo ha glorificato in tutte le sacre Scritture. Non c’è versetto che non celebri la gloria del Suo santo Nome, né Libro che non attesti la sublimità di questo tema eccelso. Se dovessimo ram mentare tutto quello che è stato rivelato in questi santi Libri e nelle sacre Scritture riguardo a questa Rivelazione, questa Tavola assumerebbe proporzioni smisurate. In questo Giorno incombe ad ogni uomo di porre tutta la sua fiducia nelle multiformi munificenze di Dio e di levarsi a diffondere con la massima saggezza le verità della Sua Causa. Allora e soltanto allora la terra intera si ammanterà della luce mattutina della Sua Rivelazione.

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XI. Sia gloria a questo Giorno, il Giorno in cui la fragranza della misericordia aleggia su tutte le cose create, un Giorno così benedetto che le età e i secoli passati non potranno mai sperare di rivaleggiare con esso, un Giorno in cui il sembiante dell’Antico dei Giorni Si è volto verso la Sua santa sede. Al che, le voci di tutte le cose create e, al disopra di esse, quelle dell’Accolta celeste, si sono udite gridare: «Affrettati, o Carmelo, poiché, ecco, la luce del sembiante di Dio, il Sovrano del Regno dei Nomi, l’Artefice dei cieli, si è levata su di te».

Pervaso da trasporti di gioia e alta levando la voce, esso ha così esclamato: «Che la mia vita Ti sia offerta in sacrificio, poiché hai fissato lo sguardo su me, profuso su me la Tua munificenza e diretto ver so di me i Tuoi passi. La separazione da Te, o Sorgente di vita eterna, mi ha pressoché consunto e la lontananza dalla Tua presenza ha incenerito l’anima mia. Ogni lode a Te per avermi dato facoltà di udire il Tuo appello, per avermi onorato delle Tue orme e aver risvegliata l’anima mia con la fragranza vivificatrice del Tuo Giorno e la vibrante voce della Tua Penna, voce che Tu destinasti quale squillo di tromba fra la Tua gente. E quando sopravvenne l’ora in cui la Tua irresistibile Fede doveva essere manifestata, Tu alitasti un soffio del Tuo spirito nella Tua Penna ed, ecco, l’intera creazione si scosse fino alle fondamenta, svelando all’umanità i misteri celati entro i forzieri di Colui Che possiede tutte le cose create».

Non appena la sua voce ebbe raggiunto quell’eccelso Luogo, rispondemmo: «Rendi grazie al tuo Signore, o Carmelo. Il fuoco della tua separazione da Me ti stava rapidamente consumando, quand’ecco l’oceano della Mia presenza si gonfiò innanzi a te, allietando i tuoi occhi e gli occhi di tutta la creazione e deliziando ogni cosa visibile e invisibile. Esulta poiché Dio, in questo Giorno, ha posto il Suo trono su di te, ti ha fatto oriente dei Suoi segni e alba della Sua Rivelazione. Beato colui che gravita attorno a te, che proclama la rivelazione della tua gloria e narra di quello che la generosità del Signore tuo Dio ti ha elargito. Prendi il Calice dell’Immortalità in nome del tuo Signore, il Gloriosissimo, e rendiGli grazie poiché Egli, come pegno della Sua misericordia per te, ha cambiato la tua tristezza in gaudio e tramutato il tuo dolore in beatitudine. Egli, invero, ama il luogo che è divenuto sede del Suo trono, che i Suoi passi hanno calcato, che ha onorato con la Sua presenza, dal quale ha lanciato il Suo appello e sul quale ha versato le Sue lacrime.

«Chiama Sion, o Carmelo, e annunzia la lieta novella: Colui Che era celato agli occhi mortali è venuto! La Sua sovranità che tutto conquista è manifesta, il Suo splendore che tutto pervade è rivelato. Bada di non esitare o fermarti. Affrettati, e ruota intorno alla Città di Dio discesa dal cielo, la Caaba celeste attorno alla quale hanno gravitato adoranti i favoriti di Dio, i puri di cuore e l’accolta degli angeli più eccelsi. Oh, come agogno di annunziare in ogni luogo sulla terra e di portare a ognuna delle sue città la lieta novella di questa Rivelazione – una Rivelazione alla quale il cuore del Sinai è stato attratto e nel nome della quale il Roveto Ardente esclama: «A Dio, il Signore dei Signori, appartengono i regni della terra e del cielo. Questo è invero il Giorno in cui a quest’annunzio terra e mare esultano, il Giorno per il quale sono state serbate le cose che Dio, con munificenza inconcepibile a mente o cuore mortali, ha stabilito di rivelare. Ben presto Dio farà navigare la Sua Arca su te e paleserà Arca su te e paleserà la gente di Bahá di cui si fa cenno nel Libro dei Nomi».

Santificato sia il Signore di tutta l’umanità, alla menzione del Cui nome tutti gli atomi della terra hanno vibrato e la Lingua della Grandezza è stata mossa a svelare ciò che era stato racchiuso nella Sua sapienza e celato nel tesoro della Sua possanza. In verità, per il potere del Suo nome, l’Onnipotente, il Possente, l’Altissimo, Egli è il Sovrano di tutto ciò che è nei cieli e sulla terra.

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XII. Svegliatevi, o uomini, in attesa dei giorni della giustizia divina, poiché adesso l’ora promessa è giunta. Attenti che non manchiate di comprenderne l’importanza e che non siate così annoverati fra coloro che errano.

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XIII. Considerate il passato. Quanti uomini, potenti e umili, hanno in tutte le epoche trepidamente atteso l’avvento delle Manifestazioni di Dio nelle persone benedette dei Suoi Eletti! Quante volte hanno aspettato la Sua venuta, hanno pregato perché spirasse la brezza della misericordia divina e la Beltà promessa uscisse da dietro il velo dell’occultamento, palesandosi al mondo intero. E ogni qual volta le porte della grazia si sono aperte, e sull’umanità dalle nubi della munificenza divina è caduta la pioggia, e la luce dell’Invisibile ha brillato sull’orizzonte della potenza celeste, tutti Lo hanno rinnegato e si sono allontanati dal Suo volto, che è il volto di Dio...

Riflettete, quale può essere stato il motivo di quegli atti? Che cosa può aver provocato quel comportamento verso i Rivelatori della beltà del Gloriosissimo? Qualunque causa in giorni passati abbia portato la gente al diniego e all’opposizione, ora induce alla perversità la gente di quest’epoca.

Sostenere che la testimonianza della Provvidenza era incompleta e che ciò è stato causa del diniego della gente, non è che esplicita bestemmia. Lungi dalla grazia, dalla provvidenza amorosa e dalle tenere misericordie del Munifico prescegliere un’anima fra tutti gli uomini per guidare le Sue creature e poi, da un canto, negarLe l’interezza della Sua testimonianza divina e, dall’altro, infliggere punizioni severe a chi s’allontana dal Suo Prescelto! No, le infinite grazie del Signore di tutti gli esseri hanno sempre pervaso la terra e tutto ciò che vi dimora, grazie alle Manifestazioni della Sua Essenza divina. Neppure per un attimo la Sua grazia è stata negata o le piogge della Sua amoro sa premura hanno cessato di cadere sull’umanità.

Di conseguenza, quella condotta non può essere attribuita ad altro che alla meschinità di anime che percorrono la valle dell’arroganza e dell’orgoglio, che si perdono nelle selve della lontananza, camminano su vie di fantasie oziose e seguono i dettami dei capi della loro fede. Loro principale interesse è l’opposizione, loro unico desiderio ignorare la verità. A ogni osservatore perspicace è evidente e chiaro che se nei giorni di ciascuna delle Manifestazioni del Sole della Verità questa gente avesse purificato occhi, orecchi e cuore da tutto ciò che aveva veduto, udito e provato, certamente non le sarebbe stato negato di contemplare le beltà di Dio, né si sarebbe allontanata dalle dimore della gloria. Ma hanno pesato la testimonianza di Dio con le norme del loro sapere, raccolto dagli insegnamenti dei capi della loro fede e, avendolo trovato in contrasto con la loro limitata comprensione, si sono levati a perpetrare simili indegnità...

Considerate Mosè. Armato della verga del dominio celeste, adorno della bianca mano della sapienza divina, procedendo dal Párán dell’amore di Dio, brandendo il serpente della potenza e della maestà eterna, Egli apparve sul mondo dal Sinai della Luce. Convocò tutti i popoli e le tribù della terra al regno dell’eternità e li invitò a gustare i frutti dell’albero della fedeltà. Certamente sapete della fe roce opposizione di Faraone e del suo popolo e delle pietre di vane fantasie che mani infedeli scagliarono contro quell’Albero benedetto. Tanto che, alla fine, Faraone e il suo popolo insorsero e fecero il massimo sforzo per sMirzare con le acque della menzogna e del diniego il fuoco di quell’Albero sacro, dimentichi del fatto che acqua terrena non può estinguere la fiamma della saggezza divina, o soffio mortale spegnere la lampada del dominio sempiterno. Anzi, quell’acqua non può che intensificare l’ardore della fiamma, quei soffi non possono che assicurare la conservazione della lampada, se osservaste con l’occhio del discernimento e camminaste sulla via del santo volere e del compiacimento di Dio...

E quando i giorni di Mosè furono finiti e la luce di Gesù, irradiandosi dall’aurora dello Spirito, pervase il mondo, tutto il popolo d’Israele si sollevò rumoreggiando contro di Lui. Protestarono che Colui il Cui avvento era stato predetto dalla Bibbia doveva promulgare e adempiere le leggi di Mosè, mentre quel giovane Nazzareno, che pretendeva la dignità di divino Messia, aveva abrogato le leggi del divorzio e del sabato, le più importanti di tutte le leggi mosaiche. Inoltre, dov’erano i segni della Manifestazione avvenire? Ancor oggi il popolo d’Israele aspetta la Manifestazione preannunciata dalla Bibbia! Quante Manifestazioni di Santità, quanti Rivelatori della luce eterna sono apparsi dal tempo di Mosè, eppure Israele, avvolto in fitti veli di fantasia satanica e false immaginazioni, aspetta ancora che l’idolo creato dalle sue mani appaia con i segni da lui stesso concepiti! Così Dio li ha ghermiti pei loro peccati, ha estinto in loro lo spirito della fede e li ha tormentati con le fiamme del fuoco dell’abisso. E questo per la sola ragione che Israele si rifiutò di comprendere il significato delle parole rivelate nella Bibbia a proposito dei segni della Rivelazione successiva. Non ne afferrò mai il vero significato e, poiché apparentemente quegli eventi non si produssero mai, non poté riconoscere la beltà di Gesù né contemplare il volto di Dio. E ancora Ne aspetta la venuta! Da tempo immemorabile fino al giorno d’oggi, tutte le tribù e i popoli della terra si sono attaccati a simili pensieri fantastici e indegni, privandosi così delle limpide acque sgorganti dalle sorgenti della purezza e della santità...

A coloro che sono dotati di comprensione è chiaro e manifesto che quando il fuoco dell’amore di Gesù arse i veli delle limitazioni giudaiche e la Sua autorità fu resa manifesta e parzialmente fatta valere, Egli, Rivelatore della Beltà invisibile, rivolgendoSi un giorno ai Suoi discepoli accennò alla Sua dipartita e, accendendo nei loro cuori il fuoco del cordoglio, disse: «Vado e tornerò a voi». Altrove disse: «Vado e verrà un altro, che vi dirà tutto ciò che Io non vi ho detto e adempirà tutto ciò che ho detto». Queste due frasi hanno un unico significato, se rifletterai con divina penetrazione sulle Manifestazioni dell’Unità di Dio.

Ogni osservatore perspicace ammetterà che nella Dispensazione del Corano furono confermati sia il Libro sia la Causa di Gesù. Quanto ai nomi, Mu? ammad dichiarò: «Io sono Gesù». Egli riconobbe la verità dei segni delle profezie e delle parole di Gesù e attestò che erano tutte di Dio. In questo senso, né la persona né gli scritti di Gesù erano diversi dalla persona e dal sacro Libro di Muhammad, perché entrambi hanno propugnato la Causa, cantato le lodi e rivelato i comandamenti di Dio. E perciò Gesù dichiarò: «Vado e tornerò a voi». Considerate il sole.

Dovesse ora dire: «Sono il sole di ieri», direbbe il vero; e se, tenendo in mente la successione del tempo, pretendesse di essere differente, direbbe ancora il vero. In egual maniera se si dicesse che tutti i giorni non sono che uno stesso giorno, si direbbe il giusto e il vero. E se, in riferimento al nome e alla designazione, si dicesse che sono differenti, anche questo sarebbe vero. Poiché, sebbene siano gli stessi, pure si riconoscono da una designazione differente, da un attributo specifico, da un carattere particolare. Considera allo stesso modo le caratteristiche di distinzione, variazione e unità delle varie Manifestazioni di santità, sì da comprendere le allusioni fatte dal creatore di tutti i nomi e attributi quanto ai misteri della distinzione e dell’unità e scoprire la risposta al tuo quesito del perché quella Beltà sempiterna Si sia data nomi e titoli differenti in tempi differenti...

Allorché l’Invisibile, l’Eterno, l’Essenza divina, fece sì che sorgesse sull’orizzonte della sapienza l’Astro di Muhammad, uno dei cavilli che i teologi ebrei Gli opposero fu che dopo Mosè Dio non avrebbe inviato nessun altro Profeta. Nelle Sacre Scritture era stato detto di un’Anima Che Si sarebbe manifestata per far progredire la Fede di Mosè e favorire gli interessi dei Suoi seguaci, acciocché la Legge della Sua Dispensazione si diffondesse in tutto il mondo. Così si è espresso il Re della gloria eterna nel Suo Libro riguardo alle parole pronunziate da coloro che erravano nella valle della lontananza e dell’errore: «Dicono i giudei: “La mano di Dio è ora chiusa”. Siano le loro mani chiuse e incatenate e siano maledetti per quel che hanno detto! Che anzi ambo le mani di Dio sono aperte!». «La mano di Dio sta sopra le loro mani». Quantunque i commentatori del Corano abbiano riferito in diverse maniere le circostanze relative alla rivelazione di questo versetto, pure, devi sforzarti di comprenderne il senso. Egli dice: Com’è falso ciò che hanno immaginato gli Ebrei! Come può la mano di Colui Che è il Re della Verità, Che fece sì che si manifestasse il sembiante di Mosè cui conferì il manto della Missione Profetica, come può la mano di un Essere simile essere incatenata o vincolata? Come si può concepire ch’Egli non possa suscitare un altro Messaggero dopo Mosè? Osserva l’assurdità del loro dire: com’è fuorviato e lontano dalla via della sapienza e della comprensione! Osserva come tutti costoro si occupano, anche oggi, di tali stolte assurdità. Per più di mille anni hanno recitato questo versetto e inconsciamente hanno criticato gli Ebrei senza rendersi conto che loro stessi, apertamente e in segreto, ne ripetono le opinioni e le credenze! Sei certamente a conoscenza del loro vano assunto che tutte le Rivelazioni sono finite, che le porte della misericordia divina sono chiuse, che dall’alba della santità eterna, non sorgerà più altro sole, che l’Oceano della munificenza sempiterna si è placato per sempre e che dal Tabernacolo dell’antica Gloria hanno cessato di manifestarsi i Messaggeri di Dio. Tale è la portata della comprensione di questa gente meschina e spregevole. Hanno immaginato che il flusso dell’onnipresente grazia e dell’abbondante misericordia di Dio, la cui fine nessuna mente può prevedere, si sia arrestato. Dappertutto si sono levati e hanno indossato la veste della tirannia facendo ogni sforzo per spegnere la fiamma del Roveto ardente di Dio con l’acqua amara della loro fatua immaginazione, dimentichi che il globo del Potere proteggerà la Lampada di Dio entro la Sua possente fortezza...

Guarda come la sovranità di Muhammad, il Messaggero di Dio, è oggi chiara ed evidente fra le genti. Sai bene che cosa accadde alla Sua Fede al principio della Sua Dispensazione. Quali tormentose sofferenze la mano degl’infedeli e dei traviati, dei teologi del tempo e dei loro accoliti, inflisse a quell’Essenza spirituale, a quel purissimo e santo Essere. Che abbondanza di spine e rovi sparsero sul Suo sentiero! È evidente che quella miserabile generazione, nella sua immaginazione perfida e satanica, considerava ogni colpo inferto a quell’Essere immortale come un mezzo per raggiungere una felicità duratura, poiché i teologi riconosciuti di quel tempo come ‘Abdu’lláh-i-Ubayy, Abú ‘Ámir, l’eremita, Ka‘b-ibn-i-Ashraf e Nahr-ibn-i-hárith, Lo trattarono tutti da impostore e Lo dichiararono pazzo e calunniatore. Gli mossero accuse così atroci che, se le riferissi, Dio impedirebbe all’inchiostro di scorrere, alla penna di muoversi e alla pagina di sopportarle. Queste accuse maligne incitarono il popolo a sollevarsi e a tormentarLo. E quanto son fieri i tormenti, se i teologi dell’epoca ne sono i capi istigatori, se Lo denunziano ai loro seguaci, Lo scacciano di fra loro e Lo dichiarano miscredenteI

Non è accaduto lo stesso a questo Servo, come tutti hanno potuto constatare?

Per questa ragione Muhammad esclamò: «Nessun Profeta di Dio ha sofferto quello che ho sofferto Io». E nel Corano sono registrate tutte le calunnie e i rimproveri mossi contro di Lui e anche tutte le pene che soffrì. Consultatelo, sì da apprendere, forse, ciò che è avvenuto alla Sua Rivelazione. Si trovò in frangenti tali che per un certo tempo tutti troncarono ogni rapporto con Lui e con i Suoi compagni.

Chiunque Lo avvicinasse diventava vittima dell’implacabile crudeltà dei Suoi nemici...

Considera che grande cambiamento oggi! Osserva quanti Sovrani s’inginocchiano al Suo nomeI

Quante nazioni e regni hanno cercato l’asilo della Sua ombra e sono fedeli alla Sua Fede e ne sono orgogliosi! Dall’alto dei pulpiti salgono oggi parole di lode che con profonda umiltà glorificano il Suo nome benedetto e dalla cima dei minareti risuona l’appello che invita le schiere della Sua gente ad adorarLo. Persino i Re della terra che si sono rifiutati di abbracciare la Sua Fede e di abbandonare l’abito della miscredenza confessano e riconoscono la grandezza e la maestà irresistibile di quell’Astro di tenero amore. Tale è la Sua sovranità terrena che ne puoi trovare testimonianza in ogni luogo. Questa sovranità deve rivelarsi e affermarsi o durante la vita della Manifestazione di Dio o dopo la Sua ascensione alla Sua vera dimora nel regno supremo...

È evidente che i cambiamenti apportati in ogni Dispensazione costituiscono le nubi oscure che si frappongono tra l’occhio della comprensione umana e il divino Luminare che risplende dall’alba dell’ Essenza divina. Considerate come, per generazioni, gli uomini abbiano ciecamente imitato i loro padri e siano stati educati secondo le regole e i principi stabiliti dai dettami della loro Fede. Perciò se improvvisamente scoprissero che un Uomo vissuto fra loro, il Quale, rispetto a ogni limitazione umana, è stato loro eguale, Si è levato ad abolire tutti i principi tradizionali imposti dalla loro Fede – principi che li avevano disciplinati per secoli, ogni avversario e negatore dei quali s’erano abituati a considerare infedele, scellerato e malvagio – sarebbero certamente ottenebrati e ostacolati nel riconoscere la Sua verità. Queste cose sono come «nubi» che velano gli occhi di coloro il cui intimo essere non ha assaporato il Salsabíl del distacco, né bevuto dal Kawthar della conoscenza di Dio. Costoro, quando ne vengono informati, sono così accecati che senza la minima esitazione dichiarano la Manifestazione di Dio infedele e Lo condannano a morte. Devi aver sentito dire che simili cose sono accadute in tutte le epoche e le vedi anche in questi giorni.

Ci conviene perciò compiere il massimo sforzo perché con l’invisibile aiuto di Dio questi oscuri veli, queste nubi di prove mandate dal Cielo, non c’impediscano di mirare la beltà del Suo Sembiante luminoso e possiamo riconoscerLo solo dal Suo Essere...

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XIV. La Primavera divina è giunta, o Eccelsa Penna, poiché la Festività del Misericordiosissimo s’avvicina rapidamente. Sorgi e magnifica il nome di Dio al cospetto dell’intera creazione e celebra la Sua lode, in tal guisa che tutte le cose create ne siano rigenerate e rinnovate. Parlane senza posa. L’astro della beatitudine brilla sull’orizzonte del Nostro nome, il Beato, poiché il regno del nome di Dio è stato abbellito dell’ornamento del nome del tuo Signore, il Creatore dei cieli. Sorgi innanzi alle nazioni della terra, àrmati del potere di questo Nome Massimo e non essere di coloro che indugiano.

Mi pare che tu ti sia fermata e non ti muova sulla Mia Tavola. Ti ha forse disorientata lo splendore del divino Sembiante, o ti hanno colmata di dolore i vani discorsi dei caparbi paralizzando così il tuo moto?

Bada che nulla ti distolga dall’esaltare la grandezza di questo Giorno – il Giorno in cui il Dito della maestà e del potere ha infranto il suggello del Vino del Ricongiungimento e ha chiamato tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra. Preferisci indugiare mentre la brezza annunciatrice del Giorno di Dio ha già spirato su di te, o sei di quelli che sono separati da Lui come da un velo?

Non ho mai permesso ad alcun velo, o Signore di tutti i nomi e Creatore dei cieli, d’impedirmi di riconoscere le glorie del Tuo Giorno – il Giorno che è lampada di Guida per il mondo intero e segno dell’Antico dei Giorni per tutti quelli che vi dimorano. Il mio silenzio dipende dai veli che hanno accecato gli occhi delle Tue creature impedendo loro di vederTi e il mio mutismo è causato dagli ostacoli che hanno impedito alla Tua gente di riconoscere la Tua verità. Tu sai che cosa è in me, ma io non so che cosa è in Te. Tu sei l’Onnisciente, Colui Che conosce tutto. Per il Tuo nome che eccelle su tutti gli altri nomi! Se il Tuo supremo e irresistibile decreto mi raggiungesse, mi darebbe il potere di vivificare le anime di tutti gli uomini col Tuo eccelso Verbo che ho udito pronunziare dalla Tua Lingua di possanza nel Tuo Regno di gloria. Mi consentirebbe di annunziare la rivelazione del Tuo fulgido sembiante per il quale ciò che era celato agli occhi degli uomini è stato palesato nel Tuo nome, il Perspicuo, il Protettore sovrano, Colui Che esiste da Sé.

Potresti scoprire altri che Me, o Penna, in questo Giorno? Cos’è avvenuto della creazione e delle sue manifestazioni? Cosa dei nomi e del loro regno?

Dove sono andate tutte le cose create visibili e invisibili? Cos’è avvenuto dei segreti celati dell’universo e delle sue rivelazioni? Ecco: l’intera creazione è scomparsa! Null’altro rimane se non il Mio Volto, l’Eterno, il Risplendente, il Gloriosissimo.

Questo è il Giorno in cui null’altro si vede fuor che gli splendori della Luce che risplende dal volto del Tuo Signore, il Benigno, il Generosissimo. In verità, abbiamo fatto spirare ogni anima in virtù della Nostra irresistibile sovranità che tutto soggioga e poi, in segno di grazia verso gli uomini, abbiamo chiamato all’esistenza una nuova creazione. Io sono, invero, il Generosissimo, l’Antico dei Giorni.

Questo è il Giorno in cui il mondo invisibile esclama: «Grande, o terra, è la tua benedizione poiché sei stata fatta piedistallo del tuo Dio e scelta quale sede del Suo potente trono». Il regno della gloria esclama: «Ti sia sacrificata la mia vita, poiché Colui Che è il Benamato del Misericordiosissimo ha stabilito su di te la Sua sovranità per il potere del Suo Nome che è stato promesso a tutte le cose, del passato e del futuro». Questo è il Giorno in cui ogni cosa profumata ha attinto la fragranza dall’effluvio della Mia veste, una veste che ha esalato profumo sull’intera creazione. Questo è il Giorno in cui le impetuose acque della vita eterna sono scaturite dalla Volontà del Misericordiosissimo. Accorrete con tutto il cuore e con tutta l’anima e bevete a sazietà, o Coorti dei regni superni!

Dì: Egli è la Manifestazione di Colui Che è l’Inconoscibile, l’Invisibile degli Invisibili, se solo lo capiste! Egli è Colui Che ha svelato innanzi a voi la Gemma celata e custodita, se solo la cercaste! Egli è il Benamato di tutte le cose, del passato e del futuro.

Se solo poneste il cuore e la speranza in Lui!

Abbiamo udito la tua supplica, o Penna, e scusiamo il tuo silenzio. Che cosa ti ha confusa così profondamente?

L’ebbrezza della Tua presenza, o Benamato di tutti i mondi, mi ha colta impossessandosi di me.

Sorgi e proclama all’intera creazione le novelle che Colui Che è il Misericordiosissimo ha volto i passi verso il Ridvan e vi è entrato. Poi guida le genti nel giardino della delizia di cui Dio ha fatto il Trono del Suo Paradiso. Ti abbiamo scelta perché tu sia la nostra Tromba più possente, il cui squillo segnalerà la resurrezione dell’intera umanità.

Dì: Questo è il Paradiso sul cui fogliame il nèttare della Parola ha impresso la testimonianza: «Colui Che era celato agli occhi degli uomini Si è rivelato, cinto di sovranità e potenza!». Questo è il Paradiso, il fruscio delle cui foglie proclama: «O abitatori dei cieli e della terra! È apparso ciò che non era mai apparso prima. Colui Che dall’eternità aveva nascosto il Volto alla vista della creazione è ora venuto». Dalla sussurrante brezza che spira fra i suoi rami si leva il grido: «Colui Che è il Signore sovrano di tutto Si è manifestato: il Regno è di Dio!»., mentre dalle sue acque scorrenti si ode il mormorio: «Tutti gli occhi si rallegrano, poiché Colui Che nessuno aveva veduto, il Cui segreto nessuno aveva penetrato, ha sollevato il velo della gloria e scoperto il volto della Bellezza».

In questo Paradiso e dall’alto delle sue più eccelse stanze, le Ancelle del Cielo hanno gridato esclamando: «Esultate, o abitatori dei regni superni, poiché nel cuore dei cieli le dita di Colui Che è l’Antico dei Giorni suonano la Più Grande Campana in nome del Gloriosissimo. Le mani della munificenza hanno offerto la coppa della vita eterna. Avvicinatevi e bevete a sazietà. Bevete con pura delizia, voi che siete incarnazioni della brama, voi che siete personificazioni del desiderio veemente!».

Questo è il Giorno in cui Colui Che è il Rivelatore dei nomi di Dio è uscito dal Tabernacolo della gloria e ha proclamato a tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra: «Riponete le coppe del Paradiso e tutte le acque vivificatrici che vi sono contenute, poiché, ecco, le genti di Bahá sono entrate nella dimora beata della Presenza divina e hanno libato il vino del ricongiungimento dal calice della bellezza del loro Signore, Colui Che tutto possiede, l’Altissimo».

Dimentica il mondo della creazione, o Penna, e volgiti verso il volto del tuo Signore, il Signore di tutti i nomi. Adorna, dunque, il mondo con l’ornamento dei favori del tuo Signore, il Re dei giorni e terni. Sentiamo la fragranza del Giorno in cui Egli, il Desiderio di tutte le nazioni, ha fatto brillare lo splendore della luce dei Suoi più eccelsi nomi sui regni dell’invisibile e del visibile, avvolgendoli nel fulgore dei luminari dei Suoi più amabili favori, favori che nessuno può valutare eccetto Lui, Che è il Protettore onnipotente dell’intera creazione.

Non guardare le creature di Dio se non con occhio benevolo e misericordioso, poiché la Nostra amorevole provvidenza ha pervaso tutte le cose create e la Nostra grazia ha abbracciato la terra e i cieli.

Questo è il Giorno in cui i veri servi di Dio gustano le acque vivificatrici del ricongiungimento, il Giorno in cui coloro che Gli sono vicini possono dissetarsi al fiume dolcemente scorrente dell’immortalità e coloro che credono nella Sua unità possono bere il vino della Sua Presenza, riconoscendo in Lui il Supremo e Ultimo Fine di tutto, in Cui la Lingua della Maestà e della Gloria lancia l’appello: «Il Regno è Mio. Io sono, per Mio diritto, il suo Sovrano».

Attira i cuori degli uomini col richiamo di Colui Che è l’unico, il solo Benamato. Dì: Questa è la Voce di Dio, se porgeste orecchio. Questa è l’Alba della Rivelazione di Dio, se lo sapeste. Questo è l’Orizzonte da cui sorge la Causa di Dio, se lo riconosceste. Questa è la Sorgente del comandamento di Dio, se giudicaste equamente. Questo è il Segreto palese e celato, se lo intuiste. O popoli del mondo! Gettate via nel Mio nome, che trascende ogni altro, ciò che possedete e immergetevi in quest’Oceano nelle cui profondità sono celate le perle della saggezza e della parola, un oceano che si solleva nel Mio nome, il Misericordioso. Così v’istruisce Colui che ha con Sé il Libro Primigenio.

L’Amatissimo è giunto. Nella mano destra ha il Vino suggellato del Suo nome. Felice l’uomo che si volge a Lui, ne beve a sazietà ed esclama: «Sia lode a Te, o Rivelatore dei segni di Dio!». Per la giustizia dell’Onnipotente! Ogni cosa celata si è palesata per il potere della verità. Tutti i favori di Dio sono stati inviati come pegno della Sua grazia. Le acque della vita eterna sono state offerte agli uomini in tutta la loro pienezza. Ogni coppa è stata offerta dalla mano del Benamato. Avvicinati e non indugiare neppure per un breve istante.

Beati coloro che, librandosi sulle ali della rinunzia, hanno raggiunto lo stadio che, come Dio ha disposto, prende sotto la sua ombra la creazione intera, coloro che né vane fantasie di sapienti, né moltitudini di eserciti terreni hanno potuto far deviare dalla Sua Causa. Chi di voi, o uomini, rinunzierà al mondo e si avvicinerà a Dio, il Signore di tutti i nomi?

Dove si troverà colui che, per il potere del Mio nome che trascende tutte le cose create, getterà via ciò che gli uomini possiedono e si aggrapperà con tutta la sua forza a ciò che Dio, Che conosce l’invisibile e il visibile, gli ha ingiunto di osservare? Così la Sua generosità è stata inviata agli uomini, la Sua testimonianza si è compiuta e la Sua prova ha brillato sull’Orizzonte della misericordia. Ricca è la ricompensa che sarà guadagnata da colui che ha creduto ed esclamato: «Lodato sii Tu, o Benamato di tutti i mondi! Magnificato sia il Tuo nome, o Desiderio d’ogni cuore che comprende!».

Esulta di suprema gioia, o gente di Bahá, nell’evocare il ricordo del Giorno di felicità suprema, il Giorno in cui la Lingua dell’Antico dei Giorni ha parlato nel lasciare la Sua Dimora per recarSi nel Luogo dal quale ha diffuso sull’intera creazione gli splendori del Suo nome, il Misericordiosissimo. Dio Ci è testimone. Se rivelassimo i segreti celati di questo Giorno, tutti coloro che dimorano in terra e nei cieli cadrebbero in deliquio e morrebbero, tranne coloro che Dio, l’Onnipotente, l’Onnisciente, il Più Sapiente, volesse salvare.

Tale è l’effetto inebriante delle parole di Dio su Colui Che è il Rivelatore delle Sue indubbie prove, che la Sua Penna non può più muoversi. Con queste parole Egli conclude la Sua Tavola: «Non v’è altro Dio che Me, l’Eccelso, il Più Potente, il Più Eccellente, l’Onnisciente».

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XV. La Penna della Rivelazione esclama: «In questo Giorno il Regno è di Dio!». La Lingua del Potere proclama: «In questo Giorno ogni sovranità, nella più assoluta realtà, è di Dio!». La Fenice dei reami superni grida dal Ramo immortale: «La gloria di ogni grandezza appartiene a Dio, l’Incomparabile, l’Irresistibile!». La Colomba Mistica proclama dalla sua benedetta pèrgola nel paradiso eterno: «In questo Giorno la sorgente di ogni generosità proviene da Dio, l’Unico, il Clemente!». L’Uccello del Trono gorgheggia la sua melodia nel suo rifugio di santità: «In questo Giorno, il potere supremo non dev’essere attribuito ad altri che a Dio, Colui Che non ha né pari, né eguali, Che è il Più Potente, Colui Che tutto soggioga!». L’intima essenza di tutto proclama a tutte le cose la testimonianza: «In questo Giorno, ogni clemenza emana da Dio, Cui nessuno può paragonarsi, Cui nessuno può associarsi, il Sovrano Protettore di tutti gli uomini e l’Occultatore dei peccati!».

La Quintessenza della Gloria ha levato la voce sul Mio capo e ha gridato da tali altezze che né penna né lingua potranno mai descrivere: «Dio mi è testimone! Egli, l’Antico dei giorni eterni, è venuto ammantato di maestà e potere. Non v’è altro Dio che Lui, il Gloriosissimo, l’Onnipotente, l’Altissimo, il Più Saggio, Colui Che tutto pervade, Che tutto vede, Che tutto sa, il Sovrano protettore, la Sorgente di luce eterna».

O mio servo, che hai cercato il beneplacito di Dio e ti sei stretto al Suo amore nel Giorno in cui tutti, fuorché i pochi dotati d’intuito, si sono staccati da Lui! Ti renda Iddio, per la Sua grazia, una ricompensa generosa, incorruttibile ed eterna per averLo tu cercato nel Giorno in cui gli occhi erano ciechi. Sappi che se ti rivelassimo una sola goccia dei diluvi che per volere di Dio si sono riversati su di Noi per mano degli invidiosi e dei maligni, piangeresti copiose lacrime e lamenteresti giorno e notte la Nostra sorte.

Oh, potesse trovarsi un’anima perspicace ed equa che riconoscesse le meraviglie di questa Rivelazione, meraviglie che proclamano la sovranità di Dio e la grandezza del Suo potere. Potesse tale uomo sorgere e unicamente per amor di Dio ammonire privatamente e apertamente gli uomini sì che s’adoprino ad aiutare questo Essere vilipeso Che gli artefici d’iniquità hanno così crudelmente afflitto.

Ma credo di udire dietro di Me la Voce dello Spirito Santo chiamarMi dicendo: «Varia tema e cambia tono, sì che il cuore di colui che ha posto lo sguardo sul Tuo volto non sia rattristato. Dì: Per la grazia di Dio e per la Sua forza non ho implorato l’aiuto di alcuno nel passato, né voglio chiedere aiuto ad alcuno in avvenire. È Lui Che Mi ha aiutato col potere della verità nei giorni dell’esilio in ‘Iráq. È Lui Che Mi ha circondato della Sua protezione al tempo in cui la gente della terra Mi osteggiava. È Lui Che Mi ha consentito di lasciare la città ammantato di una maestà che nessuno, tranne i negatori e i maligni, può disconoscere.

Dì: Il Mio esercito è la Mia fiducia in Dio; il Mio popolo, la forza della Mia fede in Lui. Il Mio amore è il Mio stendardo e il Mio compagno il ricordo di Dio, il Signore Sovrano di tutto, il Potentissimo, il Gloriosissimo, l’Assoluto.

O viandante, sorgi sul sentiero dell’Amore di Dio e sostieni la Sua Causa. Dì: O genti, non barattate questo Giovane né con le vanità di questo mondo né con le delizie del cielo. Per la giustizia del vero unico Dio! Un Suo capello vale più di tutto quello che è nei cieli e sulla terra. Attenti, o uomini, a non lasciarvi tentare di separarvi da Lui, in cambio dell’oro e dell’argento che possedete. Che il Suo amore sia una riserva di tesori per le vostre anime nel Giorno in cui nessun altro che Lui vi gioverà, il Giorno in cui ogni colonna sarà scossa, in cui persino la pelle degli uomini si raggriccerà, in cui gli occhi tutti saranno spalancati per il terrore. Dì: O genti! Temete Dio e non vi allontanate sdegnosamente dalla Sua Rivelazione. Prostratevi col viso a terra innanzi a Dio e giorno e notte celebrate la Sua lode.

Possa l’anima tua avvampare della fiamma di questo Fuoco immortale che arde nel più intimo cuo re del mondo, sì che le acque dell’universo non abbiano il potere di sMirzarne l’ardore. Fa’ quindi menzione del tuo Signore a che gl’incuranti fra i Nostri servi siano ammoniti dalle tue parole e i cuori dei retti rallegrati.

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XVI. Dì: O uomini! Questo è un Giorno senza pari. E impareggiabile dev’essere anche la lingua che celebra la lode del Desiato di tutte le nazioni e ineguagliabili le azioni che aspirano ad esserGli ben accette. L’intera razza umana ha agognato questo Giorno, caso mai essa adempia ciò che si confà al suo stato ed è degno del suo destino. Beato l’uomo che gli interessi terreni non sono riusciti a distogliere dal riconoscere Colui Che è il Signore di tutte le cose.

Il cuore umano si è così ottenebrato che né la distruzione della città, né lo sgretolarsi della montagna e neppure lo spaccarsi della terra ne scuotono il torpore. Le allusioni fatte dalle Scritture sono state spiegate, i segni in esse predetti sono stati rivelati e il grido profetico si è levato incessantemente. Eppure tutti, salvo quelli che Dio Si è compiaciuto di guidare, sono disorientati dall’ebbrezza dell’ignavia!

Vedete come ogni giorno il mondo sia afflitto da nuove calamità. La sua tribolazione continua ad ag gravarsi. Dal momento della rivelazione della Súriyi-Rá’ís (Tavola a Rá’ís) sino al giorno d’oggi il mondo non si è placato, né si sono tranquillizzati i cuori dei suoi popoli. Ora è stato agitato da lotte e dissensi, ora è stato sconvolto da guerre ed è caduto vittima di malattie croniche. Il suo male s’avvicina alla fase dell’inguaribilità assoluta, perché s’impedisce al vero Medico di somministrare il rimedio, mentre ai ciarlatani è fatta benevola accoglienza e accordata piena libertà di azione… La polvere della sedizione ha ottenebrato il cuore degli uomini e ne ha accecato gli occhi. Ben presto si accorgeranno delle conseguenze di ciò che le loro mani hanno operato nel Giorno di Dio. Così vi ammonisce Colui Che di tutto è informato, per ordine di Colui Che è il Potentissimo, l’Onnipotente.

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XVII. Nel Nome di Colui Che è il Grande Annunzio! Il Misericordiosissimo è venuto, investito di sovranità indiscussa. La Bilancia è stata stabilita e tutti coloro che dimorano sulla terra sono stati radunati. La Tromba ha squillato, ed ecco, gli occhi tutti si sono spalancati per il terrore e i cuori di tutti coloro che sono in cielo e sulla terra hanno tremato, tranne quelli che, vivificati dall’alito dei versetti di Dio, si sono distaccati da tutto.

Questo è il Giorno in cui la terra narrerà le sue novelle. Gli artefici d’iniquità sono i suoi fardelli, se solo ve ne accorgeste. S’è spaccata la luna delle vane fantasie e il cielo ha prodotto fumo visibile. Vediamo la gente abbattuta, terrorizzata dalla paura del suo Signore, l’Onnipotente, il Possente. Il Banditore ha gridato e gli uomini sono stati travolti, tale è stato il furore della Sua collera. Il popolo della sinistra sospira e si lamenta. Quello della destra dimora in nobili magioni, e liba il Vino che è vera vita dalle mani del Misericordioso, ed è in verità beato.

La terra è stata scossa, le montagne sono scomparse e gli angeli Ci sono apparsi schiera a schiera.

La maggior parte della gente è confusa dall’ubriachezza e porta impressi sul viso i segni della collera.

Così abbiamo radunato gli artefici d’iniquità. Li vediamo precipitarsi verso il loro idolo. Dì: Nessuno sarà al sicuro dal verdetto di Dio in questo Giorno. È davvero un Giorno tremendo. Noi indichiamo loro quelli che li hanno condotti alla perdizione. Li vedono, ma non li riconoscono. Hanno gli occhi allucinati: sono, in verità, ciechi. Prova ne siano le calunnie che hanno pronunziato; le loro calunnie sono condannate da Dio, l’Aiuto nel Pericolo, Colui Che esiste da Sé. Il Maligno ha suscitato la malvagità nei loro cuori e sono afflitti da un tormento che nessuno può allontanare. Corrono verso i perversi portando l’elenco degli artefici d’iniquità. Tali sono le loro azioni.

Dì: I cieli sono stati ripiegati, la terra sta nel Suo pugno e gli artefici della corruzione sono stati acciuffati per i capelli e ancora non capiscono.

Bevono acqua inquinata e non lo sanno. Dì: Il grido è stato lanciato e le genti sono uscite dai sepolcri e alzandosi si guardano attorno. Taluni si sono affrettati a raggiungere la corte del Dio della Misericordia, altri sono caduti bocconi nel fuoco dell’Inferno, mentre altri ancora sono smarriti nello stupore. I versetti di Dio sono stati rivelati, eppure se ne sono allontanati. La Sua prova è stata manifestata, eppure l’ignorano. E quando guardano il volto del Misericordiosissimo, i loro visi sono contriti, mentre vivono dissolutamente. Corrono verso il Fuoco dell’Inferno confondendolo con la luce. Lungi da Dio ciò che stoltamente immaginano! Dì: Vi rallegriate o scoppiate di collera, i cieli si sono spaccati e Dio è disceso rivestito di radiosa sovranità. Udiamo tutte le cose create esclamare: «Il Regno è di Dio, l’Onnipotente, l’Onnisciente, il Sapientissimo».

Sappi, inoltre, che, a causa dell’operato degli infedeli, siamo stati gettati in un’affliggente Prigione e circondati dalle legioni della tirannia. Tale è, però, la gioia provata da questo Giovane che nessuna gioia terrena può esserle paragonata. In nome di Dio! Il male che ha sofferto per mano dell’oppressore non potrà mai addolorarGli il cuore, né Lo rattristerà il dominio di coloro che hanno ripudiato la verità.

Dì: La tribolazione è un orizzonte della Mia Rivelazione. L’astro della grazia vi risplende, irradiandone una luce che né nubi di fatue chimere umane né fantasie di aggressore possono oscurare.

Segui le orme del tuo Signore e ricorda i Suoi servi, come Egli ricorda te, incurante dello strepito dei negligenti e della spada del nemico… Spargi ovunque il dolce aroma del tuo Signore e non esitare, fosse pure per meno di un attimo, a servire la Sua Causa. S’avvicina il giorno in cui sarà proclamata la vittoria del tuo Signore, il Clemente, il Generosissimo.

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XVIII. Dì: Abbiamo fatto sgorgare dal Nostro trono i fiumi della parola divina sì che dal suolo dei vostri cuori potessero sbocciare le tenere pianticelle della saggezza e della comprensione. Non siete riconoscenti? Coloro che non si degnano di adorare il loro Signore saranno fra i reietti. E ogni qual volta son loro ripetuti i Nostri versetti, persistono in orgoglioso disprezzo e flagrante violazione della Sua legge, e non lo sanno. Coloro che non hanno creduto in Lui saranno in ombra di denso fumo. «L’Ora» li ha colti nella dissolutezza. Sono stati acciuffati per i capelli, e non lo sanno.

Ciò che doveva avvenire è avvenuto improvvisamente; guardate come fuggono. L’inevitabile si è compiuto; siate testimoni di come se lo gettano alle spalle! Questo è il Giorno in cui ogni uomo rifuggirà se stesso e ancor più i propri simili, se solo ve ne accorgeste! Dì: Nel nome di Dio! Lo squillo della tromba ha risonato, ed ecco, l’umanità è caduta in deliquio innanzi a Noi! L’Araldo ha gridato e il Banditore ha levato la voce dicendo: «Il Regno è di Dio, il Potentissimo, l’Aiuto nel Pericolo, Colui Che esiste da Sé».

Questo è il Giorno in cui tutti gli occhi saranno spalancati per il terrore, il Giorno in cui i cuori di coloro che dimorano sulla terra tremeranno, tranne coloro che il tuo Signore, l’Onnisciente, il Sapientissimo Si compiacerà di dispensare. Tutti i volti si sono oscurati eccetto quelli ai quali il Dio di Misericordia ha concesso cuore raggiante. Allucinati sono gli occhi di coloro che si sono apertamente rifiutati di guardare il volto di Dio, il Gloriosissimo, il Lodatissimo.

Dì: Non avete letto il Corano? Leggetelo, caso mai troviate la verità, poiché questo Libro è in verità la Retta Via. È la Via di Dio per tutti coloro che sono nei cieli e per tutti coloro che sono in terra. Se non vi siete curati del Corano, non può dirsi che il Bayán vi sia lontano. Tenetelo aperto davanti agli occhi. Leggetene i versetti, caso mai evitiate di commettere ciò che farebbe lamentare e gemere i Messaggeri di Dio.

Affrettatevi a uscire dai sepolcri. Per quanto tempo ancora volete dormire? La tromba ha squillato per la seconda volta. Chi state guardando? Questo è il vostro Signore, il Dio di Misericordia. Guardate come vi opponete ai Suoi segni! La terra ha tremato per una forte scossa e ha deposto i suoi fardelli. Non volete ammetterlo? Dì: Non volete riconoscere che le montagne sono diventate come fiocchi di lana, che le genti sono profondamente sgomente davanti alla tremenda maestà della Causa di Dio? Guardate come le loro case non siano che vuote rovine e loro stessi un esercito sconfitto.

Questo è il Giorno in cui il Misericordiosissimo è disceso in nubi di sapienza, ammantato di sovranità manifesta. Egli conosce bene le azioni degli uomini.

Egli è Colui la Cui gloria nessuno può misconoscere, se solo lo capiste! Il cielo di ogni religione s’è squarciato, la terra dell’umana comprensione s’è spaccata e si vedono scendere gli angeli di Dio. Dì: Ecco il Giorno del reciproco inganno, dove fuggite? Le montagne sono scomparse, i cieli sono stati ripiegati e la terra intera è nella stretta del Suo pugno, se solo lo capiste! Chi potrà proteggervi? Nessuno, in nome di Colui Che è il Misericordiosissimo! Nessuno, tranne Dio, l’Onnipotente, il Gloriosissimo, il Benefico. Ogni donna che portava un peso nel grembo ha deposto il proprio fardello. Vediamo uomini ebbri in questo Giorno, il Giorno in cui uomini e angeli sono stati radunati assieme.

Dì: V’è alcun dubbio riguardo a Dio? Guardate com’è disceso dal cielo della Sua grazia, cinto di potere e investito di sovranità. V’è alcun dubbio riguardo ai Suoi segni? Aprite gli occhi e considerate la Sua prova manifesta. Il Paradiso è alla vostra destra e vi è stato avvicinato, l’Inferno è stato posto in fiamme. Osservate le sue vampe divoratrici. Affrettatevi a entrare in Paradiso, pegno della Nostra misericordia per voi, e bevete dalle mani del Misericordiosissimo il Vino che è vera vita.

Bevete con sana delizia, o genti di Bahá. In verità, siete i privilegiati. Ecco ciò che hanno ottenuto coloro che son vicini a Dio. Ecco l’acqua scorrente che vi è stata promessa nel Corano e poi nel Bayán, quale ricompensa del vostro Signore, il Dio di Misericordia. Beati coloro che la bevono!

O Mio servo che hai volto il viso verso di MeI

Rendi grazie a Dio ché ti ha inviato questa Tavola in questa Prigione, perché tu ricordi alle genti i giorni del tuo Signore, il Gloriosissimo, l’Onnisciente. In tal guisa abbiamo fondato per te, con le acque della Nostra saggezza e dei Nostri detti, le basi del tuo credo. Questa è, invero, l’acqua su cui è stato innal zato il Trono del tuo Signore. «Il Suo Trono si librava sulle acque». Medita in cuor tuo, sì che tu ne comprenda il significato. Dì: Sia lode a Dio, Signore di tutti i mondi.

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XIX. A ogni cuore sottile e illuminato è evidente che Dio, Essenza inconoscibile, Essere divino, è immensamente eccelso al di là d’ogni attributo umano, come esistenza corporea, ascesa e discesa, egresso e regresso. Lungi dalla Sua gloria qualsiasi cosa lingua umana possa adeguatamente cantare in Sua lode, o cuore umano comprendere il Suo insondabile mistero! Egli è, ed è sempre stato, celato nell’eternità antica della Sua Essenza e resterà eternamente nascosto, nella Sua Realtà, alla vista degli uomini. «Non L’afferrano gli sguardi ed Egli tutti gli sguardi afferra. È di sguardo sottile e di tutto ha notizia»...

E poiché la porta della sapienza dell’Antico dei Giorni è chiusa a tutti gli esseri, la Sorgente della grazia infinita, secondo il Suo detto: «La Sua grazia ha trasceso tutte le cose; la Mia le ha abbracciate tutte», ha fatto sì che dal regno dello spirito apparissero, nella nobile forma del tempio umano, le luminose Gemme della Santità e, manifestate a tutti gli uomini, impartissero al mondo i misteri dell’Essere immutabile e narrassero gli arcani della Sua Essenza imperitura.

Tutti questi Specchi purissimi, queste Aurore di antica gloria sono Esponenti sulla terra di Colui Che è l’Orbe centrale dell’universo, sua Essenza e suo Fine ultimo. Da Lui scaturiscono la loro sapienza e il loro potere; da Lui deriva la loro sovranità. La bellezza del loro sembiante non è che un riflesso della Sua immagine; la loro rivelazione un segno della Sua gloria immortale. Essi sono Miniere della sapienza divina, Depositari della saggezza celestiale.

Tramite loro fluisce una grazia che è infinita e da loro vien rivelata la luce che non può spegnersi...

Questi Tabernacoli di santità, questi Specchi Primevi che riflettono la luce d’inestinguibile gloria, non sono altro che espressioni di Colui Che è l’Invisibile degli Invisibili. Mediante la rivelazione di queste gemme di virtù divina si manifestano tutti i nomi e gli attributi di Dio quali sapienza e potere, sovranità e dominio, misericordia e saggezza, gloria, generosità e grazia.

Questi attributi di Dio non sono e non sono mai stati concessi specialmente a certi Profeti e negati ad altri. Anzi tutti i Profeti, gli eletti, i santi e i Messaggeri prescelti di Dio sono senza eccezione portatori dei Suoi nomi e personificazioni dei Suoi attributi.

Differiscono soltanto nell’intensità della rivelazione e nella relativa potenza della luce. Così come Egli ha rivelato: «Di tali Apostoli alcuni li abbiam resi superiori agli altri».

È perciò dimostrato in modo chiaro ed evidente che nell’intimo Tempio di questi Profeti ed Eletti di Dio è rispecchiata la luce dei Suoi nomi infiniti e dei Suoi eccelsi attributi, anche se la luce di alcuni di loro può apparentemente non essere rivelata agli occhi degli uomini da questi Templi luminosi. Se un certo attributo di Dio in apparenza non è stato manifestato esteriormente da queste Essenze del Distacco, ciò non implica affatto che Coloro Che sono Albe degli attributi di Dio e Tesori dei Suoi santi nomi, effettivamente non lo posseggano. Dunque queste Anime illuminate, questi Volti leggiadri, sono stati tutti dotati di tutti gli attributi di Dio, quali sovranità, dominio e simili, anche se esteriormente sembrano privi di ogni maestà terrena.

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XX. Sappi con certezza che l’Invisibile non può in alcun modo incarnare la Sua essenza e rivelarla agli uomini. Egli è ed è sempre stato immensamente superiore a tutto ciò che si possa esprimere e vedere. Dal Suo asilo di gloria la Sua voce non fa che proclamare: «In verità Io sono Dio; non v’è altro Dio che Me, l’Onnisciente, il Sapientissimo.

Mi sono manifestato agli uomini e ho inviato loro Colui Che è l’Alba dei segni della Mia Rivelazione. Per Suo mezzo ho fatto sì che tutta la creazione riconoscesse che non v’è altro Dio che Lui, l’Incomparabile, il Consapevole, il Più Saggio.

Colui Che è sempre celato agli occhi degli uomini non può esser conosciuto che per mezzo della Sua Manifestazione e la Sua Manifestazione non può addurre maggior prova della verità della Sua Missione che la prova della Sua Persona.

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XXI. O Salmán! La porta della sapienza dell’Essere Antico è sempre stata e continuerà per sempre ad essere chiusa agli uomini. Nessun intelletto umano otterrà mai accesso alla Sua santa corte. Però, come pegno della Sua misericordia e come prova della Sua premura amorosa, Egli ha manifestato agli uomini gli Astri della Sua guida divina, i Simboli della Sua unità divina e ha stabilito che conoscere queste sante Persone equivalga a conoscere la Sua Persona. Chi riconosce loro ha riconosciuto Dio. Chi porge orecchio al loro appello ha porto orecchio alla Voce di Dio e chi attesta la verità della loro Rivelazione ha attestato la verità di Dio Stesso. Chi s’allontana da loro s’è allontanato da Dio e chi non crede in loro non ha creduto in Dio. Ciascuno di loro è la Via di Dio che unisce questo mondo coi reami superni e lo Stendardo della Sua Verità per tutti coloro che sono nei regni della terra e del cielo. Essi sono le Manifestazioni di Dio fra gli uomini, le testimonianze della Sua Verità e i segni della Sua gloria.

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XXII. I Latori del pegno di Dio sono stati manifestati ai popoli della terra come Rappresentanti di una nuova Causa e Portatori di un nuovo Messaggio. Tutti questi Uccelli del Trono Celeste, discendendo dal cielo della volontà di Dio e levandosi a proclamare la Sua irresistibile Fede, sono considerati un’unica anima e una stessa persona, perché bevono tutti alla stessa coppa dell’amore di Dio e tutti mangiano i frutti dello stesso Albero di Unicità.

Ciascuna di queste Manifestazioni di Dio ha un doppio stato. Uno è quello di pura astrazione e unità essenziale. Sotto questo aspetto, se li chiamassi tutti con un nome e attribuissi loro le medesime qualità, non ti allontaneresti dal vero. Com’Egli ha rivelato: «Non facciamo distinzione alcuna fra i Messaggeri tutti che Iddio ha inviato». Poiché tutti esortano i popoli della terra a riconoscere l’Unità di Dio e annunziano il Kawthar d’infinita grazia e munificenza.

Sono tutti investiti del manto della Missione Profetica e onorati del peplo della gloria. Così ha rivelato Muhammad, il Punto del Corano: «Io sono tutti i Profeti». E inoltre: «Sono il primo Adamo, Noè, Mosè e Gesù». Dichiarazioni analoghe sono state fatte da ‘Alí. Espressioni come queste, che indicano l’unità essenziale di questi Esponenti di Unicità, sono altresì emanate dai Ruscelli dell’immortale parola di Dio e dai Forzieri delle gemme della sapienza divina e sono state inserite nelle scritture. Questi Sembianti sono ricettacoli del Comando Divino e aurore della Sua Rivelazione. E questa Rivelazione è eccelsa al di sopra dei veli della pluralità e delle esigenze numeriche. Così Egli dice: «La Causa Nostra è unica e sola». Dato che la Causa è unica e sola, i suoi Esponenti sono necessariamente uno e lo stesso. Similmente gli Imám della Fede Muhammadica, lampade di certezza, hanno detto: «Muhammad è il nostro primo, Muhammad è il nostro ultimo, Muhammad è il nostro tutto».

È chiaro ed evidente che tutti i Profeti sono Templi della Causa di Dio apparsi in differenti vesti.

Se osserverai con occhio scrutatore, li vedrai dimorare tutti nello stesso tabernacolo, librarsi nello stesso cielo, assisi sullo stesso trono, pronunziare le stesse parole e proclamare la stessa Fede. Questa è l’unità di queste Essenze dell’essere, di quei Luminari d’infinito e incommensurabile splendore. Per tanto se una di queste sante Manifestazioni proclamasse: «Sono il ritorno di tutti i Profeti», direbbe la pura verità. In tal modo, in ogni Rivelazione che segue vi è di fatto il ritorno di quella precedente e questa verità è conclusivamente comprovata...

L’altro è lo stadio di distinzione e riguarda il mondo della creazione e delle sue limitazioni. Da questo punto di vista ogni Manifestazione di Dio ha una differente individualità, una Missione definitivamente assegnata, una Rivelazione predestinata e limitazioni particolarmente fissate. Ognuna di esse è conosciuta con un nome differente, è caratterizzata da un attributo speciale, compie una missione definita e le è affidata una particolare Rivelazione.

Com’Egli disse: «Di tali Messaggeri Divini alcuni li abbiam resi superiori ad altri; fra essi c’è chi parlò con Dio, ed Egli ne ha elevati alcuni di vari gradi.

Così demmo a Gesù, figlio di Maria, prove chiare e Lo confermammo con lo Spirito Santo».

A causa di questa differenza di stadio e missione le parole e le affermazioni che scaturiscono da queste Sorgenti di sapienza divina sembrano contraddirsi e differire. Ma agli occhi di coloro che sono iniziati ai misteri della saggezza divina, tutti i loro discorsi non sono, in realtà, che espressione di un’unica Verità. La maggior parte della gente, non essendo riuscita a valutare gli stadi ai quali Ci siamo riferiti, è perplessa e inquieta di fronte alle espressioni diverse pronunziate dalle Manifestazioni, che sono, poi, essenzialmente le stesse.

È sempre stato chiaro che tutte le diversità di espressione sono da attribuirsi alla differenza di stadio. Così, osservandole dal punto di vista dell’unicità e del distacco sublime, è stato ed è possibile applicare a tutte quelle Essenze dell’esistenza gli attributi di Ente Supremo, Divinità, Assoluta Singolarità e Intima Essenza, poiché esse stanno tutte sul trono della Rivelazione divina e sono assise sul seggio dell’Occultamento divino. Con la loro comparsa vien manifestata la Rivelazione di Dio e dal loro sembiante viene rivelata la Beltà di Dio. Ecco perché da queste Manifestazioni dell’Essere divino si sono sentiti pronunciare gli accenti di Dio.

Osservate alla luce del secondo stadio – stadio di diversità, differenziazione, limitazioni temporali, caratteristiche e regole – esse dimostrano assoluto asservimento, completa abnegazione e totale rinunzia. Com’Egli ha detto: «Sono il servo di Dio. Non sono che un uomo come voi»...

Se una delle Manifestazioni universali di Dio dichiarasse: «Sono Dio», direbbe esattamente la verità senza dare adito a dubbi. Poiché è stato ripetutamente dimostrato che con la loro Rivelazione, i loro attributi e nomi, appaiono nel mondo la Rivelazione, il nome e gli attributi di Dio. Così Egli ha rivelato: «E non eri Tu a lanciar frecce, bensì Dio le lancia va». E inoltre dice: «In verità, coloro che prestano giuramento di fedeltà a Te, prestan giuramento di fedeltà a Dio». E se una di esse proferisse questa dichiarazione: «Sono il Messaggero di Dio», direbbe la verità senz’alcun dubbio. Com’Egli dice: «Muhammad non è padre di nessuno fra i vostri uomini, bensì è il Messaggero di Dio». Esaminate sotto questa luce, non sono altro che Messaggeri di quel Re ideale, di quell’essenza immutabile. E se tutte affermassero: «Sono il suggello dei Profeti», affermerebbero il vero, senza la minima ombra di dubbio. Poiché sono una sola persona, una sola anima, un solo spirito, un solo essere, una sola rivelazione. Sono tutte Manifestazioni del «Principio»e della «Fine», del «Primo» e dell’«Ultimo», del «Visibile» e del «Celato», di tutto ciò che concerne Colui Che è l’intimo Spirito degli Spiriti e l’eterna Essenza delle Essenze. E se dicessero: «Siamo servi di Dio», anche questo è un fatto evidente e indiscutibile. Poiché si sono manifestate nello stato della più perfetta servitù, una servitù che nessuno potrà mai eguagliare. Così, allorché si immersero profondamente negli oceani della santità antica ed eterna, o quando si librarono verso le più eccelse vette dei misteri divini, queste Essenze dell’essere proclamarono che la loro parola è la Voce della divinità, l’Appello di Dio.

Se l’occhio del discernimento fosse aperto, riconoscerebbe che proprio in questo stadio si sono considerate completamente annullate e inesistenti al cospetto di Colui Che tutto pervade, l’Incorruttibile.

Penso che si siano reputate assoluta nullità e abbiano ritenuto blasfemo d’essere nominate in quella Corte.

Poiché entro quella Corte il minimo sussurro di sé è segno di autoaffermazione e di esistenza indipendente. Agli occhi di coloro che sono pervenuti a quella Corte un’idea simile è, di per sé, una grave trasgressione. Quanto più grave sarebbe se dinanzi a quella Presenza fosse nominato altro, se cuore, lingua, mente o anima d’uomo fossero occupati d’altro che del Beneamato, se gli occhi mirassero altro sembiante che la Sua beltà, gli orecchi fossero pronti ad ascoltare altra melodia che la Sua voce e i piedi calcassero altro sentiero che il Suo...

In virtù di questo stadio esse hanno rivendicato a sé la Voce della Divinità e simili, mentre in virtù del Rango Messianico si sono dichiarate Messaggeri di Dio. In ogni circostanza hanno pronunziato una parola conforme alle necessità del momento e si sono attribuite tutte queste dichiarazioni; dichiarazioni che dal regno della Rivelazione divina giungono fino al regno della creazione e dal dominio della Divinità arrivano fino al dominio dell’esistenza terrena. Così, quale che sia la loro parola, si riferisca ai regni della Divinità, della Sovranità, della Missione Profetica, del Rango Messianico, del Custodiato, dell’Apostolato o dell’Asservimento, è sempre verace, senza ombra di dubbio. Perciò le considerazioni da Noi citate a sostegno dei Nostri argomenti devono essere attentamente valutate, perché i detti contraddittori usati dalle Manifestazioni dell’Invisibile e dalle Fonti di Santità cessino di turbare l’anima e di intricare la mente.

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XXIII. Considera le precedenti generazioni. Osserva come ogni qual volta l’Astro della generosità divina ha irradiato la luce della Sua Rivelazione sul mondo, la gente della Sua Era si è sollevata contro di Lui e ha respinto la Sua verità. Coloro che erano considerati capi fra gli uomini si sono invariabilmente sforzati d’impedire ai loro seguaci di volgersi verso Colui Che è l’Oceano della sconfinata generosità di Dio.

Vedi come, in seguito al verdetto pronunciato dai teologi della Sua epoca, la gente abbia gettato nel fuoco Abramo, l’Amico di Dio, come Mosè, Colui Che conversò con l’Onnipotente, sia stato accusato di essere un impostore e un calunniatore. Rifletti come Gesù, lo Spirito di Dio, sia stato trattato dai Suoi nemici, nonostante la Sua ineffabile mansuetudine e la sublime tenerezza Suo cuore. L’ostilità che Egli, Essenza dell’Essere e Signore del visibile e dell’invisibile, dové affrontare, fu così feroce che non aveva neppure dove posare il capo. Errò senza posa da un luogo all’altro privo di una stabile dimora. Rifletti su quello che accadde a Muhammad, il Suggello dei Profeti, possa la vita di tutti esserGli offerta in sacrificio! Quali gravi afflizioni i capi degli Ebrei e degli idolatri inflissero a Colui Che è il Signore sovrano di tutto, per aver Egli proclamato l’unità di Dio e la verità del Suo Messaggio! Per la giustizia della Mia Causa! La Mia Penna geme e tutte le cose create versano tutte le loro lacrime davanti ai dolori che Egli soffrì per mano di coloro che hanno infranto il Patto di Dio, violato il Suo Testamento, respinto le Sue prove e contestato i Suoi segni.

Narriamo ciò che è accaduto nel passato perché tu comprenda.

Hai saputo quanto duramente siano stati afflitti i Profeti di Dio, i Suoi Messaggeri e i Suoi Eletti. Soffermati a meditare sul motivo e sulla ragione che hanno causato tale persecuzione. In nessuna epoca, in nessuna Dispensazione, i Profeti di Dio sono sfuggiti alla blasfemia dei nemici, alla crudeltà degli oppressori, alla denunzia dei dotti del tempo che apparivano camuffati di rettitudine e pietà. Giorno e notte hanno sopportato agonie che nessuno potrà mai misurare eccetto la sapienza dell’unico vero Dio, esaltata sia la Sua gloria.

Considera questo Essere vilipeso. Quantunque le prove più evidenti attestino la verità della Sua Causa, benché le profezie che fece, in linguaggio inequivocabile, si siano avverate, sebbene, pur non essendo annoverato fra i dotti, non avendo frequentato le scuole e non essendo esperto nelle discussioni che si svolgono fra i teologi, abbia riversato sugli uomini la pioggia della Sua multiforme sapienza ispirata da Dio, pure vedi come questa generazione abbia rifiutato la Sua autorità e Gli si sia ribellata! Per la maggior parte della vita Egli è stato duramente provato nelle grinfie dei Suoi nemici. Ora, in questa sconsolata Prigione in cui i Suoi oppressori L’hanno ingiustamente gettato, le Sue sofferenze sono giunte al colmo. Voglia Iddio che tu osservi con visione penetrante e cuore radioso ciò che è accaduto e anche adesso accade e che, meditando in cuor tuo, tu riconosca quel che la maggior parte degli uomini non è riuscita a scorgere in questo Giorno. Se Gli piacerà, Dio ti permetterà di aspirare la dolce fragranza del Suo Giorno e di avere una parte dell’illimitata effusione della Sua grazia, di dissetarti, per Sua amabile concessione, dal più grande Oceano che fluttua in questo Giorno in nome dell’Antico Re e di rimanere saldo e incrollabile nella Sua Causaia come una montagna.i 5 Dì: Glor a Te Che ha fatto sì che tutti i Santi confessino la propria impotenza innanzi alle molteplici rivelazioni della Tua potenza e che ogni Profeta riconosca la Propria nullità davanti al fulgore riconosca la Propria nullità davanti al fulgore della Tua eterna gloria. Ti supplico, per il Tuo nome che ha dischiuso le porte del Cielo ed estasiato l’Accolta celeste, di permettermi di servirTi in questo Giorno e di rafforzarmi nell’osservanza di ciò che hai prescritto nel Tuo Libro. Tu conosci, o Mio Signore, quel che c’è in me, ma io non conosco quel che c’è in Te.

Tu sei l’Onnisciente, Colui Che di tutto è informato.

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XXIV. Badate, o credenti nell’Unità di Dio, di non essere tentati di fare differenze fra le Manifestazioni della Sua Causa o di discriminare i segni che hanno accompagnato e proclamato la loro Rivelazione.

Questo è indubbiamente il vero significato dell’Unità divina, se siete di coloro che comprendono e credono in questa verità. Siate certi soprattutto che le opere e le azioni di tutte queste Manifestazioni di Dio, anzi qualunque cosa appartenga a loro o essi manifesteranno in avvenire, sono tutte cose ordinate da Dio e tutte riflettono la Sua Volontà e il Suo Intento. Chi fa la benché minima differenza fra le loro persone, le loro parole, i loro messaggi, i loro atti e le loro maniere non ha invero creduto in Dio, non ha accettato i Suoi segni e ha tradito la Causa dei Suoi Messaggeri.

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XXV. È evidente che ogni epoca in cui è vissuta una Manifestazione di Dio è divinamente ordinata e, in un certo senso, può essere definita il Giorno fissato di Dio. Ma il Giorno presente è unico e deve essere distinto da quelli che l’hanno preceduto. La designazione «Suggello dei Profeti» rivela pienamente il Suo stadio. Il Ciclo Profetico si è veramente chiuso.

La Verità Eterna è ora apparsa. Egli ha issato l’Insegna del Potere e irradia ora sul mondo il terso splendore della Sua Rivelazione.

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XXVI. Sia lodato Iddio Che tutto possiede, il Re della gloria incomparabile, lodato sia illimitatamente al di sopra della comprensione di tutte le cose create ed esaltato oltre la portata dell’intelletto umano. Nessun altro che Lui è stato capace di cantare adeguatamente la Sua lode, né mai nessuno riuscirà a descrivere appieno la Sua gloria. Chi può pretendere di aver raggiunto le altezze della Sua eccelsa Essenza e quale mente può misurare le profondità dei Suoi insondabili misteri? Da ogni rivelazione scaturita dalla Sor gente della Sua gloria sono apparse prove sante e infinite d’inconcepibile splendore e da ogni manifestazione del Suo invincibile potere si sono riversati oceani di luce eterna. Immensamente eccelse le meravigliose testimonianze della Sua onnipotente sovranità, un barlume della quale distruggerebbe completamente, se appena li toccasse, tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra! Indescrivibilmente sublimi i segni del Suo perfetto potere, un sol segno del quale, per quanto minimo, oltrepassa la comprensione di qualunque cosa sia stata chiamata in essere dal principio che non ha principio,o sarà creata in avvenire sino alla fine che non ha fine. Tutte le Personificazioni dei Suoi Nomi errano nel deserto della ricerca sitibonde e anelanti di scoprire la Sua Essenza e tutte le Manifestazioni dei Suoi Attributi Lo implorano dal Sinai della Santità di svelare il Suo mistero.

Una goccia del ribollente oceano della Sua infinita misericordia ha abbellito tutta la creazione con l’ornamento dell’esistenza e un soffio sprigionatosi dal Suo incomparabile Paradiso ha rivestito tutti gli esseri col manto della Sua santità e della Sua gloria. Un’emanazione dell’insondabile profondità della Sua Volontà sovrana e onnipresente ha, dal nulla assoluto, tratto all’esistenza una creazione infinita nella sua portata e immortale nella sua durata. Le meraviglie della Sua munificenza non potranno mai cessare e il rivolo della Sua grazia misericordiosa non potrà mai essere arrestato. Il processo della Sua creazione non ha avuto principio e non può aver fine.

In ogni epoca e in ogni ciclo Egli ha ricreato ogni cosa per mezzo della risplendente luce irradiata dalle Manifestazioni della Sua meravigliosa Essenza, sì che nulla di tutto ciò che nei cieli e sulla terra riflette i segni della Sua gloria resti privo del flusso della Sua misericordia o disperi di ottenere la pioggia dei Suoi favori. Le meraviglie della Sua grazia illimitata abbracciano tutto! Mirate come abbiano pervaso l’intera creazione. Tale è la loro virtù che non si può trovare un solo atomo dell’universo intero che non proclami le prove del Suo potere, che non glorifichi il Suo santo Nome o non sprigioni la sfolgorante luce della Sua unità. La Sua creazione è tanto perfetta e vasta che nessun intelletto, per quanto vivo, e nessun cuore, per quanto puro, possono afferrare la natura della più insignificante delle Sue creature, tanto meno penetrare il mistero di Colui Che è l’Astro della Verità e l’Essenza invisibile e inconoscibile. Le concezioni dei più devoti mistici, le mète raggiunte dai più progrediti fra gli uomini, le lodi più alte che lingua o penna umana possano innalzare sono tutti prodotti della mente finita dell’uomo e circoscritti dalle sue limitazioni. Diecimila Profeti, ciascuno dei quali un Mosè, sono attoniti sul Sinai della ricerca per il Suo diniego: «Non Mi vedrai!», mentre una miriade di Messaggeri, tutti della grandezza di Gesù, sui loro troni celesti sono sgomenti per l’interdizione: «Non afferrerai mai la Mia Essenza!». Da tempo immemorabile Egli è stato velato nella santità ineffabile del Suo eccelso Essere e continuerà eternamente a essere avvolto nell’impenetrabile mistero della Sua Essenza inconoscibile. Ogni tentativo di arrivare a comprendere la Sua Realtà inaccessibile è finito in un completo disorientamento e ogni sforzo di avvicinarsi al Suo Essere eccelso e mirare la Sua Essenza si è risolto in un irrimediabile insuccesso.

Come mi sbalordisce, insignificante come sono, il tentativo di sondare le sacre profondità della Tua sapienza! Come appaiono futili i miei sforzi di ravvisare la grandezza del potere inerente alla Tua opera – la rivelazione del Tuo potere creativo! Come può il mio occhio, che non ha la facoltà di scorgere se stesso, pretendere di aver scorto la Tua Essenza e come può il mio cuore, già incapace d’intendere il significato dei propri poteri, lusingarsi d’aver compreso la Tua natura? Come posso presumere d’averTi conosciuto, quando l’intera creazione è sbalordita innanzi al Tuo mistero, e confessare di non averTi conosciuto quando, ecco, l’universo intero proclama la Tua Presenza e attesta la Tua verità? Dall’eternità le porte della Tua grazia sono rimaste aperte, e i mezzi di accesso alla Tua Presenza sono stati resi disponibili a tutte le cose create, e le rivelazioni della Tua impareggiabile Bellezza sono state sempre impresse sulla realtà di tutti gli esseri visibili e invisibili. Pure, nonostante questo amabilissimo favore, questo perfetto e compiuto dono, mi sento spinto ad attestare che la Tua corte di santità e di gloria è incommensurabilmente eccelsa al di sopra della conoscenza di tutto fuor che Te e che il mistero della Tua Presenza è imperscrutabile ad ogni mente che non sia la Tua. Nessun altro che Te può svelare il segreto della Tua natura e null’altro che la Tua Essenza trascendente può afferrare la realtà del Tuo imperscrutabile Essere.

Quanti Esseri celestiali e gloriosissimi hanno vagato tutti i giorni della loro vita nel deserto della separazione da Te, senza riuscire, alla fine, a trovarTiI

Quale vasta accolta di Anime immortali e santificate si sono perse sbalordite mentre tentavano di mirare il Tuo Viso nel deserto della ricerca! Vi sono miriadi di ardenti innamorati Che la fiamma divoratrice della lontananza da Te ha fatto precipitare e perire e innumerevoli sono le Anime fedeli Che hanno volontariamente immolato la vita nella speranza di contemplare fugacemente la luce del Tuo sembiante. I sospiri e i gemiti di questi cuori anelanti che palpitano per Te non potranno mai raggiungere la Tua santa corte né potranno i lamenti dei viandanti, sitibondi di comparire innanzi al Tuo volto, pervenire al Tuo seggio di gloria.

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XXVII. Ogni lode all’unità di Dio e ogni onore a Lui, Signore sovrano, incomparabile, gloriosissimo Reggente dell’universo Che, dal nulla assoluto, ha creato la realtà di ogni cosa, Che dal nulla ha portato all’esistenza gli elementi più raffinati e imponderabili della Sua creazione e Che, sollevando le Sue creature dall’avvilimento della lontananza e dai pericoli dell’estinzione finale, le ha accolte nel Suo regno di gloria incorruttibile. Null’altro che la Sua grazia che tutto abbraccia e la Sua misericordia che tutto pervade poteva farlo. Come avrebbe altrimenti potuto l’assoluto nulla acquistare da sé la dignità e la capacità di emergere dallo stato dell’inesistenza al regno dell’esistenza?

Dopo aver creato il mondo e tutto ciò che in esso vive e si muove, Egli, per opera del Suo Volere sovrano e illimitato, scelse di conferire all’uomo l’esclusivo privilegio e la facoltà di conoscerLo e amarLo – una facoltà che deve essere considerata l’impulso generatore e lo scopo principale che contrassegna l’intera creazione… Sull’intima realtà di ogni cosa creata Egli ha riversato la luce di uno dei Suoi nomi facendone il ricettacolo della gloria di uno dei Suoi attributi. Ma nella realtà dell’uomo ha accentrato la radiosità di tutti i Suoi nomi e i Suoi attributi facendone lo specchio di Se Stesso. Fra tutte le cose create solo l’uomo è stato scelto per godere di un sì grande favore, di tale eterna munificenza.

Però queste energie con le quali l’Astro della divina munificenza, la Sorgente della guida celeste, ha arricchito la realtà dell’uomo sono latenti in lui, come la fiamma è celata nella candela e i raggi della luce sono potenzialmente presenti nella lampada. La radiosità di queste energie può essere oscurata dai desideri mondani come la luce del sole può essere nascosta sotto la polvere e la patina che ricoprono lo specchio. Né la candela né la lampada possono accendersi senza aiuto e col loro solo sforzo, né potrà mai lo specchio riuscire a liberarsi dalla patina. È chiaro ed evidente che la lampada non s’illuminerà finché non sarà accesa e che lo specchio non potrà mai riprodurre l’immagine del sole o rifletterne la luce e la gloria, a meno che la sua superficie non sia stata liberata dalla patina.

E siccome non può esservi alcun legame di diretta comunicazione che unisca l’unico vero Iddio alla Sua creazione e nessuna somiglianza potrà mai esistere fra il transitorio e l’Eterno, il contingente e l’Assoluto, Egli ha comandato che in ogni epoca e in ogni dispensazione un’Anima pura e immacolata si manifesti nei regni della terra e del cielo. A quest’Essere imponderabile, misterioso ed etereo, Egli ha assegnato una doppia natura, quella fisica, che appartiene al mondo della materia, e quella spiri tuale che nasce dalla sostanza di Dio Stesso. Gli ha inoltre conferito un doppio stadio. Il primo stadio, relativo all’intima realtà, Lo rappresenta come Uno la Cui voce è la voce di Dio Stesso. Lo attesta la tradizione: «Complessa e misteriosa è la Mia relazione con Dio. Io sono Lui Stesso ed Egli è Me Stesso, eccetto che io sono quel che sono ed Egli è quel che è». Egualmente le parole: « Sorgi, o Muhammad, poiché, ecco, Amante e Amato sono ricongiunti e resi una cosa sola in Te». Egli ha anche detto: «Non v’è alcuna differenza fra Te e Loro, eccetto che Essi sono Tuoi servi». Il secondo stadio è quello umano, illustrato dai seguenti versetti: «Io non sono che un uomo come voi», «Dì: Lode al mio Signore! Sono Io, un apostolo, più di un uomo?».

Queste essenze della Rinunzia, queste Realtà risplendenti sono i canali dell’onnipresente grazia di Dio. Guidate dalla luce dell’inestinguibile guida e investite di suprema sovranità, sono incaricate di servirsi dell’ispirazione delle loro parole, delle effusioni della loro infallibile grazia e della santificante brezza della loro Rivelazione per purificare dalla patina e dalla polvere delle cure e delle limitazioni terrene ogni cuore desideroso e ogni spirito ricettivo. Allora e soltanto allora il Pegno di Dio, latente nella realtà dell’uomo, emergerà risplendente come l’Astro ascendente della divina Rivelazione da dietro il velo che lo cela e pianterà il vessillo della sua rivelata gloria sulle vette dei cuori umani.

Dalle allusioni e dai passi precedenti risulta indubbiamente chiaro che nei regni della terra e del cielo bisogna che si manifesti un Essere, un’Essenza che agisca da Manifestazione e Veicolo per trasmettere la grazia della Divinità, il Signore sovrano di tutto. Grazie agli Insegnamenti di questo Astro di Verità, tutti gli uomini progrediscono e si sviluppano fino conseguire lo stadio in cui possono mostrare le forze potenziali delle quali il loro intimo vero essere è stato dotato. È proprio per questo scopo che in ogni epoca e in ogni dispensazione sono apparsi fra gli uomini i Profeti di Dio e i Suoi Eletti e hanno emanato un tale potere che non poteva essere generato altro che da Dio e una potenza che soltanto l’Eterno può rivelare.

Può mai uomo di mente sana immaginare seriamente che, a causa di certe parole il cui significato egli non arriva a capire, la porta dell’infinita guida di Dio possa mai chiudersi agli uomini? Può mai concepire un principio e una fine di questi divini Luminari, di queste Luci risplendenti? Quale inondazione straripante può paragonarsi al flusso della Sua grazia che tutto abbraccia e quale benedizione può sorpassare i segni di una misericordia così grande e penetrante? Non può esservi dubbio che, se per un solo istante la marea della Sua misericordia e della Sua grazia si ritirasse dal mondo, esso perirebbe immediatamente. Per questa ragione, le porte della misericordia divina sono state spalancate innanzi a tutte le cose create sin dal principio che non ha principio e le nubi della Verità continueranno a far piovere favori e doni sulla terra della capacità, della realtà e della personalità umana fino alla fine che non ha fine.

Questo è stato il metodo di Dio, ininterrotto dall’eternità all’eternità.

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XXVIII. Felice l’uomo che si leverà a servire la Mia Causa e a glorificare il Mio leggiadro Nome. Afferra il Mio Libro con la forza della Mia potenza e attieniti tenacemente a ogni comandamento prescrittovi dal tuo Signore, l’Ordinatore, il Sapiente. Mira, o Muhammad, come le parole e gli atti dei seguaci dell’Islam sciita abbiano affievolito la gioia e il fervore dei primi giorni e oscurato lo splendore primigenio della sua luce. Nei primi tempi, quando ancora aderivano ai precetti legati al nome del loro Profeta, il Signore dell’umanità, la loro via era segnata da un’ininterrotta catena di vittorie e di trionfi. Man mano che si allontanarono dal sentiero del loro ideale Capo e Maestro, che si scostarono dalla Luce di Dio e corruppero il principio della Sua unità divina, concentrando sempre più l’attenzione su coloro che erano soltanto esponenti della potenza del Suo Verbo, la loro forza si trasformò in debolezza, la gloria in vergogna e il coraggio in timore. Puoi testimoniare a che punto si sono ridotti. Vedi come abbiano dato compagni a Colui Che è il Punto Focale dell’unità divina. Vedi come, nel Giorno della Resurrezione, le loro malvagie azioni abbiano impedito loro di riconoscere il Verbo della Verità, esaltata sia la Sua gloria. Confidiamo che d’ora innanzi costoro si liberino da vane speranze e fatue chimere e arrivino alla vera comprensione del significato dell’unità divina.

La Persona della Manifestazione è sempre stata il rappresentante e il portavoce di Dio. In verità, essa è l’Alba dei più eccellenti Titoli di Dio e la Sorgente dei Suoi eccelsi attributi. Se qualcuno Gli fosse messo accanto da pari, se costui fosse considerato identico alla Sua Persona, come si potrebbe allora sostenere che l’Essere divino è Uno e Incomparabile, che la Sua Essenza è indivisibile e impareggiabile? Medita su ciò che ti abbiamo rivelato col potere della verità e sii di coloro che ne comprendono il significato.

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XXIX. Lo scopo di Dio nel creare l’uomo è stato e sarà sempre quello di renderlo capace di conoscere il suo Creatore e di pervenire alla Sua Presenza. Di questa mèta eccelsa, di questo supremo fine fanno fede inequivocabilmente tutti i Libri sacri e tutte le potenti Scritture divinamente rivelate. Chi ha riconosciuto l’Alba della guida divina ed è entrato nella Sua santa corte s’è avvicinato a Dio e ha raggiunto la Sua Presenza, Presenza che è il vero Paradiso di cui le più alte magioni del cielo non sono che un simbolo. Un tale uomo ha raggiunto la conoscenza dello stadio di Colui Che è «alla distanza di due archi» dal Sadratu’l-Muntahá. Chi non è riuscito a riconoscerLo si è condannato da sé alla miseria della lontananza, lontananza che non è che il niente assoluto e l’essenza stessa del fuoco più abissale. Tale sarà il suo fato, anche se in apparenza occuperà le più alte cariche e siederà sul più eccelso trono della Terra.

Colui Che è l’Alba della Verità è, senza dubbio, pienamente capace di salvare da tale lontananza le anime sviate e di farle avvicinare alla Sua corte e giungere alla Sua Presenza. «Se a Dio fosse piaciuto, avrebbe fatto sicuramente di tutti gli uomini un solo popolo». Ma il Suo scopo è rendere capaci coloro che hanno spirito puro e cuore distaccato di ascendere alle rive del Più Grande Oceano in virtù dei loro poteri innati, perché così coloro che cercano la Beltà del Gloriosissimo si distinguano e si separino dai perversi e dai deviati. Così è stato ordinato dalla Penna gloriosissima e risplendente…

Che le Manifestazioni della giustizia divina, le Albe della grazia celeste siano sempre state prive di dominio terreno e sprovviste di mezzi di autorità terrena al loro apparire fra gli uomini dev’essere attribuito allo stesso principio di separazione e distinzione che animò il divino Intento. Se l’Essenza Eterna manifestasse tutto ciò che è latente in Lei, se splendesse in piena gloria, non si troverebbe alcuno che dubitasse del Suo potere o rinnegasse la Sua verità.

Anzi tutte le cose create sarebbero così abbagliate e folgorate dall’evidenza della Sua luce da esserne annientate. Come si potrebbero allora separare in tali circostanze i timorati di Dio dai perversi!

Questo principio si è estrinsecato in tutte le precedenti Dispensazioni ed è stato abbondantemente dimostrato… È per questa ragione che, in ogni epoca, quando è apparsa una nuova Manifestazione e una nuova rivelazione del potere trascendente di Dio è stata concessa agli uomini, coloro che non hanno creduto in Essa, ingannati dall’apparizione dell’impareggiabile ed eterna Beltà in forma di uomo mortale, non sono riusciti a riconoscerLa. Hanno errato lontano dal Suo sentiero e schivato la Sua compagnia… la compagnia di Colui Che è il Simbolo della vicinanza di Dio. Sono perfino insorti a decimare i ranghi dei fedeli e a sterminare coloro che credevano in Lui.

Guarda come in questa Dispensazione gli insignificanti e gli stolti si siano vanamente immaginati di poter spegnere la Lampada che la Mano del potere divino aveva accesa o eclissare l’Astro dello splendore eterno, con tali mezzi quali il massacro, il saccheggio e l’esilio. Dimostrano di essere completamente ignari della verità che questa stessa avversità è l’olio che alimenta la fiamma di questa LampadaI

Tale è il potere trasformatore di Dio. Egli cambia ciò che vuole; Egli invero ha potere su tutte le cose…

Considera, in ogni epoca, la sovranità esercitata dal Re ideale e osserva le prove del Suo potere e della Sua suprema influenza. Purificatevi gli orecchi dai vani discorsi di coloro che sono i simboli della negazione e gli esponenti della violenza e dell’ira. Si avvicina l’ora in cui sarete testimoni del trionfo del potere dell’unico vero Iddio su tutte le cose create e vedrete i segni della Sua sovranità abbracciare tutta la creazione. Quel giorno scoprirete che tutto, tranne Lui, sarà dimenticato e considerato un mero nulla.

Sarà bene rammentare però che Dio e la Sua Manifestazione non potranno mai essere separati dalla grandezza e dalla sublimità che posseggono inerentemente. Anzi, grandezza e sublimità sono es se stesse creazioni del Suo Verbo, se vorrete vedere coi Miei occhi e non con i vostri.

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XXX. Dio attesta che non v’è altro Dio che Lui, il Benevolo, il Più Amato. Sue sono la grazia e la munificenza. A chiunque voglia Egli dà qualunque cosa Gli piaccia. Egli, in verità, è il Potentissimo, l’Onnipotente, l’Aiuto nel Pericolo, Colui Che esiste da Sé.

In verità, crediamo fermamente in Colui Che, nella persona del Báb, è stato inviato per Volontà dell’unico vero Dio, il Re dei Re, il Lodatissimo. Giuriamo inoltre fedeltà a Colui Che è destinato a manifestarSi al tempo del Mustagháth, come pure a coloro che verranno dopo di Lui fino alla fine che non ha fine. Riconosciamo nella manifestazione di ciascuno di loro, esteriormente e interiormente, la manifestazione di null’altro che Dio stesso, se solo foste di coloro che comprendono! Ciascuno di loro è uno specchio di Dio, che non riflette altro che la Sua Persona, la Sua Beltà, la Sua Potenza e la Sua Gloria, se voleste capirlo. Tutti tranne loro devono essere considerati specchi capaci di riflettere la gloria di queste Manifestazioni Che sono lo Specchio Principale dell’Essere Divino, se solo non mancaste di comprensione! Nessuno ha mai potuto sfuggire a loro, nessuno deve ostacolarli nel conseguimento del loro scopo. Questi Specchi si succederanno per l’eternità e continueranno a riflettere la luce dell’Antico dei Giorni. Coloro che rispecchiano la loro gloria continueranno, similmente, a esistere per sempre, poiché la Grazia di Dio non può cessare di fluire. Questa è una verità che nessuno può confutare.

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XXXI. Osserva con l’occhio interiore la catena di Rivelazioni successive che collega la Manifestazione di Adamo a quella del Báb. Attesto innanzi a Dio che ciascuna di queste Manifestazioni è stata inviata per opera della Volontà e Finalità divine, che ciascuna di esse è stata apportatrice di un Messaggio specifico, che a ciascuna è stato affidato un Libro divinamente rivelato e ordinato di svelare i misteri di una Tavola possente. La portata della Rivelazione con la quale ciascuna di loro si è identificata era stata esattamente predisposta. In verità, questo è un pegno del Nostro favore verso di esse, se foste di coloro che capiscono questa verità... E quando questo processo di Rivelazione progressiva è culminato nello stadio in cui il Suo sembiante impareggiabile, sacrosanto ed eccelso doveva svelarsi agli occhi degli uomini, Egli ha deciso di nascondere la Sua Persona dietro mille veli per tema che occhi profani e mortali scoprissero la Sua gloria. Lo ha fatto nel momento in cui si riversarono su di Lui i segni e i pegni di una Rivelazione divinamente designata – segni e pegni che nessuno può ravvisare eccetto il Signore, vostro Dio, il Signore di tutti i mondi. E allorché il tempo stabilito per l’occultazione si fu compiuto, benché avvolto ancora in miriadi di veli, sprigionammo un bagliore infinitesimo della sfolgorante Gloria che avvolge il Volto del Giovane ed ecco, tutte le schiere degli abitatori dei Reami supremi furono colte da violento turbamento e i favoriti di Dio si prostrarono adoranti innanzi a Lui. In verità, Egli ha manifestato una gloria che nessuno nell’intera creazione aveva mai veduto, poiché Si è levato di persona a proclamare la Sua Causa a tutti coloro che sono nei cieli e in terra.

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XXXII. Ciò che hai sentito di Abramo, l’Amico del Misericordiosissimo, è la verità e non lascia adito a dubbio. La Voce di Dio Gli ordinò di sacrificare Ismaele, cosicché la Sua saldezza nella Fede di Dio e il Suo distacco da tutti fuor che Lui potessero essere dimostrati agli uomini. Lo scopo di Dio era, inoltre, quello di sacrificarlo per redimere i peccati e le ini quità di tutti i popoli della terra. Gesù, Figlio di Maria, implorò l’unico vero Dio, siano esaltati il Suo nome e la Sua gloria, di concederGli lo stesso onore.

Per la stessa ragione Muhammad, l’Apostolo di Dio, offrì in sacrificio Husayn.

Nessuno potrà mai pretendere d’aver compreso la natura della celata e multiforme grazia di Dio, nessuno può misurare la Sua universale misericordia.

Tali sono state le perversità e le colpe degli uomini, così crudeli le prove inflitte ai Profeti di Dio e ai loro prediletti, che l’umanità intera merita di essere tormentata e perire. Però, la celata e amorevolissima provvidenza di Dio l’ha protetta e continuerà a proteggerla, con mezzi visibili e invisibili, dal castigo che merita per la sua malvagità. Pondera ciò in cuor tuo perché ti sia rivelata la verità e resti saldo sul Suo cammino.

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XXXIII. Abbiamo decretato che il Verbo di Dio e tutte le sue potenzialità si manifestino agli uomini in esatta conformità con le condizioni già predisposte da Colui Che è l’Onnisciente, il Più Saggio. Abbiamo inoltre ordinato che il velo che Lo cela non sia altri che la sua Persona. Questo è invero il Nostro potere di raggiungere il Nostro Scopo. Se il Verbo liberasse all’improvviso tutte le energie latenti, nessuno potrebbe sopportare il peso di una così potente Rivelazione. Anzi tutto quello che è in cielo e in terra fuggirebbe costernato davanti ad esso.

Considera ciò che è stato inviato a Muhammad, l’Apostolo di Dio. La portata della Rivelazione della quale era latore era stata chiaramente prestabilita da Colui Che è l’Onnipotente, il Potentissimo. Ma coloro che Lo sentirono poterono capire il Suo fine soltanto secondo la misura del proprio stadio e della propria capacità spirituale. Egli perciò scoprì il Volto della Saggezza adeguatamente alla loro possibilità di sostenere il peso del Suo Messaggio. Non appena l’umanità ebbe raggiunto lo stadio della maturità, il Verbo rivelò agli occhi degli uomini le energie latenti delle quali era stato dotato – energie che si palesarono nel pieno della gloria quando l’Antica Beltà apparve nell’anno sessanta nella persona di ‘AlíMuhammad, il Báb.

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XXXIV. Ogni lode e gloria a Dio, Che per la forza della Sua potenza ha affrancato la Sua creazione dalla nudità dell’inesistenza, rivestendola col manto della vita. Fra le cose create Egli ha scelto come oggetto del Suo favore speciale la pura, preziosa gemma del la realtà dell’uomo e l’ha rivestita della capacità esclusiva di riconoscerLo e rispecchiare la grandezza della Sua gloria. Questa duplice distinzione conferitagli ha tolto dal suo cuore la ruggine di ogni vano desiderio, rendendolo degno della veste con la quale il suo Creatore aveva voluto rivestirlo. È servita ad affrancare la sua anima dalla miseria dell’ignoranza.

La veste con la quale il corpo e l’anima dell’uomo sono stati adornati è la base del suo benessere e del suo sviluppo. Benedetto il giorno in cui, aiutato dalla grazia e dalla potenza del vero unico Dio, l’uomo si libererà dalla schiavitù e dalla corruzione del mondo e di tutto quello che esso contiene e raggiungerà il vero e duraturo riposo all’ombra dell’Albero della Conoscenza!

I canti che l’uccello del tuo cuore aveva modulato nel suo grande amore per gli amici sono giunti alle Mie orecchie e Mi hanno spinto a rispondere alle tue domande e a rivelarti quei segreti che Mi è permesso svelare. Nella tua stimata lettera Mi chiedi quale dei profeti di Dio si debba considerare superiore agli altri. Sappi per certo che l’essenza di tutti i Profeti di Dio è una e la stessa. La loro unità è assoluta. Dio, il Creatore, dice: Non v’è differenza alcuna fra i Latori del Mio Messaggio. Hanno tutti un solo scopo; il loro segreto è lo stesso segreto. Non dev’essere in alcun modo permesso di onorarne uno a preferenza di un altro, di esaltarne certuni più degli altri. Ogni vero Profeta ha considerato il Proprio Messaggio fondamentalmente uguale alla Rivelazione di tutti gli altri Profeti che Lo precedettero. Pertanto, se qualcuno, non riuscendo a comprendere questa verità, indulgesse a discorsi vani e sconvenienti, nessuno che veda chiaro e abbia la mente illuminata si lascerebbe scuotere nella propria fede da simili chiacchiere.

Ma la portata della Rivelazione dei Profeti di Dio in questo mondo deve differire. Ciascuno di essi è stato il Latore di un Messaggio distinto ed è stato incaricato di rivelarSi con azioni specifiche. È per questa ragione che sembrano differire nella loro grandezza. La loro Rivelazione può essere paragonata alla luce della luna che diffonde la sua radiosità sulla terra. Benché ogni qual volta appaia riveli una nuova misura del suo splendore, pure, il suo splendore essenziale non potrà mai diminuire, né può la sua luce estinguersi.

È chiaro ed evidente, perciò, che qualsiasi apparente variazione dell’intensità della loro luce non è inerente alla luce stessa, ma è da attribuirsi alla cangiante recettività di un mondo in continua trasformazione. A ciascun Profeta Che l’Onnipotente e Impareggiabile Creatore ha designato di inviare ai popoli della terra è stato affidato un Messaggio e dato l’incarico di agire nel modo migliore per venire incontro alle esigenze dell’epoca in cui è apparso.

Nell’inviare i Suoi Profeti agli uomini, Dio ha un duplice scopo. Il primo è quello di liberare i figli degli uomini dalle tenebre dell’ignoranza e di guidarli verso la luce della vera comprensione. Il secondo è quello di assicurare la pace e la tranquillità dell’umanità provvedendo tutti i mezzi adeguati per poterle stabilire.

I Profeti di Dio devono essere considerati dei medici il cui compito è quello di favorire il benessere del mondo e dei suoi popoli e di guarire, mediante lo spirito dell’unicità, la malattia di un’umanità divisa. Nessuno ha il diritto di dubitare delle loro parole e di criticarne il comportamento, poiché essi sono gli unici che possono pretendere di aver capito il paziente e diagnosticato esattamente i suoi mali. Nessuno, per quanto perspicace, potrà mai sperare di arrivare alle vette raggiunte dalla saggezza e dalla comprensione del Medico divino. Nessuna meraviglia, perciò, se il rimedio prescritto dal medico d’oggi non è identico a quello che è stato prescritto prima. Come potrebbe essere altrimenti, quando i mali che affliggono il sofferente necessitano, in ogni fase della malattia, un rimedio speciale? Così, ogni qual volta hanno illuminato il mondo con la sfolgorante radiosità dell’Astro della sapienza divina, i Profeti di Dio hanno invariabilmente invitato i suoi popoli ad abbracciare la luce di Dio coi mezzi più idonei alle esigenze del tempo in cui sono apparsi.

Hanno potuto così disperdere le tenebre dell’ignoranza e riversare sul mondo la gloria del loro sapere.

Pertanto, è verso l’intima essenza di questi Profeti che deve volgersi l’occhio di ogni uomo dotato di discernimento, poiché il loro unico e solo scopo è sempre stato quello di guidare i traviati e di dar pace agli afflitti. Questi non sono giorni di prosperità e di trionfo. L’intera umanità è oppressa da molteplici mali. Ci si sforzi, dunque, di salvarne la vita con la benefica medicina che la possente mano dell’infallibile Medico ha preparato.

E ora, a proposito della tua domanda riguardo la natura della religione. Sappi che coloro che sono veramente saggi hanno paragonato il mondo al tempio umano. Come il corpo dell’uomo ha bisogno di un abito per vestirsi, così il corpo dell’umanità ha bisogno di essere adornato con il manto della giustizia e della saggezza. Il suo abito è la Rivelazione concessagli da Dio. Ogni qual volta questo abito avrà servito allo scopo, l’Onnipotente lo rinnoverà certamente.

Poiché ogni epoca richiede una nuova misura della luce di Dio. Ogni Rivelazione divina è stata inviata in modo confacente alle condizioni dell’epoca in cui è apparsa.

Circa la domanda relativa ai detti dei capi delle religioni passate. Ogni uomo saggio e degno eviterà senza dubbio un così vano e inutile discorso. Il Creatore incomparabile ha creato tutti gli uomini di una stessa sostanza e ha esaltato la loro realtà sul resto delle Sue creature. Successo o insuccesso, guadagno o perdita devono, perciò, dipendere dagli sforzi dell’uomo. Più lotta, maggiore sarà il progresso. In ogni modo vogliamo sperare che le piogge primaverili della munificenza di Dio facciano sbocciare i fiori della vera comprensione dal suolo dei cuori umani liberandoli da tutte le impurità terrene.

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XXXV. Fermati a riflettere. Cos’ha istigato i popoli della terra, in ogni Dispensazione, a evitare la Manifestazione del Misericordiosissimo? Che cosa li ha spinti ad allontanarseNe e a sfidarNe l’autorità? Se meditassero su queste parole che fluirono dalla Penna del divino Ordinatore, tutti gli uomini si affretterebbero ad abbracciare la verità di questa Rivelazione, dono eterno di Dio, e attesterebbero ciò che Egli Stesso ha solennemente affermato. È il velo delle immaginazioni vane che, nei giorni delle Manifestazioni dell’Unità di Dio e delle Sorgenti della Sua gloria eterna, si è frapposto e continuerà a frapporsi fra loro e il resto dell’umanità. Poiché in quei giorni Colui Che è la Verità Eterna Si manifesta conformemente a ciò che Egli Stesso ha stabilito e non secondo i desideri e le aspettative degli uomini. Com’Egli ha ri velato: «Ogni qual volta un Apostolo viene a voi con ciò che le vostre anime non desiderano, vi gonfiate d’orgoglio e trattate gli uni come impostori e trucidate gli altri».

Non v’è alcun dubbio che se questi Apostoli fossero apparsi nei tempi e nei cicli passati, conformemente alle vane fantasie escogitate dai cuori degli uomini, nessuno avrebbe rinnegato la verità di questi Esseri santi. Pur ricordando notte e giorno l’unico vero Dio, devotamente impegnati nelle pratiche della preghiera, tuttavia questi uomini alla fine non riconobbero le Albe dei segni di Dio e le Manifestazioni delle Sue irrefutabili prove e non ebbero una parte della loro grazia. Ne fanno fede le Scritture. Ne sei senza dubbio a conoscenza.

Considera la Dispensazione di Gesù Cristo.

Osserva come i sapienti di quella generazione, benché aspettassero ansiosamente la venuta del Promesso, Lo abbiano rinnegato. Tanto Anna, il più sapiente teologo del Suo tempo, quanto Caifa, il grande sacerdote, Lo accusarono ed emisero una sentenza di morte contro di Lui.

Egualmente, quando apparve Muhammad, il Profeta di Dio – possano tutti gli uomini essere sacrificati per Lui – nei primi tempi della Sua Rivelazione i sapienti della Mecca e di Medina insorsero contro di Lui e respinsero il Suo Messaggio, mentre coloro che erano privi di ogni sapere riconobbero e abbracciarono la Sua Fede. Soffermati a riflettere.

Considera come Balál, l’Etiope, benché illetterato, sia asceso al cielo della fede e della certezza, mentre ‘Abdu’lláh-i-Ubayy, sommo capo fra i sapienti, si sia malvagiamente schierato contro di Lui. Vedi come un semplice pastore sia stato così rapito in estasi dalle parole di Dio da ottenere accesso alla dimora del suo Amatissimo e restare unito a Colui Che è il Signore dell’umanità, mentre coloro che vantavano sapere e saggezza si siano allontanati dal Suo sentiero e siano restati privi della Sua grazia. Per questa ragione Egli ha scritto: «Chi s’innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato». Riferimenti a questo tema si trovano nella maggior parte dei Libri sacri, nonché nei detti dei Profeti e dei Messaggeri di Dio.

Io dico in verità, tale è la grandiosità di questa Causa che il padre fugge dal figlio e il figlio dal padre. Rammentate la storia di Noè e di Canaan. Voglia Iddio che in questi giorni di delizia paradisiaca non vi priviate del dolce aroma di Dio Gloriosissimo e che partecipiate al flusso della Sua grazia in questa Primavera spirituale. Sorgete in nome di Colui Che è l’Oggetto di ogni conoscenza e con assoluto distacco dalle dottrine degli uomini levate la voce a proclamare la Sua Causa. Giuro per l’Astro della Rivelazione divina! Nel momento stesso in cui sorgerete, vedrete che dal vostro cuore sgorgherà un fiotto di sapienza divina e vedrete le meraviglie della Sua ce leste saggezza apparirvi innanzi in tutta la loro gloria. Se gustaste la dolcezza delle parole del Misericordiosissimo non esitereste a rinunziare a voi stessi e ad immolare la vita per il Benamato.

Chi potrà credere che questo Servo di Dio non abbia mai nutrito in cuor Suo il desiderio di onori o benefici terreni? La Causa legata al Suo Nome è molto superiore alle cose transitorie di questo mondo. GuardateLo esule, vittima della tirannia, in questa Più Grande Prigione. I Suoi nemici Lo hanno attaccato da ogni parte e continueranno così fino alla fine della Sua vita. Perciò tutto quello che vi dice, ve lo dice unicamente per amore di Dio, caso mai i popoli della terra si purifichino il cuore dalla macchia dei desideri malvagi, strappino i veli e giungano alla conoscenza dell’unico vero Dio, lo stato più eccelso cui uomo possa aspirare. Che essi credano o no nella Mia Causa non può né giovarMi né nuocerMi. Li invitiamo unicamente per amor di Dio. Egli, in verità, può fare a meno di tutte le Sue creature.

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XXXVI. Sappi invero che quando il Figlio dell’Uomo rese l’anima a Dio l’intera creazione pianse tutte le sue lacrime; ma nel sacrificarSi Egli infuse in tutte le cose create una nuova forza. Le sue prove, presenti fra tutti i popoli della terra, sono ora palesi innanzi a te. La più profonda saggezza che i saggi abbiano espressa, la più alta dottrina che l’intelletto abbia mai spiegato, le arti che le mani più abili abbiano prodotto, l’influenza esercitata dai più potenti sovrani non sono che manifestazioni del potere vivificatore emanate dal Suo spirito, trascendente, penetrante e radioso.

Attestiamo che quando venne al mondo, Egli irradiò lo splendore della Sua gloria su tutte le cose create. Per Lui il lebbroso guarì dalla lebbra della perversità e dell’ignoranza. Per Lui gl’impuri e i malvagi furono risanati. Per il Suo potere, generato da Dio Onnipotente, gli occhi del cieco furono aperti e fu santificata l’anima del peccatore.

La lebbra può interpretarsi come qualunque velo si frapponga fra l’uomo e il riconoscimento del Signore suo Dio. Chi rinunzia a Lui è davvero un lebbroso che non sarà ricordato nel Regno di Dio, il Potente, il Lodato. Attestiamo che, per il potere del Verbo di Dio, ogni lebbroso fu purificato, ogni male fu guarito, ogni infermità umana fu bandita. Fu Lui a purificare il mondo. Benedetto l’uomo che si volge a Lui col volto raggiante di luce.

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XXXVII. Benedetto l’uomo che fa professione di fede in Dio e nei Suoi segni e riconosce che «non Gli sarà chiesto conto delle Sue azioni». Dio ha fatto di questo riconoscimento l’ornamento e il vero fondamento di ogni credo. Da questo dipende l’accettazione di ogni buona azione. Fissate bene gli occhi su di esso a che, forse, il sussurrio dei ribelli non vi faccia errare.

Se anche Egli decretasse che è permesso ciò che da tempo immemorabile è stato proibito, e proibito ciò che in ogni epoca è stato ritenuto giusto, nessuno avrebbe il diritto di discutere la Sua autorità. Colui che esitasse, anche meno di un attimo, sarebbe considerato trasgressore.

Chiunque non abbia riconosciuto questa sublime e fondamentale verità e non sia riuscito a raggiungere questo stadio eccelso, i venti del dubbio lo agiteranno e i discorsi degli infedeli gli frastorneranno l’anima. Colui che avrà riconosciuto questo principio avrà il dono della più perfetta costanza. Ogni onore a questo gloriosissimo stadio, il cui ricordo adorna ogni più eccelsa Tavola. Questo è l’insegnamento che Dio vi elargisce, un insegnamento che vi libererà da ogni sorta di dubbi e di incertezze e vi permetterà di giungere alla salvazione tanto in questo mondo quanto nell’altro.

Egli, in verità, è Colui Che sempre perdona, il Munificentissimo.

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XXXVIII. Sappi con certezza che in ogni Dispensazione la luce della Rivelazione divina è stata concessa agli uomini in proporzione diretta alla loro capacità spirituale. Considera il sole. Come sono deboli i suoi raggi nel momento in cui esso appare all’orizzonte e come aumentano gradatamente il suo calore e la sua potenza a mano a mano che esso s’avvicina allo zenit, dando nel frattempo la possibilità a tutte le cose create di adattarsi alla crescente intensità della sua luce. Così pure declina gradatamente sino a raggiungere il punto in cui tramonta. Se manifestasse le sue energie latenti all’improvviso, porterebbe, senza dubbio, danno a tutte le cose create... In ugual modo se il Sole della Verità rivelasse repentinamente, nei primi stadi della sua manifestazione, la pienezza delle forze donategli dalla provvidenza dell’Onnipotente, la terra della comprensione umana si sgretolerebbe, perché i cuori degli uomini non resisterebbero all’intensità della sua rivelazione né potrebbero rispecchiare la radiosità della sua luce. Angosciati e sopraffatti, cesserebbero di esistere.

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XXXIX. Lode a Te, o Signore Mio Dio, per le meravigliose rivelazioni del Tuo imperscrutabile decreto e per la molteplicità dei dolori e delle prove che Mi hai destinato. Una volta Mi hai consegnato nelle mani di Nimrod, un’altra hai permesso che Mi perseguitasse la verga di Faraone. Tu solo, con la Tua sapienza che tutto abbraccia e per opera della Tua Volontà, puoi giudicare le incalcolabili afflizioni che ho sofferto dalle loro mani. Mi hai, poi, gettato nella prigione riservata agli empi per la sola ragione che Mi sono spinto a sussurrare all’orecchio dei privilegiati cittadini del Tuo Regno un vago cenno della visione con la quale Mi avevi ispirato, per mezzo della Tua sapienza, rivelandoMene il significato con la forza della Tua potenza. E ancora hai decretato che fossi decapitato dalla spada degli infedeli. Sono poi stato crocefisso per avere svelato agli occhi degli uomini le gemme celate della Tua gloriosa unità e rivelato i segni meravigliosi del Tuo potere sovrano ed eterno.

Quali amare umiliazioni mi sono successivamente state inflitte nella pianura di Karbilá! Come Mi sono sentito isolato fra la Tua gente! In quale stato di abbandono sono stato ridotto in quella terra! Non contenti di queste nefandezze, i Miei persecutori Mi hanno decapitato e, portando la Mia testa impalata di terra in terra, ne hanno fatto sfoggio sotto gli occhi delle moltitudini dei miscredenti e l’hanno deposta sui seggi dei perversi e degli infedeli. Poi sono stato appiccato e il Mio petto è stato bersagliato dagli strali della maligna crudeltà dei Miei nemici. Le Mie membra sono state crivellate dalle pallottole e il Mio corpo è stato straziato. Infine vedi come in questo Giorno i Miei perfidi nemici abbiano fatto lega contro di Me e complottino continuamente per instillare nell’anima dei Tuoi servi il veleno dell’odio e della malizia. Con tutte le forze tramano per raggiungere il loro scopo... Pur penosa la Mia sorte, o Dio, Mio Benamato, Ti rendo grazie e il Mio Spirito Ti è grato per tutto ciò che Mi è avvenuto sul sentiero del Tuo compiacimento. Sono soddisfatto di quello che hai predisposto per Me e accolgo con gioia le pur gravi pene e tribolazioni che sono destinato a soffrire.

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XL. O Mio Benamato! Hai alitato in Me il Tuo Respiro separandoMi dal Mio stesso Essere. Indi hai decretato che soltanto un debole riflesso, un semplice simbolo della Tua Realtà in Me, restasse fra i perversi e gl’invidiosi. Osserva come, ingannati da questo simbolo, essi si siano sollevati contro di Me sopraffacendoMi con i loro dinieghi! Rivela, dunque, il Tuo Essere, o Mio Amatissimo, e liberaMi dalla Mia sorte.

Al che una Voce replicò: «Amo questo simbolo e Mi è profondamente caro. Come posso consentire che soltanto i Miei occhi guardino questo emblema e che nessun cuore al di fuori del Mio lo riconosca?

Per la Mia Bellezza che è la Tua Bellezza! Il Mio desiderio è quello di celarTi ai Miei occhi, ma ancor di più agli occhi degli uomini!».

Mi accingevo a rispondere, quand’ecco la Tavola improvvisamente si concluse, lasciando il Mio tema incompiuto e la perla della Mia parola ancora da infilare.

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XLI. Dio Mi è testimone, o genti! Dormivo sul Mio giaciglio, quand’ecco, la brezza di Dio alitando su di me Mi destò dal sonno. Il Suo Spirito vivificatore Mi ha rigenerato e Mi ha sciolto la lingua per lanciare il Suo Appello. Non Mi accusate di aver peccato contro Dio! Non Mi guardate con i vostri occhi, ma con i Miei. Così vi ammonisce Colui Che è l’Amabile, l’Onnisciente. Credete, o genti, che Io abbia in pugno il controllo della Volontà e del Disegno finale di Dio? Lungi da Me arrogarMi questo vanto. Lo attesto innanzi a Dio, l’Onnipotente, l’Eccelso, l’Onnisciente, il Più Saggio. Se il destino finale della Fede di Dio fosse stato in mano Mia, non avrei mai ac consentito, neppure per un attimo, a manifestarMi a voi né Mi sarei lasciato sfuggire dalle labbra una sola parola. In verità, Iddio Mi è testimone.

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XLII. O Figlio della Giustizia! Nottetempo la bellezza dell’Essere immortale si è rifugiata dalle alture smeraldine della fedeltà sotto il Sadratu’l-Muntahá e ha pianto un tal pianto che le moltitudini dei cieli e gli abitatori dei regni superni gemettero ai Suoi lamenti.

Fu chiesto allora: Perché questi gemiti e pianti? Egli rispose: Com’era stato richiesto, Mi soffermai in attesa sul colle della fedeltà, ma non Mi giunse la fragranza della fedeltà da coloro che dimorano in terra.

Indi, richiamato indietro, vidi, ohimè, talune colombe di santità crudelmente tormentate fra le unghie dei cani della terra. E allora la Fanciulla del cielo s’affrettò ad uscire, splendida e senza veli, dalla Sua mistica magione e chiese i loro nomi e tutti le furon detti tranne uno. Alla sua insistenza, la prima lettera ne fu proferita, al che gli abitatori delle camere celesti irruppero dalla loro abitazione di gloria. E mentre la seconda lettera era pronunziata, essi caddero, dal primo all’ultimo, giù nella polvere. In quell’istante dal più recondito santuario si udì una voce: «Fin qui e non oltre». In verità Noi diamo testimonianza di quel che essi hanno compiuto e stanno ora compiendo.

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XLIII. O Afnán, o tu che sei germogliato dal Mio antico Ceppo! Su te riposi la Mia gloria e la Mia amorevole premura. Com’è grande il tabernacolo della Causa di Dio! Ha gettato la sua ombra su tutti i popoli e le tribù della terra e ben presto radunerà sotto la sua protezione l’intera umanità. È giunto per te il giorno di servire. Innumerevoli Tavole stanno ad attestare i doni che ti sono concessi. Lèvati pel trionfo della Mia Causa, soggioga i cuori degli uomini col potere della tua parola. Devi mostrare ciò che assicurerà la pace ed il benessere dei miseri e degli oppressi. Cingiti i lombi sì che, per avventura, coi tuoi sforzi tu possa liberare il prigioniero dalle sue catene e renderlo capace di raggiungere la vera libertà.

La Giustizia, in questo giorno, lamenta la propria sorte e l’Equità geme sotto il giogo dell’oppressione.

Le oscure nubi della tirannide hanno ottenebrato la faccia della terra e avviluppato i suoi popoli. Col movimento della Nostra gloriosa Penna, per ordine dell’Ordinatore onnipotente, abbiamo alitato nuova vita in ogni forma umana e istillato nuova potenza in ogni parola. Tutto il creato proclama i segni di que sta rigenerazione mondiale. Questa è la più grande, la più lieta novella annunziata all’umanità dalla Penna di questo Vilipeso. Di che, dunque, temete, o Miei amati? Chi può sgomentarvi? Una traccia di umidore basta a dissolvere la creta indurita di cui è modellata questa generazione perversa. Il semplice atto di riunirvi è sufficiente a disperdere le forze di questi esseri insignificanti e vani...

In questo giorno, ogni uomo illuminato è pronto ad ammettere che i consigli rivelati dalla Penna di questo Vilipeso costituiscono il supremo potere animatore per il progresso del mondo e l’elevazione dei suoi popoli. Levatevi, o genti, e mediante la possanza di Dio, decidetevi a vincere voi stessi, sì che la terra intera si liberi e purifichi dalla schiavitù degli dèi delle sue vane fantasie – dèi che hanno inflitto tante perdite e sono responsabili dello stato dei loro miserabili adoratori. Questi idoli formano l’ostacolo che contrasta l’uomo nei suoi sforzi per progredire sul sentiero della perfezione. Nutriamo la speranza che la Mano del potere divino presti assistenza all’umanità e la liberi dal suo stato di penoso avvilimento.

In una delle Tavole sono state rivelate queste parole: O genti di Dio! Non affaccendatevi con le cose vostre, ma fissate i vostri pensieri su quel che può riabilitare le sorti dell’umanità e santificare i cuori e le anime degli uomini. Ciò può meglio conseguirsi per mezzo di azioni pure e sante, di una vita virtuosa e di una buona condotta. Atti valorosi assicureranno il trionfo di questa Causa e un carattere puro ne rafforzerà il potere. Agite secondo giustizia, o genti di Bahá! Questo è, invero, il comandamento che vi ha dato questo Vilipeso e ciò che la Sua incoercibile Volontà predilige per ciascuno di voi.

O amici! V’incombe di corroborare e ravvivare le vostre anime con gli amabili favori che si riversano su voi in questa Divina Primavera risvegliatrice d’anime. L’Astro della Sua grande gloria ha raggiato su di voi il suo fulgore e vi ricoprono le nubi della Sua grazia illimitata. Alta è la ricompensa di colui che non si è privato di questo grande benefizio e ha riconosciuto la beltà del Benamato in questa Sua nuova veste. State in guardia, poiché il Maligno è in agguato, pronto a ghermirvi. Proteggetevi contro i suoi malvagi espedienti e, guidati dalla luce del nome di Dio Onniveggente, fuggite dalle tenebre che vi circondano. Che la vostra visione sia universale e non limitata a voi stessi. Il Maligno è colui che vi impedisce di elevarvi e intralcia il progresso spirituale dei figli degli uomini

In questo Giorno è doveroso che tutti si dedichino a ciò che favorisce gli interessi e innalza il rango di tutte le nazioni e dei governi giusti. Per opera di ogni versetto rivelato dalla Penna dell’Altissimo, le porte dell’amore e dell’unità sono state disserrate e spalancate innanzi agli uomini. Abbiamo già dichia rato tempo addietro – e la Nostra Parola è verità: «Associatevi con i seguaci di tutte le religioni in ispirito di amicizia e di cameratismo». Tutto ciò che ha portato i figli degli uomini a sfuggirsi ed è stato ragione di discordia e divisione fra loro e stato annullato ed abolito per opera della rivelazione di queste parole. Al fine di nobilitare il mondo dell’essere e di elevare le menti e le anime degli uomini, dal cielo della Volontà di Dio è stato inviato quello che è che è il più efficace strumento per l’educazione della razza umana. Tramite questa potentissima Rivelazione l’essenza più pura e l’espressione più perfetta di tutto ciò che hanno detto o scritto i popoli più antichi sono discese dal cielo della Volontà di Colui Che tutto possiede, il Sempiterno Iddio. In antico, è stato rivelato: «L’amor di patria è parte della Fede di Dio». Ma nel giorno della Sua Manifestazione la Lingua della Grandezza ha proclamato: «Non ci si vanti di amare il proprio paese, bensì di amare il mondo». Col potere che si sprigiona da queste parole eccelse, Egli ha dato nuovo impulso e orientamento agli uccelli dei cuori umani, cancellando dal sacro Libro di Dio ogni traccia di restrizione e limitazione.

O genti di giustizia! Brillate come la luce e splendete come il fuoco che divampò dal Roseto Ardente. Senza dubbio, lo splendore del fuoco del vostro amore fonderà e unificherà i popoli e le tribù in lotta, mentre la violenza della fiamma dell’inimicizia e dell’odio non può ingenerare altro che guerra e rovina. Imploriamo Dio che difenda le Sue creature dai malvagi disegni dei Suoi nemici. Egli ha, invero, potere su tutte le cose.

Ogni lode all’unico vero Dio – esaltata Ne sia la gloria – Che, con la Penna dell’Altissimo, ha disserrato le porte dei cuori umani. Ogni versetto rivelato da questa Penna è una porta luminosa e risplendente dischiusa sulle glorie di una vita santa e pia e di azioni pure e immacolate. Gli appelli e il messaggio che abbiamo lanciati non sono stati destinati a raggiungere o a beneficare una nazione o un popolo soltanto. L’umanità intera deve attenersi con fermezza a tutto ciò che le è stato concesso e rivelato. Allora, e soltanto allora, raggiungerà la vera libertà. La terra è tutta illuminata dalla gloria splendente della Rivelazione di Dio. Nell’anno sessanta Colui Che preannunciò la luce della Divina Guida – possa tutta la creazione esserGli offerta in sacrificio – Si levò ad annunziare una nuova rivelazione dello Spirito Divino, e vent’anni più tardi fu seguito da Colui per la Cui venuta il mondo è stato fatto beneficiario di questa gloria promessa, di questo meraviglioso favore.

Vedi come alla maggioranza degli uomini sia stata conferita la capacità di ascoltare l’eccelso Verbo di Dio – Verbo dal quale dipendono l’unione e la resurrezione spirituale di tutti gli uomini.

Volgete i cuori, o genti di Dio, ai consigli del vostro vero e incomparabile Amico. Il Verbo di Dio può paragonarsi a un alberello, le cui radici sono state piantate nei cuori umani. Avete l’obbligo di proteggerne lo sviluppo con le vive acque della saggezza, con le parole pure e sante, cosicché le sue radici attecchiscano e i suoi rami si protendano alti nei cieli ed oltre.

O voi che dimorate sulla terra! I tratti distintivi dell’eccellenza di questa Rivelazione Suprema consistono nell’aver Noi, da un canto, cancellato dalle pagine del Sacro Libro di Dio tutto ciò che è stato ragione di discordia, malvagità e cattiveria fra i figli degli uomini e, dall’altro, decretato i requisiti essenziali della concordia, della comprensione e dell’unità completa ed eterna. Felici coloro che osservano i Miei statuti!

Abbiamo ripetutamente ammonito i Nostri amati di evitare, anzi di fuggire qualsiasi cosa in cui si avverta sentore di malizia. Il mondo è in grande scompiglio e le menti dei suoi abitanti in istato di completa confusione. Supplichiamo l’Onnipotente che Si degni di illuminarli con la gloria della Sua Giustizia e che permetta loro di scoprire ciò che gioverà loro in ogni occasione e circostanza. Egli è, invero, Colui Che tutto possiede, l’Altissimo.

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XLIV. Non mettete in disparte il timor di Dio, o sapienti della terra, e giudicate con equità la Causa di questo Illetterato Cui tutti i Libri di Dio, il Protettore, Colui Che esiste da Sé, hanno reso testimonianza... Non vi assalirà la paura della disapprovazione divina, il terrore di Colui Che non ha né pari né uguali? Colui Che il mondo ha vilipeso non Si è mai associato a voi, non ha mai studiato i vostri scritti, né partecipato ai vostri dibattiti. La veste che indossa, i Suoi capelli fluenti, il Suo copricapo fanno fede della verità delle Sue parole. Per quanto tempo ancora persisterete nell’ingiustizia? Guardate in quale dimora è stato costretto ad abitare, Lui, Che è l’incarnazione della giustizia. Aprite gli occhi e, considerando il Suo misero stato, meditate attentamente su ciò che le vostre mani hanno operato, sì che non restiate privi della luce dei Suoi detti divini, né sprovvisti della vostra parte dell’oceano della Sua sapienza.

Certuni, tanto fra il popolo quanto fra i nobili, hanno obiettato che quest’Essere vilipeso non appartiene ad alcun ordine ecclesiastico né discende dal Profeta. Dì: O voi che ritenete di esser giusti! Fermatevi a riflettere e riconoscerete quanto infinitamente superiore sia il Suo presente rango a quello che secondo voi dovrebbe possedere. La Volontà dell’Onnipotente ha decretato che la Sua Causa uscisse e si manifestasse da una casa completamente sprovvista di tutto ciò che i teologi, i dottori, i sapienti e gli studiosi comunemente posseggono.

Gli Aliti dello Spirito divino, risvegliandoLo, Gli comandarono di levarSi a proclamare la Sua Rivelazione. E non appena Si scosse dal sonno, Egli levò la voce e invitò l’umanità intera a Dio, il Signore di tutti i mondi. Siamo stati spinti a rivelare queste parole in considerazione della debolezza e della fragilità umana, ché altrimenti la Causa che abbiamo proclamata è tale che nessuna penna potrebbe mai descriverla o mente concepirne la grandezza. Ne è testimone Colui Che ha il Libro Primigenio.

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XLV. L’Antica Bellezza ha consentito di essere incatenata perché l’umanità si liberi dalla schiavitù e ha accettato di esser fatta prigioniera in questa formidabile Fortezza perché il mondo intero ottenga la vera libertà. Ha bevuto fino alla feccia il calice del dolore perché tutti i popoli della terra raggiungano la gioia eterna e siano colmi di contentezza. Questo è opera della misericordia del vostro Signore, il Compassionevole, il Misericordiosissimo. Abbiamo accettato di essere avviliti, o credenti nell’Unità di Dio, perché voi siate esaltati e abbiamo sofferto molteplici affli zioni perché voi possiate prosperare e fiorire. Colui Che è venuto a ricostruire il mondo intero, vedete come è stato costretto ad abitare nella più squallida delle città da coloro che hanno dato compagni a DioI

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XLVI. Non Mi dolgo del peso della prigionia. Né Mi addoloro della miseria e delle tribolazioni che soffro per mano dei Miei nemici. Per la Mia vita! Esse sono la Mia gloria, una gloria della quale Dio Stesso Si è adornato. Se solo lo capiste!

L’affronto che Mi è stato fatto subire ha rivelato la gloria della quale l’intera creazione era stata investita e per le crudeltà che ho sopportato l’Astro della Giustizia si è manifestato e ha sfolgorato sugli uomini.

Il Mio dolore è per coloro che si sono abbandonati a corrotte passioni e pretendono di esser parte della Fede di Dio, il Benevolo, il Lodatissimo.

Si addice alle genti di Bahá di morire al mondo e a tutto quanto vi si trova e di essere tanto distaccate dalle cose terrene da far sì che gli abitanti del Paradiso aspirino dalla loro veste il dolce aroma della santità, che tutti i popoli della terra riconoscano nei loro volti lo splendore del Misericordiosissimo e che per opera loro i segni e i pegni di Dio, l’Onnipotente, il Sapientissimo, si propaghino dappertutto. Coloro che hanno macchiato il buon nome della Causa di Dio, seguendo le cose della carne, sono immersi nell’erroreI

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XLVII. O Ebrei! Se è vostro intento crocifiggere ancora una volta Gesù, lo Spirito di Dio, metteteMi a morte, poiché Egli, ancora una volta, Si è manifestato a voi nella Mia persona. Fate di Me quel che volete, poiché ho fatto voto di dare la vita sul sentiero di Dio.

Non temerò nessuno, anche se le forze della terra e del cielo facessero lega contro di Me. Seguaci del Vangelo! Se avete desiderio di uccidere Muhammad, l’Apostolo di Dio, impossessatevi di Me e ponete fine alla Mia vita, perché Io sono Lui e il Mio Essere è il Suo Essere. Fate di Me ciò che vi piace, poiché la più intensa brama del Mio cuore è quella di giungere alla presenza del Mio Amatissimo nel Suo Regno di Gloria. Questo è il decreto divino, se lo conoscete. Seguaci di Muhammad! Se è vostro desiderio crivellare di dardi il petto di Colui Che vi ha inviato il Suo Libro, il Bayán, mettete le mani su di Me e perseguitateMi, poiché Io sono il Suo Benamato, la Rivelazione del Suo Essere, quantunque il Mio nome non sia il Suo nome. Sono venuto all’ombra del le nubi della gloria e Dio Mi ha investito di sovranità invincibile. Egli è, invero, la Verità, Colui Che conosce le cose invisibili. In verità, Mi aspetto da voi il trattamento che accordaste a Colui Che Mi ha preceduto. Tutte le cose ne fanno fede, se foste di coloro che ascoltano! O seguaci del Bayán! Se avete deciso di spargere il sangue di Colui la Cui venuta il Báb ha proclamato, il Cui avvento Muhammad ha profetizzato, la Cui Rivelazione Cristo Stesso ha annunziato, eccoMi, pronto e indifeso davanti voi. Fate di Me ciò che più vi aggrada.

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XLVIII. Dio Mi è testimone! Se non fosse stato contrario a ciò che le Tavole di Dio hanno decretato, avrei di buon grado baciato le mani di chiunque avesse tentato di spargere il mio sangue sul sentiero del Benamato. Gli avrei anche concesso una parte di quei beni terreni che Dio mi aveva accordato di possedere, anche se colui che avesse perpetrato quest’atto avesse suscitato la collera dell’Onnipotente, fosse incorso nella Sua maledizione e avesse meritato di esser tormentato per tutta l’eternità di Dio, Colui Che tutto possiede, l’Equo, il Più Saggio.

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XLIX. Sappi, invero, che ogni qual volta questo Giovane volge gli occhi su Se Stesso trova di essere la cosa più insignificante di tutta la creazione. Ma quando contempla lo sfolgorante fulgore che ha avuto il potere di manifestare, ecco, questo essere si trasfigura innanzi a Sé in una Potenza sovrana che permea l’essenza di tutte le cose visibili e invisibili. Gloria a Colui Che, col potere della verità, ha inviato la Manifestazione del Proprio Essere affidandole il Suo messaggio per l’umanità intera.

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L. O infingardi, scuotete il sonno della negligenza per mirare il fulgore che la Sua gloria ha irradiato sul mondo intero. Come sono stolti coloro che mormorano contro la nascita prematura della Sua luce. O voi che siete interiormente ciechi! Sia troppo presto o troppo tardi, le prove della Sua fulgida gloria sono, adesso, veramente palesi. È vostro dovere accertarvi se questa luce sia apparsa o no. Non è né in vostro né in Mio potere stabilire l’epoca in cui dovrebbe manifestarsi. L’imperscrutabile saggezza di Dio ne ha anticipatamente fissata l’ora. Siate soddisfatte, o genti, di ciò che Dio ha desiderato per voi e vi ha destina to... O voi che Mi odiate! L’Astro della Guida eterna Mi è testimone. Se fosse stato in Mio potere, non avrei mai acconsentito a distinguermi fra gli uomini, poiché il Nome che porto disdegna completamente di associarsi a questa generazione dalla lingua contaminata e dal cuore falso. E ogni qual volta ho deciso di tacere e restar fermo ecco la voce dello Spirito Santo dalla mia destra scuotermi, e lo Spirito Supremo apparirmi innanzi, e Gabriele pormi sotto la Sua ombra, e lo Spirito della Gloria agitarsi nel mio petto e comandarmi di sorgere e rompere il silenzio.

Se aveste udito puro e orecchie attente, vi accorgereste certamente che tutte le membra del mio corpo, anzi, tutti gli atomi del mio essere proclamano e attestano questo appello: «Dio è Colui oltre al quale non v’è altro Dio e Colui la Cui beltà è ora palese è il riflesso della Sua gloria per tutti coloro che sono in cielo e in terra».

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LI. O Genti! Giuro per l’unico vero Dio! Questo è l’Oceano dal quale sono derivati tutti i mari e nel quale, infine, ciascuno di essi confluirà. Da Lui sono stati generati tutti i Soli e a Lui tutti ritorneranno.

Per Suo potere gli Alberi della Rivelazione divina hanno dato i loro frutti, ciascuno dei quali è stato inviato in forma di Profeta, recando un messaggio alle creature di Dio in ciascuno dei mondi, il numero dei quali soltanto Dio, nella Sua sapienza universale, può contare. Tutto questo Egli ha fatto con una sola Lettera del Suo Verbo, rivelata dalla Sua Penna – Penna guidata dal Suo Dito, Dito sorretto dal potere della Verità divina.

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LII. Dì: O genti! Non allontanatevi dalla grazia di Dio e della Sua misericordia. Chi se ne allontana è invero in grave perdita. E che, o genti! Adorate la polvere e vi allontanate dal vostro Signore, l’Amabile, il Munifico? Temete Dio e non siate di coloro che periscono. Dì: Il Libro di Dio è stato inviato nella forma di questo Giovane. Santificato è, perciò, Dio, il più eccellente dei creatori! Badate bene, o popoli del mondo, di non distogliervi dal Suo volto. Accorrete invece alla Sua presenza e siate di coloro che sono ritornati a Lui. Pregate di essere perdonate, o genti, per aver mancato ai vostri doveri verso Dio, per aver peccato contro la Sua Causa e non siate del numero degli stolti. È Lui Che vi ha create; è Lui Che ha nutrito l’anima vostra con la Sua Causa e vi ha rese capaci di riconoscere Colui Che è l’Onnipotente, l’Eccelso, l’Onnisciente! È Lui Che ha svelato ai vostri occhi i tesori della Sua sapienza e vi ha fatto ascendere al cielo della certezza – la certezza della Sua Fede irresistibile, irrefutabile, eccelsa. Attenti a non privarvi della grazia di Dio, vanificando, così, le vostre opere, a non ripudiare la verità di questa Rivelazione, la più evidente, sublime, splendida e gloriosa. Giudicate equamente la Causa di Dio, il Creatore vostro, contemplate ciò che è stato inviato dall’alto del Trono e meditate con cuore innocente e puro. Allora la verità di questa Causa vi apparirà evidente come il sole nella gloria meridiana. Allora sarete del numero di coloro che hanno creduto in Lui.

Dì: La prima e principale testimonianza che afferma la Sua verità è il Suo Essere. Dopo questa testimonianza viene la Sua Rivelazione. Per coloro che sono incapaci di riconoscere l’una o l’altra Egli ha stabilito quale prova della Sua realtà e della Sua verità le parole che ha rivelate. Questa è, invero, una dimostrazione della Sua tenera misericordia verso gli uomini. Egli ha dotato ogni anima della capacità di riconoscere i segni di Dio. Come avrebbe altrimenti adempiuto la Sua testimonianza agli uomini? Se foste di coloro che ponderano la Sua Causa nel proprio cuore! Egli non farà mai torto a nessuno né imporrà ad alcuno un compito superiore alle sue forze. Egli è, invero, il Compassionevole, il Misericordiosissimo.

Dì: Così grande è la gloria della Causa di Dio che anche i ciechi possono vederla, tanto più coloro che hanno occhio acuto e vista pura. I ciechi, pur incapaci di scorgere la luce del sole, possono però sentirne il continuo calore. Ma i ciechi di cuore fra la gente del Bayán – e Dio ne è testimone – per quanto a lungo il Sole splenda su di loro, sono incapaci tanto di percepire la radiosità della sua gloria quanto di apprezzare il calore dei suoi raggi.

Dì: O genti del Bayán! Vi abbiamo scelte nel mondo affinché conosceste e individuaste la Nostra Persona. Vi abbiamo accordato di avvicinarvi alla destra del Paradiso – il Luogo dal quale il Fuoco immortale grida in vari accenti: «Non v’è altro Dio che Me, l’Onnipotente, l’Altissimo». Badate di non mettervi nella condizione di essere tagliati fuori come da un velo dall’Astro che brilla sull’orizzonte della Volontà del vostro Signore, il Misericordiosissimo, la cui luce ha circonfuso umili e potenti. Purificate la vista per poterne scorgere la gloria con i vostri occhi e non dipendere dalla vista d’altri fuor che la vostra, poiché Dio non ha mai sovraccaricato un’anima al di là delle sue forze. Questo è stato inviato ai Profeti e ai Messaggeri dell’antichità e riportato in tutte le Scritture.

O genti, sforzatevi di ottenere accesso a questa sconfinata Immensità per la quale Dio non ha disposto né principio né fine, nella quale si è levata la Sua voce e sulla quale è stato diffuso il dolce aroma della santità e della gloria. Non spogliatevi della Veste della grandezza e non consentite che il vostro cuore si privi del ricordo del vostro Signore o le vostre orecchie dell’ascolto delle dolci melodie della Sua meravigliosa, sublime, irresistibile, chiara ed eloquente voce.

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LIII. O Náhír, Mio servo! Dio, la Verità Eterna, Mi è testimone. In questo Giorno il Giovane Celestiale ha alzato il glorioso Calice dell’immortalità sul capo degli uomini e attende sul Suo seggio domandandoSi quale occhio riconoscerà la Sua gloria e quale braccio si tenderà senza esitare ad afferrare la Coppa dalla Sua candida mano per vuotarla. Soltanto pochi sinora hanno delibato questa impareggiabile, fluente grazia dell’Antico Re. Costoro occupano le più eccelse dimore del Paradiso e sono saldamente insediati sui seggi dell’autorità. Per la giustizia di Dio! Né gli specchi della Sua gloria, né i rivelatori dei Suoi nomi, né alcuna cosa che è stata o che sarà creata potrà mai superarli, se siete di coloro che comprendono questa verità.

O Náhír! L’eccellenza di questo Giorno è immensamente al di là della comprensione degli uomi ni, per quanto grande sia la loro sapienza e profonda la loro comprensione. Quanto più dovrà essa trascendere l’immaginazione di coloro che si sono allontanati dalla sua luce e sono stati esclusi dalla sua gloria! Se tu strappassi il fitto velo che ti ottenebra la vista, vedresti una tale munificenza, che nulla, dal principio che non ha principio sino alla fine che non ha fine, potrà rassomigliarle o eguagliarla. Quale linguaggio dovrebbe usare Colui Che è il portavoce di Dio perché coloro che sono separati da Lui come da un velo Ne riconoscano la gloria? I giusti, abitatori del Regno superno, berranno copiosamente il Vino della Santità nel Mio nome, il gloriosissimo. Solo loro condivideranno tali benefici.

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LIV. Per la giustizia di Dio, il Mio Benamato! Non ho mai aspirato a domini terreni. Mio unico intento è stato quello di offrire agli uomini ciò che Dio, l’Amabile, l’Incomparabile, aveva ordinato di dare loro per distaccarli da tutto ciò che appartiene a questo mondo e farli pervenire ad altezze che gli empi non possono concepire, né i ribelli immaginare.

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LV. O Terra dihá (Teheran), rammenta i giorni trascorsi quando il tuo Signore ti aveva fatta sede del Suo Trono e avvolta nel fulgore della Sua gloria.

Quanti esseri beati, simboli di certezza, hanno per te immolato la vita e sacrificato i loro beni, per il grande amore verso di te! Gioia a te e beatitudine a coloro che ti abitano. Attesto che da te, come ogni cuore illuminato ben sa, esala il soffio vivente di Colui Che è il Desiderio del mondo. In te è stato rivelato l’Invisibile e da te si è palesato ciò che era celato a occhi umani. Chi ricorderemo fra la moltitudine dei tuoi sinceri amanti il cui sangue è stato versato fra le tue mura e le cui ceneri sono, ora, celate sotto il tuo suolo? I dolci aromi di Dio hanno incessantemente spirato e in eterno continueranno a spirare su di te.

La Nostra Penna è spinta a celebrarti e ad esaltare le vittime della tirannide, uomini e donne che riposano sotto la tua polvere.

Fra loro v’è Nostra sorella che ora ricordiamo a testimonianza della Nostra fedeltà e a riprova della Nostra amorosa sollecitudine verso di lei. Come fu pietosa la sua sorte! E in quale stato di rassegnazione ritornò al suo Dio! Soltanto Noi lo sappiamo, nella Nostra conoscenza che tutto abbraccia.

O Terra dihá! Sei ancora, per grazia di Dio, un centro attorno al quale si radunano i Suoi benamati.

Felici loro, felice ogni ramingo che, nelle sue sofferenze sul sentiero di Dio, il Signore di questo meraviglioso Giorno, cerca rifugio in te! Benedetti coloro che rammentano l’unico vero Dio, che magnificano il Suo Nome e cercano di servire con zelo la Sua Causa. A loro si riferiscono gli antichi Libri sacriI

Su di loro il Comandante dei Fedeli profuse la sua lode dicendo: «La benedizione che li attende sorpassa la benedizione di cui noi godiamo adesso». Egli, invero, ha detto la verità e Noi ora l’attestiamo. E tuttavia, la gloria del loro stadio non è stata ancora svelata. La Mano del potere divino solleverà certamente il velo ed esporrà alla vista degli uomini ciò che rallegrerà e illuminerà l’occhio del mondo.

Rendi grazie a Dio, la Verità Eterna, esaltata sia la Sua gloria, per aver ottenuto da Lui un così meraviglioso favore ed esser stata abbellita con l’ornamento della Sua lode. Apprezza il valore di questi giorni e attieniti a tutto ciò che si confà a questa Rivelazione. Egli è, invero, il Consigliere, il Compassionevole, l’Onnisciente.

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LVI. Che nulla ti rattristi, o Terra dihá, poiché Dio ti ha scelta quale sorgente di gioia per l’umanità intera.

Se sarà Suo Volere, Egli benedirà il tuo trono inse diandovi uno che governerà con giustizia e radunerà il gregge di Dio che i lupi hanno disperso. Quel sovrano volgerà il viso verso la gente di Bahá con gioia e allegrezza e le concederà i suoi favori. In verità, agli occhi di Dio egli è ritenuto una gemma fra gli uomini. Su di lui posino per sempre la gloria di Dio e la gloria di tutti coloro che dimorano nel regno della Sua Rivelazione.

Esulta d’immensa gioia, poiché Dio t’ha fatta «alba della Sua Luce», poiché in Te nacque la Manifestazione della Sua Gloria. Sii felice di questo nome che ti è stato conferito, un nome per il quale l’Astro della grazia ha diffuso il suo splendore e terra e cielo ne sono stati illuminati.

Fra non molto lo stato delle cose in te cambierà e le redini del potere cadranno in mano al popolo. Invero, il tuo Signore è l’Onnisciente. La Sua autorità abbraccia tutte le cose. Sii certa del Suo amabile favore. L’occhio della Sua amorosa premura sarà perennemente rivolto verso di te. S’avvicina il giorno in cui il tuo travaglio si tramuterà in pace e calma serena. Così è stato decretato nel meraviglioso Libro.

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LVII. O Muhammad, quando ti sarai allontanato dalla corte della Mia presenza, volgi i passi verso la Mia Casa (la Casa di Baghdad) e visitala per conto del tuo Signore. Giunto alla porta fermati davanti ad essa e dì: Dov’è andata l’Antica Beltà, o massima Casa di Dio, dov’è Colui per Cui Dio t’ha fatta fulcro di un mondo adorante e proclamata emblema del Suo ricordo per tutti coloro che sono nei cieli e per tutti coloro che sono sulla terra? Oh! Per i giorni trascorsi in cui fosti Suo piedistallo, o Casa di Dio, i giorni in cui da te promanavano gl’incessanti accenti della melodia del Misericordiosissimo! Cos’è avvenuto della tua gemma la cui gloria ha brillato su tutta la creazione? Dove sono andati i giorni in cui Egli, l’Antico Re, ti aveva fatta trono della Sua gloria, i giorni in cui aveva scelto te sola quale fiaccola di salvezza fra terra e cielo e ti faceva esalare, all’alba e al tramonto, la soave fragranza del Gloriosissimo?

Dov’è, o Casa di Dio, il Sole della maestà e del potere Che ti aveva circonfusa del fulgore della Sua presenza? Dov’è Lui, l’Alba delle dolci misericordie del tuo Signore, l’Incoercibile, Che aveva posto il Suo seggio entro le tue mura? O trono di Dio, che cos’ha modificato il tuo aspetto e scosso le tue colonne? Che cos’ha chiuso la tua porta a coloro che ti cercano ardentemente? Che cosa ti ha ridotta così desolata? Ti hanno forse detto che l’Amato del mondo è inseguito dalle spade dei Suoi nemici? Il Signore ti benedice e benedice la tua fedeltà verso di Lui, perché rimanesti Sua compagna in tutti i Suoi dolori e le Sue sofferenze.

Attesto che sei la sede della Sua gloria trascendente, la Sua santissima dimora. Da te è spirato il Soffio del Gloriosissimo, un Soffio che ha spirato su tutte le cose create e colmato di gioia il petto dei devoti che dimorano nelle magioni del Paradiso.

L’Accolta superna e coloro che vivono nelle Città dei Nomi di Dio piangono per te e lamentano quel che ti è accaduto.

Sei ancora il simbolo dei nomi e degli attributi dell’Onnipotente, il Punto verso il quale sono rivolti gli occhi del Signore della terra e del cielo. T’è accaduto ciò che è accaduto all’Arca in cui era stata posta da Dio la divina promessa della sicurezza. Beato chi comprende il senso di queste parole e riconosce lo scopo di Colui Che è il Signore di tutta la creazione.

Felici coloro che aspirano da te i soavi aromi del Misericordioso, che riconoscono la tua eccellenza, che salvaguardano la tua santità e venerano sempre il tuo stadio. Supplichiamo l’Onnipotente di concedere che coloro che si sono distolti da te e non hanno apprezzato il tuo valore aprano gli occhi, sì che riconoscano veramente te e Colui Che, per il potere della verità, t’ha innalzata a tanta altezza. Ciechi sono coloro che essendoti vicini t’ignorano completamente in questo giorno. Il tuo Signore è in verità l’Amabile, il Clemente.

Attesto che per mezzo tuo Dio ha messo alla prova i cuori dei Suoi servi. Benedetto l’uomo che volge i passi verso di te e ti visita. Guai a colui che nega il tuo diritto, che s’allontana da te, che disonora il tuo nome e profana la tua santità.

Non affliggerti, o Casa di Dio, se il velo della tua santità sarà strappato dagl’infedeli. Dio ti ha adornata, nel mondo della creazione, con la gemma del Suo ricordo. Nessuno potrà mai profanare un simile ornamento. Gli occhi del tuo Signore si volgeranno verso di te in ogni circostanza. Egli, invero, porgerà orecchio alla preghiera di chiunque ti visiti, giri attorno a te e Lo invochi in tuo nome. Egli è, in verità, il Clemente, il Misericordiosissimo.

Ti supplico, o mio Dio, per questa Casa che separandosi da Te ha subito un sì tale cambiamento, che geme per la lontananza dalla Tua presenza, che si duole della Tua sofferenza, di perdonare me, i miei genitori, i miei parenti e quei miei fratelli che hanno creduto in Te. Concedi che, per opera della Tua munificenza, tutte le mie necessità siano appagate, o Tu Che sei il Re dei Nomi. Tu sei il Più Munifico dei munifici, il Signore di tutti i mondi.

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LVIII. Rammenta ciò che fu rivelato a Mihdí, il Nostro servo, il primo anno del Nostro esilio nella Terra del Mistero (Adrianopoli). Gli predicemmo ciò che accadrà alla Nostra Casa (la Casa di Baghdad) nei giorni futuri, per tema che si addolorasse degli atti di rapina e di violenza che vi erano già stati perpetrati.

In verità il Signore tuo Dio conosce tutto ciò che è nei cieli e sulla terra.

Gli abbiamo scritto: Non è questa la prima umiliazione inflitta alla Mia Casa. Nei giorni passati la mano degli oppressori l’aveva ricoperta d’infamie.

In verità sarà tanto oltraggiata in avvenire, da far piangere copiosamente ogni occhio veggente. In tal modo ti abbiamo svelato cose nascoste dietro il velo, imperscrutabili a tutti fuorché a Dio, l’Onnipotente, il Lodatissimo. A tempo debito il Signore la esalterà agli occhi di tutti gli uomini, per il potere della verità. La farà diventare Stendardo del Suo Regno, Santuario attorno al quale graviteranno le coorti dei fedeli. Così ha parlato il Signore Dio tuo prima che giungesse il giorno del cordoglio. Ti abbiamo fatto questa rivelazione nella Nostra santa Tavola per tema che tu ti affligga per ciò che è accaduto alla Nostra Casa per opera degli attacchi del nemico. Ogni lode a Dio, l’Onnisciente, il Più Saggio.

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LIX. Ogni osservatore imparziale ammetterà senza indugio che sin dall’alba della Sua Rivelazione questo Vilipeso ha invitato tutta l’umanità a volgersi verso l’Alba della Gloria e ha condannato la corruzione, l’odio, l’oppressione e la malvagità. Eppure, guardate cos’ha fatto la mano del tiranno! Nessuna penna osa descrivere la sua tirannide. Benché l’intento di Colui Che è la Verità Eterna sia stato quello di conferire vita eterna a tutti gli uomini e di garantire sicurezza e pace, pure, osserva com’essi si siano levati a spargere il sangue dei Suoi diletti e abbiano pronunziata contro di Lui sentenza di morte.

Gl’istigatori di questa oppressione sono gli stessi che, pur tanto stolti, sono reputati i più saggi fra i saggi. Tale è la loro cecità che con manifesta severità hanno gettato in questa tetra, inaccessibile e inaccessibile Prigione Colui per i servi della Cui soglia il mondo è stato creato. Ma, malgrado loro e coloro che hanno respinto la verità di questo «Grande Annuncio», l’Onnipotente ha trasformato questa Prigione nel Più Eccelso Paradiso, il Cielo dei Cieli.

Non abbiamo rifiutato i benefici materiali che potevano sollevarCi dalle sofferenze. Ciascuno dei Nostri compagni, però, può testimoniare che la Nostra santa corte è aliena e ben superiore a tali benefi ci materiali. Tuttavia, mentre eravamo confinati in questa Prigione, abbiamo accettato quelle cose che gli infedeli si erano ingegnati di sottrarCi. Se si trovasse un uomo desideroso di erigere in Nostro nome un edificio d’oro puro o d’argento o una casa tempestata di gemme di valore inestimabile, tale desiderio gli sarebbe indubbiamente concesso. Egli, invero, fa ciò che vuole e ordina quel che Gli aggrada. È stato inoltre accordato il permesso, a chiunque lo desideri, di erigere in qualsiasi luogo di questa terra edifici nobili e imponenti e di dedicare i territori ubertosi e sacri attigui al Giordano e ai suoi dintorni, al culto e all’ufficio divino dell’unico vero Dio, magnificata sia la Sua gloria, affinché si compiano le profezie registrate nelle sacre Scritture dalla Penna dell’Altissimo e si manifesti ciò che Dio, il Signore di tutti i mondi, ha stabilito per quest’eccellente, santissima, potente e meravigliosa Rivelazione.

Anticamente pronunziammo queste parole: «Indossa le vesti più belle, o Gerusalemme!». Medita ciò nel tuo cuore, o gente di Bahá, e rendi grazie al Tuo Signore, l’Espositore, il più Manifesto.

Se fossero svelati i misteri che nessuno tranne Dio conosce, l’umanità intera constaterebbe le prove di una perfetta e compiuta giustizia. Con indiscussa certezza tutti gli uomini si atterrebbero ai Suoi comandamenti e li osserverebbero scrupolosamente.

Abbiamo, invero, decretato nel Nostro Libro un’alta e generosa ricompensa per chiunque si allontani dalla malvagità e conduca vita casta e pia. Egli è, invero, il Grande Donatore, il GenerosissimoI

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LX. La prigionia non può apportarMi vergogna, anzi, per la Mia vita, Mi conferisce gloria. Ciò che può essere per Me motivo di vergogna è il comportamento di certi Miei seguaci che professano d’amarMi ma di fatto seguono il Maligno. In verità, sono fra i perduti.

Quando giunse il momento fissato per questa Rivelazione, Colui Che è l’Astro del mondo apparve in ‘Iráq e comandò ai Suoi seguaci di osservare ciò che li avrebbe purificati da ogni corruzione terrena.

Alcuni preferirono seguire il richiamo degli istinti corrotti, mentre altri percorsero la via della virtù e della verità e furono ben guidati.

Dì: Non è da annoverarsi fra la gente di Bahá colui che segue i desideri mondani o pone il cuore nelle cose terrene. Mio vero è seguace colui che, se giungesse in una valle d’oro puro, l’attraverserebbe indifferente come una nuvola senza volgersi indietro né attardarsi. Un uomo simile è certamente dei Miei.

Le Schiere superne aspireranno fragranza di santità dalla sua veste... E se incontrasse la più bella e la più avvenente delle donne, non sentirebbe nel cuore la più lieve ombra di desiderio per la sua bellezza.

Questo, invero, è l’incarnazione della castità immacolata. Così v’insegna la Penna dell’Antico dei Giorni, come ordinato dal vostro Signore, l’Onnipotente, il Più Munifico.

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LXI. Il mondo è in agitazione e la sua inquietudine aumenta di giorno in giorno. Il suo viso è rivolto verso la perversità e la miscredenza. Tale sarà la sua triste sorte che svelarla adesso non sarebbe né conveniente né opportuno. La sua perversità durerà a lungo e all’ora stabilita apparirà improvvisamente ciò che farà tremare le membra dell’umanità. Allora, e soltanto allora, sarà issato lo Stendardo divino e l’Usignolo del Paradiso gorgheggerà la sua melodia.

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LXII. Rammenta i Miei dolori, le Mie preoccupazioni e le Mie ansie, le Mie avversità e le Mie prove, la Mia prigionia, le lacrime che ho versate, l’amarezza della Mia angoscia e, ora, la Mia reclusione in questa terra lontana. O Mu ?? afá, Dio Mi è testimone. Se ti raccontassi cos’è accaduto all’Antica Bellezza fuggire sti nel deserto e piangeresti tutte le tue lacrime. Nella tua pena ti percuoteresti il capo e grideresti come chi è colpito dal morso di una vipera. Sii grato a Dio che Ci siamo rifiutati d’informarti dei segreti di quei quegli impenetrabili decreti che Ci sono stati inviati dal cielo della Volontà del tuo Signore, il più Potente, l’Onnipossente.

Per la giustizia di Dio! Ogni mattina alzandoMi dal letto trovavo innumerevoli afflizioni ammassate dietro la porta e ogni sera, quando Mi coricavo, ecco, il cuore Mi si spezzava d’angoscia per la diabolica crudeltà che avevo patita per mano dei Miei nemici. A ogni pezzo di pane che l’Antica Bellezza spezza s’accompagna l’assalto di una nuova afflizione e a ogni goccia che beve si mescola l’amarezza delle più dolorose prove. Ogni Suo passo è preceduto da un esercito d’impreviste calamità e seguito da legioni di dolori angosciosi.

Tale è la Mia triste sorte, potessi tu meditarla in cuor tuo! Non si rattristi, però, l’anima tua per ciò che Dio ha riversato su di Noi. Unisci la tua volontà al Suo compiacimento, poiché non abbiamo mai desiderato altro che la Sua Volontà e abbiamo dato il benvenuto ad ognuno dei Suoi irrevocabili decreti. Il tuo cuore sia paziente e non angosciarti. Non seguire la via di coloro che sono dolorosamente inquieti.

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LXIII. O tu, che hai il viso volto verso di Me! Non appena i tuoi occhi scorgeranno da lontano la Mia città natale (Teheran), fermati e dì: O Terra dihá, sono venuto a te dalla Prigione, latore di novelle di Dio, l’Aiuto nel Pericolo, Colui Che esiste da Sé. O madre del mondo e fonte di luce per tutti i popoli, ti annunzio le dolci misericordie del tuo Signore e ti saluto nel nome di Colui Che è la Verità Eterna, il Conoscitore delle cose invisibili. Attesto che entro di te fu rivelato Colui Che è il Nome Celato e fu scoperto il Tesoro Invisibile. Per te è stato chiarito il segreto di tutte le cose, del passato e del futuro.

O Terra dihá! Colui Che è il Signore dei Nomi ti ricorda nel Suo stadio glorioso. Tu sei stata Alba della Causa di Dio, fonte della Sua Rivelazione, manifestazione del Suo Più Grande Nome, un Nome che ha fatto tremare i cuori e le anime degli uomini.

Quanti uomini e donne vittime della tirannide entro le tue mura hanno immolato la vita sul sentiero di Dio e sono stati sepolti sotto la tua polvere con tanta crudeltà da far gemere per la loro sorte ogni onorato servo di Dio.

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LXIV. È Nostro desiderio rammentare la Dimora di suprema beatitudine (Teheran), la città santa e luminosa, la città entro la quale è stata esalata la fragranza del Benamato, dove sono stati diffusi i Suoi segni, dove sono state rivelate le prove della Sua gloria e issate le Sue insegne, dove è stato eretto il Suo tabernacolo e proclamato ciascuno dei Suoi saggi decreti.

È la città in cui hanno alitato i dolci effluvi del ricongiungimento che hanno spinto i sinceri amanti di Dio ad avvicinarGlisi e a entrare nella Dimora della santità e della beltà. Felice il viandante che volge i passi verso questa città, che vi ottiene accesso e liba il vino del ricongiungimento per opera dell’effusione della grazia del suo Signore, l’Amabile, il Lodatissimo.

O terra del desio del cuore, sono venuto a te con le novelle di Dio per annunziarti il Suo amabile favore e la Sua misericordia e salutarti e magnificarti in Suo nome. Egli è, invero, infinitamente generoso e buono. Benedetto l’uomo che volge il viso verso di te e da te aspira la fragranza della Presenza di Dio, il Signore di tutti i mondi. La Sua gloria discenda su te e ti avvolga lo splendore della Sua luce, poiché Egli ha fatto di te un paradiso per i Suoi servi e ti ha proclamata la terra benedetta e sacra che Egli ha men zionata nei Libri rivelati dai Suoi Profeti e Messaggeri.

O terra di gloria sfolgorante, per te è stata issata l’insegna: «Non v’è altro Dio che Lui» ed è stato spiegato lo stendardo: «Io sono la Verità, Colui Che conosce l’inconoscibile». Incombe a chiunque ti visiti di gloriarsi di te e di coloro che in te dimorano, che sono germogliati dal Mio Albero, che sono sue foglie, segni della Mia gloria, che Mi seguono e Mi amano e che, con incrollabile risoluzione, hanno volto il viso verso il Mio stadio glorioso.

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LXV. Rammenta il Tuo arrivo nella Città (Costantinopoli) e come i Ministri del Sultano, ritenendoTi ignaro delle loro leggi e norme, Ti credettero un ignorante. Dì: Sì, in nome del Mio Signore! Sono ignorante di tutto tranne di ciò che Dio, per Suo generoso favore, S’è compiaciuto d’insegnarMi. Lo attestiamo fermamente e lo confessiamo senza esitazione.

Dì: Se le leggi e le norme cui vi attenete sono opera vostra, non le seguiremo in alcun modo. Così Mi è stato ordinato da Colui Che è il Più Saggio, l’Onnisciente. Questo è stato il Mio costume in passato e tale rimarrà per il futuro, mercé il potere di Dio e per la Sua possanza. Quest’è, invero, la via giusta e diritta. Se le leggi son dettate da Dio, datene allora le prove, se siete di coloro che dicono la verità. Dì: Abbiamo scritto tutto ciò che Ti è stato imputato e tutto ciò che Ti hanno fatto, in un Libro che non trascura di annotare l’opera di alcuno, per quanto insignificante egli sia.

Dì: O Ministri di Stato, v’incombe di attenervi ai precetti di Dio e di dimenticare le vostre leggi e le vostre norme e di essere, così, fra coloro che sono ben guidati. Questo è meglio per voi di tutto ciò che possedete, se solo lo sapeste! Se trasgredite il comandamento di Dio, né uno iota né una briciola di tutte le vostre opere sarà ben accetta ai Suoi occhi.

Fra poco scoprirete le conseguenze di ciò che avete fatto in questa vana vita e ne sarete ripagati. Questa è per certo la verità, l’innegabile verità.

Quanti, nelle ère passate, hanno commesso ciò che voi avete commesso e, benché di rango superiore al vostro, alla fine sono ritornati polvere e sono stati abbandonati alla loro inevitabile sorte! Se solo meditaste nel cuore la Causa di Dio! Ma seguirete le loro orme e sarete costretti a entrare in un luogo dove non troverete nessuno che vi sia amico o vi aiuti. Invero, vi sarà chiesto conto delle vostre azioni e sarete chiamati a giustificarvi per aver mancato ai vostri doveri verso lla Causa di Dio e aver respinto sdegnosamente i Suoi benamati che sono venuti a voi con manifesta sincerità.

Siete voi che vi siete consultati nei loro riguardi, voi che avete preferito seguire l’impulso dei desideri e trascurare il comandamento di Dio, l’Aiuto nel Pericolo, l’Onnipotente.

Dì: Che cosa? Vi attenete ai vostri espedienti e vi gettate alle spalle i precetti di Dio? Sì, invero avete fatto del male a voi stessi e agli altri. Se solo lo capiste! Dì: Se le vostre norme e i vostri principi si fondano sulla giustizia, perché allora osservate quelli che sono in armonia con le vostre tendenze corrotte e respingete quelli che sono in conflitto con i vostri piaceri? Con quale diritto pretendete dunque di giudicare equamente fra gli uomini? Sono le vostre norme e i vostri principi tali da giustificare la vostra persecuzione di Colui Che Si è presentato innanzi a voi per ordine vostro? È giustificabile che Lo abbiate respinto e Gli abbiate inflitto ogni giorno una penosa ingiuria? Vi ha mai disubbidito, sia pur per un solo istante? Tutti gli abitanti dell’‘Iráq, e oltre a loro ogni osservatore coscienzioso, possono attestare la verità delle Mie parole.

Siate equi nel giudicare, o Ministri di Stato! Cosa abbiamo commesso che giustifichi il Nostro esilio?

Quale offesa ha autorizzato la Nostra espulsione?

Siamo stati Noi Che vi abbiamo cercati, ma, ecco, vi siete rifiutati di riceverCi! In nome di Dio! Questa è una grave ingiustizia che avete perpetrato, un’ingiustizia che non ha eguali fra le ingiustizie terrene. Ne è testimone l’Onnipotente...

Sappiate che il mondo, le sue vanità e i suoi ornamenti svaniranno. Nulla durerà tranne il Regno di Dio, che non appartiene ad altri che a Lui, il Sovrano Signore di tutto, l’Aiuto nel Pericolo, il Gloriosissimo, l’Onnipotente. I giorni della vostra vita passeranno e tutte le cose di cui ora vi occupate e vi vantate periranno e sarete sicuramente convocati da una schiera dei Suoi angeli a comparire nel luogo ove le membra dell’intera creazione tremeranno e le carni d’ogni oppressore rabbrividiranno. Vi sarà chiesto conto di ciò che le vostre mani hanno operato in questa vostra vana vita e sarete ricompensati delle vostre azioni. Questo è il giorno che inevitabilmente vi sopraggiungerà, l’ora che nessuno può differire. Lo ha attestato la Lingua di Colui Che dice la verità e conosce tutte le cose.

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LXVI. Temete Iddio, abitanti della Città (Costantinopoli), e non gettate semi di discordia fra gli uomini.

Non percorrete le strade del Maligno. Nei pochi giorni di vita che vi restano camminate sulle vie dell’unico vero Dio. I vostri giorni passeranno come son passati quelli di coloro che vi hanno preceduti.

Polvere tornerete ad essere, come polvere ritornarono i vostri padri dell’antichità.

Sappiate che non temo nessuno tranne Dio. In nessun altro che Lui ho posto la Mia fiducia, a nessuno Mi attaccherò fuorché a Lui e non desidero altra cosa tranne quel ch’Egli ha desiderato per Me. Questo è invero il desiderio del Mio cuore, se lo sapeste. Ho offerto anima e corpo in sacrificio a Dio, il Signore di tutti i mondi. Chi ha conosciuto Dio non conosce altri che Lui e chi teme Dio non teme altri che Lui, anche se le forze della terra intera insorgono schierate contro di lui. Non parlo che per Suo ordine e non seguo altro che la Sua verità, per il potere di Dio e la Sua forza.

Egli, invero, ricompenserà i sinceri.

O Servo, narra, quel che vedesti quando arrivasti nella Città, affinché la Tua testimonianza resti fra gli uomini e sia di ammonimento per coloro che credono. Al Nostro arrivo nella Città trovammo governatori e anziani riuniti a trastullarsi come fanciulli con la creta. Non vedemmo nessuno abbastanza maturo per apprendere da Noi le verità che Dio Ci aveva insegnato o idoneo alle Nostre meravigliose parole di saggezza. Il Nostro occhio interiore pianse amaramente per loro, per le loro mancanze e la loro completa negligenza delle cose per cui erano stati creati.

Questo è quanto osservammo in quella Città e abbiamo voluto annotarlo nel Nostro Libro perché serva da ammonimento a loro e al resto dell’umanità.

Dì: Se inseguite questa vita e le sue vanità, avreste dovuto farlo mentre eravate ancora nel grembo di vostra madre, poiché allora vi avvicinavate sempre più ad esse, se solo lo capiste! E invece da quando siete nati e avete raggiunto la maturità, vi siete sempre più allontanati dal mondo avvicinandovi sempre più alla polvere. Perché, dunque, mostrate tale avidità nell’ammassare i tesori della terra, quando avete i giorni contati e avete quasi perduto la buona occasione? O infingardi, non vorrete scuotervi dal sonno?

Porgete orecchio ai consigli che questo Servo vi dà per amor di Dio. Egli non vi chiede invero alcuna ricompensa ed è rassegnato a ciò che Dio Gli ha destinato e interamente sottomesso al Suo Volere.

O genti, i giorni della vostra vita sono quasi tutti trascorsi e la fine s’avvicina rapidamente. Mettete dunque da parte le cose che avete escogitato e alle quali siete attaccati e aggrappatevi saldamente ai precetti di Dio, sì che possiate ottenere ciò che Egli ha predisposto per voi ed esser fra coloro che percorrono una retta via. Non gioite delle cose del mondo e dei suoi effimeri ornamenti, né riponete su di essi le vostre speranze. Confidate nel ricordo di Dio, l’Eccelso, il Più Grande. Fra non molto Egli ridurrà in nulla tutte le cose che possedete. Siate timorati di Lui. Non dimenticate il Suo patto con voi e non siate fra coloro che sono separati da Lui come da un velo.

Attenti a non enfiarvi d’orgoglio innanzi a Dio e a non respingere sdegnosamente i Suoi benamati.

Rivolgetevi con deferenza e umiltà ai fedeli, coloro che hanno creduto in Dio e nei Suoi segni, il cui cuore attesta la Sua unità, la cui lingua proclama la Sua unicità e che non parlano se non con il Suo permesso. Così vi esortiamo con giustizia e vi ammoniamo secondo verità, caso mai vi svegliaste.

Non caricate nessun’anima con un fardello che non desiderereste fosse posto su di voi e non desiderate per nessuno ciò che non desiderereste per voi stessi. Questo è il Mio miglior consiglio per voi, se solo l’osservaste!

Rispettate i teologi e i sapienti fra voi, coloro il cui comportamento è in armonia con quello che professano, che non oltrepassano i limiti fissati da Dio e giudicano conforme ai Suoi comandamenti rivelati nel Suo Libro. Sappiate che essi sono le lampade che guidano coloro che sono nei cieli e sulla terra. Coloro che ignorano e trascurano i teologi e i sapienti che vivono fra loro hanno invero barattato il favore che Dio aveva loro accordato.

Dì: Attendete finché Dio avrà cambiato il Suo favore verso di voi. Nulla Gli sfugge. Conosce i segreti dei cieli e della terra. La Sua sapienza abbraccia tutto. Non vi rallegrate per ciò che avete fatto o che farete in avvenire, né godete delle tribolazioni con cui Ci avete afflitti, poiché con tali mezzi non potete esaltare il vostro rango, se esaminaste il vostro operato con profondo discernimento. Né potrete sminuire la sublimità del Nostro stadio. Anzi, Dio accrescerà la ricompensa con la quale Ci premierà per aver sopportato con perseverante pazienza le tribolazioni che abbiamo subito. Egli, invero, accrescerà la ricompensa di coloro che sopportano pazientemente.

Sappiate che, da tempo immemorabile, le prove e le tribolazioni sono state la sorte dei Prescelti e degli amati di Dio e di quelli fra i Suoi servi che si sono distaccati da tutto fuorché da Lui, coloro che né beni né traffici distraggono dal ricordo dell’Onnipotente, coloro che non parlano prima ch’Egli abbia parlato e al Suo comando operano. Tale è il metodo di Dio applicato in passato e tale rimarrà in avvenire. Benedetti coloro che sopportano con fermezza, coloro che sono pazienti nelle infermità e nelle privazioni, che non si lamentano di ciò che accade loro e percorrono la via della rassegnazione…

S’avvicina il giorno in cui Dio susciterà un popolo che rammenterà i Nostri giorni, che narrerà la storia dei Nostri patimenti, che chiederà la reintegrazione dei Nostri diritti a coloro che senza ombra di prova Ci hanno trattato con manifesta ingiustizia.

Dio ha certamente il dominio sulla vita di coloro che Ci hanno fatto torto e ben conosce le loro azioni.

Senza dubbio li colpirà per i loro peccati. In verità, Egli è il più severo dei giustizieri.

Vi abbiamo così narrato la storia dell’unico vero Dio e inviato le cose che Egli ha prestabilito, affinché possiate chiederGli perdono, ritornare a Lui, pentirvi sinceramente, rendervi conto delle vostre cattive azioni, risvegliarvi dal letargo, scuotervi dall’ignavia, fare ammenda per le cose che avete trascurato ed esser di coloro che agiscono bene. Chi vuole riconosca la verità delle Mie parole e chi non vuole se ne allontani. Mio solo compito è ricordarvi la vostra mancanza ai doveri verso la Causa di Dio, se per caso siete di quelli che ascoltano il Mio ammonimento. Porgete dunque orecchio alle Mie parole e ritornate a Dio e pentitevi, così che Egli per la Sua grazia abbia pietà di voi, vi purifichi dai peccati e perdoni i vostri falli. La grandezza della Sua misericordia sorpassa la furia della Sua collera e la Sua grazia abbraccia tutti coloro che sono stati chiamati all’esistenza e rivestiti del manto della vita, nel passato o nell’avvenire.

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LXVII. In questa Rivelazione è apparso ciò che non era mai apparso prima. Quanto agli infedeli che hanno visto ciò che si è manifestato, essi mormorano e dicono: «In verità, egli è un mago che ha ordito una menzogna contro Dio». Sono invero gente abietta.

O Penna dell’Antico dei Giorni, dì alle nazioni quel che accadde in ‘Iráq. Dì loro del messaggero che la congregazione dei teologi di quel paese aveva delegato a incontrarCi, il quale, giunto in Nostra presenza, C’interrogò su certe scienze, al che rispondemmo in virtù della sapienza innata che possediamo. In verità, il Tuo Signore è a conoscenza delle cose invisibili. «Attestiamo», disse, «che la sapienza che Tu possiedi è tale che nessuno può competere con Te. Tale sapienza è, però, insufficiente a giustificare lo stadio eccelso che la gente Ti attribuisce. Se dici la verità, produci ciò che le forze unite dei popoli della terra non riuscirebbero a produrre». Così era stato irrevocabilmente decretato alla corte della presenza del tuo Signore, il Gloriosissimo, l’Amoroso.

«Testimone! Che cosa vedi?», Egli restò interdetto. E quando tornò in sé, disse: « Credo veramente in Dio, il Gloriosissimo, il Lodatissimo». «Va dalla gente e dì loro: “DomandateGli qualunque cosa vi piaccia. Egli ha il potere di fare ciò che vuole. Nulla, del passato o del futuro, può ostacolare la Sua Volontà”. Dì: “O accolta di teologi! Scegliete qualunque soggetto vi piaccia e chiedete al vostro Signore, l’Iddio di Misericordia, di rivelarvelo. Se esaudisce il vostro desiderio, per virtù della Sua sovranità, credete allora in Lui e non siate di coloro che respingono la Sua verità”». «L’alba della comprensione è apparsa», egli disse, «e la testimonianza del Misericor diosissimo è compiuta». Si alzò e tornò da coloro che l’avevano mandato, per ordine di Dio, il Gloriosissimo, il Benamato.

I giorni trascorsero senza che ritornasse. Alla fine giunse un altro messaggero a informarCi che avevano rinunciato allo scopo originario. In verità, è gente spregevole. Questo è ciò che accadde in ‘Iráq e di ciò che rivelo sono Io Stesso testimone. L’avvenimento fu riportato dappertutto, eppure non si trovò nessuno che ne comprendesse il significato. Così avevamo comandato. Se solo lo sapeste!

Per il Mio Essere! Chiunque nelle ère passate Ci abbia chiesto di produrre i segni di Dio, non appena glieli rivelammo, rinnegò la verità di Dio. Ma la gente è rimasta, perlopiù, indifferente. Coloro i cui occhi sono illuminati dalla luce della comprensione sentiranno il dolce aroma del Misericordiosissimo e accetteranno la Sua verità. Questi sono coloro che sono veramente sinceri.

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LXVIII. O tu che sei frutto e foglia del Mio Albero! Su te la Mia gloria e la Mia misericordia! Non s’affligga il tuo cuore per quel che t’è accaduto. Se esaminassi le pagine del Libro della Vita, vi scopriresti, certamen te, ciò che dissiperebbe i tuoi dolori e dissolverebbe la tua angoscia.

O frutto del Mio Albero, sappi che i decreti dell’Ordinatore Sovrano relativi al fato e alla predestinazione sono di due generi. Devono essere ubbiditi e accettati entrambi. L’uno è irrevocabile, l’altro, come lo chiamano gli uomini, è imminente. Al primo, tutti devono sottomettersi incondizionatamente, perché è fissato e stabilito. Dio può, però, cambiarlo o revocarlo. Ma poiché il male che risulterebbe da un tale cambiamento sarebbe peggiore che se il decreto rimanesse inalterato, tutti devono volontariamente sottomettersi a ciò che Dio ha voluto e attenervisi con fiducia.

Il decreto imminente, invece, è tale che la preghiera e le suppliche possono riuscire a stornarlo.

Dio conceda a te, che sei il frutto del Mio Albero, e a coloro che sono con te di esser protetti dalle sue cattive conseguenze.

Dì: O Dio, mio Dio! Avevi affidato alle mie mani un Tuo pegno e ora l’hai richiamato a Te, secondo il desiderio della Tua Volontà. Non sta a me, una Tua ancella, chiedere come e perché ciò sia accaduto, poiché Tu sei glorificato in ogni Tuo atto e devi essere ubbidito nel Tuo decreto. O mio Signore, la Tua ancella ha posto le sue speranze nella Tua grazia e nella Tua munificenza. Concedile di ottenere ciò che l’avvicini a Te e le giovi in ognuno dei Tuoi mondi. Tu sei il Perdonatore, il Munifico. Non v’è altro Dio che Te, l’Ordinatore, l’Antico dei Giorni.

O Signore mio Dio, accorda le Tue benedizioni a coloro che hanno gustato il vino del Tuo amore di fronte agli uomini e, malgrado i Tuoi nemici, hanno riconosciuto la Tua unità, attestato la Tua unicità e confessato la loro fede in ciò che ha fatto tremare le membra degli oppressori fra le Tue creature e rabbrividire le carni degli orgogliosi della terra. Attesto che la Tua Sovranità non perirà mai, né mai muterà il Tuo Volere. Disponi per coloro che si sono volti a Te e per le Tue ancelle che si sono tenute saldamente alla Tua Corda ciò che s’addice all’Oceano della Tua munificenza e al Cielo della Tua grazia.

O Dio, Tu sei Colui Che Si è proclamato Signore della Dovizia e ha definito poveri e bisognosi tutti coloro che Lo servono, così come hai scritto: «O voi che credete! Non siete altro che dei poveri, bisognosi di Dio; ma Dio è Colui Che possiede tutto, il Lodatissimo». Ora che ho confessato la mia povertà e riconosciuto la Tua ricchezza, non privarmi della gloria dei Tuoi beni. Tu sei, invero, il Protettore Supremo, l’Onnisciente, il Più Saggio.

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LXIX. Rammenta il comportamento della madre di Ashraf, il cui figlio immolò la vita nella Terra di Zá (Zanján). Egli è, senza dubbio, sul seggio della verità alla presenza di Colui Che è il Più Forte, l’Onnipotente.

Allorché decisero ingiustamente di metterlo a morte, gl’infedeli mandarono a chiamare sua madre, caso mai lo ammonisse e lo inducesse a ritrattare la sua fede per seguire le orme di coloro che avevano ripudiato la verità di Dio, il Signore di tutti i mondi.

Non appena vide il volto del figlio, ella gli rivolse parole tali da far piangere e spezzare dal dolore i cuori di tutti gli amanti di Dio e, oltre ai loro, anche quelli delle Schiere celesti. In verità, il tuo Signore sa ciò che la Mia lingua dice. Egli Stesso è testimone delle Mie parole.

E quando, rivolta a lui, gli disse: «Figlio mio, o figlio mio! Non esitare a offrirti sulla via del tuo Signore. Guardati dal tradire la fede in Colui innanzi al Quale si sono prostrati adoranti tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra. Prosegui dritto, o figlio mio, e persevera sulla via del Signore Dio tuo. Affrettati a raggiungere la presenza di Colui Che è il Benamato di tutti i mondi».

Su di lei scendano le Mie benedizioni, la Mia misericordia, la Mia lode e la Mia gloria. Io Stesso riscatterò la perdita di suo figlio – quel figlio che adesso dimora nel tabernacolo della Mia maestà e della Mia gloria, il cui volto risplende di una luce che avvolge con la sua radiosità le Ancelle del Cielo nelle loro dimore celesti e, oltre a loro, gli ospiti del Mio Paradiso e gli abitatori delle Città della Santità.

Chi potesse mirarne il viso esclamerebbe: «Ecco, costui è un nobile angelo!».

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LXX. L’equilibrio del mondo è stato sconvolto dalla vibrante influenza di questo grandioso, di questo nuovo Ordine Mondiale. La vita ordinata dell’umanità è stata rivoluzionata dall’azione di questo Sistema unico e meraviglioso, di cui occhio mortale non ha mai visto l’eguale.

Immergetevi nell’oceano delle Mie parole per districarne i segreti e scoprire le perle di saggezza celate nelle sue profondità. Attenti a non esitare nella vostra determinazione di accettare la verità di questa Causa, una Causa per la quale le potenzialità della possanza di Dio sono state rivelate e la Sua sovranità stabilita. Con volti raggianti di gioia accorrete a Lui.

Questa è l’immutabile Fede di Dio, eterna nel passato, eterna nell’avvenire. Fate che colui che cerca la raggiunga; quanto a colui che si è rifiutato di cercar la, in verità, Dio basta a Se Stesso, al di sopra di qualsiasi bisogno delle Sue creature.

Dì: Questa è l’infallibile Bilancia tenuta dalla Mano di Dio, con la quale vengono pesati tutti coloro che sono nei cieli e tutti coloro che sono sulla terra e il loro destino è determinato, se siete di coloro che credono e riconoscono questa verità. Dì: Questa è la Suprema Testimonianza, per la quale la validità di ogni prova per tutti i tempi è stata stabilita, se solo ne foste certi. Dì: Per mezzo suo sono stati arricchiti i poveri, illuminati i sapienti e i ricercatori sono riusciti ad ascendere alla presenza di Dio. Attenti a non farne una causa di discordia fra voi. Siate saldamente radicati, come incrollabili montagne, nella Causa del vostro Signore, il Possente, l’Amorevole.

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LXXI. O popoli del mondo, quando l’astro della Mia bellezza tramonterà e il cielo del Mio tabernacolo sarà occultato ai vostri occhi, non sgomentatevi. Levatevi a secondare la Mia Causa e a esaltare il Mio Verbo fra gli uomini. Noi saremo in ogni tempo con voi e vi rafforzeremo col potere della verità. Siamo invero onnipotenti. Chi Mi ha riconosciuto si leverà a servirMi con tale risolutezza che le forze della terra e del cielo saranno incapaci di sconfiggere il suo proponimento.

I popoli della terra dormono profondamente. Se si svegliassero dal letargo, si affretterebbero con ardore verso Dio, l’Onnisciente, il Più Saggio. Getterebbero via tutto ciò che posseggono, fossero pure tutti i tesori della terra, acciocché il loro Signore li rammenti, fosse anche rivolgendo loro una sola parola. Tale è la disposizione che vi dà Colui Che detiene la conoscenza delle cose celate, in una Tavola che l’occhio della creazione non ha veduto e che non è stata rivelata ad altri che al Suo Essere, il Protettore onnipotente di tutti i mondi. Essi sono così disorientati dall’ebbrezza dei loro desideri perversi, che sono incapaci di riconoscere il Signore di tutti gli esseri, la Cui voce alta risuona da ogni parte: «Non v’è altro Dio che Me, il Possente, il Più Saggio». 3 Dì: Non gioite delle cose che possedete; stasera son vostre, domani altri le possederanno. Così vi ammonisce Colui Che tutto sa e di tutto è informato.

Dì: Potete sostenere che ciò che possedete sia duraturo o sicuro? No! Per Me Stesso, il Misericordiosissimo, non lo potete, se siete di coloro che giudicano equamente! I giorni della vostra esistenza volano come un alito di vento e tutto il vostro fasto e la vostra gloria passeranno com’è stato del fasto e della gloria di coloro che vi hanno preceduti. Riflettete, o genti! Cos’è avvenuto dei vostri giorni passati, dei vostri secoli perduti? Beati i giorni consacrati a ricordare Dio e benedette le ore trascorse a lodare Colui Che è il Più Saggio. Per la Mia vita! Né il fasto dei potenti, né l’opulenza dei ricchi e neppure il dominio degli empi dureranno. Tutto perirà ad una Sua parola. Egli è, invero, l’Onnipotente, l’Irresistibile, l’Onnipossente. Che vantaggio vi è nelle cose terrene possedute dagli uomini? Essi hanno completamente trascurato ciò che gioverà loro. Ben presto si desteranno dal letargo e si ritroveranno incapaci di riacquistare ciò che si sono lasciati sfuggire nei giorni del loro Signore, l’Onnipotente, il Lodatissimo. Se soltanto lo sapessero, rinunzierebbero a tutto, acciocché i loro nomi fossero ricordati innanzi al Suo trono. In verità, sono da annoverare fra i morti.

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LXXII. Che i vostri cuori non si turbino, o genti, quando la gloria della Mia Presenza si ritrarrà e l’oceano dei Miei detti si placherà. V’è una saggezza nella Mia presenza fra voi e ve n’è un’altra ancora nella Mia assenza, imperscrutabile a tutti fuorché a Dio, l’Incomparabile, l’Onnisciente. In verità, vi osserviamo dal Nostro regno di gloria e aiuteremo chiunque si leverà per il trionfo della Nostra Causa con le schiere delle legioni superne e una corte dei Nostri angeli prediletti.

O popoli della terra! Dio, l’Eterna Verità, Mi è testimone che rivoli d’acque fresche dolcemente scorrenti sono sgorgate dalle rocce per la dolcezza delle parole pronunciate dal vostro Signore, l’Incoercibile; e ancora voi dormite. Gettate via ciò che possedete e, sulle ali del distacco, libratevi al di sopra di tutte le cose create. Così vi ordina il Signore del creato, il movimento della Cui Penna ha rivoluzionato l’anima dell’umanità.

Sapete da quali altezze vi chiama il vostro Signore, il Gloriosissimo? Credete di aver riconosciuta la Penna con la quale il vostro Signore, il Signore di tutti i nomi, vi comanda? No, per la Mia vita! Se la conosceste, rinunziereste al mondo e vi affrettereste con tutto il cuore alla presenza del Benamato. Il vostro spirito sarebbe talmente trasportato dalla Sua Parola da gettare nello scompiglio il Più Grande Mondo, e tanto più questo, piccolo e meschino! Così le piogge della Mia generosità si sono riversate dal cielo della Mia tenera premura, come pegno della Mia grazia, perché siate di coloro che son grati...

Badate che i desideri della carne e di una corrotta inclinazione non provochino divisioni fra voi. Siate come le dita di una mano e le membra di un corpo.

Così vi consiglia la Penna della Rivelazione, se siete fra coloro che credono.

Considerate la misericordia di Dio e i Suoi doni.

Benché possa fare a meno di tutte le creature, Egli vi ingiunge ciò che vi sarà di beneficio. Le vostre cattive azioni non potranno mai nuocerCi, né le vostre buone opere esserCi di giovamento. Vi invitiamo unicamente per amore di Dio. Di ciò sarà testimone ogni uomo dotato di comprensione e intuito.

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LXXIII. È chiaro ed evidente che, allorché saranno stati strappati i veli che occultano le realtà delle manifestazioni dei Nomi e degli Attributi di Dio, anzi di tutte le cose create visibili o invisibili, nulla rimarrà tranne il Segno di Dio – un segno che Egli Stesso vi ha posto. Questo segno durerà quanto lo desideri il Signore Dio Tuo, il Signore dei cieli e della terra. Se tali sono le benedizioni conferite a tutte le cose create, quanto più grande dev’essere la sorte del vero credente, la cui esistenza e la cui vita sono da considerare il movente primo di tutta la creazione! Come la concezione della fede esiste dal principio che non ha principio e durerà fino alla fine che non ha fine, così il vero credente vivrà ed esisterà eternamente. Il suo spirito graviterà per sempre attorno alla Volontà di Dio. Egli durerà quanto durerà Dio Stesso. Egli è svelato mediante la Rivelazione di Dio e celato per Suo ordine. È evidente che le più eccelse dimore del Regno dell’immortalità sono state destinate a coloro che hanno veramente creduto in Dio e nei Suoi segni. La morte non potrà mai invadere quel santo luogo. Così ti abbiamo affidato i segni del Tuo Signore, perché tu possa perseverare nell’amore per Lui ed essere fra coloro che comprendono questa verità.

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LXXIV. Ogni parola che esce dalla bocca di Dio è dotata di tale potenza da infondere nuova vita in ogni forma umana, se siete fra coloro che comprendono questa verità. Tutte le opere meravigliose che vedete in questo mondo si sono manifestate per opera della Sua suprema ed eccelsa Volontà e del Suo Intento meraviglioso e inflessibile. Dalla semplice rivelazione della parola «Artefice», uscita dalle Sue labbra a proclamare il Suo attributo all’umanità, si è sprigionato, nel corso delle ere, il potere generatore di tutte le molteplici arti che le mani dell’uomo possono produrre. Questa, invero, è una verità assoluta. Non appena questa risplendente parola è pronunziata, le sue energie animatrici, operando in tutte le cose create, danno inizio ai mezzi e agli strumenti con i quali queste arti possono essere prodotte e perfezionate. Tutte le meravigliose conquiste delle quali siete ora testimoni sono una diretta conseguenza della Rivelazione di questo Nome. Nei giorni avvenire, vedrete in verità cose delle quali non avete mai sentito parlare. Così è stato decretato nelle Tavole di Dio e nessuno può comprenderlo tranne coloro la cui vista è acuta. Similmente nel momento in cui uscirà dalle Mie labbra la parola che esprime il Mio attributo l’«Onnisciente», ogni cosa creata sarà investita, secondo le sue capacità e limitazioni, del potere di sviluppare il sapere delle scienze più meravigliose e avrà il potere di manifestarle attraverso i tempi, per ordine di Colui Che è l’Onnipotente, l’Onnisciente.

Sappi per certo che la Rivelazione di ogni altro Nome è accompagnata da una simile manifestazione del potere divino. Ogni lettera che esce dalla bocca di Dio è, davvero, una lettera-madre e ogni parola pronunziata da Colui Che è la Sorgente della Rivelazione divina è una parola-madre e la Sua Tavola, una Tavola-Madre. Beati coloro che comprendono questa verità.

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LXXV. Strappate in Mio Nome i veli che vi hanno tristemente accecata la vista e, col potere generato dalla vostra fede nell’unicità di Dio, disperdete gli idoli della vana imitazione. Indi, entrate nel santo paradiso del beneplacito del Misericordiosissimo.

Purificate le vostre anime da qualunque cosa non venga da Dio e gustate la dolcezza del riposo nell’orbita della Sua vasta e potente Rivelazione, all’ombra della Sua suprema e infallibile autorità.

Non lasciatevi avvolgere dai densi veli dei desideri egoistici, perché ho perfezionato in ognuno di voi la Mia creazione in modo che l’eccellenza della Mia opera si riveli appieno agli uomini. Di conseguenza, ogni uomo è stato e continuerà a esser capace di apprezzare, da se stesso, la Beltà di Dio, il Glorificato.

Se non fosse stato dotato di questa capacità, come potrebbe esser chiamato a render conto delle proprie debolezze? Se, il Giorno nel quale i popoli della terra saranno radunati, a un uomo fosse chiesto mentre si trova alla presenza del Signore: «Perché non hai creduto alla Mia Bellezza e ti sei allontanato dal Mio Essere?», e se egli rispondesse dicendo: «Dato che tutti gli uomini hanno errato e non si è trovato nessuno disposto a volgere il viso verso la Verità, anch’io, seguendo il loro esempio, non ho malauguratamente riconosciuto la Beltà dell’Eterno», questa giustificazione sarebbe certamente respinta, poiché la fede di un uomo non può essere regolata da altri che da lui stesso.

Questa è una delle verità che si trova racchiusa nella Mia Rivelazione – una verità che ho rivelato in tutti i Libri celestiali, che ho fatto proclamare dalla Lingua della Grandezza e trascrivere dalla Penna del Potere. Soffermatevi a riflettere, sì che, con l’occhio interiore ed esteriore, possiate comprendere le sottigliezze della saggezza divina e scoprire le gemme di sapienza celeste che ho rivelato in questa Tavola eccelsa e incorruttibile, in chiaro e ponderoso linguaggio, affinché non vi allontaniate dall’Altissimo Trono, dall’Albero al di là del quale non si passa e dalla Dimora della potenza e della gloria eterne.

I segni di Dio risplendono aperti e radiosi come il sole sulle opere delle Sue creature. Tutto quello che emana da Lui è separato e resterà sempre distinto dalle invenzioni degli uomini. Dalla Sorgente della Sua sapienza si sono levati innumerevoli Luminari di sapere e di saggezza e il soffio del Misericordiosissimo ha continuamente spirato sui cuori e sulle anime degli uomini. Felici coloro che hanno riconosciuto questa verità.

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LXXVI. O Mio servo, tendi l’orecchio a ciò che ti è stato inviato dal Trono del tuo Signore, l’Inaccessibile, il Più Grande. Non v’è altro Dio che Lui. Egli ha chiamato all’esistenza le Sue creature perché conoscano Colui Che è il Compassionevole, il Misericordioso. Egli ha inviato nelle città di tutte le nazioni i Suoi Messaggeri ai Quali ha dato incarico di annunziare agli uomini le novelle del Paradiso del Suo beneplacito e di avvicinarli al Riparo della sicurezza duratura, il Seggio dell’eterna santità e della gloria trascendente.

Alcuni, guidati dalla Luce di Dio, hanno ottenuto accesso alla Corte della Sua presenza, hanno libato le acque della vita eterna dalla mano della rassegnazione e sono stati annoverati fra coloro che Lo hanno veramente riconosciuto e hanno creduto in Lui. Altri si sono ribellati contro di Lui e hanno respinto i segni di Dio, il Più Possente, l’Onnipotente, il Più Saggio.

Ere son passate fino a giungere a consumazione in questo Giorno, il Signore dei giorni, il Giorno in cui l’Astro del Bayán si è manifestato sull’orizzonte della misericordia, il Giorno in cui la Beltà del Gloriosissimo ha brillato nell’eccelsa persona di ‘AlíMuhammad, il Báb. Non appena Egli Si rivelò, tutti si sollevarono contro di Lui. Alcuni Lo accusarono di avere pronunciato calunnie contro Dio, l’Onnipotente, l’Antico dei Giorni. Altri Lo considerarono un folle, asserzione che Io Stesso ho udito dalla bocca di uno dei teologi. Altri ancora contestarono il Suo vanto di essere il Portavoce di Dio e Lo accusarono di aver usurpato e usato come sue le parole dell’Onnipotente alterandone il significato e mescolandole alle proprie. L’Occhio della Grandezza piange amaramente per le cose che le loro bocche hanno detto, mentre essi continuano a gioire sui loro seggi.

«O genti», Egli dice, «Dio Mi è testimone! Sono venuto a voi con una Rivelazione del Signore, Dio vostro, il Signore dei vostri antichi padri. O genti, non guardate a ciò che possedete, ma a ciò che Dio vi ha inviato. Questo, certamente, sarà meglio per voi della creazione intera, se solo lo capiste. O genti, osservate meglio e considerate la testimonianza di Dio e la Sua prova in vostro possesso e confrontatele con la Rivelazione che vi è stata inviata in questo Giorno, perché la verità, l’infallibile verità, vi si manifesti senza dubbi. O genti, non seguite le orme del Maligno; seguite la Fede del Misericordiosissimo e siate fra coloro che veramente credono. Quale beneficio ne trarrebbe l’uomo, se non riconoscesse la Rivelazione di Dio? Assolutamente nessuno. Lo attesta il Mio Essere, l’Onnipotente, l’Onnisciente, il Più Saggio».

Più Egli li esortò, più feroce divenne la loro ostilità, finché, alla fine, Lo misero a morte con ignobile crudeltà. La maledizione di Dio ricada sugli oppressori.

Alcuni Gli credettero, pochi dei Nostri servi sono grati. Costoro Egli ammonì in tutte le Sue Tavole – anzi in ogni passo dei Suoi meravigliosi Scritti – di non darsi, nel Giorno della Rivelazione promessa, a nessun’altra cosa, in cielo o in terra. «O genti!», Egli disse, «Mi sono rivelato per la Sua Manifestazione e ho fatto scendere su di voi il Mio Libro, il Bayán, per il solo scopo di dimostrare la verità della Sua Causa. Temete Iddio e non lottate con Lui come il popolo del Corano hanno lottato contro di Me. In qualunque momento sentiate parlare di Lui, accorrete a Lui e attenetevi a qualunque cosa Egli vi riveli.

Nulla fuorché Lui potrà giovarvi, no, neanche se produceste dalla prima all’ultima le testimonianze di tutti coloro che vi hanno preceduti».

E quando, dopo qualche anno, il cielo del decreto divino si squarciò e la Beltà del Báb apparve fra le nubi dei nomi di Dio adorna di una nuova veste, questa stessa gente insorse malignamente contro di Lui, Lui la Cui Luce avvolge tutte le cose create.

Violarono il Suo Patto, respinsero la Sua verità, lottarono contro di Lui, cavillarono con i Suoi segni, considerarono falsità la Sua testimonianza e si unirono alla compagnia degli infedeli. Infine decisero di toglierGli la vita. Ecco lo stato di coloro che sono irrimediabilmente nell’errore!

E quando si resero conto di non poter raggiungere il loro scopo, si misero a complottare contro di Lui. Guardate come ogni momento escogitino nuovi espedienti per nuocerGli, per colpire e disonorare la Causa di Dio. Dì: Guai a voi! Nel nome di Dio! Le vostre macchinazioni vi coprono d’infamia. Il vostro Signore, Dio di misericordia, può ben fare a meno delle Sue creature. Nulla può accrescere o diminuire ciò che Egli possiede. Se credete, crederete a vostro vantaggio e se non credete, sarete voi a soffrire.

Giammai mano d’infedele potrà profanare l’orlo della Sua Veste!

O Mio servo che credi in Dio! Per la giustizia dell’Onnipotente! Se ti narrassi la storia delle cose che Mi sono accadute, le anime e le menti degli uomini non potrebbero sopportarne il peso. Dio Mi è testimone! Sii accorto e non seguire le orme di questa gente. Medita diligentemente sulla Causa del tuo Signore. Sforzati di conoscerLo per mezzo del Suo Essere e non per mezzo d’altri. Poiché nessuno, eccetto Lui, potrà mai giovarti. Ne fanno fede tutte le cose create, se potessi capirlo!

Esci da dietro il velo col permesso del tuo Signore, il Gloriosissimo, il Più Potente e, al cospetto di coloro che sono nei cieli e di coloro che sono sulla terra, afferra il Calice dell’Immortalità nel nome del tuo Signore, l’Inaccessibile, l’Altissimo, e bevine a sazietà, e non esser fra coloro che indugiano. Giuro nel nome di Dio! Non appena toccherai la Coppa con le labbra, le Schiere superne ti acclameranno dicendo: «Bevi in perfetta delizia, o uomo che hai creduto veramente in Dio!», e gli abitanti delle Città dell’Immortalità grideranno: «Gioia a te, che hai vuotato la Coppa del Suo amore!», e la Lingua della Grandezza ti saluterà dicendo: «Grande è la benedizione che ti attende, o Mio servo, poiché hai conseguito ciò che nessuno ha raggiunto, tranne coloro che si sono allontananti da tutto ciò che è nei cieli e tutto ciò che è sulla terra e che sono i simboli del vero distacco».

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LXXVII. E ora riguardo alla tua domanda che si riferisce alla creazione dell’uomo. Sappi che tutti gli uomini sono stati creati nella natura fatta da Dio, il Custode, Colui Che esiste da Sé. A ciascuno di loro è stata prescritta una capacità preordinata secondo le potenti Tavole custodite di Dio. Tutto ciò che possedete potenzialmente, però, può manifestarsi soltanto per opera della vostra volontà. Le vostre stesse azioni attestano questa verità. Considerate, per esempio, ciò che è stato proibito agli uomini nel Bayán. Dio ha, per Suo comando, decretato lecito in quel Libro tutto ciò che Si è compiaciuto di decretare e, con la forza del Suo sovrano potere, ha proibito tutto ciò che ha deciso di proibire. Ne fa fede il testo di quel Libro.

Non vorrete farne testimonianza? Ma gli uomini hanno deliberatamente violato la Sua legge. È, tale comportamento, da attribuire a Dio o a loro stessi?

Siate equi nel giudicare. Tutto ciò che è buono viene da Dio e ciò che è cattivo proviene da voi. Non vorrete capirlo? Questa verità è stata rivelata in tutte le Scritture, se siete di coloro che comprendono. Ogni azione che meditate Gli è così chiara come se fosse stata già compiuta. Non v’è altro Dio che Lui. Sua è tutta la creazione e il suo imperio. Tutto è manifesto innanzi a Lui; tutto è annotato nelle Sue sante Tavole celate. Questa prescienza di Dio, però, non deve essere considerata la causa delle azioni degli uomini, come la vostra precognizione che un certo evento avrà luogo o il vostro desiderio che esso accada, non è, né potrà mai essere, la causa che lo fa accadere.

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LXXVIII. Riguardo alla tua domanda sull’origine della creazione, sappi, per certo, che la creazione di Dio esiste dall’eternità e continuerà a esistere per sempre. Il suo principio non ha principio e la sua fine non conosce fine. Il Suo nome, Creatore, presuppone una creazione, come il Suo titolo, Signore degli Uomini, implica l’esistenza di un servo.

Quanto ai detti attribuiti agli antichi Profeti, come «Al principio era Dio e non v’era creatura per conoscerLo» e «Il Signore era solo senza nessuno che Lo adorasse», il significato di questi e altri detti simili è chiaro e palese e non dev’essere frainteso.

Fan fede di questa verità queste parole da Lui rivelate: «Dio era solo e nessun altro v’era all’infuori di Lui. Egli resterà per sempre quel che è sempre stato». Ogni occhio veggente si accorgerà facilmente che il Signore Si è ora manifestato, eppure non v’è nessuno che riconosca la Sua gloria. Con ciò s’intende che la dimora nella quale l’Essere divino abita è molto al di là delle possibilità e della comprensione di chiunque all’infuori di Lui. Tutto quello che si può esprimere o apprendere nel mondo contingente non potrà mai oltrepassare i limiti impostigli dalla sua natura innata. Dio soltanto trascende questi limiti. Egli, invero, esiste dall’eternità. Né pari né compagno ha potuto né potrà mai associarsi a Lui. Nessun nome può paragonarsi al Suo. Nessuna penna può ritrarre la Sua natura, nessuna lingua descriverNe la gloria. Egli resterà per sempre incommensurabilmente eccelso al di sopra di tutto tranne Se Stesso.

Considerate l’ora in cui la suprema Manifestazione di Dio Si rivela agli uomini. Prima che scocchi quest’ora l’Antico Essere, Che è ancora sconosciuto agli uomini e non ha ancora proferito il Verbo di Dio, è in Sé l’Onnisciente, in un mondo privo di qualsiasi uomo che L’abbia conosciuto. Egli è, invero, il Creatore senza creazione, poiché nell’attimo precedente la Sua Rivelazione ciascun essere creato dovrà rendere l’anima a Dio. Questo è invero il Giorno di cui si è scritto: «Di chi sarà il Regno in questo Giorno?». E non si troverà nessuno pronto a rispondereI

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LXXIX. Riguardo alla tua domanda a proposito dei mondi di Dio. Sappi, invero, che i mondi di Dio sono innumerevoli e infiniti nella loro estensione. Nessuno può contarli o comprenderli all’infuori di Dio, l’Onnisciente, il Più Saggio. Considera il tuo stato quando dormi. In verità, Io dico che questo fenomeno è il più misterioso dei segni di Dio fra gli uomini, se lo meditassero in cuor loro. Osserva come ciò che hai visto in sogno si realizzi in pieno dopo un considerevole lasso di tempo. Se il mondo in cui ti sei trovato durante il sogno coincidesse con quello in cui vivi, l’avvenimento occorsoti in sogno dovrebbe necessariamente apparire in questo mondo nello stesso istante in cui il sogno ha luogo. Se così fosse, ne saresti stato tu stesso testimone. Ma non essendo così, ne consegue che il mondo in cui vivi è differente e separato da quello che hai sperimentato nel sogno. Quest’ultimo non ha né principio né fine. Se tu sostenessi che questo mondo è, come il Gloriosissimo e Onnipotente Iddio ha decretato, entro te stesso e racchiuso entro di te, sarebbe vero. Sarebbe ugualmente vero sostenere che al tuo spirito, trascese le limitazioni del sonno e liberato da ogni vincolo terreno, è stato fatto attraversare, per volere di Dio, un regno che si trova nascosto nella realtà più recondita di questo mondo. In verità Io dico che la creazione di Dio abbraccia mondi oltre questo mondo e altre creature oltre queste. In ciascuno di questi mondi Egli ha creato cose che nessuno può indagare all’infuori di Lui, l’Indagatore di tutto, il Più Saggio.Medita su ciò che ti abbiamo rivelato affinché tu possa scoprire il disegno di Dio, il tuo Signore, il Signore di tutti i mondi. In queste parole sono racchiusi i misteri della saggezza divina. Ci siamo astenuti dal soffermarCi su questo tema a causa delle azioni di coloro che le Nostre parole hanno creato, se siete di quelli che porgono orecchio alla Nostra Voce.

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LXXX. Mi hai chiesto se, a parte i Profeti e gli eletti di Dio, l’uomo conserverà, dopo la morte fisica, la stessa individualità, personalità, coscienza e intelletto che caratterizzano la sua vita in questo mondo. Se così fosse, tu dici, come mai, mentre una piccola lesione delle facoltà mentali, come uno svenimento o una grave malattia, lo priva della coscienza e dell’intendimento e invece la morte, che implica la decomposizione del corpo e la dissociazione dei suoi elementi, non ha il potere di distruggere quell’intelletto e di estinguere quella coscienza?

Come si può concepire che la coscienza e la personalità dell’uomo permangano, quando gli essenziali strumenti necessari a farle esistere e funzionare sono completamente disintegrati?

Sappi che l’anima umana è al disopra e indipendente da tutte le infermità del corpo o della mente. Il fatto che una persona malata mostri segni di debolezza è da ricercarsi negli ostacoli che s’interpongono fra l’anima e il corpo, poiché l’anima, di per sé, resta immune da qualsiasi infermità del corpo. Considera la luce di una lampada. Benché un oggetto esterno possa interferire con la sua luminosità, la luce continua a splendere con potere inalterato.

Similmente ogni malattia che affligge il corpo dell’uomo è un impedimento che impedisce all’anima di manifestare la sua forza e il suo potere intrinseci. Ma quando lascia il corpo, essa mostra tale ascendenza e rivela tale potenza che nessuna forza terrena può eguagliare. Ogni anima pura, gentile e santificata è dotata d’immensa forza e gode di una gioia immensa.

Considera una lampada celata sotto un moggio.

Benché risplenda, pure la sua luce è nascosta agli uomini. Similmente considera il sole oscurato dalle nubi. Osserva come il suo splendore appaia diminuito quando, in realtà, la sorgente di quella luce è rimasta immutata. L’anima dell’uomo deve paragonarsi a questo sole e tutte le cose della terra devono essere considerate come il suo corpo. Finché fra loro non s’interpone alcun ostacolo esteriore, il corpo, nella sua integrità, continua a rispecchiare la luce dell’anima e ad esser sorretto dalla sua forza. Ma non appena si frappone un velo, lo splendore di quella luce sembra diminuire.

Considera nuovamente il sole quando è completamente nascosto dietro le nubi. Benché la terra sia ancora illuminata dalla sua luce, pure, la quantità di luce che essa riceve è considerevolmente ridotta. E finché le nubi non siano state disperse, il sole non rispende di nuovo nel pieno della gloria. Ma né la presenza né l’assenza delle nubi può in alcun modo influenzare l’intrinseco splendore del sole. L’anima dell’uomo è il sole da cui il corpo è illuminato e trae la sua vitalità e tale dev’essere considerata.

Considera ancora come il frutto si trovi potenzialmente nell’albero, prima ancora di formarsi. Se l’albero fosse tagliato a pezzi, non vi si troverebbe la sia pur minima traccia o parte del frutto. Ma quando appare, come puoi osservare, esso si mostra nella sua meravigliosa bellezza e gloriosa perfezione. Certi frutti, in realtà, raggiungono il completo sviluppo soltanto dopo essere stati staccati dall’albero.

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LXXXI. E ora riguardo la tua domanda a proposito dell’anima dell’uomo e della sua sopravvivenza dopo la morte. Sappi, in verità, che dopo la separazione dal corpo l’anima continuerà a progredire fino a giungere alla presenza di Dio in uno stato e in una condizione tali che neanche la rivoluzione dei tempi e dei secoli o le vicende e i casi di questo mondo potranno mutare. Essa durerà quanto dureranno il regno di Dio, la Sua sovranità, il Suo dominio e la Sua potenza e manifesterà i simboli e gli attributi di Dio, rivelandoNe la gentilezza amorosa e la magnanimità.

Quando cerco di descrivere convenientemente la sublimità e la gloria di una posizione così eccelsa, il moto della Mia Penna s’arresta. Gli onori di cui la mano della misericordia colmerà l’anima sono tali che nessuna lingua li può adeguatamente rivelare o nessun altro mezzo umano descrivere. Benedetta l’anima che nell’ora della separazione dal corpo è purificata dalle immaginazioni vane create dalle genti del mondo. Una tale anima vive e agisce secondo il Volere del suo Creatore ed entra nel paradiso più eccelso. Le Ancelle del Cielo abitatrici delle magioni sublimi la circonderanno e i Profeti di Dio e i Suoi prescelti ne cercheranno la compagnia. Con essi l’anima converserà liberamente narrando quel che la fece persistere sul sentiero di Dio, il Signore di tutti i mondi. Se fosse detto a un uomo quel che è predisposto per un’anima siffatta nei mondi di Dio, il Signore del trono eccelso e della terra, il suo essere intero s’infiammerebbe istantaneamente per l’ardente desiderio di giungere a quella dimora sublime, santa e risplendente... La natura dell’anima dopo la morte non potrà mai essere descritta, né è opportuno o possibile presentarne e rivelarne interamente il carattere agli occhi dell’uomo. I Profeti e i Messaggeri di Dio sono stati inviati al solo scopo di guidare l’umanità sul diritto Sentiero della Verità. Lo scopo recondito della loro rivelazione è stato quello di educare tutti gli uomini affinché, nell’ora della morte, ascendano al Trono dell’Altissimo nella massima purezza e santità e senza il più lieve attaccamento.

La luce che tali anime irradiano dà vita al progresso del mondo e all’elevazione dei suoi popoli. Esse sono come il lievito che fa fermentare il mondo dell’esistenza e costituiscono le forze animatrici grazie alle quali si rivelano le arti e le meraviglie del mondo. Per loro mezzo le nuvole dispensano agli uomini la pioggia della misericordia e la terra produce i frutti. Tutte le cose devono avere una causa, una forza motrice, un principio animatore. Queste anime, che sono il simbolo della rinunzia, hanno fornito e continuano a fornire il supremo impulso motore nel mondo dell’esistenza. Il mondo di là differisce da questo come questo differisce da quello in cui vive l’embrione nel grembo materno. Quando perviene alla Presenza di Dio, l’anima assume la forma che più si addice alla sua immortalità ed è degna della sua celeste dimora. Quell’esistenza è contingente e non assoluta, perché la prima è preceduta da una causa, mentre la seconda ne è indipendente.

L’esistenza assoluta è limitata esclusivamente a Dio, esaltata sia la Sua gloria. Beati coloro che comprendono questa verità. Se riflettessi in cuor tuo sul comportamento dei Profeti di Dio, converresti sicuramente e senza indugio che devono esistere altri mondi oltre a questo. In tutti i tempi, come è stato registrato dalla Penna della Gloria nella Tavola della Saggezza, la maggior parte dei veri saggi e dei dotti hanno reso testimonianza della verità di ciò che la Sacra Scrittura di Dio ha rivelato. Persino i materialisti hanno attestato nei loro scritti la saggezza di questi Messaggeri inviati da Dio e hanno ritenuto che gli accenni al Paradiso, al fuoco dell’inferno, alla ricompensa e alla punizione future, fatti dai Profeti, siano stati dettati dal desiderio di educare e di elevare le anime degli uomini. Considera, dunque, come la generalità degli uomini, quali che siano le loro credenze e le loro teorie, abbiano riconosciuto l’eccellenza dei Profeti di Dio ammettendone la superiorità. Queste Gemme di Distacco sono acclamate da alcuni come le personificazioni della saggezza, mentre altri credono che esse siano i portavoce di Dio Stesso. Come avrebbero potuto tali Anime consentire a consegnarsi nelle mani dei nemici, se avessero creduto che tutti i mondi di Dio si riducessero a questa vita terrena? Avrebbero accettato di subire afflizioni e tormenti tali che nessuno ha mai provato o visto?

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LXXXII. Mi hai chiesto della natura dell’anima. Sappi, in verità, che l’anima è un segno di Dio, una gemma celeste la cui realtà il più dotto degli uomini non è riuscito a cogliere e il cui mistero nessuna mente, per quanto acuta, potrà mai sperare di svelare. È la prima fra tutte le cose create che dichiara l’eccellenza del suo Creatore, la prima a riconoscere la Sua la gloria, ad aderire alla Sua verità e a inchinarsi adorante innanzi a Lui. Se è fedele a Dio ne riflette la luce e alla fine ritorna a Lui. Se però viene meno alla fedeltà verso il suo Creatore, soccombe all’egoismo e alla passione e alfine sprofonda nei loro abissi.

Chiunque in questo Giorno non abbia lasciato che i dubbi e le idee degli uomini lo allontanino da Colui Che è l’Eterna Verità e non abbia permesso che il tumulto provocato dalle autorità ecclesiastiche e secolari lo distolga dal riconoscere il Suo Messaggio sarà considerato da Dio, il Signore di tutti gli uomini, uno dei Suoi potenti segni e sarà annoverato fra coloro i cui nomi sono iscritti nel Suo Libro dalla Penna dell’Altissimo. Beato colui che ha riconosciuto la vera statura di una simile anima, che ne ha riconosciuto lo stadio e scoperte le virtù!

Molto si è scritto nei libri antichi sui diversi stadi dello sviluppo dell’anima, come concupiscenza, irascibilità, ispirazione, benevolenza, appagamento, compiacimento di Dio e simili; la Penna dell’Altissimo però non è propensa a soffermarvisi. Ogni anima che in questo Giorno s’accompagni umilmente a Dio e si attacchi a Lui si troverà investita degli onori e della gloria di tutti i buoni nomi e stadi.

Quando un uomo è addormentato non può certo dirsi che la sua anima sia stata intrinsecamente influenzata da alcun oggetto esterno. Essa non è suscettibile di alcun cambiamento nel suo stato o carattere originale. Ogni cambiamento nelle sue funzioni dev’essere ascritto a cause esterne. È a queste influenze esterne che si deve attribuire ogni cambiamento nel suo ambiente, nella sua comprensione e percezione.

Considera l’occhio umano. Benché abbia la facoltà di percepire tutte le cose create, pure il minimo schermo può talmente ostacolarne la visione da privarlo del potere di discernere un qualsiasi oggetto.

Magnificato sia il nome di Colui Che ha creato queste cause e ne è la Causa, Che ha predisposto che ogni cambiamento e ogni variazione nel mondo dell’esistenza dipenda da esse. Ogni cosa creata nell’universo intero non è che una porta che conduce alla Sua conoscenza, un segno della Sua sovranità, una rivelazione dei Suoi nomi, un simbolo della Sua maestà, un pegno del Suo potere, un mezzo di accesso alla Sua retta Via...

In verità, Io dico che l’anima umana è, nella sua essenza, uno dei segni di Dio, un mistero fra i Suoi misteri. È uno dei segni possenti dell’Onnipotente, l’araldo che proclama la realtà di tutti i mondi di Dio. In essa si cela ciò che il mondo è ora affatto incapace di comprendere. Medita in cuor tuo la rivelazione dell’Anima di Dio, che pervade tutte le Sue Leggi e confrontala con quell’infima natura concupiscibile che Gli si è ribellata, che impedisce agli uomini di volgersi verso il Signore dei Nomi e li spinge a seguire la lussuria e la malvagità. In verità, un’anima siffatta si è molto allontanata sul sentiero dell’errore…

Mi hai chiesto, inoltre, quale sia lo stato dell’anima dopo la separazione dal corpo. Sappi, in verità, che se ha seguito le vie di Dio, l’anima dell’uomo ritornerà sicuramente all’Amato e sarà accolta nella Sua gloria. Per la giustizia di Dio! Essa raggiungerà uno stadio che nessuna penna può illu strare o lingua descrivere. L’anima che è rimasta fedele alla Causa di Dio e che ha persistito incrollabile sul Suo Sentiero disporrà, dopo la sua ascensione, di un tale potere che tutti i mondi creati dall’Onnipotente saranno per opera sua beneficati. Per ordine del Re ideale e dell’Educatore divino, essa fornisce il puro lievito che feconda il mondo dell’esistenza e provvede il potere per cui le arti e le meraviglie si manifestano nel mondo. Considera come la farina abbia bisogno di lievito per lievitare. Le anime che sono i simboli della rinunzia sono il lievito del mondo. Medita su ciò e sii di coloro che son grati.

Abbiamo trattato quest’argomento e mostrato i diversi stadi dello sviluppo dell’anima in molte delle Nostre Tavole. In verità, Io dico che l’anima umana è al di sopra di ogni egresso e regresso. È immobile eppure si libra; si muove eppure è ferma. È in se stessa una testimonianza che fa fede dell’esistenza di un mondo contingente, come pure della realtà di un mondo che non ha né principio né fine. Osserva come il sogno che hai fatto ti si ripresenta davanti agli occhi dopo un periodo di molti anni. Pensa com’è strano il mistero del mondo che ti appare in sogno.

Rifletti in cuor tuo sull’imperscrutabile saggezza di Dio e medita sulle sue molteplici rivelazioni…

Guarda le meravigliose manifestazioni dell’opera di Dio e rifletti sulla sua portata e sul suo carattere.

Colui che è il Suggello dei Profeti (Muhammad) ha detto: «O Dio, accresci la mia meraviglia e il mio stupore per Te!».

Quanto alla tua domanda se il mondo fisico sia soggetto a limitazioni, sappi che il modo di comprendere questo argomento dipende dall’osservatore.

In un senso è limitato; in un altro è al di sopra di qualsiasi limitazione. L’unico vero Dio è sempre esistito e continuerà a esistere per l’eternità. Egualmente la Sua creazione non ha avuto principio e non avrà fine. Tutto ciò che è creato, però, è preceduto da una causa. Questo fatto in se stesso stabilisce senz’ombra di dubbio l’unità del Creatore.

Mi hai chiesto inoltre della natura delle sfere celesti. Per comprenderla sarebbe necessario cercare il significato delle allusioni alle sfere celesti e ai cieli che sono state fatte nei Libri antichi, e scoprire il carattere del loro rapporto con questo mondo fisico e l’influenza che esercitano su di esso. Davanti a un argomento così sconcertante ogni cuore si riempie di meraviglia e ogni mente resta perplessa di fronte al suo mistero. Dio solo può misurarne la portata. I sapienti che hanno fissato a parecchie migliaia di anni l’età della terra non hanno mai potuto stabilire, durante il lungo periodo delle loro osservazioni, il numero e l’età degli altri pianeti. Tieni conto, inoltre, delle molteplici divergenze di opinioni che sono sorte dalle teorie esposte da questi uomini. Sappi che ogni stella fissa ha i propri pianeti e ogni pianeta le proprie creature il cui numero nessuno può valutare.

O tu che hai fissato gli occhi sul Mio sembianteI

L’alba della Gloria ha manifestato, in questo Giorno, la sua radiosità e la Voce dell’Altissimo chiama. In altri tempi abbiamo pronunciato queste parole: «Non è questo il giorno in cui qualcuno possa interrogare il suo Signore. Chiunque abbia udito l’Appello di Dio, lanciato da Colui Che è l’Alba della Gloria, si levi e gridi: “Eccomi, eccomi, o Signore di tutti i Nomi; eccomi, eccomi, o Artefice dei cieli! Io attesto che per la Tua Rivelazione si sono palesate tutte le cose celate nei libri di Dio e si è compiuto tutto ciò che è scritto dai Tuoi Messaggeri nelle Sacre Scritture”».

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LXXXIII. Considera la facoltà razionale di cui Dio ha dotato l’essenza dell’uomo. Esamina te stesso e osserva come moto e quiete, volontà e intendimento, vista e udito, olfatto e loquela e qualunque altra cosa sia correlata ai sensi fisici o alle percezioni spirituali o li trascenda, tutto provenga e debba la propria esistenza a questa stessa facoltà. Tutto le è così strettamente correlato che se la sua relazione con il corpo umano fosse interrotta per meno di un batter d’occhio, ciascuno di questi sensi smetterebbe im mediatamente di esercitare le proprie funzioni e sarebbe privato del potere di manifestare i segni della propria attività. È indubbiamente chiaro e palese che ciascuno dei summenzionati strumenti dipende, e sempre dipenderà, per il proprio perfetto funzionamento, da questa facoltà razionale che dev’essere considerata un segno della rivelazione di Colui Che è il Signore sovrano di tutto. Con la sua manifestazione tutti questi nomi e attributi sono rivelati e con la sospensione della sua azione sono distrutti e periscono tutti.

Sarebbe del tutto falso sostenere che la facoltà razionale è identica al potere della vista, dato che questo potere deriva da essa e agisce in sua dipendenza. Sarebbe altrettanto sciocco sostenere che essa debba identificarsi col senso dell’udito, dato che il senso dell’udito riceve da essa l’energia necessaria per svolgere le proprie funzioni.

La medesima relazione collega detta facoltà razionale con tutto ciò che nel tempio umano è stato il recipiente di questi nomi e attributi. Questi diversi nomi e attributi rivelati sono stati generati dall’azione di questo segno di Dio. Incommensurabilmente eccelso è questo segno, nella sua essenza e realtà, al disopra di tutti questi nomi e attributi. Anzi, tutto il resto, paragonato alla sua gloria, svanisce nel nulla assoluto e nell’oblio.

Se meditassi in cuor tuo, da ora sino alla fine che non ha fine e con tutta la profonda intelligenza e comprensione che le più grandi menti hanno conseguito nel passato o conseguiranno in avvenire, non riusciresti a comprendere questa sottile Realtà divinamente disposta, questo segno della rivelazione dell’Eterno, Gloriosissimo Dio e il suo mistero, o a valutarne la virtù. Riconosciuta l’impossibilità di conseguire un’adeguata comprensione di questa Realtà che dimora in te, ammetterai, senza indugio, la futilità degli sforzi che tu o qualsiasi altro essere creato possiate compiere per sondare il mistero del Dio Vivente, dell’Astro della gloria imperitura, dell’Antico dei giorni eterni. Questa confessione d’impotenza che ogni mente è infine indotta a fare da una matura riflessione è, in se stessa, l’apice della comprensione umana e segna il culmine dello sviluppo dell’uomo.

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LXXXIV. Considera l’unico vero Dio come Colui Che è distinto da tutte le cose create e incommensurabilmente superiore a loro. L’universo intero riflette la Sua gloria, mentre Egli è indipendente dalle Sue creature e le trascende. Questo è il vero significato dell’unità divina. Colui Che è la Verità Eterna è la sola Forza Che esercita incontestata sovranità sul mondo dell’esistenza e la Sua immagine si riflette nello specchio dell’intera creazione. Tutta l’esistenza dipende da Lui e da Lui deriva la fonte del sostentamento di tutte le cose. Questo è ciò che s’intende per unità divina; questo è il suo principio fondamentale.

Alcuni, ingannati da stolte fantasie, hanno pensato che tutte le cose create siano associate a Dio e Sue compagne, credendosi essi stessi esponenti della Sua unità. In nome di Colui Che è il vero, unico Dio! Costoro sono stati e continueranno a essere vittime della cieca imitazione e sono da annoverarsi fra coloro che hanno un concetto di Dio ristretto e limitato.

È un vero credente nell’unità divina colui che, lungi dal confondere dualità con unicità, si rifiuta di permettere a qualsiasi nozione di molteplicità di oscurare il suo concetto dell’unicità di Dio e che considera l’Essere Divino come Uno Che, per la Sua stessa natura, trascende le limitazioni numeriche.

L’essenza del credo nell’unità divina consiste nel considerare Colui Che è la Manifestazione di Dio e Colui Che è l’invisibile, inaccessibile e inconoscibile Essenza, un’unica identica cosa. Con ciò s’intende che qualunque cosa appartenga al primo, tutti i Suoi atti e le Sue azioni, ciò che ordina o vieta dev’essere considerato, sotto ogni aspetto e circostanza e senza riserva alcuna, identico alla Volontà di Dio. Questo è lo stadio più elevato che un vero credente nell’unità di Dio possa mai sperare di raggiungere. Beato l’uomo che è pervenuto a questo stadio ed è di coloro che sono saldi nel loro credo.

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LXXXV. O Miei servi! V’incombe di rinfrescare e vivificare le vostre anime coi benevoli favori che si riversano su di voi in questa travolgente Primavera divina. L’Astro della Sua grande gloria ha irradiato su di voi il suo fulgore e le nubi della sua illimitata grazia vi hanno preso sotto la loro ombra. Quale alta ricompensa avrà colui che non si è privato di tanta grazia e non ha mancato di riconoscere la beltà del Benamato sotto queste Sue nuove spoglie.

Dì: O genti! La Lampada di Dio arde; badate che i venti impetuosi della vostra disobbedienza non ne spengano la luce. Questo è il momento di sorgere e magnificare il Signore Dio vostro. Non vi affaticate alla ricerca del benessere materiale e conservate il cuore puro e immacolato. Il Maligno è in agguato pronto a ghermirvi. Armatevi contro i suoi perfidi stratagemmi e, guidati dalla luce del nome dell’unico vero Dio, liberatevi dalle tenebre che vi circondano.

Concentrate i vostri pensieri sul Benamato, piuttosto che su voi stessi.

Dì: O voi che vi siete allontanati e avete smarrito la via! Il Messaggero divino, Che non dice altro che la verità, vi ha annunciato la venuta dell’Amatissimo. Guardate, Egli è ora giunto. Perché dunque siete depressi e scoraggiati? Perché continuate a essere abbattuti, quando il Puro e Celato è apparso senza veli fra voi? Colui Che è Principio e Fine, Quiete e Moto è ora palese ai vostri occhi. Guardate come, in questo Giorno, il Principio si rifletta nella Fine e come dalle Quiete si generi il Moto. Questo moto è stato generato dalle potenti energie che le parole dell’Onnipotente hanno dispensato a tutta la creazione. Chi è stato risvegliato dal suo potere vivificatore si sentirà spinto a raggiungere la Corte del Benamato e chi vi se è sottratto sprofonderà in un irrimediabile sconforto. È veramente saggio colui al quale né il mondo né ciò che gli appartiene hanno impedito di riconoscere la luce di questo Giorno, che le fatue ciarle degli uomini non hanno sviato dal cammino della rettitudine. È come un morto colui che, all’alba meravigliosa di questa Rivelazione, non si è lasciato ridestare da questa brezza travolgente.

È, in verità, un prigioniero chi non ha riconosciuto il Supremo Redentore, ma ha permesso che la sua anima restasse incatenata, disperata e impotente nelle pastoie dei desideri.

O Miei servi! Chi ha gustato le acque di questa Fonte è giunto alla Vita eterna, chi si è rifiutato di berle è come un morto. Dì: O artefici d’iniquità! La cupidigia vi ha impedito di porgere orecchio alla dolce voce di Colui Che a tutto basta. Sradicatela dal vostro cuore, affinché possiate conoscere il Suo divino segreto. GuardateLo palese e risplendente come il sole in tutta la sua gloria.

Dì: O voi che siete privi di comprensione! Una dura prova incombe su voi e vi coglierà repentinamente. Adoperatevi acché la superiate senza averne danno. Riconoscete l’eccellenza del nome del Signore Dio vostro, Che è venuto a voi nella grandezza della Sua gloria. Egli è invero l’Onnisciente, Colui Che tutto possiede, il Protettore Supremo.

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LXXXVI. E ora a proposito della tua domanda se le anime umane continuino a essere coscienti l’una dell’altra dopo la separazione dal corpo. Sappi che le anime della gente di Bahá, che sono entrate nell’Arca Cremisi e vi si sono stabilite, si uniranno e comunicheranno intimamente fra loro e saranno così strettamente unite nella vita, nelle aspirazioni, negl’intenti e negli sforzi da essere come una sola anima. In verità esse sono le bene edotte, dalla vista acuta e dotate di comprensione. Così è stato decretato da Colui Che è l’Onnisciente, il Più Sapiente.

Le genti di Bahá, abitanti nell’Arca di Dio, sono tutte ben coscienti dello stato e delle reciproche condizioni e sono unite da vincoli di intimità e fratellanza. Tale stato dipende, però, dalla fede e dal comportamento. Coloro che appartengono allo stesso grado e stadio conoscono pienamente capacità, carattere, azioni compiute e meriti reciproci. Ma coloro che sono di grado inferiore sono incapaci di comprendere adeguatamente lo stadio di coloro che sono di rango superiore o di valutarne i meriti. Ciascuno riceverà la propria parte dal tuo Signore. Beato l’uomo che ha volto il viso verso Dio e ha camminato costantemente nel Suo amore, finché l’anima sua non spiccò il volo verso Dio, il Signore Sovrano di tutto, il Potentissimo, Colui Che sempre perdona, il Misericordiosissimo.

Le anime degli infedeli, invece, al momento in cui esaleranno l’ultimo respiro – e ne sono testimone – saranno rese coscienti delle buone cose che si sono lasciate sfuggire, lamenteranno la propria sorte e si umilieranno innanzi a Dio e continueranno così dopo la separazione dal corpo.

È chiaro ed evidente che tutti gli uomini, dopo la morte fisica, giudicheranno il valore delle proprie azioni e si renderanno conto di tutto ciò che le loro mani hanno operato. Giuro per l’Astro che risplende sull’orizzonte della potenza divina! I seguaci del vero unico Dio, nel dipartirsi da questa vita, proveran no una gioia e una felicità impossibili a descriversi, mentre coloro che vivono nell’errore saranno assaliti da tale pura e tremore e saranno pieni di una tale costernazione che nulla potrà mai superare. Beato colui che ha libato il vino prelibato e incorruttibile della fede, per l’amabile favore e le molteplici munificenze di Colui Che è il Signore di tutte le Fedi…

Questo è il Giorno in cui gli amati di Dio devono tenere gli occhi rivolti verso la Sua Manifestazione e fissarli su qualunque cosa essa si compiaccia di rivelare. Certe tradizioni dei tempi antichi non hanno alcun fondamento, mentre le nozioni adottate dalle generazioni passate e riportate nei loro libri, sono state, per la massima parte, influenzate da desideri di inclinazioni corrotte. Puoi constatare quanto infondati siano la maggior parte dei commentari e delle interpretazioni delle parole di Dio che circolano adesso fra gli uomini. La loro falsità si è talvolta palesata allorché i veli interposti sono stati strappati. Essi stessi hanno riconosciuto di non essere riusciti a comprendere il significato di alcune delle parole di Dio.

Il Nostro scopo è quello di dimostrare che, se gli amati di Dio si purificheranno il cuore e gli orecchi dai vani detti pronunziati nel passato e si volgeranno con tutta l’anima a Colui Che è l’Alba della Sua Rivelazione e a tutto ciò che Egli ha manifestato, tale comportamento sarà considerato altamente meritorio innanzi a Dio…

Magnifica il Suo Nome e sii fra coloro che son grati. Porta i miei saluti ai Miei amati che Dio ha scelto per il Suo amore, ai quali ha permesso di raggiungere i loro obiettivi. Ogni gloria a Dio il Signore di tutti i mondi.

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LXXXVII. E ora a proposito del tuo quesito: «Come mai non si trova traccia dei Profeti che hanno preceduto Adamo, il Padre dell’Umanità, o dei re che vissero nei loro giorni?». Sappi che la mancanza di riferimenti non dimostra che essi non siano veramente esistiti. Il fatto di non avere nessuna prova tangibile a loro riguardo è da attribuirsi all’estrema lontananza nei tempi, nonché ai grandi cambiamenti ai quali la terra è stata soggetta dai loro tempi in poi.

Inoltre le forme e i metodi di scrittura ora in uso fra gli uomini erano sconosciuti alle generazioni che vissero prima di Adamo. C’è stata persino un’epoca in cui gli uomini ignoravano completamente l’arte della scrittura e avevano adottato un sistema del tutto differente da quello ora in uso. Per una più esatta esposizione di questo tema occorrerebbe una elaborata spiegazione.

Considera le differenze che si sono prodotte dai giorni di Adamo. Le diverse lingue largamente diffuse, parlate adesso dai popoli della terra, erano in origine sconosciute, come le varie regole e abitudini ora in vigore. La gente di quei tempi parlava un linguaggio differente da quello oggi conosciuto. La diversificazione delle lingue ebbe inizio in epoche successive, in una terra chiamata Bábele, cui fu dato questo nome, perché esso significa: «il luogo in cui ebbe inizio la confusione delle lingue».

Fra le lingue esistenti prevalse poi il siriaco. Le Sacre Scritture dei tempi antichi furono rivelate in quella lingua. In seguito apparve Abramo, l’Amico di Dio, Che diffuse nel mondo la luce della Rivelazione divina. La lingua che Egli usò attraversando il Giordano divenne nota come ebraico (‘Ibrání), che significa «linguaggio della traversata». I Libri di Dio e le Sacre Scritture furono, poi, rivelati in quella lingua e soltanto dopo un considerevole lasso di tempo l’arabo divenne la lingua della Rivelazione…

Guarda, dunque, quanti e quali siano stati i cambiamenti di lingua, idioma e scrittura dai giorni di Adamo. Quanto più grandi devono essere stati i cambiamenti prima di Lui!

Il Nostro scopo nel rivelare queste parole è quello di dimostrare che l’unico vero Dio, nel Suo altissimo stadio trascendente, è sempre stato e sarà in eterno eccelso al di sopra della lode e della conce zione di chiunque altro non sia Lui. La Sua creazione è sempre esistita e da tempo immemorabile le Manifestazioni della Sua gloria divina e le Albe della santità eterna sono state inviate col compito di convocare l’umanità all’unico vero Dio. Che il nome di alcune di esse sia dimenticato e siano perdute le tracce della loro vita è da attribuirsi ai turbamenti e ai cambiamenti che il mondo ha subito.

In certi libri si fa menzione di un diluvio che causò la distruzione di tutto ciò che esisteva sulla terra, tracce storiche e altro ancora. Inoltre si sono prodotti numerosi cataclismi che hanno cancellato le tracce di molti avvenimenti. E in più nei documenti storici esistenti si riscontrano versioni differenti e ciascuno dei diversi popoli del mondo ha la propria versione sull’età e sulla storia della terra. Alcuni ne fanno risalire l’origine a ottomila anni, altri a dodicimila. Per chi abbia letto il libro di Júk è chiaro ed evidente quanto diverse siano le informazioni fornite dai vari libri.

Voglia Dio che tu volga gli occhi verso la Più Grande Rivelazione senza curarti di queste storie e tradizioni contrastanti.

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LXXXVIII. Sappi invero che l’essenza e la sorgente della giustizia sono contenuti nei comandamenti prescritti da Colui Che è la Manifestazione dell’Essere di Dio fra gli uomini, se sei di coloro che riconoscono questa verità. In verità, Egli incarna la più alta e infallibile norma di giustizia in tutta la creazione. Anche se la Sua legge fosse tale da incutere terrore nel cuore di tutti coloro che sono in cielo e in terra, essa altro non sarebbe che palese giustizia. I timori e le inquietudini suscitati nel cuore degli uomini dalla rivelazione di questa legge possono, invero, paragonarsi ai pianti del lattante svezzato dal latte materno, se solo foste fra coloro che comprendono! Se gli uomini scoprissero il movente della Rivelazione di Dio respingerebbero certamente ogni timore e con cuore colmo di gratitudine gioirebbero in grande letizia.

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LXXXIX. Sappi, per certo, che come credi fermamente che il Verbo di Dio, esaltata sia la Sua gloria, durerà per sempre, devi egualmente credere con sicura fede che il suo significato non si esaurirà mai. Però, soltanto coloro che ne sono gl’interpreti designati, i cui cuori sono depositari dei suoi segreti, possono compren derne la multiforme saggezza. Chiunque leggendo le Sacre Scritture sia tentato di scegliervi ciò che gli serva a sfidare l’autorità del Rappresentante di Dio fra gli uomini è, in verità, come un morto, sebbene in apparenza sembri camminare e conversare con il prossimo condividendo con gli altri cibi e bevande.

Se solo il mondo Mi credesse! Se tutto ciò che è racchiuso nel cuore di Bahá e che il Signore, il Suo Dio, il Signore di tutti i nomi, Gli ha insegnato fosse svelato all’umanità, ogni uomo sulla terra resterebbe ammutolito.

Quante verità la veste delle parole non potrà mai contenere! Quante sono le verità che nessuna espressione può descrivere adeguatamente, il cui significato non potrà mai essere spiegato, alle quali non si può fare la benché minima allusione! Quante verità dovranno rimanere inespresse finché non sia giunto il momento stabilito! Così com’è stato detto: «Non tutto ciò che un uomo sa può essere svelato, né tutto ciò che egli può svelare è da considerarsi opportuno, né ogni parola opportuna può essere reputata adeguata alle capacità di chi ascolta».

Di queste verità alcune possono essere svelate solo nella misura della capacità dei depositari della luce del Nostro sapere e dei destinatari della Nostra grazia nascosta. Imploriamo Iddio di rafforzarti con il Suo potere e di permetterti di riconoscere Colui Che è la Sorgente di ogni sapere, sì che tu possa di staccarti da ogni apprendimento umano, perché «a che gioverebbe a un uomo inseguire la sapienza quando abbia già trovato e riconosciuto Colui Che di ogni sapere è Oggetto?». Aggrappati alla Radice del Sapere e a Colui Che ne è la Fonte, sì da trovarti indipendente da tutti coloro che pretendono di essere profondi nel sapere umano, la cui pretesa né chiara prova, né testimonianze di illuminanti libri potranno suffragare.

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XC. Ogni cosa che è nei cieli e sulla terra non è che una diretta prova della Rivelazione in essa degli attributi e dei nomi di Dio, poiché entro ogni atomo sono racchiusi segni che attestano eloquentemente la rivelazione di quella grandissima Luce. Si pensi che senza la forza di quella rivelazione nessun essere esisterebbe. Come brillano le luci di sapienza che splendono in un atomo e che vasti oceani di saggezza fluttuano in una goccia! Ciò è vero in grado supremo per l’uomo, che fra tutte le cose create è stato ricoperto del manto di questi doni e prescelto per la gloria di questa distinzione. Poiché in lui sono potenzialmente rivelati tutti gli attributi e i nomi di Dio a un grado tale, che nessun altro essere creato poté mai superare o sorpassare. Tutti questi nomi e attri buti sono a lui applicabili. Così com’Egli ha detto: «L’Uomo è il Mio mistero e Io il mistero suo». Molti versetti, ripetutamente rivelati in tutti i Libri celesti e le Sacre Scritture, trattano questo tema sottilissimo e sublime. Così Egli ha rivelato: «Mostreremo loro i segni Nostri nel mondo e fra di essi». Ancora dice: «E dentro voi stessi ancora: non scorgete i segni di Dio?». E ancora rivela: «E non siate come coloro che dimenticano Dio e ai quali Iddio ha fatto dimenticare se stessi». A questo riguardo, Colui Che è il Re eterno – le anime di tutti coloro che dimorano entro il mistico Tabernacolo Gli siano offerte in sacrificio – ha detto: «Ha conosciuto Dio chi ha conosciuto se stesso».

...Da quello che si è detto appare evidente che tutte le cose nella loro realtà intima fanno fede della rivelazione dei nomi e degli attributi di Dio in loro.

Ognuna indica ed esprime la sapienza di Dio secondo la propria capacità. Questa rivelazione è così potente e universale che ha abbracciato tutte le cose visibili e invisibili. Così Egli ha rivelato: «Altri che Te potrebbe mai avere un potere di rivelazione che non sia da Te posseduto e che avrebbe potuto farTi rivelare? Cieco è l’occhio che non Ti vede». Così pure ha parlato il Re eterno: «Nulla ho visto senza scorgervi Dio dentro, davanti o dietro». Inoltre è scritto nella tradizione di Kumayl: «Guarda! Una luce ha brillato dall’Alba dell’eternità, ed ecco, le sue onde hanno pervaso l’intima realtà di tutti gli uomini!». L’uomo, la più nobile e la più perfetta di tutte le cose create, le supera tutte nell’intensità di questa rivelazione ed è una più completa espressione della sua gloria. E fra tutti gli uomini, i più perfetti, i più eminenti ed eccelsi sono le Manifestazioni del Sole della Verità. Anzi, fuorché queste Manifestazioni tutto il resto vive per opera della loro Volontà e agisce ed esiste per effusione della loro grazia.

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XCI. Fra le prove che stanno a dimostrare la verità di questa Rivelazione è la seguente: in tutte le epoche e le Dispensazioni, ogni qual volta l’Essenza invisibile si è rivelata nella persona della Sua Manifestazione, alcune anime umili, libere da legami terreni, hanno cercato la luce del Sole della Missione Profetica e della Luna della guida divina e sono giunte alla Presenza divina. Per questo i teologi e i ricchi del tempo le hanno derise e schernite. Come Egli ha rivelato riguardo a coloro che erravano: «E così gli rispose il consesso degli empi del suo popolo: “Ci sembra che tu sia un uomo come noi, e non ti vediamo seguito che dai più miserabili fra noi, gente che agisce a primo impulso. Non ci sembra che abbiate su noi superiorità alcuna, anzi pensiamo che voi siate degli impostori!”». Essi cavillarono con quelle sante Manifestazioni e protestarono dicendo: «Nessuno vi ha seguiti tranne gli abietti fra noi, coloro che non sono degni di considerazione». Il loro scopo era quello di dimostrare che nessun dotto, ricco e insigne credeva in loro. Con questa e simili prove cercarono di dimostrare la falsità di Colui Che non dice altro che la verità.

Però in questa sublime Dispensazione, in questa potente Sovranità, alcuni teologi illuminati, uomini di consumata dottrina, dottori di matura sapienza sono giunti alla Sua Corte, hanno bevuto alla coppa della Sua Presenza divina e sono stati insigniti del Suo più alto favore. Per amore del Beneamato hanno rinunziato al mondo e a tutto ciò che contiene...

Tutti furono guidati dalla luce di quel Sole della Rivelazione divina e Ne confessarono e riconobbero la verità. Tale fu la loro fede che i più rinunziarono ai beni e alla famiglia e si attennero alla volontà del Gloriosissimo. Dettero la vita per il Benamato e immolarono tutto sul Suo sentiero. I loro petti furono bersaglio delle saette del nemico e le loro teste ornamento sulle lance degli infedeli. Non vi fu angolo di terra che non bevesse il sangue di queste personificazioni della rinunzia, né spada che non ne fendesse il collo. I loro atti, da soli, dimostrano la verità delle loro parole. Non basta alla gente d’oggi la testimonianza di queste anime sante levatesi così glo riosamente a offrire la vita per il loro Beneamato, meravigliando il mondo intero per il modo in cui si sono sacrificate? Non è testimonianza sufficiente contro la slealtà di coloro che tradirono la propria fede per un nonnulla, barattarono l’immortalità con ciò che è perituro, rinunziarono al Kawthar della Presenza divina per le sorgenti salmastre e nella vita ebbero l’unico scopo di usurpare i beni degli altri?

Come tu stesso puoi constatare, tutti costoro si sono occupati delle vanità terrene allontanandosi da Colui Che è il Signore, l’Altissimo.

Sii giusto. La testimonianza di coloro i cui atti concordano con le parole e la cui condotta esteriore è conforme alla vita interiore non è accettabile e degna d’attenzione? La mente è sbigottita dalle loro gesta e l’anima si meraviglia della loro saldezza e resistenza fisica. O è accettabile la testimonianza di quelle anime senza fede che respirano l’alito del desiderio egoistico, imprigionate nella gabbia delle vanità? Come i pipistrelli delle tenebre, levano il capo dal giaciglio solo per seguire le cose effimere del mondo e di notte non trovano riposo se non si affannano a perseguire gli scopi della loro sordida vita. Immerse nelle macchinazioni dell’egoismo dimenticano il Decreto divino. Di giorno lottano con tutta l’anima inseguendo i beni materiali, di notte non hanno altro scopo che il soddisfacimento dei piaceri carnali. In base a quale legge o quale norma è possibile giustificare uomini che aderiscono ai dinieghi di anime così meschine e ignorano la fede di coloro che, per compiacere Dio, hanno rinunziato alla vita, alle sostanze, alla fama, alla rinomanza, alla reputazione e agli onori?...

Con quale amore, quale devozione, quale esultanza e santa estasi hanno sacrificato la vita sul sentiero del Gloriosissimo! Tutto fa fede di questa verità. Pure, come si può sminuire questa Rivelazione?

Quale epoca è mai stata testimone di avvenimenti così considerevoli? Se questi compagni non sono i veri seguaci di Dio, chi altro può esser chiamato con questo nome? Hanno cercato potere o gloria? Hanno mai agognato le ricchezze? Hanno avuto altro desiderio fuorché quello di compiacere Dio? Se questi compagni, con tutte le loro prove meravigliose e opere sublimi, sono falsi, chi è dunque degno di pretendere per sé la verità? Giuro in nome di Dio! Le loro azioni sono testimonianza sufficiente e prova irrefutabile per tutti i popoli della terra, se gli uomini riflettessero nel cuore sui misteri della Rivelazione divina. «E coloro che agiscono ingiustamente sapranno quale sorte li attende!»...

Considera questi martiri d’indiscussa sincerità della cui veridicità fa fede il testo esplicito del Libro, i quali, come hai constatato, hanno sacrificato vita, sostanze, mogli, figli e tutto quello che avevano e sono ascesi alle più alte dimore del Paradiso. È giusto respingere la testimonianza resa da questi esseri distaccati e sublimi alla verità di questa superiore e gloriosa Rivelazione, e considerare accettabili le accuse formulate contro questa Luce splendente da miscredenti che, per amore dell’oro, hanno abbandonato la loro fede e per sete di potere hanno rinnegato Colui Che è la Guida Prima di tutta l’umanità? Questo accade, benché il loro carattere sia adesso rivelato a quanti li hanno riconosciuti come persone che, per nessuna ragione, rinunzierebbero alla minima particella della loro autorità temporale per la santa Fede di Dio e, tanto meno, alla vita, alle sostanze o ad altro.

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XCII. Il Libro di Dio è aperto e la Sua Parola chiama l’umanità a Lui. Però, non s’è trovato che un esiguo manipolo desideroso di aderire alla Sua Causa o di divenire strumento della sua diffusione. Questi pochi hanno ricevuto in dono l’Elisir divino, che può da solo trasformare nel più puro oro la scoria del mondo, e sono stati autorizzati a somministrare l’infallibile rimedio per tutti i mali che affliggono i figli degli uomini. Nessuno può ottenere la vita eterna, se non accetta la verità di questa Rivelazione inestimabile, meravigliosa e sublime.

Porgete orecchio, o amici di Dio, alla voce di Colui Che il mondo ha maltrattato e attenetevi strettamente a tutto ciò che esalti la Sua Causa. In verità, Egli guida chi vuole sul Suo retto Sentiero. Questa è una Rivelazione che infonde forza al debole e sul capo del povero pone la corona della ricchezza.

Consultatevi con la massima amicizia e in ispirito di perfetto cameratismo e dedicate i preziosi giorni della vita al miglioramento del mondo e alla promozione della Causa di Colui Che è l’Antico e Sovrano Signore di tutto. Egli, invero, ingiunge agli uomini ciò che è giusto e proibisce qualunque cosa degradi il loro stadio.

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XCIII. Sappi che ogni cosa creata è un segno della rivelazione di Dio. Ognuna di esse, secondo la propria capacità, è, e rimarrà per sempre, un segno dell’Onnipotente. Dato che Egli, il Signore sovrano di tutto, ha voluto rivelare la Sua sovranità nel regno dei nomi e degli attributi, ciascuna cosa creata è stata fatta, per atto della Sua Volontà divina, un segno della Sua gloria. Questa rivelazione è così vasta e generale che nulla può scoprirsi nell’intero universo che non rifletta il Suo splendore. In tali condizioni ogni considerazione di vicinanza e lontananza è va na… Se la Mano del potere divino privasse tutte le cose create di questo dono eccelso, l’universo intero diverrebbe desolato e vuoto.

Vedi come il Signore tuo Dio sia immensamente eccelso al di sopra di tutte le cose create! Ammira la maestà della Sua sovranità, il Suo ascendente e il Suo potere supremo. Se le cose da Lui create – magnificata sia la Sua gloria – e destinate a essere manifestazioni dei Suoi nomi e attributi sono, per virtù della grazia di cui le ha dotate, eccelse al di là di ogni vicinanza e lontananza, quanto più elevata dev’essere quell’Essenza divina che le ha chiamate all’esistenza?…

Medita ciò che ha scritto il poeta: «Non meravigliarti che il mio Benamato mi sia più vicino di quanto io non sia a me stesso; meravigliati piuttosto che io, malgrado questa vicinanza, sia ancora così lontano da Lui»… Considerando ciò che Dio ha rivelato, che «Noi siamo più vicini all’uomo della vena del suo collo», il poeta, riferendosi a questo versetto, afferma che, sebbene la rivelazione del mio Amatissimo abbia così permeato il mio essere da far sì ch’Egli mi sia più vicino della vena giugulare, pure, malgrado io sia certo della Sua realtà e riconosca il mio stadio, sono ancora tanto lontano da Lui. Con ciò intende dire che il suo cuore, che è il seggio del Misericordioso e il trono in cui dimora lo splendore della Sua rivelazione, è dimentico del suo Creatore, si è allontanato dal Suo sentiero, si è privato della Sua gloria e si è macchiato della contaminazione dei desideri mondani.

È bene rammentare a questo proposito che l’unico vero Dio è in Se Stesso eccelso al di là e al disopra di ogni vicinanza e lontananza. La Sua realtà trascende queste limitazioni. Il Suo rapporto con le Sue creature non conosce gradi. Che certe siano vicine e altre lontane deve ascriversi alle Manifestazioni stesse.

Che il cuore sia il trono al cui centro è la Rivelazione di Dio, il Misericordioso, lo attestano le sante parole che abbiamo già rivelato. Fra le altre si trova questo detto: «Terra e cielo non possono contenerMi; ciò che può contenerMi è soltanto il cuore di colui che crede in Me ed è fedele alla Mia Causa».

Quante volte il cuore umano, che è ricettacolo della luce di Dio e sede della rivelazione del Misericordioso, si è allontanato da Colui Che è Sorgente di quella luce e Fonte di quella rivelazione. È il traviamento che allontana il cuore da Dio e lo condanna alla lontananza da Lui. Ma i cuori che sono coscienti della Sua Presenza Gli sono vicini e sono da considerarsi vicini al Suo trono.

Considera, inoltre, quante volte l’uomo dimentichi il proprio essere, mentre Dio, con la Sua sapienza che tutto abbraccia, rimane consapevole della Sua creatura e continua a riversare su di lei il manifesto fulgore della Sua gloria. È perciò evidente, in simili circostanze, che Egli le è più vicino di quanto ella non sia a se stessa. Egli, invero, resterà per sempre così, poiché, mentre l’unico vero Dio sa tutto, scorge tutto e comprende tutto, l’uomo mortale è incline all’errore e ignora i misteri che sono nascosti in lui…

Nessuno pensi che con la Nostra affermazione che tutte le cose create sono segni della rivelazione di Dio s’intenda che – Dio non voglia – tutti gli uomini, siano essi buoni o cattivi, pii o empi, sono uguali agli occhi di Dio. Tale affermazione non implica neppure che l’Essere divino – sia magnificato il Suo nome ed esaltata la Sua gloria – sia in qualunque modo paragonabile agli uomini o comunque associato alle Sue creature. Quest’errore è stato commesso da certi insensati che, ascesi ai cieli delle loro fatue idee, hanno interpretato che l’Unità divina stia a significare che tutte le cose create siano segni di Dio e che, di conseguenza, non vi sia differenza alcuna fra loro. Alcuni sono anche andati oltre, sostenendo che detti segni sono pari e compagni di Dio Stesso. O Dio Benevolo! Egli è, invero, uno e indivisibile, uno nell’essenza, uno negli attributi. Tutto ciò che non è Lui non è che un nulla paragonato alla rivelazione risplendente di uno solo dei Suoi nomi che contenga solamente la più lieve traccia della Sua gloria – tanto più se è confrontato con il Suo Essere!

Per la giustizia del Mio nome, il MisericordiosoI

La Penna dell’Altissimo trema per la grande agitazione ed è profondamente scossa dalla rivelazione di queste parole. Com’è piccina e insignificante la goccia evanescente, a confronto con le onde e i marosi dell’infinito ed eterno Oceano di Dio, e quanto spregevoli appaiono le cose contingenti e periture, paragonate all’increata e indicibile gloria dell’EternoI

Imploriamo il perdono di Dio, il Potentissimo, per coloro che hanno tali credenze e proferiscono simili parole. Dì: O genti! Com’è possibile paragonare un fuggevole nonnulla a Colui Che esiste da Sé e com’è possibile confrontare il Creatore con le Sue creature, che non sono altro che il segno vergato dalla Sua Penna? Anzi quel segno sorpassa tutte le cose ed è santificato e incommensurabilmente esaltato al disopra di tutte le creature.

Considera, inoltre, i segni della rivelazione di Dio nei loro reciproci rapporti. Può il sole, che non è altro che uno di questi segni, essere considerato alla stessa stregua delle tenebre? L’unico vero Dio Mi è testimone! Nessuno può crederlo, a meno che non sia di coloro che hanno cuore gretto e occhi ingannati. Dì: Considerate voi stessi. Fanno parte del vostro corpo tanto le unghie quanto gli occhi. Li considerate allo stesso livello e alla stessa stregua? Se dite di sì, ammettete allora di aver mentito al Signore, al mio Dio, al Glo riosissimo, poiché mentre tenete in non cale le une, avete cari gli altri come la vita stessa.

Non è affatto consentito oltrepassare i limiti del proprio rango e stadio. Dev’essere mantenuta l’integrità di ogni rango e di ogni stadio. Ciò sta a significare che ogni cosa creata dev’essere vista nella luce dello stadio assegnatole.

Si rammenti, però, che allorché la luce del Mio Nome, Colui Che tutto pervade, ha irradiato il suo fulgore sull’universo, ogni cosa creata è stata dotata, secondo una legge prestabilita, della capacità di esercitare un’influenza particolare e di possedere una speciale virtù. Rifletti sull’effetto del veleno. Pur essendo letale, esso possiede la virtù di esercitare in certi casi un’influenza benefica. Il potere infuso in tutte le cose create è la diretta conseguenza della rivelazione di questo Nome benedetto. Gloria a Colui Che è il Creatore di tutti i nomi e di tutti gli attributiI

Gettate al fuoco l’albero marcio e secco e ponetevi sotto l’ombra dell’Albero verde e rigoglioso e godete dei suoi frutti.

La gente che ha vissuto nei giorni delle Manifestazioni di Dio ha fatto, per la maggior parte, apprezzamenti sconvenienti. Questi sono stati minuziosamente annotati nei Libri rivelati e nelle Sacre Scritture.

Vero credente nell’Unità di Dio è chi riconosce in ciascuna cosa creata il segno della rivelazione di Colui Che è la Verità Eterna, e non chi sostiene che la creatura non differisce dal Creatore.

Pensa, per esempio, alla rivelazione della luce del Nome di Dio, l’Educatore. Osserva come in tutte le cose si palesino le prove di tale rivelazione e come da essa dipenda il miglioramento di tutti gli esseri.

Questa educazione è di due specie. Una è universale.

La sua influenza pervade e sostiene tutte le cose. È per questa ragione che Dio ha assunto il titolo di «Signore di tutti i mondi». L’altra è limitata a coloro che si sono posti sotto l’ombra di questo Nome e hanno cercato asilo sotto questa potentissima Rivelazione. Ma coloro che non hanno cercato quell’asilo si sono privati di questo privilegio e sono incapaci di beneficiare del cibo spirituale dispensato dalla grazia celeste di questo Più Grande Nome. Quale profondo abisso separa gli uni dagli altri! Se si sollevasse il velo e si palesasse la piena gloria dello stadio di coloro che si sono completamente volti a Dio e hanno rinunziato al mondo per amor Suo, l’intera creazione rimarrebbe ammutolita. Com’è già stato spiegato, il vero credente nell’Unità di Dio riconosce nel credente e nel miscredente le prove della rivelazione di questi due Nomi. Se questa rivelazione fosse tolta tutto perirebbe.

Considera, in egual modo, la rivelazione della luce del Nome di Dio, l’Incomparabile. Vedi come questa luce abbia avvolto l’intera creazione, come ogni cosa mostri il segno della Sua Unità, attesti la realtà di Colui Che è la Verità Eterna, proclami la Sua sovranità, la Sua unicità e il Suo potere. Questa rivelazione è un pegno della Sua misericordia che ha abbracciato tutte le cose create. Ma coloro che Gli hanno attribuito soci la ignorano questa rivelazione e sono privi della Fede grazie alla quale avrebbero potuto avvicinarsi e unirsi a Lui. Vedi come i diversi popoli e le varie tribù della terra attestino la Sua unità e riconoscano la Sua unicità. Se non fosse per il segno dell’Unità di Dio che portano in se stessi non avrebbero mai riconosciuto la verità delle parole: «Non v’è altro Dio che Dio». Eppure, vedi come hanno gravemente errato e come si sono allontanati dal Suo sentiero. Dato che non sono riusciti a riconoscere il Rivelatore Sovrano, hanno cessato di essere annoverati fra coloro che possono considerarsi veri credenti nell’Unità di Dio.

Questo segno della rivelazione dell’Essere divino in coloro che Gli hanno dato compagni può considerarsi, in un certo senso, un riflesso della gloria di cui sono illuminati i fedeli. Nessuno, però, può capire questa verità, eccetto gli uomini dotati di comprensione. Coloro che hanno veramente riconosciuto l’Unita di Dio devono essere considerati le principali manifestazioni di questo Nome. Sono loro che hanno libato il vino dell’Unità divina dalla coppa offerta loro dalla mano di Dio e che hanno volto il viso ver so di Lui. Quale grande distanza separa questi esseri santificati da coloro che sono tanto lontani da Dio!...

Ti conceda Iddio di scorgere in tutte le cose, con vista acuta, il segno della rivelazione di Colui Che è l’Antico Re e di riconoscere quanto questo santissimo e divino Essere sia eccelso e santificato sull’intera creazione. Questa è, invero, la radice e l’essenza della fede nell’unità e nell’unicità di Dio. «Dio era solo e oltre a Lui non v’era alcuno». Egli è, ora, ciò che è sempre stato. Non v’è altro Dio che Lui, l’Unico, l’Incomparabile, l’Onnipotente, l’Eccelso, il Massimo.

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XCIV. E ora riguardo al tuo accenno all’esistenza di due Iddii. Attento, attento a non dare associati al Signore tuo Dio. Egli è e, dall’eternità, è stato unico e solo, senza pari o uguali, eterno nel passato, eterno nell’avvenire, separato da tutte le cose, immortale, immutabile ed esistente per virtù Propria. Egli non ha mai nominato nessun socio per Se Stesso nel Suo Regno, nessun consigliere per aver consiglio, nessuno da potersi paragonare a Lui, nessuno che potesse rivaleggiare con la Sua gloria. Ne fa fede ogni atomo dell’universo e inoltre ne fan fede gli abitatori dei reami superni, coloro che occupano i seggi più ec celsi, i cui nomi sono ricordati innanzi al Trono di Gloria.

Fa’ fede nel profondo del cuore a questa testimonianza pronunziata da Dio Stesso per Se Stesso, che non v’è altro Dio che Lui, che tutti, fuorché Lui, sono stati creati al Suo comando, sono stati plasmati col Suo consenso, sono soggetti alla Sua legge e, paragonati alle gloriose prove della Sua unicità, sono come cose dimenticate, un nulla, quando siano posti a faccia a faccia con la potente rivelazione della Sua unità.

Dall’eternità Egli è stato, invero, uno nell’Essenza, uno negli attributi, uno nelle opere. Ogni paragone può applicarsi soltanto alle Sue creature e ogni concetto di associazione appartiene soltanto a coloro che Lo servono. La Sua Essenza è immensamente superiore alle descrizioni delle Sue creature; Egli, solo, occupa il Seggio della maestà trascendente, della suprema e inaccessibile gloria. Gli uccelli dei cuori umani, per quanto in alto si librino, non potranno mai sperare di raggiungere le altezze della Sua inconoscibile Essenza. È Lui Che ha chiamato all’esistenza la creazione intera, Che ha fatto scaturire ogni cosa creata al Suo comando. Può dunque considerarsi Suo compagno o Sua personificazione ciò che è nato per virtù della parola che la Sua Penna ha rivelato e che il dito della Sua Volontà ha guidato? Lungi dalla Sua gloria ciò che penna o lingua umana possano esprimere sul Suo mistero o cuore umano concepire della Sua Essenza. Ogni altro, tranne Lui, sosta povero e desolato alla Sua porta, tutti sono impotenti davanti alla grandezza della Sua potenza, tutti non sono che schiavi nel Suo Regno. Egli è tanto ricco da fare a meno di tutte le creature.

Il vincolo di servitù fra l’adoratore e l’Adorato, la creatura e il Creatore, deve essere considerato in se stesso un pegno della Sua amabile benevolenza verso gli uomini e non un indizio di alcun merito da essi posseduto. Ne fa fede ogni vero e illuminato credente.

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XCV. Sappi che secondo ciò che il tuo Signore, il Signore di tutti gli uomini, ha decretato nel Suo Libro, i favori concessi all’umanità sono stati e sempre saranno illimitati nella loro portata. Il primo e il principale di questi favori conferiti all’uomo dall’Onnipotente è il dono della comprensione. Il Suo scopo nel conferirgli un tal dono non è stato altro che quello di render capace la Sua creatura di conoscere e ravvisare l’unico vero Dio – esaltata sia la Sua gloria. Questo dono dà all’uomo il potere di discernere la verità in tutte le cose; lo guida verso ciò che è giusto e lo aiuta a scoprire i segreti della crea zione. Dopo di questo, per importanza, viene il potere della visione, il principale strumento grazie al quale la sua comprensione può funzionare. Anche i sensi dell’udito, del cuore e simili devono annoverarsi fra i doni di cui è dotato il corpo umano. Immensamente esaltato è l’Onnipotente Che ha creato questi poteri e li ha rivelati nel corpo umano.

Ognuno di questi doni è un’indubbia prova della maestà, del potere, del prestigio, della sapienza universale dell’unico vero Iddio – esaltata sia la Sua gloria. Considera il senso del tatto. Guarda come il suo potere si estenda all’intero corpo umano. Mentre i sensi della vista e dell’udito sono localizzati ciascuno in un centro speciale, il senso del tatto pervade tutto il corpo umano. Glorificato sia il Suo potere, magnificata la Sua sovranità!

Questi doni sono inerenti all’uomo stesso. Il dono superiore a tutti gli altri, di natura incorruttibile e appartenente a Dio, è quello della Rivelazione divina. Ogni grazia, tanto materiale quanto spirituale, conferita all’uomo dal Creatore è subordinata a questa. Essa è, in essenza, il Pane che discende dal Cielo e sempre lo sarà. È la suprema testimonianza di Dio, la più chiara evidenza della Sua verità, il segno della Sua compiuta generosità, il pegno della Sua misericordia che tutto abbraccia, la prova della Sua provvidenza amorosa, il simbolo della Sua perfettissima grazia. Chi, in questo Giorno, ha riconosciuto la Sua Manifestazione, ha davvero partecipato a questo supremo dono di Dio.

Rendi grazie al tuo Signore per averti accordato un così grande dono. Leva la voce e dì: Ogni lode a Te, o Desiderio d’ogni cuore che comprendeI

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XCVI. La Penna dell’Altissimo chiama senza posa, eppure ben pochi porgono orecchio alla Sua voceI

Gli abitatori del regno dei nomi si affaccendano con le gaie livree del mondo, dimentichi che ogni uomo che abbia occhi per vedere e orecchie per sentire può riconoscere immediatamente quanto effimeri siano i loro colori.

Una nuova vita palpita in questa era in tutti i popoli della terra; eppure nessuno ne ha scoperta la causa né compreso il motivo. Guarda i popoli occidentali. Osserva come nell’inseguire ciò che è vano e futile abbiano sacrificato e continuino a sacrificare innumerevoli vite allo scopo di continuare a loro modo. D’altro canto, le genti della Persia, benché depositarie di una chiara e luminosa Rivelazione, la gloria della cui sublimità e rinomanza ha pervaso il mondo intero, sono avvilite e immerse in profondo letargo.

O amici! Non trascurate le virtù di cui siete stati dotati, non dimenticate il vostro alto destino. Non permettete che le vostre fatiche vadano perdute a causa delle vane fantasie architettate da certi cuori.

Siete le stelle del cielo della comprensione, la brezza che spira al nascere del giorno, le dolci acque scorrenti dalle quali dipende la vita di tutti gli uomini, le lettere tracciate sulla Sua sacra pergamena. In stretta unione e in spirito di perfetto cameratismo, sforzatevi di riuscire a compiere ciò che si addice a questo Giorno di Dio. Io vi dico invero che lotta e discordia e tutto ciò che la mente dell’uomo aborre sono veramente indegne del suo stadio. Concentrate tutte le energie nella propagazione della Fede di Dio. Chi è degno di una sì alta vocazione si levi a divulgarla.

Chiunque non ne sia capace senta il dovere di nominare chi proclami in sua vece questa Rivelazione, il cui potere ha scosso le fondamenta delle più poderose strutture, ha sgretolato e ridotto in polvere ogni montagna e sbalordito ogni anima. Se la grandiosità di questo Giorno fosse rivelata in tutto il suo splendore, ogni uomo rinuncerebbe a miriadi di vite nel desiderio di condividere, anche per un sol momento, la sua grande gloria – e ancor più questo mondo e i suoi effimeri tesori!

Lasciatevi guidare dalla saggezza nelle vostre azioni e afferratevi tenacemente ad essa. Voglia Dio che possiate tutti essere rafforzati per adempiere quella che è la Volontà di Dio e benevolmente aiutati a riuscire ad apprezzare il rango conferito a quelli dei Suoi amati che si sono levati a servirLo e a magnificare il Suo nome. Su loro scendano la gloria di Dio, la gloria di tutto ciò che è nei cieli e sulla terra e la gloria degli ospiti del più eccelso Paradiso, il cielo dei cieli.

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XCVII. Considera i dubbi che coloro che hanno attribuito compagni a Dio hanno istillato nel cuore della gente di questo paese. «È mai possibile», essi chiedono, «che il rame si trasformi in oro?». Dì: Sì, per il mio Signore, è possibile! Ma il suo segreto è celato nella Nostra Sapienza. Lo riveleremo a chi vorremo.

Chiunque dubita del Nostro potere chieda al Signore suo Dio che gli sveli il segreto e lo assicuri della sua verità. Prova sufficiente che il rame possa cambiarsi in oro è che l’oro può, nella stessa guisa, trasformarsi in rame, se solo capissero questa verità! Ogni minerale può acquistare la densità, la forma e la sostanza di qualsiasi altro minerale. La conoscenza che ne abbiamo è presso di Noi nel Libro Celato.

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XCVIII. Dì: O capi della religione! Non giudicate il Libro di Dio con le misure e le scienze in uso fra voi, poiché il Libro stesso è l’infallibile Bilancia istituita fra gli uomini. Su questa perfettissima Bilancia dovrà essere pesato tutto ciò che posseggono i popoli e le tribù della terra, mentre la misura del suo peso dovrà essere saggiata in base alla sua stessa qualità, se solo lo sapeste.

L’occhio della Mia amorosa premura piange amaramente per voi che non siete riusciti a riconoscere Colui Che avete invocato di giorno e nottetempo, mattino e sera. O genti, avanzate con visi bianchi come neve e cuori radiosi fino al benedetto Luogo cremisi, donde il Sadratúl-Muntahá esclama: «In verità, non v’è altro Dio che Me, il Protettore Onnipotente, Colui Che esiste da Sé».

O capi della religione! Chi di voi può competere con Me in visione o chiaroveggenza? Dove può trovarsi chi osi pretendere d’eguagliarMi nei detti o nella saggezza? No, per il Mio Signore, il Misericordiosissimo! Tutto ciò che è sulla terra svanirà e questo è il volto del vostro Signore, l’Onnipotente, il Benamato.

Abbiamo decretato, o genti, che fine sommo e ultimo d’ogni dottrina sia riconoscere Colui Che è l’Oggetto di ogni sapere; eppure, vedete come avete permesso che la vostra dottrina vi separasse, come un velo, da Colui Che è l’Alba di questa Luce, per opera del Quale ogni cosa celata è stata rivelata. Se poteste soltanto scoprire la sorgente da cui si diffonde lo splendore di questa parola, abbandonereste i popoli del mondo e tutto ciò che posseggono e vi avvicinereste a questo beatissimo Seggio di gloria.

Dì: In verità, questo è il cielo ove è custodito il Libro Primigenio: se solo lo capiste. È Lui Che ha fatto sì che la Roccia gridasse e il Roveto Ardente sul Monte che sorge in Terra Santa levasse la voce per proclamare: «Il Regno è di Dio, il Signore sovrano di tutto, l’Onnipotente, l’Amoroso!».

Non abbiamo frequentata alcuna scuola né letta alcuna delle vostre dissertazioni. Porgete orecchio alle parole con cui Questo illetterato vi chiama a Dio, l’Eterno. Questo è meglio per voi di tutti i tesori della terra, se solo lo capiste.

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XCIX. La vitalità della fede degli uomini in Dio va spegnendosi in ogni paese; null’altro che la Sua salutare medicina potrà mai ripristinarla. La corrosione dell’empietà sta distruggendo l’essenza della società umana; che cosa, tranne l’Elisir della Sua potente Rivelazione, può purificarla o rinnovarla? O Hakím, è nei limiti del potere umano di effettuare negli elementi costituenti di una qualsiasi delle piccole particelle indivisibili della materia una trasformazione così completa da tramutarla nell’oro più puro? Per quanto sconcertante e difficile ciò possa apparire, pure, Ci è stato dato il potere di effettuare l’ancor più ardua impresa di convertire la forza satanica in potenza celeste. La Forza capace di una tale trasformazione trascende la potenza dello stesso Elisir. Il Verbo di Dio soltanto può vantare la distinzione di essere dotato della capacità necessaria per un sì grande e vasto cambiamento.

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C. La voce dell’Araldo divino, proveniente dal trono di Dio, dichiara: O Miei amati! Non permettete che l’orlo della Mia sacra veste sia macchiato e infangato dalle cose di questo mondo e non seguite l’impulso dei vostri desideri diabolici e corrotti.

L’Astro della Rivelazione divina che risplende in piena gloria nel cielo di questa Prigione Me ne fa fede. Coloro che in questo Giorno hanno il cuore rivolto verso Colui Che è l’Oggetto dell’adorazione di tutto il creato devono allontanarsi e purificarsi da ogni cosa creata, visibile e invisibile. Se si levano a insegnare la Mia Causa devono lasciarsi vivificare dall’alito di Colui Che è l’Incoercibile e diffonderla ovunque sulla terra con ferma risolutezza, la mente tutta concentrata su di Lui, il cuore completamente distaccato e indipendente da tutto e l’anima purificata dal mondo e dalle sue vanità. Incombe loro il compito di scegliersi come migliore viatico per il loro viaggio la fiducia in Dio e di rivestirsi dell’amore del loro Signore, l’Eccelso, il Gloriosissimo. Se così faranno, le loro parole influenzeranno gli ascoltatori.

Profondo, assai profondo è l’abisso che Ci separa da coloro che, in questo Giorno, sono presi da malvagie passioni e ripongono le loro speranze nelle cose della terra e nella sua gloria transitoria! Più volte la corte del Misericordiosissimo fu esteriormente così spoglia delle ricchezze di questo mondo che coloro che vivevano in stretta unione con Lui soffrirono crudeli privazioni. Malgrado le loro sofferenze, la Penna dell’Altissimo non ha mai voluto accennare o fare la minima allusione alle cose concernenti questo mondo e ai suoi tesori. E se mai Gli veniva offerto un dono, lo accettava in segno di grazia verso colui che l’offriva. Se mai Ci piacesse di appropriarCi, per Nostro uso, di tutti i tesori della terra, nessuno avrebbe la facoltà di discutere la Nostra autorità o di contestarCene il diritto. Sarebbe impossibile concepire un atto più spregevole che sollecitare, nel nome dell’unico vero Dio, le ricchezze che gli uomini posseggono.

Incombe a te e ai seguaci di Colui Che è la Verità Eterna il dovere di invitare tutti gli uomini a liberarsi in qualsiasi modo da qualunque attaccamento alle cose terrene e a detergersi delle loro impurità, perché tutti coloro che Lo amano possano aspirare il soave profumo della veste del Gloriosissimo.

Coloro che posseggono ricchezze, però, devono avere la massima considerazione per i poveri, poiché grande è l’onore destinato da Dio a quei poveri che sono saldi nella pazienza. Per la mia vita! Non v’è onore, ad eccezione di quello che a Dio piaccia concedere, che possa paragonarsi a questo. Grande è la benedizione destinata ai poveri che sopportano pazientemente e nascondono le loro sofferenze e beati i ricchi che elargiscono le loro ricchezze ai bisognosi e li preferiscono a se stessi.

Voglia Dio che i poveri si adoprino e si sforzino di guadagnare i mezzi di sostentamento. È questo un dovere prescritto a tutti in questa grande Rivelazione e considerato, agli occhi di Dio, al pari di una buona azione. A chiunque osservi questo dovere non mancherà certamente l’aiuto dell’Invisibile. Egli può arricchire – per grazia Sua – chiunque voglia. Egli, invero, ha potere su tutte le cose…

O ‘Alí, dì agli amati di Dio che l’equità è la più fondamentale delle virtù umane. La valutazione di tutte le cose deve dipendere necessariamente da essa.

Soffermati a meditare sulle sofferenze e sulle affli zioni che questo Prigioniero ha sostenuto. Sono stato alla mercé dei Miei nemici ogni giorno della Mia vita e ogni giorno ho sofferto nuove tribolazioni sul sentiero dell’amore di Dio. Ho sopportato pazientemente fino a che la fama della Causa di Dio fu diffusa ovunque sulla terra. Se qualcuno si levasse, adesso, e, spinto da vane fantasie architettate dal cuore, si sforzasse apertamente o segretamente di spargere semi di discordia fra gli uomini, può dirsi che un tale uomo abbia agito con equità? No, nel Nome di Colui la Cui potenza si estende su tutte le cose! Per la mia vita! Il mio cuore geme e i miei occhi piangono amaramente per la Causa di Dio e per coloro che non comprendono ciò che dicono e immaginano ciò che non possono capire.

In questo Giorno, è opportuno che tutti gli uomini si aggrappino al Più Grande Nome e fondino l’unità del genere umano. Non v’è altro scampo né rifugio da cercare fuor che Lui. Se un uomo si lasciasse andare a pronunziare parole che allontanino le genti dalle rive dell’illimitato oceano di Dio, inducendole a porre il cuore su qualsiasi altra cosa tranne quest’Essere glorioso e palese che ha assunto una forma soggetta alle limitazioni umane, un tale uomo, per quanto elevato sia il grado da lui occupato, sarebbe accusato dall’intera creazione di essersi privato dei dolci aromi del Misericordiosissimo.

Dì: Siate equanimi nel giudicare, o uomini dal cuore comprensivo! Colui che è ingiusto nel giudicare è privo delle caratteristiche che contraddistinguono lo stadio dell’uomo. Colui Che è la Verità Eterna ben sa ciò che si nasconde nel petto degli uomini. La Sua lunga tolleranza ha imbaldanzito le Sue creature poiché, finché non sarà giunto il momento designato, Egli non strapperà alcun velo. La Sua suprema misericordia ha trattenuto il furore della Sua collera e indotto la maggior parte della gente a immaginare che l’unico vero Iddio è inconsapevole delle cose da loro commesse in segreto. Per Colui Che è l’Onnisciente, il Consapevole! Lo specchio della Sua sapienza riflette con completa nitidezza, precisione e fedeltà le azioni di tutti gli uomini. Dì: Lode a Te, o Occultatore dei peccati dei deboli e degli indifesi! Magnificato sia il Tuo nome, Tu Che perdoni i negligenti che peccano contro di Te!

Abbiamo proibito agli uomini di seguire le chimere dei loro cuori, affinché possano riconoscere Colui Che è Sorgente sovrana e Oggetto di ogni sapere e accettare tutto ciò che Gli piaccia rivelare.

Vedi come sono intralciati da fatue idee e vane chimere. Per la Mia vita! Sono loro stessi vittime di ciò che i loro cuori hanno tramato, eppure non se ne accorgono. Dalle loro labbra escono discorsi vani e infruttuosi, eppure non capiscono.

Imploriamo Dio che conceda benevolmente la Sua grazia a tutti gli uomini e li faccia pervenire alla conoscenza di Lui e di se stessi. Per la Mia vita! Chi Lo ha conosciuto si libra nell’immensità del Suo amore e si distacca dal mondo e da tutto ciò che vi si trova. Nulla sulla terra lo farà deviare dal suo cammino, tanto meno coloro che spinti da vane chimere, dicono cose proibite da Dio.

Dì: Questo è il Giorno in cui ogni orecchio deve farsi attento alla Sua voce. Ascoltate l’Appello di questo Essere vilipeso e magnificate il nome dell’unico vero Dio; abbellitevi dell’ornamento del Suo ricordo e illuminatevi il cuore con la luce del Suo amore. Questa è la chiave che dischiude i cuori degli uomini, il brunitoio che purificherà le anime di tutti gli esseri. Colui che non si cura di ciò Che è sgorgato dalle dita della Volontà di Dio vive in pieno errore. Segni della vera fede sono amicizia e rettitudine, non discordia e cattiveria.

Proclama agli uomini ciò che Colui Che dice il vero, il Portatore del Pegno di Dio, ti ha imposto di osservare. La Mia gloria scenda su di te, che invochi il Mio nome, che volgi gli occhi verso la Mia corte, la cui lingua celebra le lodi del tuo Signore, il BeneficoI

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CI. Lo scopo recondito della rivelazione di ogni Libro celeste, anzi, di ogni versetto divinamente rivelato è quello di dotare gli uomini di rettitudine e di comprensione, affinché la pace e la tranquillità siano saldamente stabilite fra loro. Tutto ciò che infonde fiducia nei cuori degli uomini, tutto ciò che ne esalta lo stadio e ne accresce l’appagamento è ben accetto agli occhi di Dio. Quale alto stadio può l’uomo raggiungere, se sceglie di compiere il suo alto destinoI

In quali abissi di degradazione può sprofondare, abissi che le più spregevoli creature non hanno mai raggiunto! O amici, cogliete l’occasione che questo Giorno vi offre e non privatevi delle generose effusioni della Sua grazia. Imploro Dio che benevolmente permetta a ognuno di voi di adornarsi, in questo benedetto Giorno, con l’ornamento di azioni pure e sante. Egli fa, invero, ciò che vuole.

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CII. O genti, porgete attentamente ascolto a ciò che, in verità, vi dico. L’unico vero Dio, esaltata sia la Sua gloria, ha sempre considerato e continuerà a considerare i cuori degli uomini come Sua esclusiva proprietà. Tutto il resto, appartenga alla terra o al mare, alla ricchezza o alla gloria, Egli lo ha donato ai Re e ai governanti della terra. Dal principio che non ha principio, l’insegna che proclama: «Egli fa tutto ciò che vuole» è stata issata, in tutto il suo splendore, innanzi alla Sua Manifestazione. Ciò di cui l’umanità ha bisogno in questo giorno è l’ubbidienza a coloro che detengono l’autorità e una fedele adesione alla corda della saggezza. Gli strumenti essenziali all’immediata protezione, alla tranquillità e alla sicurezza della razza umana sono stati posti nelle mani e si trovano nel pugno dei governanti della società umana. Questo è il desiderio di Dio, il Suo decreto… Abbiamo speranza che uno dei re della terra si levi, per amore di Dio, per assicurare il trionfo di questa gente vilipesa e oppressa. Questo re sarà eternamente esaltato e glorificato. Dio ha prescritto a questa gente il dovere di aiutare chiunque la aiuti, di servirne gli alti interessi e dimostrargli eterna lealtà. Coloro che Mi seguono devono sforzarsi in ogni circostanza di favorire il benessere di chiunque si levi per il trionfo della Mia Causa e dargli prova in ogni momento di devozione e fedeltà. Felice l’uomo che ascolta e mette in pratica il Mio consiglio. Guai a colui non adempie al mio desiderio.

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CIII. Dio ha attestato in tutte le Sue Tavole con la Sua lingua veritiera queste parole: «Io sono Colui che vive nel Regno di Gloria di Abhá».

Per la giustizia di Dio! Dalle altezze di questo stadio sublime, santo, potente e trascendente, Egli vede tutto, ode tutto e in questo momento proclama: Sii tu benedetto, o Javád, poiché sei pervenuto a ciò che nessuno, prima di te, aveva conseguito. Giuro per Colui Che è la Verità Eterna! Per te sono stati rallegrati gli occhi degli ospiti dell’eccelso Paradiso. La gente però rimane completamente indifferente. Se rivelassimo il tuo grado, i cuori degli uomini si turberebbero profondamente, i loro passi diverrebbero incerti, le personificazioni della vanagloria resterebbero interdette, cadrebbero al suolo e, per paura di udire, si turerebbero le orecchie con le dita della negligenza.

Non addolorarti per coloro che si sono occupati delle cose di questo mondo e hanno dimenticato di ricordare Dio, l’Eccelso. Per Colui Che è la Verità Eterna! S’avvicina il giorno in cui saranno colti dalla collera furente dell’Onnipotente. Egli è invero l’Onnipotente, il Soggiogatore, il Più Possente. Egli purificherà la terra dalla contaminazione della loro corruzione e la darà in eredità a quelli dei Suoi servi che Gli sono vicini.

Dì: O genti! La polvere vi riempie la bocca e le ceneri vi accecano, perché avete venduto il divino Giuseppe per il più vile dei prezzi. Oh! Quale miseria vi ricopre, voi che errate perduti! Avete immaginato in cuor vostro di poter essere superiori a Lui e alla Sua Causa? Lungi da questo! L’attesta Egli Stesso, il Più Possente, l’Eccelso, il Più Grande!

Presto v’investiranno le raffiche del Suo castigo e la polvere dell’inferno vi avvilupperà. Quegli uomini che, avendo accumulato vanità e ornamenti terreni, si sono allontanati sdegnosamente da Dio hanno perduto tanto questo mondo quanto quello avvenire. Ben presto Dio, con la Mano del Potere, li priverà dei loro averi e li spoglierà della veste della Sua munificenza. Essi stessi ne saranno presto testimoni e anche tu ne farai fede.

Dì: O genti! Non lasciatevi illudere da questa vita e dai suoi inganni, poiché il mondo e tutto ciò che esso racchiude è saldamente tenuto nel pugno della Sua Volontà. Egli dispensa i Suoi favori a chi vuole e a chi vuole li toglie. Fa ciò che desidera. Se il mondo fosse stato di qualche valore ai Suoi occhi, sicuramente non avrebbe mai permesso ai Suoi nemici d’impossessarsene, neppure nella misura di un seme di senape. Egli ha fatto sì che foste impigliati nei suoi affari in cambio del male che le vostre mani hanno fatto alla Sua Causa. Questo è, invero, un castigo che vi siete inflitti di vostra propria volontà, se solo ve ne accorgeste! Godete di cose che a giudizio di Dio sono spregevoli e futili, cose con le quali Egli saggia i cuori dei dubbiosi?

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CIV. O popoli del mondo! Sappiate in verità che un’impreveduta calamità v’insegue e una dolorosa punizione v’attende. Non crediate che le azioni che avete commesse siano state occultate alla Mia vista.

Per la Mia bellezza! Ogni vostro atto è stato inciso dalla Mia penna, a chiare lettere, su tavole di crisòlito.

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CV. O re della terra! Colui Che è il Signore sovrano di tutto è venuto. Il Regno è di Dio, il Protettore onnipotente, Colui Che esiste da Sé. Non adorate altri che Dio e con cuori radiosi alzate il viso verso il vostro Signore, il Signore di tutti i nomi. Questa è una Rivelazione cui non potrà mai essere paragonata alcuna cosa che voi possedete, se solo lo riconosceste.

Vi vediamo rallegrarvi di ciò che avete accumulato per gli altri e precludervi l’accesso ai mondi che nulla può enumerare eccetto la Mia Tavola custodita.

I tesori che avete ammassato vi hanno portati molto lontano dalla vostra mèta finale. Ciò mal vi si addice, se solo lo capiste! Purificatevi il cuore da ogni contaminazione terrena e affrettatevi a entrare nel Regno del vostro Signore, il Creatore della terra e del cielo, Che fece tremare il mondo e gemere tutti i suoi popoli, eccetto quelli che hanno rinunziato a tutto e si sono attenuti a ciò che ordinò la Tavola Celata.

Questo è il Giorno in cui Colui Che ha conversato con Dio è pervenuto alla luce dell’Antico dei Giorni e ha gustato le pure acque del ricongiungimento da questa Coppa che ha fatto gonfiare i mari.

Dì: Per l’unico vero Dio! Il Sinai rotea attorno alla Sorgente della Rivelazione, mentre dalle vette del Regno si ode la voce dello Spirito di Dio proclamare: «Scuotetevi, o orgogliosi della terra, e accorrete a Lui». In questo Giorno il Carmelo in adorante brama si è affrettato a raggiunger la Sua corte, mentre dal cuore di Sion viene il grido: «La promessa è compiuta. Ciò che era stato annunziato nel sacro Scritto di Dio, l’Eccelso, l’Onnipotente, l’Amatissimo, è reso manifesto».

O re della terra! La Più Grande Legge è stata rivelata in questo Sito, questo luogo di splendore trascendente. Ogni cosa nascosta è stata portata alla luce per virtù della Volontà dell’Ordinatore Supremo, Colui Che ha introdotto l’Ultima Ora, per Cui la Luna si è spaccata e ogni irrevocabile decreto è stato divulgato.

Non siete che vassalli, o re della terra! Colui Che è il Re dei Re è apparso ammantato nella Sua più meravigliosa gloria e vi chiama a Sé, l’Aiuto nel Pericolo, Colui Che esiste da Sé. Attenti che l’orgoglio non v’impedisca di riconoscere la Sorgente della Rivelazione; che le cose di questo mondo non vi separino come un velo da Colui Che è il Creatore del cielo. Levatevi a servire Colui Che è il desiderio di tutte le nazioni, Colui Che con una parola vi ha creati e vi ha ordinato di essere per sempre emblemi della Sua sovranità.

Per la giustizia di Dio! Non è Nostro desiderio di mettere le mani sui vostri regni. La Nostra missione è quella di prendere e possedere i cuori degli uomini.

Su di essi sono fissi gli occhi di Bahá. Ne fa testimonianza il Regno dei Nomi, se solo lo capisteI

Chiunque seguirà il suo Signore rinunzierà al mondo e a tutto quello che contiene; quanto più grande, dunque, dev’essere la rinunzia di Colui Che riveste un grado così augusto! Abbandonate i vostri palazzi e affrettatevi a ottenere accesso al Suo Regno. Invero, ciò vi gioverà tanto in questo mondo, quanto in quello avvenire. Questo attesta il Signore del reame superno; se solo lo sapeste!

Quale grande benedizione attende il re che si leverà ad assistere la Mia Causa nel Mio Regno, che si distaccherà da tutto fuorché Me! Quel re è annoverato fra i compagni dell’Arca Cremisi, l’Arca preparata da Dio per la gente di Bahá. Tutti dovranno glorificare il suo nome, riverire il suo stadio e aiutarlo ad aprire le città con le chiavi del Mio Nome, l’Onnipotente Protettore di tutto ciò che dimora nei regni del visibile e dell’invisibile. Un tal re è occhio dell’umanità, diadema risplendente sulla fronte della creazione, sorgente di benedizioni per il mondo intero. O genti di Bahá, offrite le vostre sostanze, anzi, la vita per aiutarlo.

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CVI. Il Medico Onnisciente ha le dita sul polso dell’umanità. Con la Sua infallibile saggezza identifica la malattia e prescrive il rimedio. Ogni epoca ha il proprio problema e ogni anima la propria particolare aspirazione. Il rimedio necessario al mondo nelle sue attuali afflizioni non potrà mai essere lo stesso che un’epoca futura potrà richiedere. Interessatevi premurosamente delle necessità dell’epoca in cui vivete e accentrate le vostre deliberazioni sulle sue esigenze e necessità.

Sappiamo bene che la razza umana è assediata da gravi e innumerevoli afflizioni. La vediamo languire sul letto dell’infermità, crudelmente provata e disil lusa. Coloro che sono ebbri di vanagloria s’interpongono fra lei e l’infallibile Medico divino. Guardate come abbiano avviluppato tutti gli uomini, inclusi se stessi, nelle reti dei loro espedienti. Non sanno scoprire la causa dell’infermità e non conoscono il rimedio. Hanno immaginato contorto ciò che è diritto e considerato l’amico un nemico.

Prestate orecchio alla dolce melodia di questo Prigioniero. Sorgete e levate la voce, caso mai coloro che dormono profondamente si risveglino. Dì: O voi che siete come morti! La Mano della munificenza divina vi offre l’Acqua della Vita. Affrettatevi e bevete a sazietà. Chiunque rinasca in questo Giorno non morrà mai, chiunque resti fra i morti mai vivrà.

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CVII. Colui Che è il vostro Signore, il Più Misericordioso, nutre in cuor Suo il desiderio di vedere l’intera razza umana divenire un’anima sola e un solo corpo. Affrettatevi a guadagnare la vostra parte della buona grazia e della misericordia di Dio in questo Giorno, che eclissa tutti gli altri Giorni creati.

Grande la felicità che attende l’uomo che abbandona tutto ciò che ha, nel desiderio di ottenere le cose di Dio! Un uomo simile, lo attestiamo, è fra i benedetti da Dio.

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CVIII. O genti, vi abbiamo fissato un tempo determinato. Se all’ora stabilita non vi volgerete a Dio, Egli, invero, vi prenderà con violenza e vi farà assalire da ogni parte da gravi afflizioni. Severo sarà allora, invero, il castigo col quale il vostro Signore vi punirà.

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CIX. O Kamál! Le altezze che, per benevolo favore di Dio, l’uomo mortale può raggiungere in questo Giorno non sono ancora rivelate ai suoi occhi. Il mondo dell’esistenza non ha mai avuto né ha ora la capacità di ricevere una tale rivelazione. Ma s’avvicina il giorno in cui i poteri di un così alto favore saranno manifestati agli uomini in virtù del Suo comando. Benché le forze delle nazioni siano schierate contro di Lui, sebbene i re della terra facciano lega per insidiare la Sua Causa, la forza del Suo potere rimarrà incrollabile. Egli indubbiamente dice il vero e invita tutta l’umanità sulla via di Colui Che è l’Incomparabile, l’Onnisciente.

Tutti gli uomini sono stati creati per far avanzare una civiltà in continuo progresso. L’Onnipotente Mi è testimone! Agire come le bestie dei campi è indegno dell’uomo. Le virtù che s’addicono alla sua dignità sono tolleranza, misericordia, compassione e premura affettuosa verso tutti i popoli e tutte le tribù della terra. Dì: O amici! Dissetatevi a questo rivo cristallino che scorre per la grazia celeste di Colui Che è il Signore dei Nomi. Fate che anche altri assaporino le sue acque in Mio nome, così che i capi degli uomini di tutti i paesi riconoscano appieno lo scopo per cui la Verità Eterna è stata rivelata e la ragione per cui essi stessi sono stati creati.

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CX. Il Grande Essere dice: O figli degli uomini! Lo scopo fondamentale che anima la Fede di Dio e la Sua Religione è quello di salvaguardare gli interessi della razza umana, svilupparne l’unità e accrescere lo spirito d’amore e di fraternità fra gli uomini. Non sia mai che diveniate fonti di contrasti e discordie, di odio e inimicizia. Questa è la retta Via, queste sono le fondamenta solide e incrollabili. Qualsiasi cosa sarà edificata su queste fondamenta, le vicende e i casi del mondo non potranno mai intaccarne le resistenza, né potrà minarne la struttura il fluire di innumerevoli secoli. È nostra speranza che i capi delle religioni e i sovrani del mondo si levino uniti per riformare questa era e rialzarne le sorti. Riflettano sui suoi bisogni, si consiglino e, dopo matura deliberazione, somministrino il rimedio adatto a codesto mondo infermo e profondamente angustiato... Incombe a coloro che detengono il potere di usare moderazione in ogni cosa. Chiunque oltrepassi i limiti della moderazione cessa d’esercitare una benefica influenza. Riflettete, per esempio, su valori come la libertà, la civiltà e simili. Per quanto buoni possano essere considerati da molte persone intelligenti, pure, se spinti all’eccesso, possono esercitare sugli uomini un’influenza deleteria... Voglia Dio che i popoli del mondo siano condotti a riconoscere il loro vero tornaconto grazie ai degni sforzi compiuti dai loro sovrani e da quelli, fra loro, che sono saggi e dotti. Per quanto tempo ancora si ostinerà l’umanità nel suo traviamento? Per quanto tempo ancora continuerà l’ingiustizia? Per quanto tempo ancora il caos e la confusione regneranno fra gli uomini? Per quanto tempo ancora la discordia sconvolgerà il volto della società?... Da ogni parte soffiano i venti della disperazione e la lotta che divide e affligge la razza umana aumenta quotidianamente. Si possono già scorgere i segni di imminenti agitazioni e caos, dato che la situazione generale appare lamentevolmente difettosa. Imploro Dio, sia esaltata la Sua gloria, che Si degni di ridestare i popoli della terra, conceda che la loro condotta divenga finalmente loro vantaggiosa e li aiuti a compiere ciò che si addice al loro stadio.

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CXI. O popoli e tribù contendenti della terra! Volgete il viso verso l’unità e lasciate che lo splendore della sua luce risplenda su di voi. Riunitevi e, per amor di Dio, decidetevi a sradicare tutto ciò che è fonte di dissidio fra voi. Allora lo splendore del grande Luminare del mondo avvolgerà il mondo intero e i suoi abitanti diverranno cittadini di una sola città e siederanno sullo stesso trono. Sin dai primi anni della Sua vita, questo Essere vilipeso non ha avuto altro desiderio e continuerà a non formulare altro voto che questo. Non v’è alcun dubbio che i popoli del mondo, a qualsiasi razza o religione appartengano, si ispirano a un’unica Fonte celeste e sono sudditi di un solo Dio. La differenza degli ordinamenti sotto cui vivono deve attribuirsi ai mutevoli bisogni e alle cangianti esigenze del tempo in cui essi furono rivelati. Tranne alcuni che sono frutto della perversità umana, tutti gli altri sono stati decretati da Dio e sono un riflesso della Sua Volontà e del Suo Disegno.

Sorgete e, armati del potere della Fede, infrangete gl’idoli delle fatue idee, che mettono discordia fra voi. Attenetevi a ciò che vi avvicina e vi unisce.

Questa è invero la Parola più eccelsa che il Libro Primigenio vi ha inviato e rivelato. Lo attesta la Lingua della Grandezza, dalla Sua dimora di gloria.

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CXII. Osservate i disordini che da lunghi anni tormentano la terra e l’agitazione che si è impossessata dei suoi popoli. Essa è stata o sfigurata dalle guerre o tormentata da improvvise e inattese calamita. Benché il mondo sia pieno di miserie e afflizioni, pure, nessuno si è soffermato a riflettere quale possa esserne la causa o la fonte. Ogni qual volta il Consigliere Verace ha pronunziato una parola di ammonimento, ecco che tutti Lo hanno accusato di essere un seminatore di discordia e hanno respinto il Suo appello. Com’è sbalorditivo e sconcertante questo comportamento! Può dirsi che non si trovino due uomini esteriormente e interiormente uniti. I segni della discordia e della malizia appaiono dappertutto, benché tutti gli uomini siano stati creati per l’unione e l’armonia. Il Grande Essere dice: O benamati! È stato innalzato il tabernacolo dell’unione; non vi considerate estranei l’uno all’altro. Siete frutti di un unico albero e foglie di un solo ramo. Nutriamo speranza che la luce della giustizia risplenda sul mondo e lo purifichi dalla tirannide. Se i sovrani e i re della terra, simboli del potere di Dio, esaltata Ne sia la gloria, sorgessero e si decidessero a dedicarsi a ciò che può favorire i più alti interessi dell’intera umanità, certamente fra i figli degli uomini verrebbe fondato il regno della giustizia e il fulgore della sua luce ammanterebbe tutta la terra. Il Grande Essere dice: La struttura della stabilità e dell’ordine mondiale è stata eretta sulle due colonne gemelle della ricompensa e del castigo, che continueranno a sorreggerla... In un altro passo Egli ha scritto: Attenti, o coorte di sovrani del mondo! Non v’è altra forza sulla terra paragonabile, per il suo potere conquistatore, alla forza della giustizia e della saggezza... Benedetto il re che marcia con le insegne della saggezza spiegate innanzi e i battaglioni della giustizia ammassati a retroguardia. In verità egli è il diadema che cingerà la fronte della pace e il sembiante della sicurezza.

Non v’è alcun dubbio che se l’astro della giustizia, che è stato oscurato dalle nubi della tirannia, spandesse la sua luce sull’umanità, la faccia della terra sarebbe completamente trasformata.

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CXIII. O Ministro dello Scià nella Città (Costantinopoli), immagini che Io tenga in pugno la sorte definitiva della Causa di Dio? Credi che la Mia prigionia, o l’onta che Mi è stata inflitta, o persino la Mia morte e il Mio completo annientamento possano deviarne il corso? Ben misero è ciò che hai immaginato in cuor tuo! In verità, sei di coloro che seguono le vane chimere architettate dal cuore. Non v’è altro Dio che Lui. Egli ha il potere di manifestare la Sua Causa, di esaltare la Sua testimonianza e di affermare qualunque cosa sia Suo Volere, di elevarla a una posizione così eminente che né le tue mani né le mani di coloro che si sono allontanati da Lui potranno mai toccarla o nuocerle.

Credi di avere il potere di ostacolare la Sua Volontà, di impedirGli di eseguire il Suo giudizio o di esercitare la Sua sovranità? Pretendi che vi sia qualcosa nei cieli o in terra che possa resistere alla Sua Fede? No, per Colui Che è la Verità EternaI

Nulla nell’intera creazione può opporsi al Suo Disegno. Liberati dunque dalla mera bizzarria che insegui, poiché una mera bizzarria non potrà mai prendere il posto della verità. Sii di coloro che si sono pentiti sinceramente e sono ritornati a Dio, il Dio Che ti ha creato, nutrito e fatto ministro fra coloro che professano la tua fede.

Sappi, inoltre, che è Lui Che, per Suo comando, ha creato tutto ciò che è nei cieli e sulla terra. Come può, dunque, ciò che è stato creato per Suo comando prevalere su di Lui? Dio è grande, superiore a ciò che immaginate di Lui, o genti malvagie! Se questa è la Causa di Dio, nessuno potrà prevalere su di essa e se non è di Dio, i vostri teologi e coloro che ne seguono i desideri corrotti e coloro che Gli si sono ribellati basteranno a sopraffarla.

Non hai sentito ciò che un credente della famiglia di Faraone disse anticamente e che Dio ha narrato al Suo Apostolo, Che Egli aveva prescelto fra tutti gli esseri umani per affidarGli il Suo Messaggio e per far di Lui la sorgente della Sua misericordia per tutti coloro che dimorano sulla terra? Egli disse – e certamente la Sua parola era verace: «Ucciderete voi un uomo sol perché dice: “Il mio Signore è Dio”? Mentre v’ha già portato prove chiare della sua missione?

Se è un bugiardo, su di lui ricadrà la sua menzogna, se è sincero vi colpirà parte di quello che ha minacciato». Questo è ciò che Dio ha rivelato al Suo Benamato nel Suo Libro infallibile.

Eppure, non avete dato ascolto al Suo comando, avete ignorato la Sua legge, respinto il consiglio contenuto nel Suo Libro e siete stati di coloro che si sono allontanati da Lui. Quante persone ogni anno e ogni mese sono state uccise per causa vostra! Quante ingiustizie avete perpetrato – ingiustizie che l’occhio della creazione non ha mai veduto, né cronista registrato! Per la vostra crudeltà, quanti lattanti sono rimasti orfani e quanti padri hanno perduto i figli, o artefici di ingiustizia! Quante volte una sorella si è consumata e addolorata per il fratello e una moglie ha pianto per il marito, suo unico sostegno!

La vostra iniquità divenne sempre più grande, finché non uccideste Colui Che non aveva mai distolto gli occhi dal volto di Dio, l’Eccelso, l’Altissimo. Lo aveste almeno ucciso con i sistemi usati dagli uomini per uccidere un altro uomo! E invece Lo assassinaste in circostanze che nessuno aveva mai visto. Per Lui i cieli hanno versato lacrime amare e per la Sua afflizione hanno pianto le anime di coloro che son vicini a Dio. Non era un Rampollo dell’antica Casa del vostro Profeta? E la Sua fama di diretto discendente dell’Apostolo non era stata divulgata fra voi? Perché dunque Gli avete inflitto ciò che nessuno, per quanto lontano possiate risalire nel tempo, ha mai inflitto ad altri? In nome di DioI

L’occhio della creazione non ha mai veduto esseri come voi. Uccidete Colui Che è il Rampollo della Casa del vostro Profeta e gioite e festeggiate assisi sui vostri seggi d’onore! Imprecate contro coloro che vi hanno preceduti e che hanno perpetrato quello che avete perpetrato voi e non vi rendete conto delle vostre enormità.

Siate equi nel giudicare! Coloro che esecrate, su cui invocate il male, hanno forse agito in modo differente dal vostro? Non hanno essi ucciso il discendente del loro Profeta come voi avete ucciso il discendente del vostro? Non è forse il vostro compor tamento simile al loro? Con quale diritto pretendete, dunque, di essere differenti da loro, o seminatori di discordia fra gli uomini?

E dopo che Gli aveste tolto la vita, un Suo seguace si levò per vendicare la Sua morte. Era uno sconosciuto e il piano che aveva concepito sfuggì a tutti. Alla fine fece ciò che era stato preordinato.

Non dovete, perciò, biasimare altri che voi stessi per ciò che avete commesso, se giudicate equamente.

Chi mai nel mondo intero ha fatto ciò che avete fatto voi? Nessuno, nel nome del Signore di tutti i mondi!

Tutti i sovrani e i re della terra onorano e venerano i discendenti dei loro Profeti e dei loro santi, se solo lo capiste! Voi, invece, siete responsabili di atti tali che nessuno aveva mai commesso prima. A causa dei vostri misfatti ogni cuore sensibile s’è consumato di dolore. Eppure siete rimasti immersi nella noncuranza e non vi siete resi conto della malvagità delle vostre azioni.

Avete perseverato nella malvagità fino a scagliarvi contro di Noi, benché nulla avessimo commesso da giustificare la vostra inimicizia. Non temete dunque Dio, Che vi ha creati e plasmati, e vi ha permesso di ottenere il potere, e vi ha uniti a coloro che Gli si sono arresi (i musulmani)? Fino a quando persisterete nella caparbietà? Fino a quando vi rifiuterete di riflettere? Quanto occorrerà ancora perché vi scuotiate dal torpore ed emergiate dall’ignavia?

Per quanto tempo ancora resterete all’oscuro della verità?

Rifletti in cuor tuo. Siete riusciti, nonostante il vostro comportamento e le cose operate dalle vostre mani, a spegnere il fuoco di Dio o ad estinguere la luce della Sua Rivelazione – una luce che ha avvolto nel suo splendore coloro che sono immersi nei fluttuanti oceani dell’immortalità e ha attratto le anime di coloro che sinceramente credono nella Sua unità e la sostengono? Non sapete che la Mano di Dio è al di sopra delle vostre mani, che il Suo irrevocabile Decreto trascende tutti i vostri espedienti, che Egli è Sovrano sui Suoi servi, che è all’altezza del Suo Scopo, che fa ciò che vuole, che non si deve interrogarLo riguardo a ciò che vuole, che ordina ciò che Gli piace, che è, infine, il Più Possente, l’Onnipotente? Se credete che questa sia la verità, perché non smettete di preoccuparvi e non ve ne state in pace?

Ogni giorno perpetrate una nuova ingiustizia e Mi trattate come Mi avete trattato nel passato, sebbene Io non abbia mai tentato d’immischiarmi nelle vostre faccende. Non vi ho mai avversati, né Mi sono mai ribellato alle vostre leggi. Infine, vedete, Mi avete messo in prigione in questa remota terra! Sappiate per certo, però, che qualunque cosa abbiano operato, le vostre mani o quelle degli infedeli non potranno mai cambiare la Causa di Dio, o alterare le Sue vie, come non lo poterono in passato.

Date ascolto ai Miei avvertimenti, o genti di Persia! Se sarò ucciso per mano vostra, Dio susciterà sicuramente un altro che ricopra il seggio rimasto vacante per la Mia morte, poiché questo è il metodo usato da Dio nel passato e non troverete al costume di Dio mutamento. Cercate di spegnere la luce di Dio che brilla sulla Sua terra? Dio è contrario a ciò che desiderate. Egli renderà perfetta la Sua luce, anche se nel segreto del cuore voi la detestate.

Soffèrmati soltanto un attimo a riflettere, o Ministro, e sii equo nel giudicare. Che cosa abbiamo fatto che ti giustifichi per averCi diffamato presso i Ministri del Re, per aver seguito i tuoi desideri, per aver travisato la verità, per averCi calunniato? Non ci siamo incontrati mai prima del giorno in cui fu commemorato il martirio dell’Imám Husayn, in casa di tuo padre. In quell’occasione nessuno ebbe l’opportunità, conversando o prendendo la parola, di far conoscere agli altri le proprie idee e le proprie credenze. Se sei sincero, puoi far fede della verità delle Mie parole. Non ho preso parte a nessun’altra riunione in cui tu abbia potuto conoscere il Mio pensiero o nella quale altri abbiano potuto farlo. Come hai potuto, dunque, pronunziare una sentenza contro di Me, senza aver udito la Mia testimonianza dalle Mie labbra? Non hai sentito ciò che ha detto Dio, esaltata sia la Sua gloria: «Non dire a chi ti accoglie con un saluto: “Tu non sei un credente”». «Non re spingere coloro che mattina e sera invocano il loro Signore, bramosi di contemplare il Suo volto». Hai davvero trascurato ciò che il Libro di Dio ha prescritto eppure ti reputi un credente!

Malgrado ciò che hai fatto, Io non ti serbo rancore – e Dio Me ne è testimone – né lo serbo verso altri, benché da te e da altri riceviamo tali offese che nessun credente nell’unità di Dio potrebbe sopportare. La Mia Causa non è in altre mani che in quelle di Dio e la Mia fiducia è in Lui soltanto. Ben presto i tuoi giorni finiranno, come finiranno quelli di coloro che ora con manifesto orgoglio si vantano di essere superiori al prossimo Presto sarete radunati alla presenza di Dio, e vi sarà chiesto conto delle vostre azioni, e sarete ripagati per ciò che le vostre mani hanno operato, e orrenda sarà la dimora dei malvagi!

Nel nome di Dio! Se ti rendessi conto di ciò che hai fatto, invero piangeresti amaramente la tua sorte e cercheresti rifugio in Dio e ti struggeresti e ti lamenteresti tutti i giorni della tua vita, finché Dio non ti avesse perdonato, poiché Egli è, invero, il Più Generoso, il Più Munifico. E invece persisterai nell’indifferenza fino alla morte, poiché ti sei dato alle vanità del mondo con tutto il cuore, tutta l’anima e tutto il tuo intimo essere. Dopo la tua dipartita, scoprirai ciò che ti abbiamo rivelato e troverai tutte le tue azioni registrate nel Libro in cui sono segnate le opere di tutti coloro che dimorano sulla terra, siano esse maggiori o minori del peso di un atomo. Fa, perciò, attenzione al Mio consiglio e ascolta il Mio discorso con l’orecchio del cuore e non essere incurante delle Mie parole, altrimenti sarai fra coloro che respingono la Mia verità. Non gloriarti delle cose che ti sono state date. Tieni davanti agli occhi ciò che ti è stato rivelato nel Libro di Dio, l’Aiuto nel Pericolo, il Gloriosissimo: «E quando dimenticarono quel ch’era stato loro rammentato, aprimmo loro le porte d’ogni cosa», nello stesso modo in cui aprimmo a te e ai tuoi simili le porte di questa terra e dei suoi ornamenti. Attendi, dunque, ciò che è stato promesso nell’ultima parte di questo versetto santo, poiché è una promessa che viene da Colui Che è l’Onnipotente, il Sapientissimo – una promessa che non si rivelerà falsa.

Non conosco la strada che avete scelto e che percorrete, o schiere di coloro che Mi vogliono male! Noi vi richiamiamo a Dio, vi ricordiamo il Suo Giorno, vi annunziamo la novella del vostro ricongiungimento con Lui, vi avviciniamo alla Sua corte e facciamo discendere su di voi i pegni della Sua meravigliosa saggezza, eppure, ecco, vedete come Ci respingete, come, con le cose pronunziate dalle vostre bocche menzognere, Ci accusate di essere infedele, come tramate inganni contro di Noi! E quando vi mostriamo ciò che Dio Ci ha concesso per il Suo munifico favore, dite: «Non è che pura magia». Le generazioni che vi hanno preceduto hanno pronunziato le stesse parole ed erano ciò che voi siete, se solo ve ne accorgeste! Vi siete così privati dei doni di Dio e della Sua grazia e non li otterrete più fino al giorno in cui Dio giudicherà fra Noi e voi; ed Egli è, invero, il migliore dei Giudici!

Alcuni di voi hanno detto: «Egli è Colui Che ha preteso di essere Dio». Nel nome di Dio! È una grave calunnia. Non sono altro che un servo di Dio, Che ha creduto in Lui e nei Suoi segni, nei Suoi Profeti e nei Suoi angeli. La Mia lingua, il Mio cuore e il Mio essere esteriore e interiore attestano che non v’è altro Dio che Lui, che tutti gli altri sono stati creati per Suo comando e plasmati per opera della Sua Volontà. Non v’è altro Dio che Lui, il Creatore, il Risuscitatore dei morti, il Vivificatore, l’Annientatore. Io sono Colui Che proclama i favori dei quali Dio, per Sua munificenza, Mi ha favorito. Se questa è la Mia trasgressione, allora veramente sono il primo dei peccatori. Io e i Miei congiunti siamo alla vostra mercé. Fate ciò che volete e non siate di coloro che esitano, cosicché Io possa ritornare a Dio, il Mio Signore, e raggiungere il luogo ove potrò non vedere più le vostre facce. Questo è invero il Mio desiderio più profondo, il Mio più ardente voto. E basta Dio a conoscere e vedere il Mio stato.

Immagina, o Ministro, di essere sotto lo sguardo di Dio! Se tu non vedi Lui, in verità Egli vede chia ramente te. Osserva e giudica equamente la Nostra Causa. Che cosa abbiamo commesso da indurti a scagliarti contro di Noi e a calunniarCi presso la gente, se solo tu fossi giusto! Lasciammo Teheran per ordine del Re e col suo permesso trasferimmo la Nostra residenza in ‘Iráq. Se avevo trasgredito nei suoi confronti, perché mai Mi liberò? E se ero innocente di ogni colpa, perché Ci hai inflitto tali tribolazioni quali nessuno di coloro che professano la tua fede ha mai sofferto? Forse qualcuno dei Miei atti, dopo il Mio arrivo in ‘Iráq, è stato tale da sovvertire l’autorità del governo? Chi può affermare di aver trovato qualcosa di reprensibile nel Nostro comportamento? Domanda tu stesso al suo popolo, sì che tu possa essere fra coloro che hanno visto la verità.

Per undici anni abitammo in quella terra, finché arrivò il Ministro rappresentante del tuo governo, il cui nome la Nostra penna detesta menzionare, che si era dato al vino, che seguiva le sue brame, che commetteva malvagità ed era corrotto e corruppe l’‘Iráq.

Ne può far fede la maggior parte degli abitanti di Baghdad, se vuoi informartene ed esser di coloro che cercano la verità. Fu lui che carpì iniquamente le sostanze del prossimo, che dimenticò tutti i comandamenti di Dio e perpetrò tutto ciò che Dio aveva proibito. Infine, seguendo i suoi desideri, si scagliò contro di Noi e percorse le vie dell’ingiustizia. Nella sua lettera indirizzata a te, egli Ci accusò e tu lo credesti Ci accusò e tu lo credesti e lo seguisti sulla sua strada senza chiedergli nessuna prova o testimonianza degna di fede. Non chiedesti spiegazioni, né cercasti di indagare o di accertarti della cosa, perché la verità potesse essere distinta dalla menzogna ai tuoi occhi e tu potessi essere illuminato nel tuo giudizio. Scopri personalmente che sorta di uomo era, interrogando i Ministri che in quel tempo erano in ‘Iráq, nonché il Governatore della Città (Baghdad) e il suo primo Consigliere, affinché ti sia rivelata la verità e tu sia bene informato.

Dio Ci è testimone! Non abbiamo mai avversato lui o altri. Abbiamo osservato in ogni condizione i precetti di Dio e non siamo mai stati fomentatori di disordini. Lo attesta lui stesso. Sua intenzione era quella d’impadronirsi di Noi e di rimandarCi in Persia per accrescere così la sua fama e la sua reputazione. Tu hai commesso lo stesso crimine e allo stesso scopo. Agli occhi di Dio, il Signore sovrano di tutto, l’Onnisciente, siete allo stesso livello.

Rivolgendoti queste parole non intendiamo alleggerire il peso del Nostro dolore o indurti a intercedere per Noi presso qualcuno. No, per Colui Che è il Signore di tutti i mondi! Ti abbiamo esposta tutta la questione perché, rendendoti conto di ciò che hai fatto, tu desista dall’infliggere ad altri il male che hai inflitto a Noi, e sii tra coloro che si sono sinceramente pentiti innanzi a Dio, Che ha creato te e tutte le cose, e perché in futuro tu agisca con discernimento.

Questo ti gioverà più di tutto quello che possiedi e del tuo ministero, i cui giorni sono contati.

Attento a non farti complice dell’ingiustizia.

Disponi saldamente il cuore alla giustizia, non alterare la Causa di Dio e sii di coloro che tengono gli occhi rivolti verso le cose rivelate nel Suo Libro.

Non cedere mai all’impulso dei cattivi istinti. Attieniti alla legge di Dio, il tuo Signore, il Benefico, l’Antico dei Giorni. Ritornerai certamente polvere e perirai come tutte le cose di cui ti sei deliziato. Questo è ciò che ha proferito la Lingua della verità e della gloria.

Non ricordi gli avvertimenti pronunziati da Dio in passato, sì che tu potessi divenire di coloro che ascoltano il Suo ammonimento? Egli disse – ed Egli, invero, dice la verità: «Dalla terra vi creammo, nella terra vi riconduciamo, dalla terra, poi, vi trarremo ancora una volta». Questo è ciò che Dio ha comandato a tutti coloro che dimorano sulla terra, grandi o umili. Non si addice, dunque, a chi è stato creato dalla polvere, e vi ritornerà, e di nuovo ne sarà tratto fuori, di gonfiarsi di orgoglio innanzi a Dio e ai Suoi amati, di disprezzarli altezzosamente e di esser pieno d’arroganza sdegnosa.

Anzi è opportuno che tu, e quelli come te, vi sottomettiate a coloro Che sono le Manifestazioni dell’unità di Dio e umilmente rispettiate i fedeli che hanno abbandonato tutto per amore di Dio e si sono allontanati da tutto ciò che attrae l’attenzione degli uomini e li allontana dalla via di Dio, il Gloriosissimo, il Più Lodato. In tal guisa facciamo scendere su di voi ciò che vi gioverà e gioverà a coloro che hanno avuto fiducia e fede nel loro Signore.

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CXIV. O Re (il sultano ‘Abdu’l-‘Azíz), ascolta le parole di Colui Che dice la verità, Colui Che non ti chiede di ricompensarLo con le cose che Dio ha voluto concederti, Colui Che percorre senza errare il retto Sentiero. È Lui Che ti chiama a Dio, il tuo Signore, Che ti mostra la retta via, il cammino che porta alla vera felicità, sì che tu possa essere di coloro che saranno beati.

Attento, o Re! Non circondarti di ministri che inseguono i desideri di un’inclinazione corrotta, che si sono gettati alle spalle ciò che è stato affidato nelle loro mani e hanno apertamente tradito il loro incarico. Sii generoso con gli altri, come Dio lo è stato con te e non abbandonare gl’interessi del tuo popolo alla mercé di quei ministri. Non trascurare il timor di Dio e sii di coloro che agiscono con rettitudine. Circondati di ministri da cui si aspiri fragranza di fede e di giustizia, consultali e scegli ciò che ti sembra meglio e sii di coloro che si comportano con generosità.

Sappi per certo che chi non crede in Dio non è degno di fede, né è veritiero. Questa è davvero la verità, la verità indiscutibile. Chi agisce slealmente verso Dio agirà slealmente anche verso il suo re.

Nulla al mondo può distogliere dal male un tale individuo, nulla può impedirgli di tradire il prossimo, nulla può indurlo a camminare nella rettitudine.

Abbi cura di non affidare le redini degli affari di stato ad altre mani, di non fidarti di ministri immeritevoli di tale fiducia e di non essere di coloro che vivono nell’incuria. Evita coloro i cui cuore è lontano da te, non dare loro la tua fiducia e non affidar loro i tuoi affari né gli affari di coloro che professano la tua fede.

Attento a non permettere al lupo di diventare pastore del gregge di Dio e a non abbandonare alla mercé dei maligni le sorti dei Suoi amati. Non aspettarti che coloro che violano i comandamenti di Dio siano degni di fiducia o sinceri nella fede che professano. Evitali e sta bene in guardia sì che i loro espedienti e la loro malvagità non ti nuocciano. Allontanati da loro e fissa lo sguardo su Dio, il tuo Signore, il Gloriosissimo, il Più Munifico. Chi si dona completamente a Dio, Dio sarà certamente con lui e chi pone tutta la sua fiducia, in verità Dio lo proteggerà da qualunque cosa possa nuocergli e lo preserverà dalla perversità di ogni malvagio sobillatore.

Se tu porgessi orecchio alle Mie parole e osservassi il Mio consiglio, Dio t’innalzerebbe a una po sizione così eminente che nessuna macchinazione umana in tutta la terra potrebbe toccarti o nuocerti. O Re, osserva dall’intimo del cuore e con tutto il tuo essere i precetti di Dio e non percorrere le vie dell’oppressore. Impugna le redini degli affari del tuo popolo e tienile saldamente nella stretta del tuo potere ed esamina di persona tutto ciò che lo riguarda. Non lasciarti sfuggire nulla, poiché questo è il sommo bene.

Rendi grazie a Dio di averti prescelto fra tutti, di averti fatto re di coloro che professano la tua fede. È opportuno che tu apprezzi i doni meravigliosi di cui Dio ti ha favorito e magnifichi continuamente il Suo nome. E potrai meglio lodarLo, se amerai i Suoi diletti, se salvaguarderai e proteggerai i Suoi servi dalla malvagità dei perfidi, in modo che nessuno più li opprima. Dovresti inoltre levarti e applicare fra loro la legge di Dio, per essere fra coloro che aderiscono saldamente alla Sua legge.

Se tu facessi scorrere fiumi di giustizia fra i tuoi sudditi, Dio ti assisterebbe sicuramente con le schiere dell’invisibile e del visibile e ti sosterrebbe nei tuoi affari. Non v’è altro Dio che Lui. A Lui appartengono la creazione e l’ordine. A Lui ritornano le opere dei fedeli.

Non fare assegnamento sui tuoi tesori. Poni tutta la fiducia nella grazia di Dio, il tuo Signore. Sia Lui il tuo confidente in tutto ciò che fai e sii di coloro che si sottomettono alla Sua Volontà. Sia Lui il tuo aiuto e ti arricchisca dei Suoi tesori, poiché Suoi sono i tesori del cielo e della terra. Egli li dona a chi vuole e a chi vuole li rifiuta. Non v’è altro Dio che Lui, il Possessore di Tutto, il Lodatissimo. Tutti sono poveri alla porta della Sua misericordia; tutti sono impotenti innanzi alla rivelazione della Sua sovranità e implorano i Suoi favori.

Non oltrepassare i limiti della moderazione e tratta giustamente coloro che ti servono. Concedi loro ciò che le loro necessità richiedono, ma non in misura tale da poter accumulare ricchezze personali, abbigliarsi con fasto, abbellire le loro case, acquistare cose che non saranno per loro di alcun beneficio ed essere annoverati fra i dissipatori. Agisci con rigorosa giustizia, in modo che nessuno versi in miseria o ecceda nel lusso. Questa è evidente giustizia.

Non permettere all’abietto di governare e dominare coloro che sono nobili e degni di onore e non consentire che i magnanimi siano alla mercé di individui spregevoli e indegni, poiché questo è ciò che abbiamo notato al Nostro arrivo nella Città (Costantinopoli), ne facciamo testimonianza. Fra i suoi abitanti trovammo alcuni in possesso di opulente fortune, che vivevano in mezzo a eccessive ricchezze, mentre altri versavano in gravi ristrettezze e nella più assoluta povertà. Ciò non si confà alla tua sovranità ed è indegno del tuo rango.

Accetta il Mio consiglio e sforzati di governare con equità fra gli uomini, sì che Dio esalti il tuo nome e diffonda la fama della tua giustizia in tutto il mondo. Attento a non accrescere il potere dei ministri a spese dei sudditi. Temi i sospiri dei poveri e dei giusti che a ogni sorger del giorno lamentano la propria sorte e sii per loro un sovrano benevolo. Essi, in verità, sono i tuoi tesori sulla terra. A te quindi il compito di salvaguardare i tuoi tesori dagli assalti di coloro che desiderano derubarti. Informati dei loro affari e accertati ogni anno, anzi, ogni mese, delle loro condizioni e non essere di coloro che trascurano i doveri.

Tieni davanti agli occhi l’infallibile Bilancia di Dio e ogni giorno, ogni momento della tua vita, pesa su quella bilancia le tue azioni, come se fossi alla Sua presenza. Fa’ un esame di coscienza prima d’esser chiamato a render conto, il Giorno in cui nessuno avrà la forza di resistere per timore di Dio, il Giorno in cui i cuori degli ignavi tremeranno.

Conviene a ogni sovrano di essere munifico come il sole, che fa crescere tutti gli esseri dando a ciascuno ciò che gli è dovuto, i cui benefici non sono intrinseci ma decretati da Colui Che è il Più Possente, l’Onnipotente. Il Re dovrebbe, nella sua misericordia, essere generoso e munifico come le nubi che, per ordine di Colui Che è il Supremo Ordinatore, l’Onnisciente, riversano sopra ogni terra la piena dei loro doni.

Abbi cura di non affidare gli affari di stato completamente in mano altrui. Nessuno può svolgere le tue funzioni meglio di te. In tal guisa ti illustriamo le Nostre parole di saggezza e facciamo discendere su di te ciò che può farti passare dalla mano sinistra dell’oppressione alla destra della giustizia e avvicinarti all’oceano risplendente dei Suoi favori. Questa è la strada percorsa dai re che ti hanno preceduto, coloro che agirono equamente verso i loro sudditi e seguirono un cammino d’incorruttibile giustizia.

Sei l’ombra di Dio sulla terra. Sforzati, perciò, di comportarti nel modo che si conviene a un rango così eminente e augusto. Se ti allontanerai dal seguire ciò che ti abbiamo inviato e insegnato, sminuirai sicuramente quel grande e inestimabile onore. Ritorna dunque a Dio e aggrappati interamente a Lui, purifica il tuo cuore dal mondo e dalle sue vanità e non permettere che l’amore per altri estranei vi entri e vi dimori. Finché non ti sarai purificato il cuore da ogni traccia di un simile amore, lo splendore della luce di Dio non potrà diffondere su di esso il suo fulgore, poiché Dio non ha dato a nessuno più di un cuore.

Così, invero, è stato decretato e scritto nel Suo antico Libro. E poiché il cuore umano, così com’è stato forgiato da Dio, è uno e indiviso, s’impone che tu vigili che anche il suo affetto sia uno e indiviso. Ag grappati, perciò, con tutto l’affetto del tuo cuore all’amore per Lui e distaccalo dall’amore per chiunque altro non sia Lui, perché Egli ti aiuti a immergerti nell’oceano della Sua unità e a divenire un verace sostenitore della Sua unicità. Dio Mi è testimone. Il Mio unico scopo nel rivelarti queste parole è di purificarti dalle cose transitorie della terra e aiutarti a entrare nel regno della gloria eterna, perché, col permesso di Dio, tu sia di coloro che vi dimorano e vi governano…

Giuro in nome di Dio, o Re! Non è Mio desiderio protestare presso di te contro coloro che Mi perseguitano. È soltanto a Dio che esprimo il Mio dolore e la Mia angoscia, a Lui Che ha creato Me e loro, Che ben conosce la nostra situazione e vigila su tutto. Mio desiderio è quello di avvertirli delle conseguenze delle loro azioni, caso mai decidessero di desistere dal trattare altri come hanno trattato Me e fossero fra coloro che ascoltano il Mio ammonimento.

Le tribolazioni che Ci hanno colpiti, le privazioni che soffriamo, i vari tormenti che Ci assillano, tutto finirà, come finiranno i piaceri di cui essi si deliziano e la ricchezza di cui godono. Questa è la verità che nessuno al mondo può respingere. I giorni in cui siamo stati obbligati a dimorare nella polvere presto finiranno, come avverrà dei giorni in cui essi occupavano seggi d’onore. Dio certamente giudicherà secondo verità fra Noi e loro ed Egli è, invero, il miglior giudice.

Rendiamo grazie a Dio per tutto quello che Ci è accaduto e pazientemente sopportiamo ciò che Egli ha disposto per Noi nel passato o disporrà in futuro.

In Lui ho posto la Mia fiducia e nelle Sue mani ho rimesso la Mia Causa. Egli, sicuramente, ricompenserà coloro che sopportano pazientemente e confidano in Lui. Sua è la creazione e il suo dominio. Egli esalta chi vuole e umilia chi vuole. Non Gli sarà chiesto conto delle Sue azioni. Egli è invero il Gloriosissimo, l’Onnipotente.

Sia attento il tuo orecchio, o Re, alle parole che ti abbiamo rivolto. Desistano gli oppressori dalla tirannia e gli artefici dell’ingiustizia siano separati da coloro che professano la tua fede. Per la giustizia di Dio! Tali tribolazioni abbiamo sofferto che ogni penna che le descriva non può che essere sopraffatta dall’angoscia. Nessuno di coloro che veramente credono e sostengono l’unità di Dio può sopportarne il racconto. Così grandi sono state le Nostre sofferenze che perfino gli occhi dei Nostri nemici hanno versato lacrime per Noi e, oltre a loro, quelli di ogni persona dotata di discernimento. E siamo stati soggetti a tutte queste prove, malgrado ciò che abbiamo fatto per avvicinarCi a te e invitare la gente a mettersi sotto la tua ombra, perché tu divenissi un baluardo per coloro che credono e sostengono l’unita di Dio.

Ti ho mai disobbedito, o Re? Ho mai trasgredito ad alcuna delle tue leggi? Forse che alcuno dei ministri che ti rappresentavano in ‘Iráq può portare prove che dimostrino che Io sia stato sleale verso di te?

No, in nome di Colui Che è il Signore di tutti i mondi! Neppure per un breve attimo Ci siamo ribellati a te o a un tuo ministro. Mai, a Dio piacendo, Ci ribelleremo a te, anche se saremo sottoposti a prove molto più dure di quelle subite in passato.

Giorno e notte, sera e mattina, preghiamo Dio per te, perché ti aiuti benevolmente ad ubbidirGli e a osservare la Sua legge, perché ti protegga dalle schiere dei malvagi. Fa’ perciò come ti aggrada, trattaCi come si addice al tuo grado e si confà alla tua sovranità. Non dimenticare la legge di Dio in ogni cosa che desideri ottenere, adesso e nei giorni avvenire. Dì: Lode a Dio, il Signore di tutti i mondiI

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CXV. O Dhabíh, nella maggior parte delle Tavole divinamente rivelate la Penna della Rivelazione ha vergato queste parole: Abbiamo ammonito tutti gli amati di Dio di vigilare perché l’orlo della Nostra sacra veste non sia contaminato dal fango di atti illeciti, né macchiato dalla polvere di comportamenti biasimevoli. Li abbiamo inoltre esortati a fissare lo sguardo su tutto ciò che abbiamo rivelato nelle Nostre Tavole. Se il loro orecchio interiore fosse stato attento ai consigli divini che si sono irradiati dall’Alba della Penna del Misericordiosissimo e avesse ascoltato la Sua Voce, a quest’ora la maggior parte dei popoli della terra sarebbero abbelliti dell’ornamento della Sua guida. Ma ciò che era stato prestabilito doveva compiersi.

Ora che Si trova nella Più Grande Prigione, la Lingua dell’Antico dei Giorni ancora una volta rivela queste parole vergate in questa nivea Pergamena: O diletti dell’unico vero Dio! Uscite dagli angusti recessi dei desideri malvagi e corrotti, entrate nelle immense distese del regno di Dio e dimorate nei prati della santità e del distacco, sì che la fragranza delle vostre opere guidi l’intera umanità all’oceano della inestinguibile gloria di Dio. Evitate d’interessarvi delle faccende di questo mondo e di tutto ciò che lo riguarda e d’immischiarvi nelle attività di coloro che ne sono esteriormente i capi.

L’unico vero Dio, esaltata sia la Sua gloria, ha elargito ai re il governo della terra. A nessuno è accordato il diritto di agire in maniera contraria alle ponderate opinioni di coloro che detengono l’autorità. Ciò che Dio ha riservato per Sé sono le città dei cuori umani, di cui in questo Giorno gli amati di Colui Che è la Verità Sovrana sono le chiavi. Piaccia a Dio che a tutti loro sia dato il potere di aprire le por te di queste città con la forza del Più Grande Nome.

Questo significa aiutare l’unico vero Dio –un tema che la Penna di Colui Che fa sorgere l’alba ha trattato in tutti i Suoi libri e le Sue Tavole.

È doveroso inoltre che gli amati di Dio siano tolleranti verso il prossimo, e siano così santificati e distaccati da tutto e mostrino tale sincerità ed equità che tutti i popoli della terra li considerino i fiduciari di Dio fra gli uomini. Guarda a quali sublimi altezze si sono innalzate le ingiunzioni dell’Onnipotente e in quale abietta dimora si trovano ora quelle anime deboli. Beati coloro che sulle ali della certezza si sono librati nei cieli dispiegati dalla Penna del tuo Signore, il Più Misericordioso.

O Dhabíh, mira le opere forgiate da Dio, la Verità Sovrana. Dì: Grande, incommensurabilmente grande è la forza della Sua potenza che abbraccia tutti i mondi! Esaltato, immensamente esaltato è il Suo distacco, oltre le possibilità e la comprensione dell’intera creazione! Glorificata, glorificata sia la Sua mansuetudine – una mansuetudine che ha intenerito i cuori di coloro che sono stati condotti vicino a Dio!

Pur afflitti da innumerevoli tribolazioni sofferte per mano dei Nostri nemici, abbiamo proclamato a tutti i sovrani della terra ciò che Dio ha voluto fosse proclamato, perché tutte le nazioni sappiano che nessun genere di afflizione può impedire alla Penna dell’Antico dei Giorni di raggiungere il suo scopo.

La Sua Penna si muove col permesso di Dio, Che riplasma le ossa disfatte e putrescenti.

In considerazione di questa potentissima impresa, conviene che coloro che L’amano s’apprestino all’azione e concentrino tutti i pensieri su ciò che assicuri la vittoria della causa di Dio, piuttosto che commettere azioni basse e riprovevoli. Se tu considerassi soltanto per un attimo le opere palesi e le azioni di Colui Che è la Verità Eterna, cadresti al suolo ed esclameresti: O Tu Che sei il Signore dei Signori! Attesto che sei il Signore di tutta la creazione e l’Educatore di tutti gli esseri visibili e invisibili.

Attesto che il Tuo potere ha pervaso l’universo intero e che mai potranno le legioni della terra scoraggiarTi o il dominio di tutti i popoli e di tutte le nazioni impedirTi di effettuare il Tuo piano. Confesso che non hai altro desiderio che quello di rigenerare il mondo intero, di creare l’unità dei suoi popoli e di salvare tutti coloro che vi dimorano.

Soffermati a riflettere e considera come debbano comportarsi coloro che sono gli amati di Dio e a quali altezze debbano innalzarsi. Implora in ogni istante il tuo Signore, il Dio di Misericordia, di aiutarli a compiere ciò che Egli vuole. Egli è invero, l’Onnipotente, il Gloriosissimo, l’Onnisciente.

O Dhabíh, la prigionia che Gli è stata inflitta non ha mai nuociuto a quest’Essere vilipeso né mai Gli nuocerà, come non Gli nuoceranno la perdita dei beni terreni, l’esilio e neppure il martirio e le palesi umiliazioni. Ciò che Lo addolora sono le cattive azioni che i benamati di Dio commettono e poi imputano a Colui Che è la Verità Sovrana. Questa è l’afflizione che Mi fa soffrire, me ne fa fede Colui Che ha potere su tutte le cose. Ciò che Mi ha profondamente addolorato sono le pretese avanzate ogni giorno dalle genti del Bayán. Alcuni hanno giurato fedeltà a uno dei Miei Rami (Figli), mentre altri hanno indipendentemente avanzato le proprie pretese e agito secondo i propri desideri.

O Dhabíh ! La Lingua Grandezza dice: Per il Mio Essere che dice la verità! In questa potentissima Rivelazione tutte le Dispensazioni del passato hanno raggiunto il supremo e finale compimento. Chiunque vanti una Rivelazione dopo di Lui non è che un mendace impostore. Preghiamo Dio che lo assista benevolmente a ritrattare e rinnegare un tale vanto. Se si pentirà, Dio lo perdonerà certamente. Ma se persisterà nell’errore, Dio invierà sicuramente uno che lo tratterà senza pietà. Egli è, invero, l’Onni-potente, il Più Possente.

Vedi come le genti del Bayán siano state affatto incapaci di riconoscere che l’unico scopo di qualunque cosa sia stata rivelata dalla Mia Precedente Manifestazione, Annunziatrice della Mia Beltà, è stato la Mia Rivelazione e la proclamazione della Mia Causa. Se non fosse stato per Me – e Colui Che è la Verità Sovrana Me ne fa fede – non avrebbe mai detto quel che disse. Guarda come questi stolti abbiano considerato un gioco e un trastullo la Causa di Colui Che tutto possiede, l’Inaccessibile! I loro cuori escogitano ogni giorno un nuovo espediente e l’immaginazione li porta a cercare un nuovo ripiego. Se quello che dicono fosse vero, come potrebbe essere assicurata la salvezza della Causa del Tuo Signore?

Medita in cuor tuo e sii di coloro che hanno vista acuta, che osservano con attenzione, che sono costanti nei propositi e fiduciosi nella fede. La tua certezza dovrebbe essere tale che, se l’umanità intera vantasse diritti che nessun uomo ha mai vantato e nessuna mente concepito, li ignoreresti completamente, li allontaneresti da te e volgeresti il viso verso Colui Che è l’Oggetto dell’adorazione di tutti i mondi.

Per la giustizia del Mio Essere! Grande, incommensurabilmente grande, è questa Causa! Potente, inconcepibilmente potente è questo Giorno! Beato, invero, l’uomo che ha abbandonato tutto e ha fissato gli occhi su Colui il Cui volto ha irradiato luce su tutti coloro che sono nei cieli e su tutti coloro che sono sulla terra.

Acuta dev’essere la tua vista, o Dhabí ?, adamantina la tua anima e come bronzo i tuoi piedi, se vuoi resistere agli assalti dei desideri egoistici che sussur rano nel petto degli uomini. Questa è l’irrevocabile ingiunzione che la Penna del Più Grande Nome si è mossa a rivelare per virtù della volontà dell’Antico Re. Custodiscila come la pupilla degli occhi e sii fra coloro che sono riconoscenti. Sforzati giorno e notte di servire la Causa di Colui Che è la Verità Eterna e rinunzia a tutto fuorché a Lui. Per Me Stesso! Tutto ciò che vedi in questo Giorno perirà. Sommamente elevato sarà il tuo stadio se resterai saldo nella Causa del tuo Signore. Verso di Lui sono diretti i tuoi indaffarati moti e in Lui è il luogo del tuo eterno riposo.

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CXVI. O Re Cristiani! Non avete sentito le parole di Gesù, lo Spirito di Dio: «Vado e tornerò a voi»? Perché, dunque, quando è ritornato a voi nelle nuvole del cielo, siete stati incapaci di avvicinarvi a Lui per contemplare il Suo volto ed essere di coloro che sono giunti alla Sua Presenza? Egli dice in un altro passo: «Quando verrà lo Spirito di Verità, Egli vi guiderà alla verità tutta intera». Eppure osservate come, allorché vi ha portato la verità, vi siete rifiutati di volgere il viso verso di Lui, persistendo nel sollazzarvi in capricci e passatempi. Non Lo avete accolto, non avete cercato la Sua Presenza per sentire dalla Sua bocca i versetti di Dio e per ricevere la vo stra parte della multiforme saggezza dell’Onnipotente, del Gloriosissimo, del Più Saggio. Per colpa della vostra mancanza, avete impedito che il soffio di Dio alitasse su voi e avete privato le vostre anime della dolcezza della Sua fragranza. Continuate a errare beatamente nella valle dei vostri desideri corrotti. Voi e tutto ciò che possedete passerà. Di certo tornerete a Dio e vi sarà chiesto conto delle vostre azioni alla presenza di Colui Che radunerà la creazione intera…

Vent’anni son trascorsi, o re, durante i quali abbiamo assaporato ogni giorno l’agonia di una nuova tribolazione. Nessuno di coloro che Ci hanno preceduti ha sopportato ciò che Noi abbiamo sopportato. Se poteste capirlo! Coloro che si sono levati contro di Noi ci hanno messo a morte, hanno sparso il nostro sangue, depredato le nostre proprietà e violato il nostro onore. Benché foste a conoscenza della maggior parte delle nostre pene, pure siete stati incapaci di fermare la mano dell’aggressore. Non è forse vostro primo dovere frenare la tirannia dell’oppressore e trattare con equità i vostri sudditi, affinché il vostro alto senso di giustizia sia pienamente dimostrato a tutta l’umanità?

Dio ha posto nelle vostre mani le redini del governo dei popoli, perché li governiate con giustizia, salvaguardiate i diritti degli oppressi e puniate i malfattori. Se trascurate il dovere che Dio vi ha pre scritto nel Suo Libro, i vostri nomi saranno annoverati fra quelli degli ingiusti ai Suoi occhi. Grave sarà davvero il vostro errore. Vi attenete a quello che la vostra fantasia ha architettato e vi gettate alle spalle i comandamenti di Dio, l’Eccelso, l’Inaccessibile, l’Irresistibile, l’Onnipotente? Buttate via ciò che possedete e afferratevi a ciò che Dio vi ha comandato di osservare. Cercate la Sua grazia, poiché chi la cerca percorre il Suo retto Sentiero.

Considerate lo stato in cui Ci troviamo e osservate i mali e le angustie da cui siamo stati colpiti. Non trascurateCi, neppure per un sol momento, e giudicate con equità fra Noi e i Nostri nemici. Questo sarà sicuramente per voi un evidente vantaggio. In tal guisa vi raccontiamo la Nostra storia e vi narriamo ciò che Ci è accaduto perché possiate liberarCi dai Nostri mali e alleggerire il Nostro fardello. Chi vuole consoli le Nostre angustie. Quanto a chi non vuole, ebbene, il Mio Signore è sicuramente il migliore degli alleati.

O Servo, avverti e informa la gente di ciò che Ti abbiamo inviato, e non lasciarTi turbare da alcun timore, e non esser di coloro che esitano. S’avvicina il giorno in cui Dio esalterà la Sua Causa e magnificherà la Sua testimonianza agli occhi di tutti coloro che sono nei cieli e di tutti coloro che sono in terra.

Poni, in ogni occasione, tutta la Tua fiducia nel Tuo Signore, fissa lo sguardo su di Lui e allontanati da tutti coloro che ripudiano la Sua verità. Che Dio, il Tuo Signore, sia il Tuo solo soccorritore e aiuto. Ci siamo impegnati ad assicurarTi il trionfo sulla terra e a esaltare la Nostra Causa al di sopra di tutti gli uomini – anche se non si trovi alcun re che voglia volgere il viso verso di Te.

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CXVII. Desideroso di rivelare i fondamenti della pace e della tranquillità del mondo e del progresso dei suoi popoli, il Grande Essere ha scritto: Verrà il tempo in cui sarà universalmente sentita l’impellente necessità di costituire una vasta assemblea che rappresenti tutti gli uomini. I potenti e i re della terra dovranno intervenire e, partecipando alle sue deliberazioni, prendere in considerazione le vie e i mezzi su cui si baseranno le fondamenta della Grande Pace Mondiale fra gli uomini. Una simile pace esige che per amore della tranquillità dei popoli della terra, le Grandi Potenze si decidano a riconciliarsi pienamente fra di loro. Se un re si levasse in armi contro un altro, tutti dovranno sorgere uniti contro di lui ed impedirglielo.

Se ciò accadrà le nazioni del mondo non avranno bisogno di alcun altro armamento oltre a quello necessario per conservare la sicurezza dei loro regni e mantenere l’ordine interno nei loro territori. Così si garantirà la pace e la serenità di tutti i popoli, i governi e le nazioni. Se ciò accadrà le nazioni del mondo non avranno bisogno di alcun armamento oltre a quello necessario per conservare la sicurezza dei loro regni e mantenere l’ordine interno nei loro territori. Così si garantirà la pace e la serenità di tutti i popoli, i governi e le nazioni. Osiamo sperare che i re e i sovrani della terra, specchi del benevolo e onnipotente nome di Dio, assurgano a questo grado e proteggano l’umanità dal massacro e dalla tirannia...

Si avvicina il giorno in cui tutti i popoli della terra adotteranno una lingua universale e un’unica scrittura. Quando ci si sarà giunti, in qualsiasi città arrivino, ai viaggiatori sembrerà di entrare a casa propria.

Tutto ciò è obbligatorio e assolutamente essenziale.

Incombe ad ogni uomo illuminato e perspicace cercare di mettere in atto ciò che è stato scritto. È un vero uomo colui che si dedica oggi a servire l’intera razza umana. Il Grande Essere dice: Benedetto e felice colui che si leva a promuovere i migliori interessi dei popoli e delle tribù della terra. In un altro passo Egli ha proclamato: Non ci si deve gloriare di amare la propria patria ma piuttosto di amare il mondo intero. La terra è un solo paese e l’umanità i suoi cittadini.

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CXVIII. Non trascurate il timor di Dio, o re della terra, e state attenti a non oltrepassare i limiti fissati dall’Onnipotente. Osservate i comandamenti del Suo Libro e fate bene attenzione a non valicarne i confini. Siate vigili, sì che non siate ingiusti verso nessuno, neppure nella misura di un granello di senape.

Seguite la via della giustizia, perché in verità essa è la retta via.

Componete le vertenze e riducete gli armamenti, perché sia alleviato l’onere delle spese e le menti e i cuori siano pacificati. Componete i dissensi che vi dividono e così non avrete più bisogno di armamenti, fuorché per la protezione delle città e delle terre.

Temete Iddio e badate di non oltrepassare i limiti della moderazione e di non farvi annoverare fra i dissipatori.

Abbiamo appreso che aumentate di anno in anno le spese e ne fate sopportare il peso ai sudditi. Questo è, invero, superiore a quello che essi possono sopportare ed è una grave ingiustizia. Decidete equamente fra gli uomini e siate l’emblema della giustizia fra loro. Questo, se giudicate equamente, è il dovere che v’incombe e che s’addice al vostro stato.

Attenti a non trattare ingiustamente chi si appella a voi e si rifugia sotto la vostra ombra. Attenetevi al timor di Dio e siate di coloro che conducono vita pia. Non fate assegnamento sul potere, sugli eserciti e sui tesori. Riponete tutta la fiducia e la sicurezza in Dio, Che vi ha creati, e chiedete il Suo aiuto in tutti i vostri affari. Solo da Lui viene il soccorso. Egli soccorre chi vuole con le schiere dei cieli e della terra.

Sappiate che i poveri sono il pegno di Dio fra voi. Badate di non tradire la Sua fiducia, di non comportarvi ingiustamente verso di loro e di non seguire il cammino dei perfidi. Sarete sicuramente chiamati a rispondere del Suo pegno il giorno in cui sarà preparata la Bilancia della Giustizia, il giorno in cui ad ognuno sarà dato ciò che gli spetta e saranno pesate le azioni di tutti gli uomini, ricchi e poveri.

Se non darete ascolto ai consigli che vi abbiamo rivelati in questa Tavola in linguaggio impareggiabile e inequivocabile, il castigo divino vi assalirà da ogni parte e sarà pronunziata contro di voi la sentenza della Sua giustizia. Quel giorno non avrete alcun potere di resisterGli e riconoscerete la vostra impotenza. Abbiate pietà di voi stessi e di coloro che sono sotto di voi. Giudicateli secondo i precetti prescritti da Dio nella Sua santissima ed eccelsa Tavola, una Tavola in cui Egli ha assegnato a ogni singola cosa la misura stabilita, in cui ha dato una precisa spiegazione di tutte le cose e che è in se stessa un monito per coloro che credono in Lui.

Esaminate la Nostra Causa, chiedete ciò che Ci è accaduto e decidete secondo giustizia fra Noi e i No stri nemici e siate di coloro che agiscono equamente con il prossimo. Se non trattenete la mano dell’oppressore, se trascurate di salvaguardare i diritti degli oppressi, quale diritto avete mai di vantarvi fra gli uomini? Di che cosa potete giustamente gloriarvi? Siete orgogliosi di ciò che mangiate e bevete, delle ricchezze che ammassate nei forzieri, della varietà e del costo degli ornamenti con cui vi adornate?

Se la vera gloria consistesse nel possesso di cose così periture, allora la terra che calpestate dovrebbe vantarsi più di voi, perché è proprio lei che per decreto dell’Onnipotente vi fornisce e vi concede tutte queste cose. Nelle sue viscere si trova tutto ciò che possedete secondo quello che Dio ha ordinato. Da essa, quale segno della Sua misericordia, traete le vostre ricchezze. Guardate dunque il vostro stato, la cosa di cui vi gloriate! Se solo lo capiste!

No! Per Colui Che tiene in pugno il regno dell’intera creazione! La vostra vera e duratura gloria consiste soltanto nella salda adesione ai precetti di Dio, nell’incondizionata osservanza delle Sue leggi, nella sincera determinazione di vigilare perché esse non restino inapplicate e nel seguire costantemente la retta via.

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CXIX. O governanti della terra! Perché avete offuscato il fulgore del Sole impedendogli di splendere? Date ascolto al consiglio che la Penna dell’Altissimo vi dà, sì che tanto voi quanto i poveri possiate conseguire tranquillità e pace. Imploriamo Dio di assistere i re della terra a instaurare la pace sulla terra. Egli fa invero ciò che vuole.

O re della terra! Vediamo che aumentate le spese di anno in anno e ne fate sopportare il peso ai sudditi. Questa è, invero, un’assoluta e grande ingiustizia.

Temete i sospiri e le lacrime di quest’Essere vilipeso e non imponete oneri eccessivi ai vostri popoli. Non li derubate per edificarvi dei palazzi; anzi, scegliete per loro ciò che scegliereste per voi stessi. In tal guisa esponiamo ai vostri occhi quello che vi gioverà, se solo lo capiste! I vostri popoli sono i vostri tesori.

State attenti che il vostro dominio non violi i comandamenti di Dio e non consegnate in mano dei ladri coloro che avete in custodia. È per i vostri popoli che governate, per loro mezzo che vi sostentate, con il loro aiuto che conquistate. Eppure con quale disprezzo li guardate! Strano, strano davvero!

Ora che avete rifiutato la Più Grande Pace, tenetevi saldamente a questa, la Pace Minore, sì che possiate, almeno in una certa misura, migliorare le vostre condizioni e quelle dei vostri sudditi.

O governanti della terra! Riconciliatevi in modo da non aver più bisogno di armamenti, salvo quelli occorrenti a difendere i vostri territori e domini. Attenti a non trascurare il consiglio dell’Onnipotente, del Fedele.

Siate uniti, o re della terra! In tal modo si calmerà la tempesta della discordia fra voi e i vostri popoli troveranno riposo, se siete di coloro che comprendono. Se uno di voi prende le armi contro un altro, insorgete tutti contro di lui, poiché questa non è altro che palese giustizia.

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CXX. O rappresentanti eletti dal popolo in ogni terraI

Consultatevi e il vostro intento sia soltanto quello di giovare all’umanità e migliorarne le condizioni, se siete di coloro che osservano con profitto. Paragonate il mondo al corpo umano che, per quanto sano e perfetto al momento della creazione, è stato afflitto, per cause diverse, da gravi disturbi e malanni. Neppure per un solo giorno ha trovato pace, anzi la sua malattia s’è sempre più aggravata perché è caduto sotto le cure di medici ignoranti, che dando libero sfogo ai loro desideri personali hanno commesso madornali errori. E se, una volta, in seguito alle cure di un abile medico, un membro di quel corpo fu ri sanato, gli altri rimasero afflitti dal male come prima. Questo vi rivela l’Onnisciente, il Sapientissimo.

Lo vediamo, oggi, alla mercé di governanti così ebbri d’orgoglio che non riescono a scorgere chiaramente il loro vero tornaconto e tanto meno a riconoscere una Rivelazione così sbalorditiva e ardita. Ogni qual volta uno di loro si è accinto a migliorarne le condizioni, il suo intento, confessato o no, è stato quello del proprio tornaconto, e l’indegnità di questo scopo ne ha limitato il potere di guarigione o di cura. 3 Ciò che Dio ha ordinato quale sovrano rimedio e come il più possente strumento per la guarigione del mondo è l’unione di tutti i suoi popoli in una Causa universale e in una Fede comune. Ciò può ottenersi soltanto per mezzo di un Medico abile, potentissimo e ispirato. Questa è la verità e tutto il resto non è altro che errore.

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CXXI. Dì: O voi che Mi invidiate e volete il Mio maleI

Che il furore della vostra collera contro di Me vi sconvolga! Ecco, l’Astro della Gloria si è levato sull’orizzonte della Mia Rivelazione e ha circonfuso di luce tutta l’umanità. Eppure, vedete come vi siete sottratti al suo splendore e siete sprofondati nella completa indifferenza. Abbiate pietà di voi stessi, non respingete l’appello di Colui la Cui verità avete già riconosciuta e non siate di coloro che trasgrediscono.

Per la giustizia dell’unico vero Dio! Se respingerete questa Rivelazione, tutte le nazioni della terra rideranno e si burleranno di voi, perché siete stati voi a portare davanti ai loro occhi le testimonianze di Dio, il Protettore Sovrano, il Più Potente, il Gloriosissimo, l’Onnisciente, per rivendicare la verità della vostra Causa. Eppure, non appena vi è stata inviata la Sua successiva Rivelazione rivestita della gloria di un’irresistibile sovranità, ve la siete gettata alle spalle, o voi che siete annoverati fra gl’indifferenti!

E che? Credete in cuor vostro di avere la forza di spegnere la luce del Sole o di eclissarne lo splendore? No, per la Mia vita! Non riuscireste e non potreste mai riuscire nel vostro intento, anche se chiamaste in vostro aiuto tutto ciò che è nei cieli e sulla terra. Camminate sul sentiero del timor di Dio e non vanificate le vostre opere. Porgete orecchio alle Sue parole e non siate di coloro che sono separati da Lui come da un velo. Dì: Dio Mi è testimone! Non ho mai desiderato nulla per Me. Ciò che ho desiderato è stata la vittoria di Dio e il trionfo della Sua Causa.

Egli Stesso è sufficiente testimone fra voi e Me. Se vi purificaste gli occhi, vi accorgereste subito che le Mie azioni attestano la verità delle Mie parole, che le Mie parole sono la guida delle Mie azioni.

Sono ciechi i vostri occhi! Non avete visto la grandezza del potere e della sovranità di Dio? Non avete veduto la Sua maestà e la Sua gloria? Guai a voi, o masnada di maligni e di invidiosi! Ascoltate le Mie parole e non indugiate neppure per un breve attimo. Così vi comanda Colui Che è la Beltà del Misericordiosissimo, caso mai vi distacchiate dalle cose che possedete e ascendiate ad altezze dalle quali potrete scoprire la creazione intera protetta sotto l’ombra della Sua Rivelazione.

Dì: Non v’è per voi né luogo, né rifugio, né asilo dove fuggire, non v’è nessuno per difendervi o proteggervi dalla furia dell’ira di Dio e dal Suo tremendo potere, in questo Giorno, a meno che e finché non cercherete riparo all’ombra della Sua Rivelazione.

Questa è invero la Sua Rivelazione che vi si è manifestata nella persona di questo Giovane. Glorificato sia dunque Dio per una visione così radiosa, preziosa, meravigliosa!

Rinunziate a tutto fuorché a Me e volgete il vostro viso verso il Mio viso, poiché questo vale più delle cose che possedete. La Lingua di Dio attesta la verità delle Mie parole per mezzo del Mio Verbo, che dice il vero e abbraccia e comprende ogni cosa.

Dì: Credete che la vostra devozione alla Sua Causa Gli giovi o che il vostro ripudio della Sua verità Gli arrechi danno? No, per il Mio Essere, il Soggiogatore, l’Inaccessibile, l’Altissimo. Strappate i veli dei nomi e distruggete il loro regno! Per la Mia Beltà! Colui Che è il Monarca di tutti i nomi è giunto, Colui al Cui comando ogni singolo nome è stato creato dal principio che non ha principio, Colui Che continuerà a crearli come Gli aggrada, Egli è, invero, il Potentissimo, il Sapientissimo.

Attenti a non spogliarvi del manto della guida divina. Dissetatevi dalla Coppa che i Giovani del Cielo hanno alzato sulle vostre teste. Così vi ordina Colui Che ha più pietà per voi di quanta ne abbiate voi stessi, Colui Che non vi chiede ricompensa o gratitudine. La ricompensa Gli viene da Colui Che, per il potere della verità, ve Lo ha inviato, L’ha scelto e proclamato Suo Testimone alla creazione intera.

È Lui Che Gli ha dato il potere di manifestare tutti i Suoi segni. Guardate ancora, affinché scorgiate le cose alle quali la Lingua dell’Antico dei Giorni vi ha chiamato, caso mai siate di coloro che hanno appresa la verità. Avete mai sentito narrare dai vostri antichi padri o dalle generazioni che li precedettero, fino al primo Adamo, che uno che venga avvolto nelle nubi della rivelazione, investito di palese e trascendente sovranità, alla sua destra il Regno di Dio, alla sinistra tutto il potere e la gloria del Suo dominio eterno, preceduto dalle schiere di Dio, l’Onnipotente, l’Assoluto, il Più Possente, che reciti di continuo versetti il cui senso le menti dei più dotti e dei più saggi fra gli uomini sono incapaci di sondare, possa mai essere latore di un messaggio che non venga da Dio? Abbiate discernimento, dunque, e dite la verità, la pura verità, se vi ritenete onesti e magnanimi.

Dì: I versetti che abbiamo rivelato sono tanto numerosi quanto quelli che furono fatti discendere sul Báb nella precedente Rivelazione. Colui che dubita delle parole pronunciate dallo Spirito di Dio cerchi la corte della Nostra presenza, ascolti i Nostri versetti divinamente rivelati e sia testimone oculare della prova evidente della Nostra affermazione.

Dì: Per la giustizia dell’Onnipotente! La misura dei favori di Dio è stata colmata, il Suo Verbo completato, la luce del Suo sembiante rivelata, la Sua sovranità ha abbracciato la creazione intera, la gloria della Sua Rivelazione è stata manifestata e i Suoi doni si sono riversati su tutta l’umanità.

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CXXII. L’uomo è il Talismano supremo. La mancanza di un’adeguata educazione l’ha però privato di ciò che inerentemente possiede. Da una parola uscita dalla bocca di Dio egli è stato tratto all’esistenza; da un’altra è stato guidato a riconoscere la Sorgente da cui attingere la sua educazione e da un’altra ancora gli furono garantiti rango e destino. Il Grande Essere dice: Considera l’uomo una miniera ricca di gemme di inestimabile valore. Soltanto l’educazione può rivelarne i tesori e permettere all’umanità di goderne. Se l’uomo meditasse su ciò che le Scritture inviate dal cielo della santa Volontà di Dio hanno rivelato, riconoscerebbe senza indugio che il loro scopo è quello che tutti gli uomini si considerino come un’anima sola, acciocché il sigillo che porta incise le parole «Il Regno sarà di Dio» s’imprima in ogni cuore e la luce della munificenza, della grazia e della misericordia divina avviluppi tutta l’umanità.

L’Unico vero Dio, sia esaltata la Sua gloria, non ha desiderato nulla per Sé. La fedeltà degli uomini non Gli giova, né Gli nuoce la loro perversità. L’Uccello del reame dei Detti lancia continuamente questo appello: «Tutto ho voluto per te, e te pure, per amor tuo». Se i sapienti e i saggi d’oggigiorno permettessero all’umanità di aspirare la fragranza della fraternità e dell’amore, ogni cuore sensibile comprenderebbe il significato della vera libertà e scoprirebbe il segreto della pace indisturbata e dell’assoluta tranquillità. Se la terra raggiungesse questo stadio e fosse illuminata dalla sua luce, se ne potrebbe veramente dire: «non vi vedrai né depressioni né colline!».

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CXXIII. Le generazioni che vi hanno preceduti, dove sono fuggite? E coloro che in vita erano circondati dalle cose più piacevoli e seducenti che offrisse la terra, dove sono adesso? Approfittate del loro esempio, o popoli, e non siate di coloro che si sono smarriti.

Fra non molto, altri porranno le mani su ciò che possedete ed entreranno nelle vostre abitazioni. Porgete orecchio alle Mie parole e non siate annoverati fra gli stolti.

Supremo dovere di ciascuno di voi è scegliersi ciò che nessuno potrà violare o sottrargli. Questo – l’Onnipotente Me ne è testimone – è l’amore di Dio, se solo lo capiste!

Costruitevi case che pioggia e inondazioni non possano mai distruggere, che vi proteggano dalle vicende e dai casi della vita. Queste sono le istruzioni di Colui Che il mondo ha maltrattato e dimenticato.

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CXXIV. Quant’è meravigliosa l’unità del Dio Vivente ed Eterno – un’unità che supera tutte le limitazioni e trascende la comprensione di tutte le cose createI

Egli ha dimorato dall’eternità nella Sua inaccessibile dimora di santità e di gloria e continuerà eternamen te a troneggiare sulle sommità della Sua sovranità e della Sua grandezza indipendente. Sublime è la Sua Essenza incorruttibile, completamente indipendente dalla conoscenza di tutte le cose create, e immensamente esaltata essa resterà al di sopra della lode di tutti gli abitanti dei cieli e della terra!

Dalla sorgente eccelsa e dall’essenza del Suo favore e della Sua munificenza Egli ha affidato a ogni cosa creata un segno della Sua conoscenza, affinché nessuna delle Sue creature fosse privata della propria parte, nell’esprimere questa conoscenza, secondo la propria capacità e il proprio rango. Questo segno è lo specchio della Sua bellezza nel mondo della creazione. Maggiore lo sforzo compiuto per raffinare questo sublime e nobile specchio, più fedelmente esso rispecchierà la gloria dei nomi e degli attributi di Dio e rivelerà le meraviglie dei Suoi segni e della Sua conoscenza. Ogni cosa creata avrà il potere – tanto grande è questa capacità di riflessione – di rivelare la potenzialità del proprio stato preordinato, riconoscerà la propria capacità e le proprie limitazioni e attesterà la verità che «Egli, invero, è Dio; non v’è altro Dio che Lui»...

Non v’è dubbio, dunque, che, in conseguenza degli sforzi che ciascuno può coscientemente esercitare e per effetto dell’uso delle facoltà spirituali, questo specchio potrà così bene purificarsi dalle scorie delle contaminazioni terrene e liberarsi dalle fan tasticherie sataniche da avvicinarsi ai prati della santità perenne e raggiungere le corti della fraternità eterna. In virtù, però, del principio che per ogni cosa c’è un tempo stabilito e per ogni frutto una stagione adatta, soltanto nei Giorni di Dio potranno esser meglio liberate le latenti energie di tale munificenza ed essere manifestata la gloria primaverile di tale dono.

Benché ogni giorno abbia la propria parte prestabilita della meravigliosa grazia di Dio, pure, i Giorni della Manifestazione di Dio possiedono una caratteristica speciale e occupano un posto che nessuna mente potrà mai comprendere. Tale è la virtù infusa in loro, che se in quei giorni di eterna beatitudine i cuori di tutti coloro che dimorano nei cieli e sulla terra fossero portati alla presenza di quell’Astro d’immutabile gloria e accordati all’unisono con la Sua volontà, si troverebbero tutti esaltati al di sopra di tutte le cose terrene, radiosi della Sua luce e santificati dalla Sua grazia. Gloria a questa grazia che nessuna benedizione, per quanto grande, può superare, e onore a questa tenera bontà di cui l’occhio della creazione non ha mai visto l’eguale! Eccelso è Dio al di sopra di ciò che Gli si attribuisce e si narra di Lui!

È per questa ragione che in quei giorni nessuno avrà mai bisogno del vicino. È gia stato esaurientemente dimostrato che, in quel Giorno destinato da Dio, la maggior parte di coloro che hanno cercato e raggiunto la Sua santa corte hanno rivelato una tale sapienza e saggezza che nessuno, oltre a queste sante e benedette anime, per quanto a lungo abbia insegnato o studiato, ne ha mai afferrato o mai comprenderà neppure una goccia. È per virtù di questo potere che, nei giorni della Manifestazione dell’Astro della Verità, i benamati di Dio sono stati esaltati al di sopra di ogni sapere umano e ne sono stati resi indipendenti. Anzi dai loro cuori e dalle sorgenti dei loro innati poteri è sgorgata incessantemente l’intima essenza del sapere e della saggezza umana.

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CXXV. Fratello mio, quando un vero ricercatore si accinga a iniziare la ricerca sul sentiero che conduce alla sapienza dell’antico dei Giorni, deve prima di tutto mondarsi e purificarsi il cuore, che è la sede della rivelazione dei profondi misteri di Dio, dalla polvere ottenebrante di tutta la sapienza acquisita e dalle allusioni delle personificazioni di fantasie sataniche. Deve nettarsi il petto, santuario dell’eterno amore del Beneamato, da ogni lordura, purificarsi l’anima da tutto ciò che appartenga all’acqua e al fango e da ogni attaccamento basso ed effimero. Deve tanto mondarsi il cuore che nessuna traccia d’amore o di odio vi si attardi, perché l’amore non lo conduca ciecamente in errore e l’odio non lo respin ga lungi dalla verità. Come anche tu puoi constatare, oggigiorno la maggior parte delle persone a causa di quest’amore e di quest’odio s’è privata del Volto immortale, si è smarrita lontana dalle Personificazioni dei misteri divini e, senza pastore, va raminga nel deserto dell’oblio e dell’errore.

Questo ricercatore deve sempre confidare in Dio, rinunciare agli uomini della terra, distaccarsi dal mondo della polvere e aggrapparsi a Colui Che è il Signore dei Signori. Non deve mai esaltare se stesso al di sopra degli altri, deve cancellare dalla tavola del cuore ogni traccia d’orgoglio e vanagloria, armarsi di pazienza e di rassegnazione, osservare il silenzio e astenersi da discorsi fatui. Poiché la lingua è un fuoco che cova e l’abuso di parole un veleno mortale. Il fuoco materiale consuma il corpo, ma il fuoco della lingua divora tanto il cuore quanto l’anima. La forza del primo è di breve durata, mentre gli effetti dell’ultimo durano per secoli.

Quel ricercatore deve anche considerare la maldicenza come una grave colpa e tenersene lontano, poiché essa spegne la luce del cuore e distrugge la vita dell’anima. Deve contentarsi di poco e affrancarsi da tutti i piaceri sfrenati. Deve far tesoro della compagnia di coloro che hanno rinunciato al mondo e considerare prezioso beneficio lo sfuggire alla gente millantatrice e mondana. All’alba d’ogni giorno deve comunicare con Dio e perseverare con tutta l’anima nella ricerca del Beneamato. Deve distruggere ogni pensiero perverso con la fiamma dell’amorosa menzione di Lui e, con la rapidità della folgore, oltrepassare tutto ciò che non sia Lui. Deve soccorrere i miseri e mai distogliere le sue cure dai derelitti. Dev’essere gentile con gli animali e tanto più coi suoi simili dotati del potere della parola. Non deve esitare ad offrire la vita per il Beneamato, né lasciare che le critiche degli uomini lo distolgano dalla Verità. Non deve desiderare per gli altri quello che non desidera per sé, né promettere ciò che non può mantenere. Il ricercatore deve evitare con tutto il cuore la compagnia dei malvagi e pregare per la remissione dei loro peccati. Deve perdonare il peccatore e mai disprezzarne l’infimo stato poiché nessuno sa quale sarà la propria fine. Quante volte nell’ora della morte un peccatore ha raggiunto l’essenza della fede e, bevendone il nettare immortale, ha spiccato il volo verso le Coorti celesti. E quante volte un credente devoto, al momento dell’ascesa dell’anima, è talmente cambiato da cadere nel fuoco dell’abisso.

Il Nostro scopo nel rivelare queste parole ponderose e convincenti è quello di persuadere il ricercatore a considerare transitorio tutto ciò che non è Dio e a ritenere tutto, fuorché Colui Che è l’Oggetto di tutta l’adorazione, nullità assoluta.

Queste sono le qualità degli eccelsi, il contrassegno di coloro che vivono nello spirito e sono state già citate a proposito dei requisiti dei viandanti che calcano la Via della Sapienza Positiva. Qualora il viandante distaccato e il ricercatore sincero abbia adempiuto queste condizioni essenziali, allora e soltanto allora lo si potrà chiamare vero ricercatore. Chi risponde ai requisiti espressi nel versetto «Ma quelli che lotteranno zelanti per Noi», godrà della benedizione conferita dalle parole «li guideremo per le Nostre vie».

Soltanto quando la lampada della ricerca, dello sforzo intenso, del desiderio ardente, della devozione appassionata, dell’amore fervido, del rapimento e dell’estasi sia accesa nel cuore del ricercatore e la brezza della Sua amorosa premura gli si riversi sull’anima, le tenebre dell’errore si disperderanno, le nebbie dei dubbi e delle incertezze si dissiperanno e le luci della sapienza e della certezza avvolgeranno il suo essere. In quell’ora il mistico Araldo, portando la gioiosa novella dello Spirito, brillerà dalla Città di Dio, luminoso come il mattino e con lo squillo della tromba del Sapere risveglierà il cuore, l’anima e lo spirito dall’assopimento della negligenza. Allora i molteplici favori e l’effusione della grazia del santo ed eterno Spirito conferiranno al ricercatore una vita talmente nuova, che egli si troverà dotato di un nuovo occhio, d’un nuovo orecchio, d’un nuovo cuore e di una nuova mente. Contemplerà i segni palesi dell’universo e penetrerà gli occulti misteri dell’anima. Osservando con l’occhio di Dio scorgerà in ogni atomo una porta che conduce agli stadi dell’assoluta certezza. In ogni cosa scorgerà i misteri della Rivelazione divina e i segni di una manifestazione eterna.

Giuro nel nome di Dio! Se chi calca il sentiero della guida e si sforza di scalare le vette della rettitudine raggiungesse questo stadio glorioso e supremo, aspirerebbe la fragranza di Dio da una distanza di mille leghe e scorgerebbe il mattino splendente della Guida divina sorgere sull’alba di tutte le cose. Qualsiasi cosa, benché minima, sarebbe per lui una rivelazione che lo condurrebbe al Beneamato, Oggetto della sua ricerca. L’intuizione di questo ricercatore sarà così grande che distinguerà la verità dalla menzogna come il sole dall’ombra. Se la soave fragranza di Dio esalasse dai più remoti angoli dell’oriente, sicuramente la riconoscerebbe e l’aspirerebbe, anche se si trovasse agli estremi confini dell’occidente. E distinguerà chiaramente tutti i segni di Dio – le Sue meravigliose parole, le grandi opere, le possenti azioni – dall’agire, dalle parole e dalle maniere degli uomini, come il gioielliere distingue la gemma dalla pietra o l’uomo distingue la primavera dall’autunno e il calore dal gelo. Quando il canale dell’anima umana sia purificato da ogni ostacolo di attaccamenti terreni, sentirà infallibilmente l’alito del Beneamato da smisurate distanze e, guidata dal suo profumo, raggiungerà la Città della Certezza e vi entrerà.

Qui discernerà le meraviglie della Sua antica saggezza e dal fruscio delle foglie dell’Albero che vi fiorisce percepirà tutti gli insegnamenti celati. Con le orecchie interiori ed esteriori udrà gl’inni di gloria e le lodi ascendere dalla polvere al Signore dei Signori e con l’occhio interiore scoprirà i misteri del «ritorno» e della «rinascita».

Quale indicibile gloria nei segni, negl’indizi, nelle rivelazioni e negli splendori che il Re dei nomi e degli attributi ha destinato a quella Città! Il pervenirvi disseta senz’acqua e senza fuoco attizza l’amore di Dio. In essa ogni filo d’erba racchiude i misteri d’una saggezza imperscrutabile e sopra ogni roseto miriadi di usignoli, in estasi benedetta, innalzano le loro melodie. I suoi tulipani meravigliosi svelano il mistero del Fuoco imperituro del Roveto Ardente e i suoi soavi aromi di santità spandono il profumo dello Spirito Messianico. Senz’oro concede dovizia e conferisce immortalità senza morte. In ogni sua foglia sono racchiuse delizie ineffabili e in ogni recesso sono celati infiniti misteri.

Coloro che valorosamente si adoperano a ricercare la volontà di Dio, una volta che abbiano rinunziato a tutto fuorché a Lui, saranno così attaccati e legati a quella Città che il separarsene, anche momentaneamente, sarebbe per loro inconcepibile. Tenderanno l’orecchio alle prove infallibili del Giacinto di quell’assemblea e riceveranno le più sicure testimo nianze dalla beltà della sua Rosa e dalla melodia del suo Usignolo. Ogni mille anni circa questa Città sarà rinnovata e riadornata...

Quella Città non è altro che il Verbo di Dio rivelato in ogni epoca e Dispensazione. Al tempo di Mosè fu il Pentatèuco; al tempo di Gesù il Vangelo; al tempo di Muhammad, il Messaggero di Dio, il Corano; ai giorni nostri è il Bayán e nella dispensazione di Colui Che Dio manifesterà, il Suo Libro, il Libro cui tutti i libri delle Dispensazioni precedenti si riferiscono, il Libro più trascendente ed eccelso di tutti.

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CXXVI. Ovunque fossimo esiliati, per quanto grandi le tribolazioni che potremo subire, coloro che sono il popolo di Dio devono volgere gli occhi verso la Sorgente della Gloria con ferma risolutezza e completa fiducia e adoperarsi a fare qualunque cosa contribuisca al miglioramento del mondo e all’educazione dei suoi popoli. Tutto ciò che Ci è accaduto in passato ha promosso gl’interessi della Nostra Rivelazione e ne ha portato alle stelle la fama e qualunque cosa Ci accada in avvenire avrà lo stesso risultato.

Aggrappatevi, dall’intimo del cuore, alla Causa di Dio, una Causa che vi è stata inviata da Colui Che è l’Ordinatore, il Sapientissimo. Con estrema benevo lenza e misericordia abbiamo convocato e guidato tutti i popoli e tutte le nazioni verso ciò che sarà loro di giovamento.

L’Astro della Verità che splende di luce meridiana Ce ne fa fede! Coloro che sono il popolo di Dio non hanno altra ambizione che di vivificare il mondo, nobilitarne la vita e rigenerarne i popoli. Schiettezza e buona volontà hanno sempre contrassegnato le loro relazioni con tutti gli uomini. Il loro comportamento esteriore non è che il riflesso della loro vita interiore e la loro vita interiore lo specchio del loro comportamento esteriore. Nessun velo nasconde od oscura le verità su cui è fondata la loro Fede. Queste verità sono state messe a nudo sotto gli occhi di tutti e possono essere inequivocabilmente riconosciute. I loro atti attestano la verità di queste parole.

In questo Giorno ogni occhio veggente può scorgere la luce nascente della Rivelazione di Dio e ogni orecchio attento può riconoscere la Voce che si udì dal Roveto Ardente. Tale è l’impeto delle acque della misericordia divina, che Colui Che è l’Alba dei segni di Dio e il Rivelatore delle prove della Sua gloria Si unisce a conversare senza veli e occultamenti coi popoli e con le tribù della terra. Quanti hanno cercato la Nostra Presenza con cuori colmi di malizia e ne sono ritornati amici leali e affezionatiI

Le porte della grazia sono spalancate davanti a tutti gli uomini. Nelle Nostre relazioni esteriori con loro, abbiamo trattato alla pari giusti e peccatori, caso mai anche i malfattori raggiungano l’illimitato oceano del perdono divino. Il Nostro nome «l’Occultatore”

ha irradiato una tale luce sugli uomini, che il ribelle ha immaginato di essere annoverato fra i pii. Non deluderemo mai chiunque Ci cerchi, né sarà negato accesso alla Nostra corte a chiunque si volga a Noi…

O amici! Aiutate l’unico vero Dio, esaltata sia la Sua gloria, con le vostre buone azioni, con un comportamento e un carattere ben accetti ai Suoi occhi.

Colui che cerca di essere di aiuto a Dio in questo Giorno chiuda gli occhi a tutto ciò che possiede e li apra alle cose di Dio. Cessi di occuparsi di ciò che lo avvantaggia e si occupi di ciò che esalti l’irresistibile nome dell’Onnipotente. Liberi il proprio cuore da ogni bassa passione e piacere corrotto, poiché il timor di Dio è l’arma che può farlo trionfare, il migliore strumento per riuscire nel suo intento. Il timor di Dio è l’armatura che protegge la Sua Causa, lo scudo che permette alle Sue genti di conseguire la vittoria. È uno stendardo che nessun uomo può abbattere, una forza che nessun potere può eguagliare.

Col Suo aiuto e col permesso di Colui Che è il Signore degli Eserciti, coloro che si sono avvicinati a Dio hanno potuto sottomettere e conquistare le cittadelle dei cuori umani.

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CXXVII. O genti, se desiderate conoscere Dio e scoprire la grandezza della Sua potenza, guardateMi con i Miei occhi e non con occhi d’altri che Me. Altrimenti non sarete mai in grado di riconoscerMi, anche se mediterete sulla Mia Causa tanto quanto durerà il Mio Regno, e se mediterete su tutte le cose create per tutta l’eternità di Dio, il Signore Sovrano di tutto, l’Onnipotente, l’Eterno, il Più Saggio. Abbiamo così manifestato la verità della Nostra Rivelazione, affinché le genti si scuotano dall’indifferenza e siano della schiera di coloro che comprendono.

Guardate la bassezza di questi uomini, i quali sanno benissimo che ho offerto Me Stesso e i Miei congiunti sul sentiero di Dio per preservare la loro fede in Lui, e sono a completa conoscenza di come i Miei nemici Mi abbiano assediato nei giorni in cui i cuori degli uomini temevano e tremavano, i giorni in cui essi si nascondevano agli occhi degli amati e dei nemici di Dio ed erano occupati a garantirsi salvezza e pace.

Siamo infine riusciti a manifestare la Causa di Dio e l’abbiamo innalzata a una posizione così eminente, che tutti hanno riconosciuto la sovranità e il possente dominio di Dio, tranne coloro che nutrivano nel cuore malanimo contro questo Giovane e davano compagni all’Onnipotente. Eppure, nonostante questa Rivelazione la cui influenza ha pervaso tutte le cose create, e malgrado lo splendore di questa Luce di cui nessuno di loro ha mai visto l’eguale, guardate come i seguaci del Bayán Mi abbiano rinnegato e avversato. Alcuni si sono allontanati dal Sentiero di Dio, hanno rifiutato l’autorità di Colui in Cui avevano creduto e si sono comportati arrogantemente verso Dio, il Più Potente, il Protettore Supremo, l’Eccelso, il Più Grande. Altri hanno esitare e tergiversato sul Suo Sentiero e hanno considerata invalida la Causa del Creatore, nella sua intima verità, a meno che non fosse sancita dall’approvazione di uno che era stato creato per opera del Mio Volere. Pertanto le loro opere sono risultate vane, senza che nemmeno se ne accorgessero. Fra costoro vi è colui che cercò di misurare Dio con il metro del proprio essere e fu così fuorviato dai nomi di Dio, che insorse contro di Me, Mi giudicò meritevole di morte e Mi imputò le malefatte di cui lui stesso era colpevole.

Offro perciò la Mia pena e il Mio dolore a Colui Che Mi ha creato e Mi ha affidato il Suo Messaggio.

A Lui rendo grazie e lode per le cose che ha predestinato, per la Mia solitudine e per l’angoscia che soffro per mano di questi uomini che si sono smarriti tanto lontano da Lui. Ho sopportato pazientemente le tribolazioni inflitteMi e continuerò a sopportarle e riporrò tutta la Mia fede e la Mia fiducia in Dio. Lo suppli cherò dicendo: O Mio Signore, guida i Tuoi servi alla corte del Tuo favore e della Tua munificenza e fa’ che non siano privati delle meraviglie della Tua grazia e delle Tue molteplici benedizioni. Poiché non sanno che cosa hai prestabilito per loro in virtù della Tua misericordia che abbraccia la creazione intera. Esteriormente, o Signore, sono deboli e impotenti; interiormente non sono che degli orfani. Tu sei il Generosissimo, il Munifico, il Più Eccelso, il Più Grande.

Non scatenare, o mio Dio, la furia della Tua ira su di loro e permetti loro di attendere fino a che si siano manifestate le meraviglie della Tua misericordia, affinché ritornino a Te e Ti chiedano perdono per le cose che hanno perpetrato contro di Te. In verità, Tu sei il Perdonatore, il Misericordiosissimo.

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CXXVIII. Dì: È lecito che un uomo si proclami seguace del suo Signore, il Misericordiosissimo e commetta in cuor suo le azioni del Maligno? No, non è assolutamente lecito, Me ne fa fede Colui Che è la Beltà del Gloriosissimo. Se lo comprendeste!

Purificatevi il cuore dall’amore per le cose terrene, la lingua da ogni ricordo che non sia il Suo, il vostro intero essere da tutto ciò che v’impedisca di contemplare il Suo volto o vi tenti di seguire i sugge rimenti delle tendenze cattive e corrotte. Sia Dio il vostro timore, o genti, e siate di coloro che percorrono il sentiero della rettitudine.

Dì: O genti, se il vostro comportamento è in contrasto con ciò che professate, come pensate di potervi distinguere da coloro che, pur professando fede nel Signore loro Dio, non appena Egli venne loro in nube di santità, si sono rifiutati di riconoscerLo e hanno ripudiato la Sua verità? Liberatevi da ogni attaccamento a questo mondo e alle sue vanità.

Attenti a non avvicinarvi ad esse, perché vi suggeriscono di abbandonarvi alla concupiscenza e alle brame, impedendovi di entrare nel Sentiero retto e glorioso.

Sappiate che «mondo» sta a significare l’ignoranza di Colui Che è il vostro Artefice e l’assorbimento in tutto ciò che non è Lui. «Vita avvenire», d’altro canto, significa ciò che vi avvicina in sicurezza a Dio il Gloriosissimo, l’Incomparabile. Tutto ciò che in questo Giorno vi distoglie dall’amare Dio non è altro che il mondo. Rifuggitelo, per essere annoverati fra i beati. Se un uomo desidera abbellirsi con gli ornamenti della terra, indossarne le sontuose vesti o partecipare ai benefici che essa può concedere, nessun male lo coglierà se non permetterà che assolutamente nulla si intrometta fra lui e Dio, poiché Dio ha ordinato ogni buona cosa creata nei cieli e sulla terra per quei Suoi servi che credono fedel mente in Lui. Godete, o genti, delle buone cose che Dio vi ha concesso e non privatevi dei Suoi meravigliosi doni. RendeteGli grazie e lodateLo e siate di coloro che sono sinceramente grati.

O tu che fuggisti la tua casa per cercare la presenza di Dio! Proclama agli uomini il Messaggio del tuo Signore, caso mai ti riesca di impedir loro di seguire gl’impulsi dei desideri malvagi e corrotti e di condurli al ricordo di Dio, il Più Eccelso, il Più Grande. Dì: Temete Dio, o genti, ed evitate di spargere il sangue di chicchessia. Non litigate con il prossimo e siate di coloro che fanno il bene. Attenti a non creare disordini sulla terra dopo che essa è stata ben riordinata, e non seguite le orme di coloro che si sono smarriti.

Chiunque fra voi si levi a insegnare la Causa del suo Signore, prima di tutto istruisca se stesso, affinché le sue parole attraggano i cuori di coloro che l’ascoltano. Se non istruirà se stesso, le parole della sua bocca non influenzeranno il cuore del ricercatore. Attenti, o uomini, a non essere di coloro che danno buoni consigli agli altri, ma dimenticano di seguirli. Le loro stesse parole e, oltre alle parole, la realtà di tutte le cose, e, oltre a queste realtà, gli angeli vicini a Dio li accuserebbero di menzogna.

Se un simile uomo riuscisse mai a influenzare qualcuno, non se ne dovrebbe attribuire il successo a lui, ma all’influenza delle parole di Dio, com’è stato decretato da Colui Che è l’Onnipotente, il Sapientissimo. Agli occhi di Dio egli è considerato come una lampada che fa luce e tuttavia si consuma incessantemente entro di sé.

Dì: O genti, non commettete ciò che vi copra di vergogna o disonori la Causa di Dio agli occhi degli uomini e non siate artefici di male. Non avvicinatevi alle cose che la vostra mente condanna. Fuggite ogni genere di malvagità, poiché queste cose vi sono proibite in quel Libro che nessuno tocca, eccetto coloro che Iddio ha purificato da ogni traccia di colpa e annoverato fra i puri.

Siate giusti verso voi stessi e verso gli altri, affinché le prove della giustizia siano rivelate fra i nostri servi fedeli per mezzo delle vostre azioni. Attenti a non abusare dei beni del prossimo. Mostratevi degni della sua fiducia e della sua confidenza e non rifiutate ai poveri i doni che la misericordia di Dio vi ha concesso. Egli ricompenserà, invero, i caritatevoli e li ripagherà per ciò che hanno donato. Non v’è altro Dio che Lui. Suoi sono la creazione intera e il suo ordine. Egli concede i Suoi doni a chi vuole e a chi vuole li toglie. Egli è il Gran Donatore, il Più Generoso, il Benevolo.

Dì: Insegnate la Causa di Dio, o genti di Bahá, poiché Dio ha prescritto a ciascuno il dovere di proclamare il Suo Messaggio e ritiene questa la più meritevole di tutte le azioni. Tale azione è ben accetta soltanto quando colui che insegna la Causa è già un saldo credente in Dio, il Protettore, il Supremo, l’Amabile, l’Onnipotente. Inoltre Egli ha ordinato che la Sua Causa sia insegnata col potere della favella umana e senza ricorrere alla violenza. Tale è l’ordine inviato dal Regno di Colui Che è il Più Eccelso, il Sapientissimo. Attenti a non entrare in disputa con alcuno, anzi, sforzatevi di renderlo edotto della verità con modi cortesi e con esortazioni convincenti. Se il vostro ascoltatore sarà incline, lo sarà per il proprio bene, in caso contrario allontanatevi da lui e volgete il viso verso la sacra Corte di Dio, luogo di santità risplendente.

Non entrate in discussione con nessuno riguardo alle cose e agli affari di questo mondo, poiché Dio li ha abbandonati a coloro che vi hanno posto il loro affetto. Del mondo intero Egli ha scelto per Sé i cuori degli uomini – cuori che le schiere della rivelazione e della parola possono soggiogare. Così è stato ordinato dalle Dita di Bahá sulla Tavola dell’irrevocabile decreto di Dio per comando di Colui Che è l’Ordinatore Supremo, l’Onnisciente.

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CXXIX. O viandante sul sentiero di Dio! Prendi la tua parte dell’oceano della Sua grazia e non privarti di ciò che è celato nelle sue profondità. Sii di coloro che hanno avuto parte dei suoi tesori. Una sola goccia di questo oceano, versata su coloro che sono nei cieli e sulla terra, basterebbe a colmarli della generosità di Dio, l’Onnipotente, l’Onnisciente, il Sapientissimo. Attingi con le mani della rinunzia alle sue acque vivificatrici e aspergine tutte le cose create, sì che esse si purifichino da tutte le limitazioni, opera d’uomo, e si avvicinino al potente seggio di Dio, questo Luogo sacro e splendente.

Non addolorarti se devi farlo da solo. Ti basti dunque Iddio. Entra in intima comunione col Suo Spirito e sii di coloro che son grati. Proclama la Causa del tuo Signore a tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra. Se qualcuno risponde al tuo appello, esponi davanti a lui le perle della saggezza del Signore Dio tuo, che il Suo Spirito ti ha inviato, e sii di coloro che sinceramente credono. E se qualcuno rifiuta la tua offerta, allontanati da lui e poni la tua fiducia e la tua fede nel Signore Dio tuo, il Signore di tutti i mondi.

Per la giustizia di Dio! Chiunque dischiuda le labbra in questo giorno e faccia menzione del nome del suo Signore, le schiere dell’ispirazione divina scenderanno su di lui dal cielo del Mio nome, l’Onnisciente, il Sapientissimo. Su di lui discenderanno anche le Coorti supreme levando in alto un calice di pura luce. Così è stato prestabilito nel rea me della Rivelazione di Dio, per ordine di Colui Che è il Gloriosissimo, il Più Potente.

È celata sotto il Santo Velo e pronta a servire Dio una compagnia dei Suoi prescelti che si paleseranno agli uomini, assisteranno la Sua Causa e non temeranno nessuno, anche se l’intera razza umana si sollevasse a combatterli. Essi sono coloro che si alzeranno davanti agli occhi degli abitanti della terra e degli ospiti del cielo e, a gran voce, acclameranno il nome dell’Onnipotente e chiameranno i figli degli uomini sulla via di Dio, il Gloriosissimo, il Più Lodato. Segui i loro passi e non lasciarti scoraggiare da nessuno. Sii di coloro che il tumulto del mondo, per quanto li turbi sul sentiero del loro Creatore, mai potrà rattristare, il cui proposito l’ingiuria del calunniatore mai potrà sconfiggere.

Avanza con la Tavola di Dio e con i Suoi segni e unisciti a coloro che hanno creduto in Me e annunzia loro le novelle del Nostro santissimo Paradiso. Ammonisci poi coloro che Gli hanno dato compagni.

Dì: O genti, sono venuto a voi dal Trono della gloria e vi porto un annunzio da Dio, il Più Possente, il Più Eccelso, il Più Grande. Ho in mano l’attestato di Dio, Signore vostro e dei vostri avi. Pesatelo con la giusta Bilancia che possedete, la Bilancia della testimonianza dei Profeti e dei Messaggeri di Dio. Se trovate che è fondato sulla verità, se credete che appartenga a Dio, attenti, allora, a non cavillare su di esso e a non vanificare le vostre opere e a non essere annoverati fra gli infedeli. Esso è invero il segno di Dio inviato tramite il potere della verità, per il quale la validità della Sua Causa è stata dimostrata alle Sue creature, e le insegne della purezza sono state innalzate fra terra e cielo.

Dì: Questo è il mistico Rotolo sigillato, il depositario dell’irrevocabile Decreto di Dio, che contiene le parole tracciate dal Dito della Santità, avvolto nel velo del mistero impenetrabile, ora inviato quale pegno della grazia di Colui Che è l’Onnipotente, l’Antico dei Giorni. In esso abbiamo fissato i destini di tutti gli abitanti della terra e degli abitatori del cielo e abbiamo scritto la conoscenza di tutte le cose, dalla prima all’ultima. Nessuna cosa, sia essa stata creata in passato o in futuro, può sfuggirGli o vanificarLo. Se solo lo capiste!

Dì: La Rivelazione inviata da Dio si è certissimamente ripetuta e la Mano protesa del Nostro potere ha protetto tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra. Per il potere della verità, della pura verità, abbiamo palesato un infinitesimo barlume del Nostro impenetrabile Mistero ed ecco, mentre coglievano un lampo fugace della Luce Cremisi che avvolge il Sinai della Nostra Rivelazione, coloro che hanno riconosciuto la radiosità dello splendore del Sinai sono spirati. Così Colui Che è la Beltà del Misericordiosissimo è disceso dalle nubi della Sua testimonianza e ciò che era stato decre tato per virtù della Volontà di Dio, il Gloriosissimo, il Sapientissimo, si è compiuto.

Dì: Esci dalla Tua sacra camera, o Ancella del Cielo, abitatrice dell’Eccelso Paradiso! Abbigliati come più ti piace, nella serica Veste dell’Immortalità e indossa, nel nome del Gloriosissimo, l’Abito ricamato di Luce. Ascolta poi i dolci, meravigliosi accenti della Voce che viene dal Trono del Tuo Signore, l’Inaccessibile, l’Altissimo. Togliti il velo dal volto e palesa la beltà della Damigella dagli occhi neri e non permettere che i servi di Dio restino privi della luce del Tuo sembiante luminoso. Non ti rattristare se odi i sospiri degli abitanti della terra o il lamento degli abitatori del cielo. Lasciali perire nella polvere dell’estinzione. Che siano annientati, poiché nei loro petti si era acceso il fuoco dell’odio. Intona, quindi, con la voce più melodiosa, innanzi a tutti i popoli della terra e del cielo, un cantico di lode in ricordo di Colui Che è il Re dei nomi e degli attributi di Dio. Questo il destino che Ti abbiamo decretato.

E siamo ben capaci di raggiungere lo scopo.

Attenta a non deporre, Tu Che sei l’Essenza della Purezza, la Tua veste di fulgida gloria. Anzi, accresci sempre più il Tuo sfarzo nel regno del creato con le incorruttibili vesti del Tuo Signore, sì che attraverso di Te la mirabile effigie dell’Onnipotente si riverberi su tutte le cose create e la grazia del Tuo Signore sia diffusa nel pieno del potere sulla creazione intera.

Se senti emanare da qualcuno il profumo dell’amore del Tuo Signore, sacrificaTi per lui, perché Ti abbiamo creata per questo fine, da tempo immemorabile abbiamo pattuito con Te, alla presenza della schiera dei Nostri prediletti, questo preciso scopo. Non essere impaziente se cuori ciechi Ti bersagliano coi loro dardi di vane fantasie. Lasciali in balia di se stessi, poiché seguono i suggerimenti dei malvagi.

Grida innanzi agli abitatori del cielo e della terra: Sono l’Ancella del Cielo, Progenie dello Spirito di Bahá. La Mia dimora è la Magione del Suo Nome, il Gloriosissimo. Innanzi alla Schiera Superna sono stata abbellita dell’ornamento dei Suoi nomi. Sono stata avvolta in velo d’inviolabile sicurezza e rimango celata agli occhi umani. Mi parve di udire una Voce di divina, incomparabile dolcezza emanare dalla mano destra del Dio di Misericordia, ed ecco, il Paradiso intero agitarsi e fremere davanti a Me nella brama di udire i Suoi accenti e contemplare la beltà di Colui Che li aveva pronunziati. Così abbiamo rivelato in questa luminosa Tavola, e nel più dolce degli idiomi, i versetti che la Lingua dell’Eternità si mosse a pronunziare nel Qayyúmu’l-Asmà’.

Dì: Egli ordina ciò che Gli piace in virtù della Sua sovranità e fa tutto ciò che vuole per Suo co mando. Non Gli si deve chiedere ragione di ciò che Gli piace stabilire. Egli è, invero, l’Illimitato, l’Onnipossente, il Sapientissimo.

Coloro che hanno rifiutato di credere in Dio e si sono ribellati alla Sua sovranità sono le vittime impotenti della propria natura e dei propri desideri corrotti. Devono ritornare alla loro dimora nel fuoco dell’inferno, orrenda è la dimora degli iniquiI

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CXXX. Sii generoso nella prosperità e grato nell’avversità. Sii degno della fiducia del tuo vicino e trattalo con viso sorridente ed amichevole. Sii tesoro per il povero, ammonitore per il ricco, risposta al grido del bisognoso, custode della santità della promessa. Sii equo nel giudicare e cauto nel parlare. Non essere ingiusto con nessuno e sii mansueto con tutti gli uomini. Sii fiaccola per chi cammina nelle tenebre, gioia per l’addolorato, mare per l’assetato, rifugio per l’angosciato, alleato e difensore per la vittima dell’oppressione. Fa’ che l’integrità e la rettitudine contraddistinguano tutti i tuoi atti. Sii asilo per l’estraneo, balsamo per il sofferente, torre incrollabile per il fuggitivo. Sii occhio per il cieco e faro che guida i passi dell’errante. Sii ornamento per il volto della verità, corona per la fronte della fedeltà, colon na del tempio della rettitudine, alito di vita per il corpo dell’umanità, vessillo per le schiere della giustizia, astro sull’orizzonte della virtù, rugiada per il terreno del cuore umano, arca sull’oceano del sapere, sole nel cielo della munificenza, gemma sul diadema della saggezza, luce risplendente nel firmamento della tua generazione, frutto sull’albero dell’umiltà.

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CXXXI. La Penna dell’Antico Re non ha mai cessato di ricordarsi degli amati di Dio. Una volta dalla Sua Penna sono sgorgati fiumi di misericordia, un’altra volta grazie al suo moto è stato rivelato il limpido Libro di Dio. Egli è Colui al Quale nessuno può paragonarsi, la Cui parola nessun mortale può eguagliare. Egli è Colui Che dall’eternità è stato posto sul seggio del dominio e del potere, dalle Cui labbra sono fluiti i consigli che possono soddisfare le necessità dell’intera umanità e gli ammonimenti che possono giovarle.

L’unico vero Dio Mi è testimone, e le Sue creature possono farne fede, che neppure per un attimo Mi sono permesso di nasconderMi agli occhi degli uomini, né ho acconsentito a proteggere la Mia persona dai loro colpi. Mi sono alzato davanti al viso di tutti gli uomini e ho chiesto loro di compiacerMi.

Il Mio unico scopo è quello di migliorare il mondo e assicurare la tranquillità dei suoi popoli. Il benessere, la pace e la sicurezza dell’umanità saranno irraggiungibili, a meno che e finché la sua unità non sia saldamente stabilita. Quest’unità non potrà mai essere conseguita, finché si lasceranno passare inascoltati i consigli rivelati dalla penna dell’Altissimo.

Per il potere delle parole ch’Egli ha pronunziato, l’intera razza umana può essere illuminata dalla luce dell’unità e la menzione del Suo Nome può infiammare i cuori di tutti gli uomini e bruciare i veli che si frappongono fra loro e la Sua gloria. Un solo atto di giustizia è dotato di tale forza da innalzare la polvere a tal punto da farla salire oltre il cielo dei cieli. Ha il potere di recidere ogni legame e di rinvigorire la forza già spenta e svanita…

Siate puri, o seguaci di Dio, siate puri; siate giusti, siate giusti… Dì: O genti di Dio! Ciò che può assicurare la vittoria di Colui Che è la Verità Eterna, le Sue schiere e i Suoi sostenitori sulla terra, è stato scritto nei Libri sacri e nelle Scritture ed è evidente e palese come il sole. Queste schiere sono le azioni giuste e un comportamento e un carattere ben accetti ai Suoi occhi. Chiunque sorga in questo Giorno ad aiutare la Nostra Causa e chiami ad assisterlo le schiere di un carattere integro e di un comportamento retto, l’influenza che si sprigionerà da questo atto si diffonderà, certamente, sul mondo intero.

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CXXXII. Lo Scopo per cui l’unico vero Dio, esaltata sia la Sua gloria, Si è rivelato agli uomini è quello di portare alla luce le gemme nascoste nella miniera del loro vero e intimo essere. Che alle diverse comunità della terra e agli svariati sistemi di credi religiosi non debba essere permesso di alimentare sentimenti di animosità fra gli uomini è, in questo Giorno, l’essenza della Fede e della Religione di Dio. Questi principi, queste leggi, questi potenti sistemi così solidamente insediati sono scaturiti da un’unica Sorgente e sono raggi di una sola Luce: la differenza che si riscontra fra loro deve attribuirsi alle diverse esigenze delle età in cui furono promulgati.

Apprestatevi all’azione, o genti di Bahá, acché, per avventura, possiate placare il tumulto dei dissensi e delle lotte religiose che agitano i popoli della terra e cancellarne completamente ogni traccia. Per amore di Dio e di coloro che Lo servono, levatevi a sostenere questa sublime e grandiosa Rivelazione.

L’odio e il fanatismo religioso sono per il mondo un fuoco divoratore la cui violenza nessuno può placare: soltanto la Mano del potere divino può liberare l’umanità da questa desolante afflizione…

La favella di Dio è una lampada la cui luce è questa parola: Siete tutti frutti di un solo albero e foglie di un solo ramo; comportatevi l’uno verso l’altro con profondo amore e armonia, con amicizia e fraternità. Colui Che è l’Astro della Verità Mi è testimone! Tanto potente è la luce dell’unità, da illuminare il mondo intero. L’unico vero Dio, Colui Che conosce tutte le cose, attesta, Egli Stesso, la verità di queste parole.

Adoperatevi a raggiungere questo stadio trascendente e sublime, lo stadio che può assicurare la protezione e la sicurezza dell’umanità intera. Questa meta sorpassa ogni altra meta e questa aspirazione è la sovrana di tutte le aspirazioni. Pero, fintantoché le dense nubi dell’oppressione che oscurano l’astro della giustizia non saranno dissipate, difficilmente la gloria di questo stadio si svelerà agli occhi degli uomini…

Associatevi con tutti gli uomini, o genti di Bahá, in ispirito amichevole e fraterno. Se siete consci di una certa verità, se possedete un gioiello di cui altri sono privi, rendetene gli altri partecipi con linguaggio di grande gentilezza e cordialità. Se sarà accettata, se arriverà allo scopo, il vostro intento sarà raggiunto; ma se qualcuno dovesse respingerla, abbandonatelo a se stesso e supplicate Dio di guidarlo. Attenti a non comportarvi scortesemente verso di lui.

Una lingua benevola è una calamita per i cuori degli uomini e pane per lo spirito, riveste di significato le parole ed è sorgente della luce della saggezza e della comprensione…

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CXXXIII. Gli ordinamenti di Dio sono stati inviati dal cielo della Sua augustissima Rivelazione. Tutti devono osservarli diligentemente. La distinzione suprema, il vero progresso, la vittoria finale dell’uomo sono sempre dipesi e seguiteranno a dipendere da essi.

Chiunque osservi i comandamenti di Dio raggiunge la felicità eterna.

Un duplice obbligo incombe a colui che ha riconosciuto l’Alba dell’Unità di Dio e accettato la verità di Colui Che è la Manifestazione della Sua unicità. Il primo è la costanza nell’amore per Lui, una costanza tale, che né clamori di nemici né pretese di ignavi pretendenti lo distolgano dall’aggrapparsi a Colui Che è la Verità Eterna, una costanza che non tenga affatto conto di loro. Il secondo è la rigorosa osservanza delle leggi da Lui prescritte, leggi che Egli ha sempre ordinato e che seguiterà a ordinare agli uomini e per le quali la verità può essere distinta e separata dalla falsità.

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CXXXIV. Il primo e principale dovere prescritto agli uomini subito dopo il riconoscimento di Colui Che è la Verità Eterna è quello della fermezza nella Sua Causa. Attenetevi ad essa e siate di coloro la cui mente è saldamente fissata e radicata in Dio. Nessun atto, per quanto meritevole, ha potuto né potrà mai paragonarsi a questo. È il re di tutti gli atti, ne fa fede il tuo Signore, l’Altissimo, il Più Potente…

Le virtù e gli attributi appartenenti a Dio sono tutti palesi e manifesti e sono stati citati e descritti in tutti i Libri celestiali. Fra questi vi sono la lealtà, la franchezza, la purezza di cuore nella comunione con Dio, la tolleranza, la rassegnazione a tutto ciò che l’Onnipotente ha decretato, l’accontentarsi di ciò che la Sua Volontà dispone, la pazienza, anzi la gratitudine, fra le tribolazioni e la completa fiducia in Lui, in ogni circostanza. Queste sono annoverate, nella stima di Dio, fra le più elevate e lodevoli azioni. Tutte le altre sono, e sempre saranno, secondarie e subordinate a queste…

Lo spirito che anima il cuore umano è la conoscenza di Dio e il suo più vero fregio è il riconoscimento della verità che «Egli fa ciò che vuole e ordina quel che Gli aggrada». La sua veste è il timor di Dio e la sua perfezione la fermezza nella Sua Fede.

Così Dio istruisce chiunque Lo cerchi. Egli, invero, ama colui che si volge verso di Lui. Non v’è altro Dio che Lui, il Perdonatore, il Munifico. Ogni lode a Dio, il Signore di tutti i mondi.

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CXXXV. O Lettera del Vivente! L’orecchio di Dio ha udito il tuo grido e i Suoi occhi hanno visto la supplica che scrivesti. Egli ti chiama dal Suo seggio di gloria e ti rivela i versetti che sono stati inviati da Colui Che è l’Aiuto nel Pericolo, Colui Che esiste da Sé.

Benedetto sii tu ché hai completamente infranto l’idolo dell’egoismo e della fatua immaginazione e squarciato il velo della vana fantasia col potere della possanza del tuo Signore, il Protettore Supremo, l’Onnipotente, l’unico Benamato. In verità, puoi essere annoverato fra quelle Lettere che hanno sorpassato ogni altra Lettera. È per questo che sei stato scelto da Dio per bocca del tuo Signore, il Báb, lo splendore del Cui sembiante ha avvolto e continuerà ad avvolgere l’intera creazione. Rendi grazie all’Onnipotente e magnifica il Suo nome, poiché Egli ti ha aiutato a riconoscere una Causa che ha fatto tremare i cuori degli abitanti dei cieli e della terra e gridare i sudditi dei Regni della creazione e della Rivelazione e per la quale sono stati sondati e messi alla prova i segreti nascosti nei petti umani.

Dal Suo Regno di gloria, il tuo Signore, l’Altissimo (il Báb), ti ha rivolto queste parole: Grande è la benedizione che ti attende, o Lettera del Vivente, perché hai creduto sinceramente in Me, ti sei rifiutato di umiliarMi innanzi all’Accolta superna, hai mantenuto la promessa, hai gettato via il velo delle immaginazioni fatue e fissato lo sguardo sul Signore tuo Dio, il Signore del visibile e dell’invisibile, il Signore del Tempio Frequentato. Sono molto contento di te, perché, il Giorno in cui i volti apparivano angosciati e oscuri, ti ho trovato col viso raggiante di luce.

Dì: O genti del Bayán! Non vi ammonimmo in tutte le Nostre Tavole e Scritture celate a non cedere alle passioni malvagie e agli istinti corrotti, ma a tenere gli occhi fissi soltanto sul Luogo di gloria trascendente, il Giorno in cui sarà preparata la Più Potente Bilancia, il Giorno in cui le dolci melodie dello Spirito di Dio si riverseranno dalla destra del trono del vostro Signore, il Protettore Onnipotente, l’Onnipossente, il Santo dei Santi? Non vi proibimmo di attenervi alle cose che vi avrebbero separato dalla Manifestazione della nostra Beltà nella sua susseguente Rivelazione, fossero pure le personificazioni stesse dei nomi di Dio e di tutta la loro gloria, o i rivelatori dei Suoi attributi e del loro dominio? Vedete come, non appena Mi rivelai, respingeste la Mia verità, allontanandovi da Me, e foste fra coloro che considerarono i segni di Dio un gioco e un passatempo!

Per la Mia Bellezza! Nulla sarà accettato da voi in questo Giorno, anche se continuerete ad adorare Dio e a prostrarvi dinanzi a Lui per l’eternità del Suo dominio. Tutto dipende dalla Sua Volontà e il valore di tutti gli atti è subordinato alla Sua accettazione e al Suo gradimento. L’universo intero non è che un pugno di creta nella Sua mano. A meno che uno non riconosca Dio e Lo ami, Dio non ascolterà il suo grido in questo Giorno. Questa è l’essenza della Sua Fede, se solo lo sapeste!

Vi accontenterete di ciò che è come la foschia su una pianura e rinunzierete all’Oceano le Cui acque ritemprano le anime degli uomini per virtù della Volontà di Dio? Guai a voi per aver ripagato la munificenza di Dio con cosa tanto vana e spregevole. In verità, siete di coloro che Mi hanno respinto nella Mia precedente Rivelazione. Se solo il vostro cuore lo capisse!

Sorgete e innanzi agli occhi di Dio espiate per aver mancato ai vostri doveri verso di Lui. Ecco il Mio comandamento per voi, se porgeste orecchio al Mio comandamento! Per il Mio Essere! Né le genti del Corano, né i seguaci della Torà o del Vangelo, né i seguaci di altri Libri hanno commesso ciò che le vostre mani hanno perpetrato. Io Stesso ho dedicato tutta la vita alla difesa della verità di questa Fede. Io Stesso ho annunziato in tutte le Mie Tavole l’avvento della Sua Rivelazione. Eppure, non appena Egli Si è mani festato nella Sua Rivelazione successiva, rivestito della gloria di Bahá e ammantato della Sua grandezza, vi siete ribellati contro Colui Che è il Protettore Supremo, Colui Che esiste da Sé. Attenti, o uomini! Vergognatevi di ciò che Mi è accaduto per mano vostra sul sentiero di Dio. State attenti a non essere fra coloro che hanno respinto ciò che è stato inviato loro dal Cielo della trascendente gloria di Dio.

O Lettera del Vivente, queste sono le parole che il tuo Signore ha pronunziato e ti ha rivolto dai regni superni. Proclama le parole del tuo Signore ai Suoi servi, caso mai si scuotano dal sonno e chiedano perdono a Dio Che li ha formati e plasmati e ha inviato loro questa fulgidissima, santissima e manifesta Rivelazione della Sua Beltà.

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CXXXVI. Dì: O genti, liberate le vostre anime dalla schiavitù dell’egoismo e purificatele dall’attaccamento a qualunque cosa fuor che Me. Il ricordo di Me purifica ogni cosa dalla corruzione, se solo lo capiste! Dì: Se tutte le cose create si spogliassero completamente del velo della vanità e dei desideri mondani, la Mano di Dio le rivestirebbe tutte col manto di «Egli fa tutto ciò che vuole nel regno della creazione», così che il segno della Sua sovranità si manifesti in tutte le co se. Esaltato sia dunque il Signore Sovrano di tutto, l’Onnipotente, il Protettore Supremo, il Gloriosissimo, il Più Possente.

O Mio servo, intonai versetti di Dio che hai ricevuto, come li intonano coloro che si sono avvicinati a Lui, ché la dolcezza della tua melodia accenda la tua stessa anima e attiri i cuori di tutti gli uomini.

Quando qualcuno recita i versetti rivelati da Dio nell’intimità della propria camera, gli angeli dell’Onnipotente sparsi ovunque spandono nell’universo la fragranza delle parole pronunziate dalla sua bocca, facendo palpitare il cuore di ogni giusto. Per quanto, in un primo momento, possa non avvertirne l’effetto, pure, prima o poi, la virtù della grazia concessagli eserciterà la sua influenza sulla sua anima.

In tal guisa sono stati decretati i misteri della Rivelazione di Dio per virtù della volontà di Colui Che è la Sorgente del potere e della saggezza.

O Khalíl! Dio Me ne fa fede. Benché continui a muoversi sulla Mia Tavola, pure, in fondo al cuore, la Mia Penna piange ed è profondamente angosciata.

Anche la lampada che arde davanti al Trono piange e geme per ciò che l’Antica Bellezza ha sofferto per mano di coloro che non sono che creazioni della Sua Volontà. Dio Stesso sa e attesta la verità delle Mie parole. Chiunque abbia purificato l’orecchio dall’assordante vociare degl’infedeli e lo abbia rivolto verso tutte le cose create non può non sentire il suono dei loro gemiti e dei loro pianti, per i tormenti inflittiCi per mano di quei Nostri servi che non hanno creduto in Noi e a Noi si sono ribellati. In tal modo ti abbiamo palesato un barlume dei mali che Ci hanno colpito, perché tu conosca le Nostre sofferenze e sopporti pazientemente le tue afflizioni.

Sorgi ad assistere il tuo Signore sempre e in ogni evenienza e sii uno dei Suoi aiuti. Esorta, quindi, gli uomini a porgere orecchio alle parole pronunziate dallo Spirito di Dio in questa Tavola radiosa e risplendente. Dì: O genti, non seminate il germe della discordia fra gli uomini e non litigate col prossimo.

Siate pazienti in ogni evenienza e abbiate completa fiducia e fede in Dio. Aiutate il vostro Signore con la spada della saggezza e della parola. Questo è in verità degno dello stadio dell’uomo. Allontanarsene sarebbe indegno di fronte a Dio, il Signore Sovrano di tutto, il Glorificato. Gli uomini, però, sono stati traviati e sono davvero ignavi.

O genti, dischiudete le porte dei cuori umani con le chiavi del ricordo di Colui Che è la Menzione di Dio e la Sorgente della saggezza fra voi. Fra tutte le cose del mondo Egli ha scelto i cuori dei Suoi servi e di ognuno di essi ha fatto un seggio per la rivelazione della Sua gloria. Perciò purificateli da ogni contaminazione, perché vi siano incise le cose per cui sono stati creati. Quest’è, invero, un pegno del munifico favore di Dio.

Abbellite le vostre lingue con la sincerità, o uomini, e adornate le vostre anime con la gemma dell’onestà. Attenti, o uomini, a non tradire nessuno.

Siate fiduciari di Dio fra le Sue creature ed emblemi della Sua generosità fra la Sua gente. Coloro che cedono alla lussuria e agl’impulsi corrotti errano e distruggono i loro sforzi. In verità, sono fra i perduti.

Sforzatevi, o uomini, affinché gli occhi si volgano verso la misericordia di Dio, i cuori battano all’unisono con il meraviglioso ricordo di Lui, le anime si appoggino fiduciose alla Sua grazia e alla Sua munificenza e i piedi calchino il sentiero del Suo compiacimento. Questi sono i consigli che vi dono. Se solo seguiste i Miei consigliI

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CXXXVII. Taluni hanno considerato lecito attentare all’integrità delle sostanze del prossimo e hanno preso alla leggera l’ingiunzione di Dio prescritta nel Suo Libro.

Mal gli incolga e li affligga il castigo di Dio, il Possente, l’Onnipotente! Per Colui Che splende sull’Orizzonte della santità! Se la terra si trasformasse in argento e oro, nessuno di cui si possa dire che è veramente asceso al cielo della fede e della certezza si degnerebbe di considerarla e tanto meno di impossessarsene e tenerla. Abbiamo già trattato questo ar gomento in alcuni passi rivelati in arabo, in linguaggio di squisita bellezza. Dio Ci è testimone! Chiunque abbia gustato la dolcezza di quelle parole non acconsentirà mai a oltrepassare i limiti fissati da Dio, né volgerà lo sguardo verso qualunque cosa non sia il Suo Benamato. Tale uomo riconoscerà subito con l’occhio interiore quanto siano assolutamente vane ed effimere le cose di questo mondo e porrà i suoi affetti nelle cose eccelse.

Dì: Vergognatevi, o voi che vi chiamate amanti dell’Antica Bellezza! Siate ammoniti dalle tribolazioni ch’Egli ha sofferto e dal peso delle angosce che ha subito per amore di Dio! Aprite gli occhi! A quale scopo Si è affaticato, se le molteplici prove che ha dovuto sopportare devono alla fine degradarsi in spregevoli affermazioni e in un comportamento così abietto? Ogni ladro, ogni malfattore ha pronunziato queste stesse parole e compiuto questi stessi atti nei giorni precedenti la Mia Rivelazione.

In verità Io dico: Porgete orecchio alla Mia dolce voce e purificatevi dalle contaminazioni delle passioni malsane e dei desideri corrotti. Coloro che dimorano nel tabernacolo di Dio e si sono assisi sui seggi della gloria eterna, anche se muoiono di fame, si rifiutano di allungar la mano per impadronirsi illecitamente dei beni del prossimo, per quanto vile e insignificante egli sia.

Lo scopo per cui l’unico vero Dio Si è manifestato è di invitare l’umanità intera alla verità e alla sincerità, alla pietà e alla fidatezza, alla rassegnazione e alla sottomissione alla volontà di Dio, alla tolleranza e alla cortesia, alla rettitudine e alla saggezza. Il Suo fine è di ammantare ogni uomo d’un carattere di santità e di abbellirlo con l’ornamento di azioni sante e buone.

Dì: Abbiate misericordia di voi stessi e dei vostri simili e non permettete che la Causa di Dio – una Causa infinitamente superiore alla più intima essenza della santità – sia contaminata dalla macchia delle vostre fatue chimere, le vostre immaginazioni sconvenienti e corrotte.

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CXXXVIII. O Dio Misericordioso, Tu, il Cui potere pervade ogni cosa creata, vedi questi Tuoi servi, questi Tuoi schiavi osservare, secondo il Tuo volere, durante il giorno il digiuno che hai prescritto, alzarsi ai primi albori per ricordare il Tuo nome e celebrare la Tua lode nella speranza di ottenere parte delle buone cose custodite nei forzieri della Tua grazia e della Tua Munificenza. Ti supplico, o Tu Che impugni le redini della creazione intera, nelle Cui mani è tutto il Regno dei Tuoi nomi e dei Tuoi attributi, di non pri vare i Tuoi servi, nel Tuo Giorno, delle piogge che cadono dalle nubi della Tua misericordia e di non impedir loro di ottenere la loro parte dell’oceano della Tua benevolenza.

O Mio Signore, tutti gli atomi della terra testimoniano la grandezza del Tuo potere e della Tua sovranità e tutti i segni dell’universo attestano la gloria della Tua maestà e della Tua potenza. Abbi dunque misericordia, Tu Che sei il Signore Sovrano di tutto, Che sei il Re dei giorni eterni e il Reggitore di tutte le nazioni, di questi Tuoi servi che si sono aggrappati alla corda dei Tuoi comandamenti, che hanno chinato il capo davanti alle rivelazioni delle Tue leggi inviate dal cielo della Tua Volontà.

O Mio Signore, vedi i loro occhi levati verso l’alba della Tua amorosa premura, i loro cuori fissati sugli oceani dei Tuoi favori, le loro voci abbassate per udire gli accenti della Tua dolce Voce che, dallo Stadio più sublime, chiama nel Tuo Nome, il Gloriosissimo. Aiuta i Tuoi amati, o Mio Signore, coloro che hanno abbandonato tutto per ottenere ciò che Tu possiedi, che sono stati circondati da prove e tribolazioni per aver rinunziato al mondo e riposto i loro affetti nel Tuo regno di gloria. Proteggili, Ti supplico, o Mio Signore, da assalti di malsane passioni e desideri e aiutali a ottenere ciò che giovi loro in questo mondo e in quello avvenire.

Ti prego, o Mio Signore, per il Tuo Nome celato e prezioso che chiama a gran voce nel regno della creazione e convoca tutti i popoli all’Albero oltre il quale non si passa, al sito della gloria trascendente, di far discendere su di noi e sui Tuoi servi la traboccante pioggia della Tua misericordia, perché ci purifichi dal ricordo di tutto fuorché Te e ci avvicini alle sponde dell’oceano della Tua grazia. Disponi, o Signore, con la Tua eccellentissima Penna, ciò che immortali le nostre anime nel Regno della gloria, che perpetui i nostri nomi nel Tuo Regno e salvaguardi le nostre vite nei forzieri della Tua protezione e i nostri corpi nella rocca della Tua inviolabile fortezza.

Tu hai potere su tutte le cose, passate e future. Non v’è altro Dio che Te, il Protettore Onnipotente, Colui Che esiste da Sé.

Tu vedi, o Signore, le nostre supplici mani tese verso il cielo del Tuo favore e della Tua grazia. Concedi che si riempiano dei tesori della Tua munificenza e del Tuo abbondante favore. Perdona noi, i nostri padri e le nostre madri e accordaci tutto ciò che abbiamo desiderato dall’oceano della Tua grazia e della Tua divina generosità. Accetta, o Benamato dei nostri cuori, tutte le nostre opere compiute sul Tuo sentiero. Tu sei invero, il Più Potente, il Più Eccelso, l’Incomparabile, l’Unico, il Perdonatore, il Benevolo.

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CXXXIX. Porgi orecchio, o Nabíl-i-A‘h am, alla Voce dell’Antico dei Giorni che ti chiama dal Regno del Suo gloriosissimo Nome. È Lui, adesso, Che proclama dai regni superni e nella più intima essenza di tutte le cose create: «In verità, Io sono Dio, non v’è altro Dio che Me. Io sono Colui Che dall’eternità è stato la Sorgente di tutta la sovranità e del potere, Colui Che continuerà a esercitare il Suo regno e a estendere la Sua protezione su tutte le cose create.

Ne è prova la grandezza del Mio potere e della Mia sovranità che abbracciano la creazione intera»…

Benedetto sii tu, o Mio nome, poiché sei entrato nella Mia Arca e ti muovi spedito, per la forza del Mio sovrano ed eccelso potere, sull’oceano della grandezza, e sei annoverato fra i Miei favoriti i cui nomi sono stati vergati dal Dito di Dio. Hai vuotato la coppa della vera vita dalle mani di questo Giovane, attorno al Quale gravitano le Manifestazioni del Gloriosissimo e lo splendore della Cui presenza coloro che sono le Albe della Misericordia esaltano giorno e notte.

La Sua gloria sia con te, poiché sei venuto da Dio e a Dio sei ritornato varcando i confini della Corte dello splendore imperituro, il Luogo che nessun mortale potrà mai descrivere. Ivi la brezza della santità, pregna dell’amore del tuo Signore, ha ravvivato entro di te il tuo spirito e le acque della comprensione ti hanno lavato le macchie della lontananza e dell’empietà. Hai ottenuto accesso al Paradiso della Menzione di Dio, poiché hai riconosciuto Colui Che è la Personificazione di quella Menzione fra gli uomini.

Sii, perciò, riconoscente a Dio ché ti ha rafforzato a servire la Sua Causa e ha fatto sbocciare nel giardino del tuo cuore fiori di sapienza e comprensione. Così la Sua grazia ha pervaso te e la creazione intera. Bada di non permettere ad alcuna cosa, qualunque sia, di rattristarti. Liberati da ogni attaccamento alle vane illusioni umane e volgi le spalle alle vane e sottili argomentazioni di coloro che un velo separa da Dio. Proclama, quindi, ciò che il Più Grande Spirito t’ispirerà a dire a sostegno della Causa del tuo Signore, così da destare le anime di tutti gli uomini e disporne i cuori verso questa beatissima e gloriosissima Corte…

Sappi che abbiamo abolito la legge della spada a sostegno della Nostra Causa, sostituendola col potere che nasce dalla parola umana. Così abbiamo irrevocabilmente decretato in virtù della Nostra grazia.

Dì: O genti! Non spargete semi di discordia fra gli uomini e astenetevi dal combattere col prossimo, perché il vostro Signore ha affidato il mondo e le sue città alle cure dei re della terra e ne ha fatto emblemi del Suo potere, in virtù della sovranità che ha voluto conceder loro. Ha rinunziato a riservarSi una qualsiasi parte del dominio di questo mondo. Lo attesta Colui Che è in Se Stesso la Verità Eterna. Ciò che Egli Si è riservato sono le città dei cuori degli uomini, per purificarle da ogni contaminazione terrena e permetter loro di avvicinarsi al santo Luogo che le mani degli infedeli non potranno mai profanare. O genti, aprite la città del cuore umano con la chiave della vostra parola. In tal guisa vi abbiamo prescritto il vostro dovere, secondo una norma prestabilita.

Per la giustizia di Dio! Il mondo e le sue vanità, la sua gloria e qualunque delizia possa offrire, tutto è privo di valore agli occhi di Dio, anzi, persino più spregevole della polvere e della cenere. Se solo lo capissero i cuori degli uomini! O genti di Bahá, purificatevi completamente dalle contaminazioni del mondo e da tutto ciò che gli appartiene. Dio Stesso Me ne fa fede! Le cose del mondo non vi si addicono. Abbandonatele a chi le desideri e fissate gli occhi su questa santissima e radiosa Visione.

Ciò che vi si confà è l’amore di Dio, l’amore di Colui Che è la Manifestazione della Sua Essenza e l’osservanza di qualunque cosa Gli piaccia prescrivervi, se solo lo sapeste!

Dì: La sincerità e la cortesia siano il vostro ornamento. Non deponete mai la veste della tolleranza e della giustizia, affinché il soave profumo della santità si diffonda dai vostri cuori, su tutte le cose create. Dì: «Badate, o genti di Bahá, a non seguire le orme di coloro le cui parole differiscono dalle loro azioni. Sforzatevi di riuscire a manifestare i segni di Dio ai popoli della terra e a rispecchiarne i comandamenti. Siano i vostri atti una guida per l’umanità intera, poiché il comportamento della maggior parte degli uomini, potenti o umili, differisce da ciò che essi dicono di professare. È mediante le azioni che potrete distinguervi dagli altri e irradiare sulla terra intera lo splendore della vostra luce. Felice l’uomo che ascolta il Mio consiglio e osserva i precetti di Colui Che è l’Onnisciente, il Sapientissimo.

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CXL. O Muhammad-‘Alí! Grande è la benedizione che ti attende per esserti adornato il cuore con l’amore del tuo Signore, il Gloriosissimo, il Sempre Lodato.

Ogni bene apparterrà a colui che è pervenuto a questo stadio in questo giorno.

Non ti curare dell’umiliazione alla quale i benamati di Dio sono stati sottoposti in questo Giorno. Quest’umiliazione è orgoglio e gloria di ogni onore temporale e d’ogni rango terreno. Quale più grande onore può immaginarsi di quello conferito dalla Lingua dell’Antico dei Giorni quando ricorda i Suoi benamati nella Più Grande Prigione?

S’avvicina il giorno in cui le frapposte nubi saranno completamente dissipate, quando la luce delle parole: «Ogni onore appartiene a Dio e a coloro che Lo amano», apparirà, palese come il sole, sull’orizzonte della Volontà dell’Onnipotente.

Tutti gli uomini, altolocati o umili, hanno cercato e cercano ancora questo grande onore. Ma non appena il Sole della Verità irradiò la sua luce sul mondo, tutti sono stati privati dei suoi benefici e separati dalla Sua Gloria come da un velo, tranne coloro che si sono tenuti saldamente alla corda dell’infallibile provvidenza dell’unico vero Dio e che, con completo distacco da tutto fuorché da Lui, hanno volto il viso verso la Sua santa corte.

Rendi grazie a Colui Che è il Desiderio di tutti i mondi, per averti conferito un sì grande onore. Ben presto il mondo affonderà nell’oblio con tutto ciò che contiene e tutto l’onore apparterrà ai prediletti del tuo Signore, il Gloriosissimo, il Più Munifico.

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CXLI. In verità, questo è un Libro fatto discendere sugli uomini d’intuito! Esso ordina alle genti di osservare l’equità e di operare la giustizia, proibisce di seguire tendenze corrotte e desideri carnali, caso mai i figli degli uomini si destino dal sonno.

Dì: O uomini, osservate ciò che vi è stato prescritto nelle Nostre Tavole e non inseguite le fantasie architettate dai seminatori di discordia che commettono infamie e le imputano a Dio, il Più Santo, il Gloriosissimo, il Più Eccelso. Dì: Abbiamo accettato di essere provati da malanni e difficoltà, perché possiate purificarvi da ogni bassezza terrena. Perché, dunque, rifiutate di meditare nel vostro cuore il Nostro scopo? Per la giustizia di Dio! Se qualcuno rifletterà sulle tribolazioni che abbiamo sofferto, la sua anima sarà sicuramente annientata dal dolore. Il Tuo Signore Stesso fa fede della verità delle Mie parole. Abbiamo sopportato il peso di tutte le calamità per purificarvi da tutte le corruzioni terrene e voi siete ancora indifferenti.

Dì: A chiunque si aggrappi al lembo della Nostra Veste si confà di non lasciarsi macchiare da qualunque cosa sia sgradita all’Accolta Superna. Così è stato decretato in questa Sua chiara Tavola dal tuo Signore, il Gloriosissimo. Dì: Mettete da parte il Mio amore e perpetrate ciò che addolora il Mio cuore?

Che cosa v’impedisce di comprendere quel che vi è stato rivelato da Colui Che è l’Onnisciente, il Sapientissimo?

In verità, osserviamo le vostre azioni. Se ne aspireremo dolce profumo di purezza e santità, sicuramente vi benediremo. E le lingue degli abitanti del Paradiso canteranno le vostre lodi e magnificheranno i vostri nomi fra coloro che si sono avvicinati a Dio.

Aggrappati al lembo della Veste di Dio e tieniti saldamente alla Sua Corda, una corda che nessuno può spezzare. Bada che il clamore di coloro che hanno ripudiato questo Grandissimo Annunzio non ti impedisca di raggiungere il tuo scopo. Proclama ciò che ti è stato prescritto in questa Tavola, anche se tutti i popoli si sollevassero per impedirtelo. Il tuo Signore è, invero, l’Irresistibile, il Protettore Infallibile.

La Mia gloria sia con te e con quelli fra i Miei amati che si sono uniti a te. In verità essi sono coloro che prospereranno.

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CXLII. Giuro per la Bellezza del Benamato! Questa è la Misericordia che ha pervaso tutta la creazione, il Giorno nel quale la grazia di Dio ha permeato e pervaso tutte le cose. O ‘Alí, le acque vive della Mia misericordia fluiscono rapidamente e il cuore Mi si scioglie per il calore della tenerezza e dell’amore.

Non ho mai potuto rassegnarMi alle afflizioni incontrate dai Miei amati o a qualunque difficoltà abbia offuscato la gioia dei loro cuori.

Ogni qual volta il Mio Nome, «il Misericordiosissimo», fu informato che uno dei Miei amanti ave va pronunziata una parola contraria al Mio desiderio, si ritirò addolorato e sconsolato nella sua dimora, e ogni qual volta il Mio Nome, «l’Occultatore», scoprì che uno dei Miei seguaci aveva arrecato vergogna o umiliazione al prossimo, ritornò egualmente afflitto e addolorato al suo asilo di gloria e là pianse, affliggendosi, con strazianti lamenti. E ogni qual volta il Mio Nome, «il Sempre Perdonatore», s’accorse che uno dei Miei amici aveva commesso una trasgressione, gridò nella sua immensa afflizione e, sopraffatto dall’angoscia, cadde nella polvere e fu trasportato, da una schiera di angeli invisibili, alla sua dimora nei regni superni.

Per Me Stesso, il Vero, o ‘Alí! Il fuoco che ha infiammato il cuore di Bahá è più ardente di quello che brucia nel tuo cuore e il Suo lamento più forte del tuo. Ogni qual volta alla Corte della Sua Presenza si fece cenno di un peccato commesso da uno di loro, l’Antica Bellezza fu così piena di vergogna da desiderare di nascondere la gloria del Suo Sembiante agli occhi di tutti gli uomini, poiché Egli ha, in ogni tempo, fissato lo sguardo sulla loro fedeltà, osservandone i requisiti essenziali.

Non appena le parole che scrivesti furono lette alla Mia presenza, subito l’oceano della Mia fedeltà ribollì dentro di Me, e la brezza del Mio perdono alitò sulla tua anima, e l’albero della Mia amorosa premura protese la sua ombra su di te, e le nubi della Mia munificenza piovvero su di te i loro doni. Lo giuro, per l’Astro che risplende sull’orizzonte dell’eternità, sono addolorato per la tua pena e Mi dolgo con te delle tue tribolazioni… Attesto i servigi che Mi hai reso e faccio fede delle molteplici avversità che hai sopportato per amor Mio. Tutti gli atomi della terra proclamano il Mio amore per te.

O ‘Alí, l’appello che hai lanciato è assai gradito al Mio cospetto. Proclama la Mia Causa con la penna e con la parola. Grida e invita gli uomini a Colui Che è il Signore sovrano di tutti i mondi, con tale zelo e fervore che tutti ne siano infiammati.

Dì: O mio Signore, mio Benamato, Movente delle mie azioni, Stella Polare dell’anima mia, Voce che grida nel mio più intimo essere, Oggetto dell’adorazione del mio cuore! Sii lodato ché mi hai concesso di volgere il volto verso di Te, mi hai infiammata l’anima col Tuo ricordo e aiutato a proclamare il Tuo nome e a cantare le Tue lodi.

Mio Dio, mio Dio! Se nessuno si allontanasse dal Tuo sentiero, come potrebbe mai essere spiegata l’insegna della Tua misericordia o issata la bandiera del Tuo munifico favore? E se non si commettessero iniquità, che cosa mai potrebbe proclamarTi Colui Che nasconde i peccati degli uomini, il Sempre Perdonatore, l’Onnisciente, il Sapientissimo? Sia sacrificata l’anima mia per le mancanze di coloro che peccano contro di Te, poiché su tali mancanze hanno alitato i dolci profumi delle tenere grazie del Tuo Nome, il Compassionevole, il Misericordiosissimo.

Sia donata la mia vita per le colpe di coloro che mancano verso di Te, poiché per causa loro si conoscono e si diffondono fra gli uomini il soffio della Tua Grazia e la fragranza della Tua premura amorosa. Sia offerto il mio più intimo essere per i peccati di coloro che hanno mancato contro di Te, poiché per effetto di questi peccati l’Astro dei Tuoi molteplici favori si rivela sull’orizzonte della Tua munificenza e le nubi della Tua infallibile provvidenza piovono i loro doni sulle realtà di tutte le cose create.

Io sono, o mio Signore, colui che Ti ha confessato la moltitudine delle sue cattive azioni e ha riconosciuto ciò che nessuno ha riconosciuto. Sono corso verso l’oceano del Tuo perdono e ho cercato riparo all’ombra del Tuo amabilissimo favore. Concedimi, T’imploro, Tu Che sei il Re Eterno e il Protettore Sovrano di tutti gli uomini, di manifestare ciò che porti i cuori e le anime degli uomini a librarsi nell’illimitata immensità del Tuo amore e a comunicare col Tuo Spirito. Rafforzami col potere della Tua sovranità, così che io riesca a far volgere tutte le cose create verso l’Alba della Tua Manifestazione e la Sorgente della Tua Rivelazione. Aiutami, o mio Signore, ad arrendermi completamente alla Tua volontà e a dedicarmi al Tuo servizio, poiché questa vita terrena mi è cara soltanto allo scopo di incedere at torno al Tabernacolo della Tua Rivelazione e al Seggio della Tua Gloria. Mi vedi, o mio Signore, distaccato da tutto fuorché da Te e umile e sottomesso alla Tua Volontà. Trattami come si conviene a Te, alla Tua maestà e alla Tua eccelsa gloria.

O ‘Alí! La munificenza di Colui Che è il Signore di tutti i mondi ti è stata e ti è ancora accordata. Armati della Sua forza e del Suo potere ed ergiti ad aiutare la Sua Causa e a magnificare il Suo santo Nome.

Non lasciare che la tua ignoranza nella scienza umana e la tua incapacità di leggere o scrivere addolori il tuo cuore. Le porte della Sua multiforme grazia sono nella vigorosa stretta del potere dell’unico vero Dio.

Egli le ha dischiuse, e continuerà a dischiuderle, davanti a tutti coloro che Lo servono. Oso sperare che questo soffio di dolcezza divina continui sempre a diffondersi dai prati del tuo cuore sul mondo intero in tal modo che i suoi effetti siano palesi in ogni contrada. È Lui Che ha potere su tutte le cose! Egli è, invero, il Potentissimo, il Gloriosissimo, l’Onnipotente.

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CXLIII. Benedetto sii tu, o Mio servo, poiché hai riconosciuto la Verità e ti sei allontanato da colui che ha ripudiato il Misericordiosissimo ed è stato condanna to come malvagio nella Tavola Madre. Cammina perseverante nell’amore di Dio, sempre saldo nella Sua Fede, e aiutaLo con il potere della tua parola.

Così ti comanda il Misericordiosissimo Che è stato gettato in prigione per mano dei Suoi oppressori.

Se sei colpito dalle tribolazioni per amor Mio, rammenta le Mie pene e i Miei tormenti e ricorda il Mio esilio e la Mia prigionia. Così ti demandiamo ciò che Ci è stato inviato da Colui Che è il Gloriosissimo, il Sapientissimo.

Per il Mio essere! S’avvicina il giorno in cui abrogheremo l’ordine del mondo e ciò che esso contiene, dispiegando un nuovo ordine in sua vece. Egli ha, invero, potere su tutte le cose.

Santificati il cuore per poterMi ricordare e purificati l’orecchio per sentire le Mie parole. Volgiti, quindi, verso il Luogo in cui è stato insediato il trono del tuo Signore, il Dio di Misericordia, e dì: Lode a Te, o mio Signore, per avermi reso capace di riconoscere la Manifestazione del Tuo Essere e aiutato a fissare il cuore sulla corte della Tua presenza, l’oggetto dell’adorazione dell’anima mia. T’imploro per il Tuo nome che ha fatto squarciare i cieli e spaccare la terra, di disporre per me ciò che hai disposto per coloro che si sono allontanati da tutto fuorché Te e hanno saldamente posto il cuore in Te.

Concedi che io mi sieda alla Tua presenza sul seggio della verità, nel Tabernacolo della Gloria. Tu hai il potere di fare quel che vuoi. Non v’è altro Dio che Te, il Gloriosissimo, il Sapientissimo.

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CXLIV. La Penna dell’Altissimo ha decretato l’obbligo d’insegnare questa Causa e lo ha imposto a tutti… Dio ispirerà, senza dubbio, chiunque si allontani da tutto fuorché Lui e faccia sgorgare e scorrere copiosamente dal proprio cuore le pure acque della saggezza e dell’eloquenza. Invero il Signore, il Misericordiosissimo, ha il potere di fare ciò che vuole e di ordinare tutto ciò che Gli piace.

Se osservassi questo mondo e ti rendessi conto della caducità delle cose che gli appartengono, non vorresti percorrere altro sentiero che quello di colui che serve la Causa del tuo Signore. Nulla avrebbe il potere di distoglierti dal celebrare le Sue lodi, anche se tutti gli uomini si levassero ad ostacolarti.

Procedi diritto e persevera al Suo servizio. Dì: O uomini! Il Giorno che vi è stato promesso in tutte le Scritture è ora giunto. Temete Dio e non esitate a riconoscere Colui Che è lo Scopo della vostra creazione. Affrettatevi verso di Lui. Vale più questo, per voi, che il mondo e tutto quel che contiene. Se solo lo capisteI

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CXLV. Se incontrate i miseri o gli oppressi, non allontanatevene sdegnosi, perché il Re della Gloria veglia sempre su di loro e li circonda di tale tenerezza che nessuno può comprendere, tranne coloro che hanno sommerso desideri e aspirazioni nella Volontà del vostro Signore, il Benevolo, il Saggio. O ricchi della terra! Non fuggite davanti al povero riverso nella polvere, ma siategli amici e lasciate che vi narri la storia dei guai, dai quali l’imperscrutabile Decreto di Dio ha fatto sì che fosse colpito. Per la giustizia di Dio! Mentre state con lui, le Coorti Supreme vi guarderanno, intercederanno per voi, esalteranno il vostro nome e glorificheranno le vostre azioni. Benedetti i sapienti che non si vantano del loro sapere e beati i giusti che non deridono i peccatori, ma ne tengono nascosti i peccati, affinché le proprie mancanze restino nascoste agli occhi degli uomini.

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CXLVI. È Nostro desiderio e aspirazione che ognuno di voi divenga fonte di bene per gli uomini ed esempio di rettitudine per l’umanità. Attenti a non preferire voi stessi al prossimo. Fissate lo sguardo su Colui Che è il Tempio di Dio fra gli uomini. Egli, in verità, ha offerto la vita per la redenzione del mondo, Egli è, invero, il Munifico, il Benevolo, l’Altissimo. Se fra voi sorge qualche discordia, vedete Me davanti agli occhi e, per amore del Mio nome e in pegno del vostro amore per la Mia Causa manifesta e radiosa, non considerate i reciproci difetti. Ci piace vedervi sempre amichevolmente uniti e concordi nel paradiso del Mio beneplacito e aspirare dalle vostre azioni la fragranza dell’amicizia e dell’unità, della gentilezza e della fratellanza. Così vi consiglia l’Onnisciente, il Fedele.

Saremo sempre con voi e, se aspireremo il profumo della vostra fratellanza, il Nostro cuore si rallegrerà certamente, perché null’altro può appagarCi. Ne fa fede chi possiede vera comprensione.

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CLXVII. Il Più Grande Nome Mi è testimone! Che tristezza se qualcuno in questo Giorno ponesse il cuore sulle cose effimere di questo mondo! Sorgete e aggrappatevi saldamente alla Causa di Dio. Siate affettuosi l’uno verso l’altro. Unicamente per amore del Benamato, bruciate il velo dell’egoismo alla fiamma del Fuoco imperituro e, con viso raggiante e luminoso, associatevi con il prossimo. Avete visto bene, sotto ogni aspetto, il comportamento di Colui Che è il Verbo della Verità fra voi. Sapete perfettamente come sarebbe doloroso per questo Giovane, se il cuore di uno dei benamati di Dio fosse rattristato a causa Sua, sia pur per una notte.

Il Verbo di Dio ha infiammato il cuore del mondo. Come sarebbe spiacevole se non vi lasciaste accendere da questa fiamma! Voglia Dio che consideriate questa notte benedetta la notte dell’unità, legando assieme le vostre anime e risolvendo di abbellirvi dell’ornamento di un carattere buono e lodevole. Vostra principale preoccupazione sia quella di salvare il caduto dall’abisso dell’estinzione imminente e di aiutarlo ad abbracciare l’antica Fede di Dio. Il vostro comportamento verso il prossimo dev’essere tale da mostrare chiaramente i segni dell’unico vero Dio, poiché voi siete i primi fra gli uomini a essere ricreati dal Suo Spirito, i primi ad adorarLo e a inginocchiarvi davanti a Lui, i primi a incedere adoranti attorno al Suo trono di Gloria.

Giuro per Colui Che Mi ha fatto rivelare tutto ciò che Gli è piaciuto! Gli abitatori del Regno Superno vi conoscono meglio di quanto non vi conosciate voi stessi. Credete che queste parole siano vane e vuote?

Se solo aveste il potere di discernere ciò che vede il vostro Signore, il Misericordiosissimo – cose che attestano l’eccellenza del vostro rango, che fanno fede della grandezza del vostro pregio, che proclamano la sublimità del vostro stadio! Voglia Dio che desideri e irrefrenabili passioni non vi privino di ciò che vi è stato destinato.

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CXLVIII. O Salmán! Tutto ciò che i sapienti e i mistici hanno detto o scritto non ha mai superato, né potrà mai sperare di superare i limiti ai quali la mente limitata dell’uomo è stata rigorosamente assoggettata. A qualunque altezza si libri la mente degli uomini più eccelsi, per grandi che siano le profondità che cuori distaccati e percettivi possano penetrare, quelle menti e quei cuori non andranno mai oltre a ciò che è creatura delle loro concezioni e prodotto dei loro pensieri. Le meditazioni del più profondo pensatore, le devozioni del più santo dei santi, le più alte espressioni di lode uscite da penna o lingua umana non sono altro che un riflesso di ciò che è stato creato in loro stessi dalla rivelazione del Signore loro Dio. Chiunque mediti in cuor suo questa verità ammette senza difficoltà che vi sono limiti che nessun essere umano può oltrepassare.

Ogni tentativo di raffigurarsi e conoscere Dio, fatto dal principio che non ha principio, è stato limitato dalle esigenze della Sua creazione, una creazione ch’Egli ha chiamato all’esistenza per opera della Sua Volontà e per nessun altro scopo che la Sua Persona.

Egli è incommensurabilmente eccelso al di sopra mensurabilmente eccelso al di sopra degli sforzi compiuti da menti o lingue umane per penetrarNe l’Essenza o descriverNe il mistero. Nessun legame diretto potrà mai unirLo alle cose che ha creato e le più astruse e remote allusioni delle Sue creature non rendono giustizia al Suo essere. Tramite la Sua Volontà che pervade il mondo, Egli ha chiamato all’esistenza tutte le cose create. Egli è, ed è sempre stato celato nell’antica eternità della Sua eccelsa e invisibile Essenza e continuerà per sempre a restare occultato nella Sua inaccessibile maestà e gloria.

Tutto ciò che è in cielo e in terra esiste per Suo comando e, per Sua Volontà, è passato dal nulla assoluto al regno dell’esistenza. Come può, dunque, la creatura modellata dalla Parola di Dio comprendere la natura di Colui Che è l’Antico dei Giorni?

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CXLIX. A chiunque in questo Giorno si levi e, con assoluto distacco da tutto ciò che è nei cieli e sulla terra, ponga il proprio affetto su Colui Che è l’Alba della santa Rivelazione di Dio, in verità, sarà data la forza di soggiogare tutte le cose create, per il potere di uno dei Nomi del Signore, il suo Dio, l’Onnisciente, il Sapientissimo. Sappi con certezza che, in questo Giorno, l’Astro della Verità ha irradiato sul mondo un fulgore tale quale le età passate non hanno mai visto. O genti, lasciate che la luce della Sua gloria risplenda su di voi e non siate fra i negligenti.

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CL. Allorché sarà conseguita la vittoria, ogni persona si professerà credente e si affretterà verso il rifugio della Fede di Dio. Felici coloro che nei giorni in cui le prove hanno afflitto il mondo sono rimasti saldi nella Causa e si sono rifiutati di deviare dalla sua veritàI

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CLI. O usignoli di Dio, liberatevi dalle spine e dai rovi dell’infelicità e della disperazione e spiccate il volo verso il roseto d’inalterabile splendore. O amici Miei che abitate nella polvere! Affrettatevi verso la vostra dimora celeste. Annunziate a voi stessi la lieta novella: «Colui Che è l’Amatissimo è giunto. Egli Si è incoronato della gloria della Rivelazione di Dio e ha dischiuso agli uomini le porte del Suo antico Paradiso». Gioisca ogni occhio, si rallegri ogni orecchio, poiché questo è il tempo di mirare la Sua beltà, questo è il momento opportuno per ascoltare la Sua voce. Proclamate a ogni bramoso amante: ce. Proclamate a ogni bramoso amante: «Guarda, il tuo Benamato è venuto fra gli uomini!», e ai messaggeri del Monarca dell’amore comunicate la novella: «Ecco, l’Adorato è apparso ammantato in piena gloria!». O amanti della Sua bellezza! Mutate l’angoscia per la separazione da Lui nel gaudio dell’eterno ricongiungimento e lasciate che la dolcezza della Sua presenza dissipi l’amarezza della lontananza dalla Sua corte.

Mirate come le molteplici grazie di Dio che discendono dalle nubi della gloria divina abbiano pervaso, in questo giorno, il mondo. Poiché, mentre nei giorni passati l’amante supplicava e cercava il Benamato, adesso è il Benamato Che chiama gli amanti e li invita alla Sua presenza. Attenti a non perdere un così prezioso favore, guardatevi di non sminuire un così cospicuo pegno della Sua grazia. Non abbandonatene i benefici incorruttibili e non accontentatevi di ciò che è perituro. Alzate il velo che vi oscura la vista e dissipate le tenebre che l’avviluppano, così che possiate vedere la nuda beltà del volto del Benamato, contemplare ciò che mai occhio ha contemplato e udire ciò che mai orecchio ha udito.

AscoltateMi, o uccelli mortali! Nel Roseto dell’immutabile splendore ha incominciato a sbocciare un Fiore in confronto al quale ogni altro fiore non è che un rovo e innanzi allo splendore della Cui gloria l’essenza della beltà è costretta a impallidire e appassire. Sorgete, dunque, e con tutto l’entusiasmo del vostro cuore, con tutta la passione della vostra anima, col pieno fervore della vostra volontà e con gli sforzi tesi di tutto il vostro essere, procurate di accedere al paradiso della Sua presenza, cercate di aspirare la fragranza del Fiore incorruttibile, di inalare i dolci aromi della santità e di ottenere una parte di questo profumo di gloria celeste. Chiunque seguirà questo consiglio spezzerà le catene, gusterà il rapimento dell’estasi d’amore, conseguirà il voto del suo cuore e affiderà l’anima alle mani del Benamato.

Infranta la gabbia, spiccherà il volo come l’uccello dello spirito verso il suo santo, eterno nido.

Le notti si sono succedute ai giorni e i giorni alle notti, le ore e i momenti della vostra vita son venuti e passati, eppure nessuno di voi si è distaccato per un solo istante da ciò che è perituro. Scuotetevi, affinché i brevi attimi che ancora vi restano non vadano dissipati e perduti. Con la rapidità del baleno passeranno i vostri giorni e i vostri corpi saranno deposti a riposare sotto una coltre di polvere. Che cosa potrete ottenere allora? Come potrete espiare le vostre mancanze passate?

La Candela sempiterna risplende nella sua nuda gloria. Mirate come abbia consumato ogni velo mortale. O voi che come falene amate la Sua luce! Sfidate ogni pericolo e consacrate l’anima alla Sua fiam ma divoratrice. O voi che siete sitibondi di LuiI

Spogliatevi di ogni affetto terreno e correte ad abbracciare il vostro Benamato. Con ineguagliabile brama affrettatevi a raggiungerLo. Il Fiore, finora nascosto a sguardi umani, si mostra senza veli ai vostri occhi. Sta davanti a voi nel pieno fulgore della gloria. La Sua voce invita tutti gli esseri santi e purificati a unirsi a Lui. Felice chi si volge a Lui, beato chi ha raggiunto e mirato la luce di un sì mirabile sembiante.

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CLII. Il Tuo occhio è affidato a Me, non permettere che polvere di desideri vani ne offuschi lo splendore. Il tuo orecchio è un segno della Mia munificenza, non lasciare che tumulti d’indegne voci lo allontanino dalla Mia Parola che pervade tutto il creato. Il tuo cuore è il Mio tesoro, non permettere che la mano traditrice dell’egoismo ti derubi delle perle che vi ho deposto. La tua mano è il simbolo della Mia gentilezza amorosa, non impedirle di tenersi saldamente alle Mie Tavole custodite e celate… Non richiesto ho profuso su di te la Mia grazia. Non sollecitato ho realizzato il tuo desiderio. Sebbene tu non lo meritassi, ti ho prescelto per donarti i Miei più doviziosi, incalcolabili favori… O Miei servi! Siate rassegnati e sottomessi come la terra, affinché dal suolo del vostro essere sboccino i profumati, multicolori, santi giacinti della Mia sapienza. Ardete come il fuoco, sì che possiate bruciare i veli dell’ignavia e infiammare, con le vivificanti energie dell’amore di Dio, il cuore gelido e traviato. Siate leggeri e liberi come la brezza, affinché possiate ottenere accesso nei precinti della Mia Corte, nel Mio inviolabile Santuario.

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CLIII. O esiliato e fedele amico! Spegni la sete dell’accidia con le sacre acque della Mia grazia e scaccia lo sconforto della lontananza con la luce mattutina della Mia presenza divina. Non permettere che il sito in cui dimora il Mio sempiterno amore per te sia distrutto da tirannie di cupidi desideri e non oscurare la beltà del Giovane celestiale con polvere di egoismo e di passione. Vèstiti dell’essenza della rettitudine e il tuo cuore non tema altri che Dio. Non offuscare la sorgente luminosa dell’anima tua con spine e rovi di affetti disordinati e vani e non ostacolare il flusso delle acque vivificatrici che sgorgano dalla fonte del tuo cuore. Poni ogni speranza in Dio e aggrappati tenacemente alla Sua infallibile misericordia. Chi altri fuorché Lui può arricchire il povero e risollevare il colpevole dalla sua degradazione?

O Miei servi! Se poteste scoprire gli oceani celati e sconfinati della mia incorruttibile ricchezza certamente considerereste il mondo, anzi l’intera creazione, un nulla. Fate che la fiamma della ricerca bruci con tale ardore nel vostro cuore da permettervi di raggiungere la vostra suprema ed eccelsa meta – lo stadio al quale possiate avvicinarvi ed essere uniti al vostro Prediletto…

O Miei servi! Non permettete che vane speranze e fatue fantasie indeboliscano le fondamenta della vostra fede nel Gloriosissimo Iddio, poiché quelle fantasie non sono state di nessun giovamento agli uomini e non sono riuscite a guidare i loro passi sul retto Sentiero. O Miei servi, credete che la Mano della Mia sovranità, che tutto prende sotto la propria ombra e tutto trascende, sia incatenata, che il flusso della Mia antica, incessante e onnipresente misericordia si sia arrestato, o che le nubi dei Miei sublimi e ineguagliabili favori abbiano cessato di riversare doni sugli uomini? Potete immaginare che le opere meravigliose che hanno proclamato il Mio divino e irresistibile potere siano cessate, o che al potere della Mia volontà e del Mio intento sia stato impedito di dirigere i destini dell’umanità? Se così non fosse, perché mai vi siete sforzati d’impedire che l’immortale Bellezza del Mio sacro e amabile Sembiante si palesasse agli occhi degli uomini? Perché avete lottato per impedire alla Manifestazione dell’Onnipotente e Gloriosissimo Essere di diffondere sulla terra lo splendore della Sua Rivelazione? Se foste equi nel giudicare, riconoscereste senza indugio come le realtà di tutte le cose create siano inebriate dalla gioia di questa nuova e meravigliosa Rivelazione, come tutti gli atomi della terra siano stati illuminati dallo splendore della Sua gloria. Vano e meschino è ciò che avete immaginato e ancora immaginate!

Tornate sui vostri passi, o Miei servi, e volgete il cuore verso Colui Che è la sorgente della vostra creazione. Liberatevi dei vostri cattivi e corrotti attaccamenti e affrettatevi ad abbracciare la luce del Fuoco eterno che risplende sul Sinai di questa Rivelazione misteriosa e trascendente. Non corrompete la santa, universale, primigenia Parola di Dio e non cercate di profanarne la santità o avvilirne l’eccellenza. O incuranti! Benché le meraviglie della Mia misericordia abbiano pervaso tutte le cose create, visibili e invisibili, e sebbene le rivelazioni della Mia grazia e della Mia munificenza abbiano permeato ogni atomo dell’universo, pure la verga con la quale posso punire i malvagi è dolorosa, e terribile è la violenza della Mia collera contro di loro. Con orecchi purificati da vanagloria e desideri mondani ascoltate i consigli che vi ho rivelato con la Mia gentilezza misericordiosa e con gli occhi interiori ed esterio ri contemplate le evidenze della Mia meravigliosa Rivelazione…

O Miei servi! Non vi private dell’inestinguibile e risplendente Luce che brilla nella Lampada della gloria divina. Fate che la fiamma dell’amore di Dio arda luminosa nei vostri cuori raggianti. Nutritela con l’olio della guida divina e proteggetela entro il riparo della costanza. Custoditela sotto il globo della fiducia e del distacco da tutto fuorché Dio, cosicché i malvagi mormorii degli empi non ne spengano la luce. O Miei servi! La Mia santa Rivelazione divinamente ordinata può paragonarsi a un oceano nelle cui profondità siano celate innumerevoli perle di gran valore e insuperato splendore. È d’uopo che ogni ricercatore si adoperi e lotti per giungere alle rive di quest’oceano al fine di godere, commisuratamente all’ardore della ricerca e agli sforzi compiuti, dei benefici prestabiliti nelle irrevocabili Tavole celate di Dio. Se nessuno vorrà volgere i passi verso le sue rive, se nessuno riuscirà a levarsi per trovarLo, potrà dirsi che un tale fallimento abbia derubato quest’oceano del suo potere o diminuito in qualche modo i suoi tesori? Vane e biasimevoli le fantasie che i vostri cuori hanno foggiato e ancora foggiano! O Miei servi! L’unico vero Dio Mi è testimone! Quest’immenso, quest’insondabile, questo fluttuante Oceano è vicino, sorprendentemente vicino.

Guardate, vi è più vicino della vena del collo. Se lo desiderate, potete raggiungerlo in un batter d’occhio e partecipare di questo favore imperituro, di questa grazia concessa da Dio, di questo dono incorruttibile, di questa munificenza possente, indicibilmente gloriosa.

O Miei servi! Se comprendeste quali meraviglie della Mia munificenza e della Mia generosità ho voluto affidare alle vostre anime, vorreste, in verità, liberarvi da ogni attaccamento a tutte le cose create e acquistereste una vera conoscenza di voi stessi, una conoscenza che è lo stesso della comprensione del Mio proprio Essere. Vi trovereste indipendenti da tutto fuorché Me, con l’occhio interiore ed esteriore scorgereste i mari della Mia amorosa premura e della Mia munificenza agitarsi in voi, evidenti come la rivelazione del Mio fulgente Nome. Non permettete che fatue immaginazioni, passioni malvagie, insincerità e cecità del cuore offuschino lo splendore o macchino la santità di uno stadio così sublime. Siete come l’uccello che si libra con tutta la forza delle sue possenti ali e con completa e gioiosa fiducia nell’immensità dei cieli, finché, spinto a soddisfare la fame, ritorna bramoso all’acqua e alla creta della terra sottostante e, impigliato nelle reti del desiderio, si trova incapace di riprendere il volo verso i regni dai quali era disceso. Incapace di scuotere il fardello che grava sulle sue ali imbrattate, quell’uccello, fino ad allora abitante dei cieli, è ora obbligato a cercare una dimora nella polvere. Perciò, o Miei servi, non imbrattatevi le ali con fango di malvagità e fatui de sideri e non permettete che esse siano macchiate da polvere d’invidia e odio, perché non vi sia impedito di librarvi nei cieli della Mia divina sapienza.

O Miei servi! Per il potere di Dio e per la Sua possanza ho tratto dal tesoro della Sua sapienza e della Sua saggezza le perle celate nelle profondità del Suo oceano eterno e ve le ho rivelate. Ho invitato le Ancelle del Cielo a mostrarsi da dietro il velo dell’occultamento e le ho ammantate con queste Mie parole – parole di antico potere e saggezza. Inoltre, con la mano del potere divino, ho dissuggellato il vino prelibato della Mia Rivelazione e ho sparso la sua santa e segreta fragranza di muschio su tutte le cose create. Chi, se non voi stessi, si dovrà biasimare, se preferirete restar privi di una così grande, dilagante, trascendente e universale grazia di Dio, di una così luminosa rivelazione della Sua misericordia risplendente?…

O Miei servi! Null’altro splende nel Mio cuore se non l’inesauribile luce del Mattino della Guida divina e null’altro esce dalla Mia bocca se non l’essenza della verità che il Signore vostro Dio ha rivelato.

Non seguite perciò i desideri terreni e non violate il Patto di Dio né la promessa che Gli avete fatto. Con ferma determinazione, con tutto l’affetto del vostro cuore e con la piena forza delle vostre parole, volgetevi a Lui e non percorrete il cammino degli stolti. Il mondo non è che una parvenza futile e vuota, un semplice nulla che ha l’aspetto della realtà. Non ponete i vostri affetti su di esso. Non spezzate il legame che vi unisce al vostro Creatore e non siate di coloro che hanno errato e si sono allontanati dalle Sue vie. In verità vi dico: Il mondo è come il miraggio nel deserto che l’assetato crede acqua e s’affatica a raggiungere con tutte le sue forze, finché, giuntovi, si accorge che è pura illusione. Può anche essere paragonato all’effigie senza vita dell’amata che l’amante ha cercato e infine trovato dopo lungo errare e che con suo grande rincrescimento è tale da non poter «saziarlo o soddisfarne la fame».

O Miei servi! Non addoloratevi se in questi giorni e su questa terra sono state ordinate e manifestate da Dio cose contrarie ai vostri desideri, poiché vi sono sicuramente serbati giorni di gioia ineffabile, di delizia paradisiaca. Mondi santi e spiritualmente gloriosi si sveleranno ai vostri occhi. Egli vi ha destinati a partecipare ai loro benefici, a condividerne le gioie e ad ottenere una parte della loro grazia sostenitrice in questo mondo e nel mondo di là. Li conseguirete tutti senza dubbio.

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CLIV. O Salmán, ammonisci gli amati dell’unico vero Dio di non giudicare con occhio troppo critico i detti e gli scritti degli uomini. Si avvicinino piuttosto a questi detti e a questi scritti con spirito di larghe vedute e affettuosa simpatia. Coloro però che in questo Giorno sono stati indotti ad assalire con scritti incendiari gl’insegnamenti della Causa di Dio devono essere trattati diversamente. Incombe a tutti, ciascuno secondo la propria capacità, il compito di confutare le argomentazioni di coloro che hanno attaccato la Fede di Dio. Così è stato decretato da Colui Che è il Potentissimo, l’Onnipotente. Chi desidera diffondere la Causa dell’unico vero Dio la propaghi per mezzo della penna e della lingua piuttosto che ricorrendo alla spada o alla violenza. Abbiamo rivelato in precedenti occasioni quest’ingiunzione e ora la confermiamo, se solo comprendeste! Per la rettitudine di Colui Che in questo Giorno grida nell’intimo cuore di tutte le cose create: «Dio, non v’è altro Dio che Me!». Chiunque si levi a difendere con i propri scritti la Causa di Dio dai suoi assalitori, per quanto insignificante sia la sua parte, sarà così onorato nel mondo avvenire che la Coorte superna ne invidierà la gloria. Nessuna penna può descrivere la sublimità del suo stadio, nessuna lingua può descriverne lo splendore. Poiché a chiunque sarà saldo e tenace in questa santa, gloriosa ed eccelsa Rivelazione sarà accordato un potere tale che potrà affrontare e sconfiggere tutto ciò che è in cielo e in terra. Dio Stesso ne è testimone.

O benamati di Dio! Non restate adagiati sui vostri giacigli, ma non appena riconoscete il vostro Signore, il Creatore, alzatevi e, udito ciò che Gli è accaduto, correte ad assisterLo. Sciogliete la lingua per proclamare incessantemente la Sua Causa. Ciò vi servirà più di tutti i tesori del passato e dell’avvenire, se siete di coloro che comprendono questa verità.

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CLV. Il primo dovere prescritto da Dio ai Suoi servi è il riconoscimento di Colui Che è l’Alba della Sua Rivelazione e la Fonte delle Sue Leggi, Che rappresenta la Divinità tanto nel Regno della Sua Causa quanto nel mondo della creazione. Chiunque adempie questo dovere raggiunge ogni bene e chiunque ne è privo è perduto, anche se abbia compiuto degne azioni. È dovere di ognuno che giunga a questo sublime stadio, a questa vetta di gloria trascendente, di osservare ogni comandamento di Colui Che è il Desiderio del mondo. Questi doveri gemelli sono inseparabili; l’uno non è accetto senza l’altro. Così è stato decretato da Colui Che è la Sorgente dell’ispirazione divina.

Coloro che Dio ha dotato di percezione riconosceranno facilmente che i precetti decretati da Dio costituiscono i mezzi più elevati per il mantenimento dell’ordine nel mondo e per la sicurezza dei popoli.

Chi se ne allontana sarà annoverato fra gli abietti e gli stolti. In verità, vi abbiamo comandato di respingere gli impulsi delle azioni malvagie e dei desideri corrotti e di non oltrepassare i limiti fissati dalla Penna dell’Altissimo, poiché essi sono l’alito della vita per tutte le cose create. I mari della saggezza divina e dei detti di Dio si sono gonfiati al soffio della brezza del Misericordiosissimo. Affrettatevi a berne appieno, o uomini di comprensione! Coloro che hanno violato il Patto di Dio trasgredendo i Suoi comandamenti e ritornando sui propri passi hanno errato deplorevolmente agli occhi di Dio, Colui Che tutto possiede, l’Altissimo.

O popoli del mondo! Sappiate per certo che i Miei comandamenti sono le lampade della Mia amorosa provvidenza fra i Miei servi e le chiavi della Mia misericordia per le Mie creature. Questo è stato inviato dal cielo della Volontà del vostro Signore, il Signore della Rivelazione. Se un uomo potesse gustare la dolcezza delle parole che le labbra del Misericordiosissimo hanno voluto pronunciare, egli, pur possedendo i tesori della terra, rinunzierebbe a tutto per rivendicare la verità anche di uno solo dei Suoi comandamenti che alti risplendono sull’Alba della Sua munifica sollecitudine e della Sua amorosa premura.

Dì: Dalle Mie leggi si aspira il profumo soave della Mia veste e col loro aiuto gli stendardi della Vittoria saranno issati sulle vette più elevate. La Lingua del Mio potere, dal cielo della Mia gloria onnipotente, ha rivolto queste parole alla Mia creazione: «Osserva i Mie comandamenti per amore della Mia Beltà». Felice l’amante che ha aspirato la divina fragranza del suo Benamato da queste parole impregnate dell’ aroma di una grazia che nessuna lingua può descrivere. Per la Mia vita! Colui che ha bevuto il prelibato vino dell’equità dalle mani del Mio munifico favore graviterà attorno ai Miei comandamenti che alti risplendono sull’Alba della Mia creazione.

Non crediate che vi abbiamo rivelato un semplice codice di leggi. Anzi, con le dita della forza e del potere vi abbiamo dissuggellato il Vino prelibato. Ne fa testimonianza ciò che la Penna della Rivelazione ha rivelato. Meditate, o uomini d’intuizione!

Ogni qual volta le Mie leggi si mostrano come il sole nel cielo dei Miei detti, devono essere fedelmente obbedite da tutti, anche se il Mio decreto fosse tale da squarciare il cielo di ogni religione. Egli fa ciò che Gli piace. Egli sceglie e nessuno può opporsi alla Sua scelta. Tutto ciò ch’Egli, il Benamato, ordina, è in verità amato. Me ne fa fede Colui Che è il Signore di tutta la creazione. Chiunque abbia aspirato la dolce fragranza del Misericordiosissimo e riconosciuta la Sorgente di questi detti darà il benvenuto ai dardi del nemico, per dimostrare la verità delle leggi di Dio fra gli uomini. Beato colui che si è volto ad esse e ha appreso il significato del Suo decreto decisivo.

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CLVI. Colui Che è l’Eterna Verità ha rivolto gli occhi dall’Alba della Gloria verso le genti di Bahá indirizzando loro queste parole: «Dedicatevi a promuovere il benessere e la tranquillità dei figli degli uomini.

Applicate mente e volontà all’educazione dei popoli e delle tribù della terra, affinché i dissensi che li dividono si cancellino dalla sua faccia per il potere del Più Grande Nome e tutta l’umanità divenga sostenitrice di un solo Ordine e abitatrice di un’unica Città.

Illuminate e santificate i vostri cuori; non permettete che siano profanati da spine di odio o rovi di malizia. Dimorate in un solo mondo e siete stati creati per opera di un’unica Volontà. Beato colui che si unisce a tutti gli uomini in ispirito di massima gentilezza e di profondo amore».

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CLVII. Coloro che hanno abbandonato il proprio paese per insegnare la Nostra Causa, lo Spirito fedele li rafforzerà col suo potere. Una compagnia dei Nostri angeli scelti andrà con loro, come ha ordinato Colui Che è l’Onnipotente, il Sapientissimo. Grande la benedizione che attende colui che ha avuto l’onore di servire l’Onnipotente! Per la Mia Vita! Nessuna azione, per grande che sia, le può essere paragonata, fuorché le azioni ordinate da Dio, l’Onnipotente, il Più Possente. Un tale servigio è, invero, il sovrano di tutte le buone azioni e l’ornamento di ogni atto virtuoso. Così è stato ordinato da Colui Che è il Sovrano Rivelatore, l’Antico dei Giorni.

Chiunque si disponga a insegnare la Nostra Causa deve separarsi da tutte le cose terrene e considerare, in ogni momento, suo supremo obiettivo il trionfo della Nostra Fede. Così, invero, è stato decretato nella Tavola Custodita. E allorché decide di lasciare la sua casa per amore della Causa del suo Signore, ponga tutta la sua fiducia in Dio, come il miglior viatico per il suo viaggio, ammantandosi col saio della virtù. Così è stato decretato da Dio, l’Onnipotente, il Lodatissimo.

Se sarà infiammato dal fuoco del Suo amore, se rinunzierà a tutte le cose create, le parole che pronunzierà infiammeranno coloro che lo ascolteranno.

In verità, il tuo Signore è l’Onnisciente, Colui Che tutto sa. Felice colui che ha udito la Nostra voce e risposto al Nostro appello. Egli è, invero, fra coloro che Ci saranno portati vicino.

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CLVIII. Dio ha prescritto a ciascuno il dovere di insegnare la Sua Causa. Chiunque si levi ad assolvere un tale dovere deve, prima di proclamare il Suo Messaggio, abbellirsi dell’ornamento di un carattere retto e lodevole, cosicché le sue parole attraggano il cuore di coloro che rispondono al suo appello. Senza questo non potrà mai sperare di influenzare i propri ascoltatori.

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CLIX. Considerate la miseria della mente umana. Gli uomini chiedono quel che li danneggia e rigettano quel che li avvantaggia. In verità, sono fra coloro che vagano sperduti. Troviamo che alcuni desiderano la libertà vantandosi di possederla. Essi si trovano nell’ignoranza più profonda.

La libertà, alla fine, conduce necessariamente alla sedizione, le cui fiamme nessuno può spegnere.

Così vi ammonisce Colui Che valuta, l’Onnisciente.

Sappiate che personificazione e simbolo della libertà è l’animale. Quel che si addice all’uomo è la sottomissione a tali limitazioni che lo proteggano dalla sua stessa ignoranza e lo difendano dall’insidia dei malevoli. La libertà induce l’uomo a sorpassare i limiti della decenza e a venir meno alla dignità del suo stadio, abbassandolo a un livello di estremo pervertimento e malvagità.

Considerate gli uomini come un armento di pecore che ha bisogno della protezione di un pastore.

Questa è la verità, l’indiscutibile verità. Noi approviamo la libertà in alcune circostanze e rifiutiamo di sanzionarla in altre. In verità, siamo gli Onniscienti.

Dì: Per quanto non lo sappiate, la vera libertà consiste nella sottomissione dell’uomo ai Miei comandamenti. Se gli uomini osservassero quel che inviammo loro dal Cielo della Rivelazione, sicuramente otterrebbero la perfetta libertà. Felice colui che ha compreso lo Scopo di Dio in tutto ciò che Egli ha rivelato dal Paradiso del Suo Volere, che pervade tutto il creato! Dì: La libertà che vi giova non si trova altrove che nel completo asservimento a Dio, l’Eterno Vero. Chiunque ne abbia gustata la dolcezza rifiuterà di barattarla per tutti i regni della terra e del cielo.

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CLX. È realmente un vero credente nell’unità di Dio colui che, in questo Giorno, Lo considera immensamente eccelso al di sopra di tutti i confronti e di tutte le somiglianze ai quali gli uomini Lo hanno paragonato. Ha gravemente errato colui che ha confuso questi confronti e queste somiglianze con Dio stesso. Riflettete sulla relazione fra artefice e opera, fra pittore e dipinto. Può mai sostenersi che il lavoro prodotto dalle mani di un artefice sia uguale a lui? Per Colui Che è il Signore del Trono eccelso e della terra quaggiù! Queste opere non possono essere considerate altro che prove che proclamano l’eccellenza e la perfezione del proprio autore.

O Shaykh, tu che hai arreso la volontà a Dio! Per dedizione e unione perpetua con Dio si deve intendere che gli uomini devono sommergere completamente la loro volontà nella Volontà di Dio e considerare un mero nulla i loro desideri al cospetto del Suo Intento. Qualunque cosa il Creatore comandi alle creature di osservare, esse devono compierlo diligentemente e con immensa gioia e fervore. Non devono in alcun modo permettere alla fantasia di ottenebrare il loro giudizio, né considerare le loro immaginazioni la voce dell’Eterno. Nella Preghiera del Digiuno abbiamo rivelato: «Se la Tua Volontà decretasse che queste parole Ti uscissero dalla bocca e fossero loro rivolte: “Osservate, o genti, il digiuno per amor della Mia Beltà e non ponete limiti alla sua durata”, giuro per la maestà della Tua gloria che tutti l’osserverebbero fedelmente, si asterrebbero da qualunque cosa violi la Tua legge e così continuerebbero fino a renderTi l’anima». In questo consiste la completa resa della volontà alla Volontà di Dio. Medita su ciò, affinché tu possa bere le acque di vita eterna che scaturiscono dalle parole del Signore di tutta l’umanità e attestare che l’unico vero Dio è sempre stato incommensurabilmente superiore alle Sue creature.

Egli è, invero, l’Incomparabile, l’Eterno, l’Onnisciente, il Sapientissimo. Lo stadio dell’assoluta dedizione trascende e sempre sorpasserà ogni altro stadio.

Fa d’uopo che ti consacri alla Volontà di Dio.

Tutto ciò che è stato rivelato nelle Sue Tavole non è che un riflesso della Sua Volontà. La tua consacrazione dev’essere così completa da cancellarti dal cuore ogni traccia di desiderio mondano. Questo è il significato della vera unità.

Implora Dio di farti restare saldo su questo sentiero e di aiutarti a guidare i popoli del mondo verso Colui Che è il vero Sovrano, Che Si è rivelato in una veste speciale, Che dà voce a uno specifico Messaggio divino. Questa è l’essenza della fede e della certezza. Coloro che adorano l’idolo forgiato dalla loro immaginazione e lo chiamano Realtà Essenziale sono, in verità, da annoverarsi fra i pagani. Ne fa testimonianza il Misericordiosissimo nelle Sue Tavole.

Egli è, invero, l’Onnisciente, il Sapientissimo.
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CLXI. Apprestati al cimento, caso mai tu possa guidare il prossimo alla legge di Dio, il Più Misericordioso. In verità, agli occhi di Dio, Colui Che tutto possiede, l’Altissimo, questo atto supera tutti gli altri. Tale dev’essere la tua saldezza nella Causa di Dio, che nessuna cosa terrena, qualunque essa sia, abbia la forza di sviarti dal tuo dovere. Anche se tutte le forze della terra facessero lega contro di te, anche se tutti gli uomini disputassero con te, non devi vacillare.

Nel portare il Messaggio di Colui Che ha fatto sorgere l’Alba della Guida divina, sii libero come il vento. Considera come il vento, fedele a ciò che Dio ha stabilito, soffia su tutte le regioni del mondo, popolate o deserte. Né aspetti di desolazione, né segni di prosperità possono addolorarlo o compiacerlo.

Esso soffia in ogni direzione come il Suo Creatore gli ha comandato. Così dev’essere chiunque pretende d’amare l’unico vero Dio. È suo obbligo fissare lo sguardo sui principi fondamentali della Sua Fede e diligentemente compiere ogni sforzo per diffonderla.

Deve proclamare il Messaggio di Dio unicamente per amor Suo e accettare nello stesso spirito qualunque risposta gli venga data dal suo ascoltatore. Chi accetterà e crederà riceverà la propria ricompensa; e chi se ne allontanerà non riceverà altro che il proprio castigo.

Alla vigilia della partenza dall’‘Iráq avvertimmo i fedeli di aspettarsi che apparissero gli Uccelli delle Tenebre. Non v’è dubbio che in alcuni paesi si sentirà gracchiare il Corvo, come lo si è udito negli ultimi anni. Qualunque cosa avvenga, cerca rifugio nell’unico vero Dio, perché ti protegga dagl’inganni degli impostori.

In verità Io dico che in questa potentissima Rivelazione tutte le Dispensazioni del passato hanno raggiunto la loro più alta consumazione, la consumazione finale. Così vi consiglia il vostro Signore, l’Onnisciente, il Sapientissimo. Lode a Dio, il Signore di tutti i mondiI

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CLXII. Il Misericordiosissimo ha conferito all’uomo la facoltà della vista e l’ha dotato del potere dell’udito.

Alcuni l’hanno definito «microcosmo», mentre dovrebbe essere considerato un «macrocosmo». Le potenzialità inerenti allo stadio di uomo, la grande dignità del suo destino sulla terra, l’innata eccellenza della sua realtà si paleseranno appieno in questo Giorno promesso di Dio.

La Penna dell’Altissimo ha, sempre e in ogni circostanza, ricordato con gioia e tenerezza i Suoi diletti consigliandoli di seguire il Suo cammino. Beato colui al quale le vicissitudini del mondo non hanno impedito di riconoscere l’Alba dell’Unità di Dio, colui che con ferma determinazione ha libato, in nome di Colui Che esiste da Sé, il Vino suggellato della Sua Rivelazione. Un tale essere sarà annoverato nel Libro di Dio, il Signore di tutti i mondi, fra gli ospiti del Paradiso.

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CLXIII. Ogni lode a Dio Che ha abbellito e ammantato il mondo di un ornamento e di una veste che nessun potere terreno può togliergli, per quanto possenti i suoi battaglioni, per quanto immensa la sua ricchezza, per quanto possenti i suoi battaglioni, immensa la sua ricchezza, profonda la sua influenza. Dì: L’essenza di ogni potere appartiene a Dio, il sommo e ultimo Fine di tutta la creazione. La sorgente di ogni maestà appartiene a Dio, l’Oggetto dell’adorazione di tutto ciò che è nei cieli e sulla terra. Tutte le forze che traggono origine da questo mondo di polvere sono, per la loro stessa natura, indegne di considerazione.

Dì: Le fonti che alimentano la vita di questi uccelli non sono di questo mondo. La loro sorgente trascende di molto la portata e lo scopo della comprensione umana. Chi potrà spegnere la luce che la candida mano di Dio ha acceso? Dov’è colui che ha il potere di sMirzare il fuoco attizzato dalla possanza del Tuo Signore, l’Onnipotente, l’Irresistibile, il Sovrano? È la mano del potere divino che ha estinto le fiamme della discordia. Egli è libero di fare ciò che Gli aggrada.

Dice: «Sia», ed è. Dì: Gli uragani e i cicloni del mondo e dei suoi popoli non potranno mai scuotere le fondamenta sulle quali è basata la granitica stabilità dei Miei eletti. Dio di grazia! Che cosa ha potuto spingere queste genti a fare schiavi e prigionieri i benamati di Colui Che è la Verità Eterna?… S’avvicina, però, il Giorno in cui i fedeli mireranno l’Astro della giustizia brillare in pieno splendore dall’Alba della Gloria. Così t’insegna il Signore di tutti gli esseri in questa Sua dura Prigione.

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CLXIV. O membri della razza umana! Aggrappatevi saldamente alla Corda che nessuno potrà mai tagliare. Ciò, invero, vi gioverà per tutti i giorni della vita, perché la sua forza proviene da Dio, il Signore di tutti i mondi. Attenetevi alla giustizia e all’equità e allontanatevi dai sussurri degli stolti, coloro che si sono estraniati da Dio, che si sono acconciati il capo con l’ornamento dei sapienti e hanno condannato a morte Colui Che è la Fonte della saggezza. Il Mio nome li ha elevati ad alti gradi, eppure, non appena Mi rivelai ai loro occhi, pronunziarono con palese ingiustizia la Mia sentenza di morte. In tal guisa, la Nostra Penna ha rivelato la verità e ancora la gente è immersa nell’ignavia.

Chiunque sia ligio alla giustizia non può in nessuna circostanza oltrepassare i limiti della moderazione. Egli discerne la verità in tutte le cose per mezzo della guida di Colui Che è l’Onniveggente.

La civiltà così spesso esaltata dai dotti esponenti delle arti e delle scienze porterà, se le si permetterà di oltrepassare i limiti della moderazione, grandi mali all’umanità. Così vi ammonisce Colui Che è l’Onnisciente. Spinto all’eccesso, l’incivilimento si risolverà in una feconda sorgente di male, come lo sarebbe stato di bene, se contenuto nell’ambito della moderazione. Meditate, o genti, e non siate fra coloro che vagano smarriti nel deserto dell’errore.

S’avvicina il giorno in cui la sua fiamma divorerà le città, in cui la Lingua della grandezza proclamerà: «Il Regno è di Dio, l’Onnipotente, il Lodatissimo!».

Ogni altra cosa è soggetta a questo stesso principio di moderazione. Rendi grazie al tuo Signore che ti ha ricordato in questa meravigliosa Tavola. Ogni lode a Dio, il Signore del trono glorioso!

Ogni uomo che meditasse in cuor suo ciò che la Penna dell’Altissimo ha rivelato e ne assaporasse la dolcezza si troverebbe, certamente, svuotato e liberato dai desideri e completamente sottomesso alla Volontà dell’Onnipotente. Felice chi ha raggiunto un così alto stadio e non ha rinunciato a così munifica grazia.

In questo Giorno non possiamo né approvare la condotta del timoroso che cerca di dissimulare la sua fede, né sancire il comportamento del credente confesso che afferma clamorosamente la sua fedeltà a questa Causa. Entrambi devono osservare i dettami della saggezza e adoprarsi diligentemente a servire i più alti interessi della Fede.

Che ognuno osservi e mediti sul comportamento di questo Vilipeso. Dall’inizio di questa Rivelazione sino ad oggi, Ci siamo rifiutati sia di nasconderCi ai nemici sia di abbandonare la compagnia degli amici.

Benché assediati da miriadi di dolori e di afflizioni, abbiamo invitato con ferma fiducia i popoli della terra all’Alba della Gloria. La Penna dell’Altissimo è restia a raccontare a questo riguardo i mali sofferti. Rivelandoli getterebbe senza dubbio nel dolore gli eletti fra i fedeli, coloro che veramente sostengono l’unicità di Dio e sono completamente devoti alla Sua Causa. Egli, invero, dice la verità ed è Colui Che tutto ode, l’Onnisciente. La Nostra vita è trascorsa, per la maggior parte, in mezzo ai Nostri nemici. Constatate come ora viviamo in un nido di vipere.

Questa Terra Santa è stata menzionata ed esaltata in tutte le Sacre Scritture. Vi sono apparsi i Profeti e gli eletti di Dio. È il deserto in cui hanno vagato tutti i Messaggeri di Dio, da dove si è innalzato il loro grido: «Eccomi, eccomi, o mio Dio!». È la terra promessa nella quale era destino che Si manifestasse Colui Che è la Rivelazione di Dio. È la Valle dell’impenetrabile decreto di Dio, il candido Sito, la Terra d’inalterabile splendore. Tutto ciò che è accaduto in questo Giorno è stato predetto nelle antiche Scritture. Queste stesse Scritture, però, condannano all’unanimità la gente che vi abita. Una volta, essa è stata definita «razza di vipere». Vedete come ora questo Essere Vilipeso, circondato da una «razza di vipere» chiami a gran voce e inviti tutti gli uomini verso Colui Che è il Desiderio Finale, lo Zenit e l’Alba della Gloria. Felice chi ha ascoltato la voce di Colui che è il Signore del Regno dei Detti, e male incolga agli infingardi, coloro che si sono allontanati dalla Sua Verità.

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CLXV. Sappi che ogni orecchio che ode, se tenuto puro e immacolato, deve sempre e da ogni parte ascoltare la voce che pronunzia queste sante parole: «In verità, veniamo da Dio e a Lui ritorneremo». I misteri della morte e del ritorno dell’uomo non sono stati divulgati e rimangono ancora sconosciuti. Per la giustizia di Dio! Se fossero rivelati, provocherebbero un tale spavento e un tale dolore che alcuni morrebbero, mentre altri sarebbero colti da tale gioia da desiderare la morte e implorare con incessante brama l’unico vero di Dio –esaltata sia la Sua gloria – di affrettare la loro fine.

La morte offre a ogni fiducioso credente la coppa che è vera vita. Dona gioia ed è apportatrice di contentezza. Conferisce il dono della vita eterna.

Quanto a coloro che hanno gustato il frutto dell’esistenza terrena dell’uomo, che è il riconoscimento dell’unico vero Dio –esaltata sia la Sua gloria – la loro vita ulteriore sarà tale che non possiamo descriverla. Ne ha conoscenza solo Dio, il Signore di tutti i mondi.

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CLXVI. Chiunque accampi il vanto di una diretta Rivelazione da Dio, prima che spirino appieno mille anni, è sicuramente un mendace impostore. Preghiamo Dio che lo aiuti benevolmente a ritrattare e ripudiare tale vanto. Se se ne pentirà, senza dubbio Iddio lo perdonerà. Ma se persisterà nel suo errore, sicuramente Iddio invierà qualcuno che lo tratterà senza misericordia. Terribile, invero, è Dio nel punire! Chiunque interpreterà questo versetto in modo differente dal suo evidente significato, sarà privato dello Spirito di Dio e della Sua misericordia che abbraccia tutte le cose create. Temete Dio e non seguite le vostre fatue immaginazioni. Seguite piuttosto il comando del vostro Signore, l’Onnipotente, il SapientissimoI

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Bahá'u'lláh

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